Un bel saluto da Rimini dove tengo un incontro di Quaresima in Sant’Agostino su invito del vescovo Lambiasi. Ci conosciamo dalla giovinezza. E’ venuto a prendermi in Stazione, abbiamo camminato per le vie portando lui il mio trolley. Ora sono suo ospite e guardo dalla finestra la fiancata del Tempio Malatestiano. Sono felice di essere qui per quello che vedo, per le storie di vita che qui raccolgo e per l’argomento che tratterò. Vado adattando i miei appunti allo specifico di questo appuntamento che vuole essere di meditazione più che di dibattito. Qui si può vedere qualcosa della mia preparazione.
Stasera sono a Rimini per Francesco sull’uscita
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Sarà una conferenza molto interessante, Luigi. Gli spunti che hai presentato qui nel blog sono validissimi e suscitano ( susciteranno) riflessioni profonde. Spero che sia così.
Io, per quel che può valere, condivido ogni parola del tuo schema denso di argomentazioni.
“Non solo non vedo segni di obbedienza a quella chiamata a uscire, ma credo…”
Infatti, per ora sono pochi i segni dell’uscita. È sempre assai difficile abbandonare l’abitudinarietà di quel che si è sempre pensato, fatto e detto, riconsiderare nuove opportunità, guardare alle cose da altri angoli visuali.
Tutti ne abbiamo fatto esperienza.
Un Papa che fa leva soprattutto sull’aspetto della misericordia del Vangelo ( la “misericordina”) può anche essere approvato teoricamente negli ambienti ecclesiastici( non in tutti, però), ma non c’è dubbio che interrompe un percorso intrapreso da troppo tempo, e questo è disturbante.
E poi, come tu hai osservato e come anche io mi sono permessa di rilevare qualche volta, la forma mentis di ogni individuo ha buona parte di responsabilità nell’accettazione o meno dei cambiamenti.
Del resto, ancora oggi molti sono visibilmente, direi colpevolmente, rattristati dalle novità scaturite dal C.V.II, e si sono adagiati comodamente nella routine della Chiesa vecchia, trovando un fin troppo facile alibi nel “dovere” di seguire alla lettera la Tradizione espressa in testi e documenti chiusi negli scaffali di una biblioteca invasa dalle ragnatele del vecchiume. Ogni tanto piace rispolverarli e saziarsi di quelle parole “imprigionanti che magari furono feconde un giorno ma che oggi “più non comunicano”.
Hai ragione, Luigi, nel dire che “Questo Pontificato è una provocazione all’avvertenza. Quando ci sarà avvertenza, l’uscita sarà realizzata. O almeno tentata.” Gli inizi sono sempre faticosi, ma è importante anche solo tentare di uscire. Senza cercare alibi di alcun genere, senza avventarsi contro chi sprona ad andare verso coloro che si sono smarriti (le 99 pecorelle), verso chi ha cessato di credere a causa delle mille difficoltà della vita, o anche perché la Chiesa risulta poco credibile, rinchiusa com’è nella sua autoreferenzialità e talvolta colpevole di impudicizia e di asservimento al potere o a Mammona. Anche la Chiesa ha bisogno di perdono come tutti.
Ha detto bene Ratzinger a questo proposito.
Questo Papa ha il merito indiscutibile di riportarla davvero all’unico faro luminoso di riferimento: il Vangelo.
Gli umili e i semplici, che sono in stragrande maggioranza, glielo riconoscono. Gli intellettuali spocchiosi e gli ignoranti lo avversano.
Che Dio li illumini !
Le persone che credono che la Chiesa pre Vaticano II non fosse in “uscita“?le persone che credon che solo col Concilio Vaticano II si sia letto il Vangelo,le persone che credono che la vera Chiesa cattolica sia nata nel 1962 e prima fosse solo supestizione non solo sono ignoranti ma sono in malafede. Se queste persone leggessero la enorme e profonda cultura cattolica pre-vaticanosecondista si renderebbero conto che la Chiesa e(SEMPREstata in uscita cioe‘ missionaria,e‘ sempre stata evangelica,e‘sempre stata santa.Quelli che credono do essere piu‘cristiani dei loro nonni o bisnonni,piu‘caritatevoli di una dama del seicento,piu‘evangelici di Don Bosco sono dei poveri illusi.Si riempiono la bocca di parolone dialogo,misericordia,la chiesa in uscita.. una qualsiasi vecchietta che sgranava il rosario era piu‘cristiana di loro!
