“Fui testimone della telefonata di Sergio Mattarella, allora commissario della DC di Palermo, che nel 1987 sbloccò una situazione che appariva impossibile smuovere: a Roma non ne volevano sapere che a Palermo nascesse quella che poi passò alla storia come la ‘giunta anomala’ di Orlando. Con la sua pacatezza e con la forza dei suoi argomenti, senza mai alzare la voce, Mattarella riuscì a esercitare una moral suasion degna del più esperto arbitro politico. Quella medesima capacità di arbitrare tra sfiducia e speranza l’ho ritrovata nel discorso d’insediamento, con il quale è riuscito a ottenere il consenso e l’applauso convinto e pressoché unanime dei grandi elettori, sulla rilettura della Costituzione, fatta in termini di cultura politica cattolico-democratica”: è Bartolomeo Sorge nell’editoriale del numero di marzo di “Aggiornamenti Sociali”, Mattarella, un arbitro per la partita italiana. Nel primo commento un altro brano dell’editoriale, nel secondo un mio saluto a Bartolomeo.
Sorge su Mattarella arbitro tra sfiducia e speranza
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Cultura cattolico-democratica. Sorge: “Si può dire che Mattarella, entrato in politica all’inizio degli anni ’80 dopo l’assassinio del fratello Piersanti da parte della mafia, ha seguito e accompagnato la progressiva evoluzione della cultura cattolico-democratica, nelle successive versioni storiche attraverso cui è passata: dalla DC al Partito popolare, alla Margherita, all’Ulivo, fino al PD. Nel 2008 lascia la politica attiva, ma continua il suo impegno, attraverso convegni e dibattiti, per mantenere accesa sotto la cenere la cultura politica cattolico-democratica che, grazie alla sua elezione alla presidenza della Repubblica, è riemersa viva e attuale. Cosicché oggi molti si chiedono se con Renzi a Palazzo Chigi e con Mattarella sul Colle stia per avverarsi davvero il sogno di intere generazioni di cittadini «liberi e forti», il sogno di Sturzo e De Gasperi, di Dossetti e Lazzati, di Zaccagnini, Martinazzoli e Moro”.
Un abbraccio a Bartolomeo. Il padre Sorge ha 85 anni e una mente sveglia che è una meraviglia. Lo frequento da quattro decenni e sempre imparo, a parlargli e a leggerlo. Il mio ultimo incontro pubblico con lui fu a Vercelli, un anno addietro, chiamati a interpretare Papa Francesco. Per un mio profilo del caro Bartolomeo, che da qui saluto:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/collaborazione-a-riviste/%E2%80%9Cla-traversata%E2%80%9D-del-padre-sorge-e-io-con-lui-ma-non-sempre-d%E2%80%99accordo/
Grazie per questa importante segnalazione.
Stima per la persona e per l’intelligenza, ma non mi ha mai convinto del tutto per le sue idee.
L’ho trovato sempre divisivo, portato a sottolineare quanto del cattolicesimo politico (che non coincide con l’unità politica forzosa dei cattolici) andava separato.
A mio parere, invece, ci sarebbe voluta più attenzione.
Sulla primavera di Palermo intesa come esperienza Orlando, invece, penso la si possa considerare accettabile solo in opposto a quel che c’era prima, il che è tanto ma pure molto poco, a ben vedere.
Crozza:
http://www.lastampa.it/2015/02/27/multimedia/italia/crozzamattarella-fa-lautostop-vado-a-trovare-la-merkel-1rrQOXjAvuNG0Gb4xKN8PM/pagina.html
🙂
Padre Sorge avrebbe dovuto scrivere
“ha seguito e accompagnato la progressiva evoluzione della cultura cattolico-democratica DI SINISTRA, nelle successive versioni storiche attraverso cui è passata: dalla DC al Partito popolare, alla Margherita, all’Ulivo, fino al PD”.
