Straordinaria maestria che non serve a nulla

Altra giornata di vento a Santa Marinella, altra festa del surf [vedi il post di ieri]. Straordinaria maestria che non serve a nulla ma che ha i suoi riti e i suoi tatuaggi. Arrivano già in tuta e guardano lontano. Cercano di capire il mare prima di avventurarsi. A riva fanno esercizi di riscaldamento. Si legano la tavola al piede e vanno vigili verso il ribollente. Più serie ancora le poche donne. Altri ne arrivano e restano schierati a bordo mare per un tempo e due tempi. Ognuno con la sua tavola, sembrano guerrieri tribali seminudi con gli scudi di corteccia. Quando si profila un’onda più arcuata i riguardanti alzano le spalle e si piegano in avanti come a spiccare il salto. Se l’onda è grande il surfista esprime un desiderio. Anch’io da terra.

7 Comments

  1. Clodine

    In un certo senso li invidio questi coraggiosi, impavidi guerrieri. Forse perché io ho un vero terrore, e al contempo rispetto, del mare. Immergermi oltre la pancia mi crea un soffocamento immotivato, una sorta di talassofobia. Credo che la paura del mare sia come quella del fuoco: ancestrale, e dunque , patrimonio collettivo dell’umanità. Altrimenti non si spiegherebbero le leggende legate alla presenza nelle acque di divinità terribili e feroci, dei mostri, la cui esistenza veniva confermata dai tanti racconti dei marinai . Ulisse aveva Scilla, il mostro che rendeva pericoloso il passaggio nello Stretto di Messina. Perseo la sua Medusa, e quanti antichi manoscritti narrano i misteri legati al mare! Addirittura un papiro etiopico su Alessandro Magno descrive la sua famosa immersione in una campana popolata di creature sconosciute e di un orribile serpentone che gli sfilò accanto per ben due giorni tanto era lungo, lo stesso Leviatano, che Giobbe descrive “grande come il potere di Satana”….e quello del Lacoonte. Io ho paura del mare, della sua forza imprevedibile, dei suoi capricci e tradimenti, del suo contenuto, di quelle erbette fluttuanti e pungenti, di quegli animalini tentacolati, alcune uncinati, altri con codine velenose che pungono e fuggono lasciandoti parti del corpo violacee e dolenti. Il mare è cattivo: non restituisce i morti, li inghiotte, li trascina nei fondali, tra i suoi gorgi, per sempre…non ha pietà e non va sfidato incautamente! Mi piace osservarlo, questi si! Al mattino presto,nella quiete, quando la risacca rilascia sulla rive piccoli spumosi sbruffi di organza che disegnano, sulla sabbia, armoniosi ventagli di varia grandezza. Mi piace osservare le piccole conchiglie, i teneri granchietti che si infiltrano scomparendo totalmente. Mi piace osservarlo,senza disturbarlo, quando tutto è silenzio e il sole, all’estremo orizzonte si alza timidamente tingendo ogni cosa di rosa e azzurro..

    25 Luglio, 2011 - 22:06
  2. marta09

    Dei surfisti ammiro la pazienza. Aspettano l’onda migliore e spesso da riva non capiscono perchè se ne sia lasciata scappare una che pareva “buona”, ma loro sanno.

    Sanno nuotare nolto bene i surfisti, ma hanno un rispetto profondo per il mare, non lo prendono in giro e non sono imprudenti.

    Io amo nuotare e nuoto parecchio.
    A Clo dico, che il mare non è cattivo come non lo è la montagna (anch’essa nasconde pericoli e animali letali), ma deve essere rispettato.

    Teti, tra l’altro, non era una figura negativa o mostruosa.

    Tutto è bello e bene su questa Terra: siamo noi che spesso non rispettiamo nulla.

    26 Luglio, 2011 - 8:01
  3. nico

    OT
    Oggi, santi Gioacchino ed Anna, auguri a tutti gli sposi

    26 Luglio, 2011 - 8:20
  4. fiorenza

    Sono i nonni di Gesù. Auguri, dunque, anche a tutti i nonni.
    Nico, vai leggere ( o a rileggere) il post di Luigi “Nonna, mi prendi la luna?” del 23 luglio dell’anno scorso. Credo che ti piacerà molto. E’ tra i miei “indimenticabili”.

    26 Luglio, 2011 - 9:14
  5. nico

    Fio, ho pianto.
    Ho pianto per il bambino che vede il nonno “grande”.
    Ho pianto per il canto meraviglioso e le parole che dice:
    “Vedete la luna laggiù? — Solo metà se ne vede eppure è rotonda e bella! Così sono molte cose che noi confidenti deridiamo, perché i nostri occhi non le vedono.
    Noi orgogliosi figli degli uomini non siamo che poveri peccatori e non sappiamo gran che; tessiamo tele di ragno e ci diamo da fare con molti artifici e restiamo ben lontani dallo scopo.
    Dio, mostraci la Tua salvezza, fa che non ci rallegriamo di ciò che è vano! Fa che diventiamo semplici e che siamo di fronte a te qui sulla terra come bambini pii e lieti”.

    Ho pianto per l’insieme di emozioni indefinibili e profonde che si affollano in me da ieri.

    Ho pianto infine per la sensazione di impoverimento che mi coglie, scoprendo che le persone più belle e le voci più delicate vengono così spesso soffocate dalla protervia e dalla volgarità e dalla superficialità e vorrei chiedere loro di non tacere, di non restare in disparte, di fare la cristiana fatica di farsi sentire: abbiamo bisogno di incontrarle, di appoggiarci a loro, di lasciarci accompagnare per attraversare le acque profonde. In fondo sono loro i nostri angeli…

    26 Luglio, 2011 - 9:35
  6. Gioab

    @ Luigi Accattoli
    interessante il tema mr Accatolì, non per il surf ma per quel tempo, “un tempo, due tempi” e hai dimenticato l’altro “mezzo tempo”.

    Hai idea a che cosa si riferisce ? ( Daniele 7.25 – Riv. 12.14)
    p.s. però non dice “due tempi” ma “dei tempi”

    26 Luglio, 2011 - 11:40

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