E’ stato pubblicato stamane lo strumento di lavoro per il Sinodo di ottobre sulla famiglia. In esso prendono corpo due delle possibili innovazioni in materia di irregolarità matrimoniali e di divorziati risposati: una direttiva ai confessori che non lasci all’arbitrio dei singoli la valutazione di percorsi penitenziali che possono riportare ai sacramenti chi si è reso responsabile del fallimento di un primo matrimonio, o ha subito una rottura voluta dal coniuge; un direttorio per i vescovi che autorizzi e guidi la sperimentazione di una via extra giudiziale al riconoscimento delle nullità matrimoniali. Nei primi due commenti riporto i paragrafi 93 e 101 dell’Instrumenum laboris dove si intravedono queste possibilità.
Sinodo sulla famiglia: due punti caldi
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Instrumentum laboris 93. Circa l’accesso ai sacramenti, si riscontrano reazioni differenziate da parte dei fedeli divorziati risposati. In Europa (ma anche in qualche Paese di America Latina ed Asia), prevale la tendenza a risolvere la questione attraverso qualche sacerdote che accondiscenda alla richiesta di accesso ai sacramenti. A questo proposito, si segnala (in particolare in Europa e in America Latina) un diverso modo di rispondere da parte dei pastori. Talvolta questi fedeli si allontanano dalla Chiesa o passano ad altre confessioni cristiane. In vari Paesi, non solo europei, questa soluzione individuale a molte persone non basta, in quanto aspirano ad una pubblica riammissione ai sacramenti da parte della Chiesa. Il problema non è tanto quello di non poter ricevere la comunione, ma il fatto che la Chiesa pubblicamente non li ammetta ad essa, cosicché sembra che questi fedeli semplicemente rifiutino di essere considerati in situazione irregolare.
Instrumentum laboris 101. Nelle risposte e nelle osservazioni, tenendo conto della vastità del problema pastorale dei fallimenti matrimoniali, ci si chiede se sia possibile far fronte ad esso soltanto per via processuale giudiziale. Si avanza la proposta di intraprendere una via amministrativa. In alcuni casi si propone di procedere a una verifica della coscienza delle persone interessate all’accertamento della nullità del vincolo. L’interrogativo è se vi siano altri strumenti pastorali per verificare la validità del matrimonio, da parte di presbiteri a ciò deputati. In generale, viene sollecitata una maggiore formazione specifica degli agenti pastorali in questo campo, in modo che i fedeli possano essere opportunamente aiutati.
Va bene tutto Luigi ma Bergoglio aveva detto pochi giorni fa:
Il Sinodo sarà sulla famiglia, sul problema della famiglia, sulle ricchezze della famiglia, sulla situazione attuale della famiglia. L’esposizione preliminare che ha fatto il Cardinale Kasper aveva cinque capitoli: quattro sulla famiglia, le cose belle della famiglia, il fondamento teologico, alcune problematiche familiari; e il quinto capitolo, il problema pastorale delle separazioni, delle nullità matrimoniali, i divorziati… In questo problema rientra quello della comunione. E a me non è piaciuto che tante persone – anche di Chiesa, preti – hanno detto: “Ah, il Sinodo per dare la comunione ai divorziati”, e sono andati proprio lì, a quel punto. Io ho sentito come se tutto si riducesse ad una casistica. No, la cosa è più e più ampia. Oggi, tutti lo sappiamo, la famiglia è in crisi: è in crisi mondiale. I giovani non vogliano sposarsi o non si sposano o convivono, il matrimonio è in crisi, e così la famiglia. E io non vorrei che noi cadessimo in questa casistica: si potrà, non si potrà?…
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/05/27/0387/00874.html
il sinodo dovrebbe anche uniformare l’ istituto della nullità all’interno della Chiesa. Ora oltre metà degli annullamenti di tutto il mondo, il 57%!! sono richiesti negli Stati Uniti a fronte di una popolazione che conta poco più del 6% della popolazione cattolica mondiale e questi vengono concessi con percentuali del 94%. Sono accettate negli USA come causa di nullità vaghi problemi psicologici e caratteriali. Se i due gradi diocesani hanno dato parere favorevole alla nullità e le parti coinvolte sono entrambe d’accordo la causa non va MAI a Roma. Si capisce perchè negli Usa l’annullamento venga chiamato il divorzio cattolico.
http://www.30giorni.it/articoli_id_3762_l1.htm
Ma sai, gentile Sara1, con Bergoglio non si sa mai se ci fa o ci è.
Di belle parole, su questo e su quello, se ne diranno tante al sinodo. Però il “nocciolo duro” sarà il sostanziale cambiamento che avverrà nella prassi della chiesa cattolica, che evolverà nel senso di una accettazione delle seconde (o terze …) nozze. Naturalmente ci saranno le cautele e i distinguo formali per far contenti “i vecchi dottrinari” (matrimonio-sacramento è solo il primo, gli altri sono un’altra cosa ecc. ecc.) ma per la gran massa dei fedeli (?) saranno seconde (o terze …) nozze.
Fatto questo, si vedrà qual è il successivo punto in agenda.
C’è sempre il record di Liz Taylor con 8 matrimoni (due con Burton se non sbaglio), è per questo che in America divorziano più che altrove.
🙂
Mah, anche andare a cercare con il lanternino il punto in cui si intravede qualche apertura fa un po’ specie.
Il testo a me è piaciuto in ogni caso, condivido.
Concordo con la preoccupazione. Tutte bellissime parole ed è quello che nella prassi, almeno per la mia esperienza, fanno i bravi preti: accoglienza ecc. MA lo fanno CASO PER CASO, INDIVIDUALMENTE, con il loro discernimento pastorale…. Ma secondo me il pericolo è la GENERALIZZAZIONE della prassi pastorale, che alla fine viene compreso come un “liberi tutti!”. Mia nonna diceva: “pezo el tacon che el buso”. Traduzione: peggio la toppa che il buco…
mi sembra di ricordare anche due matrimoni e due divorzi di liz con burton. Certa gente non ha limiti 🙂
Per non parlare poi del fatto che così molti “tradizionalisti” saranno tentati di lasciare la Chiesa Cattolica perché non si sentiranno di appartenere ad una Chiesa che secondo loro sarà troppo relativista.. Beh, per qualcuno si potrebbe dire: meglio perderli che trovarli, ma per altri, sarebbe una lacerante separazione… e poi, chissà perché i “cattolici progressisti” si sentono comunque di far parte della Chiesa anche andando allegramente contro e facendosene un baffo degli insegnamenti del Magistero, se non addirittura del Vangelo, e non se ne vanno mai….magari iscrivendosi a qualche chiesa riformata….
Stia tranquillo Gianrinaldo:
Mons. Bruno Forte ha poi definito l’Instrumentum come un testo “aderente alla realtà” e che “non chiude gli occhi davanti a nessun problema”, per quanto difficile, e ha parlato del desiderio di famiglia delle giovani generazioni, come “un segno dei tempi”, “una straordinaria occasione pastorale”:
“Potremmo dire che sia stata quasi una sorpresa vedere come da tutto il mondo si riscontri, nelle giovani generazioni, questo desiderio di famiglia”.
Non è in discussione la Dottrina della Chiesa – ha aggiunto – ma le sue applicazioni pastorali, il mondo di proporla, anche a livello di linguaggio, che rischia a volte di non essere capito. E volgendosi ancora a chi vive realtà che comportano sofferenze ha parlato di una “Chiesa chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre”:
“Tutto questo non ha nulla a che vedere con lo slogan banalizzante, di cui alcuni hanno fatto uso, di ‘divorzio cattolico’. Non si tratta di questo. La medicina della misericordia non è finalizzata a favorire i naufragi, per usare una metafora, ma sempre e solo a salvare la barca sul mare in tempesta, e a dare ai naufraghi accoglienza, cura e sostegno necessari”.
http://www.news.va/it/news/il-card-baldisseri-famiglia-cellula-fondamentale-s
Ringrazio Dio del fatto che le mie nipoti si sono sposate in Chiesa e secondo le regole e che hanno delle belle famiglie. Per fortuna, i casi come questi non sono poi così rari … Chiedo scusa della banalità di quanto sto dicendo; in fondo sono una vecchia signorina che oggi (festeggiata dai nipotini) ha compiuto settantrè anni.
Auguri Antonella bella…
Sì, siccome oggi sono stata festeggiata da tre nipotini (il più grande non ha ancora quattro anni) mi sono riconciliata col mio compleanno. Gli anni scorsi non ne volevo sapere di festeggiamenti. Ma, si sa, le zie sono sempre un po’ eccentriche. Auguro ai miei nipotini di formare in futuro delle belle famiglie come hanno fatto le loro mamme.
Quando i cari nipotini di Antonella Ligani saranno grandi e anche i miei nipotini la famiglia quale noi l’abbiamo vissuta non esistera’piu’.
LA Chiesa attuale non la difende. La societa’attuale la rigetta. La famiglia tradizionale ha molti nemici nessun amico. Chi oggi si vuol formare una famiglia trafizionale deve andare controcorrente come i salmoni. E’difficile e faticosissimo andate controcorrente. Chi oggi vuol avere cinque o sei figlli oe’un pazzo o e’un ciellino.
