“Buongiorno. Sono povera ma felice. Aiutatemi. Grazie“: è scritto su un cartone appoggiato a un carrellino della spesa, con sopra un ombrello caso mai piovesse. Lei è nera, ha gli occhiali, avrà quarant’anni e balla e canta. Io sono felice di vederla. L’osservo sulla destra del bel palazzo delle Poste a piazza Bologna, a Roma: sulla destra per chi guarda la facciata. Mi dicono i figli che staziona lì da un paio d’anni ma io la vedo solo ora. Canta una nenia che non intendo, forse uno spiritual. Le chiedo chi sia e da dove venga, ma non ci intendiamo nè in italiano nè in inglese. Lei va per suo conto e racconta qualcosa che provo a rendere così: “Sì, io sono cristiana, ma Dio è grande ed è lassù mentre io sono piccola e sto quaggiù”. Fa molti cenni verso l’alto e verso il basso per incoraggiarmi a intendere il suo cantico – perchè continua a dondolarsi e a neniare mentre parla con me. Indica infine un livello minimo, della statura di un gatto: “Io qui, solo qui”.
Sono povera ma felice
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Avere colto perfettamente la propria creaturalità, e quindi la propria realtà, la propria verità, si effonde nell’animo di questa persona come gioia profonda. E si trasmette all’ambiente circostante.
C’è chi non vuole nemmeno sentirlo dire che “Dio è grande ed è lassù mentre io sono piccola e sto quaggiù”. Anzi, schiumano di rabbia. Spesso si esaltano, ma ancora più spesso sono inquieti. Eppure hanno case da sogno, macchinoni, conti in banca di tutto rispetto.
E’ che la conoscenza della realtà dà gioia, giocherellare con l’irrealtà genera infelicità.
A dir la verità, io un pò dissento dall’equazione: Povero=felice. Ricco=infelice.
Non metto in dubbio che la donna incontrata da Luigi fosse felice, ma allargando il discorso starei attento a giudizi troppo semplicistici nei confronti dei ricchi. Hanno macchinoni, ma sono infelici… (Nulla di personale, carissimo Orsobruno),ma ci sono situazioni della vita che colpiscono chiunque: Il povero come il ricco: Vedi ad esempio le malattie, le disgrazie. Quindi il discrimine non è il denaro.
L’inquietudine, la notte oscura, possono colpire chiunque…Ne furono “vittime” ad esempio: Madre Teresa e Giovanni della Croce.
Un caro saluto a tutti!
F.
Buonasera.
Quella scritta vuol dire: DIGNITA’
Buonasera a tutti
Avete visto poco fa in tv Suor Giuliana Galli, delle suore del Cottolengo, intervistata da Lilli Gruber e Federico Guiglia?
Che bella luce dal volto di questa suora, e che bel racconto di vita passata e presente.
Anche lei mi è parsa dire: sono povera ma felice.
Bellissimo il racconto della vocazione giovanile, quando ha capito che una vita con un amore umano al fianco “non le sarebbe bastata” e che la pienezza l’avrebbe potuta avvicinare solo cercando Dio.
Mi ha colpito lo sguardo da ragazza dignitosa e determinata, sul suo aspetto di 65/70enne.
Eppure, Fabricianus, io che ho vissuto vari anni in Africa, in mezzo ad una miseria che difficilmente chi non ci ha vissuto può immaginare, ero circondata da una felicità genuina, bimbi nudi sempre felici e sorridenti e donne come quella descritta da Luigi, sempre felici, sorridenti che la mattina si svegliano già cantando.
Si ho visto Suor Giuliana, Francesco – veramente un bel racconto di vita. Anche a me ha colpito il suo sguardo fresco e sincero.
