“Sorelle d’Italia” mi piaceva

Lo spot SORELLE D’ITALIA mi piaceva e lo trovavo affettuoso, nient’affatto irrispettoso. “L’avete visto” chiedevo alle mie donne dopo averlo scoperto. Ritirato per ordine dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria: ho la mente rutilante. So l’animosità che ha provocato. Per me era l’unica possibilità di indossare ancora l’elmo di Scipio ma apprendo che ad altri faceva l’effetto opposto e senza elmo non sapevano più dove si fossero. Credo di capirli.

53 Comments

  1. sorelle d’Italia?

    E dove la mettiamo la virilità fondante?

    Sù non scherziamo……..
    🙂

    23 Novembre, 2009 - 11:07
  2. Marcello

    Cerchiamo allora di capirli. Chiedo aiuto a chi si è scandalizzato tra i frequentatori di questo ottimo blog.
    Non sono d’accordo con gli amanti della censura, ma faccio il tifo per i fanatici del Risorgimento.

    23 Novembre, 2009 - 12:38
  3. A dir la verità, quella pubblicità piaceva molto anche a me 🙂
    Ben fatta, idea super, belle foto, e con quella colonna sonora lo spot è rimasto impresso proprio a tutti … un BRAVO all’autore!
    Penso che sono altri gli spot che la IAP dovrebbe rimuovere.

    23 Novembre, 2009 - 12:40
  4. tonizzo

    Non si prende l’inno nazionale e si adatta per la pubblicità delle calze. L’inno ricorda la storia di una nazione e quelli che hanno combattuto o sono morti per la Patria. Ce ne sono tante altre di colonne sonore…
    Che si prenda Mameli e si riduca a uno spot per le calze è segno dell’assenza di identità nazionale italiana. E con questo bel viatico ci avviciniamo ai primi 150 anni. A me, che sono erede del Regno più grande e ricco dell’Italia preunitaria, resta la consolazione di sapere che l’Inno di Paisiello non è stato – fortunatamente – sfregiato.
    Iddio preservi il Re, per lunga lunga viiiitaaaaaaa!!!!

    23 Novembre, 2009 - 12:41
  5. Luigi Accattoli

    “Lunga lunga età”, Tonizzo: bada di non sfregiare tu ciò che è restato intatto…

    23 Novembre, 2009 - 14:47
  6. tonizzo

    Andavo a memoria Luigi, poi ho messo il video e mi sono accorto del guaio… ricambio con la marcia pontificia eseguita a Castelvetrano:
    http://www.youtube.com/watch?v=Kid_7ZasvZI

    23 Novembre, 2009 - 14:58
  7. Leonardo

    Lo spot era carino, anche l’arrangiamento della musica la rendeva più gradevole. Del resto, come s’è detto mi pare altre volte, l’Inno di Mameli è difficilmente difendibile: a parte la musica, che forse ha quel tanto di cialtronesco che forse ci rappresenta, le parole sono inescusabili. Qualunque parodia rischia di essere migliorativa.
    Non è per dire, ma quanto a inni quasi tutto quel che c’era prima era meglio. L’inno borbonico di Paisiello è bellissimo, Serbidiola una capolavoro, ho già manifestato un’altra volta il mio trasporto (non condiviso dal reverendo don Maioba) per l’Inno sardo, e adesso aggiungo che persino la Marcia Reale di quei puzzoni dei Savoia mi mette di buonumore (anche perché in origine non aveva parole) e … lo dico o non lo dico? Lo dico: persino Giovinezza è più simpatico. Se si deve essere cialtroni, tanto vale esserlo fino in fondo: “Dell’Italia nei confini / son rifatti gli Italiani /li ha rifatti Mussolini / per la guerra di domani”. Ma vi rendete conto?

    23 Novembre, 2009 - 16:40
  8. tonizzo

    Ma no dai Leonardo, perché l’Inno di Mameli è cialtronesco? Per l’elmo di Scipio? E i crucchi che dicono “Germania sopra tutti”?

    23 Novembre, 2009 - 16:50
  9. mattlar

    Che bello quando si parla di televisione e tu non ne sai nulla!!! Non sapete che soddisfazione che si prova!!! E’ un po’ snob, mi rendo conto… “io la televisione in casa normalmente non ce l’ho e quando ce l’ho non la guardo”. Però è di gran soddisfazione!!! Provate tutti!

