Ultimi giorni del Sinodo, mi preparo alle conclusioni ripassando gli appunti che ho preso a partire dalla tumultuosa vigilia. Metto per primi due passi della relazione del Cardinale Péter Erdo, che è del 5 ottobre: sono parole che mi hanno dato da pensare e non sono sui temi della polemica. Le metto nei commenti per prime. La mia mini rassegna è un invito a cercare oltre la disputa più vulgata. L’antologia continuerà domani e dopo, in attesa del testo finale che mi immagino il Papa farà pubblicare sabato, come l’anno scorso.
Sinodo: parto da Erdo ma non per criticarlo
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Erdo su matrimoni e cremazioni. I.2 La persona alla ricerca della propria libertà, cerca infatti spesso di essere indipendente da ogni legame, a volte anche dalla religione, che costituisce un legame con Dio, dai legami sociali, specialmente da quelli che sono connessi con le forme istituzionali della vita […]. Così sembra che si possa spiegare la crescita del numero delle coppie che vivono insieme stabilmente, ma non vogliono contrarre nessun tipo di matrimonio né religioso né civile. In certi Paesi l’alta percentuale di questo tipo di scelta dimostra una correlazione con l’alta percentuale di quelli che non vogliono seppellire i loro parenti in nessuna forma ufficiale. Dove la legge lo permette preferiscono portarsi a casa le ceneri dei loro cari ovvero spargerle senza alcuna formalità. Qui risulta chiaro che la fuga elementare dalle istituzioni colpisce anche alcune forme della vita che hanno di per sé un aspetto comunitario ed istituzionale. Matrimonio e famiglia non sono per individui isolati, ma trasmettono dei valori, offrono una possibilità di sviluppo alla persona umana, che non risulta sostituibile”.
Erdo sul matrimonio naturale. II.7 “La Chiesa, conviene ricordarlo, ha sempre riconosciuto l’esistenza di un vero matrimonio naturale tra due non battezzati. Sin dagli inizi dell’umanità tali alleanze tra un uomo ed una donna che corrispondevano al piano creatore di Dio erano e sono benedette (Gen 1, 27-28). Tra i veri matrimoni, quindi, anche oggi nel mondo ci sono moltissimi naturali, tra non battezzati, ed altri sacramentali contratti tra i battezzati che comportano una grazia speciale (cf IL57). «La serietà dell’adesione a questo progetto e il coraggio che essa richiede si lasciano apprezzare in modo speciale proprio oggi» (IL 57).
Cardinale Scola, arcivescovo di Milano, sul mescolare le carte – 27 settembre: «Bisogna vigilare sulle strumentalizzazioni esterne, che potrebbero reintrodurre nella Chiesa una logica ideologica, in un momento in cui c’è più che mai bisogno di “mescolare le carte”, di superare le sterili dispute, di ascoltarsi reciprocamente. Se invece si ricade nella logica degli schieramenti contrapposti: “Ecco, avevamo ragione noi che dicevamo certe cose prima”, oppure “No, questo non si deve neppure dire”, è finita. Questa è la sfida che tocca alla Chiesa italiana».
Scola su che cosa suggerire al Papa – 27 settembre: “L’urgenza prioritaria, per me, è che il Sinodo possa suggerire al Santo Padre un intervento magisteriale che unifichi semplificandola la dottrina sul matrimonio. Un intervento teso a mostrare il rapporto tra l’esperienza di fede e la natura sacramentale del matrimonio”.
Cardinale Walter Kasper, 1° ottobre, su peccato e peccatore: «Il Papa vuole un cambio pastorale, nel senso di avere un insieme delle verità, non isolarne una e lasciare da parte tutte le altre. Questo non va. Attenzione, però: la misericordia non è una verità a buon mercato. Questo è un fraintendimento: la misericordia va fino all’amore al nemico, ha portato Gesù alla Croce. Il peccatore deve convertirsi, è chiaro. La misericordia non è una giustificazione del peccato, ma dei peccatori. Questa è la differenza: Gesù non giustifica il peccato, ma i peccatori. Se chiedono perdono: non è un automatismo».