Come ha dichiarato Rosi Bindi dalla Gruber poco dopo le elezioni presidenziali, Mattarella è sempre stato più a “sinistra” di molti che oggi sono nel PD e che provengono dal PCI/PDS/DS.
Dubito che questo fosse il sogno di Sturzo e di De Gasperi.
Forse di Dossetti.
Ha ragione Francesco 73 ad utilizzare la parola “divisivo”, come sanno bene tutti coloro che vissero quel travagliatissimo periodo di passaggio dalla DC all’Ulivo, in particolare quando Mattarella, con altri, occupò Piazza del Gesù e contestò Buttiglione, segretario legittimamente eletto nel congresso del PPI, calpestò le conclusioni congressuali e, appunto, DIVISE il partito e l’elettorato. Il frutto di quelle azioni è stata l’insignificanza e la marginalità della storia e dei valori democristiani e popolari.
Mattarella, la Bindi e tutti gli altri che con loro massacrarono il rinascente PPI dovranno pur rendere conto, prima o poi, del disastro che contribuirono a compiere (disastro per il popolarismo italiano, perché loro ne hanno ricavato carriere e poltrone).
Crozza fa una bella caricatura, ma sottolinea solo un aspetto, quello più evidente ai giovani, che non conoscono il passato di Mattarella, e al pubblico più di sinistra.
Naturalmente io non nutro ne’ fiducia, ne’ speranza nelle capacità di Mattarella di essere “arbitro” della politica italiana.
Vedremo…
Provo a far presente al signor Spiletti ed ad altri ancora che i valori democristiani e popolari sono teoria e null’ altro se non vengono incarnati da persone degne.
I valori si perdono se restano nell’ astrattezza. La democrazia cristiana ebbe una degenerazione nell’ andar del tempo, e chi la rappresentava ne determinò la scomparsa. Restare attaccati ad una idea è quanto di più sbagliato possa esserci.
“Cattolico-democratico” è già (un po’) “di sinistra”. Un po’ più a destra è “cattolico-liberale” o simili.
Nel momento in cui qualcuno viene considerato “divisivo” all’ interno di un partito, ciò significa che qualcosa si muove e che ci sono pochi o molti che , ragionando con la propria testa, decidono di fare opposizione. Se non si è asserviti all’ idea unica, si è legittimati a staccarsi dagli altri. Questo è nell’ ordine delle cose, lo è sempre stato.
La legge del buon senso indica altre direzioni, ed è proprio delle persone intelligenti imboccare altre vie.
“Se non si è asserviti all’ idea unica, si è legittimati a staccarsi dagli altri. ”
Il pensiero unico lo è in relazione al contesto.
Uno di sinistra contrario all’immigrazione si sentirà certo portatore di un pensiero unico rispetto alla sinistra ma sarebbe massificato invece rispetto ad un gruppo di destra.
(alla fine la più relativista di tutti sono io 🙂 )
@ Grasselli,
non sono d’accordo, cattolico-democratico è sinonimo di cristiano-democratico e si riferisce all’impegno politico dei cattolici nelle istituzioni democratiche, nella cultura e nella società.
L’essere cattolici di sinistra è un’altra questione.
Spero non si sostenga un monopolio del PD (o della sinistra)sull’aggettivo “democratico”.
L’Internazionale Democratico Cristiana comprende partiti e movimenti politici anche conservatori e alternativi alla sinistra.
L’iniziativa della Democrazia Cristiana del XIX era alternativa tanto al liberalismo quanto al socialismo e al comunismo.
Marilisa,
essere “divisivi” significa anche che di fronte ad un confronto aspro tra posizioni opposte e apparentemente inconciliabili ci si pone in assetto da guerra come ad una crociata anziché cercando di mediare e trovare un accordo. Si può benissimo portare avanti le proprie idee senza delegittimare un segretario regolarmente eletto, un apparato direttivo eletto in un congresso con un mandato preciso (mantenere l’unità e difendere la propria identità politica) e, ripeto, senza spaccare il partito in due.