    23 Novembre, 2009 - 18:23
  10. Leopoldo

    Io penso che l’inno nazionale conti per ciò che rappresenta, anche storicamente.
    Per me l’unità d’Italia è un valore e la consapevolezza di ciò che abbiamo in comune, chiamiamola pure identità, lo è pure: identità come luogo in cui è possibile la comunicazione e lo scambio con identità “altre” rispetto alla nostra, con la logica e inevitabile conseguenza di un mutamento nel tempo (dell’identità, dico).
    L’inno di Ferdinando sarà pure più bello, ma i re proprietari del loro regno e dei loro sudditi, messi sul trono per volontà divina non ci sono più da un pezzo, almeno dalle nostre parti, e per fortuna.

    23 Novembre, 2009 - 18:45
  11. tonizzo

    In compenso ci sono stati i re corruttori e ladri che hanno rubato il patrimonio del Regno di Napoli e Sicilia per pagare la corruzione ai militari borbonici e ripianare le loro spese. Principio sì giolivo ben conduce, caro Leopoldo… e questa Repubblica è degna figlia di quel Regno d’Italia.
    Ma ormai sono passati 150 anni, stiamo andando verso il futuro e l’Europa unita. Però è bene ricordare certe cose.

    23 Novembre, 2009 - 19:11
  12. Leonardo

    Mah, quel pochino di identità nazionale che abbiamo non ce l’ha certo data il cosiddetto Risorgimento, di cui quell’inno è figlio. Anche volendo ammettere che qualcosa di autentico ci fosse, è un valore che è stato tutto bruciato nella I Guerra mondiale (imposta dai puzzoni-massoni a un paese che non la voleva, gabellandola come quarta guerra di indipendenza) e poi nel fascismo (che si è posto, appunto, come compimento del moto risorgimentale). No, davvero lì nun c’è trippa pe gatti.
    Sarebbe sensato lasciar perdere le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia (tra l’altro, che cavolo di anniversario è?) e usare quei danari per qualcosa di utile.
    I Borboni, dopotutto, non erano tanto peggio dei Savoia. Solo, non erano massoni.

    23 Novembre, 2009 - 19:17
  13. tonizzo

    Beh non solo quello Leonardo, consentimi.

    23 Novembre, 2009 - 19:42
  14. roberto 55

    Anche a me quello “spot” pubblicitario non dispiaceva, e non lo trovavo affatto offensivo del nostro inno nazionale, di cui, anzi !, forniva una versione molto più graziosa dell'”originale” (che – concordo con Leonardo – è tra i più brutti inni in circolazione: gli unici buoni motivi per cantarlo sono le partite della nostra Nazionale ed il pensiero di far, così, arrabbiare qualche leghista).
    Circa “Giovinezza”, no, Leonardo: credo ci sia un limite anche alla cialtroneria, e questo limite “Giovinezza” lo ha “sbordato”, e di parecchio.
    Infine, nessuna nostalgia – ci mancherebbe ! – per i Savoia, ma il Risorgimento non è mica solo i Savoia, anzi ! Per fortuna, esistevano tante altre componenti: e, comunque, non mi pare certo buon motivo per rimpiangere i Borboni …..

    Buona notte !

    Roberto 55

    23 Novembre, 2009 - 22:57
  15. Marcello

    Avevo sperato di trovare qualche fanatico del Risorgimento in questo pianerottolo, ma trovo qualche nostalgico del Regno delle Due Sicilie e mi avvilisco a leggere le solite accuse di massoneria… mancavano solo le plutocrazie e il complotto degli ebrei!
    Viva il Risorgimento (senza fanatismo), viva la libertà.

    23 Novembre, 2009 - 23:33
  16. roberto 55

    Sottoscrivo, Marcello.
    Forse non ero stato abbastanza esplicito nel mio precedente intervento ma, anche se disistimo Casa Savoia e, musicalmente, non mi piace l’inno nazionale, credo, per il resto, di pensarla come te.

    A domani !

    Roberto 55

    P.S.: Leonardo, se è per quello, anche il vecchio inno dell’Unione Sovietica era bellissimo; che fai, diventi comunista ?