Heiner Koch, arcivescovo di Berlino – 2 ottobre – sulla vita che supera le regole: “La questione teologica è se la Chiesa può accettare queste persone alla comunione, nonostante la rottura del primo matrimonio. In generale no. Ma possono esistere casi individuali dove il vescovo o un suo delegato possono permettere la partecipazione. Perché la vita supera le regole. Ci sono alcune tesi del Papa su questo e ne discuteremo nel Sinodo. Ad esempio il caso di un matrimonio nel quale il marito ha lasciato la moglie e lei si è risposata per il bene dei figli ma vuole la comunione a ogni costo. Lei non ha una colpa morale. Se c’è una religiosità profonda, secondo me la vita supera le regole“.
Cardinale Timothy Michael Dolan, arcivescovo di New York – 6 ottobre – sul sostegno alle famiglie in buona salute: «Dobbiamo difendere quello che Dio ha rivelato sul matrimonio e la famiglia. Il nostro compito è di sostenere la famiglia in buona salute. Certe correnti culturali e certi approcci sociologici, rappresentano una minaccia per la famiglia. Per servire la famiglia, dobbiamo partire dalla parola di Dio».
Charles Edward Drennan, vescovo in Nuova Zelanda – 6 ottobre – sul linguaggio che allontana: «Molti, sperimentando il rifiuto, hanno lasciato la Chiesa. Bisogna cambiare il linguaggio della condanna in un linguaggio di misericordia».
Abbraccio senza riserve le tesi di Heiner Kock e di C.E. Drennan.
È verissimo: “la vita supera le regole” e “bisogna cambiare il linguaggio della condanna in un linguaggio di misericordia».
Questi due vescovi hanno capito, a mio giudizio, che Dio è in ogni risvolto della vita e rifugge dalle logiche umane rigoriste, che si attengono ad un legalismo impietoso che, di fatto, vuole escludere il linguaggio del cuore.
È ora che si capisca che Dio e ben al di sopra della piccolezza umana.
Domenica scorsa sono andata a messa a Loreto, l’omelia mi ha proprio sconvolto .Il vangelo parlava dei primi posti in paradiso dei figli di Zebedeo . Ma il celebrante a me sembra che sia andato un po’ fuori tema , tira fuori il discorso sulla espiazione dei peccati . Ooooh!….. come bello andare in paradiso per direttissima senza passare in purgatorio, oppure il vangelo moderno lo ha proprio eliminato ? No ,non vi è più la rimessione dei peccati ? Confessarsi non serve più tanto che i punti di confessione in chiesa,sempre di Loreto sto parlando sono spariti,nascosti la in un angolo con la speranza che nessuno li veda, ridotti al minimo ed in tempi molto limitati .
A che serve tutta la sofferenza di tutta questa umanità che piange?
Sono stata gravemente ammalata e feci un sogno :- la nostra bellissima chiesa di Numana che ospita il SS Crocifisso che viene attribuito a Nicodemo -Ha un campanile a punta , da li entrava un raggio di luce ad intermittenza che dopo aver raccolto la sofferenza di tutti i bambini di dei cinque continenti , ritornava indietro trasformandosi in colombe che portava salvezza in tutto il mondo.
Di cancro mi ammalai che avevo ventinove anni, feci da cavia ,mi operarono ma non sapevano di che mi riempii di metastasi .dopo diciotto giorni mi rioperavano ,tagliarono di tutto senza un occhio di riguardo .Metà del mio corpo rimase morto .Questo accadde nel millenovecentosettanta ,nell’ottantatre subii una forconata tra capo e collo , dalla parte sinistra, la destra era già sistemata dal cancro . Ho pianto ,ho lavorato, ho fatto un figlio, ma in questa tremenda sofferenza ,quando ero nei campi che lavoravo ogni tanto era come il Signore mi chiamasse, ed rispondevo; eccomi mio Signore.
