Sono tra i regnanti più longevi

Compio 41 anni di ‘Regno’. Volevo intrecciare qualche scherzo su questa esagerazione l’anno scorso, ma 40 anni mi parevano troppi e ho aspettato i 41“: è il ginnico attacco di un testo che ho appena pubblicato su “Il Regno” di Bologna, a segnalazione del fatto che scrivo per quella rivista da quasi mezzo secolo. Un fatto importantissimo del quale nessuno si sarebbe accorto se non me n’accorgevo io. Lo puoi leggere qui: I miei quarant’anni al “Regno” e la sua spinta ad andare al largo.

63 Comments

  1. nicoletta z.

    Una corsa a perdifiato: gran bel pezzo.

    8 Aprile, 2014 - 10:56
  2. luca73

    Complimenti Luigi per l’articolo e per i 41 anni a “Il Regno”.

    “Tieni gli occhi aperti / ma non t’imbambolare”.

    8 Aprile, 2014 - 12:29
  3. FABRICIANUS

    Tantissimi complimenti a Luigi.

    8 Aprile, 2014 - 12:41
  4. Lo avevo letto. Pazzesco: un servizio di quarantanni è lungo quanto la mia vita!!

    8 Aprile, 2014 - 12:45
  5. Francesco73

    Grande Gigi, che bella traversata.
    Ti voglio bene.

    8 Aprile, 2014 - 15:07
  6. lorenzo

    Uno splendido quarantenne, chioserebbe Moretti.
    🙂

    8 Aprile, 2014 - 15:12
  7. Marilisa

    Un excursus interessante, Luigi. Per certi versi una scuola di vita.
    Il tuo articolo mi ha portato a ripercorrere delle tappe importanti della storia dell’ultimo Novecento. Alcune delle quali a suo tempo hanno avuto il merito di portarmi a riflettere in profondità su avvenimenti politici e religiosi a cui prima non ero solita dare troppa importanza, e che però hanno segnato nettamente la vita del Paese imprimendole un profilo identitario di esclusiva particolarità.
    Molte speranze e non poche delusioni. Ma sempre la vita è così.

    8 Aprile, 2014 - 15:34
  8. Molto bello, Gigi. Si sente la passione vissuta. Ti capisco sai, credimi, se pensi che fra poco compirò 61 anni di matrimonio, che ti assicuro mi sembrano un’esagerazione esagerata! E lì mi sento libero, con Giulia: scegliamo l’argomento, e quando non ci basta il tempo ci torniamo e ritorniamo sopra tutti i giorni, e abbiamo tutto il tempo per scegliere aggettivi e sostantivi. E perfino gli attributi. Come vedi, anche su percorsi diversi ci sono tante affinità. Continua, che ne abbiamo bisogno.

    8 Aprile, 2014 - 16:12
  9. Feliciana Menghini

    Caro Gigi , mi complimento per questo articolo, mi è sembrato un viaggio dentro il tempo, il tuo e quello che sicuramente hai condiviso con i lettori. Si avverte un sentimento di fedeltà con la testata, autentico impegno intellettuale.

    8 Aprile, 2014 - 16:18
  10. Sara1

    Buon compleanno!!

    8 Aprile, 2014 - 16:21
  11. Federico

    A proposito di strattonamenti…
    nessuno solidarizza e manda auguri di guarigione al povero Casaleggio?
    A Bersani sì e agli altri no?

    8 Aprile, 2014 - 17:20
  12. Luigi Accattoli

    Per festeggiare il mio modo di “regnare”, un’amica di nome Patricia mi ha mandato questa poesia di Mariangela Gualtieri che ho molto gradito:

    Ciò che non muta
    io canto
    la nuvola la cima il gambo
    l’offerta il dono la rovina
    apparente d’acqua che tracima
    di tempesta e di onde.

    Io canto il semplice del grano
    e del pane la stessa festa che si tiene
    fra le rose a maggio, la corsa
    della rondine e il coraggio
    dell’animale nella tana
    quando gli esce il nato fra le zampe.

    8 Aprile, 2014 - 19:01
  13. Marilisa

    Che bella!!

    8 Aprile, 2014 - 21:45
  14. Luigi Accattoli

    Sto seguendo in diretta tv l’udienza generale in piazza San Pietro. Uno della folla grida: “Papa Francesco sei unico”. Il Papa risponde: “Anche tu sei unico”. Quello ripete “Papa Francesco sei unico” e il Papa, facendo il segno di “uno” con la mano: “Anche tu, non c’è un altro come te”.

