Bene l’Unione Europea che ha chiesto un atto di clemenza per Tarek Aziz.
Tarek Aziz fratello mio
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Bene l’Unione Europea che ha chiesto un atto di clemenza per Tarek Aziz.
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“Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse.”
Genesi 4,15
C’era una volta…:
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=32625
A parte il merito processuale, che è difficile da valutare per lui come per tutti gli altri imputati, non mi convince molto la percezione che si diffonde “salvare Tareq Aziz in quanto cristiano e filo-occidentale”.
Per me la battaglia sulla pena di morte andava fatta ogni condannato, compreso Saddam.
Stiamo attenti, soprattutto noi cattolici. Occhio a non sembrare corporativi, solidali solo con chi ci somiglia di più.
Se gridiamo per questo caso, dobbiamo farlo forte, e con la stessa urgenza, anche per gli altri.
Povero Aziz, ho visto al telegiornale il momento della sentanza e si capiva che al giudice non gli stava per niente simpatico. Ecco il problema, stare simpatici ai magistrati… magari potrebbe chiedere consiglio a Fini, per sapere come si fa …
Francesco73, la battaglia per impedire l’esecuzione di Saddam Hussein fu fatta, eccome!
In testa alla fila c’erano i radicali, ma dietro c’erano anche molti cattolici.
Io non credo che ci sia in giro “percezione” di cui parli, ma comprendo la tua preoccupazione.
Leonardo, la tua magistratofobia sta diventando ossessiva… non sei originale (non è da te!) e mi sconfini nel pregiudizio.
Mercoledi 27 Ottobre 2010
(SIR) 12:02 – TAREQ AZIZ: FRANCESCANI CONTRARI ALLA PENA DI MORTE, “NON RIDARÀ VITA A NESSUNO”
Anche i francescani esprimono il loro no alla condanna a morte dell’ex vice presidente iracheno Tareq Aziz. A prendere la parola è il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese. “Siamo da sempre contrari in modo assoluto – dice – alla pena di morte. Non ridarà la vita a chi l’ha persa anzi ne toglie un’altra. Tareq Aziz ci è sembrato il volto più ragionevole che ha limitato, probabilmente, decisioni più gravi da parte del regime di Saddam Hussein”. I francescani ricordano sul loro sito che nel febbraio del 2003 Tareq Aziz arrivò ad Assisi, un mese prima che scoppiasse la guerra in Iraq, e accolto dalla comunità francescana del Sacro Convento di Assisi si inginocchiò davanti la tomba di San Francesco. In quella occasione, parlando con l’allora custode del Sacro convento di Assisi, padre Vincenzo Coli, al termine della preghiera sulla tomba di San Francesco, disse: “Spero tanto nel peso morale della Chiesa” per risolvere la crisi. Entrando poi nel Sacro convento Aziz ha subito chiesto ai frati alcuni ‘Tau’, i simboli francescani in legno, a forma di ‘T’: “Sono per la mia famiglia”, disse. Il vicepremier iracheno Tareq Aziz fu accolto dai frati minori alla tomba del Santo di Assisi “come credente, per confrontarsi, insieme a noi, con questo grande uomo che è stato Francesco”.
“Mercoledi 27 Ottobre 2010
09:02 – TAREQ AZIZ: VESCOVI IRACHENI CONTRARI ALLA PENA DI MORTE
Vescovi iracheni contrari alla pena di morte inflitta dalla corte irachena a Tareq Aziz, vice premier ai tempi del regime baathista di Saddam Hussein. “Condanniamo in ogni caso la pena capitale” ha affermato il vicario patriarcale caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, commentando la notizia a Baghdadhope. “Noi cristiani rispettiamo il diritto alla vita. La nostra fede ci porta a credere che a nessuno debba essere tolta la vita che Dio ha donato. Ciò che chiediamo è la pace, la sicurezza e l’incontro tra le persone, non il loro scontro. Vogliamo il meglio per ogni essere umano”. Dello stesso parere anche l’arcivescovo latino della capitale irachena, mons. Jean B. Sleiman che, a margine di un incontro sulla cristianità in Iraq svoltosi a Torino, ha avanzato “l’ipotesi” che la condanna possa essere una sorta di “messaggio”, di “stop” alle parti che in Iraq premono per il reintegro nella vita politica e sociale del Paese degli appartenenti al disciolto partito Baath. Tareq Aziz, il cui vero nome è Michael Yohanna, è nato a Tel Keif nel 1936 da una famiglia cattolica caldea ed ha militato da subito nelle fila del partito Baath fino ad occuparne le più alte cariche. Subito dopo il rovesciamento del regime nel 2003 si arrese alle truppe Usa che lo ebbero in consegna fino allo scorso luglio, quando fu affidato alla custodia delle autorità irachene.”
http://www.agensir.it/pls/sir/V2_S2DOC_B.quotidiano?tema=Quotidiano&argomento=dettaglio&sezione=&data_ora=&id_oggetto=203489&id_session=&password=&quantita=
Mi spiace di deluderti Marcello, ma è proprio vero che stare o non stare “simpatico” al magistrato è tutto. Aziz, poverino, è capitato coi giudici sbagliati.