Nel novantuno ci trovavamo a Medjugorje eravamo nel mese di luglio un caldo tremendo , stavo passeggiando intorno alla chiesa ogni tanto mi sentivo come venissi punta da un ago nella parte malata ,poi alle sei e quarantacinque , nell’ora che la Mamma Celeste appare ai veggenti ,mi sentii un gran colpo alla cervicale sbloccando tutta la parte bloccata da tempo , poi una bella botta nella parte destra e una a sinistra,il mio collo si era sciolto poi riallacciare tutti i muscoli tagliati dall’operazione ,le vene ,poi un massaggio che in tutto e durato per due ore . Forse avevo espiato abbastanza
Una parente inopportuna
Charles Edward Drennan, vescovo in Nuova Zelanda – 6 ottobre – sul linguaggio che allontana: «Molti, sperimentando il rifiuto, hanno lasciato la Chiesa. Bisogna cambiare il linguaggio della condanna in un linguaggio di misericordia».
Che dire, credo che sia proprio ora di darci un taglio di allontanare la gente con aggressività a rabbia.
La chiesa assediata è un controsenso. Le porte aperte dalla misericordia sono l’unica possibilità di recuperare credibilità fra chi ha abbandonato la chiesa.
Se chiedono perdono: non è un automatismo».
Ecco un’altra grande verità. Accettare anche che non ci sia un automatismo.
La fede è anche appunto fidarsi.
Astuti come serpi ma anche buoni come colombe, perchè Dio fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi.
Se invece si ricade nella logica degli schieramenti contrapposti: “Ecco, avevamo ragione noi che dicevamo certe cose prima”, oppure “No, questo non si deve neppure dire”, è finita. Questa è la sfida che tocca alla Chiesa italiana».
Non mi piace Scola per stile e per provenienza, ma è un uomo intelligente. Qui lo dimostra. Ha capito che i “mitici” valori non negoziabili erano una bufala.
Certe correnti culturali e certi approcci sociologici, rappresentano una minaccia per la famiglia. Per servire la famiglia, dobbiamo partire dalla parola di Dio».
Può essere… forse la prima minaccia viene proprio dal Vangelo, con un Gesù senza figli e senza moglie e con alcune uscite sulla famiglia francamente dure. D’altra parte i primi a scandalizzarsi di Lui furono i familiari. Nemmeno Maria capii subito la portata di Gesù.
Non saranno i gay a distruggere la famiglia ma l’assenza di politiche adeguate. Nei paesi dove vige addirittura il matrimonio gay la famiglia non sta peggio che il Italia. In Francia dove ci sono davvero delle politiche a sostegno della famiglia le cose vanno meglio che in Italia. Occorre vedere le cose con lucidità se davvero si vuole il bene della famiglia e non usarla come paravento per nascondere questioni omofobiche o idoelogiche.
Qui risulta chiaro che la fuga elementare dalle istituzioni colpisce anche alcune forme della vita che hanno di per sé un aspetto comunitario ed istituzionale.
Passaggio molto interessante. Forse il più interessante che denota un’attenzione vera alla situazione sociale del mondo “più evoluto”.
http://www.repubblica.it/cultura/2015/05/08/news/bauman_mauro_babel-113831624/
Forse il clima è proficuo, come nel periodo ellenistico/romano in cui nacque Gesù, perchè di nuovo la Chiesa porti al mondo l’Euanghelion.
Dire che i valori non negoziabili sono una “bufala” mi sembra eccessivo.
Finchè ognuno vorrà modificare il cattolicesimo a proprio piacimento, faremo sempre fatica a riconoscere la verità.
Condivido tutti i passaggi, incredibile.
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/10/italia-linfamia-dei-poteri-oscuri.html#more
Si può dire che i bergogliani stanno dando punti alla Raffaella?
Ogni tanto potrebbero anche minimizzare santo cielo…
“Conservatori o progressisti: «Ma in che senso?»