La stessa Argentina se non fosse stato per quei fondamentalisti cattolici pre-Vaticano II che penso Marilisa disprezzi,che erano gli spagnoli del XVI secolo,non sarebbe cristiana!
Quei cattivoni dei cattolici pre Vaticano II guarda caso erano talmente in uscita che hanno evangelizato L‘America,L‘Asia,L‘Africa!
L‘albero lo si giudica dai frutti ha dettoGesu‘, L‘albero pre vaticano Ii ha dato copiosi frutti. Quello post-vaticano Ii non sembra aver dato grandi frutti.
Più che altro il VatII è finito 50 anni fa cioè 7 anni prima che nascessi, possibile che ci sia ancora chi lo considera una novità?
Tra un po’ è vecchio come Trento santo cielo…
discepolo
sbaglia chi mitizza il vaticano II, ma l’epoca pre- vaticano II non era la mitica età dell’oro di cui vai blaterando.
Sara, mi dispiace addolorarti, ma il fatto che il C.V.II si sia fatto 50 anni fa, prima che tu nascessi, non significa che sia vecchio.
Considera, se ci riesci, che il tempo non va valutato a partire dalla tua data di nascita o dalla mia o da quella di altri. Pensa che 50 anni nell’arco di 2000 e più dall’inizio del cristianesimo sono nulla più che un soffio. Capito, cara?
Il Vaticano II è stato, a tutti gli effetti, una pietra miliare nella lunga storia della Chiesa. Grazie a papa Giovanni XXIII che aveva capito la necessità di un rinnovamento. Peccato che sia morto prima della conclusione.
Tu non hai avuto modo, per fortuna tua, di conoscere la Chiesa preconciliare; io, anche se piccola, l’ho conosciuta bene e sono in grado di valutarne le enormi differenze. Fidati, se puoi, di quel che dico.
Ancora c’è qualcuno che rimpiange quella Chiesa lì, e mi chiedo se sia in grado di ragionare. Poi mi rispondo che qualcosa non va in quelle menti retrograde e abbarbicate ad un passato che, se non è tutto da dimenticare, in buona parte è da riporre in un angolo nascosto, dove di solito si ripongono le reliquie. Perché, ahimè, ancora esistono persone che, formate alla scuola di una religiosità rigorosa e costrittiva che agitava in lungo e in largo lo spauracchio del castigo, hanno paura di Dio e sono ben lungi dall’amarLo. E questo è un peccato grave, a mio modestissimo avviso.
Però scusi dopo 50 anni basta pure a rivangare quanto ero brutto ai vostri tempi, cercate di capire anche come siamo cresciuti noi.
sara
proprio perchè tu sei relativamente giovane puoi glissare sul preconcilio, io purtroppo l’ho vissuto e quindi non sono così serena. Non starei a rivangare, tanto ho solo ricordi orridi che è meglio dimenticare, se non spuntasse sempre qualcuno a dire sì che quelli erano bei tempi!.
Ho vissuto come un vero incubo i tentativi di b16 di ritornare indietro per quanto riguarda l’aspetto liturgico, per fortuna in larga parte disattesi.
Discepolo, lei che ama appassionatamente un cristianesimo fatto di conquiste e di crociate e di esclusivismo religioso, lei che inveisce spesso in modo blasfemo contro il Papa attuale, vada a rileggere bene ( e a imprimersi nella mente) le parole sensate di Luigi Accattoli, che fra le altre cose dice giustamente: “La Chiesa in uscita invece va oltre l’ovile, le mura, la pedagogia, l’anagrafe e il linguaggio della Chiesa costituita, non più in grado di corrispondere all’umanità circostante, perché essa ha dato grandi vantaggi in altra epoca ma oggi costituisce un impedimento. Un ostacolo all’incontro missionario con l’umanità che è al di là di essa. All’incontro apostolico con ogni umanità, quale fu quello dei primi secoli.”
Discepolo,uscire per evangelizzare non significa andare per conquiste, ma oggi il senso del termine è un altro. Lei, per esempio, dovrebbe essere rievangelizzata,ne sono convinta, e come lei molti altri ancora. Perché a voi il cristianesimo appare come un insieme di formule codificate in rituali che neppure Gesù il Cristo forse avrebbe approvato nella sua semplicità. In fondo, bastano poche parole sincere per riconciliarsi con Dio.
La parabola del figliol prodigo lo insegna bene.
Parlare con il cuore, agire con il cuore, immedesimarsi nelle persone( di qualsiasi colore e religione) che vivono disagi di ogni genere: questo è “essere dei veri cristiani”. Niente a che vedere né con i discorsi elaborati che non toccano il cuore di chi ascolta, ma solo le teste di chi si compiace delle belle quanto inutili parole, né con i propositi di inculcare una visione perversa di Dio Padre, immaginato quasi unicamente come il giudice severo che minaccia castighi e che allontana da sé e dal suo Amore.
