“Ho sempre cercato di fidarmi di Dio e sono certo che non mi imbroglierà! La vita ha portato in superficie tanti perché, difficili da decodificare. Avevo sognato tante cose belle e grandi nella vita, ma sul più bello tutto svaniva senza un motivo. Ho avuto l’impressione che una mano misteriosa mi seguisse per incoraggiarmi e aiutare“: parole testamento di padre Bruno Cisco, missionario saveriano morto a 91 anni l’ottobre scorso. Festeggio con un bicchiere di Vino Nuovo il mirabile combattimento del padre Bruno tra la fiducia in Dio e i perchè della vita che restano senza risposta.
Sono certo che Dio non mi imbroglierà
27 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in braccio a sua madre;
come un bimbo svezzato è l’anima mia.
Salmo 130
Facile a dirsi, difficilissimo a farsi … anche con una Fede gigantesca
L’amico saveriano che mi ha fatto conoscere le parole testamento del padre Bruno Cisco mi fornisce due link alle fonti delle notizie da lui trasmesse e da me riportate.
Qui sono le parole scritte dal padre nel 60° di messa: http://www.saverianibrescia.com/missionari_saveriani.php?centro_missionario=archivio_rivista&rivista=2012-11&id_r=133&sezione=profili_saveriani&articolo=dio_non_mi_imbroglier&id_a=4870
Qui un profilo tracciato da un confratello: http://www.saverianibrescia.com/missionari_saveriani.php?centro_missionario=archivio_rivista&rivista=2012-11&id_r=133&sezione=profili_saveriani&articolo=un_ricordo_di_p_bruno_cisco&id_a=4869
Marta, hai ragione…é una battaglia.
Il breve –e ispirato- commento di Luigi e la lettura che fa il Padre Cisco del suo cammino, mi ricorda che il nostro “amore a Dio” o “amore di Dio” che sbanderiamo generosamente (a parole…) non puó che essere il punto terminale di un viaggio non proprio pacifico, e che prevede la lotta/lo scontro con Lui e le sue pretese sul nostro cuore (dove l’alternativa sarebbe trasformare Dio nell’orsacchiotto di peluche di un bambinetto).
Mi viene in mente il vescovo Chiarinelli citato da Luigi tempo fa su questo pianerottolo che parlava della sua condizione come: “ …il volo silenzioso dell’aliante che si abbandona al vento o la scioltezza del giovane David che abbandona la corazza e torna alla fionda…”
Mi viene in mente anche il profeta Geremia e il suo rivolgersi a Dio chiamandolo “torrente infido”. Pieno di paura, stento a fidarmi di questa “mano che mi porta”. Ma Dio é benevolmente testardo, non ci sta proprio a perdere questa lotta; é troppo geloso o ci vuole troppo bene.
Chissá.
Mabu, il brutto è che – quando esponi questa tensione in quei momenti brutti brutti – a volte ti senti rispondere che la “tua Fede è poca cosa se non ti fidi del Signore” …
Tremendo, davvero tremendo perchè oltre alla sofferenza del momento ci si sente pure in colpa verso Dio …
E io – ogni volta che càpita – mi rivolgo al Signore con un “Ué, porta pazienza, ma non ce la faccio proprio a sopportare questa situazione senza sbocchi di sorta”
Chi ha Fede non è un eroe da fumetto, ma porta i chiodi del dubbio, della paura, del senso dell’abbandono e della impotenza davanti alle incornate che la vita spesso riserva.
Per dirla con ossimori che tanto piacciono a Luigi direi che è:
1) disperata speranza
2) fiduciosa sfiducia
3) impotenza potente
4) la forza della debolezza
Credo proprio che padre Bruno ha provato tutto questo e fino in fondo, ma le parole che ha usato alla fine (che sono esito di rielaborazione della propria vita alla luce del “poi” della Fede) non saranno di certo le stesse parole usate nel momento culminante della “distruzione”.
Mah ….
Marta09, un abbraccio!
Grazie.