Conosco anch’io la signora “povera ma felice” che staziona alla destra della scalinata dell’ufficio postale di piazza Bologna a Roma. Da notare che la scritta dice “povera MA felice”, quasi a voler frenare la possibile compassione lacrimevole di chi le passa accanto. L’aspetto un po’ carnevalesco fa capire che qualche rotella manca, MA…
e’ stato appena pubblicato dalle edizioni ” gladiator ” il buovo statuto neotemplare fresco di stampa , eccolo
NUOVO STATUTO GENERALE NEOTEMPLARE
I Nuovi Templari hanno come finalità specifica quella di restaurare e ordinare la legge e l’ordine naturale in tutte le nazioni della terra affinchè essa diventi un Regno di giustizia e di pace di Dio tra gli uomini secondo il piano che lui ha voluto . Tutte le nazioni vanno ordinate secondo l’ordine naturale voluto da Dio affinchè Egli possa regnare tra gli uomini . Essi sono presenti in tutte la nazioni e specialmente la dove bisogna combattere per restaurare quest’ ordine naturale non più esistente e, nel compiere questa missione, sono animati dalla fede cattolica cristiana da cui nasce la loro azione . I Nuovi Templari non sono i discendenti dell’antico Ordine Templare scomparso nel 1300 ma si ispirano al loro esempio di coraggio, di guerrieri esemplari e devoti nella lotta e nella pietà cristiana quotidiana . Nella loro devozione c’è l’amore per la legge naturale rivelata perché restaurando quella nel mondo , si impianta il vero regno di Dio già su questa terra . Essi possono essere sia sposati e sia consacrati , uomini e donne , ma tutti con una pietà esemplare e una fede nel Regno di Dio da restaurare sulla terra. Infatti essi sentono la missione consegnata da Dio ai laici di consacrare il mondo a Dio su questa terra , come alla Chiesa è stato affidato il compito di predicare la salvezza eterna . Riguardo alla pietà tutti hanno l’obbligo della preghiera quotidiana mattutina e vespertina – Non può far parte dell’Ordine il clero o sacerdoti ma solo cappellani e assistenti religiosi esterni .Non può far parte della milizia chiunque abbia una situazione familiare fallimentare o sia divorziato e chiunque si sia reso colpevole di reati contro la morale .
I Nuovi Templari hanno il compito e possono formare vere e proprie milizie armate e addestrate di tutto punto là dove sia possibile e la necessità lo richieda , però solo dove essi siano riconosciuti come istituzione SIA DALL’ AUTORITA’ CIVILE E SIA DALL’AUTORITA’ RELIGIOSA DEL LUOGO . Il loro compito militare in una nazione cessa quando una nazione è saldamente perseverante nell’ordine civile e nella legge naturale rivelata . Oltre alla formazione di milizie armate con il consenso dell’autorità civile ed ecclesiale , senza il quale resta un movimento culturale, i nuovi templari agiscono solo finanziariamente ed economicamente per realizzare il loro scopo principale che è il regno di giusstizia di Dio sulla terra .Quindi combattono l’usura e l’ingiustizia tra paesi ricchi e paesi poveri .
“Gli Israeliti si accamperanno ciascuno vicino alla sua insegna con i simboli dei casati paterni” (Numeri 2,2)
quando andava alla scuola materna e aveva cinque anni il mio figlio maggiore aveva come “migliore amico” un bambino egiziano di nome Omar.. era talmente innamorato di lui che un giorno mi confessò : io vorrei avere i capelli neri e gli occhi neri come Omar ed essere egiziano come lui. ..Gli spiegai che per i capelli non c’era problema si potevano tingere, ma cambiare gli occhi azzurri in nocciola era più difficile…rimase dispiaciuto, ma si rasserenò quando Omar gli disse che anche alcuni egiziani hanno gli occhi azzurri…
Scusate avrei voluto scrivere le righe precedenti per l’altro post , quello sui ragazzi musulmani, ma la lettura dello statuto dei templari mi ha un po’ scombussolato… 🙂
A parte il fatto che ostentare la propria felicità mi pare un po’ offensivo per quanti soffrono come cani e poi, vorrei sapere perchè la felicità è sempre agganciata agli “averi” … Felicità nonostante gli “averi” è esattamente quello che indica una felicità abbastanza fasulla che prima o poi presentarà il conto.
Ci sono “averi” non economici che fanno davvero felici e perfettamente soddisfarri. Si chiamano: superficialità, individualismo, ecc. ecc. Personalmente non riesco ad essere felice guardandomi in giro e se anche lo fossi per un solo istante (può capitare) me ne guarderei bene di sbatterlo in faccia a tutti.
Comunque, chi glielo va a dire al Sgnore che non ha capito un accidenti di niente? Perchè Lui, tanto felice non è stato eppure per essere povero lo era davvero.
