Dico la mia sulla sentenza della Cassazione che riconosce la legittimità dell’Ici per le scuole paritarie. La Corte argomenta sul fatto che gli utenti di quelle scuole pagano un corrispettivo per la frequenza e dunque si tratterebbe di attività commerciale, «senza che a ciò osti la gestione in perdita». Io invece dico che l’argomentazione sarebbe corretta solo nel caso che si realizzi un profitto. Si dovrebbe definire per legge il carattere no profit di tali scuole, subordinandone il riconoscimento a una rigorosa certificazione esterna del bilancio che verifichi annualmente la fattuale assenza di un qualsiasi profitto.
Tasse alle scuole paritarie: sono contrario come e perché
114 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
trovo giusto non tassare le scuole che svolgono una funzione sussidiaria nei confronti dell Stato, penso alle scuole dell’infanzia presenti in tanti Comuni dove non ci sono o non sono sufficienti le scuole statali, trovo invece giusto tassare le scuole superiori paritarie, religiose o laiche che siano, in quanto in questo caso sono delle alternative alle scuole statali.
Comunque il ragionamento della Cassazione è corretto: un’impresa commerciale non cessa di essere tale perchè è in perdita, e come tale viene assoggettata a tutta la normativa fiscale. Come giustamente suggerisci dovrebbero trasformarsi in enti no profit, ma chissà se in questo caso potrebbero ancora imporre il pagamento delle rette? non lo so.
La chiusura di molte scuole a causa di questa sentenza potrebbe mettere in discussione il diritto allo studio (che, lo ricordo per inciso, è costituzionale) per moltissimi bambini e ragazzi (in certe regioni la presenza di scuole paritarie supera il 50% del totale).
Come la mettiamo?
Se l’impegno dello Stato fosse anche quello contestuale di costruire nuove scuole o mettere a norma quelle esistenti, sarei anche d’accordo…
Ma così mi pare solo una mossa furba per far cassa…
Se si accetta di stare in una democrazia a tutti gli effetti, con tutti i diritti e doveri, ritengo che si debba accettare anche il fatto che la Chiesa sia dallo Stato democratico assimilata a tutti gli effetti a tutte le organizzazioni sociali che ci sono in quello Stato. E’ questa la stupenda lezione del costituzionalista tedesco (cattolico) Bockenforde che ha scritto anche per la rivista “Il Regno”. Alcune volte mi domando se come cattolici abbiamo capito che cosa significa stare in democrazia.
In più secondo me c’è un punto da considerare. Se la Chiesa rinuncia ai suoi privilegi, anche legittimi, ne guadagna in credibilità. E’ questa la lezione della “Gaudium et spes” 76 non ancora assimilata …. purtroppo!!!
Proprio perché siamo in democrazia si può dissentire da un sistema di tassazione che potrebbe rivelarsi un boomerang per lo stato stesso.
L’impressione che quello ti diano poi ti tocchi ripagarlo il doppio sotto mentite spoglie e’ diventata una certezza da Monti in poi.
Nonostante io propenda sempre per la scuola pubblica.
OT: Picchio come va in Turchia? Siete ancora li?
http://m.huffpost.com/it/entry/7869934
A me non sembra “una mossa furba per far cassa”. Il giudice costituzionale non ha fatto altro che prendere atto del fatto che le scuole paritarie ( tutte!) sono da ascriversi ad una attività commerciale, per cui vi è una tassazione da attribuire ( a tutte!). Altrimenti si tratterebbe di una discriminazione.
Capisco la levata di scudi da parte della Chiesa, che in effetti porta delle buone ragioni per recriminare.
Ma allora a me vien da chiedere: perché una parte dell’ otto per mille (che porta notevoli introiti) non può essere devoluta a finanziare le scuole cattoliche? Oppure ci sarebbe da fare qualche cambiamento nella legge per aggirare l’ ostacolo.
Comunque sono sicura che ad una soluzione si arriverà.
In ogni caso, è possibile notare che tutti, proprio tutti, quando vengono toccati nel tasto ” soldi” , fanno un salto per ribellarsi. E tutti portano acqua al proprio mulino. A torto o a ragione.
CL ci ha costruito un impero sulle scuole cattoliche paritarie. A Milano sono una marea. Per me sono attività commerciali a tutti gli effetti. Il diritto allo studio deve consentire ai bisognosi e meritevoli di studiare. Il dove è irrilevante. Io non farei pagare le paritarie solo dove davvero supplisce a defainces dello stato: come negli asili e nei nidi. Per il resto francamente la scuola statale fa il suo dovere per lo più con grande dignità e trovo ridicolo questo pullulare di scuole e a scuolette religiose di dubbia utilità.
Concordo pienamente con il commento del nostro padrone di casa.
Mi fa un po’ ridere però che Mons. Galantino perda le staffe solo quando si tocchi la Chiesa sulla pecunia, e si scaldi invece assai meno per altri problemi che riguardano i cristiani italiani (unioni civili, matrimoni gay, adozioni, gender….). Vuoi vedere che erano vere le voci che dietro i suoi presunti contatti con il governo e la conseguente irritazione per il “family day” e “difendiamoinostrifigli” c’era o c’è il tentativo di barattare il (quasi) silenzio, almeno iniziale, su tali disegni di legge, con il mantenimento dei “privilegi” alle scuole cattoliche ? Certo che la sentenza della Cassazione, portando allo scoperto tale problema, forse rompe un po’ le uova nel paniere, sia a lui che al governo.