    9 Aprile, 2014 - 10:06
  15. picchio

    Ho letto il tuo articolo sul corriere riguardo i giudizi di Martini su Wojtyla, molto interessante e che condivido in pieno, soprattutto quello sui movimenti. Da polacco, dove erano banditi gli ordini religiosi, non aveva chiaro il loro ruolo e i loro differenti carismi, e questi sono stati sovente umiliati in favore dei movimenti percepiti come più moderni e più efficaci nell’evangelizzazione. Ma i movimenti hanno grandissimi limiti, sono stata per 5 anni nel movimento dei focolari e quindi posso parlare con cognizione di causa. Mentre gli ordini che conosco, come i gesuiti, puntano allo sviluppo e alla crescita del singolo nella libertà ( sembra un ossimoro parlare di libertà per dei religiosi votati all’obbedienza, ma non lo è ) il movimento dei focolari agiva come una setta. Conoscenze sul movimento rivelate a poco a poco a seconda del grado di “potere” raggiunto, culto della personalità del fondatore, in questo caso Chiara: eravamo invitati a scriverle in continuazione letterine che cominciavano cara mamma…gli incontri cominciavano cantando una canzone scritta in suo onore il cui ritornello diceva: e vorremmo inventare per te un grazie che nessuno ha udito mai, l’amore che tu ci dai nessuno al mondo ci ha dato mai..”linguaggio segreto che crei legami tra i membri, terra bruciata intorno alla persona: ti caricano di riunioni, incontri, richieste sino a che non hai più tempo di frequentare nessun altro all’infuori del movimento, i capi che mi dicevano che anche per la direzione spirituale dovevo andare da una focolarina e non da un prete di mia scelta, o altra persona. Quando lasci il movimento prendi la rubrica dove avevi gli indirizzi delle centinaia di persone del movimento che pensavi che fossero tuoi amici e la butti nella pattumiera: non ti cercherà più nessuno, sei diventato un Giuda hai ricevuto un dono e lo hai buttato via.
    Non stupisce che i responsabili dei movimenti nel conoscere la vicina morte del papa si fossero riuniti e avessero deciso di far urlare dai loro membri convocati in piazza :”santo subito” “santo subito”. Fu tutto orchestrato, non fu mai un grido “spontaneo” levatosi dalla folla. Mai.

    9 Aprile, 2014 - 10:54
  16. discepolo

    Anche io ho letto il tuo articolo Luigi sui “dubbi di Martini sulla santità di Papa Wojtyla e al contrario di Picchio mi ha messo adosso una grande , grande tristezza.
    non perchè non sapessi già che Martini , a capo dei progressisti era sempre stato freddamente avverso a Wojtyl, ma perchè quella frase mess a mo’ di titolo
    ” I dubbi di Martini su Wojtyla santo : doveva ritirarsi prima”, mi ha fatto pnsare che tutta la sofferenza e la eroica vecchiaia del grande Giovanni Paolo II che tanto hanno commosso gli umili , per l’invidia clericale e per la fredda e malevola fazione “avversa” erano solo tempo sprecato.
    ripeto , che tristezza! Una tristezza che il tripudio di Picchio non fa che intensificare.
    non so se Wojtyla è un santo oppure no, magari non lo era, ma so solo che era un gigante in un mondo di nani, fra i cui nani c’era anche Martini.

    9 Aprile, 2014 - 15:10
  17. discepolo

    Fa poi ridere ( per non piangere) , alla luce della recente francescomania , questa critica di Martini a Wojtyla ” era imprudente il suo porsi al centro dell’attenzione, specie nei viaggi, con il risultato che la gente lo percepiva un po’ come il Vescovo del mondo e NE USCIVA OSCURATO il ruolo della Chiesa locale”.!!
    Se Wojtyla faceva questo , che dire dell’attuale Papa? Francesco sei unico!!!
    gli grida un fedele . con Francesco siamo arrivati al punto che al centro dell’attenzione c’è SOLO LUI!. Ma nessuno dei progressisti, alla Martini, osa lagnarsi per questo!
    Assurdità delle assurdità. E tutto il mondo è assurdità.

    9 Aprile, 2014 - 15:19
  18. picchio

    @discepolo
    il doveva ritirarsi prima discepolo non fa riferimento al fatto che la sofferenza non conta, ma al fatto che il papa è anche, che piaccia o no, un uomo di governo. Purtroppo a causa della sua malattia, GPII non poteva più farlo pienamente e il suo segretario governava per lui. E’ giusto, tanto per fare un esempio. che nuovi vescovi siano stati di fatto decisi da un segretario di un papa? Io, come altri, penso di no. Quando Ratzinger si è dimesso aveva in mente una situazione di questo tipo, non aveva certo timore di mostrare sofferenza e vecchiaia.

    9 Aprile, 2014 - 15:20
  19. picchio

    e si è visto in seguito il carattere del segretario di Wojtyla, quando lo stesso papa gli aveva scritto di distruggere i suoi scritti lui ha preferito farci un libro.Mi posso solo immaginare cosa abbia combinato prima come segretario, quando GPII non era più pienamente in se.
    I problemi della curia troppo potente che sono esplosi con benedetto sono nati negli ultimi anni del pontificato di GPII.