“Non una Chiesa giudicante quindi, non la condanna ma la “medicina della misericordia”, come già diceva Papa Giovanni.”
Un incubo gli antichi riti liturgici?
C’è chi preferisce certe forme liturgiche e chi altre. E allora, Picchio?
C’è da avere degli incubi per un graduale gregoriano o un altare che dà le spalle all’assemblea?
Ci sono incubi ben peggiori.
Un incubo certi scandali Vaticani. Un incubo i predi pedofili. Un incubo i beni delle curie e il potere temporale. Un incubo l’ipocrisia.
Poi, per me, che ognuno preferisca la Messa che gli pare.
Sara, a me non piace rinvangare, figurarsi ! Lo faccio solo, per accenni, quando il momento lo richiede.
Tu, del resto, quando vuoi vai a citare altri concili che si rifanno ad un passato davvero remoto. Che dovrei dire allora?
Che avrei dovuto dire ad un giovane pretino che, ultratradizionalista com’era, un giorno rinvangò il catechismo di Pio X, che lui nemmeno conosceva?
Se i tempi passati sono alle nostre spalle da quel dì, a che vale volere ad ogni costo riportarli in auge?
Il tempo non passa invano e porta con sé cose nuove, molte delle quali ( non tutte) hanno ragione di essere. Questo è nell’ordine delle cose.
A Fides dico, anche se non interpellata, che “un altare che dà le spalle all’assemblea” è proprio da incubo.
Se in una assemblea qualsiasi chi la presiede dà le spalle agli altri partecipanti, non lo trovo per niente naturale. Anzi, mi viene da ridere.
A maggior ragione nell’assemblea del rito eucaristico.
Il prete deve guardare ed abbracciare con lo sguardo e con i gesti i fedeli tutti.
Gesù quando istituì l’Eucaristia, era a mensa con i discepoli, non dava loro le spalle.
Fides
Un incubo per me, perché la mia infanzia in cui si celebravano solo le messe tridentine è stata dal punto di vista religioso un vero incubo. regole e regoline senza senso da rispettare in modo formale, l’inferno che ti veniva prospettato per qualsiasi cosa, il parroco che indicava una macchia sul muro e diceva l’ha lasciata un povero bambino dannato mentre il diavolo lo trascinava via., il parroco che quando sbagliavamo le risposte al Catechismo ci faceva passare una buona mezz’ora in ginocchio sul pavimento con le braccia alzate.
E le liturgie? Solo le donne e i bambini nei banchi, gli uomini fuori che entravano prima della Consacrazione, ma se stavano in piedi in fondo continuando a discutere e trattare il bestiame a voce alta, il parroco che si girava e sbraitava ‘fate silenzio’.
E l’ipocrisia c’era già allora, solo molti anni dopo ho saputo che quello stesso parroco che tanto ci terrorizzava aveva l’amante.
Picchio, che le dici a fare queste cose?
Tanto chi le sente, non ci crederà mai.
Chi non le ha vissute , le ritiene assurde, perché effettivamente hanno dell’ assurdo.
E che dire di un prete che ho conosciuto rigorosissimo da giovane e che da vecchio, in una casa di riposo dove celebrava la Messa ha insidiato una pensionante di cui si era invaghito e a cui diceva che un prete è un uomo come tutti gli altri?
Il risultato è stato che quella donna( che io conosco molto bene) da allora non è andata più a Messa.
Se la religiosità costruita a tavolino è questa, meglio che i pastori vadano a zappare o a mungere le pecore.
Molto meglio che la Chiesa ripensi al suo mandato e alle persone che devono svolgerlo.
Anche su questo punto il Papa ha detto parole incisive. Si spera che venga ascoltato.
Magari, non so, dava le spalle all’assemblea perché il centro dell’assemblea non era il celebrante, ma il tabernacolo e tutto era rivolto all’unico Oriente?
Anche a me non entusiasma, ma posso capirne il senso.
Certo che se questo è abbastanza per darvi gli incubi siete messe un po’ maluccio. Comunque trovo odiose e insensate le dispute liturgiche.
Poi, tutto il resto, amante incluso, fa parte di quell’ipocrisia di cui dicevo.
Picchio nella mia famiglia nessuno parlava mai del preconcilio (quando ero bambina e i ricordi dei miei nonni e dei miei genitori erano ancora forti) hanno vissuto bene il passaggio senza rimpianti ma anche senza rancore per quello che c’è stato prima.
