Con tre giorni di ritardo, tratto oggi del discorso del Papa a conclusione del Sinodo sull’Amazzonia: è di sabato pomeriggio, è strapieno di informazioni e sollecitazioni. Di tale densità il Papa si è come scusato nella chiusa quando ha detto “perdonatemi se sono stato petulante e, per favore, pregate per me”. I media di questo commiato ai sinodali hanno parlato poco perché impegnati a dare conto del documento finale, venuto in contemporanea. Farò molti paragrafi, con titoletti miei, stringendo la citazione alle parole chiave, e ovviamente mettendo il link al testo integrale. A conclusione metterò un mio minimo commento.
Sinodo Amazzonia: la “petulante” conclusione del Papa
15 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
L’Esortazione entro l’anno. L’esortazione postsinodale […] vorrei farla prima della fine dell’anno, di modo che non passi troppo tempo, tutto dipende dal tempo che avrò per pensare.
Dramma ecologico e sociale. L’Amazzonia è un simbolo [dello sfruttamento del pianeta] e di questa dimensione ecologica in cui si gioca il nostro futuro. Nelle manifestazioni fatte dai giovani, nel movimento di Greta e in altri, alcuni sorreggevano un cartello con scritto: «Il futuro è nostro» […]. Già in questo c’è la coscienza del pericolo ecologico, ovviamente non solo in Amazzonia, ma anche in altri luoghi: il Congo è un altro punto, nella mia patria c’è nel Chaco, la zona dell’“Impenetrabile”, che è piccola, ma, in qualche modo, anche noi conosciamo il problema. Accanto alla dimensione ecologica c’è la dimensione sociale di cui abbiamo parlato, che non è più solo ciò che si sfrutta selvaggiamente, il creato, la creazione, ma anche le persone. E in Amazzonia appare ogni sorta di ingiustizia, distruzione di persone, sfruttamento di persone a ogni livello e distruzione dell’identità culturale.
L’annuncio del Vangelo è urgente. La quarta dimensione [dopo quelle dell’inculturazione, dell’ecologia, dell’ingiustizia], che le include tutte — e direi la principale — è quella pastorale: l’annuncio del Vangelo è urgente, è urgente. Ma che sia udito, che sia assimilato, che sia compreso da quelle culture.
Creativi sui nuovi ministeri. Si è parlato di nuovi ministeri, ispirati al “Ministeria quaedam” di Paolo VI, di creatività in questo. Creatività nei nuovi ministeri, e vedere fino a dove si può arrivare. Si è parlato di seminari indigeni, e con molta forza. Ringrazio per il coraggio che ha avuto il cardinale O’Malley, perché ha messo il dito nella piaga in qualcosa che è una vera ingiustizia sociale, ossia che di fatto non si consenta agli aborigeni di compiere il cammino seminaristico e il cammino del sacerdozio.
Diaconato delle donne. Accolgo la richiesta di riconvocare la commissione e forse allargarla con nuovi membri per continuare a studiare come nella Chiesa primitiva esisteva il diaconato permanente. Sapete che si è giunti a un accordo tra tutti che però non è chiaro. Ho consegnato ciò alle religiose, all’Unione generale delle religiose, che è stata quella che mi ha chiesto di fare la ricerca, l’ho consegnato a loro e ora ognuno dei teologi sta cercando, sta investigando. Io cercherò di farlo di nuovo con la Congregazione per la Dottrina della Fede e inserire nuove persone in questa Commissione. Raccolgo la sfida, che avete lanciato: «e che siano ascoltate». Raccolgo la sfida [applausi].
Religiosi e nunzi in missione. I giovani religiosi hanno una vocazione molto grande e bisogna formarli allo zelo apostolico per andare nei territori di confine. Sarebbe bene che nel piano di formazione dei religiosi ci fosse un’esperienza di un anno o più in regioni limitrofe. Non solo, e questo è un suggerimento che ho ricevuto per iscritto, ma ora lo dico: che nel servizio diplomatico della Santa Sede, nel curriculum del servizio diplomatico, i giovani sacerdoti trascorrano almeno un anno in terra di missione, ma non facendo il tirocinio nella Nunziatura come si fa ora, che è molto utile, ma semplicemente al servizio di un vescovo in un luogo di missione. Questo punto sarà esaminato ma è anche una riforma da vedere.