    9 Aprile, 2014 - 15:27
  20. Francesco73

    Wojtyla aveva nominato vescovo Martini, con una scelta davvero fuori dagli schemi per Milano.
    Ma da lettor profano ho sempre avuto chiaro che la vera dialettica, la vera differenza tra Martini e Roma, se così si può dire, non fosse con Ratzinger, ma appunto con Giovanni Paolo II, e comunque sicuramente coi wojtyliani (del resto i seguaci di chicchessìa sono sempre una caricatura del modello, basti guardare ai ratzingeriani, ai bergogliani, ai montiniani e agli stessi martiniani, appunto…)
    Luigi tratteggia questo sentimento riassuntivo con una pennellata secca, quando parla di “freddezza” finale del cardinale gesuita. E’ vero, il tono è cortese ma freddo, distaccato, pur nel garbo e nella prudenza.

    9 Aprile, 2014 - 15:46
  21. Sara1

    Martini e Ratzinger erano due intellettuali speculari mentre W. aveva un calore sconosciuto a Martini.

    9 Aprile, 2014 - 15:50
  22. Sara1

    Bergoglio e Martini tra l’altro sono abbastanza diversi e accosterei per vari motivi Francesco più a GPII che a Martini.
    Giusto per chiacchierare.

    9 Aprile, 2014 - 15:52
  23. lorenzo

    Premesso che Martini è stato e resta un grande uomo di Chiesa , di pastorale e di dottrina; premesso che GPII avrà sicuramente commesso errori da papa, specie nella gestione della curia, e peccati da uomo; premesso che gli uomini di Chiesa sono di chiesa ma soprattutto, per fortuna, uomini, e quindi non solo in grado di giudicare e di valutare gli uni gli altri, ma anche di nutrire feeling,incompatibilità, simpatie e antipatie assortite; premesso che Martini aveva umanamente parlando una evidente allergia verso ” la popolarità” – in questo assai piu’ vicino a Ratzinger sia di Lolek che di Francesco – e le allergie ,anche se lecite, comprensibili e giustificabili, fanno comunque da filtro automatico ai giudizi;
    insomma tutto ciò premesso, resta il fatto che un processo di beatificazione prima e di canonizzazione poi, ha proprio il compito di fare affiorare non solo tutto il bene, ma anche tutto il così così, tutte le critiche, tutto il meno bene e , se c’è, tutto il male che è possibile raccogliere sul ” candidato”.In modo che tutto, niente escluso, venga alla luce del sole: vagliato, esaminato, certificato.
    Dopodiché è come se tutta l’attività in vita, tutta la fama di santità, tutti i risultati ottenuti, perdessero da un certo momento di peso e di importanza. Da un certo punto in avanti, è Dio in persona che deve dire la Sua, e glorificare, per dir così, il SUo servo sotto esame. Con almeno due miracoli incontrovertibilmente riconosciuti ( salvo eccezioni). Questo, per GPII, è avvenuto ” in piena regola”, e questo taglia la testa , a mio modestissimo parere, a ogni rimuginare retroattivo. Anche chi ha ” remato contro “, come fa il favoloso ” avvocato del diavolo”, ha in realtà lavorato per lui, facendo risaltare ancor piu’ la grandezza del presto santo agli occhi di Dio.
    Quindi discepolo non s’attristi: tutta la Chiesa sia in festa- e Martini lo potrà fare direttamente- quando tra qualche giorno avremo il nostro Giovanni Paolo II
    sull’altare.
    Secondo me è’ anche per cose come queste, che è bello fidarsi della Chiesa cattolica.

    9 Aprile, 2014 - 16:17
  24. picchio

    la nomina di Martini a vescovo di Milano ( come quella di Bergoglio a Buenos Aires) è ancora segno del poco rispetto che aveva GPII per gli ordini religiosi. I gesuiti fanno un voto di non aspirare a cariche ecclesiastiche come essere nominati vescovi. Quindi i gesuiti sono tradizionalmente nominati vescovi in terre di missione dove manca il clero locale e questo non era chiaramente il caso di Milano.
    E’ questo il motivo per cui sinora non c’era mai stato un papa gesuita: perchè ci sono stati sempre pochi vescovi diocesani gesuiti e pochi di questi cardinali.
    sempre per chiacchierare

    9 Aprile, 2014 - 16:19
  25. Sara1

    Lei Picchio ha idee tutte sue!!! Tutto il conclave ha avuto ancora meno rispetto offendo a Bergoglio il Papato?

    9 Aprile, 2014 - 16:22
  26. Francesco73

    Caro Picchio, magari Wojtyla avrà nominato Martini a Milano con gli intenti peggiori (si disse pure per impedirgli di succedere ad Arrupe ai vertici della Societas Jesu), ma a guardare le cose così si rischia – più che di esprimere dubbi sulla canonizzazione – di mostrificare una persona.
    Libero di farlo, ma a questo punto usciamo dal vero e direi pure dal verosimile.
    Su.

