Oggi e domani partecipo a un seminario promosso dalla “Civiltà Cattolica” sul tema “L’atlante di Papa Francesco”. Mi ha colpito il fatto che io fossi il più vecchio tra i 20 e più invitati. Nei commenti metto l’elenco degli ospiti, il tema d’ognuno e un mio motteggio sul tempo che passa.
Aggiornamento a domenica 21 maggio. Qui si può ascoltare la tavola rotonda che ieri pomeriggio ha concluso il seminario sull’atlante di Papa Francesco.
Ma che bella gente. INTRODUZIONE: Riccardo Cristiano (Reset) – Antonio Spadaro S.I. (La Civiltà Cattolica). RUSSIA: Alberto Bobbio (Famiglia Cristiana). EUROPA: Matteo Matzuzzi (Il Foglio) e Francesco Peloso (Internazionale). ITALIA: Luigi Accattoli (Corriere della Sera) e Orazio La Rocca (Panorama). AFRICA: Giulio Albanese (Popoli e Missione) e Roberto Zuccolini (Sant’Egidio). MEDIO ORIENTE: Giorgio Bernardelli (Mondo e Missione) e Riccardo Cristiano (Reset). CINA: Gianni Valente (Fides). AMERICA LATINA: Lucia Capuzzi (Avvenire). RADICI DELLA GEOPOLITICA DI FRANCESCO: Jose Luis Narvaja S.I. (La Civiltà Cattolica). PROIEZIONI GEOPOLITICHE DELLE RIFORME DI FRANCESCO: Piero Schiavazzi (Huffington Post). STATI UNITI E DONALD TRUMP: Massimo Faggioli (Commonweal). GLOBALIZZAZIONE E IDENTITARISMI: Giacomo Galeazzi (Vatican Insider), Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera). MIGRAZIONI: Fabio Colagrande (Radio Vaticana), Enzo Romeo (Rai). VIAGGIARE CON FRANCESCO: Giovanna Chirri (Ansa) e Vania De Luca (Rai). TAVOLA ROTONDA PUBBLICA ore 18.00-20.00 di domani: Giancarlo Bosetti (Reset), Lucio Caracciolo (Limes), Massimo Faggioli (Commonweal), Jacopo Scaramuzzi (AskaNews). Modera: Antonio Spadaro.
Beato tra i giovani. Avendo tutti preso posto, senza fare confusione, ai lati di una tavola quadrata, mi sono avveduto dalle facce ch’ero il più vecchio. Ne è venuto un doppio sentimento positivo: d’essere ancora presente a faccende dei più giovani, di non dover contrastare la sensazione – frequente – che le cose di cui mi occupo sono cose da vecchi.
Caro Luigi, non ti deprimere, ho due anni più di te! Ci occupiamo di cose dei giovani? Benissimo! Con l’oratorio la gioventù non manca.
OT
meraviglioso e commovente intervento del papa emerito Benedetto XVI nella post-fazione al libro del Card. Sarah “la Forza del silenzio”
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-se-non-entriamo-nel-silenzio-non-capiamo-la-parola-19889.htm
“Un passaggio della Lettera agli Efesini di sant’Ignazio di Antiochia mi ha particolarmente colpito sin da quando, negli anni 1950, ne lessi per la prima volta le epistole: «È meglio tacere ed essere [cristiani], che dire e non essere. Insegnare è una cosa eccezionale, se colui che parla pratica ciò che insegna. Ora, vi è un solo Maestro che ha parlato e ciò che Egli ha detto è avvenuto. E persino ciò che Egli ha fatto silenziosamente è degno del Padre. Colui che ha davvero fatto proprie le parole di Gesù è anche capace di ascoltare il Suo silenzio onde essere perfetto: onde agire attraverso il suo dire ed essere cosciuto dal suo silenzio» (15). Cosa significa ascoltare il silenzio di Gesù e conoscerlo attraverso il suo silenzio? Dai Vangeli sappiamo che spesso Gesù trascorreva la notte da solo a pregare «sul monte», in dialogo con il Padre. Sappiamo che il suo dire, la sua parola viene dal silenzio e che può essere maturata solo lì. Dunque è logico che la sua parola possa essere intesa correttamente solo se si entra anche noi nel suo silenzio, se impariamo ad ascoltarla dal suo silenzio.
Per interpretare le parole di Gesù è certamente necessaria una cultura storica che c’insegni a capire il tempo e il linguaggio del tempo. Ma da sola la cultura storica non è sufficiente, se vogliamo sul serio comprendere il messaggio del Signore in profondità. Chi legga i commenti sempre più ampi che vengono fatti oggi al Vangelo resta alla fine deluso. Impara molte cose utili su quell’epoca così come tante ipotesi che ultimamente non contribuiscono affatto alla comprensione del testo. Alla fine si percepisce che in tutto quell’eccesso di parole manca qualcosa di essenziale: l’ingresso nel silenzio di Gesù, da cui è nata la parola. Se non siamo capaci di entrare nel suo silenzio, percepiremo sempre la parola solo alla superficie e quindi non la comprenderemo mai davvero.”
“da sola la cultura storica non è sufficiente, se vogliamo sul serio comprendere il messaggio del Signore in profondità.”
Da far leggere e meditare al capo dei gesuiti SOSA ( quello che non c’era il registratore ai tempi di gesù) e a tutti gli “storicisti” di cui siamo infestati da anni!
La forza del silenzio! Grande card. Sarah, grande papa Emerito Benedetto XVI!
Senza di voi chi oggi annuncerebbe più la Verità? Le chiacchere pontifice aeree, mediatiche , raccolte da Scalfari, stanno a zero, non significano nulla.
Beato chi crede ancora nella Verità , con grande dispetto di gente come il sedicente teologo Grillo che auspica per Ratzinger la
“soluzione finale” : stia zitto e non rompa le scatole al nuovo corso!
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-grillo-sparlanteammette-il-complotto-anti-sarah-19908.htm
Mi azzardo a fare una profezia facile facile.
Il giorno che il papa emerito Benedetto XVI morirà si sentirà come un sospiro di sollievo dalle stanze di Santa Marta.
AHHHH, ora sì che che possiamo fare finalmente quello che vogliamo…!
e la vera “riforma ” della Chiesa cattolica inizierà….a cominciare dal cambiamento del Canone della Messa.. per renderlo accetto ai luterani.
la Messa trasformata da ” sacrificio” a semplice mensa di amiconi.
Finchè campa Benedetto non osano.