Comunque la si guardi è interessante e sintomatico che un governo formato in gran parte da sedicenti cattolici (Renzi, Boschi, Del Rio…..) sia quello che darà il colpo di grazia alla famiglia.
L’unica cosa giusta (almeno per me) che Mons. Galantino ha detto ultimamente è che il governo dovrebbe pensare un po’ di più ad aiutare le famiglie e un po’ meno alle unioni civili.
Questo governo, come tutti quelli che lo hanno preceduto, non ha fatto nulla per aiutare le famiglie specie quelle numerose. Anzi, a causa della crisi economica le famiglie numerose sono allo stremo. Ma per fortuna anche in questo campo la chiesa italiana (non il Papa per fortuna !) sta mettendo in pensione, per bocca di vescovi ed autorevoli teologi, le famigerate Humanae Vitae e Familiaris consortio di due santi Papi (vedi Famiglia Cristiana: http://www.famigliacristiana.it/articolo/sinodo.aspx )
Basta con l’apertura alla vita, W la mentalità contraccettiva !
Tanto sembra che come Chiesa stiamo andando a braccetto con gli organismi internazionali che spingono in ogni maniera, anche coi ricatti, per il più spietato controllo delle nascite!
Ma si sa che l’ecologia (anche quella che vuole la crescita sotto-sottozero per il bene della madre terra…) è il problema più importante. Vedi il Vescovo di Chicago: http://www.kfvs12.com/story/29630686/cupich-says-chicago-archdiocese-will-act-on-climate-change
Fra l’ altro, chi paga la retta deve averne parecchi di soldi. Allora, si potrebbe anche aumentare la retta.
E comunque, io credo che in questo tipo di scuole ci sia una falla di base.
Ed è che la promozione è assicurata in partenza. Meriti o non-meriti.
Gender e coppie gay non portano soldi alla chiesa. Le scuole cattoliche portano soldi ma soprattutto controllo sull’educazione.
Le unioni civili , che esistono dappertutto e sono normate in tutti i paesi civili, sono un problema di cui tutti si devono occupare, anche la Chiesa. Che è un’ istituzione che non deve guardare solo ad una parte dei cittadini, ma a tutti i cittadini. Così come deve fare l’ istituzione “governo”.
Dunque, spostare il discorso su un fronte che è caro a chi si ritiene cristiano sulla base delle proprie idee religiose, spesso sbagliate, è del tutto fuori luogo e significa uscire dal seminato.
Un caro saluto di “bentornato” all’amico Maioba, con il quale, al solito, mi trovo in perfetta sintonia: non ho ancora potuto leggere il testo completo della sentenza della Corte di Cassazione, ma credo che, di principio, il punto sia proprio quello del rispetto (o meno) dell’articolo 33 della nostra Costituzione, e, in particolare, della puntuale (o meno) applicazione del suo 4° comma.
Per inciso, mi par d’aver capito che tra il Comune di Livorno e gli istituti religiosi in questione si siano svolte, in pendenza di contenzioso, trattative volte ad una definizione conciliativa della vertenza, e che una proposta transattiva avanzata dall’Amministrazione Comunale sia stata, poi, respinta da quegli Istituti (che, evidentemente, confidavano che la Suprema Corte avrebbe confermato le pronunce dei giudici “di merito”): roba – con il “senno di poi” – da mangiarsi le mani ……..
Buona domenica (qui stanotte è piovuto, e, finalmente !, il caldo è diminuito) !
Roberto 55
P.s.: Sara, ma ti rendi conto ? Nell’altro “post” hai “linkato” nientemeno che “Wild horses” ! Non dovevi farmi questo …………… -)))))))))))
Siamo tornati Sara. Sono contenta che finalmente Erdogan si sia svegliato e abbia capito che fiancheggiare L’isis per far cadere Assad era una idiozia totale,peccato che per farglielo capire ci siano voluti tutti quei morti. Mi dispiace invece molto che approfitti dell’occasione per prendersela con i curdi.
Mia suocera sta molto meglio, ma gli anziani sono terribili. Mentre eravamo la si faceva benissimo le iniezioni di insulina da sola, ora dice che non riesce più a farsele in modo appropriato. La glicemia non scende anche perché Ho il sospetto che ora che non ci siamo abbia mollato anche con la dieta.
Ci vuole pazienza un po’ a tutte le età con l’insulina, dipendere da un farmaco esterno da insicurezza purtroppo.
http://roma.corriere.it/notizie/politica/15_luglio_26/appello-papa-francesco-liberate-padre-oglio-fed77524-337f-11e5-b9cb-8f0de84308fe.shtml
Secondo voi l’appello del Papa può far pensare a qualche novità?
Chiedetemi quanto mi sia difficile sopportare, quando si parla di scuola, e di scuole private in particolare, le prese di posizione ideologiche e massimalisti e certi giudizi superficiali e qualunquisti che tendono a fare di ogni erba un fascio.
