“Sono le donne che fanno l’uomo”

Oggi pomeriggio ero a Genova come relatore a un convegno del “Serra Club Genova 184” nel Cinquantesimo della fondazione (vedi nella pagina “Conferenze e dibattiti” elencata sotto la mia foto). Tante parole, le mie comprese. Ma anche il saluto di un prete di 94 anni, Luigi Noli, che fu il primo consulente ecclesiastico del “Serra Club Genova 184” e che è ancora sveglio e mordace. Ha detto tra l’altro questo che vi regalo: “Sono le donne che fanno l’uomo”. Non l’ha spiegata e neanche io la spiego.

27 Comments

  1. 1l 13 novembre 1964 papa Paolo VI con una solenne cerimonia in San Pietro , rinunciava ufficialmte e temporaneamente al triregno, cioè alla funzione di Re , Profeta e sacerdote , affidata solo a lui da Cristo sulla terra .
    Da allora il papato ha cessato,con un atto ufficiale, temporaneamente, di essere la guida ufficiale in ambito civile di tutti i popoli e nazioni sulla terra .

    22 Marzo, 2009 - 7:46
  2. Francesco73

    Mi sa che se nelle citazioni di ecclesiastici continuiamo e mettere la donna sempre in relazione/funzione all’uomo rinfocoliamo qualche gruppo post femminista! 🙂

    22 Marzo, 2009 - 11:15
  3. raffaele.savigni

    “Da allora il papato ha cessato,con un atto ufficiale, temporaneamente, di essere la guida ufficiale in ambito civile di tutti i popoli e nazioni sulla terra”.
    Giusto: il compito del papa è di essere la guida SPIRITUALE, non temporale, dei cristiani; di confermali nella fede, non di governarli. Tutte le altri funzioni esercitate storicamente sono accessorie, quindi mutevoli e non indispensabili. Gesù rifiutò ogni forma di messianismo terreno: tentato da Satana, rifiutò la tentazione del potere e anche in seguito, “sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna” (Giovannin 6,15).
    Già alla fine del V secolo papa Gelasio distinse chiaramente il potere spirituale di papi e vescovi dal potere temporale degli imperatori. Poi purtroppo Bonifacio VIII fece confusione. Sono quindi arbitrarie le pretese (di destra e di sinistra, di lefebvriani che parlano a vanvera di una “egalità sociale di Cristo” e di teologi della rivoluzione eredi ideali degli zeloti), di trasformare la missine della Chiesa in una missione politica.

    22 Marzo, 2009 - 14:58
  4. raffaele.savigni

    La frase ha una sua verità in quanto ogni uomo nasce fisicamente da una donna; ed anche la sua personalità è in buona parte il frutto di relazioni affettive con figure femminili, in particolare la madre. Questo non significa cadere nel “mammismo” né in una concezione meramente strumental della donna: significa riconoscere il suo apporto più prezioso, quello di educatrice nei primi anni della vita.

    22 Marzo, 2009 - 15:00
  5. marta09

    Uomini e donne hanno lo stesso valore davanti a Dio e davanti all’umanità. Non mi pare difficile da capire.
    Non esiste una gara tra chi è più o chi è meno.

    22 Marzo, 2009 - 16:03
  6. La donna in casa ad accudire i figli!!!!

    50 anni di perdita di tempo!!!!!!!

    22 Marzo, 2009 - 17:12
  7. Gerry

    Io credo che le donne riescano ad equilibrare gli uomini, sempre a rischio di dissipare la loro vita a caccia di qualcosa che è fuori di loro. Anche l’uomo più concreto, più positivo quasi sempre lo è perchè ha, o ha avuto, accanto una donna che lo ha aiutato ad alimentarsi, sin dal seno materno e non solo di sangue e di latte. Innanzi tutto di amore e di fiducia, ma anche di responsabilità, costringendolo a scegliere: gli uomini non vogliono, non vorrebbero scegliere, tanto meno nella nostra moderna società “liquida”, quasi tornata ad un modello antichissimo in cui ci si allontana per cacciare (uno stage prestigioso, una vacanza esotica…, poco importa) e poi si ritorna per un po’ in gruppo per riposarsi un attimo e magari riprodursi. La donna porta in sè, biologicamente, l’esigenza di un tessuto sociale stabile, di un patto. Spero di non essere considerato un retrivo antifemminista, legato a superate concezioni sociobiologiche. Comunque solo in un rapporto adulto e consapevole l’uomo e la donna riescono a completarsi ed a completare l’altro, a trovare un aiuto simile:
    “Questa volta essa
    è carne dalla mia carne
    e osso dalle mie ossa”.

