Le primarie del Centrosinistra hanno laureato Matteo Renzi come leader politico ma hanno anche segnalato, in lui, il primo affaccio nazionale di una nuova figura di cattolico in politica che potremmo qualificare – in via sperimentale – come cattolico non identitario e quasi inapparente ma praticante vero, di lunga formazione associativa, impegnato con la famiglia nella vita parrocchiale. Insomma: un cristiano credibile, serenamente mescolato alla città secolare. – E’ l’attacco suicida di un mio articolo pubblicato oggi da LIBERAL alle pagine 1 e 5 con il titolo Renzi, la nuova identità del cattolico senza identità.
Su Matteo Renzi cattolico inapparente
111 Comments
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Suicida, Luigi?
😉
Ho capito bene?
Renzi santo subito e vadano pure a farsi benedire tutti coloro che si sforzano di essere cattolici coerenti in politica?
La coerenza in politica di un cattolico ha un valore?
Indicare Renzi ad esempio è sbagliatissimo e diseducativo. Incoraggiamo la coerenza, lo sforzo per tradurre in politica una visione coerentemente cristiana e cattolica. Il cristianesimo vissuto nel silenzio e nell’intimità mi ricorda terribilmente le persecuzioni religiose e la lunga agonia della Chiesa del silenzio.
Capisco che questo rientri nei progetti laicisti del PD e che i cattolici di sinistra si siano adeguati, per quieto vivere o per convenienza, alle direttive del Partito (Renzi non avrebbe mai raggiunto il 40% dei consensi con un’identità cattolica meno evanescente), ma con che coraggio si puà definire Matteo Renzi “praticante vero” e “cristiano credibile”?
Assolutamente no!
Un cattolico praticante e credibile in politica si impegna a testimoniare i valori che prefessa, senza temere di rimanere in minoranza e senza complessi di inferiorità rispetto alla “città secolare”. Renzi ha perso l’occasione per una testimonianza di questo tipo, ma è giovane, e in futuro può cambiare atteggiamento. Chiediamogli coerenza, non lodiamolo.
Già, suicida!
Condivido in toto l’articolo di Luigi.
Ma buon Luigi,
io non ho votato per Renzi,
quanto obtorto collo per Bersani.
Se Renzi non avesse difeso a spada tratta Marchionne
nel progetto di Fabbrica italia,
che già tutti avevano capito come un bananone per gli operai….
e dopo che gli operai l’hanno preso in quel…. da Marchionne,
allora il Renzi, ha (per carità) riconosciuto d’essersi sbagliato,
io mi sarei trovato a votarlo.
Ma è stato meglio che me ne accorgessi prima…
Tanto a me che a troppi altri ha dato l’idea di un Berlusconino, arrogante,
piombato tra le file dei progressisti.
Dopo la sconfitta Matteo ha dovuto riconoscere che l’impressione data (ma non solo…)
l’ha fatto perdere.
A me Renzi è apparso “politicamente” un’anomalia,
come nel partito laburista UK,
è stato un anomalia Blair (che ha appoggiato la menzogna delle armi di distruzioni di massa, per affiancare gli USA nella guerra da dichiarare e fatta contro l’Iraq).
Il Renzi, che fa caciara per cambiare le regole mentre si sta giocando, non poteva essere credibile, per me.
Non si cambiano le regole in corsa.
Il paradosso, di cui la stampa non mi pare abbia parlato,
sono diverse persone che sono di destra che sono andate a registrarsi nel PD, per votare Bersani.
Purtroppo nell’Italia dell’mmoralità, può starci anche questo.
Ovviamente mi aspetto, che anche questo tuo post,
venga riempito dall’anticomunista berlusconiano,
che da diverso tempo è presente tra noi sperando ardentemente in coversioni,
alla misma maniera di Gioab, il testimone di Gioab…
_____________
A proposito,
ho letto il commento di Leonardo su di me,
rispondero’ con calma in seguito.
Non lo lascerò cadere nel silenzio.
E’ una storia che va avanti dal 2008,
da quando mi sono affacciato, nel blog di Luigi.
Non esistono storie a senso unico!
E’ tipico dei bulli,
dare la colpa alla loro vittima….
Che senso ha ripetere ogni due per tre che è cattolico e poi fare come se non lo fosse? E’ una controtestimonianza e rientra nelle tentazioni del maligno a cui lui evidentemente non ha saputo resistere.
ERRATA CORRIGE – 4 dicembre 2012 @ 17:32
Il paradosso, di cui la stampa non mi pare abbia parlato,
sono diverse persone che sono di destra che sono andate a registrarsi nel PD, per votare Renzi (non Bersani).
«si puà definire Matteo Renzi “praticante vero” e “cristiano credibile”?
Assolutamente no!»
_____________________________
Il tribunale ha deciso.
Ai sensi degli articoli…commi… etc.etcì….
Fondamentalmente, il tdg anticomunista, non offende personalmente nessuno,
in questo blog,
e questo è già un merito grandissimo.
Ma è una tigna.
Come Gioab,
ripete sempre le stesse cose,
risapute,
ritrite.
Auguri al Gioab anticomunista.
Niente di nuovo sotto il sole.
Ieri sera leggevo queste parole su radio vaticana: “D. – La vittoria di Bersani, in qualche modo, ridimensiona, secondo lei, l’influenza della componente cattolica popolare all’interno del partito?
R. – Io credo che questa componente si sia un po’ esaurita nella funzione che ha avuto negli anni passati. In un certo senso, è stato proprio Renzi a dare il colpo finale, perché Renzi rappresenta un tipo di proposta che definirei post-cattolica, in cui i richiami ai valori cattolici e ancor più alla tradizione popolare sono stati del tutto assenti. Quindi, questa componente deve rinnovare radicalmente il senso della propria presenza nel partito democratico.”
http://it.radiovaticana.va/news/2012/12/03/bersani:_ora_governo_del_cambiamento._il_politologo_giovagnoli:_aperta/it1-644240
Anche l’altra sera la Bindi a domanda uguale aveva risposto che Renzi poteva indebolire la componente cattolica in quanto frutto della secolarizzazione degli ultimi 20 anni.
Renzi ha espresso idee condivisibili, è diretto quando parla, non gira intorno alle parole, non parla in politichese.
Capisco il tuo entusiasmo, Luigi.
Però ti faccio notare che anche altri esponenti cattolici come lui e militanti nel PD hanno le stesse identiche idee anche se più anziani.
Sono, come tu dici, “cattolici senza identità”?
Non sono d’accordo. Credo che questa tua espressione voglia essere un paradosso e , solo come tale, la accetto.
La loro identità di cattolici c’è tutta, eccome se c’è.
Ma , riprendendo le parole di Renzi, nelle scelte concrete essi rispondono alla loro coscienza.
È giusto: “non si fa politica per seguire indicazioni puntuali della Cei».
I cattolici “presenti in ogni formazione politica” ( è verissimo) dimostrano la loro vera identità non aderendo pedissequamente ai dettami di un partito o della Chiesa, ma confrontandosi con il Vangelo e con la propria coscienza. E agendo di conseguenza.
Infatti molti cattolici stimabili sono confluiti nel PD proprio perché in questo partito hanno visto la difesa di certi valori enunciati nel messaggio evangelico. Primo fra tutti l’uguaglianza fra gli esseri umani, tutti fratelli.
“Il valore della dottrina sociale della Chiesa nel rispetto delle opinioni altrui” è, per esempio, radicato nel contenuto del Vangelo ma spesso disatteso dai cattolici di altri partiti.
Ti dirò che a mio avviso le stesse idee, per quel che ho potuto capire, le ha Bersani che probabilmente cattolico è rimasto, anche se non lo dice espressamente.
Infine osservo che l’ avverbio “serenamente”, la novità di cui parli, non appartiene solo a Renzi .
” State sereni” ha ripetuto alcune volte Bersani l’altro ieri nel discorso a conclusione della campagna per le primarie.
Come vedi, Luigi, Renzi e Bersani hanno più d’ una cosa in comune.
Ma Bersani ha maggiore esperienza e competenza, e –a me pare–notevole equilibrio.
Qua c’è uno per il quale la coerenza di un cattolico in politica si identifica con il chinare la testa e baciare i piedi ad alcuni (non tutti, si badi) vescovi e preti.
Federico B.,vedi di ragionare con la tua testa, non con quella di altri.
E poi non vuoi essere definito “clericale”?
Tu sei ossessionato. Mi sa tanto che ci vuole l’esorcista. Non credi?
@Matteo,
meglio essere un anticomunista berlusconiano, che un branco di cattocomunisti che se la cantano e se la suonano da soli, cercando giustificazioni di qualunque tipo pur di giustificare la propria incoerenza come cattolici. Ipocriti che si nascondono dietro un dito e cercano continuamente nuovi profeti e nuove scuse per sentirsi a posto con la coscienza.
Chi si oppone ai valori non negoziabili non è evidentemente un cattolico coerente. Non sono io a dirlo, io mi limito a ripeterlo e a ricordarlo. Lo dicono con insistenza da tempo i vescovi di tutto il mondo e il Papa. Ma a voi non interessa niente.
Personalmente non ho iniziato a scrivere qui per convertire nessuno, mi limito a proporre una visione che mi sembra sensata e coerente con i valori che professo. Se anche fossi l’unica voce fuori dal coro vado avanti ugualmente, non mi faccio impressionare. Ci vuole ben altro.
Anzi, Matteo, se credi di riuscire a fare con me il giochino che hai fatto con Leonardo ti sbagli di grosso. Non demorderò, non rinuncerò a dire la mia, anche se mi offendi. E non cercare di fare la vittima: non so chi ha iniziato nel 2008 (e mi sembra infantile rinfacciarlo adesso), ma dare del pedofilo ad una persona è un’offesa gravissima e infamante e non ha giustificazioni.
Ha ragione il Card. Betori: non basta essere bravi praticanti nel privato (è già qualcosa, per carità), ma oggi il Signore ci chiede una testimonianza credibile e riconoscibile. Ad una persona che decide di impegnarsi in politica è chiesto ancora di più: testimoniare una visione cristiana della società e di quella cellula fondamentale della società che è la famiglia.