Marta non avrebbe potuto dire meglio.
“Chi ha Fede non è un eroe da fumetto, ma porta i chiodi del dubbio, della paura, del senso dell’abbandono e della impotenza davanti alle incornate che la vita spesso riserva.”
Esattamente come Gesù Cristo.
Che è anche il motivo per cui io credo in Lui.
Riprendo il salmo 130 postato da elsa:”sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia”. Chi ha fede è proprio così: come un bimbo svezzato, capace di muoversi e di farsi capire , ma non può fare da sé; è completamente dipendente dalla madre e dal padre: due figure imprescindibili, emblematiche che conosce e riconosce!… Chi ha fede non può dubitare dell’aiuto del Padre e della madre celeste, non potrebbe, è impossibile, vorrebbe dire che questa fede non c’è, vorrebbe dire che si è ancora incapaci di lasciarsi andare, di svuotare noi stessi e mettere le ansie, gli insuccessi, le mazzate che ci cadono tra capo e collo dentro quel costato squarciato, Sacro e potente del Cristo. Sarebbe la fine per noi. Il bambino svezzato, che non si ribella,né è autonomo, se ne sta’ pacioso tra le braccia dei genitori. Non per niente la frase che precede il salmo 130 fa riferimento allo sguardo superbo, di sfida, di chi tenta Dio pretendendo una prova, la pretesa di essere esaudito…e spesso, non riesce a riconoscere i segni della Sua presenza.
Quante volte, nei momenti difficili della nostra vita, quando le situazioni precipitano guardando a ritroso rimpiangiamo le occasioni perdute, tutti quei treni che ci sono passati avanti perdendoli, oppure, a fronte di una malattia ci arrovelliamo in un: “perché proprio a me, Signore”. Spesso l’ho fatto in passato, sbagliando. La fede non fa dire questo, la fede è certezza che Dio conosce ogni nostro capello dalla radice alla punta [e la doppia punta qualora ci fosse]. Lui che è “Dio,Signore e Padrone della storia” lo è anche delle nostre storie personali e individuali. Perciò, qualunque cosa ci accada nella vita non abbiamo a temere, sappiamo che Lui c’è…e questo ci dovrà bastare.
“Ho sempre cercato di fidarmi di Dio e sono certo che non mi imbroglierà!”.
Quel “cercato di fidarmi è di una bellezza unica e di una fatica immensa e – soprattutto – quanto mai vera.
La vita spesso ci costringe a pregare.
La Fede – invece – fa diventare la preghiera un respiro profondo in alta montagna … Nulla di più spontaneo.
Davvero è possibile una fede coerente, senza incertezze e senza dubbi?
Un affidamento totale a Dio in ogni momento della vita?
Una confidenza assoluta, senza alcuna riserva, nella bontà del Padre?
Sarebbe un miracolo.
“Se ogni mattina potessi ripensare questa scena, vedere il cielo azzurro che si apre sopra di me come un abbraccio; sentire il Padre che mi dice con tenerezza e forza: figlio mio, amato mio, mio compiacimento; sentirmi come un bambino che anche se è sollevato da terra, anche se si trova in una posizione instabile, si abbandona felice e senza timore fra le braccia dei genitori, questa sarebbe la mia più bella, quotidiana esperienza di fede.”(p.Ermes Ronchi)
Il grigio non va da nessuna parte: o si crede , oppure, non si crede. O si ha fede o non la si ha.Non c’è uno spartiacque che separi la luce dall’ombra. E non lo dico io, lo dice il Vangelo, lo dice il povero Bartimeo,:vessato brutalmente dalla vita e cieco. Illuminante il tema dell’apertura degli occhi: mi colpisce tanto. La fede cieca. che grande grazia! Penso, certo, alla sventura drammatica dei non vedenti, m penso anche a noi, al mondo, all’uomo privo di luce e di speranza sulla vita e sulla morte, sul presente e sul futuro. Ebbene si, è privilegiato chi possiede il dono della fede, oggi così raro. Mi riconosco una ‘graziato’, perché tutto è grazia. Mentre dico la mia riconoscenza, esprimo anche l’impegno di corrispondere al dono di una vita più luminosa e in una testimonianza più fattiva.