Per capire la situazione ci vuole «una premessa – spiega Introvigne – se noi guardiamo alla questione dei divorziati risposati dovremmo classificare il cardinale Reinhard Marx tra i progressisti e il cardinale Gerhard Ludwig Müller tra i conservatori. Però se andiamo a vedere che cosa succedeva all’epoca del pontificato di Benedetto XVI – e che succede ancora oggi – si nota che Marx nel suo libro spiritosamente intitolato, visto il suo cognome, “Il capitale”, presenta una versione della dottrina socio-economica che è una difesa dei sistemi di mercato occidentali, per cui è stato molto attaccato dai progressisti»; mentre Müller, «in tutti i suoi libri è vicino alla (“rivoluzionaria”, ndr) Teologia della Liberazione, e infatti viene criticato dai conservatori». Questi sono due esempi che dimostrano quanto le classificazioni «partitiche» siano forzate e spesso strumentali, ancora di più al tempo di papa Francesco che ha «completamente sparigliato i giochi».
Questo è interessante perchè l’ho notato anche io. Muller dato per quasi lefebvriano oltre a collaborare con Gutierrez ha anche curato l’edizione di diversi lavori di Bonhoeffer per la Queriniana, non è certo un “conservatore” in senso classico.
Forse ha più senso la divisione tra liberali (o liberisti) e no.
probabilmente bisogna dividere campo economico sociale e campo morale, e in questi campi succede che i ruoli si invertono : muller è più conservatore in campo morale e liberale in campo economico e sociale, l’inverso Marx.
Mi è piaciuto molto il metodo di lavoro del gruppo tedesco raccontato da Marx, durante la conferenza stampa, , come la lezioncina su cos’è la dottrina.
Muller dato per quasi lefebvriano
non so quanto sia vero questo, Sara. Continuano a non perdonargli alcune sue dichiarazioni sulla verginità di Maria per cui per loro è un mezzo eretico 🙂
Si ma il senso è : perché il divorzio è più progressista?
Cioè in fondo le motivazioni per cui le persone si tradiscono e si separano non sono le stesse per cui abusano del potere, del denaro e della ricchezza?
Da un punto di vista evangelico voglio dire.
Non so Sara… certamente può esserci egoismo ma la certo era tutt’altra cosa della ragazzina di circa 13 anni che si trovò davanti Gesù e che doveva essere lapidata per adulterio.
Il matrimonio ebraico al tempo di Gesù avveniva in due tappe. La prima quando la ragazza raggiungeva i 12 anni, che era l’accordo fra le famiglie. Dopo questa prima tappa la ragazza tornava a casa sua. Dopo un anno, al compimento del 13esimo anno avveniva il vero matrimonio e la ragazza abbandonava la casa paterna.
Ora la legge ebraica di allora prevedeva che se l’adulterio avveniva dopo la prima fase la ragazza dovesse essere lapidata (12 anni!) mentre se avveniva dopo la seconda tappa (quindi moglie) la donna doveva essere strangolata.
Gesù quindi si trova davanti una dodicenne. Forse questo aiuta a capire la distanza culturale fra ciò di cui parlò Gesù e il nostro mondo attuale.
Il mondo attuale ha fatto un salto negli ultimi 50 anni :nel codice civile del 1942 in Italia l’età minima per contrarre matrimonio era 16 anni per l’uomo e 14 per la donna, ulteriormente riducibili a 14 anni per l’uomo e 12 per la donna con apposita autorizzazione per ” gravi motivi”.
da un punto evangelico non lo è, Sara. Il problema è che sia i problemi sociali ed economici sia quelli morali vengono letti attraverso le lenti delle nostre convinzioni politiche.
Tra l’altro è interessante notare che la legge ebraica prevedesse anche la condanna dell’uomo con cui si era commesso adulterio ma di lui non v’è traccia.
Leggi ad uso e consumo di chi le ha fatte.
Certo Picchio… il codice d’onore.
Il codice d’onore è passato nel divorzio caro petrus, nella famiglia di mio marito sono abbastanza conservatori vuole sapere come chiamano la moglie separata? O come gestiscono gli assegni e le questioni economiche post divorzio?
forse perchè i conservatori sono più rigidi degli altri, perdonano ancora di meno e si separano prima.
Cardinale Péter Erdo ha detto tutto quanto c’era da dire. Il resto è superfluo.