Auguri di cuore Antonella!!
🙂 🙂
discepolo,
vedrai che la famiglia continuerà ad esistere.
Perchè in Italia non si fanno più figli? mah, sono tante le concause e sono ormai decenni che in Italia non si fanno figli, non certo dall’altro ieri. Io ho cinque fratelli, mia madre casalinga, mio padre, impiegato classe media, ha comperato casa ; tutti siamo andati all’università, certo lavorando d’estate per contribuire, ma non ci è mai mancato niente. Adesso una famiglia come la mia vivrebbe in povertà.
Molti nemici della famiglia sono però nemici fittizi: se ti può rincuorare in uno Stato come il Massachusetts che da anni ha i matrimoni gay la famiglia tradizionale continua ad esistere e sta molto meglio che per esempio nello Stato del Mississippi dove di matrimoni gay non se ne parla proprio. Più che i gay il discriminante è il reddito pro capite.
Tutti i ciellini che conosco io hanno zero, uno o due figli, quelli che conosci tu hanno 5 o 6 figli???
La famiglia continuerà ad esistere: è un desiderio forte di molti giovani (me compreso, se ancora tale posso dirmi).
Il desiderio di incontrare una donna con la quale poter costruire una famiglia è per me molto forte.
Che cosa a volte mi ferma? Che lo Stato pensi alle Unioni Civili (manco per sogno)…
Piuttosto ti ferma la mancanza di lavoro, quello si.
Un grazie a Sara1, Antonella e picchio che, ci hanno testimoniato la bellezza della loro famiglia.
per picchio 26 giugno 2014 @ 23:44
Gli unici che seguono ancora la Humanae Vitae sono i Neocat….., derisi e criticati appunto anche e soprattutto dagli altri cattolici (divisi equamente tra progressisti e tradizionalisti) perché non osservano la “paternità responsabile” (nella versione comunemente intesa, cioè fare 1 massimo 2 figli….).
Mi sembra che con questo “Instrumentum laboris” si prenda amaramente atto che l’uomo d’oggi non è capace di seguire gli insegnamenti del Vangelo e della Chiesa, almeno come sono stati trasmessi finora… Che fare? Accettare la sconfitta o accettare la sfida? Vedremo cosa faranno i padri sinodali. Sono molto preoccupato….
giovedì 26 giugno 2014 Sacratissimo Cuore di Gesù
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero» (Dal Vangelo secondo Matteo 11, 25-30)
Preghiamo e speriamo che i Padri Sinodali tengano a mente questo Vangelo, è detto tutto…..
Scusate, ho aperto il quotidiano che leggo abitualmente ed ecco come è stato interpretato l’“Instrumentum laboris”:
Il Vaticano: «Più diritti a risposati e coppie gay»
Documento in vista del Sinodo della famiglia: comunione anche per i divorziati
Apertura sui contraccettivi. No alle discriminazioni delle unioni omosessuali.
Questo è quello che i giornalisti vogliono far passare e che la gente comune legge!!!!
Mi unisco alla preghiera di Gianrinaldo per i padri sinodali e per tutta la Chiesa. La Vergine Maria è Regina della Famiglia e non permetterà che sia proprio la Chiesa a dare il colpo di grazia.
@Gianrinaldo,
i giornali devono compiacere i lettori e spesso scrivono quello che i lettori vogliono leggere.
@Fabricianus,
obiettivamente non è solo l’assenza di lavoro o la precarietà. Quando mi sono sposato io (non il secolo scorso!) avevo un contratto a tempo determinato a 24 mesi, quando si sono sposati i nostri genitori non è che le cose fossero molto migliori: c’era forse solo più speranza di oggi in un futuro migliore.
Anche chi ha un lavoro e ha buoni redditi decide poi di non sposarsi.
Il problema è che non si crede più nel matrimonio e nella famiglia e uno dei motivi è che se ne sminuisce continuamente il valore, riducendolo a una formalità (se c’è l’amore, a cosa serve un “contratto”? Divertiti e non prenderti responsabilità!): è un fatto culturale e anche l’istituzione delle unioni civili (simil-matrimoni) daranno un contributo pesantissimo, come è già avvenuto per altre “conquiste” come le leggi su divorzio e aborto.
@picchio,
per quello che vale, i ciellini che conosco io hanno tutti una famiglia numerosa. Gli unici con cui sono in rapporti stretti hanno appena festeggiato l’arrivo della sesta bambina. Loro, come i neocatecumenali, ne fanno quasi un obiettivo personale e una forma di testimonianza cristiana.
Quali sono gli indicatori che permettono di dire che la famiglia sta molto meglio nel Massachussets che nel Mississipi?
“Gli unici che seguono ancora la Humanae Vitae sono i Neocat….., ”
Veramente non la seguono cos’ bene in quanto rifiutano anche i metodi naturali , almeno alcuni parenti di mio marito che seguono il cammino mi hanno spiegato così. (una sua cugina ha 7 figli).
In fondo Papa Montini aveva giusto due fratelli e Papa Ratzinger uguale.
(in effetti ieri si ribadiva che la HV è tanto contestata quanto poco conosciuta).
Con tutto il rispetto, il “punto caldo” è uno solo: accogliere e far sentire accolti i separti/divorziati senza rinunciare all’indissolubilità del matrimonio.
Non è che negli anni passati non ci sia stata una riflessione seria o approfondita, ma il fatto è che non c’è una soluzione semplice che “salvi” entrambi i valori. Fino ad oggi si è considerato prioritario salvaguardare l’indissolubilità del matrimonio (con tutto quello che implica, a cominciare dal valore del sacramento fino alla difesa della famiglia), lasciando ai sacerdoti la possibilità di coinvolgere il più possibile i separati nella vita delle comunità parrocchiali. Dalle mie parti ci sono separati o persone sposate solo civilmente (magari donne che hanno sposato uomini già divorziati) anche tra i catechisti dell’iniziazione cristiana e in tutti i gruppi parrocchiali, quindi posso testimoniare che questo tentativo può funzionare, anche se non risolve il problema della comunione.
Il Sinodo vuole tentare di trovare nuove strade per accogliere (e far sentire accolti) il più possibile i separati e coloro che vivono in situazioni finora definite come “irregolari”: i giornali, come evidenziato da Gianrinaldo, già danno per scontato che si rinuncerà nei fatti all’indissolubilità del matrimonio. I “tradizionalisti”, tanto osteggiati in questo blog, temono proprio questo.
La “sfida” del Sinodo è salvare l’uno e l’altro aspetto: le capre del Signore e i cavoli delle coppie irregolari (parafrasando Guareschi).
Preghiamo perché ci riesca.
Povera Chiesa…
Per carità: pregare va sempre benissimo.
Ma, di base, non ci si potrebbe fidare semplicemente della Chiesa e di quello che, comunque, deciderà?
Magari tenendo per una volta a bada le profezie di sventura che stamattina svolazzano per l’aere come un nereggiar di corvazzi?
Per parafrasare Crozza/Razzi: Ma perché non ti fai i c…i tua? Fatti un Sinodo tutto tuo…che poi ti prendi il vitalizio..toh.. toh.. e dagliela questa communione ai divorziati.. chetti frega? che poi ti pagano toh… toh… e pure ai gai, che stanno pieni di soldi…. tanto non tengono figli…
Prego ritenere quanto sopra una battuta per sdrammatizzare….
Lorenzo,
non essere clericale…
Gianrinaldo,
per fortuna che hai aggiunto l’ultima riga, altrimenti avresti rischiato seriamente l’accusa di omofobia o addirittura di clerico-fascismo.
In questo caso, clericalissimo.
Mi sembra che siano tornati i tempi del Concilio, quando c’erano quelli che pregavano perché la Chiesa restasse Cattolica, e pure quelli che speravano di morire prima della sua conclusione, per morire da cattolici, povera gente.
@Lorenzo,
a me sembrano tornati i giorni del Conclave, giorni in cui si pregava perché lo Spirito Santo accompagnasse la scelta dei cardinali per il bene della Chiesa.
Di fronte a scelte tanto delicate, è giusto che i cristiani preghino e invitino a pregare lo Spirito Santo.
per tornare alla famiglia solo chi come me ha a che fare ogni giorno per lavoro col le famiglie si rende conto dello SFASCIO generalizzato che ormai ha investito la famiglia, e le cui vittime sono ovviamente i bambini e gli adolescenti.
Famiglia allargata è bello è solo uno slogan tipo Mulino Bianco. Famiglia allargata non solo non è bello ma può diventare un INCUBO per i figli (costretti a passare le vacanze colla nuova amichetta del papà magari di soli cinque anni maggiore di loro) o coll’intera famiglia del nuovo marito della mamma compresa la consuocera e i nuovi cognati…
Insomma i profeti di sventura sono derisi da tutti , ma se uno avesse gridato sulla Costa Concordia “Stiamo andando a scogli, attenzione!! ” sarebbe stato un profeta di sventura o avrebbe salvato la nave e i passeggeri?