Tasse o non tasse è chiaro che la partita è più ampia; chiedersi se la scuola statale debba rappresentare in regime di monopolio la “pubblica istruzione” e se è giusto che scuole private che oggi garantiscono l’eccellenza della formazione debbano essere accessibili solo a famiglie abbienti piuttosto che ad alunni capaci e volonterosi.
Ma niente, siamo invece destinati alla mediocrità derivante da una ottusa mentalità massificante che in pochi decenni ha fatto precipitare la scuola ai livelli più bassi delle classifiche mondiali.
Ben ci sta!
Forse qualche novità c’è
http://m.huffpost.com/it/entry/7874686
Preghiamo che sia vero Sara.
L’ “eccellenza della formazione” è tutta da verificare.
Nelle scuole parificate il diploma “pagato” ovvero ” comprato” vale molto spesso un soldo bucato.
Conosco ragazzi che, non essendo riusciti a passare nella scuola pubblica, si sono rifugiati in quella paritaria. Diploma assicurato, ovviamente; formazione scadente.
Altro che storie!
Insomma certe scuole cattoliche secondo me hanno ocntribuito ad aumentare la mediocrità di questo paese.
C’è anche del buono. L’università Cattolica è un università seria, così come certe scuole con obbiettivi specifici verso ragazzi con problemi di disortografia e dislessia. Gli asili privati sono un bel risparmio per lo stato.
In questi casi un trattamento attento ci può stare. Ma in generale, su elementari, medie e superiori io sono convinto che la scuola pubblica basti e avanzi. Le famose scuole superiori diocesane con 5/6 iscritti a sezione e con formazioni pietose non hanno più molto senso.
Il papa non lancia appelli a caso, Sara. Specialmente in una fase in cui l’attività diplomatica vaticana sembra ritornata agli antichi fasti. Più di questo non si può dire che “speriamo” e “preghiamo”.
Speriamo Luca.
http://www.repubblica.it/economia/2015/07/26/news/gutgeld_tagli_sulla_sanita_cosi_risparmiamo_dieci_miliardi-119831520/?ref=HREA-1
Così risolviamo il problema dell’accanimento terapeutico.
Senza oneri per lo Stato ma anche senza oneri aggiuntivi per chi vuole esercitare il diritto alla libertà di educazione, ugualmente garantito dalla Costituzione. Se la libertà è a pagamento non è libertà, non per i poveri, almeno. La soluzione ci sarebbe, dare la libertà alle singole famiglie di destinare le tasse per l’istruzione allo Stato, se vogliono usufruire delle scuole pubbliche statali, o al sistema delle scuole paritarie, se vogliono usufruire delle scuole pubbliche paritarie. Così, niente privilegi “a priori” per nessuno, ma effettiva libertà per le famiglie. Perché non si fa? Perché la scuola pubblica ha tanta paura del fugone che ne deriverebbe, forse?
(PS La mia famiglia, cattolica, a suo tempo mi fece frequentare, per scelta, solo scuole pubbliche, ma non so se oggi farebbe lo stesso)
Libera scelta, certo.
Scuola pubblica e scuola paritaria, certo.
Ma perché ” fugone” dalla scuola pubblica?
La paura del “fugone” è l’unico motivo serio che mi viene in mente per non adottare questa soluzione che salverebbe sia la libertà dei singoli che il non onere per il resto della collettività.
Più che paura del fugone sarà (almeno spero) paura che si eroda il principio dell’istruzione pubblica. Anzi un pezzo qua e un pezzo là il welfare è come un grande formaggio con i buchi.
La sussidiarietà pur sacrosanta in principio mi sembra che corra il rischio, in questi tempi di crisi, di diventare un autogol.
L’anno scorso i miei hanno avuto per vicini una famiglia giovane, con molti figli e parecchio “tradizionalista”.
I bambini non andavano a scuola, faceva lei da insegnante, con mia grande sorpresa ho scoperto che si può, anche se non credo di condividerlo molto.
Sara, vedo che anche tu purtroppo cadi nel solito equivoco: le scuole paritarie SONO istruzione PUBBLICA. Pubblica non coincide con statale. In Italia, la legge 62/2000 (governo D’Alema) sancisce l’entrata a pieno titolo nel sistema di istruzione nazionale delle scuole paritarie. Quindi ad ora la scuola pubblica in Italia viaggia su due gambe, quella statale e quella delle paritarie.
Appunto due gambe, che qualcuno teme divengano due velocità.
Beh, se lasciando libertà vera (economica) alle famiglie ci sarà il grande fugone verso le paritarie il sistema della scuola statale si farà delle domande, immagino, il che non farà che bene al sistema complessivo. Perchè non credo che le famiglie potendo scegliere sceglieranno il peggio per i propri figli. La competizione aiuterà tutti.
Fugone, capirai fosse per loro la venderebbero ai cinesi la scuola.
Un conto erano gli anni in cui la Chiesa doveva ritagliarsi uno spazio da uno stato che si espandeva ma adesso che si sta restringendo gioire per il fugone lo trovo un po’ egoistico.
