Condivido le opinioni del senatore Giorgio Tonini e del costituzionalista Stefano Ceccanti che trovano strumentali le obiezioni della sinistra del Pd alla riforma elettorale ora ora blindata da Renzi. Altro che precipitazione: siamo in grave ritardo. Rischi di dittatura? Ma guardare agli altri paesi mai eh? Nei primi due commenti il rinvio ai testi di Ceccanti e Tonini.
Su Renzi e la legge elettorale sto con Tonini e Ceccanti
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Per un’ampia argomentazione di Stefano Ceccanti leggi qui:
http://www.landino.it/2015/03/le-riforme-ineludibili-peggior-peccato-sarebbe-lomissione/
Per un intervento breve di Giorgio Tonini leggi qui:
http://www.landino.it/2015/03/giorgio-tonini-risponde-a-gianni-cuperlo-su-legge-elettorale-e-riforma-costituzionale/
Chissà come mai qui interessano più le polemiche interne al PD sulla legge elettorale che una questione di gravità straordinaria come il DDL Cirinnà, che pure ha scosso una buona parte del mondo cattolico e provocato reazione nelle gerarchie…
http://www.avvenire.it/famiglia/Pagine/unioni-civili-intervista-belletti-forum-famiglie.aspx
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/unioni-civili-betori.aspx
Non lo so, lo dico con profondo rispetto per Ceccanti e Tonini, che stimo entrambi.
Da loro, soprattutto dal professore, mi sarei aspettato un apporto differente, in tutto questo dibattito.
Senza finire tra i passatisti e quelli che strumentalizzano le virgole per altre ragioni, penso che – data anche la cultura di provenienza – avrebbero potuto rappresentare con più vigore la preoccupazione che una democrazia efficiente e decidente conservi comunque canali di partecipazione, di accesso dal basso, di competizione vera e di equilibrio tra poteri e funzioni.
Nei loro discorsi non ho trovato alcun respiro, invece, solo la delucidazione di questo o quel meccanismo, più da esperti di quote e premi che da animatori di una prospettiva più complessiva e (almeno un po’) più alta.
Peccato, io non demonizzo l’Italicum a prescindere, ma del costituzionalismo cattolico italiano, sinceramente, avevo un’altra memoria.
Credevo che al mondo ci fossero cose bel più difficili che fare una legge elettorale. Evidentemente mi sbagliavo.
Non ne so bene il motivo, ma sembra proprio una “Mission Impossible”.
Condivido lo stupore di Eugenio. Tra l‘altro anche Mons. Galantino, parecchio amato da queste parti, ha detto la sua.. ..
Una supplica all’amico Spiletti.
Capisco la sua irrefrenabile esigenza di parlare di unioni civili e valori non negoziabili, ma qualche volta stia al tema e accetti l’idea che l’autore del blog possa decidere autonomamente i temi da proporre.
Condivido lo stupore di Eugenio.
Stupito?
Addirittura!
Fides,
non “supplicare” me, che cerco di partecipare a questo vivacissimo blog come posso, secondo i miei interessi e le mie modeste capacità.
Se “l’autore del blog” tollera e sopporta le mie osservazioni (che qualche volta, incredibile dictu, possono anche essere sensate e condivise), puoi farlo tranquillamente anche tu.
Se proprio sei spinto ad una supplica, rivolgila alla Madonna di Pompei, come ha insegnato il Beato Bartolo Longo:
http://www.unavoce-ve.it/supplica-pompei.htm
Gianrinaldo,
grazie per il sostegno, ma il mio non è stupore.
Capisco benissimo come mai qui si preferisca non affrontare un tema spinoso e “problematico” e dedicarsi ad altro.
Non mi stupisco, ma mi dispiace.
Quando il Card. Betori sottolinea come i cattolici debbano “dire la loro”, è evidente che sopravvaluta una fetta del mondo cattolico che, pur di non dispiacere al Governo e al PD, preferisce rinunciare ad una testimonianza coerente della propria fede. Questo blog ne è solo un esempio tra tanti.