    23 Novembre, 2009 - 23:46
  17. tonizzo

    Ahahahaha, Leonardo sei un genio ahahahahaha, l’inno della DDR, hahahahahahahahaha 😛 😛
    E già Marcello, ci sono anche i nostalgici del Regno delle Due Sicilie. Siamo in tanti, sai? A ricordare a chi ha scritto cose ingiuriose tipo quell’idiota di Farini che definì il Sud “Africa”, che noi siamo stati i primi ad avere la ferrovia, le navi a vapore, il telegrafo. Pagavamo meno tasse di tutti quanti, la Sicilia era esente dal servizio militare (e guarda caso quando Savoia volle la coscrizione dalla sera alla mattina le nascite calarono). Ferdinando voleva illuminare Napoli a gas prima di Torino, il Regno calamitava il meglio da Francia, Inghilterra, Austria. Come se non bastasse, il primo battello a fare il giro del mondo spezzando il dominio inglese delle spezie fu una nave battente giglio borbonico partita da Palermo. E già che ci siamo: stavamo tanto in pace quando Vittorio Emanuele si mise in testa di venire a prendersi le nostre terre contrariamente al parere di Cavour che pensava a una federazione di regni – guarda un po’ – sotto la guida del Papa. They’re coming to teach us good manners, but won’t succeed because we’re gods. Viva ‘o RRE!, Viva ‘u RRE!

    23 Novembre, 2009 - 23:48
  18. Nino

    Scusate il ritardo, ma dopo aver letto un po di ..ate, a quelle del caro Leonardo aggiungo anche la mia ricordando agli amici bloggers che l’inno ufficiale adottato in questo sito è L’Inno o la marcia Pontificia, che io adoro:

    Versione originale italiana
    del testo antico della Marcia Pontificia
    Salve, Salve Roma, patria eterna di memorie,
    Cantano le tue glorie, mille palme e mille altari.
    Roma degli Apostoli, Madre guida dei Redenti,
    Roma luce delle genti, il mondo spera in te!
    Salve, Salve Roma, la tua luce non tramonta,
    Vince l’odio e l’onta lo splendor di tua beltà.
    Roma degli Apostoli, Madre e guida dei Redenti,
    Roma luce delle genti, il mondo spera in te!
    ———–
    Il problema è che qui c’è troppa Roma e romanità e gli epigoni di Leonardo questo non lo canteranno mai.

    24 Novembre, 2009 - 8:56
  19. Marcello

    Tonizzo, i “duesicilisti” mi stanno simpatici (io sono mezzo beneventano… enclave pontificia all’interno del Regno delle Due Sicilie), notavo solo che mancano i “risorgimentalisti”.
    Roberto55, concordo con te sulla “bruttezza” del nostro inno e credo anche che le colpe dei Savoia superarono i loro indubbi meriti.
    Noto che spesso i difensori del nostro inno e della nostra bandiera, che hanno origini squisitamente risorgimentali, sono tra i più accesi critici del Risorgimento.

    24 Novembre, 2009 - 10:19
  20. Leopoldo

    Io non ci trovo nulla di divertente nelle espressioni che dileggiano i valori fondanti della mia Patria, nei quali sono stato educato – pensate un po’, dalle suore – e che costituiscono buona parte dell’orizzonte di senso nel quale quotidianamente mi muovo. Penso che la riscoperta di un’identità comune, da Trieste a Pozzallo, continuamente oltraggiata, per esempio, da chi vorrebbe usare la bandiera a mo’ di carta igienica, sia necessaria non per erigere steccati ma per potere vivere in pace e in armonia con gli stranieri che ogni giorno arrivano sul territorio italiano (che non è una proprietà nostra, comunque).
    Penso, infine, che ci vorrebbe maggiore rispetto, pur nell’esercizio del legittimo diritto di critica, per le convinzioni altrui, sia che riguardino valori religiosi sia che riguardino valori laici.
    Ora, io lo so che il “politicamente corretto” può risultare particolarmente stucchevole e retorico, tuttavia trovo che sia un male necessario, in un tempo in cui le spinte alla frammentazione collettiva (aborro il federalismo fiscale e la cultura da cui nasce) e quindi alla dispersione individuale sono sempre più forti e incontrollabili.