L’occupazione violenta di Piazza del Gesù, le forzatura che ne seguirono, la demonizzazione del povero Buttiglione, la candidatura di Prodi, la disputa sui simboli… tutta una serie di scelte politiche gravi e divisive che hanno nomi e cognomi noti. Pretendere che questi oggi siano “mediatori” e “unitivi” mi sembra eccessivo, ma ormai siamo abituati a tutto.
Non stupisce del resto che anche qui Mattarella sia difeso più dagli ex comunisti che dagli ex democristiani.
Democratico più a sinistra di liberale nel senso che c’è maggiore attenzione all’insieme (il processo democratico) rispetto all’individuo (liberale).
Un socialdemocratico e’ piu a sinistra di un liberal democratico.
In tutti i partiti ( tutti!) ci sono posizioni più arretrate e posizioni più avanzate. È normale che sia così. E il dialogo per arrivare ad un accordo è indispensabile. Ma quando il divario si allarga al punto che diventa una divisione vera e propria, non è più possibile una mediazione ed allora ci sono due possibilità: si dà forma ad un nuovo partito oppure si entra in un conflitto di difficile soluzione. Il che è forse anche peggio perché genera confusione e disorientamento. In una situazione del genere è possibile che si creino punti di contatto fra partiti diversi accomunati però da parecchie identità di vedute. E non c’ è da scandalizzarsi gridando al tradimento e incriminando chi non sta in linea.
Tutto questo noi oggi lo stiamo vedendo nel PD, in FI e nella Lega.
Ogni periodo ha una sua storia con accadimenti diversi.
È del tutto inutile quindi rinvangare il passato.
Oggi, per esempio, il PD di Renzi è comparabile alla socialdemocrazia di una volta; quella che aveva ben poco di sinistra. Per questo motivo è stato possibile il patto del Nazareno,che però è già stato disatteso.
E nel PD le acque sono assai agitate. Ma le cose non vanno meglio in alcuni altri partiti.
Nessuno rinvanga il passato, ma se si parla di Mattarella è inevitabile pensare anche alla sua storia personale e alle scelte che ha fatto e delle quali si è assunto la responsabilità.
Non è lesa maestà ricordare che quando occorrevano mediatori e “pompieri”, Mattarella e la Bindi furono irriducibili “incendiari” e vollero a tutti i costi la frattura (e la fine) del loro partito.
http://www.huffingtonpost.it/2015/01/31/buttiglione-mattarella-berlusconi_n_6584084.html
http://www.lastampa.it/2015/01/30/italia/cronache/il-moderato-che-perse-le-staffe-solo-quando-la-dc-vir-a-destra-FBDZKmOBzWOGCFuQXm8rQP/pagina.html;jsessionid=BC4533E1EEE7DC18E674BC5ED996E414
No Marilisa il PD di Bersani era una socialdemocrazia con Renzi e’ diventato una liberal democrazia . Lo disse anche Cacciari alla Picerno non ricorda?
Eroi dell’antiberlusconismo, ma colpevoli dei suicidio del rinascente Partito Popolare Italiano, che nel 1994, nonostante Tangentopoli, la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto e una elegge elettorale maggioritaria, raccoglieva ancora il 15,75% dei voti.
@Sara,
il Pd di Renzi è un gran caos dove si impongono demagogia e populismo.
Il Corsera di ieri pubblicava un’anticipazione del volume di Giovanni Grasso e Riccardo Ferrigato “Sergio Mattarella il presidente degli italiani” (San Paolo), utile a conoscere le posizioni politiche che tenne negli anni:
http://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20150303/281633893696680/TextView
Sara, io però mi riferisco alla socialdemocrazia di Saragat, scaturita dalla scissione nell’ambito del socialismo di Nenni, che era ben più a sinistra. Partiti e uomini che tu non hai conosciuto, e neppure Renzi per la verità.
La sinistra renziana è molto simile a quella, cioè è una sinistra annacquata. Infatti, anche Berlusconi definì Renzi un socialdemocratico ( l’ho sentito con le mie orecchie), e per questo gli piaceva.