Quanto al fidarsi dei preti , dei teologi, del sinodo dei Vescovi, del Questionario e del card. Kasper , la mia fede purtroppo (o il mio masochismo ‘) non arriva a tanto. Mi fido di Gesù Cristo, del card. Kasper un po’ meno.
Che poi mi chiedo ma tutti questi divorziati risposati così devoti da fare la comunione tutte le domeniche voi dove li vedete? Io non ne conosco neppure uno. Tutti i miei amici e conoscenti diveorziati e rispostati ( e sono circa la metà di quelli che più o meno si sono sposati quando mi sono sposata io) non gliene può fregà de meno di far la comunione, per la semplice ragione che non credono più , non vanno alla Messa, non si confessano , e di quello che permette o non permette il parrocco non gliene importa un fivo secco. .
Dove sono tutti questi devotissimi e praticanti divorziati risposati? mah!
Speriamo che ci siano e che non siano quello che si dice un “bolla mediatica” dietro la quale ci stiamo incamminando come attoniti ed inebetiti perdendo di vista la realtà e le cose ben più importanti…
SFASCIO. INCUBO. Costa Concordia. Ci manca il Titanic.
…tutto un gracidar di corvi, dalle parti di discy….
🙂
Se è per pregare lo Spirito Santo, pronti.
Se è per pregare lo Spirito Santo che renda sue le scelte che IO ritengo giuste, ci andrei cautino.
Forse la cosa migliore sarebbe cambiare le parole del Sacramento del Matrimonio: non più ” prometto di amarti e onorarti nella buona e cttiva sorte , ecc. tutti i giorni della mia vita ” ma
prometto di amarti ecc… con la clausola che finchè dura. dura ma .. poi però se scappo col tuo migliore amico avrò comunque il diritto di far la Comunione..
🙂
Veraemnte lo dice Discepolo:
“In generale, si mette in risalto il numero consistente di chi vive con “noncuranza” tale condizione e non richiede, quindi, di potersi accostare ai Sacramenti. Tanti, invece, si sentono emarginati, avvertono il divieto di accedere ai Sacramenti come una punizione ed aprono la via ad una “mentalità rivendicativa” nei confronti dei Sacramenti stessi. ”
Che ci sia un gran numero di divorziati a cui non cale una mazza lo sappiamo, la Chiesa però si preoccupa anche di quelli a cui non solo importa ma che ci soffre.
E cerca di star loro vicini in modo che non si sentano ulteriormente abbandonati.
Se qualcuno leggesse l’instrumentum prima di parlare non sarebbe meglio?
E’ un testo assolutamente equilibrato.
Io per dire apprezzo il fatto che tutta la seconda parte sia dedicata alla
“Conoscenza e ricezione della Sacra Scrittura e dei documenti della Chiesa su matrimonio e famiglia”
Invece che abolirli riscoprirli mi pare cosa buona e giusta:
🙂
Diciamo che la maggior parte di queste persone sono interessate sono in alcune: la Prima Comunione o la Cresima dei figli, il funerale di un familiare o di un caro amico (come a Vladimir Luxuria in occasione del funerale di don Gallo), qualche eccezionale partecipazione alla messa solenne di Natale…
Devozione a intermittenza
Caro Lorenzo ricordati la fiaba del Pifferaio Magico!
l’allegra brigata dei topi, tutta presa dalla musica gaia dell’Incantatore col piffero va dietro al Pifferaio Magico che li porta diritti diritti , danzando e scherzando, nel burrone… Gli unici che si salvano dall’incantesimo sono i topi.. sordi!
Te lo vedi Kasper vestito da Pifferaio magico? Io sì. del resto la fiaba è tedesca
🙂
Quindi non si litiga solo tra cattolici:
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/ortodossi-orthodox-christians-ortodoxos-34915/
Kasper travestito da pifferaio magico?
Noooooo,
Io ci vedo molto meglio discy; solo che invece all’allegra brigata dei topi, si porta dietro un nerissimo stormo di corvazzi & gufi.
🙂
Seguo il policlinio.
Da qualche minuto si sa che Bergoglio ha leggera indisposizione.
Quanto ci mette ora la fantapolitica ad attivarsi ?
Non dovevi tacere fino a dopo l’estate?
Discepolo: “Tutti i miei amici e conoscenti divorziati e rispostati non gliene può fregà de meno di far la comunione”
Penso che sia un ottimo motivo per occuparsi dei separati e divorziati seriamente! Ben venga ripensare al matrimonio non come un vincolo, ma come un dono, come un impegno quotidiano per qualcosa che vale.
Dove si è sbagliato si può cercare di rimediare, ma ci son situazioni che non consentono o non rendono opportuno tornare insieme! E per queste va trovata una soluzione! Come può un genitore portare alla prima comunione, e alla comunione con la Chiesa ogni domenica un figlio, se egli stesso viene considerato fuori dalla comunione?
Che ci si debba occupare seriamente di coppie conviventi, mi sembra ovvio.
Mi è venuto un brivido invece a leggere che c’è bisogno di un pronunciamento per affermare che i figli di omosessuali si debbano battezzare!
Mi sembra una cosa talmente ovvia…
Altro brivido nel sentire affermato che ci si occupi di coppie omosessuali, come di tutte le coppie che sono unite civilmente, ma non sposate: anche questo mi sembra tra l’ovvio e il doveroso.
Cara discepolo, oltre i tuoi amici che se ne fanno un baffo della comunione e della messa, ci sono tante persone che soffrono questa situazione, o perchè hanno fatto un errore nella loro vita, considerato irrimediabile più di un omicidio come ha detto un delirante parroco di recente, o perchè sono così senza averlo voluto. Non si fanno incantare dai flautisti e non sono mai andate in televisione.
“Devozione a intermittenza” (Federico)
Vero, verissimo. E questo la dice lunga sulla fede vera.
Battesimo, comunione, cresima, matrimonio: riti tradizionali, senza nozione del concetto “sacramento”. Si è sempre fatto così da secoli, e su questa strada si continua. Perciò, a mio modesto parere, hanno scarsa validità.
Allora , torniamo al punto: davanti a Dio ha più valore un matrimonio celebrato in chiesa pro-forma o quasi, e che poi magari si sfascia, oppure un matrimonio solo civile che dura per tutta una vita nell’amore reciproco?
Ciao matteo , è già attiva…(la fantapolitica).
Così, tanto per precisare: «i figli di omosessuali», se si intende «di coppie omosessuali» non esistono.
Sull’indisposizione del papa (con auguri di pronta guarigione!):
non sarà che è allergico a Scola?
[Lo so, l’avranno già detta in tanti …]
Corsera,p5.
Intervista a GERRY SCOTTI:
io,cattolico e separato,soffro per la Comunione negata.
Spero che le cose cambino, leggendo l’Instrumentum laboris del Sinodo sento che siamo vicini.
Mi piacerebbe anche che ai preti fosse data la possibilita’ di sposarsi
Quindi: Discepolo non conosce divorziati risposati che vorrebbero fare la comunione; Federico non conta tra le sue conoscenze nessun convertito. Ciò che a voi non consta, dunque non è dato? Esiste solo quello che potete vedere e toccare? Curioso. Ma il mondo è grande.
Alla luce di quella filippica , imbrogliata a imbrogliona, che ho tentato di leggere sul Sinodo al quale oggi tutto il mondo laico plaude, che dire se non che è un gran pasticcio e che questo tentativo di strizzare l’occhiolino al mondo si trasformerà in un boomerang per la Chiesa.
Perchééé??? Perché la Chiesa se non è ancora al Vangelo è un colabrodo, una barca in balia dei venti. Vorrebbe guardare in prospettiva, al futuro, ma se non ritorna continuamente in ogni argomento al Magistero, al Vangelo è già sconfitta in partenza.
Il servizio in favore di chi patisce è sacrosanto. Ma vi è sempre un discrimine tra il “servire” e l’intervenire, con parole, atti, che riguardano determinati ambiti, problemi, a mio sommesso avviso, più inerenti a problematiche sociologiche, profane , che alla Chiesa. Gesù ha parlato di matrimonio indissolubile, o no? Non ha accennato a convivenza e matrimonio gay . A volte servire è tacere, servire è lasciare anche una certa distanza da problematiche che cozzano con la Parola di Dio . La Chiesa rende un buon servizio quando si oppone all’assenza di valori, li contraddice, se necessario, non ci va a braccetto…argina il disastro, l’odio messo in atto dai poteri forti che vogliono la distruzione di questa cellula: la famiglia ; prende le distanze dalle lobby omosessuali, femministe abortiste per cui se la madre si stufa di essere tale lascia figli e marito sbatte la porta e se ne va… e i mariti se la maglie è più madre che donna l’ammazza. La società è malata, e la Chiesa deve curare, medicare, non dare il colpo di grazia.
@corrige : se la Chiesa non è ancorata al Vangelo…
Penso che la testimonianza di Gerry Scotti che Matteo ci ha opportunamente segnalato
porti un contributo determinante al dibattito in corso.
Anche la Pascale poverina soffre tanto, non vogliamo tenerne conto?
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2014/13-giugno-2014/pascale-unioni-civilila-chiesa-rispetti-tutti-223388911333.shtml
Non ci son più le periferie esistenziali di una volta…..