Rimane la domanda di Lc 18,8:
«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Quale, Spiletti, quale fede?
…preferisce rinunciare ad una testimonianza coerente della propria fede. Questo blog ne è solo un esempio tra tanti.
Quale, Spiletti, quale coerenza?
Se “l’autore del blog” tollera e sopporta le mie osservazioni (che qualche volta, incredibile dictu, possono anche essere sensate e condivise), puoi farlo tranquillamente anche tu.
Non fare la vittima. Mi pare che tu abbia ampia libertà di esprimere le tue osservazioni, sensate o meno. Così come gli altri hanno il diritto di replicare. Ovvio poi che la critica non deve degenerare nell’offesa personale.
Qui si tratta di partecipare ad un argomento di discussione impostato dall’autore, non di chiedere continuamente di parlare d’altro o di stupirsi perché non si parla dell’argomento che fa piacere a Tizio o Caio.
Richiamato all’ordine da Fides, propongo una mia modesta riflessione sul tema interessantissimo proposto da Luigi.
Ha ragione Renzi (capita persino a lui, una tantum) a dire che o si mangia questa minestra o si salta dalla finestra: o passa l’Italicum così com’è o si inizia un processo di modifiche su un’infinità di minuzie (pur importanti e in alcuni casi assolutamente ragionevoli e sensate) che porterebbe inevitabilmente a non approvare una legge elettorale. Il c.d. “patto del Nazareno” non c’è più e quindi il sostegno di Forza Italia sarebbe molto difficile. La maggioranza stessa (ma lo stesso gruppo del PD) ha sensibilità così diverse e inconciliabili che una rimessa in discussione dell’Italicum darebbe il via libera ad una serie di veti incrociati e ad una guerra di tutti contro tutti. Mai come questa volta il “meglio” è nemico del “bene”.
E una legge elettorale, anche imperfetta, bisogna pur farla in questa legislatura, altrimenti tutta la classe politica italiana (diciamo pure il sistema politico democratico nel suo insieme) verrà delegittimata.
Naturalmente hanno ragione anche tutti coloro ai quali questa legge non piace (e non piace neppure a me, sia chiaro), ma dovevano alzare la voce e farsi sentire prima, durante la “blindatissima” discussione dei mesi scorsi: adesso qualsiasi “ritocco” rischierebbe di far saltare tutto, con tutte le conseguenze del caso.
@Fides, che domanda:
“Quale, Spiletti, quale fede?”
La fede cattolica, così come viene insegnata dal Magistero della Chiesa.
A proposito, qual è la “fides” che ti dà il nome?
“Quale, Spiletti, quale coerenza?”
La coerenza di chi si dice cattolico, e dovrebbe credere e impegnarsi a sostegno di idee, valori, principi, visioni dell’uomo e della società, innestate nel cattolicesimo (o perlomeno che non lo combattano sul piano culturale e politico).
Se siamo cattolici coerenti (e dobbiamo esserlo, altrimenti siamo cattolici per modo di dire), lo dobbiamo essere sempre, in ogni ambito e in ogni occasione in cui il Signore ci chiama ad essere presenti. Anche qui, su questo blog, anche con questi interlocutori che talvolta ci piacciono così poco.
Essere cattolici coerenti in politica significa richiamarsi alla dottrina sociale della Chiesa prima che alla disciplina di partito e agli ordini della propria scuderia. Se ogni volta che c’è un conflitto si chiudono occhi e bocca facendo vincere “la linea” del partito, che razza di testimonianza si offre?
condivido pienamente quanto ha scritto fides a Eugenio, e condivido anche quanto ha scritto sulle difficoltà di fare una legge elettorale. Queste difficoltà nascono, a parer mio, perchè i partiti non cercano quanto è meglio per il Paese, ma quanto è meglio per la loro bottega, e quindi quote, premi da pesare con il bilancino..
naturalmente…
A proposito, qual è la “fides” che ti dà il nome?
