Giovanni Montaperto Chiaromonte, vescovo di Mazara del Vallo dal 1469 al 1484, fece scrivere nel cartiglio del monumento funebre che commissionò al valente scultore Domenico Gagini che quell’arca di marmo gli sarebbe stata stretta: MARMOREA HAEC STAT BREVIS ARCA MIHI. Nei commenti l’intera iscrizione e il mio girarle intorno in occasione di un’andata a Mazara.
Sono un Monte Aperto e quest’Arca mi sta stretta
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Ecco l’intera Arca con il cartiglio che ne percorre la parte alta del sarcofago, al di sotto della statua giacente del vescovo. Sulla fronte dell’Arca sono figurati con forte segno e forte pietas il Christus Dolens con intorno la Vergine e Giovanni condolenti, Nicola da Bari, il Battista, gli arcangeli Gabriele e Michele. il Monumento, che in origine si trovava nella cattedrale di Mazara, è oggi nel Museo diocesano e le due foto me le ha mandate la direttrice Francesca Paola Massara che mi guidò nella visita e che attirò la mia attenzione sulla “brevis arca” di cui al commento seguente.
Cognomen Mons Adapertus. ANTISTES FUERAM CLARA SELINUNTOS IN URBE: AST ACRAGAS PATRIE EST NOMEN HONORQUE MEAE. / NOMINE ME CUNCTI VULGO DIXERE IOANNEM ET MIHI COGNOMEN MONS ADAPERTUS ERAT. / HOC TANDEM IVSSI VIVENS HAEC OSSA SEPULCRO CONDI: MARMOREA HAEC STAT BREVIS ARCA MIHI: questa è l’intera iscrizione del lungo cartiglio. Montaperto, mons adapertus, cioè «ampio monte», ovvero spazioso, ossia Chiaromonte. Meraviglia di parole che rimandano a una larga vista ora ristretta dalla pietra d’una tomba. Ecco perchè essa è breve, o stretta. Ma a me piace immaginare che in quel raffinato gioco di parole, tipico della stagione umanistica in cui vissero il vescovo e il suo scultore, sia leggibile l’attesa di cieli nuovi nuovamente spaziosi: non mi basta questa brevis arca. Aspetto altro.
Il mio grazie a Francesca Paola Massara. Mi incoraggia alla lettura escatologica del cartiglio Francesca Paola Massara, la direttrice del Museo che ha studiato quella tomba: Il Monumento Montaperto nel Museo Diocesano di Mazara del Vallo. Programma teologico e dimensione storica in “L’immagine come messaggio. I significati dell’opera d’arte e la comunicazione iconica”, a cura di F. Sciacca, Agrigento 2012, pp. 71-89. – La mia andata a Mazara è del maggio scorso e già qui ne parlai con la foto di un’altra favola di quella città: http://www.luigiaccattoli.it/blog/il-satiro-di-mazara-e-quello-de-noantri/. Perchè ho aspettato tutto questo tempo per segnalarvi la “brevis arca” del Museo? Per cercare un riscontro alla mia lettura dell’epigrafe. Non l’ho trovato ma non potevo aspettare oltre: volevo invitarvi a visitare il Museo portando con voi la curiosità per l’iscrizione.
Bello il latino, belli i sentimenti espressi, belle le sculture, bella la decisione di mettere tutto in rete … Capisco che l’arca è stretta .. questo mi mette un po’ pensiero.
L’arca marmorea è stretta ma la misericordia di Dio è larga. Voglio sperarlo.
L’ arca marmorea e’ stretta ma sopravvive ai secoli, mentre le spoglie mortali di Giovanni Montaperto Chiaromonte Vescovo di Mazara del Vallo sono ormai cenere e polvere, come accadra’ ad ognuno di noi. I grandi di questo mondo hanno meravigliosi sepolcri marmorei , i poveri vengono buttati nelle fosse comuni, comunque la sorte dei corpi mortali e’ la stessa. Sic transit gloria munda.
Ricordati uomo che sei polvere e in polvere ritornerai , come ci ricorda il Mercoledi’ delle ceneri, perche’ non montiamo troppo in superbia.