Anonimo ha detto…
O.T.
Papa Francesco ha annullato la visita al Policlinico Gemelli per un forte mal di testa.
27 giugno 2014 16:29
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Anonimo ha detto…
Ne prendiamo atto, gli manderemo dei cachet da Baires…
27 giugno 2014 17:06
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AICI ha detto…
l’aneurisma celebrale falcidia tante persone! E’ il male del secolo.
27 giugno 2014 17:11
Matteo
ma è lo stesso AICI che vuol fare discernimento vocazionale dai benedettini di Norcia perchè ” celebrano solo la Messa Tridentina” ?
Però…..!
Sono allibito dall’integralismo/integrismo che ci segnala matteo.
Attenzione che poi Matteo riporta i messaggi e ci da i voti:
http://incompiutezza.wordpress.com/2014/06/27/i-troll-integralisti-occupano-come-in-iraq/
Chi la pensa come lui è salvo ovvio..
L’albergo a fianco festeggia stasera, si sono appena buttati sui Village People:
http://www.youtube.com/watch?v=CS9OO0S5w2k
Se mi invito mi butterano una secchiata d’acqua??
Però butta bene quest’anno due anni fa erano fermi a Romagna mia…
Ho parlato troppo presto: son già passati al liscio (dopo aver distrutto Guantanamera al karaoke)
🙁
http://www.youtube.com/watch?v=9QO4aegj-jA
Buna notte a tutti…
Cara Clodine, mi sembra che da questi documenti risulti da più parti del mondo la necessità di affrontare problemi pastorali.
Le situazioni nel mondo evidentemente sono tante. Mi sembra che trapeli la necessità di capire e di accogliere e, forse, di circoscrivere l’errore. La situazione di essere fuori dalla comunione forse non può rimanere cristallizzata sine die.
La puntualizzazione Franti 17.04 è proprio priva di sale. E’ palese che le mamme che sono diventate tali senza essere sposate non hanno concepito a seguito di un tamponamento in auto o di una indigestione di ciliegie. Questo che siano etero od omo non fa differenza.
Pero’ bambini “figli naturali”, come con delicatezza si diceva un tempo, o adottati, devono avere come gli altri la vita negli oratori, la catechesi ed i sacramenti. Ed è anche apprezzabile e non scontato che un genitore emarginato dalla Chiesa abbia il coraggio e il desiderio di dare al figlio una educazione Cristiana in cui crede, nonostante tutto.
Cinquanta anni fa cosa succedeva alle ragazze madri? nella cattolicissima Irlanda? E in Italia? La stoia di Philomena è nelle nostre librerie, il film nei nostri cinema.
Spiego pazientemente a manuel76 il senso della puntualizzazione. A lui era venuto «un brivido a leggere che c’è bisogno di un pronunciamento per affermare che i figli di omosessuali si debbano battezzare!». Non so che cosa esattamente abbia letto, ma l’espressione “figli di omosessuali”, nel contesto attuale, non significa figli di una coppia (padre e madre) di cui un membro o anche entrambi sono omosessuali, bensì “figli di un uomo e un uomo” oppure “di una donna e una donna”. Bene, lo informo che questi figli semplicemente non esistono.
E consiglio a manuel di evitare accostamenti impropri, di lasciare al romanzo d’appendice, così denso talvolta e appassionante, la narrazione di genere. Suggestiva, sicuramente, ma in quanto tale filtrata attraverso lo sguardo soggettivo dell’autore che dista anni luce, sovente, dall’oggettività storica.
Esistono i casi limite, per carità, ma ti garantisco che la Chiesa non ha mai emarginato nessuno,ed io rappresento l’esempio vivente, avendo un padre anticlericale e acattolico. Tuttavia, nel momento in cui la mia famiglia, a seguito di un grave lutto, perse la sua coesione fu la Chiesa a soccorrerci, ad aprirci le braccia. Noi sorelle per anni siamo state seguite dalle suore: amate, curate,accudite, mai discriminate. Il Conciclio Vaticano Primo lasciò il posto, di li a poco, al CVII che segnò un giro di boa, non sempre e non solo in positivo.
Io vissi quel cambiamento , lo vissi sulla mia pelle, e ne vidi di tutti i colori. Vedemmo il nostro parroco, don Angelo, spretarsi e battere in ritirata con la catechista Maria Claudia [toh, voglio fare i nomi] e quella storia si, che avrebbe ispirato la Liala!
Franti, conosco bene la biologia.
Da che puntualizzi in maniera testardamente banale, lo faccio anche io, per rendere chiaro a chi non vuol capire: figli è plurale, di omosessuali pure plurale, intendendo ovviamente figlio di una madre omosessuale o di un padre omosessuale i quali rispettivamente concepiscano o fecondino a mezzo di fecondazione assistita.
Questo semplice concetto moltiplicato per il numero dei casi dà il genere plurale della mia espressione.
Certo che se tutte le volte che uno cerca di esprimere una idea si fa il contropelo alle intenzioni “se volesse dire questo faccio presente che…” non ce la si cava più…e discutiamo di logica aristotelica invece che di cristianesimo.
Clodine cara, non è romanzo d’appendice la storia vera in tutti i fatti che ne sta sotto. La signora protagonista del romanzo è vivente ed ha confermato la sua storia, riconoscendo solo come romanzati alcuni dettagli. Alcune ragazze madri emarginate, della generazione dei miei nonni, le ho conosciute bene. La gravidanza fuori dal matrimonio come estrema vergogna, non limitata nel tempo, ma rinfacciata all’infinito.
Mi chiedo perchè le vostre risposte siano sempre sulle difensive, sono credente anche io e non nego di avere ricevuto molto e dato quel che son riuscito a dare alla mia comunità. Adoro la mia maestra delle elementari che era una suora, o la mia catechista della cresima, anche se molto limitata. Nessuno accusa, dico solo che il fascismo di certi atteggiamenti deve venire meno, perchè le persone vanno accolte e conosciute prima che giudicate. E mi sembra che questo sinodo in fondo dica questo.
Manuel siamo nel 2014, buttarla su Philomena per carità il film è bellissimo, ma oggi la maggior parte delle persone che chiede il matrimonio in Chiesa convive da tempo (e lo riconosce anche l’instrumentum)
🙂
Ma non dalla Chiesa manuel, se c’è stata discriminazione, se leggi c’erano , infami, non venivano dalla Chiesa…dai…ma dalla società cosidetta “civile”! Stiamo parlando di tempi in cui vigeva ancora il delitto d’onore, il matrimonio ripatore, forse a te non dirà niente la storia di Franca Viola, la ragazza trapanese divenuta il simbolo della crescita civile per aver rifiutato il ragazzo che NON voleva e che la sequestrò, le usò violenza con l’intenzione di convolare a nozze forzate. Ci saranno stati casi di suore, o preti meschini che han dato una controtestimonianza e se la vedranno con il giudizio di Dio, chi dice di no, le bestie stanno ovunque, grano e zizzania, serpenti e colombe, ma non sono la regola. Non puoi dire che la Chiesa non aiutava o discriminava; fare di tutt’erba un fascio non è accettabile. Ho conosciuto suore che hanno dato la vita per queste ragazze. Io, personalmente ne ho raccolto testimonianza. Per non parlare degli orfani. Non ti dicono niente le famose “ruote” degli Innocenti, degli Esposti , “degli abbandonati”? E allora documentati. E grazie all’iniziativa della Chiesa se centinaia di neonati sono riusciti a sopravvivere…
Per tornare al tanto vituperato parroco che aveva osato scrivere che i conviventi e i divorziati risposati non possono fare i padrini ecc. (e lo aveva scritto con un esempio indifendibile…, e infatti il suo Vescovo NON lo ha difeso, ma lo aveva additato al ludibrio…). Segnalo l’intervista ad un altro Vescovo (cardinale di Toronto, di cui Papa Francesco si fida tanto da chiamarlo alla commissione dello IOR..) che dice le stesse cose del parroco, ma le dice un po’ meglio: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/06/29/cose-da-pazzi-il-cardinale-collins-e-il-curato-di-campagna/
Adesso il buon Vescovo che ha detto parole di fuoco contro quel povero parroco, cosa dirà ? Criticherà anche il suo confratello nell’Episcopato (un po’ più importante di lui) ?
Ringrazio Gianrinaldo della segnalazione. Dall’articolo di Magister apprendo che assai peggio del pur reprensibile vescovo Brambilla si è comportato questo cardinale Baldisseri, che ha insultato quel povero parroco in maniera inqualificabile. I galantini proliferano, a quanto sembra.
L’avevo segnalato qualche giorno fa, che ormai il Galantino-pensiero sta uniformando quasi tutta la comunicazione della Chiesa, quasi fosse un Minculpop….. Tutti si sono adeguati, ma invece di seguire quello che ormai i media hanno stupidamente elevato a motto di tutto il papato (chi sono io per giudicare…) mi sembra che i seguaci di Galantino GIUDICHINO, eccome, chi non la pensa come loro. Penso che, al contrario di molti cattolici super tradizionalisti che criticano il papato, il vero pericolo sia che molti nella Chiesa (Vescovi, preti e laici) hanno interpretato il modo di comunicare e i contenuti del Papato di Francesco come a loro faceva più comodo, e allora dai giù botte contro quelli che non sono allineati. Infatti pare che ci sia in corso una resa dei conti.