Ho sentito parlare del concilio con Benedetto XVI perchè prima non lo nominava nessuno.
Penso che ad un’iniziale euforia sia seguito un certo disinteresse.
Personalmente non voglio affatto tornare a prima, però capisco chi lo vuole, perchè noi abbiamo vissuto eccessi dal lato opposto. E infatti nelle celebrazioni di Francesco mi pare si siano colte molte indicazioni di Benedetto.
In ogni caso non capisco davvero quali strutture siano di peso, ma la conoscete la vita delle parrocchie??
Che dobbiamo eliminare per poter evangelizzare?
Mi pare un suicidio che Francesco si guarda bene dal volere onestamente.
“Tu, del resto, quando vuoi vai a citare altri concili che si rifanno ad un passato davvero remoto.”
Citare un fatto del passato ha un senso anche storico non è che se cito la rivoluzione francese è perchè rimpiango le crinoline di Maria Antonietta o la ghigliottina di Robespierre.
Si parla della rivoluzione francese perchè bene o male ha avuto un’importanza enorme nella storia europea (e non solo) .
Così concili che sembrano lontani nel tempo hanno ancora effetti su di noi.
Quando entri in Chiesa e ti fai il segno di croce è perchè secoli fa ci hanno dibattuto e fatto un concilio.
Senza Nicea non diresti il credo a messa, uno ricorda solo questo quando cita i concili lontani.
Anche io da ragazza ho vissuto la fase tabula rasa, però per quanto sia divertente all’inizio alla fine…
Infatti, la storia è lo strumento che meglio ci consente di valutare gli accadimenti di oggi.
Se la si conoscesse si potrebbe capire cosa ad esempio si sta celando dietro un Salvini che si allea con Casa Pound e qual è il rischio che ne può derivare.
Purtroppo si preferisce mettere una pietra sopra il passato ed ignorarlo; e così si ripetono gli stessi tragici errori.
E’ molto più facile rompere con il passato, disconoscerlo, rinnegarlo, piuttosto che farne oggetto di meditazione.
Un atteggiamento che si può definire insieme ottuso e presuntuoso.
Non arrampicarti sugli specchi, Sara.
La storia non è solo quella studiata sui libri per avere un diploma o una laurea. Storia è anche quella recente riportata da chi l’ha vissuta di persona. Un fatto come il C.V.II è STORIA a tutti gli effetti. L’ho già detto: una pietra miliare nella Chiesa. E se tu ti senti disturbata solo nel sentirne accennare, è perché anche tu sei, in tutta evidenza, nel filone tradizionalista, dal quale hai enucleato concetti e dottrina che hai appreso su testi e discorsi del tutto teorici. Che tu lo ammetta o no.
A me francamente non interessa granché che il Credo risalga al Concilio di Nicea.
Mi interessa di più vedere la realtà della Chiesa di oggi messa a confronto con quella di ieri, ed evidenziarne le differenze. Quando merita farlo.
La tua insofferenza, dimostrata più volte, nel sentire parlare di un evento storico tanto importante come il Vaticano II parla chiarissimo sulla tua impostazione religiosa. Non mi stupisce ma non la condivido.
Comunque è altrettanto evidente che ancora non hai le idee abbastanza chiare né ti interessa averle. Per posizione presa.
Sara
“In ogni caso non capisco davvero quali strutture siano di peso, ma la conoscete la vita delle parrocchie??
Che dobbiamo eliminare per poter evangelizzare?”
Perchè mi dici questo? Non ho assolutamente niente contro le parrocchie, anzi. Quando ero coi focolarini ci veniva detto, a causa della predilezione di giovanni paolo II per i movimenti, che noi ( noi movimenti tutti) eravamo il nuovo, i nuovi evangelizzatori, noninutili ricettacoli di cristiani nominali che riempivano ( si fa per dire) quelle vecchie parrocchie ormai obsolete. Già allora mi sembrava un’idiozia, ora con il senno di poi ne sono certa.
“Certo che se questo è abbastanza per darvi gli incubi siete messe un po’ maluccio.”
A dire il vero, l’incubo non c’è proprio e tuttora dormo bene.
Ma vedere la faccia o la schiena e il sedere del prete durante la celebrazione eucaristica, per me fa una bella differenza.
Se per lei, Fides, non c’è differenza alcuna, non so che dire.
A me piace vedere la faccia di chi presiede un’assemblea e di tutti, non il didietro.
Brutta roba il rancore.