Cacciari sarà pure un genio, ma non può andare a parlare di Bersani come di un socialdemocratico. Non è neppure un comunista ovviamente, ma si pone ben più a sinistra di Renzi. Quella di Bersani è una sinistra netta, che non vuole commistioni con il centro-destra, tranne che nelle emergenze quale è quella del nostro periodo, che esige una forzata collaborazione tra partiti diversi per superare la palude in cui il Paese si trova economicamente.
Renzi, invece, parla apertamente di una sinistra nuova, che non esclude la vicinanza con partiti che di sinistra non hanno neanche l’apparenza.
Ciò detto, è vero, come dicevo nel post precedente, che riesumare il passato è sbagliato. La storia va avanti e le categorie politico-partitiche del passato cambiano, in tutto o in parte, perché logicamente chi è nato ieri difficilmente riesce a ragionare come quelli che sono nati prima. I partiti di oggi sono parzialmente diversi da quelli del passato pur mantenendo la stessa sigla ( ammesso che l’ abbiano mantenuta).
Se però si vuole cambiare la sostanza di un partito, chi opera questo cambiamento deve riconoscere con onestà che quel partito è stato soppiantato da un altro di nuovo conio, e meglio sarebbe trovargli un altro nome. Questo dovrebbe fare Renzi, a mio parere.
Il suo PD è altro da quello di Bersani e compagni, è UN ALTRO PARTITO.
E non può pretendere che siano Bersani e compagni ad uscire dal PD, che è casa loro.
Marilisa Bersani ha militato nel partito comunista quindi in teoria ha un passato più a sinistra di Saragat che era un socialista. (però Saragat non lo conosco).
Cacciari disse che Renzi demoliva i simboli della socialdemocrazia per spostarsi al centro (liberale appunto) e fare il partito della nazione.
http://www.repubblica.it/politica/2014/10/28/news/cacciari_renzi_abbatte_i_simboli_della_socialdemocrazia_per_sedurre_il_centrodestra_con_il_partito_della_nazione-99185510/
Anche Berlusconi viene dai socialisti e per certe cose, a volte, sembra più a sinistra pure lui di Renzi.
Diciamo che essendo caduti in disgrazia tutti i partiti di ispirazione marxista dopo il crollo del muro anche la socialdemocrazia che ieri sembrava poco sinistra è diventata sinistra sinistra, quello si può essere.
@Eugenio Spiletti, non sto coniando definizioni, indico quelle che mi sembrano d’uso comune, senza giudizi di merito, neppure sulle definizioni stesse.
Sara, Berlusconi viene dal socialismo di Craxi che era un socialismo cambiato, anche quello, rispetto a quello d’ origine. Chi se ne intendeva si chiedeva di quale socialismo si trattasse, tanto era lontano dal vero socialismo.
E infatti sappiamo bene quale fine abbiano fatto Craxi e il suo socialismo. Un disastro. Quando qualcuno commette l’ errore di identificare il partito con se stesso e con la sua presunta grandeur, fa la rovina sua trascinandosi dietro il partito.
Anche il partito di Berlusconi si identifica con la sua persona. Quando lui mollerà, credo che il partito si dissolverà come neve al sole .
E non dimenticare, Sara, che anche Mussolini veniva dal socialismo, e la sua svolta fu una pagina tragica della storia del Paese.
Tutti i partiti prima o poi cambiano, e io trovo logico che ciò accada. Ho già detto perché. Ma l’ importante è che le linee di fondo restino.
Se la buttiamo su Mussolini il paragone calza più all’altro dato che sono diventati primi ministri alla stessa età, molti pensano ai giovani in vesione ’68 ma giovinezza era un inno fascista (e gli arditi, il futurismo, la rivoluzione ecc.).
Poi bho speriamo bene.
Io non intendevo tanto riferirmi alla spaccatura del PPI.