E’ chiaro che è più facile dare una testimonianza di questo genere in un movimento in cui c’è una qualche sensibilità ai valori cattolici piuttosto che in un partito laicista e apertamente contrario ai valori non negoziabili, ma nessuno ha obbligato Renzi a fare politica nel PD. Nel centrosinistra CS non c’è spazio per i cattolici: il povero Tabacci, che ha avuto il coraggio di mantenere la sua identità politica di democristiano di sinistra, ha preso meno del 2% (nemmeno i voti del suo partito, l’API)>; bisogna essere evanescenti e “inapparenti” come Renzi per avere successo. La povera Paola Binetti è scappata a gambe levate, sostenendo che era impossibile essere cattolici nel PD (e ancora non c’era l’alleanza con Vendola!).
A forza di “inapparire”, i cattolici di sinistra scompariranno del tutto, per la felicità dei Bersani e dei Vendola di turno. Un problema in meno per voi, cattocomunisti 2.0, che vi risparmierete di cercare sempre nuove pietose giustificazioni, e un problema in meno per me, che rinuncerò definitivamente a dialogare con una sinistra acattolica o, a quel punto, palesemente anticattolica.
Non esistono cattolici inapparenti: è un ossimoro, come cattolici di sinistra.
Federico,
non mi pare che io ti stia offendendo.
Non so che giochino tu vuoi io abbia fatto con Leonardo.
Relativamente alla tua difesa di Leonardo….
starei attento a non dire cazzate,
e comunque con calma ci ritornerò.
Il giorno che tu dovessi fare quanto ha fatto Leonardo con me,
non averei problemi a risponderti per le rime.
Dipende solo da te.
A buon intenditor.
Continua a fare l’anticomunista,
a me non frega nulla.
Pensavo che Gioab bastasse in qeusto blog,
ma credo che nella libertà che il padrone di casa cerca di insegnarci,
c’è posto anche per te.
Quindi vai avanti e cerca di fare conversioni.
Certo difficile capire
che un anticomunista goda a stare in
“un branco di cattocomunisti che se la cantano e se la suonano da soli, cercando giustificazioni di qualunque tipo pur di giustificare la propria incoerenza come cattolici. “
“Lo dicono con insistenza da tempo i vescovi di tutto il mondo e il Papa. Ma a voi non interessa niente.”
Ma a voi non interessa niente.
Insomma dici che non ce ne frega un tubo de quello che ce dici,
ma ce stai a’rompe l’anima.
Lo posso di’ che ce stai a rompe l’anima ? o lo trovi offensivo ?
Anzi ce dici pure:
“Se anche fossi l’unica voce fuori dal coro vado avanti ugualmente,”
Quindi ci minacci
che ce dovemo da sentì sti sermoni
ogni giorno.
A’ rega’
so’ sorci amari pe tutti !
Nun ci’avemo n’artra penitenza ?
A Marcooooooooooooooooooooo
Detto che è sempre meglio un profilo politico più soft, invece di uno sovraesposto ma quasi totalmente incoerente, sulla questione identitaria mi pare che i cattolici in politica navighino un po’ a vista. Non è il tempo di grandi sintesi e non emergono figure speciali.
Anche perché, la vera alternativa sembra essere non la destra contro la sinistra, ma il punto di vista communitarian contro quello liberal.
Ho l’impressione che, a seguire la dottrina sociale cattolica, la scelta non sarebbe dfficile, sarebbe quello communitarian a prevalere.
04/12/2012 10:25 Federico Benedetti
Come al solito si deride un richiamo che non si comprende.
Superiamo il conteggio dei minuti, che può essere un aiuto per qualcuno (chi magari non ha potuto affrontare gli studi teologici di Beretta) e un limite risibile per qualcun altro.
La questione, a mio giudizio seria e molto significativa, è quella di richimare l’attenzione sul sacramento che viene amministrato, sottolineando che la comunione non è uno dei tanti gesti che si compiono durante la messa. Almeno per dieci minuti, almeno finchè si rimane fisicamente in chiesa fino alla conclusione della celebrazione.
Beretta non vede come i fedeli, “l’essenza della Chiesa”, si “preparano” a ricevere il Signore nella specie del pane e del vino (realmente presente in quell’ostia che si riceve)?
C’è chi tiene le mani in tasca, chi mastica chewing-gum, chi chiacchiera con i vicini, chi si guarda in giro… E scandalizza che qualche anima pia suggerisca dieci minuti di adorazione? Che testimonianza danno della propria fede nella presenza reale del Signore nell’Eucarestia i fedeli che frequentano la messa domenicale?
Invece di denigrare e deridere queste iniziative, sarebbe più fruttuoso riflettere sulle cause di tanta trascuratezza (ad esempio il diverso rilievo che viene dato abitualmente alla liturgia della Parola rispetto alla liturgia eucaristica) e provare a dare una testimonianza diversa.
http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=1071
“ma oggi il Signore ci chiede una testimonianza credibile e riconoscibile.”
Ma è il Signore a chiedercelo o chi PRESUME e PRETENDE di parlare per Lui?
Io starei molto attento a non fare confusione.
L’ ossimoro, secondo Federico B., dei “cattolici di sinistra”.
Che grande, bestiale, cavolata!
Da dove proviene tanta stupidità?
Impossibile non rimanere di sasso di fronte ad affermazioni grottesche come questa.
C’ è da avere paura di menti annebbiate a tal punto.
Luigi scusami, ma stavolta non sono d’accordo.
Renzi è cattolico credente e praticante, ne prendo atto. Ma penso che ci voglia qualcosa oltre le foto con Betori.
A me pare che nei confronti in Tv questo signore abbia accuratamente evitato di parlare di religione. Tanto che a me è sembrato più cattolico Bersani con la sua citazione di Papa Roncalli. E francamente mi sta più simpatico Bersani, che sarà pure comunista ammannàto come si dice dalle mie parti, cioè duro e puro; però è figlio di quell’Emilia in cui i comunisti di nascosto da Stalin si facevano il segno della croce. E anche se non è credente… beh nel richiamo a Roncalli ho sentito un profumo che non ho sentito nel sindaco di Firenze.
Sarà un caso che Rosi Bindi si è schierata per le unioni alla tedesca e non all’inglese? Differenza palmare (peraltro in Germania a breve daranno anche alle coppie gay la capacità di adottare). E chi sostiene le unioni all’inglese? Renzi. Equiparazione completa al matrimonio. E per me non è quella soluzione ragionevole che aveva prospettato il cardinale Martini.
Renzi nei confronti in TV non ha detto una parola – almeno, io non gliel’ho sentita dire – in cui nominasse Dio, Gesù, la Madonna o almeno una figura cattolica. Niente. Non ha detto una mazza sui temi etici nel confronto in Rai, entrambi si sono tenuti ben lontani dall’esporre le loro idee su Imu alla Chiesa e rapporti con le religioni, dal cattolicesimo all’Islam italiano (Consulta Islamica sguarnita da anni…). Renzi nel confronto in Tv ha parlato di Gandhi, di chiunque, ma niente religione cattolica. A me sembra che ridurre la religione a una questione personale sia contrario a quella necessità di testimonianza cristiana.
Ripeto: paradossalmente ha testimoniato di più la sua fede Bersani, e aggiungo… NICHI VENDOLA. Che peraltro è cattolico credente e praticante, figlio – come tu mi insegni – del pensiero di don Tonino Bello. E ci sta tutto, perché don Tonino Bello ardeva di fede cattolica e Vendola è uno che ci crede. Si vede. Si sente.
Penso che sono lontani i tempi in cui La Pira telefonava a Mattei dicendogli: “Enrico, stanotte ho parlato con lo Spirito Santo. Mi ha detto che verrai qui e prenderai il Pignone” “Giorgio, guarda che io non faccio affari con lo Spirito Santo, ti sei sbagliato” “No, ascoltami: mi ha detto anche che farai un affare, vieni a Firenze a prenderti il Pignone!”. Aveva ragione lo Spirito Santo e Mattei fece davvero un affare. Ecco, ho nostalgia di quei tempi e di quelle figure. Che non sono comparabili a Renzi o a questa politica odierna, certo. Ma tra l’essere un Sindaco Santo e l’apparire un Sindaco Tiepido (almeno così mi è sembrato) sulla fede… diciamo che ci può essere una via di mezzo.
O no?
Per un politico essere cattolico sta nel nominare, nel suo ruolo, Dio, Gesù, la Madonna o almeno una figura cattolica ?
Matteo, non sto dicendo che Renzi debba nominare Dio, Gesù, la Madonna o almeno una figura cattolica in giro. Ti ricordo che Scalfaro faceva i comizi col Rosario in mano a guerra appena finita. Va bene, è un’esagerazione ma questo per dirti una cosa, forse la parola chiave del dibattito: testimonianza.
Sto dicendo cioè che la parolina “Dio”, ogni tanto, potrebbe scappargli. La parolina “Magistero sociale della Chiesa” potrebbe informare le sue idee politiche. Sto dicendo insomma che non dovrebbe vergognarsi, uno, di essere cattolico. Davvero non capisco: c’è gente che va in Tv a sottolineare di essere un politico gay e noi dovremmo vergognarci di definirci cattolici? Ma stiamo scherzando?
A me pare che Renzi non abbia rappresentato i cattolici PD. Ho trovato un po’ esagerate alcune ricostruzioni giornalistiche che lo davano appoggiato da CL e Opus Dei, a me onestamente pare che le cose stiano un po’ diversamente. Dov’è questa idea, presenza, testimonianza, chiamala come ti pare cattolica di Renzi? Possiamo definire cattolica la sua corrente? Sì, va bene, è figlio di un grande esponente locale DC; sì, va bene, era nei giovani DC; ma a me non pare che la sua corrente si possa definire cattolica e non credo lui metta in primo piano la sua religiosità o le sue idee religiose nelle cose che fa. E a me pare che un politico cattolico informi la sua azione politica su idee che vengono dalla religione suddetta. O no?