    9 Aprile, 2014 - 16:38
  27. picchio

    Francesco73

    mi sono spiegata male: wojtyla ha nominato vescovo Martini perchè lo stimava moltissimo, come biblista e studioso , questo è ovvio e Arrupe non c’entra nulla ( quella cosa della successione ad Arrupe è una stupidaggine). Quello che volevo far notare è che così facendo è andato contro il carisma di un ordine religioso, proprio per la sua poca considerazione che aveva per gli ordini religiosi.

    9 Aprile, 2014 - 16:47
  28. Francesco73

    Mah, secondo me più che ostile agli ordini religiosi come tali, aveva problemi con gesuiti. E poi riteneva che i movimenti fossero più attrattivi, ma questo – diciamo – è un fatto, piaccia o meno.
    A me non piace troppo, peraltro, io non appartengo ad alcun movimento.
    Ma non è che i focolarini attraggono di più – per dire – della parrocchia sotto casa, si può dare la colpa a loro. Semmai si tratta di interrogarsi un pò su cosa c’è che non va nella seconda.

    9 Aprile, 2014 - 16:52
  29. Francesco73

    Manca un “se”, se i focolarini…

    9 Aprile, 2014 - 16:52
  30. Sara1

    A parte che non tutti gli ordini religiosi sono come i gesuiti anche i gesuiti non sono sempre stati la punta avanzata del cattolicesimo. Ai tempi dell’illuminismo remavano contro per dire.
    I movimenti di oggi in realtà assomigliano parecchio come capacità di organizzare i e di attrazione agli ordini religiosi di ieri.
    Prendi Cluny ad esempio legato direttamente a Roma per svincolersi dal potere politici.

    9 Aprile, 2014 - 16:54
  31. Sara1

    Per chiarire, essendo cresciuta in AC non amo i movimenti.

    9 Aprile, 2014 - 16:55
  32. picchio

    @SARA
    infatti sara bergoglio la prima volta ha rifiutato! Ad un gesuita la prima cosa che inculcano fin dal noviziato è che un gesuita è fatto per servire la Chiesa, vescovi e papi e non per fare il vescovo.Ed oltre ai tre voti classici dei religiosi e al voto di obbedienza per le missioni al papa, pronunciano dei voti minori: uno di questi è il rifiuto di essere nominati vescovi. Poi è ovvio che se il papa insiste, per obbedienza, accetti.
    I gesuiti in giro per il mondo erano stupefatti proprio dal fatto del gesuita papa, per loro un ossimoro.
    Padre Lombardi ha raccontato un episodio buffo: la sera d’elezione di bergoglio , Lombardi è tornato nella sua comunità di gesuiti. In quella comunità c’è un padre molto anziano e malato. Quando gli hanno detto che un gesuita era stato eletto papa ha commentato: ” oh, mio Dio questa è la fine del mondo!”

    9 Aprile, 2014 - 16:58
  33. Francesco73

    Io su questo famoso “rifiuto” di Bergoglio nel Conclave del 2005 ho molti dubbi, e dalle ricostruzioni lette – per quello che valgono – ho capito un’altra cosa.
    Ora invece la papolatria sul pontefice attuale si è spinta a creare la leggenda del suo “rifiuto” di allora, a incremento del suo eroismo. Che non ha bisogno di simili fole, direi.

    9 Aprile, 2014 - 17:02
  34. Sara1

    La cosa buffa Picchio e’ che i gesuiti sono stati il braccio della Chiesa tridentina anche loro legati direttamente al Papa, insomma elogiare loro e’ come dar ragione a Ratzinger quando insisteva nel recupero della continuità.

    9 Aprile, 2014 - 17:08
  35. picchio

    @ SARA
    la differenza tra movimenti e ordini, prendendo in considerazione i due che conosco, focolarini e gesuiti è quella che ho scritto sopra. Gli ordini rispettano il singolo, educandolo alla libertà. i movimenti sono delle sette che vogliono tenere il singolo sotto controllo.
    I movimenti hanno potere d’attrazione perchè all’interno dei movimenti fai con i tuoi simili un mucchio di cose, dalla preghiera, al volontariato, sino alle gite e alle vacanze.Praticamente sei sempre insieme a loro.Con i focolarini sono andata in vacanza una volta in sicilia e una volta in sardegna in case messe a nostra disposizione gratuitamente da altri focolarini. Esiste una rete di aiuto concreto che ti lega uno all’altro: hai bisogno di un lavoro, una nuova casa, una baby sitter per permetterti di frequentare le riunioni, di lezioni per passare gli esami all’università? si fanno in quattro per, nei limiti del possibile, darti quello di cui hai bisogno. E’ quello che fanno anche i vari movimenti evangelici e pentecostali che si stanno espandendo a macchia d’olio in Centro e Sudamerica.

