Su Craxi la penso come Napolitano. “Aveva delle responsabilità, certamente. Ma è stato colpito in modo sproporzionato: ha fatto quello che facevano tutti, solo esponendosi di più e ha pagato anche per gli altri”: così scrivevo per la rivista Il Regno al momento della morte. Puoi leggere quel mio articolo di dieci anni addietro nella pagina COLLABORAZIONE A RIVISTE elencata sotto la mia foto, cliccando sull’ultimo titolo in basso.
Su Craxi la penso come Napolitano
14 Comments
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Bravo Luigi, per averlo scritto allora. Il nostro presidente, come dire, è di riflessi un pochino più lenti: ha condannato l’invasione dell’Ungheria una cinquantina d’anni dopo, è turbato per la vicenda Craxi adesso … Insomma, chi va piano va sano e va lontano.
sinceramente non sono d’accordo con Napolitano, almeno con quella interpretazione che vorrebbe Craxi vittima della magistratura. Se vittima fu, e ammettiamolo anche per un attimo, lo fu del “si salvi chi può” che nel crollo della “bestia dai piedi di argilla” fu la strategia di tutti i coinvolti.
E tra quelli che ora lo incensano forse ci sono molti che Craxi non stimerebbe affatto perchè abbandonando la barca che affondava lo hanno lasciato solo.
Usò il sistema e fu usato dal sistema. Chi indagava faceva solo il proprio mestiere: scardinare il malaffare. Quale colpa ci può essere in questo ?
Strano paese il nostro, in cui sono gli onesti a doversi vergognare.
Meriti politici? forse, però
– negli anni in cui raggiungeva l’acme del suo potere il debito pubblico volava ai suio punti più alti;
– la scala mobile ci salvò dall’inflazione, ma con il sangue dei lavoratori dipendenti, mentre nei piani alti si facevano lauti affari;
– diversi miliardi di euro prendevano la strada di conti esteri intestati a lui o a suoi prestanome;
– la grande crisi (e figuraccia) internazionale di Sigonella fu il frutto della sua “statura” politica: peccato che un altro grande statista (questo sì per davvero) come Spadolini era del tutto in disaccordo. http://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_di_Sigonella
– dobbiamo poi a lui l’attuale disastrosa situazione dell’informazione televisiva, che partita con i decreti Berlusconi finiva per essere sancita dalla legge Mammì, di cui Vittorio Feltri (si proprio lui) disse:
“Per quattordici anni, diconsi quattordici anni, la Fininvest ha scippato vari privilegi, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia; e il Psi con il suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l’altro la perla denominata ‘decreto Berlusconi’, cioè la scappatoia che consente all’intestatario di fare provvisoriamente i propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente. Decreto elaborato in fretta e furia nel 1984 ad opera di Bettino Craxi in persona, decreto in sospetta posizione di fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura, in un soprassalto di dignità, e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano morti suicidi per la vergogna” (L’Europeo, 11 agosto 1990)
molto bello il tuo articolo caro Luigi.
Articolo di un fratello che scrive in morte di un fratello.
Però non so nemmeno se sia un eroe nazionale, o se sia uno cui dedicare una strada… è vero se ne dedicano di più numerose a personaggi infinitamente peggiori… però non so… fu uno che fece quel che tutti facevano, già questo basta perchè non sia additato ad esempio…
Creds che di fronte ad un uomo morto in esilio debba prevalere la “pietas”, per cui non capisco l’accanimento “post mortem” di un Di Pietro.E un politico va valutato sotto tutti gli aspetti: per i suoi meriti (in politica estera, sulla questione della scala mobile, sul Concordato), ma anche per i suoi errori (l’aumento del deficit pubblico, il clientelismo, l’ostilità nei confronti dei cattolici democratici etc.) e per i suoi reati.Non va demonizzato ma neppure santificato, come molti oggi tentano di fare; non gli intitolerei mai una piazza (intiitoliamola piuttosto a Falcone, Borsellino, Levatino ecc.). mi viene in mente l’atteggiamento pensoso del Manzoni del “Cinque maggio” di fronte alla morte dei Napoleone: “Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”.