PS: W i Marxisti per Tabacci!!! 🙂
“Aveva ragione lo Spirito Santo e Mattei fece davvero un affare.”
Poi qualcuno glielo ha fatto pagare.
Mancano i La Pira e i Mattei…
Personalmente ritengo che un politico
debba essere un uomo di tutti.
La sua testimonianza sta appunto in questo:
capacità di essere di tutti.
Xr. quando si è immolato per tutti,
non lo ha fatto in quanto cattolico 🙂
Ha dimostrato di essere per tutti e di tutti, senza etichette.
Mentre quel poveraccio di Xr. faceva questo, la sua congrega di amici,
non ci capiva un tubo,
e sono andati a puttane….
Una dinamica psicologica umana che si ripete continuamente.
Ringrazio Tonizzo perchè ha saputo esprimere, da un punto di vista diverso dal mio, una certa perplessità sulla testimonianza cristiana di Matteo Renzi.
Dato che non voglio essere associato a Gioab ed essere considerato un “TDG anticomunista”, e non desidero raccogliere altri insulti, propongo la mia conclusione e chiudo. Ritengo che Renzi semplicemente non abbia voluto dare espressione alla sua identità cattolica, che nessuno mette in discussione. Forse ritiene erroneamente che sia sufficiente essere cattolico la domenica mattina e in famiglia o forse ha capito che nel CS italiano, in questo momento storico, non ci sia spazio per i cattolici. Liberi tutti di apprezzare o meno questa scelta, io penso che un politico cattolico debba impegnarsi in modo visibile per una visione della società coerente con i valori cattolici. Non è fondamentalismo, è coerenza.
Seguire l’esempio di Renzi significa condannare il cattolicesimo ad una insignificanza o addirittura all’afasia in ambito culturale, politico e sociale.
Nessuno ha l’esclusiva di dare ad altri patenti di cattolico.
Il farlo è pura cinica arroganza.
Tipico degli integralisti,
dire agli altri cosa debbono essere,
cosa debbono fare.
Un disco rotto.
I soliti maestri della legge,
i soliti scribi,
i soliti farisei.
Anche Xr. ne aveva le p… piene…
E’ ormai consolidato che ogni spunto di discussione diventi un’occasione di scontro; alla difficoltà dell’approfondimento si preferisce sempre l’efficacia dei cori della curva nord contro quella sud.
Nessuno ha l’esclusiva di dare ad altri patenti di cattolico.
Si potrebbe controbattere che
Nessuno ha l’esclusiva di stabilire che nessuno ha l’esclusiva di dare ad altri patenti di cattolico
E potremmo andare avanti all’infinito in un loop ricorsivo infinito.
Oppure si potrebbe controbattere che
Nessuno ha l’esclusiva di dare dell’integralista…
Nessuno ha l’esclusiva di affermare con certezza che anche Xr. ne aveva le p… piene…
Così dopo avere litigato per ore ci troveremmo al punto di partenza, più nemici e più ignoranti di prima.
In pratica dunque nessuno può dire nulla:
Nessuno ha l’esclusiva di affermare che quanto sia buono il formaggio con le pere…
Nessuno può dire all’altro: sei cattolico, sei ateo, sei comunista, sei fascista, sei di destra, sei di sinistra, sei buddhista, sei cornuto, sei gay, ti puzza il fiato, ecc. ecc..
Dobbiamo per forza vivere così, senza riferimenti oggettivi.
Una cosa mi sembra evidente…. la patente della stupidità, che nessuno ovviamente ci può dare, ce la affibbiamo da soli.
Scusa, Tonizzo, se mi intrometto.
Francamente a me non sembra che la testimonianza si debba necessariamente dare nominando Dio o Gesù Cristo o lo Spirito Santo o la Chiesa.
Bastano i fatti, le opere concrete, che, se all’insegna del bene comune, parlano di servizio verso i fratelli.
Se io vedo qualcuno fare del bene, vedo in lui uno che opera in nome di Gesù, e sinceramente non ho bisogno di sentirne pronunciare il nome.
Ma vedi Matteo (prego, Federico B, bene anche Elsa, mi pare), il punto non è che siamo qua a giudicare la fede di Renzi. Siamo qua a discutere serenamente – spero – senza bisogno di psicoinquisizioni.
Matteo, a te sembra un politico cattolico il signor Renzi? A me no, perché in TV – cioè davanti all’unico medium che ha ormai permeato la vita degli italiani (internet dovrà ancora fare un po’ di strada), davanti agli occhi e le orecchie degli italiani, non ha detto un bel nulla di cattolico. Questo è il punto. Ha semplicemente glissato rispetto alle sue convinzioni religiose e politiche. Andreotti non lo avrebbe mai fatto, Moro neanche. Si sarebbero presentati come democratici E cristiani. Renzi si è presentato come un militante del PD. Mi sembra una differenza non di poco conto. Lui non si qualifica come militante E cristiano del PD.
Renzi non ha mai detto di fare una politica cattolica. E’ uno che fa una politica laica e che, incidentalmente, professa la religione cattolica. Ma non è un politico cattolico, c’è una bella differenza. Anche Silvio Berlusconi è battezzato, ma non mi pare sia un politico cattolico. E parliamo di due soggetti con due stili di vita completamente diversi.
Tralascio la battuta sull’integralismo, che mi fa solo sorridere. Non credo che la religione cattolica, specie dopo il Vaticano II, possa essere definita come integralista. Bussa ad altre parrocchie, magari ad Econe, lì troverai pane per i tuoi denti.
Torniamo allora al punto. A me pare che questo glissare sulla propria appartenenza mi sembra semplice calcolo politically correct. A me pare che presentarsi come cattolici sulla scena politica, oggi, sia solo correre il rischio di farsi accogliere con sorrisetti di commiserazione e toccatine di gomito. Ah, eccolo là il cattolico: quello che non si tocca, che ce l’ha con gli omosessuali, l’intollerante, l’integralista, l’arretrato. Un fascista, sì, un fascista, bigotto e codino. Ecco, si è creato questo stereotipo (peraltro degno della destra americana, di quei ridicoli personaggi che parlano di stupro come “volontà di Dio”, mi viene da vomitare solo a pensarci perché il mio Dio, il Dio cattolico è prima di tutto AMORE) che naturalmente fa scappare gli elettori. Meglio, molto meglio espungere la fede e la sua testimonianza o anche i suoi valori che possono essere tradotti in politica perché altrimenti non si prendono i voti. E questo mi spiace, non mi pare essere un politico cattolico.
PS: vorrei ricordare ai partecipanti al dialogo che Rosi Bindi e Romano Prodi sono stati segnati a dito perché autodefinitisi “cattolici adulti”. Grazie.
Marilisa, questo è un dialogo e sei benvenuta pure tu, ci mancherebbe altro! Ripeto anche a te quanto ho detto sopra.
Rienzi è un bravo “battittore” capace di vendere il Colosseo al miglior acquirente. E’ come Berlusconi, un venditore di fumo…
Per istinto non mi fido…i venditori si riconoscono a fiuto. Penso sia un bravo sindaco, e questo saranno i fiorentini , semmai, a dirlo. Tuttavia, si dice, che ci vollero un milione e mezzo di euro per le primarie con cui divenne sindaco e oltre 2milioni di euro per l’attuale corsa alle primarie. Chi sono i mentori, di questo giovane rampante sbucato come dalla pignatta di un folletto?! Cosa frullava -o frulla- dietro questa campagna di rottamazione? Qualcosa di certo: un cambiamento? In quale direzione? Io non l’ho capito. Si dice ci siano importanti, illustrissimi personaggi dell’alta imprenditoria, mecenati democratici…insomma…come sempre nella storia il populismo diventa demagogia, una sorta di clava contro altri politici . Tutte le più grandi rivoluzioni sociali -da quella francese a quella inglese o americana- tutte sono sorte sulle ceneri del fallimento della politica, e le masse manovrate e strumentalizzate da chi, cavalcando la tigre, ha saputo sfruttare la situazione per il proprio tornaconto. Come direbbe Tomasi di Lampedusa : ” se vogliamo che tutto rimanga come e’, bisogna che tutto cambi!” .Frase emblematica di grande efficacia…
lasciando da parte i segni esteriori del cattolicesimo ho trovato interessante l’appunto della radio vaticana sulla mancanza non solo di questi ma anche di un cattolicesimo popolare. Cultura che devo dire io sento invece in Bersani, Renzi ha 4 anni meno di me, Bersani 8 meno di mio padre, sono cresciuta nella pianura padana, ci senti quando parla quel sapore di Peppone.
Renzi ricorda più gli anni ’80 non popolare ma pop e poi rottamazione o meritocrazia sono valori cattolici? Ok c’è la parabola dei talenti da far fruttare che ci dice pure che non siamo tutti uguali, ma il cattolicesimo dovrebbe essere anche la religione del beati gli ultimi non di vince chi arriva primo.
Da quel punto di vista è più cattolico Vendola. (pur con tutte le diverse sensibilità in questioni etiche).
“Questo è il punto. Ha semplicemente glissato rispetto alle sue convinzioni religiose e politiche. Andreotti non lo avrebbe mai fatto, Moro neanche. Si sarebbero presentati come democratici E cristiani. Renzi si è presentato come un militante del PD. Mi sembra una differenza non di poco conto. Lui non si qualifica come militante E cristiano del PD.”
Per quanto riguarda le convinzioni politiche, non mi sembra che Renzi abbia glissato. Erano chiare a tutti.
Per quelle religiose, non era necessario che parlasse della sua cattolicità.
Del resto, qualcuno lo ha mai interpellato in proposito? Non mi ricordo.
Chi ti dice, Tonizzo, che da qualche parte non ne abbia almeno accennato durante i suoi giri?
Sospettare di tatticismo o di timidezza religiosa da parte sua a me pare un’illazione senza fondamento.
E poi non chiamiamo in causa figure politiche come Andreotti, Moro e La Pira.
Appartenevano ad un mondo politico completamente diverso e a tempi diversi.