    22 Marzo, 2009 - 17:32
  8. I sommi sacerdoti gli chiesero in nome di Dio Onnipotente, dicci : ” tu sei il re dei giudei ? ”
    Gesù disse : “tu lo dici , io sono re ! ”

    Quindi Cristo è Re ma non esercita ancora direttamente questo potere dovendo salvare , cioe perdonare ancora una motitudibe di peccatori .

    22 Marzo, 2009 - 17:50
  9. Da ragazzo andavo a scuola e con me frequentava un giovane che oggi è ancora giudice di sacra rota a roma .

    un giorno quindi andai da Domenico Masselli e gli consegnai una lettera con l’indirizzo di questo monsignore a roma . Consegnai la lettera con fracobollo e l’indirizzo, ma non misi il mio indirizzo postale per avere la risposta dalla Madonna , ma misi l’indirizzo del mio amico monsignore romano , cioè a p.zza san giovanni in laterano . Poi consegnai un’altra lettera per avere il miracolo per me , quindi con l’indizizzo giusto di casa mia . Nella lettera con l’indirizzo romano scrissi sostanzialmente questo : ” Madonna cosa hai da dire a questo Ponzio Pilato romano che se ne lava le mani a quando io gli domando ? ”

    Dopo tre giorni ricevetti una lettera al mio paese del semianalfabeta Domenico Masselli
    e sotto la mia domanda di grazia alla Madonna c’era scritto, cioe nello spazio vuoto che bisognava lasciare per la risposta della Madonna : ” Recati immediatamente dal mio servo Domenico “.
    Il Lunedi successivo , nel pomeriggio , mi recai da Domenico Masselli e
    dopo il Santo Rosario in sacrestia mi presentai , pensando chissà quale grande rivelazione avrei dovuto avere dalla Madonna .

    22 Marzo, 2009 - 18:08
  10. Leopoldo

    Sono le donne che fanno l’uomo.
    Si può interpretare in tanti modi, anche nel senso che al vertice della piramide degli esseri viventi, in cui è compresa anche la donna, c’è l’uomo: il prodotto finale. Ho sempre sentito dire che dietro un grande uomo c’è una donna, mai il reciproco. Una visione maschilista, insomma (si può ancora dire?).
    Il fatto è che la piramide non esiste.

    22 Marzo, 2009 - 19:40
  11. roberto 55

    Hai evocato, Matteo, un antico proverbio friulano: “lis feminis a chiase coi frutis” (le donne a casa coi figli).
    Scherzi a parte, il grande (e compianto) regista statunitense Sidney Pollack ebbe a dire: “Se tiri fuori la donna che è in te, sarai un uomo migliore”.
    Trovo quest’affermazione, apparentemente paradossale, tra i più profondi omaggi tributati alla donna.
    Per il resto, credo che abbia detto tutto Papa Giovanni Paolo II nella bellissima “Mulieris dignitatem”, quando – ispirato dalla paradigmatica figura di Maria – ha tracciato le basi per la riscoperta dell’intima bellezza spirituale della natura femminile ed ha parlato di “genio femminile” (come lo ha chiamato).
    “What else” (direbbe George Clooney) ?

    Buona domenica sera a tutto il “pianerottolo” !
    Domattina si ricomincia: non sarà un problema, se sapremo avvalerci della forza dell’aiuto di Dio.
    Un saluto a tutti.

    Roberto 55

    22 Marzo, 2009 - 19:48
  12. eppure, per me la donne hanno qualcosa in meno dell’uomo , pur essendo uguali davati a Dio.

    22 Marzo, 2009 - 22:35
  13. Luigi Accattoli

    Affus prova con i neri: “Per me i neri hanno qualcosa in meno dei bianchi, pur essendo uguali davanti a Dio”. Magari ti suona bene. Sono esercizi di elasticità mentale.