Accontentati delle tue certezze.
Francesco73: “avrebbero potuto rappresentare con più vigore la preoccupazione che una democrazia efficiente e decidente conservi comunque canali di partecipazione, di accesso dal basso, di competizione vera e di equilibrio tra poteri e funzioni”.
Condivido pienamente tale considerazione, ritenendola fondamentale su tutta l’impalcatura: naturalmente è il pdv di un elettore e non della casta politica.
Ad es, se la legge passerà com’è ora, un partito del tutto padronale potrà collocare in Parlamento un buon numero di eletti, tutti personalmente nominati dal “padrone”. Come si trattasse di sua proprietà privata. Nella democrazia italiana del terzo millennio.
Per questo anch’io mi sarei atteso, come Francesco, da persone che penso (penserei?) aperte e sensibili a una tale tematica, una visione “più complessiva e (almeno un po’) più alta”.
Spiletti della dottrina sociale della Chiesa le interessano due cose in tutto, mai sentito da parte sua una A sui restanti argomenti.
Sulla legge elettorale, ammetto di essermene un po’ disinteressata nel tentativo di dimenticarmi dell’esistenza di Renzi al mondo (:-) ) però la difficoltà di trovare punti di contatto e un bene comune non è solo della politica, se senti in giro c’è una frammentazione totale.
Alla fine proprio da questo nascono le spinte antidemocratiche che prendono piede.
Renzi è riuscito a fare molto fin qui, la nuova legge elettorale darà al nuovo parlamento monopartitico la possibilità di fare anche di più. Ma cosa? Cosa vorrebbe fare di più renzi, di così impopolare da aver bisogno di una indistruttibile maggioranza?
Tagliare le pensioni? Ridurre gli stipendi? Ridurre le protezioni dei lavoratori dipendenti? Tassare di più gli immobili? Patrimoniali? Peggiorare la sanità?
Forse è quello che ci vuole.
Che Renzi sia pericoloso ormai è accertato, ma stamattina mi sono svegliato con un altro pensiero: se non sbaglio domani sono dieci anni dalla morte di Giovanni Paolo II e mi pare che ormai non se lo fili più nessuno. Qui, per esempio, sono quasi tutti bergogliolatri e poi c’è qualche nostalgico di Ratzinger, ma GP II (come direste voi) si porta proprio poco: sic transit gloria papae.
Più che si siano dimenticati di Giovanni Paolo II (io no) mi fa specie che i bergogliani siano anche renziani, vedo i due come rette parallele destinate a non incontrarsi mai, però in genere pare che i sostenitori di entrambi riescano a farli andare d’accordo.
Mistero.
Neanche la santificazione eviterà l’oblio di Giovanni Paolo II e sapete perché?
Perché era troppo attaccato a un’immagine di cattolicesimo che ormai è passata di moda, troppi valori non negoziabili, troppo anticomunismo, troppo santo!
Quanto al mio scambio di vedute con Fides (la cui fede resta un mistero) di ieri, aggiungo una riflessione pertinente con il tema proposto, che rivolgo a Luigi e a tutti gli elettori cattolici (o sedicenti tali) di tutti i partiti, ma specialmente del PD.
Possibile che il PD si divide su tutto (jobs act, legge elettorale, riforme costituzionali, politica fiscale, banche…) tranne che sui temi etici? Possibile che la linea di Scalfarotto (per dire) si imponga così facilmente senza trovare la minima resistenza, senza che nessuno rivendichi e proponga una visione dell’uomo, della famiglia e della società più vicina a quella del cattolicesimo? Possibile che i tanti sedicenti cattolici, che durante elezioni e primarie fanno il giro delle sacrestie vantando conoscenze e meriti, poi, una volta eletti, dimentichino tanto facilmente principi e valori e restino indifferenti ogni volta che in discussione c’è un tema che provoca la loro coscienza di politici (sedicenti) cattolici? Resto esterrefatto dalla codardia, dall’afasia, dall’insignificanza di questi personaggi che nemmeno provano a dare una testimonianza diversa. Il Signore non chiederà loro conto di questi silenzi interessati? E non lo chiederà ai loro entusiasti elettori cattolici?