Sul piano etico era molto migliore Berlinguer, anche se sbagliò clamorosamente su vari fronti (ebbe comunque il merito di combattere il terrorismo e di rompere con la linea filosovietica dei suoi predecessori).
Quelli che non sopporto sono i craxiani oggi al potere (Cicchitto, Brunetta etc.), che mi sembra abbiano decisamente virato a destra rispetto alle posizioni riformiste di Craxi. Non si può scegliere una posizione politica solo per risentimento e per recuperare il potere.Se poi vogliamo dirla tutta, l’ex PCI ebbe le sue colpe (pensò di prendere il potere cavalcando la questione morale e presentandosi come un partito “diverso”, con molta presunzione), ma a tirare le monetine a Craxi e ad agitare il cappio in Parlamento c’erano soprattutto uomini della Lega e dell’estrema destra, che oggi si ritrovano tranquillamente al Governo insieme agli ex craxiani. Come mai questa indignazione a senso unico, solo nei confronti della sinistra? Davvero non capisco. E all’epoca (1992-93) i giornali berlusconiani non criticavano “Mani pulite” ma lodavano i magistrati: perchè non hanno avuto il coraggio di difendere subito Craxi ma lo hanno sfrittato politicamente quando il vento ha cambiato direzione (dopo il 1994)?
Mah. Se uno ferma una persona per la strada, alla domanda “Craxi, chi era per lei?”, 99 su 100 risponderà: “Un ladro”. I lanciatori di rubli del Raphael hanno evidentemente fatto centro.
Craxi non è un eroe, certo. Ma ha pagato per tutti perché a differenza degli altri era meno furbo, era un politico che ha avuto l’innegabile merito di fare un governo e comandare quattro anni. A differenza dei governi Dc che duravano 20 giorni e cadevano.
L’errore di Craxi è stato forse nella sua fuga. Ma in un certo senso ha pagato anche lui. Forse più di tanti altri che oggi siedono onorati in altri luoghi e che non sono stati processati per ruberie inenarrabili. Avrebbe dovuto accettare il processo e l’eventuale condanna, come ha fatto Andreotti. Forse oggi sarebbe senatore a vita o comunque un padre della Patria.
Alcuni cristiani hanno difeso Craxi per ragioni politiche. Altri per ragioni politiche l’hanno combattuto. Ma una pietà non politica e tuttavia reale, cristianamente motivata, per Craxi vivo non l’abbiamo espressa.
Luigi, come hai ragione…
sai cos’è? gli è che la pietà si esprime sempre per chi sta in basso, per chi è umiliato dalla vita, dallo stato, dai politici, dai preti, dai giornalisti.
Per un uomo di potere è difficile esprimere pietà… Si pensa che egli proprio nell’esercizio del suo potere non debba dare adito a dubbi sulla sua moralità.
E questo penso che in gran parte sia giusto pretenderlo.
Ripeto: additarlo come esempio da imitare mi sembra esagerato.
Fu un politico che si distinse rispetto ad altri del suo tempo, ma anche in politica i giudizi non sono utti positivi.
Pietà cristiana per la persona di Craxi, ma non scherziamo: tanti ancora oggi sono i suoi emuli e non certo in positivo.
Qualcuno sa dirmi come mai Berlusconi non ha parlato? forse aveva paura di perdere consensi se dice che Craxi in fondo era un brav’uomo?
Erano solo rubli quelli che gli tirarono addosso? o anche centesimi di dollaro?
fu un capro espiatorio. Dopo di lui molti hanno continuato a ricevere tangenti, a dx e a sx (ancora in questi giorni)…
La malattia della politica non è Craxi, ma il potere ad essa connesso.
battuta divertente trovata sul blog
se a Milano non vogliono dare il nome di Craxi a una strada lo diano almeno a
una prigione!