Lascio alla signora danzante il suo cartello, io non le credo per nulla, ma se lei ne è convinta … beh … potrebbe aggiungere una beatitudine alle altre, ma non credo siano quelle giuste.
Con questo non voglio dire che dobbiamo andare in giro con al “faccia da soliti cristiani” tristi e contriti … Miriamo alle cose più alte che sono la serenità, il gioire per gli altri … riuscire a far passare il “sorriso di Dio” sul prossimo attraverso noi.
Diffido della felicità, è una parola che inganna e difatti non è presente nel Vangelo (o non me la ricordo io).
Concordo. La felicità, durante la vita terrena, noi la conosciamo solo “per assenza”, come impronta vuota di quel che sentiamo mancare anche ai momenti di maggior “soddisfazione” della nostra vita. Quel che manca (e manca sempre), allude all’incognita, eppur certa nella speranza, felicità – che è dell’altra vita. La chiesa una volta lo diceva, oggi forse meno.
(questa non è tetraggine, e men che meno dolorismo: nella vita possono esserci molte cose buone, gustose e perfino capaci di farci provare qualcosa che, di lontano, somiglia alla felicità. Somiglia.)
Fuori tema (relativamente), una domanda impertinente a Luigi: leggo ora sul Corriere online un articolo del tuo successore che anticipa alcuni passi dell’enciclica papale. Ma non c’era una regola deontologica per cui i vaticanisti ricevevano con qualche anticipo i testi, per studiarseli, ma con l’impegno a non pubblicare niente prima della presentazione ufficiale? Troppa voglia di scoop? Su Repubblica online non mi pare ci sia niente (ma forse hanno troppo da fare a compilare nuove liste di domande per Berlusconi).
Marta io credo che “beati i poveri” del capitolo sei di Luca tu lo possa rendere con “felici i poveri”. ???????? ?? ?????? dice il testo greco. Per ???????? il Rocci propone alla pari “beati, felici”. Per ?????? “mendico, mendicante, indigente, povero”. Insomma: pitocco.
Oltre che “felici i poverelli” la scritta della pitocca danzante a me ricorda Il “bruna sono ma bella” del Primo poema del Cantico.
Leonardo i giornalisti hanno il testo con un anticipo di tre ore sulla pubblicazione: lo ricevono la mattina alle 09,00 con embargo fino alle ore 12,00 dello stesso giorno. La Sala Stampa considera obbligati all’embargo i giornalisti accreditati dal giorno in cui è annunciata ufficialmente la data della pubblicazione. I giornalisti si ritengono impegnati solo dal momento in cui ricevono il testo sotto embargo. Da questo contrasto interpretativo, grandi conflitti!
Non essendo ancora annunciato il giorno, il mio successore non può essere censurato. Mi pare che il suo servizio pubblicato oggi a pagina 22 con partenza in prima dal Corriere in edicola – e riportato da quello on line – sia ben fatto e basato sulla conoscenza diretta del testo. Non resta che complimentarlo.
Da “Frammenti di un Vangelo apocrifo” di J. L. Borges:
“47- Felice il povero senza amarezza o il ricco senza superbia.
48- Felici i coraggiosi, coloro che accettano con animo uguale la sconfitta o la palma.
49- Felici coloro che serbano nella memoria parole di Virgilio o di Cristo, perché daranno luce ai loro giorni.
50- Felici gli amati e gli amanti o coloro che possono fare a meno dell’amore.
51- Felici i felici.”
(in “Elogio dell’ombra”, J. L. Borges, Tutte le opere, I Meridiani, Mondadori 1985, v.II, p.347)
P. S.
Naturalmente, nell’originale è più bello:
“Felix el pobre sin amargura…
Felices los valientes…
Felices los felices”.
Il “bruna sono ma bella” a me piace di più pensarlo così: “nera sono e bella”.
“E”, non “ma”.
Si può?
Io sarei per il “nigra sum sed formosa” della Vulgata … decisamente erotico-esotico …
… “in spirito” … beati i poveri “in spirito” e non “in beni materiali” e, per come la penso io, la beatitudine è di molto superiore alla felicità … quello, poi, che la rende un’altra cosa rispetto la felicità è che è “per sempre” (forse per il fatto che non segue l’emotività) … Per come la vedo io ovviamente … lungi da me asserire che questa è verità!!!