Il silenzio di Gesù! Bellissimo concetto!
Più che una profezia mi sembra un delirio
Sì poco gentile e disonesta pare
Venturi ch’a volte, più che parlar, sputa;
e la mia lingua, tremando, riman muta
sì che l’ardir non ha di replicare.
Ella ‘l sa, sì che puote profetare
superbamente di verità vestuta,
e par che sia volando venuta
da cielo nel blog il vero a rivelare.
Mostrasi sì sapiente a chi s’adira
che dà, pel suo parlar, tristezza al core
di chi ‘ntender non la può, né l’approva.
Par che per la chiesa sue labbia mova,
e contro Francesco nera è d’umore;
l’ascolta e pensa: “Ahimè, ma quando spira?”
😀 😀 😀
Come non apprezzare l’arte poetica di giuseppe di melchiorre?
Bravo, bravo, bravo !!!
“La forza del silenzio!”
Vale anche per lei, signora Venturi.
Mediti in silenzio e impari.
Direi che vale per tutti, anche per chi vorrebbe censurare Maria Cristina e chi osa uscire dal solito coro…
Fedrico, scusa se mi permetto. Ma sii sincero e onesto con te stesso.
Ma una frase come questa, “Il giorno che il papa emerito Benedetto XVI morirà si sentirà come un sospiro di sollievo dalle stanze di Santa Marta”, secondo te è un’idea, che andrebbe senz’altro rispettata, o non è piuttosto una calunnia?
Probabilmente mi riconoscerai un linguaggio corretto, ma ti confesso che la signora (?) Venturi, mi sta mettendo a dura prova. Lei personalmente del Papa può pensare, come tutti, ciò che vuole, ma quando ci si rivolge a lettori, e anche a interlocutori, è necessario che essi siano rispettati. Ovviamente questo vale per tutti.
Scusami, avrei dovuto dirlo alla Venturi, ma temevo di sviare nel linguaggio…
Accetta il mio fraterno saluto. Grazie.
Federico, pardon!
La profezia di Fatima prevede la fine del papato e della Chiesa a causa della mancanza di fede che, in occidente, è una realtà devastante e acclarata. L’immagine del vescovo vestito di bianco colpito a morte -che GPII prima e lo stesso Bergoglio di recente ha attribuito a sé stesso – probabilmente è una figura allegorica.Benedetto XVI ne ha sempre avuta piena consapevolezza. In questo contesto Maria Cristina Venturi non è andata poi così tanto fuori strada.
Anche i non cattolici ne ammirano l’organizzazione, la sua storia civilizza
Volevo aggiungere(scusate ma il cellulare non mi consente una scrittura agevole) che la Chiesa non ha bisogno di ammiratori, anche i non cattolici ne ammirano la storia, l’arte, la sua organizzazione. LA Chiesa per esistere ha bisogno di fede.
Di gente animata da fede ardente….una fede che deve partire dal vertice e propagarsi fino all’ultimo degli ultimi…
La fede, solo la fede e l’obbedienza a Cristo sono necessari perché la sua sopravvivenza. …
Un amabile commentatore di un non inverosimile “il quinto evangelo” (lui oggi sarebbe forse un leale, educato, critico del Papa) scriveva oltre 45 anni fa, a proposito di Lc 22,32: “I cattolici di questo secolo (XX) nei confronti del Papa sembrano incapaci di percorrere qualunque strada di mezzo tra l’adulazione e l’insulto, tra il culto della personalità e il disprezzo, tra l’osanna e il crucifige”.
Ponendomi affettuosamente nel mezzo tra questi estremi, mi chiedo come si possa condividere, nella post-fazione riportata di papa Benedetto, tutto il suo pessimismo riguardo alla cultura storica (necessaria benché non sufficiente – aggiunge) per comprendere il Signore? E come si può provare che sempre chi legge i commenti odierni al Vangelo “resta alla fine deluso”?
E il “silenzio di Dio” quale e dove è? Quello di De Foucauld nel deserto maghrebino, nell’amicizia con i musulmani; o forse quello odorante di molto incenso e, magari, vellutato di liturgico latino?
(Continuo) perché la Sua sopravvivenza abbia un senso…
I commenti odierni al Vangelo non mi lasciano deluso. Dipende da chi scrive e cosa scrive. Spesso prima della Messa domenicale mi leggo un commento e ci rifletto facendo silenzio dentro di me, affinché non rimanga deluso dalla omelia che non sempre risulta una ciambella col buco. E questo indipendentemente dal fatto che la ciambella sia confezionata da un sacerdote conservatore o innovatore dal punto di vista liturgico. Un buon commento integra la omelia e permette di vivere meglio la celebrazione Eucaristica. Questa è la mia esperienza.
Per quanto riguarda l’uso del latino nella Messa credo che se qualcuno lo proponesse in modo sistematico sarebbe del tutto fuori dal tempo. Oramai il latino non lo insegnano più nemmeno a scuola e nessuno capirebbe più nulla. Già quando ero piccolo durante la messa alcune donne bisbisgliavano continuamente recitando rosari perché della Messa non capivano nulla. Ci sarebbe invece bisogno di una nuova catechesi sul significato delle varie parti della Messa, questo sì. Da questo punto di vista i neocatecumenali ad es. (di cui non faccio parte), e non solo loro, sono molto attivi.
In realtà Amigoni, il problema che lei pone credo sia molto più antico:i papi sono stati amati, contestati, odiati in uguale misura da sempre. Però, almeno fino al XVII secolo l’autorità, la gerarchia, la disciplina, la Chiesa, il dogma la fede, i misteri della fede, l’esistenza del paradiso e dell’inferno erano tenuti in grande considerazione.E’ dopo il XVIII secolo con la “philosophie Des lumieres” che verranno totalmente detestati….e ancora ci portiamo sulle spalle la zavorra. .
” La profezia di Fatima prevede la fine del papato e della Chiesa a causa della mancanza di fede che, in occidente, è una realtà devastante e acclarata.”
Questo, dove?
Il tema del silenzio di Dio non è che la conseguenza di grandi estenuanti dibattiti che ancora non trovano requiem: il sospetto che dietro la verità di fede non ci sia niente è tipico dell’uomo moderno autoreferenziale e orgoglioso, certo di sé, che non riconosce ,anche percorrendo la via della ragione, l’esistenza di Dio. …e perfino la sua bontà. Da qui, il distacco da Gesù Cristo e dalla fede, l’adesione alla Chiesa, che la si può anche criticare, che solo l’occhio del cattolico autentico ne distingue la vera essenza dalla mala essenza…l’opera, dalla cornice, il nocciolo dalla scorsa spesso (marcia).