    23 Marzo, 2009 - 8:07
  14. raffaele.savigni

    Riporto alcuni passi del discorso papale tenuto in Angola:
    “Infatti, nel vedere l’affascinante incanto che irradia dalla donna a causa dell’intima grazia che Dio le ha donata, il cuore dell’uomo si illumina e si rivede in essa: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gn 2, 23). La donna è un’altro «io» nella comune umanità. Bisogna riconoscere, affermare e difendere l’uguale dignità dell’uomo e della donna: sono ambedue persone, differentemente da ogni altro essere vivente del mondo attorno a loro.

    Ambedue sono chiamati a vivere in profonda comunione, in un vicendevole riconoscimento e dono di se stessi, lavorando insieme per il bene comune con le caratteristiche complementari di ciò che è maschile e di ciò che è femminile. Chi non avverte, oggi, il bisogno di dare più spazio alle «ragioni del cuore»? In un mondo come l’attuale dominato dalla tecnica, si sente bisogno di questa complementarietà della donna, affinché l’essere umano vi possa vivere senza disumanizzarsi del tutto. Si pensi alle terre dove abbonda la povertà, alle regioni devastate dalla guerra, a tante situazioni tragiche risultanti da migrazioni forzate e non… Sono quasi sempre le donne che vi mantengono intatta la dignità umana, difendono la famiglia e tutelano i valori culturali e religiosi.

    Carissimi fratelli e sorelle, la storia registra quasi esclusivamente le conquiste dei maschi, quando in realtà una parte importantissima si deve ad azioni determinanti, perseveranti e benefiche poste da donne. Lasciate che, fra tante donne straordinarie, vi parli di due: Teresa Gomes e Maria Bonino. Angolana la prima, è deceduta l’anno 2004 nella città di Sumbe, dopo una vita coniugale felice da cui sono nati 7 figli; incrollabile è stata la sua fede cristiana e ammirevole il suo zelo apostolico, sopratutto negli anni 1975 e 1976 quando una feroce propaganda ideologica e politica si abbatté sopra la parrocchia di Nostra Signora delle Grazie di Porto Amboim, riuscendo quasi a far chiudere le porte della chiesa. Allora Teresa divenne la leader dei fedeli che non si arrendevano alla situazione, sostenendoli, proteggendo coraggiosamente le strutture parrocchiali e tentando ogni possibile strada per avere di nuovo la santa Messa. Il suo amore alla Chiesa la rese instancabile nell’opera dell’evangelizzazione, sotto la guida dei sacerdoti.

    Quanto a Maria Bonino: era una pediatra italiana, offertasi volontaria per varie missioni in quest’Africa amata, e divenuta la responsabile del Reparto pediatrico dell’Ospedale provinciale d’Uíje negli ultimi due anni della sua vita. Votata alle cure quotidiane di migliaia di bambini lì ricoverati, Maria dovette pagare con il sacrificio più alto il servizio ivi reso durante una terribile epidemia della febbre emorragica di Marburg, finendo lei stessa contagiata; anche se trasferita a Luanda, qui decedette e qui riposa dal 24 marzo del 2005 – si compie dopodomani il quarto anniversario. La Chiesa e la società umana sono state – e continuano ad essere – enormemente arricchite dalla presenza e dalle virtù delle donne, in particolare di quelle che si sono consacrate al Signore e, poggiando su di Lui, si sono messe al servizio degli altri.

    Carissimi angolani, oggi nessuno dovrebbe più dubitare del fatto che le donne, sulla base della loro dignità pari a quella degli uomini, hanno «pieno diritto di inserirsi attivamente in ogni ambito della vita pubblica, e il loro diritto deve essere affermato e protetto anche mediante strumenti legali, là dove questi appaiano necessari. Tuttavia il riconoscimento del ruolo pubblico delle donne non deve sminuire l’insostituibile funzione che esse hanno all’interno della famiglia: qui, infatti, il loro contributo per il bene e lo sviluppo sociale, anche se poco considerato, è di un valore realmente inestimabile» (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace nel 1995, n. 9). Peraltro, a livello personale, la donna sente la propria dignità non tanto quale risultato dell’affermazione di diritti sul piano giuridico, quanto piuttosto come diretta conseguenza delle attenzioni materiali e spirituali ricevute nel cuore della famiglia. La presenza materna all’interno della famiglia è così importante per la stabilità e la crescita di questa cellula fondamentale della società, che dovrebbe essere riconosciuta, lodata e sostenuta in ogni modo possibile. E, per lo stesso motivo, la società deve richiamare i mariti e i padri alle loro responsabilità riguardo alla propria famiglia”.