    24 Novembre, 2009 - 10:24
  21. Caro Luigi,
    la pubblicità è ben fatta, non è per niente volgare (notevole, dato il tipo di merce) e non vedo perchè le calze debbano avere una dignità inferiore ai frollini o ai rigatoni.
    Per la mia sensibilità preferirei che l’Inno Nazionale non venisse usato per scopi commerciali, ma non è fra le mie priorità esistenziali 😉
    Piuttosto: perchè Bossi, che disse di volersi pulire ecc.ecc. con la nostra bandiera, non fu schiaffato in prigione, buttando via la chiave della cella?
    [Scusa Luigi le ultime espressioni un po’ sopra le righe, ma da quando hai scritto che siamo tutti molto giovani…] 🙂

    24 Novembre, 2009 - 10:29
  22. Nino

    @ORSOBRUNO

    La risposta è semplice ed è tutta nella frase di don Mariano nel film di Damiani tratto dal romanzo di Sciascia : Il giorno della civetta.

    Il mondo si divide in : Uomini, mezz’uomini, ominicchi e quaquaraquà

    La gran parte dei cittadini e della classe cosiddetta “dirigente” di questo paese da tempo, appartiene all’ultima categoria, purtroppo.

    24 Novembre, 2009 - 10:47
  23. tonizzo

    Ma qui da Luigi si discute tra ciòvani per i ciòvani con i ciòvani, sui ciòvani e così via… 🙂 l’AccaBlog è come il Chiambretti Night, solo per numeri uno! Del resto qui si discute pure in notturna… 🙂

    Scherzi a parte, concordo con Marcello. Mancano i risorgimentalisti. Forse perché – a dirla tutta – la storia d’Italia non si studia con la dovuta passione e rispetto. Ne volete sentire una? I miei nipotini, V e III elementare, devono studiare geografia. Ora, non so voi, ma a me hanno fatto studiare tutte le regioni d’Italia. A loro no: “Beh – hanno detto le maestre – magari facciamo qualche regione di cui sono originari i vostri genitori”. Se principio sì giolivo ben conduce, ragazzi, ma che cosa ci aspettiamo?

    Al di là della provocazione duosiciliana, è comunque drammatico che la gente sia diseducata alla storia e geografia nazionale. Io ho potuto mettere piede al Monumento ai caduti che si trova a Milano, vicino S. Ambrogio: vedere quell’ossario, capire che avevano 20 anni come me, vedere la Via Crucis pittorica che si trova all’ultimo piano… lì ti rendi contro del dolore della guerra e di una pagina di storia che ci ha uniti tutti, volenti o nolenti. Ricordo mio Nonno, stereotelemetrista sul Regio Incrociatore Corazzato San Giorgio, a Tobruk: il dialogo sulla guerra è sempre stato in due battute: “Nonno, com’era la guerra?” “Figlio, la guerra è brutta”. E finiva lì. Le poche cose che ha raccontato riguardavano la prigionia sotto gli inglesi. E’ da qui che anni dopo sono partito per cercare ulteriori notizie e scoprire la storia del Sang Giorgio. A scuola nessuno mi ha raccontato tutto questo. Perché? Perché le cose fino a 40-50 anni fa “sono cronaca”. Il ‘900, per fortuna o purtroppo, ci ha mostrato che non è affatto così.
    Che ne pensate?

    24 Novembre, 2009 - 10:53
  24. tonizzo

    Ovviamente quoto Nino e Orsobruno

    24 Novembre, 2009 - 10:55
  25. Luigi Accattoli

    Tonizzo che fa lo stereotelemetrista? Io sono stato marconista sui carri Leopard (Rovezzano 1970-71) e sono curioso di ogni commilitone in “ista”.

    24 Novembre, 2009 - 11:43
  26. Leonardo

    Non capisco come Nino possa essersi fatto l’idea che io ce l’abbia con Roma.
    Ogni mattina, all’alzabandiera, prima del rituale triplice salto nel cerchio di fuoco e di una sfibrante cavalcata nel parco antistante la “Ridotta Giarabub”, mia residenza, intono con voce stentorea l’Inno a Roma, e sovente, quando la voce si innalza e poi discende su “tu non vedrai, / nessuna cosa al mondo / maggior di Roma /maggior di Roma”, una lacrima scende sulle mie gote aduste.