    9 Aprile, 2014 - 17:12
  36. picchio

    sara dal 1500 i gesuiti sono cambiati un bel po’, e io elogio quelli del dopo Arrupe a Ratzinger sarebbe piaciuto invece tornare al 1500.

    9 Aprile, 2014 - 17:15
  37. Sara1

    Lo so li conosco (e li evito:-)) però in origine anche gli ordini religiosi avevano un fortissimo senso comunitario.
    Nel Medioevo i monasteri erano spesso isole in mezzo ad un mondo ostile i monaci escono solo dopo l’anno mille quando le condizioni migliorano.
    I nuovi ordini del basso Medioevo puntano sulla pietà popolare e assomigliano molto agli evangelici.
    I gesuiti con i loro lunghissimi studi sono più istituzionali assomigliano più ai dotti monaci.
    Messa alla buona.

    9 Aprile, 2014 - 17:18
  38. picchio

    questa estate torno in Salvador dai gesuiti dell’UCA, a novembre sarà il 25 anniversario dell’uccisione di Ellacuria e compagni, ma io posso muovermi solo d’estate..sono questi i gesuiti che ammiro, non quelli della controriforma.

    9 Aprile, 2014 - 17:18
  39. Sara1

    Picchio non si può però ridurre la Chiesa ad un ordine così come si è configurato negli ultimi decenni.
    Se allargo lo sguardo vedo che niente Trento niente Gesuiti niente Bergoglio.
    In questo modo si comprende meglio anche Trento.

    9 Aprile, 2014 - 17:20
  40. Marilisa

    “non so se Wojtyla è un santo oppure no, magari non lo era, ma so solo che era un gigante in un mondo di nani, fra i cui nani c’era anche Martini.” (discepolo)

    Mi dispiace per Discepolo, ma dissento.
    Wojtila era un grande con un carisma straordinario.
    Martini era un grande con un altro genere di carisma.
    Chi parla di “freddezza” di Martini, sbaglia di grosso. Martini era un uomo riservato, non freddo. Le persone riservate, non invadenti, spesso vengono fraintese. Uno dei tanti fraintendimenti cui gli uomini sono inclini.
    È lo stesso discorso che si può fare per Ratzinger.Poteva sembrare “freddo”, invece era timido e riservato.
    Martini amava la sua Chiesa e l’umanità, specialmente quella più fragile. Sapeva entrare nella mente degli uomini superficialmente considerati “peccatori” anche dalla Chiesa. Sapeva mettersi al loro posto e riusciva a capire il loro punto di vista, SENZA GIUDICARE.
    Sapeva distinguere senza fare di tutta l’erba un fascio.
    Sapeva vedere obiettivamente, entro i limiti, le pecche di un’ Istituzione restìa a smuoversi da posizioni acquisite una volta per tutte e mai messe in discussione. E questa è davvero una colpa perché indica una mancanza di crescita.
    Anche nella Chiesa la crescita è d’obbligo, alla pari dell’umanità.
    Se vuole restare nell’infanzia per eccessivo timore prudenziale, sbaglia. Resta qualche passo indietro. O duecento anni indietro, come ebbe a dire–secondo me giustamente– Martini.
    Il suo testimone è stato preso, in tutta evidenza, da Bergoglio.
    Questi stamane in piazza S.Pietro, riconosciuto tra la folla un amico, lo ha invitato cordialmente ad avvicinarsi. Si sono salutati festosamente come fanno gli amici veri.
    Quale altro Papa, prima, si sarebbe comportato così?
    Immagino quale mal di pancia abbia preso certi cattolici nel vedere questa “oscenità”. Io mi diverto solo a pensarci.

    9 Aprile, 2014 - 17:25
  41. discepolo

    Guarda cara Marilisa che a parlare di “freddezza” di Martini è Luigi Accattoli nell’articolo oggi comparso sul Corsera.Non di freddezza in generale ma di freddezza di Martini nei confronti di Papa Giovanni Paolo II. “Una persona straordinaria ma……”
    Una posizione del resto del tutto comprensibile conoscendo le idee di Martini: infatti Giovanni Paolo II in campo morale era un tradizionalista contrario a qualsiasi novità su aborto, contraccezione, divorzio ecc, e in campo politico non era certo di sinistra, avendo contribuito al crollo del comunismo prima in Polonia e poi per effetto domino nell’Unione sovietica. Inoltre era contrario alla Teologia della Liberazione e non era certo un fans dell’Arcivescovo Romero.E poi certo tante altre cose: Marcinkus allo Ior ecc. ecc.
    Quindi era risaputo che il cardinale Martini avesse una certa freddezza verso GPII , fin qui nulla di nuovo, nulla che già non si sapesse, da decenni.
    Quello che mi chiedo è perchè il Corsera, a pochi giorni dalla canonizzazione
    di Wojtyla, fa un articolo, con tanto di titoli in prima pagina sui “dubbi sulla santità”. Secondo me i giornaloni non fanno le cose a caso. Evidentemente c’è un messaggio che vuole essere lanciato: sì Wojtyla sraà fatto santo, ma la cosa è dubbia , anche Martini aveva i suoi dubbi,, e dunque anche se l’insegnamento tradizionale di Wojtyla su famiglia e morale cristiana dovesse essere ribaltato, ci sta.. i dubbi , le insinuazioni, lasciano sempre il segno.