Magister dimostra solo che un cardinale qual è Collins può dire idiozie tanto quanto un curato di campagna.
Tanto quanto la Sig.ra Picchio usa dire idiozie…. Prego i “luminari” progressisti (sig) presenti in questo onorevole blog a voler confutare efficacemente le affermazioni del Cardinale Collins, con qualcosa di solido (tipo Catechismo della Chiesa Cattolica ecc.). Non credo sia possibile trovare alcunché. Allora, buttiamo il Magistero della Chiesa, degli ultimi Papi, nel cesso? Accomodatevi.
Sarò bigotto e baciapile, ma affermare che il Magistero della Chiesa è un’idiozia lo trovo vergognoso.
Tanto per cominciare non mi piace affatto il titolo scelto da Magister nell’articolo in cui un cardinale viene contrapposto con un evidente disprezzo ad un curato di campagna. Non è che un cardinale debba essere necessariamente essere considerato più autorevole di un povero(?!) curato di campagna. Non è il grado che parla di autorevolezza. Qualcuno dovrebbe dirglielo a Magister e a tutti quelli per i quali il titolo è una garanzia. Del resto, anche fra i titolati esistono differenze che parlano chiaramente di menti aperte e di menti chiuse, per non parlare di intelligenza e di ottusità.
E–attenzione!– dire “aperte” non significa, come molti anche qui continuano stupidamente ad equivocare, andare di pari passo con le devianze che in ogni tempo ci sono state e che sempre ci saranno. Significa, piuttosto, saper leggere ogni situazione caso per caso, senza schematizzare riducendo ad un assioma indefettibile le parole di qualcuno e di Gesù stesso, ed andando a parare in travisamenti sbalorditivi.
In secondo luogo, come non osservare che il giornalista (ma quando si decideranno i dirigenti dell’ Espresso a licenziare un individuo che si presenta tanto dissonante dalla linea editoriale?) ancora una volta pubblica con enfasi le posizioni di un ecclesiastico dalle vedute molto corte, ovviamente più tradizionaliste che mai. E questo, inutile dirlo, perché il pensiero del cardinale coincide con il suo ( di Magister).
Divorzio e secondo matrimonio sono visti–tutti indistintamente– da Collins come “peccato” (lontananza dal comando di Gesù). Senza alcun distinguo. Mentre tutti, anche i polli, sanno che i distinguo sono leciti e legittimi, anzi doverosi. Sempre, in ogni circostanza.
Ma non mi soffermo a spiegare il perché.
Se Gesù ritornasse oggi, sono sicura che Lui li farebbe. Il fatto è che al suo posto c’è una Chiesa che in buona parte è costituita da uomini ai quali è difficilissimo far cambiare idea e che per avallare il proprio pensiero retrogrado si aggrappano all’alibi più facile per loro: l’ha detto Gesù; ma si guardano bene dal vedere le altre cose che Gesù ha detto, per esempio quel “sappiate riconoscere i segni dei tempi” che per costoro è un macigno insormontabile.
Riguardo alla vicenda di don Tarcisio, è inutile farla tanto lunga. Nessun pubblico ludibrio per lui da parte di due vescovi. Solo il giusto riconoscimento di un imbecille accostamento fra due peccati nemmeno minimamente equiparabili: l’omicidio e il divorzio; dei quali il primo è di una enorme gravità, il secondo–ammesso che sia da considerarsi sempre tale– molto meno grave. Mentre il don lo ha considerato più grave, arrampicandosi sugli specchi per dimostrarlo.
Allora, alla domanda del Magister rispondo: sì, una pazzia quella del don; una dimostrazione di debole pensiero quella del Collins; una posizione evidentemente di parte quella sua, come tante volte ha manifestato.
Sono contento di apprendere che la Sig.a Marilisa apprezza oltremodo la linea editoriale dell’Espresso, tanto da auspicare il licenziamento di Magister che non la segue pedissequamente (alla faccia della libertà d’opinione ecc…..). Ne consegue, a mio parere, che tutte le opinioni della citata Signora sono permeate dalla citata “linea editoriale”, che è chiaramente perlomeno anticristiana. Lo dice uno che ha letto l’Espresso per almeno 30 anni. Faccio presente infine che MAI le tesi di chi scrive sbeffeggiando le tesi e le affermazioni di autorevoli esponenti della Chiesa contrarie al relativismo strisciante nella Chiesa stessa, siano state suffragate portando a sostegno il Vangelo e/o il Magistero della Chiesa (Catechismo, Encicliche ecc.)
Segnalo l’ennesimo episodio di persecuzione da parte di Matteo.
Persecuzione violenta e minacciosa, espressione di odio personale che non trova giustificazioni.
Di fronte a tanta cattiveria e a tanto odio, per tutelare la mia libertà e quella dei miei cari sarò costretto a cambiare nome.
Quale cristianesimo viene testimoniato da personaggi di questo genere?
«Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli »
Mt 5.12
Clodine, guarda che sono convintissimo del fatto che tante, tantissime opere di Carità e di amore fraterno abbiano origine non saltuaria, ma quotidiana e ben organizzata all’interno della Chiesa.
Quando si presenta un povero, un umile, un disperato bussa alla porta e un religioso o un volontario della San Vincenzo lo accolgono con un sorriso e si fanno in quattro per aiutarlo, senza sapere nulla di lui.
Sul matrimonio.
Penso solo che dedurre in maniera geometrica che se ti sei separato e risposato e hai figli dall’uno e dall’altro matrimonio (civile) tu sia in una situazione irrimediabile, finchè non morirà il tuo primo coniuge o ripudierai il secondo, mi sembra totalmente fuorviante.
Se hai sbagliato una volta sposandoti, devi sbagliare la seconda volta uguale per rientrare nel matrimonio della prima volta?
Ci son tante situazioni che non sono più rimediabili, contrariamente a quanto affermato. Non è distruggendo il secondo matrimonio (civile) che rimedierai all’errore del primo.
Vedere il secondo matrimonio come peccato quotidiano quasi reato reiterato volontariamente di giorno in giorno, mi sembra troppo davvero.
Non è relativismo questo, ho altissima considerazione del matrimonio (cristiano). Penso solo che della serietà della formazione Cristiana possa far parte la consapevolezza che l’errore può succedere, perchè è umano che ciò accada.
Luigi Accattoli mi considererà certamente pirla, e un po’ magari lo sono anche.
Ma giudico intollerabile e rivoltante l’atteggiamento di chi commenta qui e poi va sul suo blog personale a sputtanare altri utenti che hanno idee e modo di ragionare diversi dai suoi.
Quando è troppo è troppo. Se si tollera questo si manca di rispetto alle persone e il rispetto reciproco ritengo sia la base minima di partecipazione ad un gruppo e una discussione.
Quindi tolgo immediatamente l’ancora e parto per un nuovo, lungo, viaggetto.
Un saluto.
Condivido la scelta degli aggettivi “intollerabile” e “rivoltante”.
Peccato che tanti visitatori, normalmente sensibili su questioni analoghe, su questo punto rimangano colpevolmente indifferenti.
Cara elsa.F, non se la prenda troppo e resti fra noi. Credo di sapere che quel signore a cui lei allude è malato e quindi potrebbe essere caritatevole far finta di niente.
Non è malattia, è incitamento all’odio nei confronti di una persona o una categoria di persone (gli integralisti reazionari): non è affatto caritatevole ignorare un comportamento del genere.
Va presa una posizione di distanza e di denuncia.
Quelle che lei, Gianrinaldo, definisce “conseguenze”( “ne consegue…”) sono illazioni fondate sul nulla. Mentre lei ha letto, come dice, per trent’anni quel giornale su cui scrive il Magister da lei e da alcuni altri tanto apprezzato, io invece quasi mai l’ho letto, anche se so bene quale sia la linea editoriale. Le mie opinioni, che lei non gradisce (e a me non potrebbe interessar di meno) sono conformi al mio modo di pensare e di vedere le cose.Punto.
Il relativismo strisciante di cui lei parla, non è affare che mi riguardi. Il catechismo, caro Gianrinaldo, probabilmente lo conosco meglio io di lei, ma la differenza grande fra me e lei consiste nel fatto che io niente prendo a scatola chiusa, come suol dirsi. Io ragiono e rifletto su tutto, compresi i documenti magisteriali, compresa ogni singola parola pronunciata dagli ecclesiastici (Papa compreso). E mi sento liberissima di non trovarmi d’accordo su tutto quel che viene pubblicato e detto, e di dichiararlo apertamente, se lei mi permette.
Se per lei questo significa non essere cristiani, lo creda pure; questo non mi affligge neanche un po’.
Queste cose io le ho dette qui un centinaio di volte, ma lei, essendo entrato relativamente da poco nel blog, forse non ne era al corrente. Bene, adesso lo sa, e mi risparmi le sue filippiche, per piacere.
PS
Ribadisco: Come mai lei che è cristianissimo ha letto per trent’anni un giornale tanto anti-cristiano?