Quella fu una brutta pagina, dove tutti ebbero colpe molto gravi, e del resto possiamo serenamente ammettere che Buttiglione non c’entrava nulla con la storia del popolarismo all’italiana. L’ho detto pure a lui anni fa, e credo se ne renda conto molto bene.
Più in generale, non ho mai capito quella parte della Chiesa che – del tutto legittimamente, in quanto rappresentata comunque da persone degne e di valore, come Padre Sorge – auspicava una separazione dei cattolici in politica.
Ne faccio quasi una questione estetica, soprattutto per dei religiosi, degli uomini chiamati a custodire: se esiste una storia comune, pur con tutti i suoi limiti, e si ritiene che abbia un seme buono, come si fa a lavorare e a scrivere per disunirla?
@ Grasselli,
l’uso “comune” di certe definizioni (ammesso che sia davvero diffuso e condiviso da tutti e non sia limitato solo ad un certo ambiente) può anche essere sbagliato.
Io sono cattolico e mi sento un cattolico democratico, ma non vorrei mai essere assimilato al PD di ieri e di oggi (nonostante i vantaggi che me ne verrebbero).
@Francesco 73,
quella parte di Chiesa è stata sedotta dal dossettismo e dal suo irresistibile catto-comunismo. Io poi ci vedrei anche l’eterna tentazione del “divisore” per eccellenza, l’unico che può aver gioito dell’insignificanza e della marginalità a cui si sono ridotti i cattolici, una volta divisi, nella politica italiana.
@Marilisa,
ricordo che i saragattiani erano disprezzati e chiamati “piselli” (dalla prima sigla, PSLI, del loro partito) dai comunisti, i quali arrivarono persino a chiamarli “social fascisti”. Non perché fossero “moderati”, ma semplicemente perché erano loro avversari e la demonizzazione dell’avversario è sempre stata una formidabile arma della propaganda della sinistra: lo vediamo oggi con Salvini, l’abbiamo visto in passato con Berlusconi (e prima ancora con Andreotti, Forlani, Craxi, Leone, Saragat e via via fino a Scelba e De Gasperi). Possibile che tutti i principali antagonisti della sinistra siano, chi più una cosa chi più l’altra, razzisti, fascisti, ladri, mafiosi, delinquenti della peggior risma…?
“Possibile che tutti i principali antagonisti della sinistra siano, chi più una cosa chi più l’altra, razzisti, fascisti, ladri, mafiosi, delinquenti della peggior risma…?”
Se vai in piazza con Casapound è prevedibile che ti diano del fascista, come se la Cgil porta le bandiere rosse che le diano del comunista.
E’ oggettivo, poi ovvio che destra e sinistra si offendano vicendevolmente fa parte della lotta politica, altrimenti finirebbe a tarallucci e vino e tutti contenti.
🙂
Per una volta motivi perchè sente maggiore affinità con la destra senza vittimismo.
Sara,
un conto è la polemica politica, anche aspra, un conto è la demonizzazione dell’avversario, cioè dipingere il proprio avversario come il male assoluto.
Credo si possa dire tranquillamente che si tratta di una specialità in cui la sinistra italiana eccelle da sempre.
Quanto all’ultima questione, io non sento “maggiore affinità” con la destra, ma appartengo ad un mondo e a una cultura che è alternativa a quella del PCI/PDS/DS/PD che dalle mie parti governa ininterrottamente da settant’anni.
Se non appartieni al mondo e alla cultura di sinistra hai maggiore affinità con la destra.
Una volta esisteva il centro, distinto e distante dalla sinistra.
Adesso centro destra e centro sinistra si assomigliano di brutto, il risultato è che si polarizzano le estremità (con il rischio saldatura poi non da sottovalutare)
E comunque anche il centro, prendi Sacconi e il lavoro, sarà pure moderato ma si è impuntato in un modo che ne andava della sua vita stessa.
Alla fine chi è moderato oggi?
Spiletti, la demonizzazione dell’ avversario non va addebitata solo alla sinistra. Quando lei afferma questo, sta demonizzando la sinistra, per esempio.