Inoltre erano iscritti in un partito confessionale (DC), per cui sentivano quasi come un dovere il fare riferimento alla loro cattolicità.
È fuori luogo mettere a confronto generazioni diverse e situazioni ben diverse.
Condivido pienamente l’intervento di Tonizzo.
Oggi un politico identitario e apparente entra inevitabilmente nel tritacarne della propaganda laicista, anticattolica e antireligiosa. Un cimelio, un rudere da commiserare.
Basta vedere come su questo blog viene deriso e schernito il buon Federico B.
La regola è essere cattolici senza patente, identità e apparenza. Vuoti a perdere, insomma!
A me come a tantissimi italiani, non interessano i politici cattolici,
ma cattolici in politica.
Senza etichette di comodo.
Capaci di testimoniare l’interesse al solo Bene Comune,
non di certo
scambisti dei beni comuni con gli interessi di bottega
dei cattolici alla Balducci, dei loro seminaristi prostituti e di tutta la congrega vaticana.
Come se la storia non insegnasse nulla
Ma veramente ci sono integralisti e fondamentalisti
che si arrogano il diritto di dare ad altri la patente di cattolico ?
Ma chi si credono di essere ? DIO ?
Va bene, allora una domanda: secondo voi Renzi è espressione di quella formazione cattolica su cui si spendono da tempo il cardinal Bagnasco e monsignor Crociata? Secondo voi Renzi è espressione di quel trasversalismo che Bagnasco e Crociata propugnano? Perché parliamoci chiari: oggi essere cattolici in politica, per la CEI, vuole essere questo. Sennò è un’altra cosa e non me la sento di parlare di cani sciolti.
Se Rosi Bindi dice che Renzi ha svilito l’esperienza cattolica nel PD, posso dire che – pur non avendo le sue idee politiche, anzi – mi sento di darle ragione?
E’ forse un caso che la Gerarchia non ha espresso mezza parola di simpatia per Renzi?
Marilisa, mi dici come hai fatto a capire che Renzi è un politico cattolico?
E già che ci siamo: com’è e come non è, quelli di Sant’Egidio, reduci da Todi2, sono adesso nel partito di Montezemolo. Che alle elezioni potrebbe prendere il 2% nel sud, erodendolo a Casini. E loro sono cattolici dichiarati.
Siamo sicuri che i cattolici senza identità siano il futuro del cattolicesimo in politica? O è solo una furbatella per arrivare al 40% alle primarie?
Posso avere questo sospetto?
E ancora: è più cattolico Vendola o Renzi?
Mi sbaglierò, ma è più cattolico Vendola che cita il cardinale Martini.
elsa.F scrive,
5 dicembre 2012 @ 11:40
E’ ormai consolidato che ogni spunto di discussione diventi un’occasione di scontro; alla difficoltà dell’approfondimento si preferisce sempre l’efficacia dei cori della curva nord contro quella sud.”
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Elsa prova a immaginare un blog tutto salamelecchi e riverenze.
Qui, grazie al caro e buon Luigi che pazientemente sopporta e lascia correre, si trattano robette toste che per forza di cose attivano schieramenti e contrapposizioni.
Argomenti che grazie a Dio a prescindere dalla posizione personale condivisibile o meno hanno passione e cuore.
Tranne rare eccezioni l’offesa personale e lo scurrile sono assai marginali e non mi pare poca cosa, rispetto ai linguaggi correnti.
Ad esempio, nella questione posta da tonizzo in questo frame, non prendo parte nè esprimo commenti perchè il genere cattolico-non cattolico nel 2012, non mi appassiona, anzi mi pare argomento obsoleto da tempo.
A cominciare da quando la maggioranza dei cattolicissimi italiani votò in favore del divorzio e poi dell’aborto.
Già da li si poteva capire l’evoluzione dei “cattolici” in politica, a prescindere dal partito in cui si sono andati a collocare dopo la fine della DC.
Questi sono signori e signore con tanto di pelo sullo stomaco come tutti gli altri, basta vedere i loro comportamenti e posizioni nei giorni nostri.
Sono interessati al potere personale nudo e crudo, al massimo sono mosche cocchiere e marionette manovrate da conventicole e movimenti, con altri nomi da 5 stelle, tutto qui.
Per cui ha senso ancora oggi sapere se tizio si dichiara o non si dichiara cattolico? E’ o non è cattolico.
A me frega nulla, seguo e cerco di capire se quello che uno dice è poi quello che fà.
Ma, il bello della questione, cara elsa, è che proprio coloro che si definiscono liberi intellettualmente dal nodo scorsoio di una politica capestro, che si sentono lontani mille miglia da quell’immobilismo cattolico stantìo -a parer di costoro- in favore di un illuminato liberal laicismo che tutto ingloba anche un cattolicesimo a misura della loro visione strabica. E’ proprio da questi sedicenti “liberi dentro” che si evidenzia la più truculenta intolleranza anche verbale. E’ proprio vero che il totalitarismo non ha colore…
…@Nino “…Questi sono signori e signore con tanto di pelo sullo stomaco come tutti gli altri, basta vedere i loro comportamenti e posizioni nei giorni nostri. Sono interessati al potere personale nudo e crudo, al massimo sono mosche cocchiere e marionette manovrate da conventicole e movimenti, con altri nomi da 5 stelle, tutto qui”. In parte è vero, forse è decisamente vero, Nino, hai ragione…
Ma voglio ancora credere che non sia così. Lasciatemi credere che non sia così, che a questo mondo esiste ancora gente con alti ideali etici e morali. Lasciatemi credere che esista ancora la buona politica, quella che si adopera in favore dei più deboli,che promuove valori quali libertà giustizia e molti altri e si fa interpretare dei bisogni del popolo tenendo nel giusto equilibrio le dimensioni dei diritti e dei doveri. Che trovi, alfine, una soluzione per la crescita senza distruggere chi non ha più nulla da dare; che promuova la vita e riconoscere i meriti perché i talenti non fuggano all’estero ma operino in patria per la patria.Voglio osare, e credere, sperando contro ogni speranza.
L’altra sera la Bindi, con la consueta, ostinata chiarezza, ha detto che Renzi è un prodotto del ventennio berlusconiano.
A mio giudizio, è una posizione rappresentativa dell’umore di certo cattolicesimo democratico, anche se stavolta alcuni esponenti di questo filone si sono smarcati dall’ortodossia e hanno scelto diversamente (Ceccanti e Tonini sono andati su Renzi, appunto).
La realtà è che una posizione cattolico democratica non esiste più come tale, ed è vero che non stanno tutti nemmeno nel PD. In questo senso, una rendita di posizione è finita.
Quanto alla linea generale, penso che il cattolicesimo politico esista a condizione della sua declinazione laica, che non vuol dire annacquata. Ma un grande partito popolare (a dx come a sx) non può esistere solo su una posizione fondamentalista. Il pensiero sociale della Chiesa deve fecondare una cultura e uno stile, e i cristiani impegnati non devono dissimularli. Ma tutto appunto nell’ottica della città secolare, i fronti sanfedisti sono quelli dell’evasione e dell’irrealtà.
“Marilisa, mi dici come hai fatto a capire che Renzi è un politico cattolico?”
Tonizzo, forse non hai capito che a me non interessa per niente che un politico sia cattolico o non lo sia.
A me interessa che, indipendentemente dal suo credo politico, agisca per il bene comune, con onestà di intenti e di coscienza.
Questo per me è il fattore essenziale. E non è detto per niente che un cattolico agisca bene. Anzi, a volte è proprio il contrario.
Lo ha dimostrato ampiamente la storia col tracollo di un partito come la DC.
Lo stesso discorso lo faccio per qualsiasi cittadino comune.
Non lo giudico per il credo politico ma sulla base del suo comportamento fattuale.
Per me qualsiasi persona onesta, anche non religiosa, vale molto più di un’altra che dica ai quattro venti di esserlo ma poi si comporti male o ambiguamente.
Non mi piace appiccicare etichette di nessun genere.
In questo blog, invece, si affibbiano etichette. E questo non mi piace per niente.
È il punto debole del blog, ed è per questo che succedono i casini.
PS
Fra Renzi e Bersani preferisco Bersani, l’ho già detto.
Ciao Clo, come stai?
“Ma voglio ancora credere che non sia così. Lasciatemi credere che non sia così, che a questo mondo esiste ancora gente con alti ideali etici e morali.”
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Anch’io credo che non sia o che non debba essere necessariamente e fatalmente così.
Dico solo che gente con alti ideali etici e morali, come tu dici, non necessariamente nè esclusivamente dobbiamo aspettarci o pretendere che sia o che si dichiari “cattolico”.
Sappiamo che a quella definizione è associata la PAROLA e una sequela che indica un percorso, duro, difficile per qualsiasi essere umano.
La carne è debole, la vanità è in agguato e, come diceva S. Filippo Neri, di fronte alle tentazioni, vince chi fugge.
Questi per lo più non scappano, anzi.
L’aggettivazione cattolico
non è garanzia di nulla.
Sono cattolici,
Marcial Maciel Degollado,
Kurt Krenn,
Hans Hermann Groer,
Balducci,
Ortolani,
….
….
Altro che chiacchiere !!!!
In politica, negli affari e in vaticano
chi ha usato i termini cattolici o clericali
lo ha fatto quasi sempre per tornaconto personale,
di potere,
di soldi,
di sesso,
per turlupinare la povera gente,
con l’amo della religione.
Il cattolico vero,
testimonia senza clamore,
non mette etichette,
e se vuole fare il martire,
non lo fa strombazzando persecuzioni inesistenti,
nel benessere, nella democrazia, tra diritti e libertà assicurati,
ma se ha le palle,
se ne va in Nigeria,
a rischiare veramente la vita, persino andando semplicemente a messa.
Troppi cattolici sanfedisti,
fanno i martiri con il culo degli altri, soprattutto dei poveri.
Non è questione di mettere etichette o di dare patenti. Il tema proposto da Luigi è quello di confrontarci sullo stile di Renzi e riflettere sul modo dei cattolici di essere in politica. Chi non è interessato all’argomento non partecipi alla discussione.