C’è un “ribadisco” di troppo. Pardon.
Gent.ma Marilisa, anche a me non me ne può interessar di meno (per usare una brutta frase che Lei usa spesso…) delle Sue opinioni. Per quanto riguarda le mie letture (oltre all’Espresso, se le interessa, leggo spesso anche Repubblica). Leggo tale stampa esattamente come Lei legge il Catechismo e il Magistero della Chiesa: NON CONDIVIDENDO MINIMAMENTE QUANTO C’E’ SCRITTO. Infatti se Lei credesse solo un po’ a quanto sopra non farebbe le affermazioni che fa, Sono contento che conosca il CCC meglio di me (non ci vuole molto…), ma la Sua conoscenza sembra non portarle giovamento, quanto ad amore alla Chiesa, almeno. A proposito si legga quanto ha detto Papa Francesco: “Una persona che non è umile, non può sentire con la Chiesa, sentirà quello che a lei piace, a lui piace….”Umiltà: siamo una piccola parte di un grande popolo, che va sulla strada del Signore”….“Fedeltà alla Chiesa; fedeltà al suo insegnamento; fedeltà al Credo; fedeltà alla dottrina, custodire questa dottrina. Umiltà e fedeltà.” Vedi: http://www.news.va/it/news/papa-francesco-dicotomia-assurda-amare-cristo-senz
Non lo dico io, che sono un bigotto baciapile, ma lo dice Papa Francesco…
Condivido parola per parola, dall’inizio alla fine, quanto postato da Gianrinaldo -difficile far capire agli eretici informali che la redenzione non ha surrogati né mezze vie- Purtroppo, la madre degli imbecilli spocchiosi è sempre incinta! Approvo e faccio mio lo sdegno di elsa e altri amici a propostito del tal visitatore che va seminando veleno altrove: ci vuole del coraggio ad andare a Messa, vivere da cristiani sapendosi vigliacchi.
Senta, Gianrinaldo, da che cosa le deriva la presunzione di giudicare la mia cattolicità ? Non le sembra che stia varcando il limite del lecito, dal momento che lei non mi conosce personalmente? Premesso che può leggere tutto quel che vuole e farne quel che le piace, cosa che–come già detto– a me non interessa per nulla, lei pensi al SUO amore per la Chiesa, ed io penso al mio; lei pensi alla SUA umiltà ( se ritiene di averla), ché io penso alla mia. In altre parole, pensi ai fatti propri senza entrare impunemente in quelli degli altri. Lei, più che bigotto e baciapile , è soprattutto un maleducato di prim’ordine. I suoi fervorini pieni di sacro zelo li faccia ad altri, non a me.
Questa è una storia che puntualmente nel blog si ripete: quando qualcuno esprime il suo dissenso dall’opinione corrente, viene considerato non-umile e non-cristiano. Gli umilissimi e i cristianissimi, fortemente stizziti, non trovano altro di meglio che cercare, inutilmente, di “convertire” devotamente i fuorviati ( secondo loro) e di gettare sensi di colpa su chi è fuori dal coro. Sbagliato!! Chi lo fa, va del tutto fuori strada. Pregherei di rivedere il concetto di “umiltà”, dato che parecchi non sanno cosa sia.
Gianrinaldo, per l’avvenire faccia a meno di colloquiare con me. Non mi è gradito parlare con i maleducati. E non si aspetti che la sua religiosità, così come si presenta, venga condivisa da tutti.
Chissà per quale arcano motivo i cristianissimi “non eretici” sentono il bisogno di darsi una mano sorreggendosi a vicenda quando si tratta di insultare?
Anche la madre degli IPOCRITI è sempre incinta.
Non capisco…
Quando uno uccide un fratello, quella colpa lo segna per la vita.
C’è una via per la redenzione che è fatta di umile pentimento, di occuparsi degli altri, di rimediare col lavoro delle proprie mani.
Il peso di un matrimonio fallito, di una scelta sbagliata, di una gravidanza non sposati una persona intelligente, che sappia pensare, se lo porterà sempre con sè.
Deve essere data una umana possibilità per rimediare a questo.
Il rimedio unico previsto era ricostruire il matrimonio rotto.
Se questo non è possibile umanamente? come possiamo non immaginare che ci siano altre possibilità?
L’errore è umano.
Chi ha avuto un figlio a 20anni e non era sposata e magari non sa neanche chi è il padre è persona che ha bisogno di aiuto, ma nulla osta alla comunione.
Se uno a 20 anni ha sbagliato a sposarsi e sei mesi dopo si separa perchè era sbagliato il matrimonio, non ha possibilità per ritrovarsi in comunione a vita. Partiva magari con ottime intenzioni, preparato e motivato, ma quel che è stato dopo non ha magari più consentito di continuare…
Manuel76, io capisco che se Gesù era perfetto, la Chiesa non lo è affatto perché in essa trovano posto anche prelati che sono ben lontani dalla misericordia divina. Hanno imposto regole rigide dalle quali, secondo molti di loro, non ci si può discostare nemmeno sotto pena di morte. Non esistono distinguo da far valere. Se due ragazzi si sposano in chiesa affrettatamente scambiando la passione di pochi momenti per amore vero, questo legame diventa un nodo scorsoio che dovrebbe avvelenare la vita di entrambi. Se poi divorziano e trovano più tardi l’amore di una vita, peggio per loro. Si ritengano necessariamente peccatori fino alla fine, e basta. Non c’è rimedio.
Ha senso tutto ciò? No! Una esistenza fondata su regole religiose che sono macigni irremovibili, non può dirsi sensata; ha qualcosa di assurdamente kafkiano.
Oggi però molti hanno capito che le cose non vanno così, e si comportano secondo coscienza. Forse anche con qualche superficialità e travisamento.
E siccome la Chiesa sta perdendo terreno in certi ambiti, ha deciso di appellarsi ad espressioni tipo “valori non negoziabili” e relativismo “strisciante”(sic!). Un altro modo per instillare sensi di colpa–tipica caratteristica della Chiesa– che però lasciano il tempo che trovano.
Fortunatamente nella Chiesa ci sono anche prelati intelligenti, che capiscono che è il caso di guardare con occhi diversi a certe situazioni,
ed è per il loro apporto che qualcosa cambierà anche se lentamente.
Lento pede è sempre stato il modo di procedere delle gerarchie ecclesiastiche. Ma lo Spirito Santo continua ad operare nonostante tutto.
“Hanno imposto regole rigide ”
Va bene e sta ben tutto ma:
”Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione Dio li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto“
Adesso si vuol passare per misericordia quello che Gesù stesso ascriveva alla durezza del cuore (che misericordia ci vuole ad abbandonare il marito o la moglie ditelo perchè io non riesco assolutamente a capirlo)
che poi essendo creature fragili noi non riusciamo mai ad amare secondo questo altissimo modello passi, ma la “regola” viene dal Vangelo non dagli uomini in questo caso.
” “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso con lei adulterio nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio”
Visto che Matteo 25 piace vediamo se piace anche questo Matteo.
La misericordia è quella che si esercita verso al persona cui hai promesso amore e fedeltà. Quello è amore andarsene è egoismo non amore.
@Manuel,
un conto è la carità verso tutti e specialmente verso i più bisognosi, un conto è “svendere” i sacramenti o consentire comunioni sacrileghe.
1 Cor 11
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.
Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti.
Anzi dice non solo non devo farlo (e lì ho la regola e la legge) ma addirittura non devo nemmeno pensarlo.
Andare oltre la legge vuole dire non limitarsi ad una osservanza formale ma illuminarla d’amore reale.
E’ impegnativo è vero, ma è il Vangelo.
E’ impegnativo, ma è il Vangelo.
Sottoscrivo in pieno
Idem
Si continua ad equivocare. E fate pure.
So bene quel che ha detto Gesù e so anche che la Chiesa–non tutti però in essa–prende le parole di Gesù come irrefutabili, ovvero come “macigno” inamovibile.Parole valide per tutti indistintamente. Nella vita però nulla è inamovibile eccetto la morte che la concluderà.
Io parlo, nel replicare a Manuel che dice: “non capisco…”, di casi particolari, non di ogni situazione nella quale un matrimonio celebrato in chiesa finisce per un capriccio qualunque. Non a questo mi riferisco.
Parlo, tanto per intenderci, di casi in cui quel matrimonio ha una validità che tale, in realtà, non è. Anche se viene celebrato in chiesa. Tanto è vero che esiste un organismo deputato a dichiarare nullo un matrimonio, se ci siano le condizioni. Ma non tutti si rivolgono alla Sacra Rota e questo lo si sa bene.
Se i coniugandi si sposano con scarsissima consapevolezza del loro sentimento effimero, scambiato per vero amore e affetto, mentre si tratta di una passione erotica limitata a quel periodo circoscritto, in cui magari ormoni maschili e femminili impazzano; e se si ritrovano a doversi sposare forse perché c’è di mezzo l’arrivo di un figlio, quel matrimonio nel maggior numero dei casi è destinato ad un fallimento totale. Questo è solo un esempio. Altri ne potrei portare con motivazioni diverse ma altrettanto valide.