Fa invecchiare male.
Scusi, Spiletti, cosa c’ entra il rancore? Ce lo spieghi, prego.
Infatti Picchio il nostro nuovo vescovo sta cercando di riportare i movimenti in parrochia
Comunque.
“Uscire. “Uscire uscire” – “uscire dalla nostre comodità e andare alle periferie geografiche ed esistenziali” – “uscire” dal recinto delle istituzioni e del linguaggio ricevuto – uscire dall’ingabbiamento dell’annuncio cristiano in una ideologia religiosa irricevibile per l’umanità contemporanea. Uscire dagli ambienti popolati da cristiani praticanti e andare dai non credenti, o da chi ha rotto con la Chiesa. Uscire perchè le 99 pecore sono fuori e nell’ovile ormai ce n’è una sola. “Uscire per evangelizzare”: cioè per portare Cristo e il suo Vangelo, non una nostra cultura.”
Uscire dagli ambienti dei cristiani praticanti, non si può più andare anche in parrocchia?
L’uscita la vivo tutti i giorni a contatto con una società secolarizzata ma la comunità dei fedeli ben radicata nel proprio territorio mi pare irrinunciabile.
Non credo che uscire significhi non frequentare più la parrocchia. Significa uscire dopo che ti sei ricaricato le pile in parrocchia, o nell’incontro del gruppo di lettura biblica o nell’incontro del tuo movimento.
Una cosa non esclude l’altra.
Noi focolarini alla fine passavamo tutto il tempo, anche il tempo libero, tra noi .altro che evangelizzare…probabilmente intendeva questo co l’uscire dall’ambiente dei cattolici praticanti.
La parrocchia mi sembra il contrario del circoletto, se non altro perchè raccoglie un po’ tutti, dal tipo che vedi battesimo matrimonio funerale a chi vive lì praticamente da secoli…
“Uscire dagli ambienti dei cristiani praticanti, non si può più andare anche in parrocchia?”
In estrema sintesi “uscire” vuol dire semplicemente lasciare i soliti schemi di un cristianesimo predicato dal pulpito della chiesa parrocchiale, e andare incontro fattivamente a chi ha maggiore necessità di un incontro vivo con chi si dice cristiano.
Significa aiutare col cuore (e senza inutili predicozzi), per quanto è possibile, chi è in difficoltà materiale e morale, chi soffre perché la vita gli ha riservato colpi duri.
Significa cercare di immedesimarsi nel prossimo più sfortunato di te, per fare come il cireneo che per un tratto di strada ha portato la croce di un Altro ( Gesù).
Perché in qualunque prossimo ( di qualsiasi colore e religione) dobbiamo vedere rispecchiati noi stessi.
Ha detto Gesù: “ama il prossimo tuo come te stesso”.
E questa regola d’oro è presente–chissà mai perché–in tutte le principali religioni.
Non ci vogliono grandi studi né belle parole per metterla in pratica. Occorrono sensibilità e buona volontà, che assai spesso si ritrovano, infatti, in persone semplici e non acculturate, per le quali la teologia di cui si beano certi intellettualoidi, non ha alcun significato.
Amen.
Beh, a quanto pare, il cristianesimo, oltre che dai pulpiti della chiesa parrocchiale, si declama anche dalle pagine di un blog.
Io dico sempre: attenti a parlare, che il rischio delle belle parole, del tanfo dell’ipocrisia è sempre lì presente.
Le belle parole del Vangelo le conoscono tutti, anche i cosiddetti lontani.
I quali, appunto, se ne stanno lontani proprio per l’ipocrisia di chi le pronuncia.
E a proposito di ipocrisia vomitevole:
http://video.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/helg-quando-lottava-contro-corruzione/7ec502e4-c1a5-11e4-b25e-6a1aaa2c8bc6
Picchio qui c’è qualcosa che fa per te:
http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/15_marzo_03/picchio-donnola-volo-lotta-la-sopravvivenza-fotografia-baa17f2a-c1ac-11e4-9eeb-2972a4034f5c.shtml
Qui si passa dalla teologia e dall’arte all’ornitologia e al bird watching.
grazie Luigi delle foto veramente fantastiche 🙂 🙂
però il mio picchio non è così bello.
Per quelli che fanno proclami morali e poi sono presi con le mani nella marmellata:
Oh, YES!
Per chi vota alle primarie un condannato in primo grado di giudizio e poi il Pd vuole cambiare la Severino:
Oh, YES!
Per europarlamentare che dichiara in Tv che i Rom sono la feccia della società, e il pubblico presente applaude:
Oh, YES!