“Il meglio del Messaggio è nel paragrafo intitolato «Cooperazione e dialogo con i nostri concittadini ebrei»: va considerata un’acquisizione importante che gli ebrei vi siano qualificati come «concittadini del Medio Oriente» e che vi sia richiamata la comune fede nel primo Testamento e la via del dialogo sancita dal Vaticano II”: è la conclusione di un mio minimo e minimizzante articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera a p. 46 con il titolo L’IMPORTANTE MEDIAZIONE VATICANA AL SINODO SUL MEDIO ORIENTE.
Sinodo: i cristiani arabi ai “concittadini ebrei”
22 Comments
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caro Luigi ,sai spiegarmi chiaramente e senza ipocrisie come si possono conciliare queste parole ” cooperazione e dialogo con i nostri concittadini ebrei” e queste parole ” Israele è un corpo estraneo nel Medio Oriente ” dette nelle stesso Sinodo ?’
Che lo stato di Israele sia un corpo estraneo è quello che crede il 99, 99% delle popolazioni arabe del Medio oriente, sia arabi musulmani che arabi cristiani. Allora i corpi estranei si devono escindere.. non mi risulta che sia utile dialogare con i “corpi estranei” ????????????????
La “soluzione finale” , l’unica soluzione che soddisferebbe il 99, 99 % delle popolazioni arabe del medio oriente , sia musulmane che cristiane, è appunto questa: l’annientamento dello stato di israele,cioè lo stato di Israele non deve proprio esistere , in quanto stato, perchè non ne ha nessun diritto.
Questa è l’unica soluzione per gli arabi che infatti non mettono neppure nelle loro carte geografiche lo Stato di Israele: uno stato illegale, secondo gli Arabi, che non deve esistere.
Ovviamente, e mi pare umano, gli israeliani non sono molto felici di questa “soluzione finale” e combatteranno fino all’ultimo uomo.. del resto mettiti nei loro panni .. è facile criticare il sionismo.. dalla propria comoda casa nel centro di Roma!!!
la famiglia di mia suocera ( ebrei di praga) è stata sterminata nei campi di concentramento dei tedeschi.. i sopravvisssuti, che hanno perso tutto sono emigrati in Israele , e lì mettendosi a fare i manovoli e le cuoche ( gente che prima era colta e ricca)sono riusciti a sopravvivere , a Gerusalemme.. che dovrebbero fare? Emigrare in Australia? lasciare tutto quello per cui hanno lavorato da cinquantanni perchè Gerusalemme non DEVE ( secondo musulmani e cristiani) essere una città ebraica?
Dove andranno gli ebrei israeliani se Israele sarà distrutta? E sarà distrutta , sicuramente, solo dalla demografia , per non parlare dell’atomica dell’Iran che è già a buon punto.
Il giorno che Israele sarà annientata cosa diranno i “buoni” cattolici?
Beh, se la sono cercata.. come disse Andreotti.
MC
http://www.adnkronos.com/AKI/Italiano/Video/?vid=3.1.1099454695
Insomma “No a Israele come stato ebraico” è lo slogan dei cristiani-arabi del medio oriente.
Uno stato “ebraico” non ha il diritto di esistere. Perchè? Ma l’ha detto nell’intervista il vescovo. semplicemente perchè Israele 70 anni fa non c’era in Palestina.e cosa c’era 70 anni fa in Palestina ???
in palestina, fino allo sfascio dell’impero ottomano c’erano i Turchi. che non sono arabi, non sono palestinesi ,eppure comandavano , in modo corrotto ma violento. Qualche cattolico nell’inizio del 1900 o giù di lì si è mai scagliato contro l’impero Turco che opprimeva i poveri arabi palestinesi e che era ingiusto e violento?
No, a nessun cristiano , non parliamo della Chiesa Ufficiale e dei papi , gliene e ne è mai fregato NULLA dei poveri palestinesi di cui forse ignorava anche la misera esistenza sotto il giogo TURCO, i i Turchi sono anche quelli che hanno sterminato gli Armeni, altro popolo di cui a nessun cristiano è mai fregato NULLA) finchè gli ebrei non sono arrivati nella regione.. e chi ha fatto arrivare gli ebrei nella regione?
