Il padre Lombardi informa che i cardinali già presenti a Roma, che hanno salutato il Papa stamane nella Sala Clementina, sono 144 su un totale di 208. E’ dunque verosimile che per lunedì 4 marzo siano presenti – alla prima Congregazione generale – tutti i 117 cardinali elettori e perciò potrà forse essere stabilita “presto” la data del Conclave. Oggi pomeriggio avremo l’ultimo Twitt del Papa: forse il nuovo Papa riprenderà a twittare ma Benedetto cessa con oggi. Alle 16 e trenta inizierà la diretta del CTV per il trasferimento di Papa Benedetto dal Vaticano a Castel Gandolfo. Le ultime parole pubbliche di Papa Benedetto saranno dal balcone esterno della Villa di Castel Gandolfo verso le 17,30 a saluto della popolazione. Ad oggi i giornalisti accreditati per seguire il Conclave [compresi gli operatori televisivi, che da soli arrivano a 2.500 circa] sono 3.641, di 968 testate diverse, di 24 lingue, di 61 nazioni. Uno dei giornalisti chiede: “Non è strano che nel Conclave siano presenti otto cerimonieri e non vi sia nessun rappresentante della Sala Stampa?” Il padre Lombardi risponde che “no, non lo trova strano”.
Benedetto: “Resto nel recinto di San Pietro” è un mio puntiglioso articolo pubblicato oggi dal “Corriere della Sera” a pagina 24.
Parole del Papa ai cardinali. A conclusione del saluto di questa mattina, così ha parlato Papa Benedetto:
Prima di salutarvi personalmente, desidero dirvi che continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza.
Dimessosi un Papa, se ne fa un altro.
Papa emerito: è appropriato, in analogia con il vescovo emerito, poco creativo…
Se la Regina Elisabetta abdicherà sarà Regina Madre.
Se il Papa abdica potrebbe diventare Papa Padre…
…o Papa-Papà!
L’evoluzione dell’uscita di scena pubblica
di Benedetto XVI mi ricorda un po’ l’Apocalisse: quando credi di aver capito una cosa subito dopo ti si apre davanti un altro enigma… ma sono solo elucubrazioni di un vecchietto nostalgico (quale sono io) affezionato a questo Papa (da domani emerito) che se ne va pur rimanendo…
Mi permetto di invitare a non intasare di sciocchezzuole (tipo quelle che di solito dico io) la discussione sull’articolo (perché puntiglioso? piuttosto direi acuto) di Luigi “Abatantuono” Accattoli.
Qui c’è di mezzo una questione teologica molto seria, molto profonda, tutta da indagare. Il senso di quello che sta avvenendo noi ora non lo capiamo, chissà quanto tempo ci vorrà … ma le parole di Benedetto XVI all’udienza di ieri aprono uno squarcio.
(E quello che l’uomo dallo sguardo magnetico ha scritto nell’articolo mi sembra di aiuto, e lo ringrazio).
Il Papa è appena uscito dal suo appartamento, ha salutato la piccola folla dei dipendenti vaticani e della Segreteria di Stato che era nel Cortile di San Damaso, comprese Guardie Svizzere e bambini, ed è partito in automobile verso l’eliporto, che sta nella parte alta dei Giardini.
E’ all’eliporto, lo salutano i cardinali Sodano e Lajolo. Sale sull’elicottero. E’ sull’elicottero. Don Georg gli allaccia la cintura di sicurezza. L’elicottero si alza tra gli alberi e le mura. Suonano le campane della Basilica di San Pietro a salutarlo.
Alle 17,07 l’elicottero è sopra San Pietro.
Un elicottero con telecamera segue quello del Papa e ne manda le immagini. In questo momento è sull’Isola Tiberina.
Ora sul Colosseo.
San Giovanni in Laterano.
Lungo l’Appia verso Castello, in un pomeriggio di quieta luce.
Ora supera il Raccordo Anulare.
Aeroporto di Ciampino. Ora un gabbiano attraversa l’inquadratura della telecamera.
Scende nell’eliporto della Villa papale di Castel Gandolfo. 17,17: dieci minuti di volo per 30 chilometri.
Il vescovo Semeraro di Albano saluta Benedetto. Ora il Papa è in macchina per i viali della Villa.
Benedetto con il bastone nel cortile della Villa. Entra in ascensore. Bella immagine dall’elicottero del paesino appollaiato sul colle, sopra il lago, e la piazza piena di folla e la Specola.