Preti dei paesi poveri in quelli ricchi. È stato detto, in riferimento a una situazione particolare, che c’è una grande quantità di sacerdoti di un certo paese nel primo mondo, per esempio negli Stati Uniti, in Europa, e non ce ne sono per inviarli alla zona amazzonica di quello stesso paese […]. E’ vero che a volte — è accaduto a me mentre ero vescovo nell’altra diocesi — viene uno che tu hai mandato a studiare e ti dice che si è innamorato del posto ed è rimasto nel posto e, a motivo di tutto ciò che offre il primo mondo, non vuole tornare alla diocesi. Chiaro, uno per salvare la vocazione cede. Ma su questo punto occorre fare molta attenzione e non favorire […]. Quelli che vengono e rimangono sono un pericolo.
Nuovo organismo episcopale. Si è parlato di riorganizzazioni, è stato fatto nella parte finale del documento e ho visto, attraverso i voti, che alcuni non erano convinti. Organismo di servizio, seguendo la Repam […]. C’è una Conferenza episcopale del paese, ma c’è anche una semi-Conferenza episcopale parziale di una zona, e questo si fa ovunque […]. Ci sono paesi che hanno Conferenze episcopali settoriali, allora perché i paesi della regione amazzonica non possono fare piccole Conferenze episcopali amazzoniche, che appartengono a quella generale, ma che fanno il loro lavoro? Organizzando questa struttura tipo Repam, tipo Celam amazzonico… aprendo, aprendo.
Rito amazzonico. Si è parlato di una riforma rituale, di aprirsi ai riti. Questo è di competenza della Congregazione per il Culto Divino, e può farlo seguendo i criteri, e so che lo può fare molto bene, e fare le proposte necessarie che l’inculturazione richiede. Ma bisogna sempre mirare ad andare oltre, ad andare al di là. Non solo organizzazione rituale, ma anche organizzazione di altro tipo, quello che ispira il Signore […]. Non bisogna temere le organizzazioni che custodiscono una vita speciale. Sempre con l’aiuto della Santa Madre Chiesa, Madre di tutti, che ci guida in questo cammino affinché non ci separiamo. Non abbiate paura di loro. E un contributo anche rispetto all’organizzazione della Curia romana […]. Aprire una sezione amazzonica dentro il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
Parole di fuoco da Péguy. Pensando oggi a queste “élites” cattoliche […] che vogliono andare “al piccolo” e si dimenticano del “grande”, mi è venuta in mente una frase di Péguy e sono andato a cercarla: «Poiché non hanno il coraggio di stare con il mondo, loro credono di stare con Dio. Poiché non hanno il coraggio di impegnarsi nelle opzioni di vita dell’uomo, credono di lottare per Dio. Poiché non amano nessuno, credono di amare Dio». Mi ha fatto molto piacere che non siamo caduti prigionieri di questi gruppi selettivi che del Sinodo vogliono vedere solo che cosa è stato deciso su questo o su quell’altro punto intra-ecclesiastico, e negano il corpo del Sinodo che sono le diagnosi che abbiamo fatto nelle quattro dimensioni.
Mio commento. Colpisce la puntualità dei riferimenti alle questioni e persino a singoli interventi sinodali. Vi si riflette la passione del Papa Gesuita per il rilancio della missione alle genti, mirata all’inculturazione del Vangelo anche nei contesti più nuovi rispetto alle tradizioni consolidate. Restare aperti, andare avanti, andare oltre, “creare tradizioni fin dove il Signore ci porterà” sono le parole che meglio riflettono il sentimento del Papa. Il “magis” (di più) tipico dell’audacia apostolica della Compagnia di Gesù. Da questo caloroso saluto ai padri sinodali possiamo intuire il caldo che ci verrà dall’esortazione che leggeremo forse a fine anno.
Grazie, Luigi, hai dato un grande aiutol
Antonella ci sono giorni nei quali sei l’unica che passando di qua lascia un saluto. Bacio
Mi sto dando da fare perché il comitato.del settimo.centenario della morte di Beata Margherita ti inviti alle celebrazioni. Buona festa dei Santi.
Grazie Antonella, verrei volentieri. Buon ponte dei Santi e dei Morti.