Ricordate Irina, la giovane mamma svizzera delle gemelline Alessia e Livia, uccise dal papà Matthias – poi suicida – per vendicarsi del disamore di lei? Per conto loro e a loro nome lei oggi si occupa di bambini in giro per il mondo. La sua storia è narrata dal Corsera con un ottimo articolo della collega Giusy Fasano: ALESSIA E LIVIA AVEVANO 6 ANNI. IL PADRE SI SUICIDÒ IN PUGLIA – «Ho perso le gemelline, aiuto i bimbi del mondo» – La seconda vita della madre di Saint-Sulpice.
Con i bambini del mondo per conto di Alessia e Livia
10 Comments
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A proposito di bambini: “a due anni ti canto Salve Regina”
http://www.cantualeantonianum.com/2013/01/per-la-serie-il-gregoriano-e-i-bambini.html
Si ripete la sorpresa di ogni volta.
Il dolore fa schifo.
Ma non esiste sofferenza così grande e così schifosa che non sia-incredibilmente- capace di generare vita e roba nuova in chi la vive e “la usa” per andare agli altri.
Se uno ci pensa bene, questa è poi la logica- e anche la teologia- della Croce. Quello che Gesù ti propone dal Vangelo, lo puoi verificare tu stesso come vero, magari arrivandoci da altre strade.
“Senza bambine ma con tutti i bambini del mondo.”
Commovente. Come l’amore può trasformare ogni dolore. Anche quello più assurdo e terribile.
Uno splendido esempio di come la Croce sia una ricchezza, come dice Lorenzo.
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2013/1/18/Usa-New-York-bimbo-di-7-anni-va-a-scuola-con-pistola-nello-zainetto/355401/
Ma noi, NOI, come possiamo aiutare “i bimbi del mondo”?
E, a proposito di “mondo”:
stragi e violenza in Algeria…profughi siriani (mamme e bambini)…situazione del Mali….
Et coetera…
Qualcuno può spiegarmi quale “politica estera” seria sia riuscito a trovare nei vari programmi elettorali? Può darsi che sia io che non so leggere…
Tutto ciò che so pensare, di fronte a questo post, è raccolto in una pagina di Elie Wiesel, ‘La notte’.
Perdonatemi, non ho parole e non posso tacere.
http://www.corriere.it/lettere-al-corriere/13_Gennaio_15/Politica-estera-_42b3507e-5eda-11e2-8d79-cb6cdb3edff8.shtml
Al di la dell’obbligo imposto dal 5° Comandamento, anche umanamente non riesco a trovare una logica che preveda il togliere volontariamente e violentemente una vita umana: propria o degli altri poco importa. Oltre alla facile battuta che “è fatica sprecata dal momento che tutti si muore: è solo questione di tempo”.
D’accordo, la mente umana può comprendere quanto di più logico/illogico, ponderato/irragionevole, razionale/irrazionale si possa immaginare.
Oso immaginare che un omicidio, per quanto premeditato, possa essere sempre il frutto di una più o meno lucida follia. Ma svanito l’effetto euforico della follìa, quale può essere lo stato d’animo dell’omicida quando comincia a rendersi conto della mostruosità del proprio gesto? Non oso immaginarlo: anzi, per quanto mi sforzi, non ci riesco.
Quando poi sono i bambini a subire queste (più o meno) lucide aberrazioni… mi blocco. Non riesco ad procedere e devo necessariamente lasciare il pensiero là dov’è arrivato: nel vuoto della non conoscenza.