Quoto l’intervento di Eugenio e rimarco che le sue e mie domande se le pongono anche tanti altri che conosco.
Sul tema della famiglia, della sessualità umana, della dignità della persona, la nostra generazione di cattolici sarà chiamata a rispondere, per aver colpevolmente tradito il grande magistero di Giovanni Paolo II.
E’ ridicolo, se non tragico, che tanti fans di Papa Francesco, anche in questo blog e tra i cattolici (sedicenti) “progressisti”, non diano minimamente ascolto anche al suo Magistero (di Papa Francesco). Ma leggetevi quello che dice continuamente sul tema: non si allontana di un millimetro, mi pare, dall’insegnamento dei suoi predecessori ! Il problema è che tutto viene travisato, strumentalizzato, decontestualizzato… per vile interesse di parte.
Picchio com’è la situazione in Turchia?
leggo notizie preoccupanti.
Sul tema famiglia tra l’altro ho trovato allucinane l’articolo sul saggio di Melloni “la famiglia di Gesù non era sacra”. Concordo con quanto rilevava Discepolo il 25 marzo, mi pare, che diceva che la tesi di Melloni era incomprensibile, e chiedeva lumi all’estensore dell’articolo, che è il nostro padrone di casa. Non mi pare che gli sia stato risposto. Da quel poco che capisco la tesi di Melloni, in soldoni, sarebbe che Gesù è stato capito male quando parlava del matrimonio, e che il matrimonio (cristiano) non è poi così indissolubile come credevamo leggendo il vangelo: siamo indietro, di duecento anni….
OT Con auguri di buona Pasqua a tutti e un’ottima notizia, almeno per me, che mi aspettavo da Francesco.
Helder Camara, via libera alla causa di beatificazione di Stefania Falasca in Avvenire del 31 marzo 2015
Nessuna attesa per Helder Camara. La Santa Sede ha già ratificato il via libera all’introduzione della causa di beatificazione e canonizzazione del brasiliano ‘vescovo delle favelas’. La concessione del ‘Nihil obstat’ è
caro Gianrinaldo io sono rimasta veramente molto male leggendo il titolo dell’articolo sul Corriere “La famiglia di Gesù non era sacra” per questo ho chiesto delucidazioni all’Autore dell’articolo .
Posso solo pensare e sperare che il titolo non sia di Luigi Accattoli, di solito i titoli li sceglie il giornale e non il giornalista.
quanto poi alle tesi strampalate di Melloni sono talmente fumose che credoche nessuno le capisca neppure il loro stesso autore. ma poco male!
Ricordo che questo anno è anche ricordata Santa Teresa D’Avila e propongo a tutti di leggere i suoi testi piuttosto che quelli di Melloni!