La secolarizzazione è un processo che non possiamo ignorare, ma dove sta scritto che, come cattolici, dobbiamo rassegnarci e seguire la corrente?
A me pare che il Signore (non i sanfedisti) abbia detto ai suoi discepoli di essere nel mondo senza essere del mondo. E questa raccomandazione riguarda anche noi nel 2012: dobbiamo cercare di essere discepoli credibili e riconoscibili del Signore ovunque operiamo, anche nella politica.
Il fatto che qualcuno non si sia nemmeno accorto che Renzi fosse cattolico la dice lunga sul valore della sua testimonianza. Inapparente finisce per essere sinonimo di assente.
Dopo aver detto che Dio è il solo a poter dare patente di cattolicità
adesso Matteo ci spiega come riconoscere un buon cattolico.
Sbaglio, o c’è un po’ d’incoerenza?
Delle due preferisco, se c’è, una terza via, che non richiede necessariamente di andare a messa in Nigeria.
E questa via passa prima per l’umiltà, che come dice Simone Weil è la prima qualità di un cristiano, per andare poi alla tolleranza ed il rispetto delle opinioni altri, di cui ci offre un’alto esempio in nostro illustre ospitante, Luigi.
“Lo stile di Renzi”, Federico B., è semplicemente quello di un cattolico che si propone di fare ciò in cui crede, senza sbandierare ai quattro venti di essere cattolico. Perché evidentemente non lo ritiene necessario.
Per esemplificare: io, cattolica, faccio tutto quello che faccio attenendomi, per quanto posso, ai valori della mia religione,senza fare proclami di cattolicità.
A meno che qualcuno non mi chieda, per curiosità, se ho una fede religiosa e quale sia. E allora do ragione del mio “credo”.
Così si comportano tutti, io credo.
Perché un politico dovrebbe essere diverso? Perché?
Tu, Federico B., quando lavori o fai qualcosa d’altro, dichiari sempre di essere cattolico?
Magari perché non vuoi essere “inapparente” e quindi “assente”? Per dare testimonianza?
Smettiamola una buona volta con le esagerazioni.
Smettiamola, per favore!
Smettiamola una buona volta con le esagerazioni.
Federico è dell’idea che l’identità cattolica debba essere dichiarata ed evidente.
Si può dissentire, motivando, ma a me non sembra un’esagerazione.
Vorrei sapere se un politico è un massone, un ateo, un credente di fede cristiana, ebrea o musulmana.
Mi sembra più interessante questo di sapere in compagnia di chi passa le serate.
L’idea di cattolici carta-di-velina mi pare corrisponda alla visione laicista che vorrebbe la fede confinata nelle sagrestie; una visione contrastante con quella post-concilio dei preti-operai.
L’appello a smetterla, cara signora Marilisa, è questo sì un atteggiamento intollerante di chi rifiuta campane di timbro diverso dal proprio.
Quindi il mio invito all’opposto, a Federico, Clodine, Roberto55, Tonizzo, che ringrazio, è di proseguire questo interessante e per nulla banale dibattito sulla visibilità dell’identità cattolica di un politico
Non servono i proclami, ma un po’ di coerenza.
“Attenersi ai valori della propria religione” per un cattolico che fa politica significa per esempio promuovere la famiglia fondata sul matrimonio (art. 29 Cost.) e non proporre soluzioni come la civil partnership solo per facilitare la propria carriera politica. Andare a messa la domenica e fare la comunione non basta se appena fuori dalla chiesa ci dimentichiamo di essere cristiani.
A me sembra che questa sia una delle tentazioni dei nostri tempi: saperla riconoscere è il primo passo per provare a resistere. Questo è quello che penso io, ma non credo che esistano brani delle Sacre Scritture o documenti della Chiesa che incoraggino l’inapparenza o la dissimulazione.
Sono io che ringrazio te, Elsa, per aver voluto sottolineare l’importanza di un dibattito di questo tipo e per la benevolenza che hai voluto esprimere apertis verbis nei confronti dei miei interventi.
“L’appello a smetterla, cara signora Marilisa, è questo sì un atteggiamento intollerante di chi rifiuta campane di timbro diverso dal proprio.”
Sbaglia di grosso, io non sono affatto intollerante.
Sottolineo però che un eccesso di zelo da parte di alcuni cattolici è fuorviante e controproducente.
Se lei è di avviso diverso, la cosa è solo affare suo, e a me non potrebbe interessare di meno.
E comunque lei continua ad essere faziosa,come è sempre stata, e avvocato delle cause perse come sempre.
Niente di nuovo sotto il sole.
Sbaglia di grosso, io non sono affatto intollerante.
Allora, mia cara, lei crede che frasi come:
“Smettiamola una buona volta”
“Mi sa tanto che ci vuole l’esorcista.”
“Che grande, bestiale, cavolata!”
“Da dove proviene tanta stupidità?”
per limitarsi al corrente post,
siano da catalogare come “apertura al dialogo” ?
“Sbaglia di grosso, io non sono affatto intollerante”
http://youtu.be/8RCTWY8PrpI
Riguardo alle cause perse, le devo dare ragione!
Se mi faccio un’idea, una convinzione, anche se controcorrente, la sostengo indipendentemente da dove la corrente tira…
Sto con il col. Kurtz quando afferma:
Hai mai preso in considerazione delle vere libertà?… Libertà dalle opinioni altrui… perfino dalle proprie opinioni
Riguardo ai cattolici di-carta-velina, aggiungo uno spunto legato ad una riflessione sul famoso versetto del Vangelo secondo Matteo:
Beati voi! Quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e… mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male a causa mia.
E mi chiedo come possano i politici, che vivono notoriamente di approvazioni e consensi, misurarsi con queste parole, che invece preconizzano dissensi e persecuzioni-
Qualcuno mi può rispondere?
L’ultraottantenne che voleva il cambiamento
Per sdrammatizzare il dialogo, riporto una testimonianza: incontro una mia vicina di casa una vecchietta ottantaquattrenne molto cattolica, che va ogni giorno alla Messa
Buongiorno signora come va?
Benissimo, ma son triste perchè il Renzi ha perso!
Perchè lei ha votato il Renzi?
Eh sì son andata a votare1
Che brava, è stata brava con questo freddo e poi alla sua età!
Eh sì volevo votare il Renzi, perchè mi piaceva! Ma non è servito a nulla, ha perso…ha vinto il Bersani
E va be’, cosa vuole che cambi, non cambia nulla..
Eh, no, cara, sarebbe cambiato parecchio se avesse vinto il Renzi!
Si vabbè, ma come è che lei si occupa così di politica??
E come non occuparsi di politica? con questi miscredenti che ci sono in giro!
vorrà mica che vinca di nuovo quel lì, il Berlusconi!
No certo, ma fra Bersani e Renzi che differenza vuole che ci sia…
Eh no! il Renzi mica è comunista! Il Bersani invece è proprio comunista, si vede dalla faccia!
E vabbè e anche se vince il Bersani, che cosa vuole che cambi, in Italia non cambia mai nulla!
eh, sì ha ragione , non cambia mai nulla. ma io prima di morire volevo veder un CAMBIAMENTO!!!
Rispondo per quello che posso, il tema del politicamente scorretto e dell’essere insultati lo cavalcano varie tipologie di individui, anche frange estreme di razzisti e guerrafondai che purtroppo sono talora infiltrate in mezzo ai cristiani.
C’è anche il realismo cristianom l’arte di mediare per raggiungere un obiettivo, Il fatto che in tanti e in tanti schieramenti diversi parlino bene di De Gasperi e La Pira vorrà dire qualche cosa.
OT ma neanche troppo
un prete che si veste e agisce da prete ( Oh, cielo, un cattolico con un identità, ma non è troppo ???!!) pare faccia miracoli di conversioni a Marsiglia:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350378
magari , forse, alle volte, chissà, nonostante tutto, però, ma, l’ecumenismo, il CVII, il dialogo, però, manifestarsi apertamente e lealmente e
coraggiosamente e orgogliosamente e allegramente come cattolici può far del bene????
“Poi, in chiesa, la messa è severa e bella. Il prete affabile della Canabière è un prete rigoroso. Perché cura tanto la liturgia? “Voglio che tutto sia splendente attorno all’eucarestia. Voglio che all’elevazione la gente capisca che Lui è qui, davvero. Non è teatro, non è pompa superflua: è abitare il Mistero. Anche il cuore ha bisogno di sentire”.”
ma perchè mai a Milano ho potuito incontrareo un prete che la pensa così? perchè ho sempre incontrato preti vestiti o da giovanotti in jeans e scarpe da tennis o da manager in giacca e cravatta e a cui non gliene poteva fregare di meno della Liturgia, per quanto fossde raffazzonta e sciatta? perchè non hanno potuto incontrare un prete così i miei figli??
e se questo prete è un eccezione e un fenomeno raro, e la media dei preti è del tutto diversa, a che scopo fare l’evangelizzazione stile Card. Ravasi???
Discepolo mi saluti la tua vicina di casa? Ragiona come me.
Senta, Elsa, se per non “apertura al dialogo” lei intende l’espressione delle proprie opinioni in replica a quelle per me molto discutibili di altri, è fuori strada, e lei non può proprio dire di essere fuori da questo circolo. Proprio non può.
Tutti qui si esprimono nel modo in cui vogliono. Anche il suo beneamato Federico di cui si prende tanto a cuore la causa, e che però si guarda bene dal riprendere perché, essendo sulla sua stessa linea, niente di quel che dice è opinabile, secondo lei. Mentre lo è per tanti altri frequentatori del blog.
È un gioco troppo facile e anche insulso.
Questa in casa mia si chiama “faziosità” acclarata, di un’ evidenza grande come una casa.
È il suo vizietto di sempre. Ma non è solo il suo, se questo può consolarla.
Francamente le sue critiche sempre nei miei confronti, e da sempre, mi hanno rotto.
Forse più che di vizietto, si tratta di una vera e propria patologia.
