Siriani in fuga: quando la vita prevale su tutto

“Questi poverissimi profughi siriani, in fuga da tutto, hanno affittato una casa e in ogni stanza, in ogni spazio possibile, hanno ricavato delle classi. Questa scuola al momento ha 250 allievi! I banchi sono dei tavolini, le sedie sono state recuperate un po’ dappertutto”: è un lampo del racconto di una visita a un campo di profughi siriani, appena oltre la frontiera turca, che mi hanno mandato Gabriella e Roberto Ugolini, una coppia di fiorentini in missione in Turchia. Nei primi commenti il racconto, utile a intendere la vita sulla terra.

7 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Numero impressionante. “Da quando è iniziata la guerra in Siria abbiamo sempre avuto il desiderio di vedere da vicino – e cercare di capire – la realtà vissuta dai profughi siriani. Così il marzo scorso abbiamo lasciato Van per andare nella zona dove la Turchia accoglie un numero impressionante di profughi. Un nostro amico che vive là si sta adoperando già da tanto tempo per queste persone che hanno sceso tanti gradini nella scala della vita per trovarsi inchiodati in una povertà indotta da follie politiche, economiche, pseudo-religiose”.

    2 Maggio, 2015 - 23:13
  2. Luigi Accattoli

    La Vita ci sorprende. “Come spesso accade, però, la Vita ci sorprende e si dimostra più forte della morte. Scriviamo questo perché uno dei primi incontri l’abbiamo fatto in una scuola. Si tratta di una scuola particolare, infatti è stata organizzata da un gruppo di esuli siriani che si sono messi insieme col desiderio di non far mancare ai bambini e ai ragazzi l’istruzione. Hanno affittato una casa e in ogni stanza, in ogni spazio possibile, hanno ricavato delle classi. Questa scuola al momento ha 250 allievi! I banchi sono dei tavolini, le sedie sono state recuperate un po’ dappertutto”.

    2 Maggio, 2015 - 23:14
  3. Luigi Accattoli

    Mantenere vive le radici. “Non è questa la sola scuola esistente, ce ne sono infatti altre quattro (e stiamo parlando di una sola città) e non è certo il profitto economico che le ha fatte nascere dato che tutto è sulle spalle di chi vuole partecipare a creare cultura, mantenere vive le radici. Insegnanti, affitto, libri, tutto quello che può essere necessario per far sopravvivere la scuola si basa sul volontariato. L’ impegno scolastico parte dalla materna per arrivare al liceo”.

    2 Maggio, 2015 - 23:14
  4. Luigi Accattoli

    Professori dalla Libia. “Gli insegnanti sono dei siriani laureati nelle varie materie: arabo, storia, geografia, matematica, fisica, inglese. Al termine di un ciclo scolastico, dei professori esterni che per il momento vengono dalla Libia (!!!) valuteranno il profitto dei ragazzi e rilasceranno un attestato. Parlando coi professori e con alcuni ragazzi abbiamo ascoltato le loro speranze di poter frequentare università italiane o comunque straniere, tramite borse di studio”.

    2 Maggio, 2015 - 23:15
  5. roberto 55

    Bellissima testimonianza (e non è la prima – giusto, Luigi ? – che viene offerta di Gabriella e Roberto Ugolini, e che tu ci riferisci).
    Una domanda, anzi due, o, meglio, tre: perchè gli insegnanti esaminatori vengono proprio dalla Libia ? Perchè, invece, non sono turchi ? Le autorità turche, inoltre, sostengono queste iniziative o ne sono indifferenti ?
    Buona domenica sera !

    Roberto 55

    3 Maggio, 2015 - 20:20
  6. picchio

    Probabilmente perché i turchi non parlano arabo, ma turco.
    Attualmente secondo l’ONU i rifugiati siriani in Turchia son quasi 2 milioni, dislocati soprattutto nell ‘est, ma ora presenti anche all’ovest, la situazione è molto difficile.

    3 Maggio, 2015 - 21:29
  7. Se pensassimo a tutte queste situazioni, saremmo meno affannati per i nostri problemi quotidiani.

    3 Maggio, 2015 - 23:17

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