La folla scandisce Bene-detto – Bene-detto. E Benedetto ora è al balcone.
Resto nel recinto di San Pietro.
La frase si presta ad approfondite riflessioni teologiche, ma anche semplicemente “mondane”. Avremo quindi due papi, con tutte le conseguenze che ne derivano, uno sarà nascosto, sul colle a sostenere la Chiesa con la preghiera, l’altro presente tra la folla della GMG ad esempio o sulla Piazza settimanalmente (se riterrà di mantenere l’usanza dell’udienza settimanale). C’è però una domanda che da molto tempo, alcuni fedeli si fanno (almeno io me la pongo spesso) : il Vaticano è certamente il centro della Cristianità ma è anche un importante snodo del potere terreno.
In questo tempo, nel quale il nemico (anche se rimane in sottofondo colui che divide e sappiamo noi credenti di chi si tratta) non è più una ideologia (l’ultima è crollata nel 1989 e non se ne vedono altre all’orizzonte) è utile alla diffusione del messaggio di Cristo, mantenere tante pesanti strutture e sovrastrutture in un luogo che è ormai un Museo visitato da milioni di persone, moltissime delle quali non cristiane ?
Nella mia visione utopistica mi ha sempre colpito il gesto di Francesco, che lascia tutti i ricchi vestiti per indossare il modesto saio che sarà per sempre l’abito del suo ordine. Ad esempio un papa senza scarpette rosse (quante banalità ascoltate in questi giorni sulle scarpe, sulla mantellina,sui copricapi, sull’anello ecc. ! ) a piedi nudi nei sandali (come forse al tempo di Gesù) non sarebbe una cosa rivoluzionaria ? E l’amministrazione di immensi patrimoni mobiliari ed immobiliari lasciati alla responsabilità di laici cattolici capaci ed onesti non potrebbe liberare il papa dalle “impedimenta” che condizionano molti momenti del pontificato ? Mi rendo conto che si tratta di fantasie, però l’immagine di Benedetto chino su gli ultimi libri che stava redigendo (una trilogia fondamentale) e pronto anche a presentare una enciclica sulla fede (è l’anno della fede da lui stesso indetto ! ) e che non ha potuto (o non ha voluto ? ) portare a termine , mentre un apparato curiale amministra e si scontra (umano certamente ma…) sulla gestione spicciola del potere, lascia un certo retrogusto di amaro in questa uscita di scena.
Gradirei una sua opinione in proposito. Grazie.
Grazie, grazie di cuore.
Viva il Papa Benedetto, viva…
Cari amici, sono felice di essere con voi, grazie della vostra amicizia e del vostro affetto. Voi sapete che questo incontro non è come le altre volte, non sono più Pontefice della Chiesa Cattolica… lo sono fino alle 20.00 di sera poi non sarò più… sarò semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa su questa terra… e mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia… grazie – buona notte, grazie a tutti – vi benedica Dio Onnipotente – Padre Figlio e Spirito Santo…
Si volta e si ritira. Chissà quando lo rivedremo.
Visto, emozione, mancherà moltissimo.
“il cuore di un Papa si allarga al mondo intero”
Io credo che non lo rivedremo mai.
Ed è giusto così:è quello che ha voluto.
Ma saperlo lì, e poterlo cercare comunque in tutte le sue bellissime parole, che restano con noi, è l’essenziale.
Adesso guardiamo avanti. Che è quello che ha fatto Benedetto, come sempre.
Senza “fare catastrofismi”, ma ne sono convinto anch’io, papa Benedetto XVI non lo rivedremo mai più…
Quando (il più tardi possibile), sarà il momento della salita al cielo di Joseph Ratzinger, sarà poi Padre Georg a raccontarci ciò che è stato e ciò che sarà.
Auguri, papa Benedetto XVI, auguri di cuore.
P.S. Scusate se faccio un salto in avanti, ma mi incuriosirà molto ascoltare come il nuovo papa saluterà dalla loggia centrale il papa emerito…(Piccola curiosità).
Luigi, ho letto il tuo articolo con interesse, ma ascoltando le considerazioni di Alberto Melloni su RAINEWS 24 ho colto un’interpretazione diversa dalla tua.
Egli ha detto che il Papa emerito, chiudendosi nel silenzio, non avrebbe intenzione di interferire in alcun modo col successore. Così mi è parso di capire.