E’ grazie all’istruzione pubblica che la mia generazione e quella immediatamente precedente, ha potuto studiare.la Chiesa dovrebbe fare da stampella non proporsi come un’alternativa. (non so se mi spiego ma la storia della sussidiarietà è una delle cose che mi lascia più perplessa, non per la visione in se che è quella di valorizzare le forze provenienti dal basso, ma proprio per questi anni duri che stiamo vivendo)
Sara, francamente non capisco il tuo punto. Non si sta dicendo di eliminare la gratuità della scuola, ma di estenderla davvero nei fatti anche all’opzione “paritarie”, che sempre scuola pubblica sono. E per non penalizzare a priori questi o quelli, di mettere il finanziamento nelle mani delle famiglie: chi riesce ad attirare studenti attira anche i finanziamenti che le tasse delle loro famiglie portano. Così “paga” (con le tasse) solo chi usufruisce dell’uno o dell’altra opzione, la scuola pubblica (statale o paritaria) resta gratuita per tutti, la libertà di educazione è salvaguardata nella sostanza, e il “senza oneri per lo Stato” anche nella sua interpretazione più restrittiva viene salvaguardato.
“chi riesce ad attirare studenti attira anche i finanziamenti che le tasse delle loro famiglie portano”
E’ proprio questo sistemo competitivo che non approvo e cambia il concetto stesso di istruzione universalisticamente offerta a tutti.
Se ammetto la competizione tra le scuole (anzi tra professore e professore) ammetto per forza che ci sono scuole di serie a e scuole di serie b.
Mi pare ovvio che alcuni studenti e famiglie risulterebbero avvantaggiate (anche solo dal punto di vista culturale di poter distinguere la scuola A dalla B) .
Stesso discorso per la sanità.
Invece di colmare le differenze tra istituto e istituto migliorando il livello medio la butto sulla gara, la gara farà automaticamente alzare il livello generale?
Tra parentesi questo modello ipercompetitivo è diversissimo dalla proposta dei salesiani o di un Don Milani (che si sono sempre occupati invece degli studenti più svantaggiati).
Ora è vero che la Chiesa non credo condivida questa visione della scuola, però temo che nel difendere i propri istituti finisca per appoggiarla. (involontariamente magari)
“chi riesce ad attirare studenti attira anche i finanziamenti che le tasse delle loro famiglie portano”
Sono gli studenti ad attirare i finanziamenti o viceversa? Se una scuola non ha laboratori, aule multimediali, ecc.. ( che ha perchè ha avuto dei finanziamenti ) quali studenti attira?
bisogna, inoltre, tener conto anche dei grandi squilibri economici tra una zona e l’altra in Italia.Milano riuscirà più facilmente ad attirare finanziamenti e quindi studenti rispetto, tanto per dire, a Canicattì.
per ritornare ad un discorso fatto in precedenza ben poche istituti parificati sono “scuole di eccellenza”, non tutte sono l’Istituto Massimo di Roma per intenderci, la maggior parte sono dei diplomifici, hai quello che hai comprato.
Di fatto è così, lo dicevo prima.
Molti ragazzi che erano un disastro nella scuola pubblica, sono passati ad una scuola paritaria, anche saltando più classi, per conquistare un diploma da esibire al momento della ricerca di un lavoro o per frequentare l’ Università. Insomma, per abbreviare la strada.
Si può immaginare quale eccellenza di formazione abbiano.
Arrivati all’ Università, si bloccano.
I docenti universitari restano scandalizzati nel trovarsi davanti certi studenti di “eccellente formazione”. Ma anche, per la verità, di fronte a molti di quelli che provengono dalla scuola pubblica, dove non pochi studenti vengono graziati per misericordia.
Il discorso è complesso e risale al lontano ’68, anno in cui è venuta meno la selettività nella scuola dell’ obbligo.
Si è creato da subito uno strano equivoco: non gli studenti obbligati a studiare, ma gli insegnanti obbligati a promuovere anche i somarelli.
Per non parlare del famigerato 6 “politico” da regalare, in quegli anni, a tutti gli studenti che lo reclamavano a gran voce. E che erano sempre in agitazione. Il 6 politico non c’ è più, ma le agitazioni continuano tuttora. Ormai la strada è quella; è una strada anch’ essa obbligata.
A me non da fastidio che uno in difficoltà possa riuscire a prendersi un diploma, soprattutto se l’alternativa e’ non studiare affatto.
Mi da più fastidio il fatto che spingendo troppo sul modello “Bocconi” eccellenza meritocrazia ecc. vengano abbandonate troppe zone fragili o troppe persone.
Va bene che ci siano scuola di eccellenza, ma senza dimenticarsi di chi non può ambire all’eccellenza.
In realtà l’ eccellenza è di pochi. È, soprattutto, di chi studia con serietà, volendo conseguire un diploma che non sia un semplice pezzo di carta. Ma è vero che molto dipende anche dagli insegnanti che uno si ritrova. E poi ci sono parecchie altre variabili che concorrono a costituire un’ eccellenza.
E a questo punto entra in ballo il ministero dell’ Istruzione e il danaro che intende investire nella Scuola.
Purtroppo l’ideologia e il pregiudizio la fanno da padroni.
In questo modo diventa impossibile affrontare il tema della scuola a mente sgombra.
Il nostro è un paese disgraziato che si è costruito nei decenni una scorza impenetrabile.