Sul matrimonio ebraico al tempo di Cristo, del tutto simile ai matrimoni praticati a tutt’oggi in gran parte del mondo arabo/islamico/ indiano dove i contraenti sono le rispettive famiglie (almeno nella stragrande maggioranza) mi sembra non ci sia molto da aggiungere. Parlano da sole, tale è la barbarie. Si chiamava Rawan, viveva ad Al Hardh, regione nord orientale dello Yemen al confine con l’Arabia Saudita ed aveva 8 anni, di più non sappiamo, se non che è deceduta. Lo sposo aveva 5 volte la sua età. Ed è uno solo dei tantissimi casi di pedofilia legalizzata di cui nessuno parla…
Donne e bambine vendute come merce, proprio come le pecore, o i cammelli…e lapidate quando il cuore è sopraffatto da così tanto dolore e solitudine devastante.
Succedeva anche al tempo di Cristo, tra i giudei osservanti
https://youtu.be/YF5Z-5F-_S0
“La famiglia vive sulla promessa della fedeltà coniugale”.
Ecco spiegato semplicemente come il divorzio abbia ferito l’idea di famiglia e il concetto stesso di matrimonio.
Ed ecco spiegate le ragioni di tanto impegno per i “diritti civili”…
http://it.aleteia.org/2015/10/05/ideologia-gender-genere-finanza-campagna-contro-famiglia/
Dulcis in fundo:
Dal Sinodo arrivano anche indicazioni ai parlamentari cattolici che saranno impegnati nel voto sul ddl Cirinnà e cioè sulle unioni civili. Per mons. Solmi, presidente della commissione Cei sulla famiglia, dovranno fare “obiezione di coscienza” e slegarsi dalle logiche di partito.
http://www.huffingtonpost.it/2015/10/09/sinodo-no-al-gender_n_8269006.html
Aletheia significa verità in greco. Francamente invece mi sembrano cavolate queste.
Ma poi chi sono questi di Aletheia? Dal sito non si capisce.
Arrenditi Spiletti, tu e l’arcivescovo di Madrid, Carlos Osoro Sierra siete circondati.
Se vi arrendete senza opporre resistenza potrete scegliere se sentirvi donne o uomini. Se invece opporrete resistenza sarete costretti ad cantare 100 volte fatti più in là delle Sorelle Bandiera
https://www.youtube.com/watch?v=WYvJ95FY6OM
Era il 1978 e nessuno si preoccupava che andassero in pieno pomeriggio… ma come ci siamo ridotti? Che è successo dal 1978 in poi?
Che abbiano eletto un certo Giovanni Paolo II?
Mah… Sara aiutami a capire.
petrus,
convinciti che non sei tu il depositario della fede cattolica.
Puoi credere quello che ti pare e dire, come fai e molto spregiudicatamente, quello che preferisci, ma il cattolicesimo è altra cosa ed è quello che ci insegna la Chiesa Cattolica attraverso il suo magistero.
Bisognerebbe uscire da questo relativismo e recuperare l’unico punto di riferimento possibile.
Vedrai che il Sinodo non andrà nella direzione che dici tu e il motivo è semplice: i vescovi, per quanto sensibili alle sirene di questo mondo, sono pastori della Chiesa Cattolica.
“Cavolate” sono quelle di chi dice il contrario, come te.
Il tempo deciderà chi dice più cavolate…
Sia fatta la volontà del … “tempo”.
Ma chi ha tempo non aspetti tempo.
Mentre la chiesa valuta, analizza e verifica io devo vivere.
Tu Spiletti aspetta pure.
“come bello andare in paradiso per direttissima senza passare in purgatorio, oppure il vangelo moderno lo ha proprio eliminato ? No ,non vi è più la rimessione dei peccati ? Confessarsi non serve più tanto che i punti di confessione in chiesa,sempre di Loreto sto parlando sono spariti,nascosti la in un angolo con la speranza che nessuno li veda, ridotti al minimo ed in tempi molto limitati .”