Lei dice :”Se mi faccio un’idea, una convinzione, anche se controcorrente, la sostengo indipendentemente da dove la corrente tira…”.
Brava!! Lo faccio anche io, non se n’ è accorta? E allora perché venirmi contro? Rispetti le mie opinioni, soprattutto se io non replico alle sue che io generalmente disapprovo ma non contesto. Anzi le ignoro, come del resto ignoro quelle di qualcun altro.
Le rispetti, le mie, anche se le sembrano “intolleranti” . Tanto non ci sono punti di incontro fra me e lei.
Le chiedo un favore. Eviti per il futuro di rivolgersi alla mia persona; come se non ci fossi.
Altrimenti qui finisce in uno squallido spettacolo di battibecchi che non giovano a niente e a nessuno. E forse potrebbero scadere nella volgarità.
Se la cosa dovesse continuare, penso che sarebbe costretto ad intervenire il nostro padrone di casa, che altre volte lo ha fatto. E mi dispiacerebbe.
Le chiedo troppo? A me non pare. Basta un po’ di buona volontà.
caro Luigi , sai , tutto sommato, io penso che la ultraottantenne vecchietta sia più giovane di me!perchè l’età non è un fatto anagrafico, ma di spirito!
se sei stanco di vivere, cinico, se non credi più a nulla, se sei pessimista soprattutto se non hai speranze , sei vecchio, che tu abbia vent’anni o cento.
se invece speri ancora , in un cambiamento, se credi ancora, in qualcosa, anche se sei ultraottantenne sei giovane!!!!
l’uomo è vivo e giovane finchè spera e crede.
e al contrario il gelo del cinismo ,del pessimismo, del nihilismo, della disperazione può colpire anche chi è giovane e rendere la sua anima VECCHIA.
che dire? speriamo in Dio!
Il cambiamento della vicina di Discepolo è una controrivoluzione. Però non ho capito come si mette insieme il Pop di Renzi cattolico inapparente con la tonaca e il laltino.
Sara1 , a parte la controrivoluzione ( non credo che esista un esercito di Bianchi che darebbe la vita contro i Rossi !!!!) io penso che semplicemnte Renzi abbia incarnato per molti una speranza di cambiamento. Cattolico inapparente sì, ma magari molti ce ne hanno le tasche piene dei cattolici “apparenti”, magari le facce di Bindi, Prodi , Fioroni, Franceschini, e dall’altro lato ancor peggio ( al peggio non c’è mai fine) Giovanardi, Buttiglione , come dire ??? hanno un po’ stufato.. certo cattolici integerrimi ed ultra-apparenti per carità!! ma magari un po’ , come dire??’un po’ stantii??
E a dire questo magari non sono solo i giovani ( i veri giovani del resto non votano ne’ Renzi ne’ Bersani)ma proprio le persone di una certa età quelli che da anni ( vent’annii???) vedono alla Tv sempre le stesse facce che dicono le stesse cose.. si può capirli, no, se prima di morire, vorrebbero un cambiamento???
Io sono conservatrice e poi mi ricordo benissimo i cambiamenti, Mani pulite, Bossi e la lega, Berlusconi.
Il solito: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Invece mi affascinano i passaggi lenti, quelli davvero inarrestabili.
@Discepolo,
non sono d’accordo: con tutti i loro limiti Buttiglione e Giovanardi non sono stati peggio di Prodi, Bindi e Fioroni (lasciamo perdere il mio conterraneo Franceschini, per carità: era nei popolari solo perchè figlio di un democristiano di alto rango, ma Dario è sempre stato un simpatizzante della sinistra e un cattolico a dir poco “tiepido”). Perlomeno Buttiglione e Giovanardi hanno sempre difeso i valori non negoziabili, si sono spesi per la famiglia e si sono impegnati contro le droghe. Di fronte alla desolante arrendevolezza dei cattolici adulti del Pd, questi sono meriti enormi e vanno loro riconosciuti.
Tra Renzi e Bersani c’è una differenza enorme, ma il partito è lo stesso e quello non sarebbe cambiato. Alla fine dei conti l’apparato del PD, anche senza Bersani, non avrebbe consentito questo gran cambiamento.
Certo che se l’unico movente degli elettori del Pd è ancora solo l’antiberlusconismo, che cambiamento vogliono pretendere?
Invece io penso il contrario. Bersani o Renzi è uguale il partito cambierà lo stesso solo che ha ragione questa volta la Bindi, ci sono 20 anni di secolarizzazione in mezzo, quando Bersani nell’incontro a due ha fatto riferimento allo sciopero dei chierichetti Renzi lo ha preso in giro.
Chi vuoi che faccia e a chi vuoi che importi fare uno sciopero dei chierichetti?
I giovani che cambieranno il partito o l’Italia parton da lì.
Nel bene o nel male certo.
Discepolo, grazie per il link che ci hai condiviso sopra:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350378.
Se potessi dare la “patente di cattolico” a qualcuno, questo prete mi sembra un buon candidato:
…
“Voglio dare il segno di una disponibilità illimitata”
…
“Problemi, in strade a così forte presenza di musulmani immigrati? No, dice semplicemente: “Rispettano me e questa veste”. In chiesa accoglie chiunque con gioia: “Anche le prostitute. Do loro la comunione. Che dovrei dire? Diventate oneste, prima di entrare qui? Cristo è venuto per i peccatori e io ho l’ansia, nel negare un sacramento, che lui un giorno me ne possa rendere conto. Ma noi sappiamo ancora la forza dei sacramenti? “.
Mio commento: se vivi così, poi ci credo che la liturgia ti viene bene!
Domanda: qualcuno ha informazioni più dirette circa questo prete?
Thanks
con tutti i loro limiti Buttiglione e Giovanardi non sono stati peggio di Prodi, Bindi e Fioroni (lasciamo perdere il mio conterraneo Franceschini, per carità: era nei popolari solo perchè figlio di un democristiano di alto rango, ma Dario è sempre stato un simpatizzante della sinistra e un cattolico a dir poco “tiepido”). Perlomeno Buttiglione e Giovanardi hanno sempre difeso i valori non negoziabili, si sono spesi per la famiglia e si sono impegnati contro le droghe. Di fronte alla desolante arrendevolezza dei cattolici adulti del Pd, questi sono meriti enormi e vanno loro riconosciuti.
Caro Federico,
credimi, non ne averne a male, ma non riesco a trattenermi: probabilmente questa tua considerazione era una di quelle storielle/barzellette che, Berlusconi raccontava durante le c.d. “cene eleganti”
Buonanotte.
Ah per la cronaca: sembrerà strano che un cattolico di sinistra come me [ossimoro secondo Federicob…. 🙂 :-)] ma, io sono a favore del ripristino dell’obbligatorietà della talare o del clergyman per i sacerdoti…
” I segni parlano” e, soprattutto l’abito fa il monaco.
Così, per la cronaca.
ERRATA CORRIGE: che un cattolico di sinistra SIA….non ma io sono
“io sono a favore del ripristino dell’obbligatorietà della talare o del clergyman per i sacerdoti…
” I segni parlano” e, soprattutto l’abito fa il monaco.”
Potresti spiegare perché, Fabricianus, vorresti il ripristino?
Tanto per saperlo.
Perché abbiamo bisogno dello scandaloso coraggio della testimonianza, dell’essere se stessi, Marilisa. Senza vergogna. Ê quello che sto cercando di dire da un giorno almeno.
Grazie a tutti, devo dirlo, per questi dibattiti così forti ma così vivi. Anche noi, in un certo senso, siamo una famiglia. Buonanotte
Quoto Fabricianus.
A proposito.
Le notizie politiche di queste ore dimostrano due cosettine.
Una molto scontata, che l’antiSB serve solo a SB.
L’altra meno, se do retta alle contrapposizioni di qui.
Il PdL ha una fine molto greco-classica: non nella forma del parricidio, ma in quella di Crono che divora i propri figli.
Solo che l’entropia qualitativa della storia secolare dà la misura del valore della cosa.
Tutto finisce, PdL compreso, non con uno schianto, ma con un piagnisteo.
Avevo uno zio sacerdote che portava sempre la tonaca, però era di un’altra generazione (era il fratello di mio nonno) di mio ho sempre avuto un certo timore del sacerdote in tonaca, non lo so perchè, forse sarà che oggi che non si usa più chi la porta è generalmente di impostazione molto conservatrice e anche un po’ rigido.
Da ragazza ero diventata molto amica con il nostro aiuto parroco che era praticamente un hippie, probabilmente era esagerato, ma con i suoi jeans ha quasi reimpostato la mia vita.
Penso che la testimonianza parta sempre da dentro poi è difficile generalizzare siam tutti diversi.
A volte sembra difficile trovare una via di mezzo tra l’essere identitari e il non essere proprio e il farsi risucchiare.
Marcial Maciel Degollado portava la talare
La talare dà una garanzia illusoria.
Non migliora i preti.
Rassicura chi ha bisogno dei marchi di fabbrica.
Ma di vuo’ cumprà sono pieni i marciapiedi….
Con la talare un uomo,
non smette di andare a fare sesso,
non lo protegge dal desiderio di affetto,
non gli impedisce pulsioni pedofile,
non impedisce di rubare,
non impedisce di frodare.
La talare non dà alcuna magia di santità,
non rende migliori,
illude solo chi ha gli occhi foderati di prosciutto.
Basti conoscere la pluralità di esempi in Vaticano
Talarati con mani giunte alla Marini e boxer di Dolce e Gabbana.
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/germania-germany-alemania-20309/
Mi sembra una buona notizia, sarà che ho passato gli ultimi anni a lottare con gli ultrà della rete.
La talare non è garanzia di santità per chi la indossa (basterebbe pensare a “Uccelli di rovo”).
Ma è un segnale non verbale per chi la vede indossare a un sacerdote: sa al primo sguardo chi ha di fronte. In passato è stata disprezzata come “barriera” che separava il clero dal popolo e che “stare in mezzo alla gente” dovesse significare indossare jeans o tute da lavoro. Oggi credo che sia importante soprattutto sapere che si ha di fronte un prete cattolico, un sacerdote.