Ogni idea di futuro è condizionata dal pregiudizio.
Andiamo avanti così…
Non è che l’inglese di Renzi e il tunnel della Gelmini siano il futuro.
Il tunnel della gelmini… :)))))
Me l’ero dimenticato!
Sì, e improvvisamente, settanta milioni di italiani, ignoranti di fisica più o meno come la Gelmini, risero di una cosa di cui neanche sapevano l’esistenza.
E alla fine delle sghignazzate e della facile ironia cosa rimane?
Abbiamo un’idea di futuro o preferiamo di attendere la putrefazione del presente?
Fides lo sai benissimo che non c’è nulla… non c’è un disegno, non c’è un progetto, non sappiamo nemmeno dove volgliamo andare come popolo, come paese, come contiente. Nessuno sa più produrre idee grandi, ideali alti.
Io non ci riesco… non ho abbastanza intelligenza per pensare a grandi idee ma almeno sto nel mio o poco più.
Ma chi va a fare politica ha qualche idea sul futuro del paese, che passa inesorabilmente attraverso la scuola?
Fides la sensazione è quella di dover cercare di mantenere ciò che c’è senza aspettarsi nulla di più e nulla di meglio.
Non vi sentite come imbrigliati in una rete invisibile, come immersi un una sorta di nebbia?
Beh, proviamo almeno tra di noi a fingere, se non proprio a credere di poterci staccare dalla mediocrità del quotidiano che non finisce mai di deluderci e volare un po’ alto, immaginando un paese normale dove l’iniziativa privata non sia vista come un’usurpazione delle libertà di tutti.
A leggere certi commenti però si viene bruscamente richiamati ad una realtà, che è simile ad una partita a scacchi dove non si muove perché si ha la sensazione che ogni mossa potrebbe essere fatale.
Ma la partita a scacchi non dura in eterno….
A me non da fastidio che uno in difficoltà possa riuscire a prendersi un diploma, soprattutto se l’alternativa e’ non studiare affatto.
Chi opera nel privato sa benissimo che oggi non valgono tanto i diplomi quanto le competenze, la volontà di imparare e l’onestà.
Anche al cepu?
Con tutti i limiti del pubblico anche questa smania di privatizzare e’ diventata ideologica.
Continui a incespicare, Sara, confondendo “pubblico” con “statale”.
Con tutti i limiti dello stato allora.
E’ un’ideologia come un’altra ormai, senza contare che i liberisti sono primi ad usare lo stato come un bancomat.
Io non sono liberista, ma dai liberali derivo la concezione che lo stato non deve occuparsi di gestire, ma semplicemente controllare, verificare e stabilire le regole.
Che le cose debbano essere proprietà dello stato o in gestione diretta dello stato è una concezione vecchia e ritrita…
È vecchia e ok, però anche dire lo stato mi deve passare i soldi com cui mi scelgo la scuola non è il massimo, e’ un po’ comodo.
Vuoi essere libero ma con lo stato che ti protegge e ti mette la rete di protezione, a questo punto farei una cura di sanità all’americana e via.
Lo studio è un diritto e va garantito.
Come tutti i diritti costano, e questo è la libertà di scegliersi la scuola che più corrisponde a quello che cerco.
C’è chi cerca l’eccellenza ed in grado di seguirla, c’è chi vuole semplicemente imparare un lavoro e cercherà una scuola che gli permetta questo.
Gli organismi di controllo nominati dallo stato devono verificare appunto la congruenza fra competenza ricercate e competenze acquisite.
Questo va bene sulle scuole superiori e l’università però alle elementari che si inscriva il figlio di un professore universitario o il figlio di un immigrato disoccupato lo stato è tenuto a dare la stessa formazione, mi sembra che questa uguaglianza nei confronti del diritto all’istruzione che la scuola statale garantisce possa essere eroso da tante sacche private dove io posso essere libero di iscrivere mio figlio anche per non avere scocciature. (stranieri, persone di altra religione, ecc.)
Chi sceglierebbe una scuola a Scampia?
Lo stato non deve più investire in zone degradate?
Interrogativi che bisogna tenere in considerazione.
Cara Sara, potremmo cominciare a ragionare sulla realtà invece che continuare con i loop mentali automatici del cattolicesimo democratico, in merito a questo argomento? La società è cambiata, come prima cosa. Quando ero piccola io, 40 anni fa, una famiglia cattolica poteva mandare i propri bambini alla scuola statale in tutta tranquillità, senza rischiare che venissero “formati” precocemente con discutibili corsi di “educazione” sessuale (non c’è bisogno che metta link, abbiamo letto tutti in questo periodo certi esaltanti contenuti dell’educazione sessuale precoce che si vorrebbe imporre ai bambini della scuola statale, compresa la masturbazione e le favolette sulla “principessa col pisello”). La società è MOLTO più variegata culturalmente, ormai, la Costituzione ci unisce tutti, ma su certi contenuti le differenze culturali ed educative sono abissali. La libertà di educazione è diventata un problema serio. Se la può permettere questa libertà solo chi ha i soldi? Perché guru de sinistra, difensori teorici della scuola pubblica, come Santoro e Moretti, poi spendono bei soldoni per mandare i propri figli a costosissime scuole laiche PRIVATE (queste sì). Questo ti dice niente?