Francamente, a parte la consueta, meravigliosa chiarezza nella esposizione che lo contraddistingue, non vedo nulla di sorprendente, né di nuovo , né di contrario a non si sa bene chi , nelle parole di Benedetto. L’insegnamento che NON dovrebbe mai essere disgiunto dalla vita .Ottimo e non nuovo. La storicizzazione NECESSARIA ma NON SUFFICIENTE . Ottimo e non nuovo. Il silenzio di Gesù. Ottimo e non nuovo.
Sono lieto che la Venturi se ne entusiasmi, temo per motivi tutti suoi e tutt’affatto diversi . Quali essi siano, ci si adegui IN TOTO.
Vedrà , che cambiamenti radicali e travolgenti.
Da renderla irriconoscibile.
Non vedo perché non metta in pratica parola per parola non questa, ma tutte le indicazioni di Benedetto sui vari argomenti che tratta. Sarebbe un’altra persona completamente.
🙂
Giuseppe di melchiorre, non scoraggiarti.
La frase ” Il giorno che il papa emerito Benedetto XVI morirà si sentirà come un sospiro di sollievo dalle stanze di Santa Marta”, è talmente idiota che non vale la pena di soffermarcirsi nemmeno per un istante.
E comunque, continua a darci prova del tuo talento poetico. 😀
“La fede, solo la fede e l’obbedienza a Cristo sono necessari perché la sua sopravvivenza. …”
E chi è che decide che non c’è fede né obbedienza a Cristo in chi pratica una religiosità diversa da quella, tutta formule e liturgia, della Venturi and company? Cioè in chi è convintissimo che la Chiesa debba stare ferma al palo come mummia?
Chiede amabilmente p.Amigoni:
“E il “silenzio di Dio” quale e dove è? Quello di De Foucauld nel deserto maghrebino, nell’amicizia con i musulmani; o forse quello odorante di molto incenso e, magari, vellutato di liturgico latino?”
Domanda non oziosa. Rispondo con la mia ignoranza conclamata, e ne chiedo scusa: è nei ponderosi testi invasi dalla muffa nei grandi scaffali delle biblioteche, a fare bella mostra di sé e ammaliare lo sguardo dei fedeli che, piuttosto che adorare Dio, idolatrano le teologie tutte teoriche ; quelli che nell’illuminato film di Ermanno Olmi “Cento chiodi” si vedono infilzati dai chiodi di chi privilegia la teologia dell’Amore, che è l’unica, nonché la vera, lasciataci da Gesù Cristo.
“Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Ovvero: chi si mette alla sequela di Gesù, non ha bisogno di parole, non ha bisogno di proclamare, battendosi il petto, la sua fede, perché arriva subito a Dio Padre.
Oggi sono andato a fare un giro su ‘ Riscossa cristiana’. Ho provato un po’ a frugare ma non ho trovato un discorso, uno scritto, una frase dell’attuale Papa. Idem per Giovanni Paolo II, Paolo VI e Giovanni XXIII. L’unico di cui si cita qualcosa dei Papi post- concilio è Benedetto. Quelli ante invece sono più citati. Mi sono spinto fino a FB e qua tra le foto ce ne sono anche di Francesco. Vi è anche riportato un ‘fattaccio’ accaduto ai tradizionalisti (secondo la loro versione) a Fatima e le suore locali che si sono comportate male (secondo loro, non sono andato a cercare altre versioni dei fatti) sono definite ‘della setta del Concilio’.
Sono uscito, non credo faccia bene alla salute spirituale frequentare certi posti.
Correzione.
La definizione esatta è ‘della setta del Vaticano II’.
Enrico Usvelli: “Non credo faccia bene alla salute spirituale frequentare certi posti”.
Hai perfettamente ragione. A me a volte succede anche in questo blog…
Comunque buona notte a te e a tutti, nessuno escluso.
“…solo l’occhio del cattolico autentico ne distingue la vera essenza dalla mala essenza…”
Chi è “il cattolico autentico”? È forse quello che dice di essere cattolico “autentico”?
Io vedo in questa affermazione apodittica una buona dose di alterigia, alquanto farisaica. E dunque non può trattarsi di un “cattolico autentico” chi parla in questo modo.
“Per quanto riguarda l’uso del latino nella Messa credo che se qualcuno lo proponesse in modo sistematico sarebbe del tutto fuori dal tempo….”
Certamente sì. Erano pochi quelli che lo capivano, ed è vero che molte donne durante la Messa bisbigliavano di continuo rosariando.
Mia sorella–mi è stato detto–quando era molto piccola, non appena entrava in chiesa, cominciava a bisbigliare per conto suo convinta di pregare, tante erano le donne che, in silenzio, recitavano il rosario durante la celebrazione eucaristica. Lei voleva imitarle.
E la Messa che valore aveva per quelle donne e per chi non capiva un’acca del latino?
E comunque, ci sono ancora alcune chiese che riservano una Messa in latino, ad una determinata ora, per i nostalgici.
Da poco una mia amica è rimasta trasecolata per il fatto che, entrata con la sorella in una chiesa vuota( letteralmente!) , ha visto uscire dalla sagrestia un prete che, andato in una cappella laterale, si è messo a celebrare la Messa in latino. Tutto solo.
Pensiero della sera
Giacomo 2, 19-20
“Tu credi che v’è un sol Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e tremano. Ma vuoi tu, o uomo vano, conoscere che la fede senza le opere non ha valore?”
Buona notte
La messa in latino ha un valore ancora oggi e anche per chi non conosce il latino ( a parte che basterebbe comprendere qualcosa, basterebbe uno studio minimo, come per le lingue straniere che adesso si iniziano a studiare alle elementari e che molti italiani non conoscono bene ma “se la cavano”: la liturgia è ripetitiva, basterebbe veramente un piccolo sforzo e l’aiuto del messale). Il valore della contemplazione. Oggi abbiamo la pretesa di capire ( che in
In latino “capio” significa proprio “afferrare”, impossessarsi.
Pretendiamo di capire e di possedere persino Dio ( e questo mi ricorda tantissimo la tentazione del serpente nel Paradiso Terrestre), mentre la nostra fede ci invita ad affidarci ad un Mistero. La messa in latino ci aiuta a contemplare Dio, a mettere da parte la nostra superbia e il nostro egocentrismo, a d adorazione l’unica Via, Verità è Vita. Per queste ragioni, anche se stamattina parteciperò ad una liturgia in italiano, per me la messa in latino ha un senso anche oggi, in Italia nel 2017.