Pardon , volevo dire “graziata”!
Alcuni giorni fa se n’è andata la mia carissima Mamma ad 86 anni, dopo essere stata privata progressivamente della possibilità di camminare e di esprimersi: lei che adorava il ballo, il canto, la vita; lei che negli anni passati si era fatta carico completamente per anni dell’assistenza di una persona paralizzata sola, senza parenti, ospitata a casa nostra sino alla fine.
Il Signore ha lasciato alla Mamma solo il bellissimo sorriso, mai spento negli anni della malattia ed ora riacceso per sempre nel Cielo. Per la sua S. Messa abbiamo scelto questa lettura tratta dal Cantico dei Cantici: “Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! Perché ecco, l’inverno è passato, la pioggia è cessata, il tempo del canto è tornato. Vieni, e fammi sentire la tua voce”.
Mi permetto di affidare agli amici del blog una sua preziosa considerazione, che mi ha fatto un giorno con la semplicità ed il sorriso di sempre: “Se qualcuno ti fa soffrire, io soffro con te. Soffrirei però molto di più se fosti tu a far soffrire il prossimo”
Cu Cristu mi cùrcu
Cu Cristu mi staju.
Si sùgnu cu Cristu
Paura non haju
Con Cristo mi addormento
Con Cristo me ne sto.
Se sono con Cristo
paura non ho.
No, Dio non può imbrogliarci. Un abbraccio a tutti.
“No, Dio non può imbrogliarci.”
Il punto non è questo, tonizzo.
Certo che “Dio non può imbrogliarci”.
Ma riusciamo ad affidarci totalmente a Dio come il bimbo “si abbandona felice e senza timore fra le braccia dei genitori”?
Quelli che affermano di credere, hanno tutti una fede così grande ?
“Nada te turbe, nada te espante,
quien a Dios tiene, nada le falta.
Solo Dios basta!”
Teresa D’Avila
Un caro saluto a Tonizzo…
@ Giuco
Grazie!!!
Grazie per aver condiviso qualcosa di così intimo e personale, grazie per averci affidato un insegnamento di Madre universale, grazie per averci fatto partecipi di parole e gesti della vita vera,reale,che si tocca nel dolore.
“Cercare di fidarsi di Dio” è l’unica cosa che riusciamo a fare nella nostra pochezza, megalomania e affaticata esistenza quotidiana !
Mi metto dalla parte di quelli con una Fede piccola piccola perchè per loro la sofferenza è molto, ma molto maggiore.
Poi ci sono i disperati, quelli che pregano con le lacrime ripetendo una sola parola “Dio mio, aiutami”.
Credo però – e proprio perchè la Fede mica ce la diamo noi – che i guizzi di Fede in quei momenti bui per queste persone sia proprio la mano di un Dio Padre che non abbandona o tradisce suscitando e rinvigorendo nel cuore loro la Fede.
… Ma io sto dalla loro parte e mai e per nessuna ragione andrei dire loro “la tua Fede è poca cosa o non esiste”.
Forse il Dio che non abbandona si manifesta proprio nella misericordia degli altri, nel loro cuore buono che ascolta e lascia che esca tutto il veleno del dolore e rancore verso la vita; che cammina al loro fianco adeguando il passo a quello zoppicante di chi è provato dalla vita.
Il dolore e le difficoltà insegnano Teologia per opposizione, ma non potrà mai il dolore essere Teologia: la Parola di Dio non è dolore.
Ripeto: io sto dalla parte dei poveri d’anima … e non sempre è colpa loro.
Grazie di cuore a Te, Principessa
Grazie marta per la tua bella riflessione che condivido.
Mi associo alla cara principessa nell’esprimere la mia solidarietà a giuco e il mio grazie per il suo messaggio di luce e di speranza instillato nel suo cuore da una madre attenta, educatrice esemplare, che ora vede il volto di Dio.