Caro Fabricianus,
mai dire, mai più.
Sembra che Ratzinger, se vuole, può stupire a sorpresa.
Già abbiamo avuto un vescovo di Roma che è stato papa per tre pontificati.
Mi piace farmi sorprendere da nuovi cicli storici.
Intanto tutti
davanti ai monitor
e…. in piazza….
sono in attesa della chiusura del portone
del Palazzo apostolico a Castello
La Guardia svizzera sta controllando l’orologio al polso
la guardia svizzera continua a controllare l’orologio
davanti l’ingresso l’ansia di cogliere il portone in chiusura
sgnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaack
E’ finito un pontificato.
W IL PAPA
Ciao Matteo, forse hai ragione, mai dire mai piu’…
Un abbraccio!
“…Poi entrò il funzionario degli Undici che gli andò vicino e gli disse: «Socrate, con te, non mi toccherà quello che spesso mi capita con gli altri, che se la prendono con me e mi maledicono, quando porto loro il veleno per
ordine dei magistrati. In tutti questi giorni, invece, io ho capito che tu sei l’uomo più nobile, più mite, più buono di quanti sono entrati finora qua dentro; io so benissimo, ora, che tu non ce l’hai con me ma con i responsabili e tu li conosci bene. E, ora, addio, perché sai quel che son venuto ad annunziarti e cerca di sopportare come meglio puoi la tua
sorte.»
Non finì di parlare che gli venne da piangere, si voltò dall’altra parte e se ne andò.
Socrate lo seguì con lo sguardo: «Addio anche a te,» disse. «faremo come tu dici.» E rivolto a noi, «che brav’uomo che è; in tutti questi giorni è venuto a trovarmi e, spesso, s’è messo anche a parlare con me, proprio una
degna persona e ora, che caro, con quel suo pianto. Ma via, Critone, obbediamogli, che portino il veleno, se è già stato preparato; altrimenti che facciano presto.»
E Critone: «Ma Socrate, se non mi sbaglio, il sole non è mica
tramontato, è ancora sui monti, e io so di gente che ha aspettato un bel pezzo prima di bere il veleno, anzi dopo aver mangiato e bevuto e, alcuni, magari, dopo esser rimasti con chi volevano. Quindi, non aver fretta, c’è ancora tempo.»
E Socrate: «Ma è naturale, Critone, che questi tali di cui parli, facciano così, perché credono di guadagnarci qualcosa. Ma è anche naturale che io mi comporti diversamente perché so che non ci guadagno nulla a bere un po’ più
tardi se non di rendermi ridicolo a me stesso m ostrandorni cosi attaccato alla vita, cercando di risparmiarla, proprio quando non resta più nulla. Va, dunque,» concluse, «e fa come ti dico.»
E Critone, allora, fece cenno a un suo servo che se ne stava in disparte. Questi uscì e dopo un po’ tornò con l’uomo che, in una ciotola, portava già tritato il veleno che doveva somministrargli.
«Tu, brav’uomo, che sei pratico di queste cose,» disse Socrate vedendolo, «cos’è, allora, che bisogna fare?»
«Nient’altro che bere e poi passeggiare un po’ per la stanza finché non ti senti le gambe pesanti; poi ti metti disteso e così farà il suo effetto.»
Così dicendo porse la ciotola a Socrate. La prese, Echecrate, con tutta la sua serenità, senza alcun tremito, senza minimamente alterare colore o espressione del volto, ma guardando quell’uomo, di sotto in sù, con quei suoi occhi grandi di toro. «Che ne dici di questa bevanda, se ne può fare o no libagione a qualcuno? È permesso?»
«Socrate, noi ne tritiamo giusta la quantità che serve.»
«Capisco, ma pregare gli dei che il trapasso da qui all’al di là , avvenga felicemente, questo mi pare sia lecito; questo io voglio fare e così sia.»
Così dicendo, tutto d’un fiato, vuotò tranquillamente la ciotola.