Per quanto me ne possa importare che ognuno sia come meglio crede: gioioso, felice, beato. sereno ecc. … l’importante è “non ostentare”, non aggredire con queste belle cose e lasciare solo che traspaiano nella normalità e nella banalità.
Ed sul colore della pelle onestamente … non ci avevo fatto caso più di tanto perchè anche da noi, nascosti benissimo, ci sono questi poveri … che però camminano come tutti gli altri e non mettono cartelli.
Per Fiorenza e Leonardo. “La sposa ha le fattezze della donna delle campagna palestinese, che il sole e il lavoro dei campi hanno abbronzato. Le ragazze di Gerusalemme, invece, vedono nel candore del volto la bellezza ideale”: così la nota della nuova edizione CEI ai versetti “1, 5-6”. Lei stessa poi – la sposa abbronzata ma bella – al capitolo cinque così vagheggia lo sposo: “L’amato mio è bianco e vermiglio, riconoscibile fra una miriade”.
a me la frase “povera ma felice” ricorda il titolo di un vecchio film
“Poveri ma belli”
certo se una mendicante scrivesse sul cartello “sono povera ma bella”
sarebbe spiritosa….
[Tegel]
Domenica « Laetare»
[19 marzo 1944]
Caro Eberhard,
le notizie dei violenti combattimenti che si svolgono dalle tue parti mi fanno pensare quasi incessantemente a te, sicché a te riferisco ogni parola che leggo nella Bibbia e ogni verso di Lied… La nostalgia… che sentirai sarà particolarmente forte in questi giorni così pericolosi, e ogni lettera non farà che aumentarla. Ma non fa parte della natura dell’uomo, a differenza di quella di chi non è maturo, che il baricentro della sua vita sia lì dove egli appunto si trova, e che la nostalgia per la realizzazione dei suoi desideri non possa stornarlo dall’essere pienamente ciò che è, precisamente dove egli in quel momento si trova? L’adolescente non è mai totalmente lì dove si trova; ciò fa parte precisamente della sua natura, diversamente egli sarebbe presumibilmente privo d’immaginazione; l’uomo invece è sempre un tutto e non sottrae nulla al presente. La sua nostalgia, che resta nascosta agli altri, è una nostalgia in qualche modo sempre superata; e quanto più grande è il superamento che deve compiere, per essere totalmente presente, tanto più misterioso e affidabile egli diventa, nel fondo del suo essere, per il prossimo, e in particolare per i giovani che stanno ancora camminando sulla strada da lui già percorsa. I desideri cui ci attacchiamo troppo, facilmente ci tolgono qualcosa di quello che dobbiamo e possiamo essere. All’opposto, i desideri che riusciamo costantemente a superare per amore degli impegni che ci stanno di fronte, ci arricchiscono. L’assenza di desideri è povertà. Nell’ambiente in cui mi trovo ora ho a che fare quasi soltanto con uomini che si attaccano ai loro desideri e che perciò non sono nulla per gli altri; non riescono a sentire più niente e sono incapaci di nutrire amore per il prossimo. Credo che anche qui si debba vivere come se non ci fossero desideri né fu-turo, ed essere totalmente quelli che siamo. È sorprendente allora come gli altri si rivolgano a noi, si lascino orientare e si lascino dire qualcosa. Ti scrivo tutto questo perché penso che anche tu in questo momento hai un compito molto grande, e perché in seguito sarai felice pensando che l’hai svolto, nella misura del possibile. Quando si sa che qualcuno è in pericolo, si vorrebbe sapere che egli è totalmente quello che è. Ci sono vite realizzate nonostante desideri irrealizzati; questo è quello che volevo veramente dire. Perdonami se continuo a mandarti «riflessioni» di questo genere, ma qui io vivo prevalentemente nella riflessione, e tu lo capisci bene, di sicuro. Inoltre, come necessario completamento di quanto sopra, devo dire che io credo sempre di più che noi ci avviciniamo anche alla realizzazione dei nostri desideri, e non dobbiamo assolutamente lasciarci andare alla rassegnazione. (D. Bonhoeffer, Resistenza e resa, 306-7)
Per Fiorenza , altri “Frammenti di un Evangelo apocrifo “di Borges
“cerca per il piacere di cercare, non per quello di trovare…
“E’ la porta a scegliere, non l’uomo…”
Nulla si edifica sulla pietra , tutto sulla sabbia, ma noi dobbiamo edificare come se la sabbia fosse pietra..”
