Signor Accattoli, grazie per questa opportunità.
Sono uno sconosciuto per niente illustre, e contento di essere tale, senza titoli roboanti che oltre tutto non aggiungerebbero nulla a quello che sono: comunque sono iscritto all’Albo dei Giornalisti (elenco pubblicisti) con tessera n°111939 . Dopo 45 anni di servizio presbiterale, dei quali 35 nella realtà della “missio ad gentes”, ho accettato di essere inviato in Terra Santa per un servizio alla Chiesa di Gerusalemme nella realtà delle comunicazioni con Telepace, dopo che il Patriarca Latino aveva espresso al Vescovo di Verona la sofferenza della sua chiesa per non avere “mezzi per comunicare al mondo il suo messaggio, cantare la sua vita, comunicare la sua fede ed i suoi giorni” (così scriveva il Vescovo di Verona mons. Carraro il 15.11.2004).
Telepace a Gerusalemme è arrivata solo per questo, e Le garantisco che qui io non sono affatto un “volontario sottomesso al carisma del fondatore”.
Ho letto il suo Blog e mi sono sentito tirato in ballo da alcuni scritti per lo meno inesatti. Non entro nel merito di cose che non so – mi sembra il minimo della correttezza – ma visto che noto delle confusioni mi permetto di richiamarne una. Eccola: Telepace a Gerusalemme e a Fatima non ha nulla a che vedere con la “Associazione Amici di Telepace”che supporta Telepace di Roma.
Gerusalemme e Fatima, invece, sono supportate dalla “Fondazione Artigiani della Pace” che è un’altra realtà ben distinta e con ragioni sociali sue proprie.
Per Gerusalemme, poi, la Fondazione ha in carico solo un giornalista, e per gli altri operatori ci autogestiamo cercando di non gravare sulla amministrazione della Fondazione stessa: sarà proprio questo, eventualmente, l’essere “volontari sottomessi al carisma del fondatore”?
Entro questo quadro a me pare almeno confuso l’affermare che per Roma i soldi non ci sono ma ci sono invece per Gerusalemme e Fatima, non crede? La ringrazio per l’ospitalità . Con viva cordialità, don Sergio.
Telepace: abbiamo in linea don Sergio da Betlemme
7 Comments
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Caro don Sergio, benvenuto nel blog e grazie delle informazioni che ha fornito.Io mi propongo soltanto di ospitare tutte le voci e – se possibile – di favorire la compensione tra le parti. Non conosco lei, ma sono amico sia di don Guido sia dei quattro romani e sono stato tante volte ospite di Telepace. Dandole il benvenuto, l’assicuro che l’espressione “volontari sottomessi al carisma del fondatore”, che non le è piaciuta, è stata usata con buona intenzione da un’assidua visitatrice del blog, in un contesto che non voleva essere sminuente per i volontari, nè per il fondatore, ma solo di solidarietà con i quattro sospesi. Continui a scriverci. Luigi
Caro Don Sergio,
ci conosciamo bene perchè mi è capitato di mettere in onda nel TG di Roma tuoi servizi dalla Terra Santa.
Non so se tu conosci me.
Quando all’inizio di ottobre del 1990 Telepace ha iniziato le sue trasmissioni a Roma, io avevo appena 25 anni avevo terminato un contratto alla Radio Vaticana (emittente per la quale ancora collaboro). Telepace nasceva e aveva bisogno a Roma di profesionisti motivati. Giovani che amassero il mestiere e volessero lavorare per la Chiesa.
Piena di entusiamo ebbi il primo colloquio con Don Guido. Portavo esperienza, fede e passione. Monsignor Todeschini mi disse che la mia sarebbe stata una prestazione professionale e non volontaristica, come del resto avveniva già per i dipendenti di Verona, regolarmente retribuiti. Dovevo solo aver pazienza per veder regolarizzata la mia posizione.
Insomma qualche mese.
Ho iniziato così a creare, con Piero Schivazzi, l’informazione dal Vaticano. E ho atteso. Intanto mi sono sposata, Don Guido era al mio matrimonio. Sono passati anni. Siamo riusciti ad avere un contratto, ma solo part time. In effetti a Roma si lavorava sodo, la redazione si ingrandiva, il lavoro aumentava. Era il 1994. Da allora abbiamo fatto crescere l’emittente con la passione di chi ci crede ma anche con le necessità di chi vive da laico con famiglia, paga l’affitto, fa la spesa etc, etc… Ma Don Guido sembrava essere sensibile ai problemi di tutti meno che ai nostri.
