Ultimi giorni dell’Expo dov’ero stato a giugno e dove sono tornato con il vivo racconto d’un amico. Lo riporto spezzettato nei primi commenti: come avviso a chi vi debba andare e come memoria di quando c’ero stato e qui ne avevo parlato. L’Expo, ovvero il mondo come fiera e come giostra.
Sono tornato all’Expo ma non è vero
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Narrante e sfogante. Ero con una comitiva arrivata in pullman all’ingresso Triulza dell’Expo e lì mi staccavo per andare alla stazione di Rho a prendere un treno per Milano Centrale e per Roma. Vedevamo fiumane sgroppanti verso i metaldetectors: “In bocca al lupo – non vi perdete – poi mi raccontate”. “E’ stata una lunga trafila di sofferenze”: è l’attacco dell’amico narrante e sfogante.
Formicaio sfrecciante. Fila di oltre un’ora ai cancelli prima di entrare, un formicaio di gente sfrecciante in tutte le direzioni lungo il decumano. Mancava poco che ti passassero sulla testa. Impossibile visitare più di un padiglione o due, sia perchè una giornata è una giornata, sia perché stare in piedi e avanzare a passo di formica in fila per tre – quattro e per più ore richiede una resistenza che molti della comitiva avevano e non avevano. E poi tanto eroismo per vedere cosa? Qualche fugace fascinazione.
Italia cioè mirabilia. La nostra bella comitiva si è sparpagliata a gruppetti, ognuno si è regolato per sé: chi ha visitato qualche padiglione minore, dove le file erano pure minori, chi ha approfittato delle file prioritarie per gli ultra settantenni. Io, aggregandomi a due degni rappresentanti della suddetta categoria, ho potuto rivedere senza fare fila il padiglione zero (che avevo già percorso a giugno) e poi, con una fila di solo un’ora e mezza, il padiglione Italia: mirabilia!
Tra decumano e cardo. Tutto questo ciondolando per l’intera giornata avanti e indrè tra decumano e cardo, per vedere almeno da fuori i padiglioni, con i piedi bollenti e doloranti, giusto per arrivare alle fatidiche ore 19, per l’accensione del famoso albero, che se uno se ne va senza averne visto e apprezzato tutte le scenografiche invenzioni dei bresciani e l’orgoglio italico… beh si sente proprio un… una… non mi viene la parola ma sento che è qualcosa di disdicevole.
Col biglietto ridotto. Comunque sia, le luci cangianti, la musica, il bel canto, Pavarotti, gli zampilli, le fumate tricolori, i fiori variopinti che sbocciano lungo il tronco… tutto si è esaurito in pochi minuti e poi… la massa scomposta si è diretta verso le uscite, mentre un’altra massa, altrettanto scomposta, premeva contro per avvicinarsi all’albero in attesa del nuovo spettacolo: erano quelli che a una cert’ora la sera entrano col biglietto ridotto.
Come alla Mecca. Ho pensato ai pellegrini della Mecca, ma quelli mi pare che vadano in un’unica direzione. Però il rischio è lo stesso, se inciampi e cadi, addio! Una volta passato l’incrocio tra cardo e decumano, dritti e più spediti verso l’uscita che porta al parcheggio Merlata, quello dei pullman. Un altra galoppata, tra scale mobili e immobili, passerelle sopraelevate, vialetti interminabili di sanpietrini (il colpo di grazia per i piedi doloranti) e poi finalmente la sagoma bianca del pullman che ti aspetta e noi che aspettiamo altri che devono arrivare, forse sono loro, no, proviamo a telefonare, si saranno persi… no meno male eccoli… possiamo partire.
Di che sarà metafora. Ci fermiamo appena fuori, in autostrada, per rifocillarci un po’ in autogrill. Stasera arriveremo tardi in albergo e ci ficcheremo subito a letto grati d’essere vivi. Ecco, ti ho fatto una rapida e impietosa cronaca della nostra visita all’Expo. A ripensarci mi vengono i brividi. Quando ci andammo insieme, ai primi di giugno, era tutta un’altra storia, ma c’era un caldo insopportabile. Si vede che l’Expo bisogna guadagnarsela, in un modo o nell’altro. Di che sarà metafora?
Io ho lasciato perdere… dovevo tornarci ma i racconti dei superstiti alla visita di questo fine ottobre mi hanno scoraggiato.
http://www.pdmilano.eu/news/26/expoi-contenuti-e-futuro-del-dopo-expo-a-milano
Qaulcuno sa qualcosa di cosa è emerso dal quel incontro tenuto alcuni mesi fa?
Io ne ho sentite di tutti i colori… tra cui che l’albero della vita doveva finire in piazzale Loreto… poi però pare resti lì…
Expo certamente bello da visitare e indubbiamente è stato un successo dal punto di vista dei numeri.
Rimane però un rammarico dal mio punto di vista: Chiesa Cattolica a parte, con i suoi padiglioni Santa Sede e Caritas, in pochissimi altri si sono attenuti al tema “Nutrire il pianeta energie per la Vita”.
La maggior parte dei Paesi presenti hanno operato una grande promozione turistica dei propri Paesi.
Almeno questa è la mia opinione.
Saluti.