    23 Marzo, 2009 - 11:01
  15. marta09

    Grazie Raffaele!!!! 🙂

    23 Marzo, 2009 - 15:15
  16. “il riconoscimento del ruolo pubblico delle donne non deve sminuire l’insostituibile funzione che esse hanno all’interno della famiglia: qui, infatti, il loro contributo per il bene e lo sviluppo sociale, anche se poco considerato, è di un valore realmente inestimabile» (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace nel 1995, n. 9). Peraltro, a livello personale, la donna sente la propria dignità non tanto quale risultato dell’affermazione di diritti sul piano giuridico, quanto piuttosto come diretta conseguenza delle attenzioni materiali e spirituali ricevute nel cuore della famiglia. La presenza materna all’interno della famiglia è così importante per la stabilità e la crescita di questa cellula fondamentale della società, che dovrebbe essere riconosciuta, lodata e sostenuta in ogni modo possibile. ” Benedetto XVI
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    Le parole del papa, sono bellissime,
    ma perchè negarsi che sono parole da leggere su doppio livello?
    Che possono generare gioia, ma anche una non indifferente preoccupazione per una sottesa filosofia sulla donna del focolare?
    In tante parti di Africa la donna è conteggiata ancora tra le bestie….
    e dunque fa bene il papa a ricordare agli uomini la dignità della donna, anche nella famiglia.
    Ma la donna non è solo famiglia, figli, etc….
    Il papa parla in Africa, non sta parlando in Francia o in Germania o in Italia…
    Tutto va anche contestualizzato, senza assolutizzazioni.
    In Africa le parole del papa sono profondamente importanti.

    23 Marzo, 2009 - 17:33
  17. Massimo D

    Sono belle parole… considerato che sono pronunciate da un uomo ultraottantenne che fa il papa. Voglio dire che così non parlerebbe mai una donna di quest’epoca. Insomma, sì certo la donna è senz’altro valorizzata e riconosciuta anche nel suo ruolo pubblico, ma si sente che rispetto a chi parla è… “altro”. Tornano sempre queste cose sulle ragioni del cuore… la famiglia… da questi stereotipi non ci si riesce proprio a staccare.
    Comunque, non bisogna essere troppo critici: nella sostanza mi sembrano affermazioni importanti. Specie considerando che – come dice Matteo – sta parlando in un contesto che non è quello europeo.

    23 Marzo, 2009 - 18:31
  18. raffaele.savigni

    Mi pare che nel discorso del papa ci sia anche il ruolo pubblico. Sinceramente non ci vedo “stereotipi”.E credo che banche nelle nostre società occidentali faremmo bene a non dimenticare il valore della famiglia (ed il papa ricorda che oltre alla madre c’è anche il padre: entrambi necessari, con funzioni complementari ed uguale dignità). Che altro vogliamo?

    23 Marzo, 2009 - 20:00
  19. Io mi limiterei a ribadire quello che afferma massimoD: “sta parlando in un contesto che non è quello europeo.”

    Se altri hanno bisogno della donna bambolina da mettere sul letto rifatto, chi può contraddirlo,
    ognuno è diverso….. (da chi?)
    Che altro vogliamo?

    23 Marzo, 2009 - 20:19
  20. Massimo D

    L’ho detto, nel discorso c’è quello che deve esserci, e questo va apprezzato. Ma il linguaggio e il modo in cui si dicono le cose sono anch’essi significativi.
    Ad esempio: chi farebbe un discorso sul “ruolo dell’uomo” come lo si fa sul ruolo della donna? L’uomo è tante cose: medico, religioso, missionario, lavoratore, soldato, ecc. la donna è innanzitutto… donna, cioè definita in base al suo ruolo sessuale e all’ambito familiare. Chi direbbe parlando dell’uomo che la carriera non deve far dimenticare l’importanza della famiglia? L’associazione è sempre quella: donna-famiglia-privato. Personalmente vorrei un approccio libero da questo tipo di cose. Ma probabilmente chiedo troppo.