Non so Rosa penso che noi cattolici non dobbiamo vergognarci della nostra religione al punto da doverci rinchiudere in una riserva indiana, spero non lo voglia nemmeno la Chiesa che apre le sue scuole paritarie a tutti.
Mio figlio in ogni caso ha 14 anni e finora a scuola si è trovato sempre bene.
E mio figlio qui, e conosco gente che, mi i diplomifici, ecc. ecc.
Ma allora vogliamo alzarci un attimo o continuare a strisciare nell’humus?
Al suon del tintinnar di monete la “chiesa” si è svegliata. Fino ad ora silenzio e se famoso li ….. nostri. Il dibattito pubblico non interessava su altri temi …. si taceva…
DEVI O PAGARE I SOLDI. DEVI NO!
Non spendero’ una parola anzi si: PAGATE!
E poi la soddisfazione di vedere chiudere davvero le scuole gestite da un certo “ordine”, ché sono scuole ricche per ricchissimi è enorme! E …. proprio loro dovrebbero tenere a mente che Francesco vuole una chiesa povera per i poveri ( o almeno la scuola ricca per i poveri.
PAGARE SIGNORI PAGARE! IL PREZZI DE SILENZIO!
COME GODO! QUANTO GODO! TANTISSIMO!
Non è questione di soldi. Alla chiesa interessa di più il controllo sulla cultura e sulla educazione. Questo è il vero interesse nel tenere in piedi un sistema di scuole religiose.
La libertà di educazione è diventata un problema serio. Se la può permettere questa libertà solo chi ha i soldi?
Si. Alternativa: queste scuole diano borse di studio a chi non so le può permettere.
Comunque Rosa se tu vuoi contributi da parte dello Stato ( che possono essere mascherati con esenzioni fiscali) allora non puoi pretendere che lo Stato non metta il becco nei tuoi programmi. Ti do contributi? SI? Allora tu fai, per esempio, quei corsi di educazione sessuale che citi anche tu.Non li vuoi fare? allora di addio a contributi, facilitazioni e esenzioni e fai quello che ti pare.
Comunque Rosa se tu vuoi contributi da parte dello Stato ( che possono essere mascherati con esenzioni fiscali) allora non puoi pretendere che lo Stato non metta il becco nei tuoi programmi.
Stai scherzando, vero? Sì, per forza che stai scherzando.
COME GODO! QUANTO GODO! TANTISSIMO!
Beh, niente di strano. Ognuno gode come vuole o può.
Ho visto il video di un orango che si divertiva a catturare le mosche con la bocca… E come godeva!!!!
Caro Fides non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Sono molto più onesti gli americani che rifiutano ogni aiuto, sovvenzione alle scuole religiose perchè poi ovviamente dovrebbe anche accettare il boccone amaro del controllo sui programmi o imposizioni su questi. Invece qui vogliamo soldi e libertà.
Scusa, picchio, i soldi, mi pare che siano comunque i contribuenti a scucirli non lo stato che fa solo partite di giro.
E con questo??Non sono mica imposte di scopo. E soldi dei contribuenti lo Stato li usa per il suo funzionamento e per offrire servizi ai cittadini. Ad alcuni contribuenti non va bene come lo Stato spende i soldi? votino Parlamentari diversi, facciano lobbying, creino dei gruppi di protesta.. Ma è lo Stato che decide come spenderli, se un bene è meritorio, come organizzare i servizi..
Si ma la visione per cui io pago e rivoglio indietro i soldi per farci quello che mi pare non tiene conto del bene comune.
Ci sono persone che pagano e basta (quelli molto ricchi) magari non hanno mai messo piedi in una scuola statale o in un ospedale che non fosse una ricca clinica privata.
Pagano uguale.
Detto ciò più che costruirsi una controscuola e un controstato i cattolici dovrebbero partecipare al dibattito sulle varie questioni che poi i figli si troveranno a scuola.
Invece o la guerra e la segregazione oppure niente. Lo dico da una vita.
Pagano uguale. Appunto, perchè non si pagaNo le imposte non in base al principio del beneficio che se ne ricava, ma secondo il principio della capacità contributiva
perchè si pagano le imposte..
Cara Picchio, fatti una doccia gelata alla testa, poi rileggi quello che hai scritto e vedi se lo trovi ancora ragionevole. Secondo te la scuola serve ad imporre agli studenti una determinata impostazione morale? Che fai, sei nostalgica del famoso balcone romano? Cos’è lo Stato, se non l’insieme dei suoi cittadini, di culture e sensibilità sempre più diverse? E che diritto hai tu di imporre con i soldi delle mie tasse ai miei figli le tue idee balenghe?
La scuola pubblica impone i programmi che ritiene opportuni, che comunque non sono quelli che pensi tu., lo Stato non vuol far diventare tutti omosessuali, nonostante tu sia convinta di questo.
Come dicevo prima in Italia non si pagano le tassa secondo il principio del beneficio : quindi con le tue tasse, così come con le mie lo Stato , non io,ci fa quello che vuole. Non ti va la scuola pubblica? Benissimo manda i tuoi figli ad una scuola parificata o privata, ma pagando con i tuoi soldi senza pretendere che lo Stato ti finanzi,contribuisca alle rette o faccia esenzioni nel pagamento delle imposte.