Lettura sbagliata o, quanto meno, parziale, signora A.Marina. Nel Vangelo in realtà non si parla di purgatorio. E, a pensarci bene, il purgatorio è già qui, su questa Terra, come lei stessa ha potuto sperimentare, purtroppo, nel modo più doloroso. E noi tutti lo sperimentiamo nella fatica del vivere tra mille ostacoli e cattiverie.
Nel Vangelo c’ è il concetto del pentimento, invece. Quel pentimento cui la coscienza guidata dal Signore ci porta nel riconoscere di aver contravvenuto alla legge ( l’ unica!) dell’ Amore. Ma il pentimento non per tutti arriva nell’ immediato. Arriva, io credo, quando ci si trova nella consapevolezza piena e convinta che siamo poca cosa, deboli e senza difesa. E che non bastiamo a noi stessi. Allora è il momento di affidarsi totalmente alla volontà di un Altro a cui chiedere pietà e perdono per i peccati di una vita intera.
Sia quelli che riconosciamo con lucidità, sia quelli che non siamo stati in grado di riconoscere. E sono convinta che sia questo pentimento sincero a salvarci al cospetto di Dio. Forse più di una confessione fatta abitualmente, ma senza troppa convinzione, davanti ad un ministro del culto, davanti al quale la legge ecclesiastica ci invita a presentarci almeno una volta all’ anno.
@petrus che scrive:
“Mentre la chiesa … io devo vivere”.
L’urgenza dovrebbe essere quella di salvare la propria anima e di seguire il Signore, anche attraverso quella “porta stretta” che a nessuno piace e che nessuno sceglierebbe seguendo il propri istinto (o magari quella che considera la propria coscienza).
«Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! 28 Là ci sarà pianto e stridore di denti ».
Lc 13, 23-28
e anche:
“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci”.
Mt 7,13-15
L’urgenza è anche quella di dare ragione di una vita che ti è stata data in un certo modo e poi non ti vengono date le istruzioni corrette, perchè il disco si è incantato da 200 anni.
Sono certo che sia più evangelico rischiare che attendere.
La porta stretta di Gesù coincide con quella proposta dalla chiesa sui gay?
Non credo ahimè.
Ma mi fa piacere che sulla vita degli altri tu sia sempre così certo.
Delle tue certezze Spiletti non so cosa farmene. Non bastano, non è la risposta giusta quella che dai. Non serve ed è inutile, fonte di inutile dolore e incomprensione.
La tua è la porta larga non la mia. La tua porta bella larga da secoli di tradizione.
Io la vita a volte me la devo inventare non per presunzione o perchè sono vittima dei miei istinti ma perchè non posso fare altro per vivere.
Ma poi che ti sto a dire. Tutto inutile.
Non so chi si salverà l’anima sai alla fine. Occhio alle sorprese.
Un abbraccio petrus 🙂
petrus,
dico soltanto che prima di liquidare il magistero della Chiesa come “vecchio” o “superato” dovremmo interrogarci se è proprio giusto anteporre le nostre aspettative e i nostri desideri a quello che la Chiesa ci propone come giusto, buono e frutto della sua riflessione sulla verità e sulla volontà di Dio.
Ognuno può pensare di aver ragione, ma non possiamo averla tutti: nel dubbio fidiamoci della Chiesa.
Del resto non è che le certezze tue o di qualcun altro possano piacere o servire a tutti…
Con questo non ti condanno, ma ti chiedo di essere più prudente e un po’ più umile.
Il Signore è misericordioso e di certo accoglierà le nostre fatiche e la nostra buona volontà. Solo, cerchiamo di non confondere la sua con la nostra.
“La porta stretta di Gesù coincide con quella proposta dalla chiesa sui gay?”
Non è questione di gay e no gay però lei non riconosce valore alla fedeltà nemmeno agli etero mi pare.
I vicini di casa dei mie sono omosessuali che vivono da una vita e sono fedelissimi.
Visto che al punto due Erdo parla di matrimonio naturale mi pare che sia un inizio.
Vivono insieme scusate. Molto religiosi tra l’altro e ben inseriti in parrocchia, paesino della bassa no valdesi e gesuiti americani se ci riescono loro…
Anche scio bora ha parlato spesso di questo aspetto, sara. E lui è un “allievo” di Ratzinger.