I Salesiani di solito non indossano la talare, ma si riconosce lontano un chilometro che sono preti.
E vogliamo discutere di come si saluta un sacerdote? volete mettere “sialodatoGesùCristo sempresialodato” con “bella lì Don!”?
Sarà che qui da noi fino a non molti decenni fa si usava dare del voi ai genitori, ma a me sembra che troppa confidenza abbia fatto perdere completamente il rispetto e, con esso, il riconoscimento che le mani dei sacerdoti rendono presente il Signore nell’Eucarestia (motivo per il quale San Francesco diceva che se si fosse trovato di fronte un angelo del Cielo e un sacerdote peccatore incallito, avrebbe comunque scelto di inginocchiarsi davanti al sacerdote e di baciargli le mani).
Era clericale anche San Francesco?
Ciao Marilisa,
in buona parte ti ha risposto l’amico tonizzo con l’espressione lo “scandaloso coraggio della testimonianza…” Nelle città, nei paesi si ha bisogno anche di questo, secondo me.
Può sembrare paradossale, ma molte persone che, conosco sarebbero molto liete di vedere ancora la talare girare per le città.
@matteo
Carissimo, ne sono consapevole: la talare non risolverebbe in alcun modo i gravi vulnus e, problemi se non addirittura reati da te menzionati.
Marcial Maciel Degollado portava la talare
Tornando su il diverso “stile” di Renzi e Buttiglione, vale la pena ricordare che la Chiesa ci invita a renderci conformi alla volontà del Signore, non ad adattare il cattolicesimo alla nostra volontà. Qui sta il punto. Qualcuno ha sottolineato la necessità di non separarsi dalla “città secolare”, ma questo non può farci dimenticare (ecco spiegato perchè ho parlato di tentazione dei nostri tempi) che noi dobbiamo essere nel mondo senza conformarci ad esso, dobbiamo accogliere le logiche di Dio, non seguire le mode e i consensi del mondo.
Caro Fabricianus,
l’unica barzelletta qui è voler pretendere di essere cattolici senza comportarci da cattolici che ricercano la volontà del Padre prima che i successi del mondo. Non si possono mettere sullo stesso piano la CEI e l’Arcigay, il diavolo e l’acqua santa. Le persone adulte e responsabili scelgono e si assumono la responsabilità per le conseguenze dello loro scelte, senza cercare continuamente giustificazioni e scuse. Un politico coerentemente cristiano sostiene la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, non civil partnership o unioci civili tra omosessuali. Sostenere il contrario è molto peggio di una barzelletta: è un tragico errore.
Vorrei tranquillizzare @Marilisa dicendole che non ho alcuna intenzione di battibeccare, e che non mi pare di avere usato alcun tono offensivo, né nei suoi confronti, né in quelli di altri.
Tuttavia essendo questo uno spazio di approfondimento, mi sento assolutamente libera di replicare dai commenti di ognuno, suoi compresi, esprimendo nel caso educatamente il mio dissenso.
Se le mie critiche nei suoi confronti l’hanno, a suo dire, “rotta”, se ne farà una ragione.
http://www.publik-forum.de/Religion-Kirchen/kreuz-net-ist-vom-netz
http://www.novusordowatch.org/kreuznet.htm
Lo so Matteo che, il “pluripregiudicato” fondatore dei legionari portava la talare, ma, vale anche l’inverso: don Alberto Perin a San Vittore talare non ne portava mai…(Non ne faccio un gioco in scatola tipo “indovina chi” sia chiaro.)
Mi spiego: che ci sia o non ci sia la talare, purtroppo i reati vengono compiuti lo stesso.
Cerco di allargare il discorso portandolo su un livello passami il termine di arte e di estetica, poi lo so, rischia forse di essere un discorso di fuffa e, lana caprina, se vogliamo anche un discorso inutile…
Ciao!
Non è solo questione di reati però, anche di modi di porsi. Ho frequentato la Cattolica di Milano collegio delle Orsoline del Sacro Cuore.
Giuro che ti fai come un vaccino contro l’abito ecclesiastico quando vedi certi comportamenti.
Con l’elezione di Benedetto XVI devo dire che ho cercato di superare certe mie difficoltà e ho provato seriamente ad accostarmi al mondo più “tradizionale” della Chiesa, dopo 7 anni rivaluto alla grande i jeans.
Cosa significa veramente testimonianza cristiana? Essere anticonformisti a prescindere è sbagliato ma ridurre tutto ad una serie di esteriorità non è che sia meglio onestamente.
«la Chiesa ci invita a renderci conformi alla volontà del Signore,»
____________________
x la chiesa
Il Signore dice
di non usare il preservativo,
di usare la talare in vaticano e viciniori,
di non giocare con il proprio pene o vagina come si gioca con le dita o con i capelli,
con chi bisogna usare i propri genitali,
ma dice alla banca vaticana di fare affari con la mafia, con gli affaristi ladri,
poi per chi conosce il vaticano,
è il luogo a più altra concentrazione dove persone single
usano della propia sessualità etero e omo
con gravi problematiche psicologiche per la schizofrenia che vivono,
con gravi problemi di affettività inespressa,
e costoro sono di quelli che fanno le prediche per istillare nel popolo
fobie contro la sessualità.
Difficile capire dinanzi alla evidenza
di quale volontà del Signore si tratti,
o di quali vangeli.
Dove il Signore abbia detto certe coglionate e in quali vangeli,
e dove abbia detto che i preti e i vescovi
devono vivere nella schizzofrenia
con patologie ben gravi.
a FABRICIANUS
vedi,
non è il problema chi non porta la talare.
Il problema è investire la talare di magia che protegge e che dà autorità
Chi non indossa la talare può essere santo o pedofilo,
o forse tutti e due,
dopo l’esperienza dei vari decenni ultimi,
dubito che tra i tanti canonizzati non vi siano state persone che non siano state anche pedofile.
Oggi ci sono molte possibilità di far crollare tabù di protezione autoritativa sociale,
cosa che non esisteva fino a 30 anni fà.
Quello che si vuole asserire è la santità di una stoffa.
Piaceva anche a me vedere il prete in tonaca.
Ma siamo nel 2012.
E io sono in questa storia.
Daiiii Fabri
Sì, hai ragione Matteo, siamo nel 2012, per questo concludevo che, il mio alla fine poteva essere un discorso di fuffa/inutile.
Ciao.
Matteo,
il tuo anticlericalismo è ributtante e scandaloso.
Ma come puoi pretendere di essere tu l’unico interprete del Signore?
La gerarchia sbaglia e pecca continuamente e tu sei il solo che ha capito tutto e comprende sul serio le parole di cristo e la volontà del Padre?
Non ti rendi conto del cattivo esempio che stai dando?
Extra Ecclesiam nulla salus.
Perchè dire la verità per te è anticlericalismo ?
perchè è scandaloso ?
ributtante ?
Io non interpreto affatto il Signore.
Io leggo i vangeli.
Non so se leggiamo gli stessi vangeli.
Il Signore non ha mai affermato che fuori dalla chiesa non esiste salvezza.
Ma tu forse hai letto vangeli che a me sconosciuti.
Vedi di argomentare,
invece di urlare anatemi.
Nessun anatema.
Ho scritto “scandaloso”, perchè certe affermazioni non possono che essere scandalo, cioè inciampo, per la fede di chi dovesse leggerle senza conoscere la bellezza e la grazia di appartenere alla Chiesa.
Argomentare il tuo ?????????,
le chiacchiere stanno a zero
mah! a domani
La talare è un segno distintivo, vale a dire, che distingue il laico da colui che celebra i “divini misteri”. Io credo che coloro i quali si fanno interpreti,all’interno di un contesto sociale, di una comunità piccola o grande non ha importanza, della sacralità, ebbene, credo abbiano il dovere di essere riconosciuti in virtù di quel servizio al quale han giurato fedeltà e cuore indiviso a fronte del messaggio evangelico che sono chiamati a diffondere. Un tempo vigeva l’obbligo, oggi, per decreto dal CVII la talare è stata abolita o resa vagamente facoltativa. Ora, aldilà dei motivi etici o morali per cui l’abito, di per sé, non rende più santi tuttavia sarebbe da sciocchi non ritenere questa una escamotage per risolvere alla carlona il problema, che invece esiste. Immaginate una signora cattolica osservante, piena di zelo per la casa di Dio la quale si presenta tutti i giorni all’ambone come le donne di Monte Sicuro che si coprono il capo e si scoprono il c…o , o con il decolté che lascia scoperte le tette ; chiaro che ad un occhio estraneo risulterà non credibile. Idem la talare che non rende puri, o più fedeli, ma credibili coloro che per scelta hanno giurato fedeltà alla Chiesa, e il ruolo che questa persona occupa all interno della medesima. Il consacrato ha giurato di compiere un servizio, o no?! Dunque, tutti coloro che compiono un servizio possiedono un abito da lavoro, così il carabiniere avrà la sua divisa, il cuoco il cappellone da chef, il cameriere sarà dotato di fascia ai lombi e così via, a ciscuno il suo…non vedo perché i preti debbano mascherarsi sempre da laici…qual’è il motivo?! Io non lo trovo…
Tutto qui!
..o forse il motivi e chiaro come l’acqua sorgiva: non hanno alcun desiderio che altri sappiano che sotto quel ginz e polo, la maggior parte delle volte griffato, c’è un prete. E questo perché’essere prete, di questo tempio “post moderno” frammentato, liquido, dove si respira solitudine ad ogni angolo richiede sacrificio, annientamento, perdita del proprio ego. Diventare “appigli ” forti per un prossimo sempre più alla deriva è una attraversata nel deserto che genera inquietudini profonde. Che cosa può spingere un giovane a giocare la propria vita per la Chiesa in una stagione in cui ad essa non vengono risparmiati attacchi e critiche…ecco la ragione per cui npon indossano la talare: non li protegge affatto, anzi, li espone agli attacchi…per questo ritengo eroici i preti giovani che indossano la talare. Bravi, veramente da ammirare…
Matteo, mi pare che tu stia facendo un po’ di confusione.