    9 Aprile, 2014 - 18:03
  42. Il magistero di Giovanni Paolo II è quello che sega le gambe alla tesi Kasper (e le corna al diavolo) quindi un poco di fango mediatico giova sempre.
    Cosi il codazzo che seguiva Martini può orientasi al seguito di Kasper, in barba al (santo) rompiscatole Wojtyla su cui si possono nutrire dubbi.

    9 Aprile, 2014 - 18:17
  43. discepolo

    Comunque cara Marilisa io creo Martini di conoscerlo meglio di te visto che è stato il mio Arcivescovo per tanti anni. ho sentito tant sue omeliein Duomo. Ho letto tante sue “lettere pastorali”. Non l’ho mai incontrato personalmnte , ma ho parlato con un sccao di persone che l’hanno incontrato personalmente e che hanno avuto con lui anche contrasti o litigi. Un consiglio cara Marilisa : mitizzare una persona non è mai una buona idea. certo non solo nl caso di Martini ma in qualunque altro caso. <si finisce sempre per creare un personaggio immaginario, mai vissuto concretamente, ma che corrisponde alle nostre
    aspettative e gusti personali. Il Martni che lei idealizza,non è il Martini che è vissuto su questa terra . E mno mle direi. perchè , pur non essendo d'accordo con lui nel 90% dei casi , almno il Martini reale, che io ricordo non è un santino mieloso e stucchevole, ma un uomo concreto con la sua personalità e i suoi difetti. Il Martini concreto era meno stucchevole del Martini santino a cui l'hanno ridotto i suoi fans.

    9 Aprile, 2014 - 18:20
  44. lorenzo

    Proprio guardando i Papi e la loro azione di governo della Chiesa, ci si rende conto di quanto le categorie di ” tradizionalista” e “progressista” mostrino la corda: anzi, mostrino il niente di cui sono fatte.
    Per cui io ci andrei con i piedi piu’ che di piombo a definire GPII tradizionalista, anche se soltanto ” in campo morale” ; così come mi domando come si possa continuare a definire “tradizionalista” Ratzinger, che passerà alla storia come colui che ha destrutturato la sacralità bizantina del papato, rendendolo quello che è sempre stato: una vicaria di Cristo, cioè un servizio, a tempo. D’altra parte, era considerato un tranquillo e pacioso tradizionalista di certo senza alcuna simpatia modernista Roncalli, che piantò su quel terremoto di Concilio che ancora oggi resta sullo stomaco a mezza chiesa col torcicollo all’indietro.Al contempo, la presunta ” straordinaria modernità” di Francesco è certamente nei gesti e nel rifiuto di molta pompa ma, finora ( e scommetterei per sempre) mi pare non si sia manifestata in un ‘unghia su nessun altro piano.
    Quanto ai giornali, anche quelli di testa, quelli che muovono le opinioni ( così si diceva un tempo: adesso muovono sì e no le teste canute di chi li legge, visto che moltissima gente e i ggiovani in primis non se li filano più manco di striscio) avranno le loro ragioni, che siano limpide o torbide, poco ci importa.
    Il must, mi sembra che resti quello di piantare il botto, conquistare la scena, scooppare: GPII sta per diventare santo? E io canto fuor dal coro con un mio bel “sì, però,”… e se a dirlo è Martini, che al target del Corriere piace sempre na cifra, il mio canto fuor dal coro vale doppio.
    Trovo tutto questo , come quasi tutto l’ambaradan mediatico intorno ai papi, (con punte di vero spasso con Francesco) molto divertente.
    E mi godo in santa pace, permettetemi di dire, la bellezza e la saggezza, la placida forza della Chiesa nel suo insieme, nei suoi meccanismi e nei suoi processi che mi permette a un certo punto di fregarmene solennemente, posso dirlo ?, di tutto il blabblarume perchè c’è LEI a dire: signori, ecco un Santo.
    Fine dei giochi.