Come dicevo prima, vuoi i finanziamenti ? Beccati anche quello che vuole lo Stato. Paga tutto di tasca tua e poi fa come credi.
Picchio, abbi pazienza, ma non riesco a prenderti sul serio. Hai sbagliato epoca storica, o localizzazione geografica, o regime politico. “beccati quello che vuole lo Stato” lo diranno in Corea del Nord.
Okay, Houston, we’ve had a problem here!
Anche io non riesco a prendervi sul serio, è comodo pretendere finanziamenti e al contempo massima libertà’. Molto più onesti, come dicevo prima, gli americani che rifiutano gli aiuti statali perché capiscono ( cosa che a voi fa comodo ignorare) che lo Stato se ti finanzia ha il pieno diritto di pretendere di controllare insegnamenti e programmi.
E guarda Rosa che non bisogna essere in Corea del Nord per beccarsi quello che vuole lo Stato, ce lo siamo sempre beccati anche qui in Italia quello che vuole lo Stato: è lo stato che da sempre decide quale bene e ‘ meritorio e quale no, che decide per esempio le prestazioni sanitarie mutabili e quali no, l’ammontare e l’importo delle spese militari, oltre ai programmi scolastici.
lo Stato se ti finanzia ha il pieno diritto di pretendere di controllare insegnamenti e programmi.
Siamo alla follia!
La follia è che una cosa normale per gli Usa ( e non solo ) sia considerata qui da qualcuno follia.
E pensa te fides che anche in campo sanitario le strutture private accreditati che ricevono finanziamenti dallo Stato devono rispettare gli standard qualitativi imposti ad esse dallo Stato, e i Lea dello Stato. siamo proprio alla follia vero?
E’ normale anche da noi, per essere considerata paritaria una scuola deve proporre gli stessi programmi dello stato, non è che puoi saltare un autore solo perché non coincide con la tua visione religiosa.
Tra parentesi avendo frequentato la Cattolica di Milano (anche se ho finito gli ultimi esami e la tesi a Macerata dopo essermi trasferita con il matrimonio) voglio ricordare che negli esami di teologia ho studiato Kasper Fabris e Falsini, tutti cattolici “democratici” o per lo meno molto conciliari se vogliamo buttarla sulle etichette.
All’esame di storia medievale il professore era si un sacerdote (Pietro Zerbi) ma ci ha fatto studiare su Marc Bloch autore amatissimo dalla mia prof del liceo atea e marxista.
Esame di Agiografia ho studiato su Andrè Vauchez direttore allora dell’École Française di Roma che ha pubblicato per Einaudi Laterza e il Mulino case editrici molto laiche.
Non è che vai in una scuola cattolica e vivi in un mondo a parte.
Sempre in cattolica insegnava Giovanni Reali e sempre la mia insegnante di storia e filosofia (atea e marxista) aveva scelto come manuale proprio il Reale Antiseri.
Per dire che i libri e gli autori sono quelli, certo non ci sarà il prof anticlericale però il confronto con un contesto culturale diverso da quello specificatamente religioso lo hai lo stesso.
Giovanni Reale
ciao Sarà vado a vedermi gli episodi registrati di Waynard pines.
anche in campo sanitario le strutture private accreditati che ricevono finanziamenti dallo Stato devono rispettare gli standard qualitativi imposti ad esse dallo Stato, e i Lea dello Stato.
Una cosa sono gli “standard qualitativi”, un’altra è che lo stato debba decidere sulla cura da assegnare a un paziente.
voglio ricordare che negli esami di teologia ho studiato Kasper Fabris e Falsini, tutti cattolici “democratici” o per lo meno molto conciliari se vogliamo buttarla sulle etichette.
Ben appunto! Uno stato confessionale non avrebbe mai permesso questo.
E’ uno dei frutti della libertà. Non disabituiamoci ad esigerla.
Purtroppo Emanuele Severino fu allontanato dalla Cattolica, così come il prof Luigi Lombardi Vallauri… insomma libertà vigilata quella cattolica…
Fides però uno come Cacciari chiede da una vita che si insegni teologia anche nelle università statali (come in Germania ad esempio).
Petrus le piace tanto lo stile libertà del pensiero contro oscurantismo religioso vedo.
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_giugno_28/20110628NAZ23_17-190967155855.shtml
Nota che Severino insegnava filosofia morale mentre qua dentro se tiri fuori la parola morale ancora insistono a darti del bigotto.
Io non la metterei giù come fai spesso come io aut aut… a volte sei un po’ manichea Sara…
Quand’anche i due docenti avessero detto stupidaggini, teoricamente uno dovrebbe essere libero di dirle e non perdere il posto.
Lo dico perchè il controllo del pensiero è molto forte nel mondo cattolico senza voler essere paladino del libero pensiero.
L’Università Cattolica è una bella realtà ma fa pensare che un’università (quindi universale) in più Cattolica (quindi doppiamente universale), universale alla potenza direi, in realtà poi cacci i professori.
“Lo dico perchè il controllo del pensiero è molto forte nel mondo cattolico senza voler essere paladino del libero pensiero.”