Non è che se un prete non porta la talare allora non va a fare sesso o non è pedofilo.
Peraltro ti pregherei di usare più rispetto per l’uso della parola pedofilia, visto che ha un carico atroce di dolore e sofferenze.
Detto questo, la talare era portata anche da Giovanni XXIII, oggi Beato della Chiesa cattolica. E non penso fosse un affarista, un fimminàro o un pedofilo. La portava anche don Mirenzi, il parroco di Sant’Onofrio (VV) morto in completa e perfetta povertà, che non aveva paura di vivere ogni giorno con tanta fede in Dio dicendo a sé stesso e a tutti che “Dio provvederà”. E Dio provvedeva per lui ogni giorno, con la carità dei vicini e dei fedeli. Carità nel rammendare quella talare ormai consumata, carità nel dargli un po’ da mangiare che spesso ha diviso con tanti poveri. Come vedi ci sono preti in talare che sono cornuti (e nessuno lo discute); ma ce ne sono molti di più che sono santi.
Allora, torniamo a bomba: a che serve mettersi la talare, o il clergyman, o “un adeguato segno di riconoscimento” come prescrive la CEI? A testimoniare. Riconosco un soldato perché ha la divisa. Devo poter riconoscere il prete perché è vestito da prete e quindi prende un impegno anche con me. Lo ha preso con Dio facendosi consacrare, lo prende anche con me perché vestito da prete non si vergogna di testimoniare la sua fede. E io mi sento incoraggiato a testimoniarla con lui.
Già questo mondo è freddo, se ci vergogniamo di mettere la lampada sul moggio perché faccia luce, tanto piacere…
Visto che parliamo di testimonianza: oggi, in pubblico, quanta gente avete visto segnarsi? Quanti a mezzodì si segnano ancora perché è l’ora di guardia?
Sì, Elsa, mi “hanno rotta” perché seguono un unico percorso.
Il che dimostra una posizione pregiudiziale nei miei confronti, e ciò non è normale.
Sappia comunque che io mi esprimerò sempre come mi detta la mia testa e la mia reattività a seconda dei casi, proprio come accade ad ognuno di noi.
Che a lei sembri “intolleranza” o meno.
Sappia comunque che io mi esprimerò sempre come mi detta la mia testa e la mia reattività a seconda dei casi…
Certo, come no! L’abbiamo già visto su questi schermi.
Dice il saggio:
mostrami come scrivi e ti dirò chi sei!
😉
Ringrazio Tonizzo e Fabricianus per la delucidazioni sull’abito distintivo dei preti.
Esprimo la mia opinione.
La talare non mi piace per niente. Mi riporta a quando ero bambina, quando la Chiesa aveva il volto arcigno di un’ Istituzione estremamente rigorosa e punitiva volta a tenere in soggezione i fedeli.
Cosa per me sbagliatissima.
Proteggeva l’immagine di un Dio più castigatore che amorevole e misericordioso. Da una parte la Chiesa un po’ fuori della società, dall’altra i laici, fedeli e no, ben separati e, soprattutto, colpevoli di tutto. Una Chiesa pronta a predicare dal pulpito, e spesso male, come ci si doveva comportare, ma con tanti errori e peccati ben nascosti ( ma neanche tanto) e di cui comunque non si doveva parlare.
Una Chiesa che, a mio avviso, ha fatto molti danni, inculcando negli uomini sensi notevoli di inferiorità e complessi di colpa non indifferenti. La Chiesa dei “NO”. Sempre “NO”, per questo e per quello. Inculcava l’idea del peccato onnipresente, anche per stupidaggini.
Conosco persone che ancora oggi, con il triste retaggio di tale insegnamento, non riescono ad essere mai serene.
Si rivolgono a Dio, nelle loro preghiere, con il “voi”.
Una fede forzata, non vera; una fede che non dà gioia.
Ecco, la talare mi riporta alla mente questa Chiesa.
È sorpassata e la trovo paragonabile ad un costume antico di una popolazione qualsiasi, di quelli che si indossano solo in certe feste e sagre popolari, per poi dismetterlo subito dopo passata la festa.
Diverso è il discorso per il clergyman.
Questo, lo sappiamo, è un più moderno abito distintivo dei preti, immagino più comodo per loro. Più in linea, secondo me, con la Chiesa post conciliare rinnovata.
E lo trovo dignitoso e accettabile da chi vuole che sia rispettata la forma.
Ecco, il punto è proprio questo: la forma. Perché di forma si tratta.
Il prete è consacrato nel suo intimo, non nella forma esteriore. Non ha bisogno di abiti che parlino della sua speciale appartenenza a Dio, del suo speciale legame col Cristo.
Basta che lo dica subito, di essere prete, quando incontra qualcuno.
Il mio parroco, persona stimabilissima, è un prete vestito come tutti gli altri uomini. Nessuna particolarità. Ottimo prete, straordinario predicatore. Molto apprezzato da tutti i parrocchiani.
Ne conosco molti altri vestiti normalmente. Tutti degni di rispetto, per niente inferiori ad altri.
L’estate scorsa, in vacanza, ne ho conosciuto uno di una simpatia unica. Molto alla mano, ti metteva subito a tuo agio.
La bellezza di questa “anomalia”(?) è che così i preti li vedi particolarmente vicini a te. Nessuna distanza .
Non c’è vergogna da parte loro, come alcuni qui hanno detto.
Che preti sarebbero?
Vogliono dirti chiaramente che si sentono uguali a te e si pongono al servizio di tutti con semplicità, senza sentirsi appartenenti ad una specie di casta.
Io li preferisco.
PS
Tonizzo, io quando passo davanti ad una chiesa, il segno della croce me lo faccio senza nessuna vergogna. Ma se altri cristiani non lo fanno, non penso che sia perché si vergognano. Forse lo ritengono, al di fuori della chiesa, una mera formalità che niente ha a che fare con la testimonianza.
Elsa, vada a farsi un giro…
Elsa, vada a farsi un giro…
Già fatto, grazie… A stendere lenzuola
La talare mi piace.
Sarò fortunato, ma non ho mai incontrato il volto arcigno dell’Istituzione, ma anche in quell’Istituzione ho incontrato il volto del Risorto.
Quando ho incontrato volti arcigni, mi son sempre chiesto se erano loro ad esserlo, oppure erano le mie nevrosi e il mio transfert.
Non ho mai incontrato un NO di quell’Istituzione che non mi facesse crescere.
Ho incontrato anche il volto arcigno di chi buttava la talare alle ortiche, ma non rinuncia va predicare il nulla del mondo al posto del Verbo.
Ho anche incontrato il volto affabile di chi si presentava a passo con i tempi.
Antidogmatico, antirituale, antitutto, ma sempre in ritardo, con i tempi del Signore e con i tempi dei poveri fedeli: un’affabilità vuota e sterile, una gioia falsa, senza virtus e senza virtù.
E piena di inutili rancori.
Che vedo, sento e leggo, qua e là.
Che dirne? Non apprezzo.
Ma comunque alla forma non si scappa.
Perché o ad una forma, istituzionale o no si aderisce comunque.
Non c’è nulla di più ritualistico del richiamo al cuore e alla vita.
Non c’è nulla di più scontato, ossessivamente reiterato, del male che si proietta sul rito, sulla forma e sull’istituito.
Non c’è nulla di più etnocentrico e razzistico, dell’essere come tutti gli altri.
Soprattutto quando non lo si è.
Non c’è nulla di più aberrantemente ripetitivo della confusione programmatica tra essere e agire, tra agire in quel che si è e agirne al di fuori.
La talare mi piace.
Ma visto che il problema è la forma, e la specifica testimonianza di quella forma (fides et forma), vada pure per qualunque abito.
Perché chi dice che l’abito non fa il monaco, non vuole né il monaco e neppure l’abito.
No, caro lycopodium, è proprio così : l’abito non fa il monaco, non sempre almeno.
A me “il monaco” piace, eccome se mi piace. L’abito molto meno.
Tu non hai incontrato quel che io ho incontrato, e mi fa piacere per te.
Ma ti posso assicurare che la mia esperienza è quella di cui ho detto, e non è stata solo la mia. Altrimenti non ne avrei parlato.
Il CVII fortunatamente ha cambiato molte cose.
E del resto fu indetto per rinnovare, non per giocare.
Chi si esprime a favore del “prima”, ha nostalgie del passato che intende come “l’età del meglio”. E non riesce a vedere, credo per partito preso, il negativo–molto negativo–che c’era.
Fa parte della riluttanza al cammino in avanti che lo Spirito Santo addita, nonostante la riottosità di molti uomini che vogliono aggrapparsi, con tutte le lorio forze, al tempo che fu.
Chi si esprime a favore del “prima”, ha nostalgie del passato che intende come “l’età del meglio”. E non riesce a vedere, credo per partito preso, il negativo–molto negativo–che c’era.
Aspetta … aspetta … questa, … questa mi sembra di averla già sentita 😉
Chissà se ha già sentito anche questa: lei è una cafona e perfino una STRONZA.
L’aveva mai sentita?
Fulgido esempio di tolleranza, democrazia, laicità, apertura di mente, rispetto verso il prossimo e … educazione.
Stai parlando di me o di quella?
Federico B., continua a coltivare la tua faziosità, facendoti un po’ più in là, per favore. Non metterti in mezzo.
“La riottosità di molti uomini [e donne] che vogliono aggrapparsi, con tutte le lorio forze, al tempo che fu”…
Sic!
Infatti la Chiesa va avanti e non si ferma agli anni ’60.
Infatti è così. Va avanti la Chiesa, ma sempre rinnovata dallo Spirito Santo. Ed è giusto così.
Mi sembra che Renzi abbia dato un contributo positivo al rinnovamento del PD, anche se forse con qualche eccesso di personalismo. Bersani mi sembra un po’ troppo l’erede del PCI-PDS-DS. L’ultima Rosy Bindi non mi piace: preferivo quella degli anni ’80-’90, prima che diventasse così acida.
Sulle solite baruffe non mi pronuncio: mi hanno stancato.