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/03/28/santa-teresa-500-anni-e-non-sentirli___1-v-127174-rubriche_c201.htm
Teresa immagina che la nostra anima sia un castello, composto da molte dimore: ne vengono individuate sette. Più l’anima procede di dimora in dimora, più si avvicina a Dio. Teresa con incrollabile fede proclama l’assunto fondamentale di questa potente costruzione verbale di ciò che a stento può verbalizzarsi, e cioè il cammino di un’anima: al centro di ogni creatura, c’è Dio, anche nelle anime che sono lontanissime da lui (in peccato mortale, persino), Dio c’è, soltanto che la sua luce non arriva all’anima, assorbita come da un panno (il peccato) frapposto tra l’anima e il suo Re, che è Dio. Ma quel Re è presente in ciascun castello interiore, e ne è il centro. Bisogna mettersi in cammino per arrivarci. Ma il cammino in che consiste? Nello stare in preghiera. E qui Teresa si sofferma sulla analitica descrizione dell’anima in preghiera, paragonandola ad una piccola farfalla che è inquieta, e non riesce a fermarsi, e cerca, cerca, volando di luogo in luogo, un ristoro, una pace definitiva, una soddisfazione radicale e profonda. Tra le forme di preghiera che Teresa predilige è l’orazione di quiete, che consiste nello starsene fermi e zitti in un luogo. Non bisogna sforzarsi di non pensare, ci avverte la santa, perché il pensiero ci abita, e soprattutto in preghiera ci assalgono pensieri anche molto modesti o inappropriati: facciamoli andare e venire, l’importante è restare. Perché? Perché nell’orazione di quiete noi non agiamo, non disponiamo, non decidiamo, non programmiamo, non ci sforziamo, noi, semplicemente, siamo agiti, siamo disposti, siamo decisi e … siamo pregati. E tutto questo non è frutto della volontà, ma un dono misterioso che arriva dal Signore del Castello. Ecco, credo che oggi Il castello interiore richiami alla necessità di mettere da parte la propria volontà, di farsi plasmare, di ascoltare profondamente: l’obbedienza, etimologicamente, è un ascolto orientato, con orecchie drizzate fino allo spasimo (ob audio).
Visto che ci sei, non sarebbe male se scrivessi qualcosa anche a quest’altro autore:
Magdi Cristiano Allam
Editorialista del Giornale
“Ricordiamoci che già nell’813 gli islamici avanzarono verso Roma e saccheggiarono la Basilica di San Pietro e la Basilica di San Paolo, per due volte”
http://80.241.231.25/Ucei/PDF/2015/2015-03-24/2015032429861286.pdf
il titolo era esattamente .
“La famiglia per Gesù non era sacra”
un commento lo trovate qui:
http://www.uccronline.it/2015/03/24/alberto-melloni-e-le-controverse-tesi-del-progressismo-cattolico/
Come vien detto che tutte le strade portano a Roma,
tutti i post conducono al dualismo tradizionalismo-progressismo.
Allora non piglio nessuna strada e non perdo tempo a seguire le schermaglie che spero durino meno della guerra di Arauco.
A proposito di lotte tra i due schieramenti:
” «Viviamo in un mondo segnato da conflitti e lacerazioni – ha proseguito Parolin -. Per costruire un mondo di pace occorre soprattutto riconciliare le differenze sociali, culturali, politiche e religiose che caratterizzano il pluralismo dei nostri contesti tendono a metterci in contrapposizione e a diventare conflitto». «Rinconciliare le differenze» e mettersi al servizio dell’unità anche all’interno della Chiesa, operando per la collaborazione tra i movimenti: queste le consegne affidate dal Segretario di Stato al Forum internazionale di Azione cattolica. ”
http://vaticaninsider.lastampa.it/documenti/dettaglio-articolo/articolo/parolin-parolin-parolin-azione-cattolica-40109/
Oggi il papa all’udienza ha citato don Andrea Santoro.
So che il nostro gentile ospite gioisce con me.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2015/documents/papa-francesco_20150401_udienza-generale.html
Sara,
la “sintesi” è possibile, ma occorrerebbe una mano anche da parte delle gerarchie. Il conflitto è anche il frutto di un silenzio e di un’assenza dei pastori, ai quali spetta, tra gli altri, anche il compito di mediare e di indicare la strada giusta.
sara
la situazione in Turchia è pessima e con il passare dei mesi peggiorerà: a giugno ci sono le elezioni politiche e obiettivo dichiarato del sultano Erdogan è quello di conquistare il numero di seggi sufficienti a modificare la Costituzione.Questo gli consentirebbe di trasformare la Repubblica da parlamentare in presidenziale, attribuendosi sempre maggiori poteri per islamizzare sempre di più la Turchia.E’ già una dittatura la stampa non è libera, i social network vietati o censurati, Erdogan ha costruito un vasto sistema clientelare con cui controlla l’economia del Paese.