Dopo il disfacimento del regime Turco, gli Arabi si erano riappropiati dei territori, per altro in gran parte desertivi e non coltivati, per cui scarsamente abitati. L’Inghilterra aveva il protettorato su queste regiorni ( vedi Lawrence
d’ Arabia) e dopo la guerra varie navi di sopravviassuti all’olocausto ebreo sono approdate in Palestina. Dapprima hanno semplicemnte COMPRATO dai propietari palestinesi , i terreni per poi coltivarli…
Ma lo Storia ,si sa, non interessa a nessuno, interessa solo l’Ideologia, cioè l’interpretazione che della Storia dà la mentalità corrente….
E’ evidente che a un singolo parere espresso da un padre sinodale non si può attribuire in alcun modo un valore paragonabile al messaggio del sinodo, che tiene conto dei pareri di tutti i padri sinodali, e che ha un contenuto ben diverso.
La Chiesa ha affermato inequivocabilmente, anche in questi ultimissimi giorni, che Israele ha il pieno diritto di esistere in sicurezza. Ma anche che l’unica soluzione possibile per una pace duratura è la nascita, accanto a Israele, di uno Stato palestinese altrettanto libero e altrettanto sicuro. Ridurre questa posizione a una caricatura non è un buon servizio che possiamo fare alla pace e alla verità.
Non è vero, discepolo, che la stragrande maggioranza dei cristiani del Medio Oriente siano per la sparizione di Israele. Ce ne saranno molti, ma in percentuale inferiore rispetto agli arabi musulmani.
Ai cristiani del Medio Oriente Israele fa anche comodo, perché un Medio Oriente mono-colore (tutto musulmano o tutto sunnita ad esempio) non può che essere un guaio per le minoranze.
Ti ricordo, infine, l’alleanza militare tra una consistenze parte dei cristiani libanesi e gli israeliani durante gli anni più duri della guerra in Libano.
Ricordi le bandiere libanesi sventolate in Israele durante la visita del papa Benedetto XVI? Sotto quelle bandiere c’erano i libanesi cristiani emigrati in Israele dopo la guerra…
Discepolo, la frase “No a Israele come stato ebraico” voleva dire semplicemente “no a Israele stato confessionale”, lasciando intendere il “sì” a un Israele laico dove ci sia posto per tutti.
@marcello: “no a Israele stato confessionale”
Credevo fosse peculiarità di Israele di di ogni stato la libertà di scegliere la forma di stato stato confessionale o laico che crede!
La neutralità religiosa, non è necessariamente un valore; se a maggioranza gli istraeliani credono che i precetti della religione ebraica debbano essere posti a fondamento della legge civile, non vedo perché lo si debba loro negare.
Fatti loro!
Eh, no elsa.F: le maggioranze possono scegliere ciò che vogliono, ma possono anche sbagliare. E -per il bene comune e delle minoranze (!!)- le decisioni delle maggioranze possono anche essere criticate (o dobbiamo rivedere il nostro giudizio sul nazismo per il fatto che Hitler aveva un largo consenso?).
Sul caso Israele -poi- la questione è più complessa: i sondaggi dicono che la maggioranza degli israeliani vorrebbe uno stato più laico, ma il sistema di alleanze fra partiti in Israele dà un grosso potere ai partiti religiosi che spingono per uno stato sempre meno laico.
Quindi qui la maggioranza c’entra poco, purtroppo.
Marcello,
Il mio accento non era sull’aspetto “maggioranza” e “consenso” ma sull’opportunità che dall’esterno di interferisca sulla laicità o meno di uno stato. Per me, ribadisco, sono affaracci loro e su questo si arrangino.
Discepolo un saluto dalla tua Milano, dove sono per un incontro serale al Leone XIII su… Leone XIII a 200 anni dalla nascita…
Alla domanda che mi ponevi ha già risposto Luca Grasselli.
Il Sinodo è stato un coraggioso azzardo voluto dal Papa per portare una parola di speranza in una siuazione di fuoco. Se ricordo bene tu qualche volta hai posto dei link a interventi del padre Shamir, proponendoli come parole di un uomo verace: ebbene il padre Shamir è molto contento del risultato del Sinodo. Dovremmo tutti fare qualche esercizio di comprensione di un dramma che ha molte facce e non assolutizzare nessuna voce gridante, ma cercare di dare rilievo alle voci sapienti.
Scusa se continuo a dissentire, elsa.F.
Spero almeno di non essere scortese.
Io penso che quando sono in gioco i diritti umani (che inevitabilmente uno stato confessionale non riesce a garantire) la teoria degli “affaracci loro” non si possa applicare.