    23 Marzo, 2009 - 20:24
  21. Sì,
    è veramente TROPPO!!!!! 🙂

    23 Marzo, 2009 - 21:17
  22. raffaele , tu sfondi una porta già aperta , io la penso come il papa !

    però non devi confondere la dignità di una persona con quello che sa fare , senno i negri resteranno sempre inferiori perchè non sanno fare quello che sappiamo fare noi .

    ecco che la donna ha qualcosa in meno dell’uomo , credimi , io sono sposato , non dirlo a me .

    24 Marzo, 2009 - 13:02
  23. raffaele.savigni

    “Chi direbbe parlando dell’uomo che la carriera non deve far dimenticare l’importanza della famiglia?”
    Il papa l’ha detto: “E, per lo stesso motivo, la società deve richiamare i mariti e i padri alle loro responsabilità riguardo alla propria famiglia”, testuali parole.
    Chi ha parlato di “donna bambolina da mettere sul letto rifatto”? Non certo il papa.

    24 Marzo, 2009 - 15:16
  24. raffaele.savigni

    Affyus, certamente la dignità della persona non dipende dal suo ruolo sociale e dalle “cose che sa fare”.Io lo ripeto spesso: anche una casalinga (non solo una professionista apprezzata), anche la donna che passa il tempo a seguire bambini o ad assistere persone anziane ha la stessa dignità di un manager o di un magistrato. Dobbiamo ribadirlo con forza, anche contro certo femminismo cieco. E una donna non ha bisogno di “liberarsi” dai suoi compiti materni, di sottrarsi alla famiglia ed alla casa per vedere affermata la propria dignità.
    Detto questo, perché definire “inferiori” le donne e ciò che fanno? Saranno inferiori a noi per forza fisica, non certo per intelligenza (le studentesse ottengono quasi sempre risultati migliori dei maschi nelle scuole superiori); e sono spesso superiori a noi per capacità di ascoltare i bisogni delle persone (un bambino, un anziano, un handicappato…). Perlomeno questa è la mia esperienza personale. Non ha quindi senso stabilire una gerarchia tra i sessi; ed è opportuno che questa sensibilità femminile entri anche nella sfera culturale, sociale e politica (possibilmente senza troppe contrapposizioni, ma in spirito di integrazione reciproca).
    Io sono per una valorizzazione della differenza nella complementarietà.

    24 Marzo, 2009 - 15:26
  25. raffaele.savigni

    Affus, non sono affari miei, ma forse la tua esperienza matrimoniale non è felice. Mia moglie ha (cme del resto anch’io) i suoi limiti, ma non direi mai che è “amara come la morte”.E d’altra parte proprio lei (che fa il magistrato, e non è quindi una “bambolina”) mi dice spesso che nel suo lavoro vede donne aggressive nei confronti dell’uomo. A Massimo e Matteo dico: è questo che vogliamo? Una donna finalmente “liberata” da ogni legame con la famiglia e la casa, in modo da realizzarsi tutta nella professione in feroce competizione col maschio? Io penso proprio di no. Il discorso del papa va quindi visto come un appello a valorizzare la donna, al di là di schemi riduttivi, senza però perdere quei valori che restano tali anche dopo il superamento del modello di società patriarcale. Non dobbiamo buttare via il bambino insieme all’acqua sporca.

    24 Marzo, 2009 - 15:34
  26. Raffaele io non voglio tornare alla società patriarcale , voglio solo robadire quello che tu stesso hai , alla fine , avuto il coraggio di ammettere :
    “Saranno inferiori a noi per forza fisica, non certo per intelligenza (le studentesse ottengono quasi sempre risultati migliori dei maschi nelle scuole superiori); ….. .
    Ovvero , c’è una diversità di ruoli , anche con la stessa dignità umana ,ma c’è una diversità di ruoli !

    detto questo , è inutile stroppicciarsi il cervello perchè …. il resto viene dal maligno .

    25 Marzo, 2009 - 17:40

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