“Dopo un mese e mezzo lascio questa camera del reparto di riabilitazione condivisa con diversi malati. Ho dimenticato la mia richiesta iniziale di camera singola e non la rimpiango, perché la camera condivisa mi ha dato molto di più di quel che cercavo”: parole di Sergio Govi nel libretto intitolato Ricominciare. I primi mesi della mia vita nuova (Tuttoscuola editore, pp. 57, € 8.00) in cui narra la vittoria sull’ictus che l’ha colpito a fine giugno 2012 bloccandogli la parte sinistra del corpo: “Non rimpiango quello che non ho più, ma gioisco di quanto di prezioso ho. Sento, vedo, scrivo, capisco, ho ripreso tutte le mia attività con qualche limite, che svolgo con l’aiuto di coloro che chiamo angeli custodi”. Le pagine più del libretto sono quelle in cui Sergio racconta le iniziative che prende per distrarre i ricoverati che passano la giornata a “piangersi addosso”. Le sto studiano per distrarre i visitatori che praticano quell’arte e offro all’ottimo Sergio – dirigente del ministero dell’Istruzione – un bicchiere di Vino Nuovo.
Sergio Govi: “Camera singola? No grazie”
10 Comments
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caro Luigi,
visto ?
Stasera?
“Non sono d’accordo con questo eccesso di sicurezza”
Detto papale papale !
La chiesa non pareva piena,
infatti
in tanti erano fuori…
Ammonito per il suo esporsi,
aveva già detto
che il rischio fa parte del suo ministero di annuncio.
Matteo ho seguito in diretta e confesso che non ho capito. Alla fine, come ultimo saluto, circa alle 18.40 il Papa ha detto: “Se qualcosa nell’organizzazione di questa visita vi ha disturbato, forse un eccesso di sicurezza o di paura, sappiate che io non sono d’accordo con quello: io sono con voi!” Ho visto anch’io che in chiesa c’era poca gente, solo quelli che entravano nei banchi, e tanti erano fuori. Ma non so di particolari incidenti o complicazioni. Mi piacerebbe saperlo.
Già una volta il 25 luglio a Rio de Janeiro, parlando ai giovani venuti dall’Argentina, aveva detto parole simili: “Mi dispiace che siate ingabbiati, però vi dico una cosa. Io, ogni tanto, lo sperimento: che brutta cosa è essere ingabbiati. Ve lo confesso di cuore, ma vediamo… Vi capisco. Mi sarebbe piaciuto esservi più vicino, ma comprendo che, per ragioni di sicurezza, non si può”.
Non ho il tempo di seguire tutto, ma ho visto che c’è stata la presentazione di nove ragazzi che ricevono la Cresima dal papa. Tutti maschi.
Casualità? O scelta consapevole?
Un’altra cosa che mi piacerebbe sapere.
Nico cercherò di sapere. Anch’io mi sono chiesto che voglia dire.
Oggi 2 Dicembre nasceva Maria Callas. Dedico questa bella romanza di Verdi a Papa Francesco.
http://youtu.be/00fyUZC3u-Y
Ah, fors’è lui che l’anima
Solinga ne’ tumulti
Godea sovente pingere
De’ suoi colori occulti.
Lui, che modesto e vigile
All’egre soglie ascese,
E nuova febbre accese
Destandomi all’amor!
A quell’amor ch’è palpito
Dell’universo intero,
Misterioso, altero,
Croce e delizia al cor.
Condivido con voi la gioia della nomina episcopale di Don Andrea Turazzi, sacerdote della mia diocesi e prossimo vescovo di San Marino.
http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/2013/11/30/990034-andrea-turazzi-vescovo-san-marino.shtml#1
Come potrei dimenticare quel ricovero di mia mamma, uno dei tanti nell’ultimo periodo. Lei non era più indipendente anche se conservava la lucidità. Per me era tutto un correre, lavoro, casa, ospedale…
Data la scarsità di personale infermieristico c’era una donna giovane, meno di quarant’anni, ricoverata nella stessa stanza, lei diceva a causa di una bronchite. Si dava continuamente da fare per dare una mano a chi aveva bisogno; allungare il bicchiere d’acqua con la cannuccia, sistemare il cuscino, recuperare il fazzoletto perso fra le lenzuola. Un colpo di tosse ogni tanto e niente più.
Quando era l’ora della visita dei parenti, marito e figlio, si sistemava i capelli e il viso e li accoglieva con sorriso informandosi della casa, della scuola.
Solo pochi giorni dopo la dimissione di mia mamma ecco una foto sul giornale, nella pagina dei necrologi. E’ lei? Non è lei?
Sì, purtroppo era proprio lei: ammalata terminale, agli ultimi giorni di vita, faceva le prove per il prossimo ruolo di angelo custode…
Leggo per caso, caro Luigi.
E scopro gli incredibili rivoli della tua sensibile carità.
Ti voglio assicurare che stasera berrò anch’io un bicchiere di vino – purtroppo vecchio – e lo offrirò simbolicamente al tuo amico Sergio Govi.
Comprerò il suo libro. E lo leggerò con interesse.
Per capire quanta forza possieda la speranza.
E ascoltare la fede che traspare dalla sua scelta di con-dividere la camera.
Da Sergio Govi ricevo questo messaggio:
Gent.mo dott. Accattoli, La ringrazio per le recensioni del mio libro “Ricominciare” che ho scritto esclusivamente perché possa servire ad altri. La ringrazio, in particolare, per aver colto alcuni passaggi importanti del mio messaggio. Con viva cordialità Sergio Govi