Molti di noi che fino allora, alla meglio, erano riusciti a trattenere le lacrime, quando lo videro bere, quando videro che egli aveva bevuto, non ce la fecero più; anche a me le lacrime, malgrado mi sforzassi, sgorgarono copiose e
nascosi il volto nel mantello e piansi me stesso, oh, piansi non per lui ma per me, per la mia sventura, di tanto amico sarei rimasto privo. Critone, poi, ancora prima di me, non riusciva a dominarsi e s’era alzato per uscire. Apollodoro, poi, che fin dal principio non aveva fatto che piangere, scoppiò in tali singhiozzi e in tali lamenti che tutti noi presenti ci
sentimmo spezzare il cuore, tranne uno solo, Socrate, anzi: «Ma che state facendo?» esclamò. «Siete straordinari. E io che ho mandato via le donne perché non mi facessero scene simili; a quanto ho sentito dire, bisognerebbe morire tra parole di buon augurio. State calmi, via, e siate forti.»
E noi, provammo un senso di vergogna a sentirlo parlare così e trattenemmo il pianto. Egli, allora, andò un po’su e giù per la stanza, poi disse che si sentiva le gambe farsi pesanti e cosi si stese supino come gli aveva detto l’uomo del veleno il quale, intanto, toccandolo dì quando in quando, gli esaminava le gambe e i piedi’e a un tratto, premette forte un piede chiedendogli se gli facesse male. Rispose di no. Dopo un po’ gli toccò le gambe, giù in basso e poi, risalendo man mano, sempre più in su, facendoci vedere come si raffreddasse e si andasse irrigidendo. Poi, continuando
a toccarlo: «Quando gli giungerà al cuore,» disse, «allora, sarà finita.»
Egli era già freddo, fino all’addome, quando si scoprì (s’era, infatti, coperto) e queste furono le sue ultime parole: «Critone, dobbiamo un gallo ad Asclepio, dateglielo, non ve ne dimenticate.»
«Certo,» assicurò Critone, «ma vedi se hai qualche altra cosa da dire.»
Ma lui non rispose.
Dopo un po’ ebbe un sussulto. L’uomo lo scoprì : aveva gli occhi fissi.
Vedendolo, Critone gli chiuse le labbra e gli occhi.
Questa, Echecrate, la fine del nostro amico, un uomo che fu il migliore, possiamo ben dirlo, fra quanti, del suo tempo, abbiamo conosciuto e, senza paragone, il più saggio e il più giusto.”
Matteo tu puoi imitare i miei twitt ma non la mia foto…
Marilisa domani esce sul Corriere un altro mio articolo – dovrebbe uscire – e se esce lo linkerò qui – nel quale approfondisco l’interpretazione – siamo tutti impegnati a capire l’evento di cui siamo spettatori. Cerchiamo di non avere fretta. Ha ragione Luigi Franti a dire “chissà quanto tempo ci vorrà”.
Infatti, Luigi,
Posso solo imitare.
Ma……. mi divertiva un frego. 🙂
Giorgio 28 febbraio 2013 @ 17:42
Mah, mi pare che il vangelo dica “se il tuo occhio ti è d’inciampo, cavalo”, non “se l’occhio altrui ti è d’inciampo, cavaglielo”…
La scena dell’elicottero bianco che passa vicino alla cupola indimenticabile, è come se si fosse creato spontaneamente un nuovo “rito” amichevole e conosciuto, i saluti, la partenza, la benedizione.
Bellissimo.
Io mi sono commosso. Tanto.
Ti voglio bene Benedetto-Joseph.
Ieri davanti ai Cardinali riuniti nella Sala Clementina, Benedetto ha detto: “Al nuovo Papa prometto fin d’ora la mia incondizionate riverenza e obbedienza”.
Ed ha aggiunto con la solità umiltà: “Signori cardinali, continuerò ad esservi vicino con la preghiera specialmente nei prossimi giorni, siate docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa”.
“In questi otto anni – ha spiegato Benedetto ai Cardinali – abbiamo vissuto con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa, assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale, che è l’anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo e che solo può illuminare il cammino. Insieme possiamo ringraziare il Signore che ci ha fatto crescere nella comunione; insieme pregarlo di aiutarvi a crescere ancora in questa unità profonda, cosicche’ il Collegio dei cardinali sia come un’orchestra, dove le diversità, espressione della Chiesa universale, concorrano sempre alla superiore e concorde armonia”.
“Vorrei lasciarvi – ha poi aggiunto – un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi, possiamo dire, la ragione e la passione della vita”.
In questo si è ispirato a una citazione di Romano Guardini, scritta proprio nell’anno in cui i Padri del Concilio approvavano la Costituzione Lumen Gentium,:
“La Chiesa non è una istituzione escogitata e costruita a tavolino, ma una realtà vivente. Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi. Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa. Il suo cuore è Cristo”.