Avete presente la preghiera dell’abbandono di Charles de foucauld?
http://www.charlesdefoucauld.org/it/priere.php
Preghiera in francese non in latino
Si può leggere anche in italiano: è il senso che conta.
Parlavamo del senso della liturgia in latino e questa preghiera lo esprime bene.
Buona domenica
Scusa Federico ma questa bella preghiera col senso della liturgia in latino non c’entra nulla.
A me sembra di sì, fai uno sforzo.
” La messa in latino ci aiuta a contemplare Dio, a mettere da parte la nostra superbia e il nostro egocentrismo, a d adorazione l’unica Via, Verità è Vita”.
E quella in italiano o in un altra lingua vernacola no?
Alberto Farina
A proposito di liturgia in latino, io ho questo ricordo del latino popolare:
“Spappé, ciatté, scandimbàce, ammén”.
Chi mi sa dire cosa significa?
Buona domenica a tutti.
Farina,
Lei probabilmente riuscirà a raggiungere estasi mistiche anche con liturgie ammodernate da chitarre, batteria e musica rock, ma credo che molte persone più semplici potrebbero essere facilitate dalla spiritualità, ad esempio, di un canto gregoriano.
Non sostengo affatto che la messa in latino sia migliore di quella in italiano, penso però che abbia senso che, chi ne avverta la necessita, possa parteciparvi senza essere denigrato come retrogrado.
Giuseppe,
non so dalle tue parti, ma dalle mie gli anziani fino a poco tempo fa faticavano a parlare in italiano. Potrei proporre anch’io alcune storpiature del latino come dell’italiano, entrambe lingue estranee a chi era abituato ad esprimersi in dialetto. Quando mia nonna parlava in italiano addirittura cambiava voce, aveva un tono “impostato”, finto.
Non so se sono riuscito a esprimere l’idea…
Qui si può ascoltare la tavola rotonda che ieri pomeriggio ha concluso il seminario sull’atlante di Papa Francesco:
https://www.radioradicale.it/scheda/509394/tavola-rotonda-latlante-di-papa-francesco
“Spappé, ciatté, scandimbàce, ammén”.
😀 😀 😀
A spiegare “ammén” ci arrivo, alle altre no.
Giuseppe, sei uno spasso.
Capisco, Federico. Penso pure che il buon Dio sicuramente si accontentava anche di quel latino storpiato. Ma aggiungo che, se quando si prega si è consapevoli di cosa si dice a Dio, la cosa rende più partecipativi. O no? Poi, se uno sa il latino, per me non ho nulla in contrario se vuole rivolgersi a Dio in quella lingua che, tra l’altro, a me piace tanto. Ma quando si prega in comunione con gli altri, converrai che è meglio che tutti capiscano le parole che insieme rivolgono a Dio.
Buona domenica.
🙂
….a orecchio. ” scandimbàce” potrebbe riecheggiare ” requiescant in pacem” attraverso “….scant in pacem”….” scandimbàce”.
Ciao, Victoria.
Spappé = et lux perpetua
ciatté = luceat eis
scandimbàce = requiescant in pace
ammén = Amen
Buona domenica anche a te.
🙂
così come, sempre a orecchio, “ciatté” potrebbe riecheggiare ” luceat eis” attraverso ” luciat eis “…. luciatteis” ….” ciatté”.
🙂 :):)
Ci avevo preso, 2 su tre!!!!!
Spappè, non ci sarei arrivato.
Benedetti 1:
” La messa in latino ci aiuta a contemplare Dio, a mettere da parte la nostra superbia e il nostro egocentrismo, a d adorazione l’unica Via, Verità è Vita”.
Benedetti 2:
“Non sostengo affatto che la messa in latino sia migliore di quella in italiano, penso però che abbia senso che, chi ne avverta la necessita, possa parteciparvi senza essere denigrato come retrogrado”.
Ma il principio di non contraddizione esiste ancora?
Saluti a tutta la sgangherata combriccola
Alberto Farina
Consiglio la lettura di questo testo:
G. Beccaria, Il latino di chi non lo sa: Bibbia e liturgia nell’italiano e nei dialetti, Garzanti
Alberto Farina
Bravo, Lorenzo! 😉
Farina, antipatico come sempre, mi accusa di contraddizione.
Dove trova questa contraddizione?
Ripeto (non per Farina): la liturgia in latino e il canto gregoriano, che qui in un paio di commenti sono stati disprezzati, a me sembrano più adatti alla contemplazione del divino rispetto alle schitarrate di certe celebrazioni a cui ho assistito. Questo aspetto è piuttosto rilevante e andrebbe tenuto in considerazione.
Esistono poi altri aspetti e altre considerazioni che possono portare a preferire la messa in italiano. Credo si possano esprimere con rispetto e senza deridere chi ha una sensibilità diversa.
La contraddizione è palese nelle cose che hai scritto.
Prima dici che la messa in latino ci aiuta a contemplare Dio (e quindi quella in lingua moderna no); poi dici che non è superiore a quella in italiano…
Mettiti d’accordo con te stesso…
Comunque mi sei simpatico
Ciao
Alberto Farina
Non c’è contraddizione.
Solo polemica inutile e antipatica da parte tua.
Non mi interessa fare il difensore della messa in latino, trovo che possa essere di aiuto a mettere al centro Dio, ma mi è capitato di partecipare a celebrazioni in italiano altrettanto ben curate e capaci di aiutare anche i fedeli più distratti ad incontrare il Signore. Non sponsorizzo l’una dicendo che è migliore dell’altra a prescindere,ma vorrei che i sacerdoti avessero rispetto per la liturgia e cercassero sempre di mettere Dio al primo posto. Francamente mi infastidisce il disprezzo con cui si liquida il rito in latino come fosse vecchiume senza apprezzarne la spiritualità.
Se poi vuoi andare avanti a offendere, fai pure, caro Alberto.
Buona domenica
Se leggete quello scrive il card. SARAH sulla liturgia, che e’poi quello auspicato da Benedetto XVI, vi renderete conto che la lingua latino piuttosto che italiano NONe’affatto la c osa piu’importante nella Sacra Liturgia.Ci sono delle Sante Messe in italiano che hanno lo stesso identico “stile”liturgico delle Messe Vetus Ordo e questo perche’non e’la lingua la cosa piu’importante ma lo spirito che anima queste liturgie. Giustamente ilcard. Sarah non fa che ribadire che la Liturgia e’ fatta per ADORARE Dio, c on la preghiera, il silenzio, il raccoglimento, i canti liturgici.