E penso anche che Israele non sia un paese “etnicamente” monolitico e che, quindi, gli “affaracci loro” diventano poi affaracci anche degli arabi, per esempio.
Insomma, l’interferenza mi sembra in questo caso doverosa.
“La religione ebraica
4. Scrutando il mistero della Chiesa, il sacro Concilio ricorda il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo.
La Chiesa di Cristo infatti riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti.
Essa confessa che tutti i fedeli di Cristo, figli di Abramo secondo la fede (6), sono inclusi nella vocazione di questo patriarca e che la salvezza ecclesiale è misteriosamente prefigurata nell’esodo del popolo eletto dalla terra di schiavitù. Per questo non può dimenticare che ha ricevuto la rivelazione dell’Antico Testamento per mezzo di quel popolo con cui Dio, nella sua ineffabile misericordia, si è degnato di stringere l’Antica Alleanza, e che essa stessa si nutre dalla radice dell’ulivo buono su cui sono stati innestati i rami dell’ulivo selvatico che sono i gentili (7). La Chiesa crede, infatti, che Cristo, nostra pace, ha riconciliato gli Ebrei e i gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una sola cosa in se stesso (8). Inoltre la Chiesa ha sempre davanti agli occhi le parole dell’apostolo Paolo riguardo agli uomini della sua razza: « ai quali appartiene l’adozione a figli e la gloria e i patti di alleanza e la legge e il culto e le promesse, ai quali appartengono i Padri e dai quali è nato Cristo secondo la carne» (Rm 9,4-5), figlio di Maria vergine.
Essa ricorda anche che dal popolo ebraico sono nati gli apostoli, fondamenta e colonne della Chiesa, e così quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo.
Come attesta la sacra Scrittura, Gerusalemme non ha conosciuto il tempo in cui è stata visitata (9); gli Ebrei in gran parte non hanno accettato il Vangelo, ed anzi non pochi si sono opposti alla sua diffusione (10). Tuttavia secondo l’Apostolo, gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento (11). Con i profeti e con lo stesso Apostolo, la Chiesa attende il giorno, che solo Dio conosce, in cui tutti i popoli acclameranno il Signore con una sola voce e « lo serviranno sotto uno stesso giogo » (Sof 3,9) (12).
Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo.
E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo (13), tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo.
E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura. Curino pertanto tutti che nella catechesi e nella predicazione della parola di Dio non si insegni alcunché che non sia conforme alla verità del Vangelo e dello Spirito di Cristo.
La Chiesa inoltre, che esecra tutte le persecuzioni contro qualsiasi uomo, memore del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque. In realtà il Cristo, come la Chiesa ha sempre sostenuto e sostiene, in virtù del suo immenso amore, si è volontariamente sottomesso alla sua passione e morte a causa dei peccati di tutti gli uomini e affinché tutti gli uomini conseguano la salvezza. Il dovere della Chiesa, nella sua predicazione, è dunque di annunciare la croce di Cristo come segno dell’amore universale di Dio e come fonte di ogni grazia.”
http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decl_19651028_nostra-aetate_it.html
“La religione musulmana
3. La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra (5), che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.
Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà.”
@marcello.
Non sei affatto scortese.
Tuttavia la tua affermazione sui “diritti umani che inevitabilmente uno stato confessionale non riesce a garantire” è gratuita ed apodittica.
Mi pare che molte religioni fra cui la Chiesa Cattolica siano in prima fila nella difesa dei diritti umani, mentre molti stati cosiddetti laici (pensa a Cuba) siano gli ultimi.
E’ tuttavia, consentimi, curioso che ci si preoccupi tanto di ciò che avviene negli affari interni di Istraele, quando Hamas, l’Iran, Al Qaeida lanciano quotidianamente messaggi di distruzione, morte e negano il diritto alla sua sussistenza.
elsa.F, io non ce l’ho con le religioni, ma con gli stati confessionali (l’Iran per esempio) dove le minoranze non se la passano bene. C’è poco da discutere.
Sul fatto che Israele sia ingiustamente bistrattato da molta opinione pubblica occidentale concordo pienamente.
Io amo Israele proprio perché laico e democratico e mi rattristo se “retrocede”.
elsa.F, non tutti gli stati laici, che non abbiano una religione di Stato e che a tale religione non informino le loro leggi e la loro organizzazione, garantiscono, almeno come tendenza, i diritti umani. Ma ti prego, fammi un solo esempio di Stato confessionale che si sia mai posto il problema.