A Francesco73 e a Marcello: un eco dell’impegno di tanti per salvare Saddam Hussein è anche in questo blog, alla data del 26 giugno 2006, nel testo intitolato Saddam, Pannella e la pena di morte.
Buona sera.
La mia posizione riguardo la “soppressione” degli individui è nota.
Speriamo e preghiamo.
Un cordiale saluto a tutti.
Leonardo, forse Tarek Aziz sarà capitato coi giudici sbagliati ma non ha proprio nulla a che vedere con l’oggetto dei suoi sogni erotici.
Con questi giudici iracheni ci vorrebbe proprio un lodo (magari retroattivo)… è questo che vuoi dire Leonardo?
Grazie, gentile nostro ospite. Nel 2006 “ancora non c’ero”. Vado subito a leggere.
direi che salvare una vita è sempre davvero, sicuramente, “indispensabile”.
Ironicamente.
Forse per alcuni sarebbe opportuno “contestualizzare”
Tareq Aziz. Che quando un giorno Saddam gli chiese che ora fosse rispose: “L’ora che vuoi tu, o mio signore”.
Tareq Aziz che non risulta abbia alzato la voce quando il buon Saddam gassava i curdi e faceva la sua bella pulizia etnica.
Tareq Aziz è stato condannato a morte. Tareq Aziz viene difeso.
I curdi chi li ha difesi?
Risparmiare la vita di Aziz sarebbe un atto di pacificazione.
Un atto di coraggio per spezzare la spirale di violenza che da troppo tempo insanguina l’Iraq.
Sarebbe un affermare che lo stato Iraq esiste non solo come orde tribali avverse che si contendono il potere, ma come paese unito e libero.
E la prima libertà è quella di di liberarsi dalle catene del passato e guardare avanti con coraggio e volontà di risorgere.
Se Aziz muore, l’Iraq continua la sua decomposizion e putrescente.
Se Aziz viene salvato l’Iraq è libero di risorgere.
Risparmiare la vita di Eichmann che cosa sarebbe stato?
Ancora ricordo Aziz quando, prima della II guerra del golfo, venne ad Assisi ed accese la lampada della pace. Perché non mandiamo e – mal all’ambasciata dell’IRAQ chiedendo clemenza (con parole opportune). Mi sembra giusto.
Chiedo scusa in anticipo se continuo un mio soliloquio sul delirio di onnipotenza dei giudici, ma vorrei consigliare a tutti i fini giuristi che frequentano questo amabile ritrovo la lettura di una recentissima sentenza del giudice del lavoro di Siena, il quale ha sancito l’obbligo per lo stato di assumere a tempo indeterminato un lavoratore a tempo determinato (nella fattispecie un insegnante supplente annuale) che aveva lavorato, con tre diversi contratti, per tre anni consecutivi.
E una lettura molto piacevole e istruttiva, anche perché bisogna dire che il magistrato ci ha messo un certo impegno nel redigerla.
Ma il punto, in buona sostanza, è questo: la costituzione (sì proprio lei, la santa e immacolata costituzione, tanto idolatrata contro le minacce di quei puzzoni che vogliono cambiarla) all’art.97 stabilisce che ai posti pubblici si accede per concorso, salvo che la legge disponga diversamente. Il che vuole dire che ci vuole una legge che espressamente e tassativamente deroghi dal principio generale. Questa legge non c’è, anzi c’è il decreto legislativo 165/2001 che stabilisce espressamente il contrario, e cioè che anche in caso di violazione di norme circa il rapporto di lavoro a tempo determinato nella Pubblica Amminsitrazione, la sanzione non può mai consistere nella sua conversione in rapporto a tempo indeterminato.
Ora, come ha ragionato il giudice di Siena? Ha detto: io che sono giudice, re, papa, imperatore e Dio, della costituzione e delle leggi me ne frego altamente. Con un po’ del mestiere che ho imparato (a saper maneggiare le gride nessuno è innocente e nessuno è reo, diceva quel tale), la legge la faccio io, con l’idea che ho io di come debba andare il mondo.