Ma se vuoi avete boicottato Dolce e Gabbana per una frase..
Diciamo che il difetto di chiudersi nelle proprie idee è tragicamente trasversale.
voi
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/'Difendiamo-i-nostri-figli'-al-via-la-raccolta-firme-contro-il-ddl-Cirinn-.aspx
Bene, era ora.
Sospendo gli interventi sulla libertà di educazione perché è evidentemente un dialogo tra sordi. Ho provato a spiegare il mio punto, ma certe orecchie recepiscono solo quello che ritengono io voglia dire. Non si riesce a fare un discorso che abbia una consequenzialità’ argomentativa e logica. Colpa mia, probabilmente.
@Rosa
Infatti, ho già detto che siamo in un paese disgraziato.
Si affermano e si danno per scontate cose di cui dovremmo invece scandalizzarci.
Si arriva ad affermare l’ovvietà del fatto che uno Stato, che dovrebbe essere anzitutto un’istituzione al servizio dei cittadini e tutela della giustizia, debba decidere dell’educazione dei cittadini.
E’ la follia delle follie.
Fides però uno come Cacciari chiede da una vita che si insegni teologia anche nelle università statali (come in Germania ad esempio).
Altra follia!
Questo non lo capisco, da una parte si è felici che ci sia libertà di insegnamento per studiare anche la teologia, dall’altra non si accetta di dividere il sapere teologico anche con gli ambienti non religiosi.
Mi sembra che questo modello così come voi lo presentiate finisca per creare tante realtà autosufficienti che non si incontrano mai, Santoro nella scuola “laica”, voi nella scuola religiosa, un altro in quella islamica.
Bho.
La mia professoressa di matematica diceva che mettere insieme mele e pere non andava bene. Ecco dolce e gabbana e l’Università cattolica non c’entrano nulla.
Infatti io riportavo la sua frase sul “mondo cattolico” che è più ampio della università cattolica.
Capisco che io vado troppo in fretta però non mi faccia dire quello che non ho detto.
Peccato che si parlasse di educazione cattolica o meno e non di stilisti credenti…
Le uniche parole di buon senso sono quelle di Rosa e di Fides.
Consentire detrazioni fiscali alle famiglie che scelgono di mandare i figli in scuole parificate, riconosciute e controllate (che sono una parte di quelle non statali e non sono diplomifici) è una misura democratica che eviterebbe l’ingiustizia che impedisce ai meno abbienti di scegliere la scuola dei propri figli. Quando si parla di diritti, di “ampliare i diritti dei singoli” (o la sfera dei diritti individuali) e via dicendo, si intende solo promuovere i matrimoni gay?
Il diritto alla libertà di istruzione e di educazione dovrebbe avere un’attenzione maggiore, mentre in Italia democristiani dossettiani, socialisti comunisti e laici (specie i repubblicani e per ovvie ragioni) hanno imposto una visione statalista della scuola. Mi piacerebbe che l’Europa, invece di pensare solo ai capricci dei gay, fosse d’esempio anche per il pluralismo scolastico.
voi nella scuola religiosa
Scusami, ma non hai parlato di scuola religiosa.
errata
non ho mai parlato di scuola religiosa
Grande spiletti ci mancavano i tuoi interventi misurati e obiettivi!
“Peccato che si parlasse di educazione cattolica o meno e non di stilisti credenti…”
No, si parlava di pensieri aperti e chiusi boicottare una persona solo per una frase non imi sembra segno di pensiero aperto.
Su Severino se ha la pazienza di leggere
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/10/31/vi-racconto-il-mio-scontro-con-la.html
Ammetto di non aver mai letto Severino e nemmeno Bontadini (che era il suo maestro).
” «Fabro si rifaceva sostanzialmente a Tommaso D’ Aquino, mentre uno come Bontadini era innanzitutto un gentiliano».
questa frase ad esempio è interessante perchè Gentile è stato il filosofo del fascismo, e di recente la scoperta dei quaderni neri di Heidegger ha riaperto la spinosa questione dei suoi rapporti con il nazismo.
Quando facevo il liceo Heidegger era al massimo della moda ed era anche per me terribilmente affascinante.
Ma mi sembrava che con lui la filosofia fosse arrivata ad un punto morto, per questo rimediai su lettere e la storia medievale, mi sembrava un terreno meno scivoloso.
petrus,
più che altro manca il buon senso e sovrabbondano i pregiudizi a senso unico (il vostro, more solito).
Ci saranno sempre degli Eschimesi pronti a dettar norme su come devono comportarsi gli abitanti del Congo durante la calura.
(Stanislaw Jerzy Lec)
Bellissima!
Il punto è che con il relativismo diventa sempre più difficile trovare riferimenti condivisi e può diventare impossibile anche il confronto e il dialogo (persino tra cattolici!).
La famosa massima di Voltaire “Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinchè tu possa dirlo” acquista il massimo valore quando si tratta delle nostre opinioni e perde significato quando si tratta di opinioni che non condividiamo…
Il trionfo del soggettivismo e dell’egocentrismo.
Dio esiste ma non sei tu Spiletti. Rilassati. 🙂
Sicuro. E tu sei sempre quello del du d’agost…
petrus
sei uno spasso !
🙂 🙂 🙂