Allora, ipotizzando che accada la rottura, sono da prendere in considerazione due strade:1) I due continuano a stare insieme in una vita infernale per sé e per i figli(che è ancor peggio), e forse più o meno di nascosto si rifanno una vita con un amante( e questo sarebbe comunque “peccato”); 2) i due decidono di separarsi e di divorziare ( il che è pure “peccato” per la Chiesa) e in seguito può capitare, per l’uno o per l’altro, un incontro con una persona con cui si crea un rapporto profondo( non una infatuazione) di amore ed affetto che riempie la loro vita. In questo caso o convivono o decidono di sposarsi, ovviamente civilmente. E la Chiesa li considera sempre peccatori, non degni di accostarsi alla comunione. Da queste due strade non si esce.
C’è qualcosa che non quadra, a mio avviso.
Nel primo caso i due, che vivono separati in casa, sono apparentemente in regola davanti alla Chiesa e possono ricevere la comunione. Nel secondo caso invece, nonostante l’amore vero che li unisce ANCHE DAVANTI A DIO ( ne sono convinta), la legge ecclesiastica terrena li tiene lontani dalla comunione.
Ecco che cosa intendo per regole rigide. Non esiste la minima possibilità e volontà di capire le situazioni, le più diverse, che nella vita si prospettano.
Cara Sara, quando tu dici:”che misericordia ci vuole ad abbandonare il marito o la moglie ditelo perchè io non riesco assolutamente a capirlo”, io ti rispondo che la misericordia qui non c’entra per niente. Se sono entrambi a volersi separare perché il loro legame è divenuto una tortura ( e quindi non c’è più quel “i due saranno una carne sola”), è tutt’altra faccenda, ed hanno tutto il diritto di rifarsi una vita, perché l’amore, anche quello sessuale, è una legge della natura. Tanto difficile da capire e da giustificare? Se è così, c’è davvero “la durezza dei cuori” tanto sbandierata da chi si appella, non sempre opportunamente, al Vangelo
Quando tu mi porti davanti le parole di Gesù:”Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma etc…”, io provo a ricordarti che Gesù quelle parole le diceva in un contesto molto diverso da quello di oggi, come diverse erano tante altre faccende di allora.
Gesù, cara Sara, ha detto molte cose provocatoriamente. Non crederai che Egli abbia voluto dire sul serio che uno deve cavarsi l’occhio destro se è motivo di scandalo ?
Gesù ha demandato ai suoi discepoli e alla Chiesa la missione di continuare la sua opera ma guardando in avanti per cogliere i segni dei tempi. Quello che resta valido e inamovibile per tutti i tempi è l’AMORE, il solo criterio che deve indirizzarci e guidarci nella piccola esistenza che ci è data. Ma, ahimè, anche l’amore ognuno poi lo interpreta pro domo sua, non avendo capito che cosa si intende veramente per Amore e riducendolo ad un sentimentalismo da due soldi.
Cara Marilisa, pensavo fosse amore e invece era un calesse..
Questi sono i segni dei tempi che dobbiamo vivere.
Maurelio et Ceteris
Io ho due dubbi.
Uno è che si guardi al sacramento da ricevere come un premio invece che un dono. Il premio viene dato ai buoni che guadagnano e vincono, chi non vi arriva, perchè ha sbagliato o era limitato e non riusciva, peggio per lui. Questa impostazione è legittima ma ha molti limiti ed è un po’ pericolosa.
Il secondo è che non ci sia mai una parola fine all’errore compiuto: “chiunque in modo indegno mangia”…ok, ci sarà ben una strada per non essere più indegni.
La mia domanda era: l’unica strada è ricostruire il matrimonio iniziale, distruggendo il secondo civile che invece funziona?
E laddove non è possibile ricostruire il matrimonio?
E’ come se l’errore compiuto porti ad una condanna definitiva, un ergastolo che ha fine solo con la morte di uno dei due.
L’unica soluzione individuata è l’annullamento. Allora si va a ricercare la nullità, il cavillo di forma che faccia riconoscere che in realtà matrimonio non v’è mai stato.
Mi sembra una soluzione un po’ euclidea dimostrare che il postulato iniziale non era applicabile fa uscire dalla questione al posto che affrontarla: non essendoci stato mai matrimonio, non c’è nulla da sciogliere. Da questo conseguirebbe anche che non c’è nessuna colpa e colpa non c’è mai stata! Quindi chi riesce ad avere la nullità non è mai stato indegno di ricevere la comunione. Sono perplesso.
Mi sembrerebbe assai più opportuno un periodo penitenziale e formativo che vada più a fondo delle cose.
È perplesso perché non ha capito cosa e’ il sacramento del matrimonio.
Parta da cosa e’ il matrimonio e capirà perché risposarsi e’ un peccato. (
Sara, con simpatia, se hai argomentazioni a riguardo mi fa piacere, ma non riesco a capire come tu possa dedurre che io non abbia capito cosa sia il matrimonio.
Non sto ragionando su un RI-sposarsi, ma su uno Sposarsi.
Da quello che scrive non sembra che lo abbia capito secondo me.
Se io dico prometto di esserci fedele sempre davanti a Dio e poi mi risposo e’ tutta la mia nuova vita che diventa un tradimento alla promessa che io ho fatto prima.
E non si può paragonare ad un singolo peccato anche grave perché non c’è evidentemente non c’è volontà di rimediare.
L’errore non è il primo matrimonio ma il secondo
Se non ti risposi non ci sono problemi con la comunione.
Sara, non è quella la questione che ho posto.
Sara,per esempio una delle basi della nullità è che chi si è “sposato” non credesse in quello che il matrimonio significa (manifesta esclusione di avere figli o simili). Ergo riconosciuta nullità. Tutti concordi. Ci si può “ri”sposare in Chiesa.
C’è possibilità che la promessa non fosse convinta, non fosse preparata, o che la successiva vita insieme rivelasse subito problemi tali che non si potevano nemmeno immaginare, per scarsità di preparazione o per limiti forti delle persone.
Pongo il problema che l’unico strumento esistente è la ricerca di nullità, dal raggiungimento della quale si passa da un ergastolo ad una riabilitazione totale con nessuna colpa.
Se io ho fatto questa promessa con piena consapevolezza come faccio a non considerarla valida?
In ogni caso una forte immaturità viene considerata condizione per l’annullamento.
http://www.avvenire.it/Chiesa/Documents/INSTLABORIS.pdf. (La condivido in pieno)
http://www.famigliacristiana.it/articolo/mamme-non-rovinate-il-matrimonio-dei-figli.aspx
Scusate avevo sbagliato
uff…ma io stavi dicendo qualcosa di simile!
Evidentemente se si parla di SFIDE qualche grande difficoltà da affrontare c’è, non è tutto già scritto, risolto e definito!
Ci sono soluzioni ed ipotesi di lavoro da studiare e tanta sofferenza cui dare risposte convincenti.
Se i separati fossero tutti amici di discepolo non avrebbero problemi.
Aiutare le persone significa anche aiutarle a crescere e maturare.
Per esempio Kasper nella sua relazione (che adesso non trovo più in rete) tra le cause che portavano al fallimento del matrimonio metteva anche le aspettative irrealistiche di molti coniugi.
Ci si sposa pensando che il coniuge soddisferà ogni nostra esigenza poi alla prima finisce tutto.
In poche parole ha ragione Francesco il problema va affrontato alla radice nel riproporre bene il matrimonio e l’amore cristiano che è diverso dall’emotività romantica.
Trovato:
“se un partner deifica l’altro e si aspetta da lui che gli prepari il cielo in terra, allora l’altro si sente per forza troppo sollecitato. ; non può far altro che . A causa di queste aspettative eccessive falliscono molti matrimoni. La comunità di vita tra uomo e donna, insieme con i loro figli, può essere felice solo se essi in intendono reciprocamente come un dono che li trascende.”
Kasper
Non può far altro che deludere
@Manuel,
ripeto quanto scritto sopra:
ogni intervento in questa delicatissima materia va a toccare il sacramento del matrimonio e la sua necessaria indissolubilità.
La “nullità” è la soluzione più immediata ed evita di andare a modificare la disciplina sui sacramenti.
Può darsi che si possano pensare “altre” soluzioni, ma temo che, se si vuole salvare il sacramento del matrimonio e la famiglia che ne deriva, non ci sia molto spazio di “manovra”.
Molte menti fervide sono già all’opera e presto vedremo i frutti di tanto lavoro.
I sacramenti non sono un premio per i più bravi, ma non sono nemmeno gesti simbolici privi di valore: porre qualche condizione è il minimo che la Chiesa possa fare per non “svenderli” annacquandone valore e significato.
Possibile che sbagli solo la Chiesa a porre condizioni e non sbaglino invece coloro che scelgono di non rispettarle?
“Se io dico prometto di esserci fedele sempre davanti a Dio e poi mi risposo e’ tutta la mia nuova vita che diventa un tradimento alla promessa che io ho fatto prima.”