@Leopoldo
Visto che viviamo su un pianeta in cui 800 milioni persone soffrono la fame (fonte UNICEF), prego piuttosto te di indicarmi uno stato laico che affronti seriamente questo problema che rappresenta la più palese violazione dei diritti umani.
Non è solo una mia opinione che il “porsi il problema dei diritti umani” sia un sistema che serve in massima parte a riempirsi la bocca di “politicamente corretto”, ma che alla riprova dei fatti lascia il passo al più bieco egoismo.
@elsa,
la non ingerenza sulla confessionalità degli Stati vale anche per quelli a maggioranza musulmana che applicano la sharia?
Penso che la laicità dello Stato – sia pur declinata in modo aperto alle religioni, e non laicista: anche papa Benedetto XVI parla di “sana laicità”, e guardiamo anche i discorsi fatti negli USA e in Gran Bretagna – sia un valore che debba essere riconosciuto in modo netto. Difficile che sia garantita completamente la libertà religiosa in uno Stato confessionale, in cui inevitabilmente i credenti in quella specifica religione diventano “più cittadini” degli altri.
@Luca Grasselli
“la non ingerenza sulla confessionalità degli Stati vale anche per quelli a maggioranza musulmana che applicano la sharia? ”
A mio personale avviso, sì. A casa loro, ovviamente. L’importante è che non intendano praticarla a casa nostra,
Lo stato laico è certamente un valore nella nostra civiltà ed in ogni civiltà caratterizzata dal multiculturalismo.
Ma il raggiungimento di cotale laicità è un processo che richiede tempo per essere realizzato.
Basti pensare che il divorzio in Italia è legale da poco più di trent’anni.
Vogliamo dare un po’ di tempo a paesi che sono solo recentemente usciti dal medioevo per evolversi in un processo che da noi ha richiesto secoli?
Concordi?
Il problema è se si sta andando – seppur lentamente – verso la laicità o se si procede in direzione contraria. La proposta di un giuramento di fedeltà a Israele “come stato ebraico” è un passo indietro pericoloso per questo Stato che sicuramente si è sempre distinto – almeno nel contesto mediorientale! -proprio per la sua laicità. Per questo, Israele andrebbe aiutato a non percorrere queste pulsioni (che del resto originano anche da un potere di veto molto forte da parte dei partiti ultraortodossi nell’attuale governo). Anche, fra l’altro, per il bene dei cristiani di origine ebraica presenti nello Stato.
La questione palestinese-israeliana è forse tra le top 10 dei post di questo ed altri blog.
Anni di contorsionismi dialettici che s’intrecciano nel labirinto senza uscita di ambigue interpretazioni storiche, antropologiche, religiose e politiche tra due popoli che contano nulla perché da un’ottantina di anni ostaggio delle potenze mondiali che continuano a determinare il destino di quell’area.
A nulla sono serviti gli assassinii di gente come Sadat e Rabin e serviranno gli spargimenti di sangue dall’una e dall’altra parte, fin quando le 4 grandi potenze non decideranno di porre fine a questo assurdo e inconcepibile stillicidio.
In un quadro di finte, inutili ed estenuanti prove di dialogo tra le due fazioni, s’insinuano voci più o meno autorevoli come quella del recente sinodo che contando anch’esse nulla, pretestuosamente ambiscono a ruoli di terze parti politiche di rango, arzigogolano dichiarazioni in libera uscita.
Parlo proprio di quelle varie ramificazioni cattolico-cristiane mediorientali presenti in quella che per noi è la Terra Santa e che nelle feste comandate si scannano tra di loro dandosele di santa ragione perfino all’interno del Santo Sepolcro, interrompendo l’indegno match solo grazie all’intervento della polizia israeliana.
Questo mi pare sia il punto.
La distinzione tra aggettivi come ebraico-ortodosso-islamico-cristiano attribuiti/attribuibili a Stati o a Chiese, in questo contesto, mi pare un mero esercizio di stile che confonde e non risolve.
avete già detto e scritto tutto ed il contrario di tutto: inutile, a questo punto, che mi ci metta pure io.
Piuttosto, Luigi, al “Leone XIII” di Milano hai, per caso, incontrato Ignigo74 ?
Buona notte !
Roberto 55