E’tutto l’insieme che conta. Purtroppo molto spesso nelle Messe in italiano di silenzio e raccoglimento non ce ne e’affatto, i canti sono brutti o non adatti, e quindi chi vi partecipa non riesce a raccogliersi ed adorare Dio, mentre con la Santa Messa Vetus Ordo questo era piu’facile.Anche per chi non capiva le parole ad una ad una, era l’insieme che contava, lo spirito.
Le Messe moderne sono in genere descritte dai giovani come “noiose”.Molti giovani dicono che non vanno alla Messa perche’troppo noiosa.Eppure gli stessi giovani se per caso entrano in una chiesa dove si celebra una Santa Messa Vetus Ordo rimangono colpiti ed emozionati.Come noi se per esempio assistiamo a delle celebrazioni della Chiesa Russa Ortodossa.perche’quello che colpisce e’il livello di spiritualita’di vera devozione .
Ripeto la questione latino/italiano e’una questione secondaria. La cosa piu’importante e’la prospettiva:la Sacra Liturgia deve mettere al centro Dio, l’adorazione e il culto di Dio. PERquesto e’necesario anche il silenzio. Non la predica del.prete, non le canzonette cantate con buona volonta’stile gita scolastica, non i battimani ,glistrigimani, i girotondi, il volemosetuttibene.
Le nostre attuali Liturgie spesso scadono nel sentimental noioso perche’al centro non mettiamo Dio ma l”assemblea”cioe noi stessi.
E allora si capisce anche la questione della lingua:nella
Sacra Liturgia deve esistere una “lingua sacra”come esiste una musica sacra. Le canzonette di tutti i giorni ela lingua sciatta di tutti i giorni non sono adatte all’adorazione che dobbiamo a Dio.Questo i nostri antenati, pur ignoranti, lo sentivano, noi l’abbiamo dimenticato o cel’hanno fatto dimenticare per forza.
Hanno tolto la bellezza dalla Liturgia, la bellezza che era essa stessa LODE A DIO, la bellezza della musica, la bellezza delle chiese, ora si ritrovano le chiese,che sembrano capannoni industriali, vuote, soprattutto di giovani.
Il card. SARAH sta cercando di far capire che la crisi della fede che oggi colpisce.il mondo occidentale incomincia dalla crisi della bellezza della Sacra Liturgia.
Purtroppo ha contro di se’i potenti di turno di questa chiesa ormai protestantizzata.Ma ha dalla sua il papa Emerito Benedetto XVI e anche tanti fedeli.
Il prossimo 6giugno IL CARD Sarah sara’ a Milano dove celebrera la Santa Messa in Rito Ambrosiano Antico.
Alle ore 11,30 alla Chiesa di Santa Maria alla Scala.
Vedite e vedete!Se siete a Milano venite e poi capirete la “differenza”.
Il canto gregoriano mi piace molto. Ma ancor di più nella liturgia delle ore quando i testi sono in italiano, immediatamente comprensibili e quindi all’ascolto di una musica, di una atmosfera, si associa una preghiera che può parlare al cuore e alla mente.
Lei si contraddice, signora Venturi.
Prima dice che nelle liturgie non è la lingua la cosa più importante, poi afferma che “nella Sacra Liturgia DEVE esistere una “lingua sacra” ( intesa come il latino).
È verissimo che è importante lo spirito con cui ci si pone davanti a Dio.
Ma a me non risulta che nelle liturgie odierne non ci sia lo spirito giusto.
Io lo trovo spesso nei canti (che non sono canzonette) con cui oggi vengono animate le assemblee liturgiche. Mentre a volte certi canti gregoriani mi propiziano il sonno.
“I nostri antenati pur ignoranti”, cara signora, non avevano capito un bel niente circa la lingua e i canti che si usavano per adorare Dio. Semplicemente si erano adattati a frequentare il sentiero sempre percorso nel corso di alcuni secoli. Tutto qui.
Ho conosciuto persone ben più grandi di me che lamentavano che si usasse il latino nelle celebrazioni eucaristiche.
Dunque, la questione è assolutamente soggettiva, nonostante quel che pensi il card. Sarah, e lei, Venturi, con lui.
Non è vero, peraltro,che al centro delle liturgie attuali ci sia l’assemblea del popolo fedele. C’è Gesù Cristo al centro, e al suo Sacrificio compartecipano i fedeli. Questi non assistono ( non devono assistere) passivamente al sacro Rito; sono chiamati ad essere attivi; il che significa che i fedeli sono anche “attori”, insieme al sacerdote. Ed è giusto che sia così, se crediamo che il Cristo nel suo Sacrificio ha incorporato tutti gli uomini. Rappresenta, cioè, tutti gli uomini nei loro sacrifici quotidiani. Attivo Lui, attivi noi. Altrimenti ritorniamo alla Chiesa preconciliare, in cui il sacerdote dava le spalle all’assemblea e c’era un divario fra celebrante e fedeli. La Chiesa del Concilio ha compreso quello che prima ancora non si era capito, e cioè che Dio si è messo sul nostro stesso piano incarnandosi nella Persona di Gesù. Chiaro?
PS
Il card. Ravasi, che non è una persona qualunque, recentemente ha detto che per attirare i giovani si dovrebbe usare il loro stesso linguaggio. Quello di oggi, non quello di ieri o dell’altro ieri.
” venite e vedete! ”
Venghino siori, venghino!
Ma cosa è? Una specie di prima della Scala?
Uno spettacolo ?
Una ” sacra rappresentazione”?
Ma perfavore.
La Messa E’ la Messa. Punto.
Quanto si andrà avanti ancora con sta storia del V.O. e del N.O.?
Infatti il Cardinal Sarah vorrebbe che il sacerdote celebrasse con le spalle rivolte ai fedeli, esattamente come prima del Concilio. Sarah è l’ultima polpetta avvelenata lasciata da Bendetto XVI…
Alberto Farina
” Venite e vedete” .
Gv 1,39
Sono parole di Gesù agli apostoli.
Quanto alle offese al Card. SARAH e, indirettamente (ma esplicitamente) a chi lo ha nominato cardinale, dovrebbero scandalizzare Lorenzo e altri quanto le offese a papa Bergoglio… O ci sono due pesi e due misure?