Può farlo? Certo che può. La sentenza sarà magari riformata (si spera), ma lui intanto l’ha fatta e non ne risponderà mai, a nessun livello.
È solo un esempio, tra i tanti possibili, scelto per giunta in una materia dove Berlusconi non c’entra.
Il mondo è pieno di sentenza sbagliate ma sono di senz’altro di più quelle che applicano la legge correttamente. Che un magistrato debba personalmente rispondere di una sentenza ingiusta ma motivata ed emessa in buona fede non lo dicono più neppure nel bar sotto casa.
La sentenza citata da Leonardo è difficilmente rintracciabile, dato che non ne sono stati indicati numero e anno, tuttavia si capisce che è stata resa fra un insegnante e lo Stato. Effettivamente è vero, Berlusconi non c’entra, non ha nulla a che vedere, infatti, né con l’insegnante né con lo Stato.
Pfui
http://www.dirittoscolastico.it/tribunale_di_siena_-_sentenza_del_27-09-10.html
“Mò” (come dicono a Roma) leggerò questa sentenza offerta alla nostra visione dall’amico Leo, e, poi, provereò, magari, a dire la mia.
Per ora, mi ritrovo (cosa rara, visto che “frequentiamo” sponde politiche tra loro molto distanti) nel commento dell’amico Tonizzo: Tareq Aziz merita d’essere condannato per le sue gravi responsabilità nella criminale dittatura di Saddam Hussein.
Non merita d’essere condannato a morte, però: quello, per me, non è giusto comunque.
Buon sabato a tutti !
Roberto 55
” il mondo è pieno di sentenze sbagliate ma sono senz’altro di più quelle che applicano la legge correttamente”
e’ certamente vero, ma quello in cui i magistrati posseggono un grande potere è il “rigore” o meno , la concessione delle attenuanti o meno, insomma se è rarissima una sentenza assolutamente sbagliata , sono molto frequenti sentenze o troppo severe o troppo lassiste, a seconda della discrezionalità del giudice. Per rimanere nell’esempio di Tareq Aziz, come dice Roberto55, la sentenza di condanna è sicuramente giusta, visto che era complice dei crimini del regime di saddam ma la condanna alla pena di morte è sicuramente severa ,e quindi non mi pare un luogo comune l’idea di Leonardo che non stesse tanto” simpatico “al giudice. In italia poi, di innegabili severità ( penso alla madre fatta arrestare perchè si era ripresa i figli) e innegabili indulgenze ( penso al fatto che i giudici di roma abbiano taciuto che Fini e Pontone erano indagati fino all’archiviazione della causa, mentre per altri , vedi Scajola, si manda la notiza sui giornali il primo giorno) sono pieni i giornali quotidianamente.
Il grande potere dei giudici di cui non renderenno mai giustizia a nessuno non è quello di emettere sentenze tecnicamente e giuridicamente “sbagliate” ma quello di poter giocare sull’ampio margine di discrezionalità che consente
la Legge , per far entrare in gioco fattori di simpatie o antipatie personali o politiche,o di opportunità di carriera e favori a potenti , o anche di convinzioni e “teoremi” propri e di altri fattori che non dovrebbero influenzare ma che influenzano le sentenze e come !!!!
Del resto , questo lo ammettono anche i più sinceri dei giudici.
un mio amico che è stato per anni al Tribunali dei minori di Milano ammetteva tranquillamente che sulla sentenza se togliere o no ai genitori l’affido dei figli giocava molto l'”intuizione” del magistrato.
Chissà quante “intuizioni” sbagliate, e chissà quanti genitori si son visti togliere i figli ( in buona fede, per carità!!) senza giusto motivo…e di queste famiglie distrutte i giudici non risponderanno mai!!
Per Taraq Aziz e per tutti i credenti c’è almeno la speranza in un Giudizio finale giusto, ne’ severo, ne’ indulgente, ma semplicemente conforme alla Verità.
Cristo Giudice come viene rappresentato nei mosaici bizantini o negli affreschi di Michelangelo ha l’aria severa e corrucciata, ma è sicuramente
più affidabile, giusto, amorevole e misericordioso dei Giudici umani.
Da lui saremo giudicati tutti , anche i Giudici di questo mondo.. e anche i Giudici di questo mondo allora forse sperimenteranno sulla propria pelle un po’ di quell’angoscia che hanno fatto sperimentare agli imputati .
Qui sum miser tum dicturus?
Quem patronem rogaturus?
..ecco io avrei già ricevuto una severa condanna e un quattro in latino:
(Scusate… correggo la citazione del Dies Irae:)
Quid sum miser tunc dicturus?
quem patronum rogaturus?
cum vix justus sit securus