Non mi ricordo dove petrus ha detto che non riconosce valore alla fedeltà .
Volevo scrivere card. Schonborn
Un giorno si e un giorno no dice che il matrimonio è superato…
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/vienna-wien-austria-14073/
Storia di qualche anno fa (scelta difesa da Buttiglione stesso me lo ricordo bene)
Ti riferisci all’intervista che ha dato a La Civiltà cattolica e di cui parla vatican insider?
Con il cell non riesco a linkare, il titolo era si può imparare anche da chi vive in situazioni irregolari.
Una storia di 3 anni fa, giovane omosessuale convivente eletto in consiglio pastorale di Vienna con l’approvazione del cardinale S.
Non ricordo richiami particolari da Roma (all’epoca c’era ancora Ratzinger) anzi la scelta fu difesa (dalle proteste degli ambienti più tradizionalisti) addirittura da Buttiglione….
Io dalle parole di Spiletti capisco che per lui, come per tanti altri, cielo e Terra sono divisi e che il mondo di là è sulle nuvolette lassù, mentre il mondo di qua è fatto in funzione di quell’altro lassù.
Molti cristiani, infatti, sono convinti di questo. Proprio come molti musulmani pensano la stessa cosa. E gli ebrei idem.
In effetti, la corporeità che a noi umani è stata data, potrebbe essere vista come un inciampo all’ elemento spirituale che fa parte di noi e che ci fa dire che l’ uomo è fatto ad immagine e somiglianza di
Dio. Potrebbe, se non si riuscisse a capire che corpo e spirito (anima) non ci sono stati dati per caso.
Nella Mente del Creatore sono in funzione l’ uno dell’ altro, e lo sono già qui, nella vita che OGGI ci è dato vivere. Senza aspettare ricompense e castighi che le Chiese hanno prospettato in un futuro prossimo o remoto delimitato dalla morte.
E hanno dettato, le Chiese, regole e regolette desunte dai sacri testi, adattandole ai propri criteri scambiati
erroneamenteo forzosamente per criteri divini.
Ebbene, il criterio divino UNICO cui attenersi per accedere a Dio, è l’ AMORE. Quello inteso nel senso autentico della parola, che non esclude la gioia che anche la nostra materialità ci procura. Per cui rinnegarla è una colpa. Non viverla, quindi, è anche una colpa. Pertanto, chi dice il contrario è colpevole di far deviare l’ uomo dalla giusta dimensione assegnatagli da Dio.
La “porta stretta” di cui si legge nel Vangelo è da vedersi, appunto, nella mancanza dell’ Amore, o nella scarsa pratica dell’ Amore. Difetti che sono la negazione di quella relazionalità che si intravede nella Sacra Trinità.
Non è da vedersi, la porta stretta altrimenti detta “cruna dell’ ago”, in certi doveri stabiliti dalle autorità religiose, sempre predicati dal pulpito e spesso non perseguiti dagli stessi predicatori.
Perfino il rigore di tanti prelati, per non parlare dei fedeli laici che vanno pontificando su molte piazze del mondo(e oggi nei blog), è da ascrivere
alla mancanza di Amore, essendo solo adesione alla Chiesa considerata come Istituzione che incarna la volontà di Dio.
Ma non è propriamente così. Dio è molto al di sopra della Chiesa, e questa deve fungere da Guida, ma cercando di interpretare bene, e senza arbitrarie correzioni, le parole del Cristo.
La storia del gay la sapevo sara, nel mio commento delle 19.09 mi riferivo al tuo commento ” un giorno sì e un giorno no dice che il matrimonio è superato”.
Buona serata , sara
Come al solito sara capisce l’8 per il 18.
Petrus,
sia chiaro e detto, credimi, sinceramente: hai la mia comprensione ma non chiedere la mia approvazione.
@Marilisa,
può chiarire il concetto e darti una risposta la lettura proposta dal messale di oggi:
Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
Rm7, 15-20
Si però Spiletti si fa tanto per uscire dallo scontro tra amore-legge, non riporti la questione sempre lì che poi non finiamo più.