Sara, se io prometto di essere fedele ad un uomo che poi si rivela tutto diverso da quello che io avevo conosciuto, per esempio è un ladro, uno sporcaccione,un ubriacone patentato, uno che ti mette le mani addosso e via dicendo, quella promessa di fedeltà–mi dispiace per le tue convinzioni– va a farsi benedire. Mai potrei restare fedele ad un uomo simile che ha rivelato una personalità completamente diversa da quella che io conoscevo. Un altro uomo. Lo pianterei senza pensarci troppo.E sono sicurissima che il buon Dio approverebbe.
E se mi innamorassi di una persona che corrispondesse alle mie aspettative soprattutto in fatto di onestà e di rispetto nei miei confronti, la sposerei senza alcun problema. Religiosa ( cristiana) sì, cretina no.
Immagino che anche le beatitudini siano da lei interpretate uguale, tipo beati quelli che ridono, beati i ricchi, ecc. perchè cristiana si cogliona no…
Anche mio padre si è trovato sposato a una “donna che si rivelata diversa da quella che aveva conosciuto”: aveva sposato una ragazzina esile e a modo
che con il tempo è diventata una nonna corpulenta e brontolona. La sua promessa di fedeltà non vale più?
(Lo stesso, chiaramente, vale per mia madre).
Relativizzare tutto porta solo alla necessità di non POTERSI più sposare perché le persone cambiano e le promesse non hanno più valore.
Fortunatamente i miei genitori, e non solo loro, non la pensano come la signorina Marilisa.
Del resto nessuno vorrebbe la croce eppure è parte essenziale della nostra vita quotidiana e della nostra fede.
Si può abbracciare o respingere, e con essa abbracciare o respingere la fede cattolica.
“Fortunatamente i miei genitori, e non solo loro, non la pensano come la signorina Marilisa.”
Stia attento, Maurelio.
-Marilisa ha detto:”per esempio è un ladro, uno sporcaccione,un ubriacone patentato, uno che ti mette le mani addosso…”
-Maurelio dice:” una ragazzina esile e a modo
che con il tempo è diventata una nonna corpulenta e brontolona.”
Riesce, Maurelio, a cogliere la differenza sostanziale?
La croce di cui parlava Gesù è altra cosa che tenersi accanto uno che NASCONDEVA i suoi difettacci. Questo è puro masochismo, non croce.
Ha capito adesso?
PS
Quanto detto vale anche per l’amabile Sara1.
Lei, Maurelio, non faccia come Federico, che cercava ogni pretesto per confutare le mie opinioni. Rifletta invece sulle parole degli altri, anche se non collimano con le sue. Potrebbe imparare qualcosa.
E riveda il suo concetto di “croce” e di “fede cattolica”. Ne parli con un buon teologo.
Trasecolo!
A parte che tutti abbiamo sempre qualcosa da imparare, compresa tu, ma poi perché tanta acrimonia?
Ti rassicuro sul fatto che avevo capito benissimo quello che intendevi dire e che, nonostante le tue precisazioni supplementari, ugualmente non mi convince.
Mi spiace non poterti accontentare, ma proprio non potrò “non fare come Federico”: è più forte di me.
Un buon teologo?
E chi consiglieresti?
Abbiamo capito che è più forte di te.
Ma dove la vede l’ “acrimonia”, il devoto Maurelio? La prego, non trasecoli: non mi sembra il caso.
Chissà dove è andato a finire Ubi ibi- Nikolai. Sarà rientrato in Russia?
Attendo con impazienza il nome del teologo.
Puoi leggere Ravasi, per esempio. Da lui c’è sempre da imparare. E anche molto.
http://archiviostorico.corriere.it/2007/marzo/28/Cantico_dell_amore_co_9_070328052.shtml
Infinito amore, ma tanto non capisce
Maurelio,
penso che giustamente Marilisa si riferisse non ad un divenire meno gradita di una persona, ma a caratteristiche personali che si svelano dopo il matrimonio ma preesistenti potenzialmente.
C’e’ da dire che proprio la non conoscenza di caratteristiche personali taciuta prima del matrimonio è una delle molle per automatica nullità…se uno contrae deve sapere chi sposa!
Dove la linea di confine è netta, problemi non ce ne sono…ma dove una conoscenza superficiale del futuro coniuge o di cosa sia il matrimonio ha portato ad un matrimonio “improvvisato” il problema c’è e non è relativismo sollevarlo.
Un tempo ad esempio si puntava subito ad un matrimonio riparatore se una rimaneva incinta. Penso che non ci sia nulla di più sbagliato nell’aggiungere ad un figlio una relazione improvvisata….
Hai capito bene, Manuel76. Proprio quello volevo dire.
Il fatto è che due prima di sposarsi, dovrebbero fare tutto il possibile per conoscersi bene nei pregi e nei difetti, e valutare attentamente se si è reciprocamente compatibili. Invece spesso accade che ci si lascia travolgere dai sentimenti, sottovalutando altri dati che potrebbero inficiare il futuro matrimonio.
Forse è anche per questo che molti convivono prima di fare il grande passo.
Una sorta di prova per vedere se funziona. E se non funziona, si lasciano.
Queste sono realtà che bisogna guardare in faccia, oggi. Ed è inutile fare confronti con il passato. Oggi le cose sono cambiate e bisogna prenderne atto realisticamente.
Le cose funzionano in relazione al “sentimento2.
Cioè fino a che c’è il sentimento che ci ha spinto insieme funzionano quando non c’è più o cambia inevitabilmente forma (non si può realisticamente pretendere di far durare la fase iniziale tutta la vita) ciao ciao.
Come scriveva ieri Feltri:
“Nel nostro piccolo siamo consapevoli che la principale causa di divorzio è il matrimonio, il quale contiene in sé una serie di veleni – dovuti all’abitudine, alla routine, al logoramento della relazione e della libido – tali da uccidere la voglia di vivere sotto lo stesso tetto, di dormire nello stesso letto, di trascorrere insieme le giornate, comprese quelle di vacanza, forse le più brutte per coniugi che abbiano superato la fase di rodaggio, in altre epoche definita luna di miele.”
http://www.dagospia.it/rubrica-2/media_e_tv/matrimonio-dopo-confetti-escono-difetti-feltri-consulente-80219.htm
Meglio peggio di ieri bho, però la convivenza non risolve l’inevitabile calo che il passare degli anni comporta.
“Eppure il Cantico non vuole costruire né un ritratto di membra avvinghiate in un amplesso né un’ eterea raccolta di anime. Il suo è un percorso simbolico in senso stretto che parte dalla corporeità e da una relazione d’ amore per scoprirvi ed esaltare un Oltre e un Altro trascendenti. Così, da un lato, nel corpo si intrecciano le tre grandi esperienze dell’ autentica relazione umana: la sessualità con la sua fisicità e istintività, l’ eros che è tenerezza, bellezza e passione, e infine l’ amore, l’ ahavah che è donazione reciproca totale e assoluta, quella che nel Nuovo Testamento sarà espressa con la parola greca agàpe (come canta la donna: «io sono del mio amato e il mio amato è mio»). D’ altro lato, il Cantico vuole iscrivere in questo amore personale – proprio nella linea dell’ enciclica Deus caritas est di Benedetto XVI – anche l’ Amore trascendente ed eterno. È per questo che sull’ abbraccio dei due innamorati si accende una «fiamma del Signore» (8, 6) che rimanda all’ infinito Amore, «forte come la Morte». In questa luce il grande scrittore e mistico spagnolo san Giovanni della Croce, in quel gioiello poetico e contemplativo che è il suo Cantico Spirituale, intessuto sul poema sacro, renderà appunto quell’ abbraccio – che non cessa di essere umano – l’ epifania del divino, consapevole che «se esiste l’ amore, esiste Dio».”
E se lo confronti con queste parole di Ravasi vedi tutto l’abisso che c’è tra l’amore cristiano e i segni dei tempi.
Cos’è, se vi pare.
e se non vi pare è uguale…
E dunque? Vuol dire forse che tutti i matrimoni sono come quelli del Cantico dei cantici?
Magari fosse!!
Invece la realtà molto spesso è ben altra cosa. E lo si vede tutti i giorni.
Quello del Cantico è il matrimonio ideale e idealizzato. Moltissimi altri non gli somigliano neanche un po’. Sono unioni fallite. Tutto qua.
E chi non vuol vederlo, peggio per lui o per lei.
Sara,
quello del logoramento (Feltri etc) è altro argomento che riguarda i ritmi del matrimonio in sè…quello che si diceva prima invece era un’altra cosa: il fatto che una persona abbia scelto un’altra conoscendo solo una parte del suo modo di essere, trovandosi di fronte a sorprese dovute ad una preparazione non approfondita o del matrimonio in sè o della conoscenza dell’altro.
Si si Manuel, dei vantaggi della convivenza si parlava quando ero ragazza.
perchè si diceva appunto che conoscendosi la scelta sarebbe stata più matura e i matrimoni sarebbero durati di più.
Dopo 20 anni si è visto che i divorzi aumentano uguali.
Il problema è proprio il modo in cui intendi il matrimonio, l’amore ecc. ecc.
Che poi mica è solo questione religiosa, ci sono montagne di film libri e studi sul perchè oggi gli amori durino meno di un gatto in tangenziale….
In generale.