Dopo cinque mesi di pausa, dovuta al mio Covid, lunedì 3 maggio alle 21.00 riprendiamo Pizza e Vangelo da remoto, via Zoom, leggendo da Marco 3, 22-30 l’episodio nel quale gli scribi “venuti da Gerusalemme” accusano pubblicamente Gesù di cacciare i demoni per conto del principe dei demoni: Beelzebùl. Nei commenti la scheda che ho inviato ai partecipanti abituali. Chi fosse interessato a collegarsi mi scriva in privato e riceverà le istruzioni per partecipare all’incontro.
Studiosi della Bibbia accusano Gesù di farsela con Beelzebùl
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Parole prima generose e poi severe. Eccoci a un brano nel quale Gesù pronuncia due affermazioni forti sul perdono dei peccati, una di una generosità totale e l’altra severissima: Tutto sarà perdonato ai figli degli uomini […] ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato (versetti 29 e 29).
Faremo ingrandimenti su ambedue le affermazioni e soprattutto sulla seconda, forse la più severa di tutta la predicazione di Gesù, ma di ardua interpretazione: la disputa sul peccato contro lo Spirito Santo attraversa i secoli e resta a tutt’oggi aperta. Vedremo che c’è incertezza tra gli interpreti, che generalmente si limitano a parafrasare il detto evangelico: “un peccato contro lo Spirito Santo è un permanente stato d’animo di resistenza a Dio” (Rudolf Schnakenburg1969); “il peccato di chi non semplicemente rifiuta la manifestazione di Dio, ma la rifiuta lucidamente e consapevolmente” (Bruno Maggioni 2008); “quanti resistono a oltranza al disegno di Dio” (Giacomo Perego 2011), “libero rifiuto dell’uomo di scegliere la vita” pur avendola “conosciuta” (Innocenzo Gargano 2012).
Un detto che sconvolge. Concluderemo che è meglio lasciarla aperta, la disputa sul peccato contro lo Spirito, resistendo alla tentazione di usare queste parole di Gesù – che Giovanni Paolo II definì “impressionanti e sconvolgenti” (Enciclica Dominum et vivificantem 46) – contro altri cristiani, o contro non credenti; tentazione che si è presentata spesso nella storia. Ma forse potremmo arrivare a una conclusione provvisoria: che qui Gesù si riferisca al peccato di coloro che “sanno quello che fanno”; ai quali dunque non è applicabile la magnanima misericordia da lui sempre professata e riaffermata in morte verso i crocifissori: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Luca 23, 34).
Il motto di Gesù sul peccato imperdonabile si trova – con poche variazioni di dettato – in tutti i Sinottici. Puoi vederlo in Matteo 12, 32 e in Luca 12, 10, i quali aggiungono a Marco la precisazione che sarà perdonato anche chi “parlerà contro il figlio dell’uomo”. Dunque la bestemmia contro lo Spirito Santo è più grave del parlare, o bestemmiare, contro Gesù. Anche questo ragguaglio comparativo contribuisce a rendere complessa l’interpretazione del motto.
Scesi da Gerusalemme. Come approccio narrativo – e dunque di partenza – metteremo a fuoco l’attacco di questi scribi “scesi da Gerusalemme”. Richiameremo il precedente di Giovanni il Battezzatore, attestato dal Vangelo di Giovanni 1, 19: quando “i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: tu, chi sei?” – Gesù dopo le cosiddette controversie di Galilea è finito sotto l’inchiesta dell’autorità religiosa centrale di Gerusalemme. Proprio come era capitato a Giovanni.
Dovremo anche dare un’occhiata alle due miniparabole con le quali Gesù confuta l’accusa di cacciare i demoni “per mezzo del capo dei demoni”. La parabola del regno o della famiglia divisa in se stessa è evidente di suo, mentre quella dell’uomo forte legato da un assalitore più forte risulta più complessa ma gli interpreti sono unanimi nell’indicare Satana nell’uomo forte e lo stesso Gesù in colui che lo lega e lo depreda.
Marco 3, 22-30. Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”. 23 Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? 24 Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25 se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26 Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28 In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna”. 30 Poiché dicevano: “È posseduto da uno spirito impuro”.
Pizza da remoto o da asporto? – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 18 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora la pizza non c’è ma il nome è sempre quello: i nomi durano più delle cose.
Meeting da remoto aperto a tutti. Siamo un gruppo di una ventina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 3 maggio. L’ultimo appuntamento fu lunedì 16 novembre. Subito dopo mia moglie ed io risultammo positivi, io finii anche in ospedale e me ne venne una tale stanchezza, con forte calo della voce, che per cinque mesi non c’è stato verso di riprendere gli incontri. Riprendiamo ora. Invito chi già partecipò a cercare nuovi pizzaroli.
Posseduto da Beelzebùl. Posseduto dal capo dei demòni, dunque indemoniato. Marco è l’unico dei sinottici a precisare che gli scribi accusano Gesù d’essere indemoniato; e l’accusa è ripetuta – a modo di riepilogo – al versetto 30. Forse Matteo e Luca hanno voluto attenuare, segnalando la sola alleanza con il capo dei demòni. Ma l’accusa dell’ossessione personale tornerà in Giovanni 8, 48: “Gli risposero i Giudei: non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?”.
Invito a leggere tre testi.
1. Paragrafo 24 del Catechismo della Dottrina Cristiana di Pio X (1905): 24. I SEI PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO. 1) Disperazione della salute; 2) presunzione di salvarsi senza merito; 3) impugnare la verità conosciuta; 4) invidia della grazia altrui; 5) ostinazione nei peccati; 6) impenitenza finale.
2. Paragrafo 1864 del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) – riassume quanto affermato dal Catechismo di Pio X senza ripetere l’elencazione dei sei peccati e usando un linguaggio più sobrio: 1864 La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna.
3. Enciclica “Dominum et vivificantem” di Giovanni Paolo II (1986) – paragrafi 46-48, sotto il titolo “Il peccato contro lo Spirito Santo”. Definisce “impressionanti e sconvolgenti” le parole di Gesù sulla «bestemmia contro lo Spirito Santo» e le qualifica come «parole del non-perdono».
E’interessante che il “peccato contro lo Spirito Santo” venga menzionato da Gesu’ parlando a coloro fra gli ebrei che lo accusavano ‘di essere posseduto da uno spirito impuro. Sappiamo che prima di morire Gesu’ chiese il perdono per coloro che lo crocifissero ( Padre perdona loro perche’non sanno quello che fanno) , mentre chi lo accusa di essere posseduto da diavolo, peccherebbe del peccato contro lo Spirito Santo, l’unico peccato che non puo’essere perdonato.
Quindi il peccato contro lo Spirito Santo non ha a che vedere con le azioni , ma ha a che vedere con la Verita’ . E’paradossale che gli esecutori materiali della sua morte possano essere perdonati, ma coloro che lo accusano di essere posseduto dal diavolo, no.Il peccato contro lo Spirito Santo si configura come una Menzogna , come un ribaltamento della Verita’ . E’definire male il bene e farlo consapevolmente. Le azioni di uomo non c’entrano con questo peccato, ma c’entra la disposizione del suo animo. Se l’anima e’profondanente intrisa di menzogna consapevole , se si arriva a ribaltare la Verita’ , fino ad accusare Gesu’ che faceva del bene di essere posseduto dal diavolo, questo significa essere irrimediabilmente tagliati fuori da ogni luce, da ogni redenzione.
https://gpcentofanti.altervista.org/il-peccato-contro-lo-spirito/