Tutti i partiti, di qualunque area, “demonizzano” quelli di area opposta, mi sembra.
Cerchi di essere obiettivo per una volta.
bella domanda.
Alla fine della guerra, cattolici, comunisti e liberali sono stati capaci mediando le rispettive posizioni di scrivere una Carta Costituzionale bella e ancora attuale.
Oggi non so se riuscirebbero a mettersi d’accordo su qualcosa
Tanto per dire, a me non piace la visione della scuola e dell’educazione che propone la sinistra emiliana (diciamo pure il PD di Bologna), come si evince da questo articolo:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/bologna-no-benedizioni-pasqua-scuola-prof-e-docenti-fanno-1101839.html
Perché i sedicenti cattolici del PD si fanno scivolare addosso tutte queste cose?
Marilisa,
è vero, la polemica politica necessita delle critiche rivolte alla parte politica che si avversa, ma un conto sono critiche motivate, un conto è demonizzare (è questo di cui parlo io!) l’avversario usando sistematicamente espressioni denigranti e pesantissime: mafioso, malavitoso, razzista, ladro, delinquente.
Non mi pare che “tutti” usino abitualmente queste parole per riferirsi ai propri avversari, né in Europa, né in altre “famiglie” politiche.
Posso assicurare che a Pontida non ci si riferisce al PD come alle feste dell’Unità si parla di B. o (recentemente, da quando i sondaggi lo premiano e lo identificano come il principale avversario) di Salvini.
Non mi aspetto che qui si ammetta che la sinistra abbia usato e usi la demonizzazione sistematica dei suoi avversari più forti (i perdenti, come Monti, sono risparmiati) come normale strumento di lotta politica, ma almeno che si riconosca che questa prassi consolidata non aiuta l’auspicata (a parole) riconciliazione nazionale per il bene dell’Italia.
Criticare non significa demonizzare
http://www.treccani.it/vocabolario/demonizzare/
http://www.treccani.it/vocabolario/criticare/
Ho usato il termine “demonizzare” per significare il mettere in evidenza le negatività dei partiti avversari, esasperandole a proprio uso e consumo.
Lei, Spiletti, questo lo fa spesso. Anzi, lo ha sempre fatto.
Lei vede nei partiti di sinistra proprio un demonio da scacciare. Li vede come il diavolo vede l’ acqua santa. Allora, non è più un “criticare”, è molto di più. Ed è pretestuoso.
Io ho criticato, non demonizzato.
Dire che Renzi è un incapace e che il Pd ha governato e sta governando male sono critiche.
Demonizzare è dire che il principale avversario della sinistra (quale che sia, scegliete voi) è sempre e comunque un pericolo per la democrazia, un delinquente, un mostro e via delirando.
Comunque Marilisa chiudiamola qui.
La prossima volta che tu o io demonizzeremo qualcuno, l’altro lo farà notare, va bene?
Per le critiche (magari motivate) vale la franchigia.
mi infastidiscono le cerimonie religiose tenute in edifici pubblici, sia in orario che fuori orario. Sono da evitarsi. Bisogna tener separati Chiesa e Stato.
Guardi che Renzi lo criticano più da sinsitra che da destra (e infatti gli dicono che è un pericolo per la democrazia e via delirando 🙂 )
Sara,
infatti c’è una demonizzazione di Renzi da parte dell’estrema sinistra.
Il “pessimo” Salvini si limita a dire che Renzi gli sta “democraticamente antipatico”…
Picchio,
abbiamo capito che tu stai dalla parte dei compagni di Bologna.
I cattolici democratici dovrebbero avere una visione diversa della scuola e dell’educazione dei ragazzi, che passa anche attraverso proposte di questo tipo. Non insisto perché siamo evidentemente su barricate opposte.
Laicità e laicismo sono due cose diverse e la scuola italiana dovrebbe essere in grado di essere veramente laica senza diventare laicista.