    24 Novembre, 2009 - 12:42
  27. Leonardo

    Leopoldo non trova «nulla di divertente nelle espressioni che dileggiano i valori fondanti della mia Patria», e sarei d’accordo con lui, se si trattasse di valori autentici. Ma quella del cosiddetto Risorgimento è quasi tutta roba fasulla, mi dispiace per le sue suore che se la sono bevuta.
    Basti pensare, per dire la prima che mi viene in mente, alle migliaia di vie Felice Orsini che deturpano le nostre città. Sarebbe come intestare vie e piazze a Cesare Battisti (non quello buono, rispettabilissimo patriota però legittimamente condannato a morte dagli austriaci, quello di oggi, l’amico di Lula), o Mario Moretti o (tanto per urticarvi un po’ di più) Valerio Giuseppe Fioravanti. Terroristi, insomma.
    E questa è davvero solo la prima che mi viene in mente, e una delle più veniali. Quel che hanno fatto i “liberali” (sì, liberali del menga), prima in Piemonte e poi in tutto il regno, alla chiesa cattolica è abominevole.

    24 Novembre, 2009 - 12:51
  28. tonizzo

    Lo stereotelemetro, Luigi, è una specie di supercannocchiale dotato di un prisma interno e una scala graduata. Mettendo a fuoco il bersaglio la scala ti dà la distanza esatta. Quando mio Nonno faceva collimare il bersaglio, trasmetteva giù alla centrale di tiro i dati in merito a distanza e posizione della nave/aereo da colpire e su questo i commilitoni brandeggiavano i cannoni da 204 dell’incrociatore, che come sapete era stato trasformato in una fortezza galleggiante a difesa di Tobruk.
    Questo strumento – mi pare lo producesse le Officine Galileo di Firenze – era di alta precisione e, in condizioni ordinarie, permetteva di vedere le formiche a 50 km di distanza. Per un certo periodo, dopo la guerra, mio Nonno è stato anche collaudatore a Sabaudia di questi apparecchi in un centro apposito della Marina Militare.
    Ovviamente l’apparecchio non funzionava di notte e con la nebbia. E ovviamente gli inglesi avevano il radar. Ma queste sono state scelte industriali di tutti i lecchini attorno a Mussolini che non hanno avuto il coraggio di dirgli come stavano. Per la cronaca: il San Giorgio da solo ha respinto numerosi attacchi aerei (oltre agli aerofoni li sentiva – tra l’altro – il cane “Pino”, la mascotte di bordo che a quanto pare riusciva a captarli) e almeno due bombardamenti navali, cadendo per ultimo quando Tobruk è stata presa da Montgomery.

    Leonardo, mi sto sentendo male dalle risate. Smettila o vengo lì con la Balilla…

    24 Novembre, 2009 - 12:57
  29. Marcello

    Grazie Leonardo per la chiarezza. Sono proprio i liberali le prime “vittime” di quelli che ce l’hanno col Risorgimento.

    24 Novembre, 2009 - 13:05
  30. Marcello

    E ovviamente furono proprio quelli che saltavano nei cerchi di fuoco i primi a mettere il Risorgimento sotto al tappeto.

    24 Novembre, 2009 - 14:08
  31. Leonardo

    Veramente quelli là del cerchio di fuoco il Risorgimento ce l’avevano sempre in bocca. Quanto ai “liberali” (alla Cavour, per intenderci), te li raccomando. Ma se ti piacciono, accomodati.

    (Questo è il guaio: i cattolici, ormai da un secolo, si sono fatti dettare le idee dagli altri. Non sanno la storia, pensano come comanda il mondo, ripetono – spesso in ritardo – quello che tutti dicono. E pensano di essere molto cristiani nel fare tutto ciò. Il disastro, prima che etico, è noetico)

    24 Novembre, 2009 - 15:03
  32. Marcello

    No, no, Leonardo, quelli del cerchio di fuoco avevano messo il Risorgimento in un cassetto (soprattutto dopo il 1929… la teoria dei cattolici povere vittime non regge un granché) e semmai avevano sempre in bocca l’impero romano.

    24 Novembre, 2009 - 15:49
  33. Leonardo

    Infatti Balilla era un legionario

    24 Novembre, 2009 - 16:17
  34. Marcello

    Troppo poco per una dimostrazione.
    E comunque io penso alla scarsa considerazione che ebbero in quegli anni Garibaldi e Mazzini (due figure più eminenti di un moccioso storicamente dubbio).