Deprimente.
La sintesi fra l’acqua e il vino è il vino annacquato.
Il mio pensiero è che
– L’acqua faccia l’acqua e il vino il vino!
– E l’acqua non se la prenda col vino giacché non è acqua!
– E il vino non se la prenda con l’acqua giacché non è vino!
E ci sono altri argomenti nella vita di cui discutere. Altrimenti fate come mio figlio che tutte le sere a quattro anni voleva vedere solo e nient’altro che Cenerentola.
“Rinconciliare le differenze» e mettersi al servizio dell’unità anche all’interno della Chiesa…”
Riconciliare le differenze mi sembra un’utopia. Soprattutto perché chiudere gli occhi di fronte alla realtà, che non è fasulla ma che parla da sola senza essere capita e interpretata, rimanda ad un mondo cristallizzato e senza sbocco.
Del resto, le differenze ci sono sempre state ed hanno causato allontanamenti destinati a permanere in continuità. Tutti hanno le loro ragioni, nessuno ha ragione assoluta.
Se almeno si riconoscesse questo, sarebbe già un bel passo avanti.
Era così difficile il pensiero di Parolin? Forse sarà aver avuto lo stesso percorso in Ac che me lo rendeva comprensibile.
La ragione è degli stolti.
Mai sentito proverbio più saggio.
Il pensiero di Parolin non è difficile. Difficile è realizzare la conciliazione fra chi guarda indietro come all’età dell’oro e chi guarda in avanti con sano realismo di fronte ai “segni dei tempi” che vanno capiti e interpretati, non respinti.
Aprendo il link (il secondo) postato dalla solita discepolo, mi sono cadute le braccia.
Una pena !!
Ho sbagliato io a postare questo pensiero gentile, sopravvalutavo colpa mia.
Parolin è chiarissimo, ma qui, in questo blog, parlare di conciliazione è irrealistico. Bisognerebbe riconoscere un riferimento comune e c’è chi rifiuta persino il catechismo e il magistero…
Andrebbe benissimo avere diverse sensibilità, ma a tutto c’è un limite, oltre il quale è impossibile persino capirsi e dialogare. Ad esempio, a me questa sembra una definizione di relativismo, eppure è stata scritta come se fosse la cosa più evidente e pacifica anche nel cattolicesimo:
“tutti hanno le loro ragioni, nessuno ha ragione assoluta”.
Qualcosa non quadra e non quadrerà mai (in altri termini: non ci sarà mai conciliazione e sintesi) se manca un solido riferimento comune.
Quale potrà mai essere?
La ragione è degli stolti, ma qualcuno ha più ragione di altri.
Caro Spiletti, per lei è relativismo tutto ciò che non coincide con la sua sicumera. Se la tenga ben stretta e vada in pace, ma non creda di avere la verità in tasca. No, proprio non ce l’ha.
Per carità, nemmeno lo pretendo.
Per questo mi fido e mi affido alla Chiesa.
La ragione è degli stolti, ma qualcuno ha più ragione di altri.
Ovviamente chi lo decide non è sempre obiettivo!
Ovviamente chi lo decide può essere ANCHE obiettivo.
Ci sono certi che sono più obiettivi di altri. È solo questione di equilibrio mentale.
La superbia è sempre un peccato capitale, vero?
Certo che lo è, ma è una cosa che non riguarda me, Spiletti. Di questo può essere certissimo.
Guardi a se stesso piuttosto e alla sua finta umiltà.
E veda di iniziare bene il triduo pasquale.
Certo che se il povero Parolin aspetta l’aiuto dei cristiani a pacificare il mondo campa cavallo..
Pacificare, pacificare… bella parola.
Io in realtà voglio la resa dei conti, solo quella “pacificherà”.