A mio parere il sig Alberto farina ha scritto una cosa gravissima, in modo inutilmente offensivo nei confronti di un cardinale che, fino a prova contraria, gode della stima del Papa. L’accusa è grave e dovrebbe essere motivata adeguatamente. Ma siamo di fronte al tifo da stadio o siamo tra persone educate e rispettose che sanno dialogare?
Chiedo nuovamente un intervento di Luigi.
Rileggo gli ultimi commenti, astiosi e inutilmente antipatici: ma che testimonianza viene offerta?
Federico, se Luigi Accattoli dovesse intervenire tutte le volte che qui si parla male non dico di un cardinale, ma del papa, dovrebbe passare le sue giornate attaccato al suo blog…
In base alla mia breve esperienza qui interviene solo eccezionalmente e in genere sotto forma di richiesta di chiarimenti. Le divergenze di opinioni affrontiamo tra noi.
Benedetti 1:
” La messa in latino ci aiuta a contemplare Dio, a mettere da parte la nostra superbia e il nostro egocentrismo, a d adorazione l’unica Via, Verità è Vita”.
Benedetti 2:
“Non sostengo affatto che la messa in latino sia migliore di quella in italiano, penso però che abbia senso che, chi ne avverta la necessita, possa parteciparvi senza essere denigrato come retrogrado”.
Ma il principio di non contraddizione esiste ancora?
Saluti a tutta la sgangherata combriccola
Alberto Farina
Mi scusi Farina, premetto che non sono ne favorevole contrario alla Messa in latina, a mio avviso in alcune circostanze ci può’ stare benissimo, quando facciamo il nostro incontro di meditazione cristiana / adorazione davanti al santissimo recitiamo il Benedictus e in altre occasioni mi ricordo espressione in latino tipo il Tantum ergo che imparate da ragazzino non ho più’ dimenticato e mi ricordano il sacro, mi danno un certo senso del sacro, che si può’ anche raggiungere con la messa in Italiano, ma che in Latino che andrebbe un po’ spiegato , male non fanno qualche volta all’anno..
Benedetti ha secondo me affermato proprio quello ho enunciato, il latino talvolta favorisce il senso del sacro, il che non vuol dire che la messa in latino sia meglio di quella in Italiano, mi pare corretto come affermazione, una cosa non esclude l’altra..
Sull’affermazione della Signora Venturi, non mi sento di approvarla…
Su Ratzinger – Sarah ha scritto considerazioni molto acute il teologo e liturgista Andrea Grillo a cui rimando.
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/le-ragioni-del-silenzio-e-il-silenzio-della-ragione-ratzinger-sarah-e-lantimodernismo-liturgico/
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/una-postfazione-senza-discrezione-ratzinger-si-ostina-a-raccomandare-sarah/
Alberto Farina
Molto pesanti direi… allo stesso livello di quelle che ho condannato sopra.. spero per onesta’ intellettuale che lo riconosciate..
Tavola rotonda a La civiltà cattolica su “L’atlante di Francesco” (Accattoli ore 13.17).
Ottima introduzione di Spadaro. Tra il resto: integrazione come parola chiave del pontificato attuale; e convinzione che “il cristianesimo non crea nemici”.
Dominus conservet eum.
Ringrazio Leone per avere evidenziato l’attacco pretestuoso del sig Farina.
Ripeto: che testimonianza emerge da commenti tanto astiosi e aggressivi?
Invece di scusarsi e rettificare, Farina aggiunge altro veleno.
Non capisco il valore di un contributo di questo tipo.
Ma perché F. Benedetti deve sempre qualificare come “offese” le parole di chi non è sulla sua stessa linea di pensiero?
Scusate io intendevo come molto pesanti le parole del teologo Grillo su Papap Benedetto XVI, in pratica non vorrebbe che parlasse più’…..
Victoria è il tono che non va bene, io che sono nuova lo avverto subito, con me forse perché appunto sono nuovo non accade, ma de la signora Venturi a volte mi pare che se le cerchi le risposte un po’ pepate, gli interventi di Franco Benedetti mi sembrano sempre equilibrati, poi si possono o meno condividere..
Perché quando non si hanno argomenti allora si passa a piani diversi che con l’argomentare non hanno niente a che vedere. Quanto a Grillo è un teologo molto preparato e e franco nel parlare. Perché parlare di “veleno” riguardo agli interventi che ho linkato? E poi io sarei quello aggressivo?
Il veleno lo mette Grillo nei suoi interventi, se per te è normale mettere a tacere il Papa emerito allora capisco che Grillo è uno preparato..
https://giovannimarcotullio.com/2017/05/20/cascioli-socci-grillo-maradiaga-rileggete-sarah/
D’altro canto i detrattori del cardinal Sarah non sembrano meno imprudenti e sconsiderati dei suoi sostenitori: ieri Andrea Grillo – che purtroppo ho già recentemente criticato (ricevendo dallo Stesso una sostanziale ammissione di inabilità a fornire i dati richiesti nelle critiche) – ha brutalmente attaccato il Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti. Dopo una speciosa esposizione di precedenti subdolamente volta a inficiare nel lettore l’autorevolezza (e forse la lucidità?) di Benedetto XVI, Grillo prosegue con una “sintesi” dalla quale Robert Sarah e Benedetto XVI emergono come due macchiette sconclusionate:
Sarah ha mostrato, da anni, una sostanziale inadeguatezza e incompetenza in ambito liturgico. Le sue teorie strampalate e le sue rigidità impediscono all’ufficio della Congregazione di svolgere il suo lavoro ordinario.
Sappiamo anche che la scelta di Sarah è stata fatta, da papa Francesco, ascoltando il parere del suo predecessore. Per questo suona piuttosto strana la lode che il predecessore fa del successore su un punto su cui ha contribuito a determinare questo “fallimento”.
Contemporaneamente, la affermazione che “la liturgia è in buone mani” appare, chiaramente, come una autodifesa del Vescovo emerito rispetto all’esito preoccupante di questa scelta.
Forse, a tutto ciò, si deve aggiungere che la mossa appare tanto più grave se, nel frattempo, si sta preparando un inevitabile e salutare avvicendamento all’incarico di Prefetto. Una sorta di “difesa in extremis” di un Prefetto ormai esautorato.