    24 Novembre, 2009 - 16:50
  35. Leonardo

    Detto tutto il male possibile e dell’uno e dell’altro, attendo dimostrazioni di una loro caduta in disgrazia durante il ventennio. Certo, se si intende che prima e sopra di loro (come di tutti) c’era il duce, questa è un’ovvietà. Ma il punto è proprio che il fascismo si concepiva e si presentava come compimento e inveramento della rivoluzione nazionale iniziata col risorgimento.
    E purtroppo per molti aspetti aveva ragione. Altro che parentesi, come voleva don Benedetto.

    24 Novembre, 2009 - 17:58
  36. Marcello

    “Il fascismo si concepiva e si presentava” … sono d’accordo. Ma la sua componente illiberale (totalitaria) e clericale lo allontanava di molto dal Risorgimento (un esempio “grossolano”? le politiche verso gli ebrei!!).
    In ogni caso la storia (come la natura) non fa “salti”, quindi che ci fosse un po’ di tutto nel fascismo è ovvio e noi potremmo stare qui a discutere amabilmente e piacevolmente all’infinito.

    24 Novembre, 2009 - 18:24
  37. tonizzo

    Premesso che nel manifesto degli intellettuali fascisti il sansepolcrismo del 1919 viene paragonato alla nascita della Giovine Italia e all’afflato mazziniano, è altrettanto vero che il Fascio non ha guardato tanto al Risorgimento quanto all’Impero Romano che si illuse di veder rinascere sui fatali colli di Roma nel 1936.
    E’ però vero che l’ideologia liberale comunque è arrivata sotto il fascismo e basta vedere il codice civile del 1942 per rendersi conto che è figlio di quel pensiero e non del fascismo. Sia pure con qualche “pedaggio” come l’art. 143, se non ricordo male, che impone ai genitori di educare i figli secondo il sentimento nazionale fascista.
    E’ vero, il fascismo fu corporativismo sotto il profilo economico. Ma gente come Agnelli, Pirelli e soci ce li vedete a fare i corporativisti?
    Diciamo che il fascismo ha comunque sciolto la massoneria, autrice – nei primi decenni dell’Unità d’Italia – di una feroce lotta contro la Chiesa cattolica. Leggi come quella dell’eversione dell’asse ecclesiastico e compagnia bella non sono certo ascrivibili al liberalismo. Ma forse mi sbaglio.

    24 Novembre, 2009 - 22:00
  38. tonizzo

    Le politiche contro gli Ebrei. Fino al 1938 in Italia abbiamo avuto generali e ammiragli ebrei, abbiamo avuto docenti ebrei, la Sarfatti – se la memoria non m’inganna – era ebrea ed amante di Mussolini. Che vi ricordo era in principio socialista. Quel Mussolini che nelle piazze si metteva con l’orologio sfidando Dio a fulminarlo entro 5 minuti. E che poi accondiscese alla Conciliazione, ecco tutto. Ma mai e poi mai Mussolini si è visto a Messa o cose simili. In una nota velina degli anni ’30, così si ordinava: “Un diplomatico giapponese ha detto che il Duce è un uomo che vive con Dio. Si prega di ricordare che il Duce è un combattente e non vuole essere considerato un santo”.

    Poi, certo, venne l’obbrobrio e la vergogna delle leggi razziali. Mussolini ha pagato tutto questo finendo appeso a testa sotto a Piazzale Loreto, il suo cadavere scempiato dalla folla (si veda Combat Film di R. Olla, 1995). Fu misurato alto 1,72 sul tavolo d’obitorio alla bell’e meglio. Invece tanti aguzzini che sotto il Fascio hanno diligentemente perseguitato poveri innocenti (e gli Ebrei, diciamolo una volta per tutte, sono brava gente che non ha meritato quello che ha passato nella sua storia almeno dal 70 d.C. in poi), dopo la guerra ha saputo riciclarsi. Mi risulta che qualcuno sia arrivato anche alla Corte Costituzionale negli anni ’50. Non ho qui i documenti, ma ci sta lavorando un mio amico ricercatore. E ne vedremo delle belle.

    24 Novembre, 2009 - 22:05
  39. tonizzo

    I cattolici veramente non è che siano stati tutti belli e contenti nel Ventennio. Pio XI mi pare che più volte – si vedano i diari di Ciano – si sia scontrato proprio con Mussolini. E Mussolini gli ha anche rivolto qualche epiteto ben poco gradevole. Diciamo anche che i circoli di AC erano covi antifascisti. Come ha ricordato Oscar Luigi Scalfaro, parlando della Resistenza: noi andavamo ai circoli dell’AC. E la religione, spiegandoci che gli uomini hanno tutti uguale dignità e parità di diritti, estraeva le radici del fascismo e le faceva seccare.