Eppura a Verona gli stipendi crescevano (sono circa il doppio dei nostri), la redazione si ingrandiva, nascevano nuove sedi che, per quanto piccole, costano per personale e mezzi, ci si collegava con satelliti in tutto il mondo (e questo ha grandi costi). La missione di Telepace andava a gonfie vele, forse un pochino anche grazie al lavoro dei romani.
Pensavamo: don Guido sarà contento, ora riconoscerà la qualità del lavoro svolto, ci dirà grazie, ci adeguerà ai veronesi. Invece nulla, anzi, ad ogni richiesta un rifiuto netto.
Fino alla lettera del 5 ottobre. Ingrata ed umiliante. Ma non per noi.
Caro don Sergio, se hai avuto la pazienza di legger queste righe sappi che il mio più grande dolore è che il tg, la voce del Papa, la nostra creatura, muore. Sostituire lo “stipendiolo” di Telepace è facile, ma 16 anni di vita donata al Papa e alla Chiesa, al Vangelo, non si buttano nel fango facilmente. Grazie per la tua comprensione.
Angela Ambrogetti
Grazie, Signor Acattoli per avermi difesa! Per una volta sono io a beneficiare della sua gentilezza e della sua benevola neutralità .
La ringrazio perchè effettivamente non era nelle mie intenzioni di offendere i volontari. Ho spesso assistito, in diverse associazioni, all’influenza notevole che può esercitare il fondatore con il suo carisma. Volevo dire solo quello.
Ciò non toglie che troverei interessante sapere che cosa pensano i colleghi delle sedi di Verona, Lodi , Gerusalemme e Fatima.
Non mi sembra averli sentiti esprimersi, spero lo abbiano fatto direttamente con i loro colleghi romani!
Tutto ciò è triste, ancora più triste che stiamo parlando di Telepace o solo di Tele e pace si è persa sulla strada ,cammin facendo ? Luisa
Cara Angela,spero che il Suo coraggio e la Sua tenacia vengano ripagate.
Lei e i Suoi colleghi della redazione romana meritate ogni rispetto.Continuo a sperare in un ripensamento del Direttore di Telepace che continua a non rispondere alle mail.
Un abbraccio MG
San Paolo scrisse: “Chi non lavora non mangi”.
Ma se ti levano il lavoro come mangi?
Avete tutta la mia solidarietà e vi abbraccio forte.
Tonizzo
Quanta tristezza e amarezza nelle parole di Angela Ambrogetti. Da lontano ,di tutto cuore riesprimo a lei e a tutti i suoi colleghi la mia solidarietà.
E nel frattempo Don Guido Todeschini tace.
Resta inverosimile vedere i TG di Lodi e Verona mantenuti e il vuoto dopo… il TG consacrato al Papa soppresso !
Realizza Don Todeschini che se i due Tg e altre emissioni, interessano un pubblico particolare, regionale, il TG e le altre emissioni realizzate a Roma , interessavano un pubblico ben più vasto, direi senza frontiere , perchè si parlava del Papa ?
Diversi miei amici in Francia e in Germania hanno messo la parabola per seguire attraverso Telepace il magistero di Papa Benedetto ed erano diventati fedeli al TG di Roma. Sono molto, molto delusi !
Don Todeschini ci invita alla preghiera. Sono convinta che lui stesso per primo prega e che , nel silenzio del suo cuore , ha domandato aiuto a Dio per prendere la decisione più giusta.
È possibile che sia questa la risposta che ha ricevuto ?
Non mi sembra proprio che stiamo assistendo a un trattamento e ancor meno a una risoluzione cristiana di un conflitto che apparentemente esisteva già da tempo.
Non è possibile che finisca così , nel caso contrario resterebbe un gusto molto amaro in noi tutti e tante domande restate senza risposta.
Don Todeschini, sono sicura che la stragrande maggioranza dei suoi fedeli ascoltatori desiderano ritrovare il TG e le altre emissioni della redazione romana .
Se i giornalisti sono ancora d`accordo, vi preghiamo, mettetevi attorno a un tavola e discutete !
Deve pur esserci una soluzione !
Con speranza, vi saluto, Luisa
Credo anch’io che sia legittimo auspicare una parola da parte di don Todeschini.