Ti voglio bene Benedetto-Joseph.
Luigi, senza ironia, seriamente chiedo il tuo parere su cosa succederebbe nel caso in cui anche il prossimo Papa desse le dimissioni essendo ancora in vita BXVI.
Nella situazione attuale l’eventualità, seppure con scarsissime probabilità matematiche, potrebbe accadere per una serie di motivi oggi imperscrutabili.
Ad esempio, il precedente, potrebbe influire psicologicamente sul nuovo eletto al punto da prefigurare l’ipotesi filmica di Moretti.
Allora mi chiedo se per limitare al massimo il rischio di avere tre Papi in vita, 2 emeriti più il nuovo, i cardinali elettori orientassero la scelta sul dato anagrafico, più giovane, meno rischi.
Ma se così fosse i più anziani ma anche forse i più saggi sarebbero anagraficamente out.
La cosa mi pare così complessa e seria da richiedere a mio avviso una revisione della regola attuale di diritto canonico che prevede le dimissioni del Papa senza contropartita da parte del dimissionario.
Forse un papato a tempo determinato e la riduzione allo stato laicale del Papa vivente scaduto, oppure un giuramento dichiarato e scritto dall’eletto in cui il mantenimento del silenzio potrebbe essere garantito dalla scomunica automatica in caso di non osservanza dell’emerito?
Che ne pensi?
Scusate, ma ci sono decine di vescovi emeriti che sono in vita e non hanno giurato alcun silenzio. E poi niente vieta l’elezione di Papi più giovani e un ripensamento della collegialità. Ma perché davanti a una cosa nuova bisogna con forza attaccarsi al “si è sempre fatto così”, quando le cose si possono innovare? Sennò facciamo come quei cardinali che vorrebbero dal prossimo Papa la promessa che farà il Papa a vita, ma per favore…
La domanda che fa Nino “cosa succederà se il nuovo Papa darà le dimissioni quando è ancora in vita Benedetto” non ha che una risposta: succederebbe che vi sarebbero due papi emeriti e un nuovo Papa, cioè tre Papi.
quello che dicevo ieri:. dal punto di vista filosofico, matematico e logico , una volta rotta l’unità, cioè la non-dualità, si ha per forza la frammentazione.
Se cioè dall’ UNo procede il Due , dal Due poi procede il tre e così via.. già nella dualità è compreso il concetto di frammentazione dell’unità . Dunque già adesso con due Papi, di cui uno regnante e l’altro emerito, si è rotto il concetto di Unità al vertice della Chiesa e NULLA sarà più come prima!!!!
. Ci potrà benissimo essere il caso prospettato da Nino: un papa da’ le dimmissioni, il papa successore anche lui le da’ , e si fa un terzo papa. Si avrebbero allora tre Papi viventi.
insomma davvero il papato , col gesto rivoluzionario di Benedetto, non potrà mai più essere come prima!!! per alcuni questo è positivo, per esempio pare di capire che Tonizzo sia contento di questo “cambiamento”.
Ma dobbiamo essere consapevoli che abbiamo visto allontanarsi in elicottero nei cieli di Roma l’ultimo Papa, almeno l’ultimo Papa per come noi eravamo stati abituati a concepire la figura del Papa. Da adesso in poi il “papa” sarà un altra cosa, tutt’altra cosa!!!.
Certo che ci vorranno anni e anni per capire!!!!.
e infatti finora secondo me nessuno ha realmente “capito”. annaspiamo tutti e quelli che vogliono ,come dire , “rassicurare” gli altri che va tutto bene, che è tutto normale, che non cambia nulla, ecc. mi sembrano come quegli ufficiali che sul Titanic si affrettavano a rassicurare i passeggeri che non c’era nulla di cui preuccuparsi, poche ore prima che colassero tutti a picco !!!
Del resto il destino o il caso o la mano di Dio ( scegliete voi quello che preferite) potrebbe anche far sì che il Nuovo Papa muoia di morte naturale prima di Benedetto. Così si avrebbe la “strana storia di un papa sopravvissuto al suo successore”!!!