I cattolici democratici conoscono la differenza, i compagni e i picidi no.
Da noi niente benedizioni a scuola.
Però Spiletti se continua a dire compagni a tutti quelli a sinistra di Alfano (anche lui volendo un po’ di rosso) non è che si può lamentare..
.-)
Sara,
nel PD di Bologna si chiamano tra di loro ancora compagni…
Suggeriscimi tu un termine con il quale identificare tutta l’area del centro-sinistra (ex ulivo). Per me un nome vale l’altro e quello che mi viene per primo in mente potrebbe non essere sempre il più opportuno…
Se lei chiama compagni tutti quelli di sinstra (e lo fa in modo offensivo) perchè si offende se a sinistra chiamano fascisti tutti quelli a destra di Alfano??
Mettersi nei panni dell’altro non è relativismo.
Non mi offendo, ma chiamo demonizzazione il fatto di dipingere il proprio avversario come il male assoluto, a prescindere.
“Compagno” non è un’offesa, anzi molti lo considerano un complimento.
Se ti irrita così tanto non lo userò più, ma sul serio suggeriscimi un sinonimo.
Non mi offendo trovo solo un po’ superficiale massificare il pensiero altrui con una etichetta che trascura sfumature di pensiero molto più articolate. (anche a destra, dessero del camerata da Lupi a Forza Nuova direi la stessa cosa)
@Sara,
a proposito di “compagni”, mi ricordo un modo di dire che mi insegnò una decina di anni fa un sacrestano di Comacchio (e questo la dice lunga sul mondo a cui appartengo e sulle affinità che inevitabilmente ne sono derivate).
Penso che, date le tue origini, tu lo possa capire anche in dialetto:
A gh’iera du cumpagn, un nud e un senza pagn: i è mort tutt du dal fred st’inveran.
Cosa poi intendesse il sacrestano di San Cassiano, lo si può facilmente immaginare anche senza conoscere da vicino quelle terre nebbiose.
Mi immagino che sacerdote fosse. (Viste le affinità)
Non un sacerdote, un laico con mansioni di sacrestano.
Scusate, ma nella mia vita mi è capitato più spesso di frequentare sacrestie e oratori piuttosto che qualche centro sociale okkupato…
E in quei posti poteva capitare di scambiare qualche parola, anche in dialetto, con sacrestani, campanari e perpetue.
Eugenio tu sei uno di quelli che dovrebbe andare un po’ in uscita, come direbbe papa Francesco
E tu, picchio, sei proprio una di quelli che dovrebbe decidersi ad entrare prima o poi.
Okkuptato, in effetti quando sei molto ad un’estremità è normale che anche quelli del centro ti sembrino sospetti.
sono dentro da un pezzo, eugenio. Sono appena tornata da Messa dieci minuti fa..
Sara, Picchio,
quello che è successo a Bologna sarebbe un esempio di chiesa “in uscita” o di moderatismo?
http://www.ilgiornale.it/news/politica/sinistra-che-tifa-lisis-illegali-benedizioni-pasqua-1102215.html
Sara, qui non ci sono sospetti, ma certezze.
Picchio, anch’io sono stato diverse volte alla Festa dell’Unità e una volta, da giovane, persino in un centro sociale di quelli tosti…
Trovo sgradevole Federico voler arruolare la chiesa per le proprie lotte partitiche. (qualsiasi partito) se vuoi combattere i Komunisti fallo senza tirare in ballo il Vangelo.
Mai stata in un centro sociale e in una festa dell’Unità per il resto finiamola lì.
p.s. l’articolo di Langone incommentabile, già solo leggerlo è peccato grave.
Sara,
qui in discussione è la visione della scuola e dell’educazione dei giovani, l’idea di laicità e laicismo, non si può banalizzare tutto parlando di “lotte partitiche”.
La Chiesa non si arruola in nessuna lotta politica, ma il cattolicesimo ha una dimensione sociale e non si può praticare nel nascondimento per poi dimenticarsene in pubblico: ci vuole una testimonianza coerente, anche se va controcorrente.