    9 Aprile, 2014 - 18:34
  45. lorenzo

    …e sono d’accordo perfettamente con discepolo. Il Martini che è rimasto con noi è un’icona inesistente, perché ne hanno fatto una maschera, la rappresentazione del progressista( inesistente) ideale (inesistente), il prototipo della Chiesa anti ( cosa?) e contro ( cosa?).Quando era invece – ed è tuttora- un grande uomo di Chiesa, e niente piu’ di questo.

    9 Aprile, 2014 - 18:37
  46. Sara1

    Discepolo GP ha combattuto il comunismo ma anche e soprattutto perché il comunismo non esce affatto dagli errori del capitalismo materialismo e economicismo compresi.
    Infatti il comunismo e’ stato nei fatti un capitalismo di stato, GPII vede Marx come figlio della borghesia con la sua fiducia verso il progresso.
    Quello che auspicava era un superamento di entrambi in nome di una società fondata sulla giusta e libera divisione delle ricchezze.

    9 Aprile, 2014 - 18:46
  47. lorenzo

    Diciamo che c’è un prima e un dopo, nel rapporto di GPII col comunismo.
    Fino all’89, e dopo. Quello che dice Sarà è venuto precisandosi dalla caduta del muro e dall fine dell’URSS in avanti.

    9 Aprile, 2014 - 18:54
  48. Sara1

    Giusto, perché aveva intuito che senza lo spauracchio comunista il capitalismo si sarebbe risvegliato e rinforzato.

    9 Aprile, 2014 - 18:58
  49. Sara1

    Il capitalismo selvaggio come lo chiama nella CA.

    9 Aprile, 2014 - 19:01
  50. picchio

    e’ ovvio Sara che se non c’era un fondatore non c’erano i gesuiti, ma l’ordine non è più quello del 1500, e meno male così

    9 Aprile, 2014 - 19:21
  51. picchio

    povero Kasper ormai per qualcuno è diventato un incrocio tra Mao tse Tung e Che Guevara

    9 Aprile, 2014 - 19:22
  52. Sara1

    Gli esercizi si fanno ancora pari pari no?
    Voglio dire la spiritualità dei gesuiti viene da Ignazio ed è rimasta quella segno che non tutto di quei tempi era da buttare.
    Anche a me piacciono i gesuiti.

    9 Aprile, 2014 - 19:54
  53. lorenzo

    si, pochi come GPII hanno avuto allora parole così chiare e lucide sui pericoli del capitalismo selvaggio: e guardando questi ultimi anni di crisi che morde su tutti i piani….

    9 Aprile, 2014 - 19:55
  54. picchio

    @ SARA
    gli esercizi si fanno ora come li volle Ignazio, ma non fu sempre così. Piano piano nel corso dei secoli le cose cambiarono dopo la morte di Ignazio e gli esercizi vennero completamente stravolti: un conferenziere teneva dotte conferenze alle persone che facevano il ritiro,fu solo con il concilio vaticano secondo in cui tutti gli ordini religiosi andarono alla riscoperta del carisma originario che si riscoprirono gli esercizi spirituali come li volle Ignazio. Non fu la sola cosa che venne stravolta, l’ordine prima del concilio era quasi diventato un ordine conventuale, con preghiere in comune e rigidi orari scanditi da campanelli cosa che non era nelle intenzioni di Ignazio. Anche il rendiconto di coscienza non si praticava più.
    Si ricorda la controriforma,e in effetti gesuiti erano presenti a Trento e nei paesi riformati, ma in realtà Ignazio che fu vittima dell’inquisizione,venne pure imprigionato, fondò un ordine già per quell’epoca molto rivolto verso il sociale: gesuiti lavoravano con le prostitute romane, i malati, i bambini poveri e non fondarono solo scuole per i ricconi.
    Le riduzioni del paraguay e le missioni in sudamerica furono opere mirabili, all’avanguardia per i tempi che portarono però più tardi alla soppressione dell’ordine.
    Poco per volta però si perse la missione originaria e i gesuiti pensarono che per cambiare il mondo bastava formare nelle loro scuole prestigiose le élites dei vari paesi e ci avrebbero pensato loro. Ovviamente non era così. Solo con Arrupe avvenne il cambio di prospettiva: non puoi solo formare i ricchi perchè si prendano cura dei poveri, devi rivolgerti ai poveri e lavorare per loro e insieme a loro.

    9 Aprile, 2014 - 22:53
  55. Sara1

    L’opzione per i poveri è figlia del concilio, i Gesuiti di Arrupe sono figli del concilio di oggi come quelli di Ignazio erano figli di quello di ieri.
    Il concilio di Trento fu un concilio fortemente riformistico, la struttura attuale con le parrocchie, i seminari, i vescovi residenti nelle diocesi viene da lì. La Chiesa uscita da Trento diede maggior attenzione alla spiritualità rispetto a quella rinascimentale e fece grandi tentativi per staccarsi dal potere mondano, per formare sacerdoti migliori, per catechizzare i fedeli che spesso prima erano lasciati nell’ignoranza.
    Per questo i gesuiti furono importanti, in quanto colti flessibili, adattabili, in grado di occuparsi di tutti gli strati sociali.
    Lei ad esempio tempo fa ha definito i riti tridentini masturbazioni però i gesuiti furono maestri nelle scenografie e negli allestimenti barocchi, furono attenti ad un’arte e una liturgia che avessero presa sugli strati sociali più bassi.
    Diciamo che Trento è stato molto più che una semplice controriforma e i gesuiti appunto non sono nati con Arrupe. Poi se uno si identifica con lui è un altro discorso.