( Busca por el agrado de buscar no por el de encontrar..
La puerta es la que elige no el hombre..
Nada se edifica sobre la piedra, todo sobre la arena, pero nuestro deber es edificar como si fuera piedra la arena…)
Grandissimo Borges!
E, allora, per te, Dicepolo, una variazione sul tema “Poveri ma belli”- “neri ma belli”- “belli ma neri”: http://www.youtube.com/watch?v=ZXMPryOrMhs
Però, Luigi, che tristezza quella nota della nuova edizione CEI sulla sposa “abbronzata” (mi ricorda qualcosa)! Più triste ancora di san Girolamo che non poteva pensare che qualcuno -nemmeno la regina di Saba- potesse essere nera “e” bella.
Secondo me Fiorenza quel “ma” è un artificio retorico, serve a dare più forza alla frase.. dire “poveri e belli” o “nigra et formosa” suonano meno forti e quindi ci si sofferma meno sul concetto , mentre mettendo un ” ma ” ci costringe a sostare.. forse San Girolamo non è che credeva che una donna non potesse essere bella se nera , semplicemente voleva sottolineare il concetto, dilatarlo..
La “sposa abbronzata” della CEI invece è veramente insulsa , tipo pubblicità delle Maldive per i viaggi di nozze…
E’ che se io mi metto nella pelle di una nera, quel “ma” mi riesce difficile accettarlo come “un artificio retorico”. E, nell’interpretazione tradizionale del Cantico, la Sposa, la Sulamita, è la “nera” regina di Saba. Che tutta l’arte occidentale, nota bene, ha sempre raffigurato come bianca, con grande scandalo degli Etiopi.
Sull'”abbronzata”, Discepolo, “insulsa” per me è dire ancora poco, se si pensa alle grandi associazioni astrali di 6,10: “quasi aurora consurgens/ pulchra ut luna, electa ut sol”.
Per concludere (era l’ora!) le mie divagazioni:
Se questa signora che “balla e canta” fosse davvero felice (cioè santa) (“c’è una sola tristezza, quella di non essere santi”), avrebbe scritto sul suo cartone: “Sono povera e felice”.
Probabilmente Michael Jackson è stato una grande vittima di questo pregiudizio che “bianco è bello” e nero no.. ha cercato in tutti i modi di cambiare la propria faccia.. poveretto.. provo una grande pietà verso di lui e spero che ora sia in pace in una dimensione in cui la pelle bianca o nera non ha più alcuna importanza…………….
Comunque da medico dico che i medici che l’hanno ridotto così
(Michael Jackson) andrebbero radiati dall’albo dei medici….
“Off topic” (ovvero, e come si diceva nelle scuole d’una volta, “fuori tema”).
la mia partecipazione a questo blog compie un anno esatto (“ecchissenefrega”, dirà – giustamente – qualcuno di voi): giusto il 1° luglio dell’anno scorso intervenni per la prima volta a dire la mia nel “pianerottolo” di Luigi, e l’argomento che mi spinse a metterci, metaforicamente, la faccia fu la (bellissima) notizia della liberazione di Ingrid Betancourt.
L'”anniversario” (si fa per dire ……) non riveste importanza alcuna, se non, ovvio, per me, perchè si tratta di una circostanza che ricordo, e molto bene, oltre che con piacere.
Da quel giorno, infatti, questo blog è diventato, poco alla volta, parte di me, della mia quotidianità, e, insomma, anche della mia vita: di ciò ringrazio tutti voi, e, più e prima di tutti (certo che non sarà motivo di torto a nessuno), il nostro impareggiabile “padrone di casa” Luigi.
Buona notte agli amici !
Roberto 55
è possibile che l’ho vista anche a p.zza Argentina?
(di ritorno sul pianerottolo)
Staziona infatti anche là.