Dice bene Kasper che la misericordia cristiana va fino all’amore del nemico, più porta stretta di così…
Hai ragione, Sara, ma stamattina ho ascoltato la messa per radio e mi è venuto in mente. D’altra parte diciamo sempre di voler “tornare al Vangelo” ma poi…
Il problema è che anche il Vangelo (o il NT) non è così rose e fiori come si vorrebbe. Pesa la morale e la dottrina, ma la fonte è quella, la Chiesa di suo non inventa nulla.
Di cose la chiesa ne ha inventate parecchie: il limbo, il purgatorio, le tre cadute di Gesù nella via crucis (nel vangelo Gesù non cade), la Veronica e altre devozioni. Sull’ omosessualità certamente ha inventato parecchio rispetto al Vangelo. Quindi se vuoi trovare ragioni valide affinché io resti peccatore spiletti non ti rivolgere a Gesù.
Invito Petrus a cogliere il buono spirito che è nei richiami di Spiletti e Spiletti a intendere la protesta che è nelle parole di Petrus. In attesa di cogliere e intendere, chiedo di sospendere il palleggio.
Io vorrei solo mandare un abbraccio ad A.Marina
Mi associo a nico nell’abbraccio a Marina.
Sulla porta stretta, che dire.
L’ultima volta che entrai nella Basilica della Natività, a Betlemme,entrando sotto e attraverso quella piccola porticina mi rimasero i capelli impigliati tanto era piccola e stretta stretta, e bassa, che obbliga a passare uno alla volta e ci si deve chinare, umili e soli…Lo scopo di quel pertugio partiva dall’intenzione di proteggere la sacralità del luogo da ulteriori attacchi e invasioni come tante volte era accaduto: entravano con i cavalli compiendo atti indegni e sacrileghi. Metafora della “porta stretta” , che a modo mio ha molto poco a che vedere con il sentimentalismo, e molto, invece, con una realistica visione di noi stessi e la straordinaria capacità che abbiamo di crearci un abito a misura e un Gesù Cristo a misura. Fa comodo “cavalcare” l’illusione che l’amore sia è virtù che tutto può, tutto permette anche passare in quella porticina angusta. Penso che non può, questo, essere il senso messianico della “porta stetta”. Penso che non la si possa attraversare senza ,come minimo, lasciarci brandelli di carne. Forse la si può oltrepassare morendo, svuotando se stessi nel dono di sé. Per alcuni portà sembrare retorica, ma io la penso come Benedetto XVI (Omelia, 24-XII) “Chi desidera entrare nel luogo di Dio deve chinarsi, deporre le false certezze, la superbia intellettuale, che impedisce di percepire la vicinanza di Dio.”
Caro Luigi,
io capisco e comprendo la protesta (stamattina avevo scritto appunto la parola “comprensione” in questo senso), che considero umanamente giustificata, ma fatico ad accettare che si pretenda l’impenitenza invece di disporsi alla conversione, che si invochi la cancellazione del peccato (in termini laici: l’impunità) anziché mettersi in discussione e interrogarsi su cosa è bene e cosa è male.
Petrus è un mio (quasi) conterraneo e sono sicuro che davanti a un piatto di cappelletti e a un bicchiere di lambrusco ci intenderemmo benissimo, ma se si discute di cattolicesimo occorrerà prima riconoscersi in un “vocabolario” comune. In tempi di relativismo e di soggettivismo esasperato non si può fare diversamente.
Mi auguro a questo proposito che il Sinodo offra dei riferimenti chiari in cui possano riconoscersi tutti i cattolici e che il Giubileo straordinario ci aiuti a capire qual è il significato vero e autentico della misericordia (della quali molti parlano a sproposito, purtroppo).
Concludo con il proposito di essere maggiormente comprensivo per le proteste di petrus e con un abbraccio a entrambi.
Condivido la riflessione di Clodine, come sempre.
Sai Clo come si chiama quella porta, vero?
E’ la ‘Porta dell’umiltà’
Buona giornata a tutti