    24 Novembre, 2009 - 22:08
  40. Leonardo

    Il codice civile del 1942 era scritto benissimo. Sotto il profilo della tecnica legislativa ci sarebbe da leccarsi i baffi ad avere oggi delle leggi tanto limpide, invece di quelle schifezze che i nostri legislatori ci ammanniscono.

    (ah, e i treni arrivavano in orario)

    24 Novembre, 2009 - 22:51
  41. tonizzo

    Come ad esempio lo slurposissimo Codice di Procedura Penale regalatoci dalla Repubblica… 🙁

    24 Novembre, 2009 - 22:57
  42. Marcello

    Cosa volevi dire, tonizzo, con “e gli Ebrei, diciamolo una volta per tutte, sono brava gente che non ha meritato quello che ha passato nella sua storia almeno dal 70 d.C. in poi”?
    Spero proprio che non intendevi che “qualcosa” gli ebrei hanno meritato! Anche perché i “meriti” sono “personali” (e non di popolo o di razza) e li giudica solo Nostro Signore.

    25 Novembre, 2009 - 9:50
  43. Luigi Accattoli

    Tonizzo: vedo che uno stereotelemetrista e un marconista sono quasi la stessa cosa…

    25 Novembre, 2009 - 10:43
  44. Luigi Accattoli

    Leonardo: “per urticarvi un po’ di più” – mirabile senso della misura.

    25 Novembre, 2009 - 10:44
  45. tonizzo

    Marcello, credo non ci sia da fare la tara alle mie parole. Gli Ebrei sono brava gente e tutto quello che gli è capitato è immeritato. Sei tu che maliziosamente vedi “qualcosa” che avrebbero meritato. Se pensi che per me abbiano meritato simpatiche cosette come discriminazione, ghetti, deportazioni, segregazione e per finire l’orrore supremo dell’Olocausto, penso tu sia fortemente fuori strada. Gli Ebrei vanno rispettati, sono gente per bene. Punto e basta.

    Luigi: davvero? Pensavo che il marconista si occupasse solo di trasmettere messaggi e comunicare con l’esterno del carro. Ma quando li portavate in giro sul treno, smontavate i cingoli ai Leopard perché si dice non passassero attraverso i nostri tunnel?

    25 Novembre, 2009 - 11:27
  46. Leonardo

    Però ha ragione Marcello: non ha molto senso dire “gli ebrei sono gente per bene”. Ci saranno ebrei perbene ed ebrei permale, come tutti. Se no, restiamo prigionieri di un mito razzista, sia pure rovesciato.

    25 Novembre, 2009 - 12:43
  47. tonizzo

    Forse sono stato troppo metaforico. Gli Ebrei sono gente per bene, che tra di loro ci siano farabutti questo è un altro paio di maniche. E’ gente civile, pacifica (quando non gli vanno a bombardare le case, come del resto succederebbe a tutti noi), che lavora e si impegna. Che ha il culto della professionalità e della preparazione. Che è rimasta vittima di miti razzisti esecrabili e da condannare, ecco tutto.

    25 Novembre, 2009 - 13:31
  48. Marcello

    Scusa tonizzo, non volevo essere scortese. Il desiderio di “sintesi” fa brutti scherzi allo stile.
    Ammetterai però che nella tua frase (24 novembre, ore 22.05) c’era un “almeno” di troppo e che l’argomento è uno di quelli che merita la massima precisione.
    Grazie Leonardo, concordo.

    25 Novembre, 2009 - 15:44
  49. tonizzo

    Alle 22.05 non sempre tengo bene la strada. Me ne scuso con tutti gli amici del pianerottolo.

    25 Novembre, 2009 - 16:21
  50. Marcello

    Tra le scuse mie e quelle dell’ottimo tonizzo mi si è tutta sporcata la tastiera di miele.

    25 Novembre, 2009 - 18:50
  51. tonizzo

    Ottimo non me lo aveva ancora detto nessuno. Il diabete ha battuto le mani a tutti e due, Marcello! 😉

    25 Novembre, 2009 - 19:59

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