Ora va bene tutto:
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Dom Louis-Marie Geyer d’Orth O.S.B. presiede la Santa Messa nella cattedrale parigina di Notre Dame (sabato 23 maggio 2015)
Grillo è un liturgista strutturato e sicuramente saprà argomentare queste (gravi) affermazioni. Certo è che non lo fa qui. Francamente ignoro se lo abbia fatto (e dove, evidentemente), ma quello che mi sembra inammissibile è la sua pretesa di spiegare al primo Papa emerito che nella storia della Chiesa sceglie in piena libertà le dimissioni come si debba strutturare l’istituto del Papato emerito, e come esso vada vissuto. Ecco, leggo affermazioni così:
[…] la interferenza che un intervento di questo tipo esercita sul libero esercizio della autorità del successore costituisce una interferenza grave e una alterazione degli equilibri ecclesiali. La scelta di discrezione e di umiltà, del tutto necessaria a chi esercita una “rinuncia all’esercizio del ministero” sembra in tal modo profondamente incrinata.
E mi dico che Grillo deve aver scordato anche le considerazioni di Francesco sul fatto che questo istituto va definendosi sotto i nostri occhi:
Cosa succederà con i Papi emeriti? Dobbiamo guardare a Benedetto XVI come a un’istituzione, ha aperto una porta, quella dei Papi emeriti. La porta è aperta. Ce ne saranno altri o no? Dio solo lo sa. Io credo che un vescovo di Roma se sente che le forze vanno giù deve farsi le stesse domande che si è fatto Benedetto.
Il cristianesimo non crea nemici? La risposta è semplice: la scelta per il Vangelo è costosa in termini di impegno nella vita. La definizione che il vecchio Simeone, stringendo tra le braccia il neonato Gesù, gli aveva assegnato era illuminante: «Egli sarà un segno di contraddizione» (Luca 2,34). La sua presenza nel mondo non sarà neutra e incolore, la sua parola sarà come «una spada a doppio taglio che penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito » (Ebrei 4,12), dall’incontro con lui non si potrà uscire indenni, la sua proposta morale sarà molto esigente e scardinerà tanti interessi privati.
Direi che è il contrario…. e i martiri cristiani nel mondo sono li’ ad affermarlo..
Mi sembra impossibile che qualcuno affermi ” il cristianesimo non crea nemici” nel senso letterale del termine. Spero di trovare il tempo per ascoltare e capire cosa si voleva dire. Forse si intende dire che non individua nello straniero, assimilato nella bibbia all’orfano e alla vedova, un nemico? (Dato l’argomento della tavola rotonda)
“gli interventi di Franco Benedetti mi sembrano sempre equilibrati, poi si possono o meno condividere..”
A me invece, Leone Minuscoli, appaiono privi di obiettività.
Possibile che tutte le volte che compaiono parole o scritti di chi ha una diversa linea di pensiero, lui si senta offeso o denunci offese nei confronti di chi la pensa esattamente come lui?
Se ne accorgono anche le pietre che è così.
C’è poco da girarci intorno: lui è di parte.
Se le tira la Venturi, ma se le tira anche lui.
“Ripeto: che testimonianza emerge da commenti tanto astiosi e aggressivi?”
Ben svegliato Fede.
Quando leggi, che so, i commenti che durano da qualche anno di Maria Cristina Venturi, tanto per citarne una che ne va fierissima ed è qua per quello,e ci metti sotto come quasi sempre un ” condivido”, non ti poni mai lo stesso problema?
Come diceva il maestro Manzi, non è mai troppo tardi, comunque.
🙂
Dice sempre Fede:
”
” Venite e vedete” .
Gv 1,39
Sono parole di Gesù agli apostoli.”
Appunto. Peggio ancora.
In Gv1,39, Gesù le rivolge ai discepoli di Giovanni che lo seguono e gli chiedono ” dove abiti” ?
Qui sono parole per dire “Se siete a Milano venite e poi capirete la “differenza”.”
Visto che di differenza sostanziale non ce n’è nessuna, e Gesù lo si incontra nella Messa punto e basta, inutile strumentalizzare sue parole e sue espressioni per scopi propagandistici del tutto incongrui.
Se il cristianesimo crei o no i suoi nemici. Una frase dell’introduzione Spadaro alla tavola rotonda echeggiata da Amigoni nel suo ultimo commento ha provocato – com’era giusto – reazioni e domande. Invito gli interessati ad ascoltare la registrazione che avevo linkato come “aggiornamento” al post. Non ho il tempo per trascrivere il passaggio oggetto di contesa. Riporto qualche riga dei miei appunti. “Per Papa Francesco – diceva verso la fine della sua introduzione il padre Spadaro – è importante non dare sponde teologiche al potere per imporsi o per trovare un nemico da combattere […]. Con Francesco si va concludendo l’epoca costantiniana nella quale si attua un legame organico tra cultura politica, istituzioni, Chiesa. Lo schema geopolitico costantiniano […] genera l’ideologia della conquista che fa perdere al cristianesimo la consapevolezza del suo essere al servizio del mondo e crea un nemico. Il cristianesimo non crea i propri nemici, quella cristiana non è mai politica di parte“. Mi pare interessante. Non conviene discuterne a distanza, suggerisco come sempre di andare al testo.
Tornando al teologo Grillo, uno che vuole zittire il papa emerito, ho perso le parole come diceva Ligabue..
https://www.youtube.com/watch?v=yrufmjuravM
Ad alphiton – Alberto Farina. Il tuo ultimo commento è senza firma. Ieri ho aggiunto la tua firma a quattro altri tuoi commenti e infine mi sono stancato. Ti suggerisco di re-iscriverti con nome e cognome in chiaro. D’ora in poi cancellerò i tuoi commenti senza firma: tu vedendoli cancellati saprai il perché e li rimanderai firmati. Buona giornata.
Victoria,
stai tranquilla che siamo tutti in grado di distinguere tra un’offesa e l’espressione educata e civile di un dissenso.
Forse sei proprio tu l’unica che non capisce la differenza e si permette di insultare, anche pesantemente chiunque non la pensi come te.
Lorenzo,
capisco quanto mi scrivi e ne terrò conto, ma spero che anche tu colga le ragioni che ho voluto esprimere io.
“Forse sei proprio tu l’unica che non capisce la differenza e si permette di insultare, anche pesantemente chiunque non la pensi come te.”
Smettila di vaneggiare, per favore. Forse, invece, sono l’unica a chiamare le cose col nome che hanno, senza infingimenti. E questo può dare fastidio a te e ad altri.
Le tue sono sempre espressioni “educate e gentili”? Ma quando mai !!
Tu non fai altro che attribuire agli altri insulti e offese varie. Beninteso se hanno idee diverse dalle tue.
Se uno dice “mela” e tu dici “pera”, per te “mela” è un insulto.