    9 Aprile, 2014 - 23:25
  56. picchio

    Lei ad esempio tempo fa ha definito i riti tridentini masturbazioni però i gesuiti furono maestri nelle scenografie e negli allestimenti barocchi, furono attenti ad un’arte e una liturgia che avessero presa sugli strati sociali più bassi.

    mi dai del lei??:-) temo che definirei anche gli allestimenti barocchi dei gesuiti delle masturbazioni 🙂
    comunque non ero io che avevo definito la liturgia tridentina una masturbazione spirituale, ma lo aveva fatto il vicario episcopale di Salt Lake City, ma la prima volta che l’ho sentito ho pensato : è una perfetta definizione della liturgia tridentina.
    E a proposito di sesso e liturgia, l’immersione del cero pasquale, per tre volte, durante la veglia di Pasqua nell’acqua non è una simbologia sessuale?

    9 Aprile, 2014 - 23:36
  57. Sara1

    Se è per questo molti hanno visto nella mistica di Teresa D’Avila chiare simbologie sessuali!!

    Personalmente non amo il barocco, però il senso era quello di colpire l’immaginazione del popolo ricordo di aver letto che anche Il Flauto Magico è stato influenzato dagli apparati gesuitici.

    Comunque mi è rimasto impresso un testo di Gutierrez in cui ripercorreva tutti gli atti magisteriali in favore dei poveri. Spiegava che i conservatori tendevano spesso a ridurre l’opzione per i poveri all’influenza di pochi intellettuali progressisti mentre lui ci teneva a mettere in evidenza come fosse il frutto di una scelta di tutta la Chiesa, Papa compreso.

    Per questo penso sia importante sottolineare le continuità nella Chiesa per mettere in chiaro che sono scelte maturate, ponderate che non possono essere annullate ad ogni cambio di Papa.

    10 Aprile, 2014 - 0:00
  58. Marilisa

    “Un consiglio cara Marilisa : mitizzare una persona non è mai una buona idea.”(discepolo)

    Giustissimo. Infatti io non “mitizzo” nessuno. Mai fatto.
    Parlare bene di qualcuno non significa “mitizzare”.

    “Il Martni che lei idealizza,non è il Martini che è vissuto su questa terra . E mno mle direi. perchè , pur non essendo d’accordo con lui nel 90% dei casi , almno il Martini reale, che io ricordo non è un santino mieloso e stucchevole, ma un uomo concreto con la sua personalità e i suoi difetti.”(discepolo)

    Io non “idealizzo”, cara discepolo.
    È lei che capisce male, e dimostra con chiarezza che le dà un enorme fastidio sentir parlare bene del cardinal Martini.
    “Mieloso e stucchevole” sono due aggettivi inopportuni e certamente non riferibili a Martini, e credo che nessuno mai potrebbe definirlo così. Quindi non vada ad inventarsi, attribuendole ad altri, parole quanto mai inadatte a tratteggiarne la personalità.
    Questi travisamenti scaturiscono dai preconcetti e dalla volontà di tirare l’ acqua al proprio mulino con ogni mezzo.

    10 Aprile, 2014 - 1:22
  59. Federico

    Discepolo ha colto il senso dell’articolo del Corriere: “relativizzare” la santità e il magistero di un santo papa per meschinissimi scopi di propaganda politica. Il problema è che le parole del Card. Martini si “prestano” a queste strumentalizzazioni, si sono sempre “prestate”: questa è la ragione per cui a molti cattolici quelle parole (ma soprattutto le “aggiunte” dei martiniani) non sono mai piaciute.

    10 Aprile, 2014 - 11:38
  60. Marilisa

    Guarda caso, è proprio quello che si sta facendo con questo Papa.
    Quanti lo hanno stupidamente definito “comunista”?
    Lui stesso ha parlato di questo grottesco malinteso.
    L’ideologia è una brutta bestia che invade ogni campo. E quando la si vuole nascondere, fa capolino comunque.

    10 Aprile, 2014 - 13:28
  61. Federico

    Non è vero, il Papa non sta facendo quello che dici tu.

    10 Aprile, 2014 - 14:01
  62. Marilisa

    Scusa, ma tu hai capito quello che ho scritto?

    10 Aprile, 2014 - 14:32

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