Se non ti piace Langone non leggerlo e non commentarlo, forse hai più affinità con Concita De Gregorio.
p.s.
io non combatto i komunisti, mi basta non votarli, come fate voi, dopo essere usciti dalla messa, senza badare a programmi, candidati, principi e valori.
Mi permetto di criticare chi si proclama cattolico e poi fa sempre sistematicamente il contrario, chi non si accorge nemmeno di sostenere una visione della società e dell’uomo che confligge chiaramente con quella cattolica: se tiro in ballo il Vangelo è per questo.
Concita de Gregorio mai piaciuta, anche io detesto quello che chiamo il “sinistrume” (che è ridurre la sinistra a posa e moda).
Però Langone nemmeno buono per accenderci il fuoco dai…povero albero morto per stamparci questa roba.
A Sara ricordo le parole del Card. Biffi.
«Un altro esempio di menzogna che si sta diffondendo è quello di chiamare cattolici “integralisti” coloro che coraggiosamente si pongono al servizio della verità e in tutti i modi si adoperano per la difesa della vita, proponendo iniziative che prevengano o distolgano dall’«abominevole delitto dell’aborto», per usare l’espressione del Concilio Vaticano II (Gaudium et spes, 51).
A questi uomini va tutta la stima, la gratitudine, la solidarietà della Chiesa. A loro dico: Non preoccupatevi! In questo contesto, essere chiamati “integralisti” equivale a essere chiamati cristiani. Capita anche a me di vedere qualificati come “duri” o “pesanti” i miei interventi, come se la durezza non fosse di chi sopprime e di chi favorisce la soppressione della vita umana innocente, ma di chi rifiuta semplicemente di ritenere moralmente lecita qualunque uccisione di una creatura incolpevole, e apertamente lo dice.» (card. Giacomo Biffi)
Fede io ho due libri di Biffi in casa: il Liber pastoralis e le sue memorie, eppure Langone farebbe schifo anche a lui..
Buona giornata.
Buona giornata a te e buona lettura.
Spiletti, forse lei non si rende conto che parlare, come lei fa, della sinistra con tanto livore è ” demonizzarla”. Lei non la critica, lei la odia. Tutta la sinistra.
E il card. Biffi, che lei cita spesso perché le fa comodo, è un ecclesiastico che parla da laicista della peggior specie. Non mi piacciono gli ecclesiastici come lui, che vedono tutto il bene da una sola parte. Così come non mi piacciono i laici che fanno lo stesso. Come lei, Spiletti.
Voi non leggete, in tutta evidenza, i documenti attinenti alla dottrina sociale della Chiesa, dove non c’ è mai neanche l’ ombra di quell’ acredine che certi ecclesiastici e certi laici dimostrano nei confronti di chi ha mente aperta e cuore grande.
Voi ,con la vostra ristrettezza mentale, allontanate dalla Chiesa.
Glielo dica, se può, al suo Biffi. Glielo dica che i fatti vanno guardati volta per volta nell’ ambito della realtà contingente e non con il paraocchi dell’ astrattezza idealistica.
Sara, Langone è un ignorante. Basti pensare a quel che ha detto circa ” il prossimo” e a come va considerato. Una teoria tutta da ridere.
E qualcuno qui lo aveva preso pure sul serio.
Marilisa,
il tuo penultimo commento è proprio un esempio di demonizzazione.
Non te ne rendi conto, ma è così.
Spiletti ma li ha letti i commenti all’articolo di Langone?
Torni sul sito del giornale e legga così vede chi è che demonizza.
Comunque da parte mia è assurdo buttarla sul conservatori contro progressisti e destra contro sinistra, ci sono persone valide in entrambi gli schieramenti, io non mi sono mai fatta problemi a spaziare, però certe schifezze no.
D’ora in poi, leggerò solo Cita De Gregorio.
No no continui con Langone, visti i risultati…