Come mai non riesci a vedere gli insulti (veri!) dei tuoi pari, e anzi sei pronto a condividerli e a sostenerli tutto contento?
Sei di parte, Federico; lo sei in modo scandaloso.
L’idea del cristianesimo a servizio del mondo è stata una di quelle fondanti del Concilio, e, come tutti gli altri aspetti, è ” assunta” come operativa da Francesco.Il quale, ancora una volta, essendo il primo dopo una serie di papi che il Concilio l’hanno fatto , per la prima volta lo da per acquisito.
Cosa che manda letteralmente in bestia tutti gli anriconciliari espliciti ( pochi) e impliciti o latenti ( qualcuno in più) che hanno sempre covato la speranza che il Concilio con i suoi ” frutti avvelenati” fosse una parentesi da chiudere al più presto. Resto dell’idea che la vera radice del vero e proprio odio antibergogiano altrimenti inspiegabile derivi PRIMA DI TUTTO da qui.
Certo, va poi da se che c’è un abisso tra la concezione del cristianesimo che NON si crea i nemici da combattere ( è semmai il contrario, è il cristianesimo che puo’ essere continuamente visto come nemico ) e la sua visione barricadera, rissosa, armiamoci e partite, di chi esprime il suo essere cristiano nel compliare lunghe liste di nemici mortali da abbattere e nello scagliarsi contro di essi.Tutto un tendere fili spinati, lanciare scomuniche a bomba, escludere e ricacciare , e così via discorrendo….
Victoria,
si può essere di parte ed educati e si può essere di parte, sfacciatamente, ed attaccare chiunque la pensi diversamente, anche con offese pesanti. Ognuno si faccia il suo esame di coscienza.
Anche tu, perchè ne avresti motivo.
Chiudo qui la parentesi.
(tanto so che è perfettamente inutile)
Per quanto riguarda la mia espressione sul Cardinal Sarah e Ratzinger riconosco essere stato uno scivolone; di conseguenza me ne scuso, specialmente se ho urtato la sensibilità di qualcuno.
Mi scuso anche con Accattoli per le mancate firme agli ultimi miei post.
Per quanto riguarda il tema sollevato da Grillo, mi pare che esso sia più che pertinente, se non altro per la novità della situazione che si è creata: la presenza di un Papa emerito. Nella mia ingenuità, quando Benedetto XVI rinunciò al Pontificato avevo creduto che si sarebbe ritirato in un convento, nel cui silenzio potesse dedicarsi esclusivamente a pregare per la Chiesa. Pensavo alle situazioni in cui, mutatis mutandis, un parroco rimane nella parrocchia all’arrivo del suo successore. Spesso si creano malintesi, equivoci, fraintendimenti…. Ovviamente la coabitazione fra Bergoglio e Ratzinger è ancora più delicata, considerati i ruoli. Grillo dà una risposta netta: un Papa emerito deve astenersi da qualsiasi atto che possa interferire con l’operato del suo successore; il principio non sembra sbagliato, altrimenti che rinuncia è?
Detto ciò, questo è il mio ultimo intervento su questo forum, a cui avevo cominciato a partecipare con un certo entusiasmo. Purtroppo le discussioni telematiche non fanno progredire le riflessioni, ma, al contrario, fissano sempre di più ciascuno, me compreso ovviamente, sulle sue posizioni e la psicologia dell’internauta fa sì che facilmente si trascenda nei toni, a volte in modo sbracato, a volte con più stile, ma con eguale risultato. In buona sostanza è tempo perso, mentre la vita ci richiama alle sue urgenze e a ben altre priorità. Fortunatamente le vie del Vangelo battono percorsi che sono ancora prevalentemente al di fuori della rete. Ovviamente continuerò a seguire gli interventi di Luigi Accattoli, vaticanista di razza e coerente sulle sue posizioni, oltre che, mi pare, uomo di sincera fede.
Un fraterno saluto a tutti.
Alberto Farina
Caro Alberto Farina, al di là delle antipatie o simpatie che uno può avere per Grillo, il problema sollevato si pone soprattutto in un clima in cui i detrattori “sistematici = qualunque cosa dica” (ne abbiamo qualche esempio anche qui) di Francesco interpretano tutto quello che dice Benedetto XVI in chiave antibergogliana
Anch’io ti confesso alla notizia delle sue dimissioni pensavo si ritrasse in preghiera e meditazione in un monastero. Ma non sta a me decidere cosa può dire e fare un papa emerito.
Detto questo, da recente frequentatore non assiduo del blog ti invito a non farci mancare i tuoi interventi. Anche internet può essere una scuola di vita se lo si vuole. Anche in internet ci sono gli “asini” cocciuti. Spero non te la sia presa per l’ invito a firmare. Capita di dimenticarsi.
Capisco le tue ragioni, Alberto Farina, e anche condivido pressoché totalmente l’ultima parte del tuo commento, ma ti invito a ripensare al tuo proposito.
Nei blog avviene quel che succede nella vita reale: ognuno esprime le sue opinioni nel tentativo di convincere gli altri, e poi si rende conto che le cose restano proprio come prima. Almeno apparentemente. E se ci si accorge che le parole sono state fraintese sia perché non sono state capite sia perché volutamente sono state travisate e strumentalizzate, allora si ha la sensazione di avere perso tempo. E il tempo è prezioso. Piuttosto che parlare inutilmente in un blog, si potrebbe leggere un bel libro o fare qualche altra cosa di più gratificante.
Io credo, invece, che, dato che il blog è uno spazio aperto a tutti, dunque anche a quelli che lo percorrono senza intervenire, le opinioni varie dette da chi lo frequenta abitualmente, trovano una loro utilità nell’aprire panorami diversi e nel far capire che le variazioni sul tema indicano, fra le righe, le dritte da seguire. Per cui i commenti di chi vi partecipa attivamente sono come dei semi che in qualche modo germogliano e fruttificano, anche se questo fermento di vita resta in gran parte nascosto. I frutti non si vedono dall’oggi al domani.
La vita è fatta così. Tutto procede a passo lento. Due passi in avanti e uno indietro. Dovremmo abituarci a tali ritmi lenti e discontinui.
Anche nell’ambito della Chiesa è così. C’è un lento progredire nonostante i vari ostacoli che ne intralciano il cammino tra le nebbie che imprigionano gli intelletti umani e che ne offuscano la vista.
Dunque, Alberto, ti chiedo di non andartene. Anche i tuoi contributi sono importanti.