Su Berlinguer migliore di Craxi, forse il divin poeta ammonirebbe: «Non creda donna Berta e ser Martino, per vedere un furare, altro offerere, vederli dentro al consiglio divino …»
(Come la gente sia in realtà lo sa solo Iddio, comunque dovendo esprimere una preferenza io non mi fiderei mai di quelli con la faccia austera, seria e composta, aria penitenziale, voce bassa e saudente, valori morali bene in vista … mi è subito più simpatico chi non se la tira. Per dire una cosa nota: tra Andreotti e Scalfaro, di corsa il primo, e così via … ma è solo un esercizio di fisiognomica, chi lo sa poi come stanno le cose …)
Io che sono “giovane” e quando Craxi era al Governo ero ancora piccolo, resto allibito di questo revisionismo storico.
D’accordo che puo’ essere stato il capro espiatorio, ma alla fine era colpevole di qualcosa sì o no?
Mi sembra che in Italia la tendenza a passare dalla gogna agli allori sia un po’ troppo diffusa.
Credo che ci vorrebbe il giusto equilibrio di dire: Craxi e’ stato colpevole, al pari di altri che non furono condannati, ne’ piu’ (come e’ successo) ne’ meno (come ora sembra). Ma la colpevolezza resta. O no?
Bettino Craxi è morto da troppo poco tempo per non considerare le vicende che l’hanno coinvolto come cronaca. I suoi figli sono vivi e soffrono ancora per tali vicende. E’ un uomo che ha contribuito a fare la storia di questo Paese e sarà la Storia a esprimere un giudizio. Io mi astengo dal giudicarlo, nella consapevolezza che si può essere politici capaci, addirittura statisti e, al tempo stesso, disonesti, al di là del fatto che lui lo sia stato o che abbia fatto parte integrante di un sistema corrotto (perché oggi è tanto meglio?).
Però, c’è un uomo che vorrei ricordare. Si chiama Sergio Cusani. Anche lui faceva parte di quel sistema, anche lui ha commesso dei reati, anche lui è stato condannato (5 anni e 10 mesi di reclusione, anzi anni 5 mesi 10, come si dice). Sergio Cusani ha scontato la sua pena fino all’ultimo giorno prescritto dalla legge e ha affrontato il processo e il carcere con dignità. Dettaglio non trascurabile, ha restituito 35 miliardi di lire.
A mio avviso, il discorso su Bettino Craxi andrebbe diviso in tre parti.
V’è, innanzitutto, il senso di giusta “pietas”, ben svolta da Luigi nel suo vecchio “pezzo” sul “Corriere” (di cui ci ha ora, e nuovamente, ri-fornito evidenza) e che va cristianamente provata ed “adoperata” verso un uomo un tempo potente e che, poi ha finito di trascorrere i suoi giorni in amara, umiliante solitudine.
Poi, c’è la valutazione politica della figura di Craxi, per definizione opinabile, e su cui ognuno gode del perfetto diritto di pensare quel che vuole: per me, politicamente parlando, Craxi ha molti più torti che ragioni, ma è solo il mio parere, e vale come tale.
Infine, i suoi comportamenti, come dire ?, penalmente rilevanti: qui, a mio modo di vedere, non c’è più nulla da dire perchè Craxi è già stato, ed ampiamente, giudicato dalla Magistratura al punto da accumulare su di sè condanne per oltre 20 anni di galera (di cui, per inciso, non ha scontato neppure mezza giornata, preferendo scapparsene verso il sole di Hammammet), che nessun “revisionismo”, o “commemorazione” o pretesa di “riabilitazione” potranno mai togliergli.
Buona serata !
Roberto 55
Dimenticavo: quando parlo del “revisionismo” storico su Craxi non intendo certo riferirmi al messaggio inviato alla famiglia Craxi dal nostro Capo dello Stato che, con buona pace di Leonardo, è stato, anche stavolta, semplicemente perfetto per sobrietà, senso della misura ed equilibrio.
Ancora un saluto a tutti.
Roberto 55