Insomma per uscire da queste strane complicazioni , da questo labirinto senza fine di possibilità e di casi , che sembra quasi immaginato dall’incubo di un Borges , si potrebbero fare due cose:
o come ha suggerito Nino da ora in poi un papato “a tempo”, con la riduzione a stato laicale del Papa “scaduto” ( come lo yoghurt????? e avranno sulla fronte un timbro colla data di scadenza???).
oppure abolire del tutto il papato e fare del vescovo di Roma semplicemente un vescovo com tutti gli altri che diventa emerito come tutti gli altri e va in pensione come tutti gli altri, una soluzione diciamo ” alla protestante”
Se fosse scelta quest’ultima soluzione “alla protestante” , direi che l’unione colle Chiese riformate sarebbe allora molto vicina : basterebbe abolire il celibato dei preti , i sacramenti e il culto della Madonnna e la protestantizzazione della chiesa cattolica sarebbe completa, nulla vieterebbe quindi l’unione coi luterani , gli evangelici ecc. Così anche l’ecumenismo farebbe un bel passo in avanti e Martin Lutero , ovunque si trovi, brinderebbe al suo trionfo postumo! ( ma si può brindare all’Inferno?? 😉
Che Bello !!!!!
Ma perchè Lutero all’inferno ?
Tonizzo
——
Ho fatto la fanta ipotesi non per cazzeggiare.
Il silenzio e/o l’esilio dorato in vita, di BXVII non è un mio problema, facesse, andasse e dicesse quel che vuole, ma per molti pare che lo sia.
di BXVI
«Ho fatto la fanta ipotesi non per cazzeggiare». Preoccupante.
Se volete sapere quello che si pensa – in realtà, senza troppe fughe spiritualistiche – di Benedetto XVI, in certi ambienti, andate a vedere certi commenti (misti ad insulti) nel blog di un illustre liturgista.
Metto il link ad una lettera scritta ad un altro blog (scusandomi con Luigi) perchè la dice lunga sulla difficoltà a dialogare in rete.
Ne abbiamo fatto esperienza anche qui, ma mi pare in modo soft. Non sarà merito del nostro ospite?
😉
http://italians.corriere.it/2013/03/02/perche-su-italians-non-si-puo-commentare/
lycopodium scrive,
2 marzo 2013 @ 10:08
—
SVP potresti indicare il sito?.
TKS
Nino,
il blog si chiama liturgia-opus-trinitatis, ma i commenti non sono all’altezza di tanto nome.
Nico,
il tuo link accenna al fenomeno dei troll.
Nel caso specifico, invece, è possibile anche che ci si sia una specie (protetta? non so) di “auto-troll”.
Nino, io su queste cose non cazzeggio. Mi ci guadagno, anzi, il pane.
Comunque, visto che paventi una serie di emeriti, la diocesi di Noto per fare un esempio ha i seguenti:
– Salvatore Nicolosi, padre conciliare
– Giuseppe Malandrino
– Mariano Crociata
– Antonio Staglianò, attualmente in carica.
Io non ci trovo nessuno scandalo o imbarazzo.
Dimenticavo: tutti vivi e in buona salute
tonizzo scrive,
3 marzo 2013 @ 17:19
——————
Forse mi sono spiegato male , ma in risposta al tuo post alquanto ironico sulla mia “fantaipotesi” ti ho risposto che la mia ipotesi e sottolineo la mia ipotesi non era per cazzeggiare.
—
Inoltre, circa la fantaipotesi ipotesi di compresenza di più papi, nessuno può escludere nulla anche riguardo alle derivate anagrafiche sulla scelta del nuovo pontefice nel caso di dimissioni.
Giovanni XXIII doveva essere di transizione, una sine cura.
Luciani un papa di durata e riformatore pur nella linea di G XXIII e P. VI, ed è vissuto 33 giorni.
Data la complessità della gestione della chiesa mondiale con 1,2 miliardi di fedeli, cosa farebbe oggi un papa a prescindere dall’età nel caso fosse preso da una grave malattia improvvisa magari semi cosciente ma del tutto infermo? Sarebbe fantaipotesi pensare alle dimissioni?
No, anzi sto dicendo che questo è il futuro e che non bisogna vedere in questo qualcosa di scandaloso. Anzi.
tonizzo scrive,
4 marzo 2013 @ 0:14
———
Il limite del blog sembra essere talvolta il fraintendimento e allora preciso
.
L’ipotesi non segnalava uno scandalo, sono ben vaccinato e “rotto” a questo ed altro.
Ma una sorta di estote parati, proprio perchè anch’io e da tempo sostengo la collegialità, come auspicava il Card. Martini.