La tua mamma è stata una donna saggia e lungimirante, sapiente e santa, un dono prezioso in questo mondo dove tutto si confonde col tutto, e imperano “i falsi idoli -Il denaro, la sete dell’avere, del potere e persino del sapere-che ha finito col distogliere l’uomo dal suo vero fine, che è l’eternità …”
Un fraterno abbraccio caro giuco
Grazie anche a Te, Clodine. Sono certo che la Mamma vorrà subito ricambiare in benedizione per voi le vostre belle espressioni per lei
Benvenuto a Giuco, e grazie per aver condiviso con noi la propria intima esperienza (e la frase, bella e profonda, di tua mamma).
Per il resto, mah !, mi ritrovo nel sentimento di Marta/Lidia: la Fede è anche fatica, lotta quotidiana, sforzo, impegno, confronto continuo con il Signore e con gli altri, e bene ha reso questo percorso padre Cisco, un mio conterraneo, quando ha parlato – lungi da ogni marmorea, granitica certezza di sè – d’aver sempre “cercato di fidarsi del Signore”.
Buona domenica !
Roberto 55
P.s.: la settimana trascorsa, Luigi, ed appena rientrato a Milano, mi sono recato, una sera, alla Libreria Rizzoli della Galleria a vedere i quadri di Paolo Guerriero; che bei colori !
@Clodine: grazie.
@Marilisa: sto lavando le manine a mia figlia. Lei è su uno sgabello e ogni tanto mi dice: “Papà, cado”. Io la tengo: “No che non cadi, quando sei con tuo padre non devi avere paura di niente”.
Ecco, comincio a capire che vuol dire affidarsi al Padre (e non intendo io, ma Dio Padre).
Grazie, Clo, mi hai ricordato uno dei canti di fede che amo di più.
La posto qui (nella versione di Mina) come dedica e ringraziamento alla bimba di Tonizzo, alla bimba del Moralista, alla mamma di Giuco e a voi tre, amici, che avete condiviso con noi la loro bellezza
http://www.youtube.com/watch?v=djwIe4u4npk
Grazie Nico. Quando Sara è venuta al mondo, la prima cosa che le ho detto prendendola in braccio è stata: “Non avere paura, figlia mia”. “Non abbiate paura” l’aveva qualcunaltro, ho adattato…
Grazie di cuore, Nico. Vedi la coincidenza: alla mamma piaceva Mina…
Sarebbe facile avere fede se non fosse per… la ragione.
Perchè quando dico che “ho fede” significa che “mi fido” di Dio a prescindere da quello che mi può succedere nella vita, anzi, a volte, nonostante.
Però, quando troppe cose vanno per il verso sbagliato comincio a chiedermi:”perché?”. E scattano alcune possibili risposte alternative:
1 Dio è distratto nei miei confronti oppure ha altre cose più importanti e meritevoli da fare;
2 Sono io che, per quanto mi sforzi, non capisco cosa voglia Dio da me. Sto andando nelle direzioni sbagliate e Dio non fa nulla per correggermi;
3 Non sono capace di chiedere nella misura giusta la “grazia”, quella che illumina e fa andare nella giusta direzione…
4 ….
Oppure ci può anche essere un’ulteriore spiegazione:
– Dio opera con una logica che sfugge alla mia comprensione. Come dire che, se da una parte sono sicuro che Dio non operi “a vanvera”, dall’altra parte sembra di capire che abbia una sua modalità di agire che, il più delle volte, sfugge alla comprensione mia e della maggior parte della gente. Detto in altre parole ancora: Dio opera, anche nei miei confronti, con dei sitemi che il più delle volte non capisco. Però non c’è un momento della mia vita che non abbia una sua logica, almeno secondo Dio. Logica che alle volte, a distanza di decenni, sembra d’intravedere al punto da dover ammettere che aveva ragione lui.
Ma è un procedere aspro, duro, accidentato… almeno per me…