Sento un grido di donna al primo parto.
Ascoltate. E’ la figlia di Sion
che spasima e tende le mani.
Grida a nome di tutti.
[da Geremia 4]
Sento un grido di donna al primo parto
20 Comments
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Il 16 dicembre prendo a contare i giorni di avvicinamento al Natale. E’ la novena che offro ai visitatori. Ho già fatto il presepe, domenica, con i nipotini: “Nonno quest’anno il bue e l’asino li mettiamo tutti e due dalla stessa parte”. La mia novena sarà di profezie del parto. Non semplici citazioni della Scrittura ma mie letture con varianti, al modo delle antifone che sono nella liturgia. Il rimando di oggi dice “da Geremia” perché otto parole su dieci vengono dal profeta ma due sono mie. Il titolo è un verso di undici sillabe. Buona strada verso Betlemme.
Caro Luigi, ti vorrei pregare di mettere nella tua novena il memento del nostro dovere di amare il prossimo, tutto, tutti i nostri conoscenti e non, tutti quelli che possiamo incontrare, con semplicità, modestia, soprattutto con la testimonianza, perché tutti dobbiamo farlo anche per migliorare noi stessi.
L’etica pubblica è andata a farsi friggere, con le conseguenze oggi particolarmente visibili qui a Roma, dopo eclatanti comparse quasi ovunque. Non possiamo solo lamentarci.
Tocca proprio a noi, non ne possiamo fare a meno.
Caro Marcello,
non vedo nulla di nuovo sotto questo sole
o sotto questo cielo,
tanto era negli anni ’40,
nei ’50,
nei ’60,
e così andando.
Le male piante ci sono sempre state.
E’ la speranza di ogni uomo
di ogni donna
in ogni epoca storica
che ha dato la diversità del tono.
E io ?
Oggi ?
davanti ad un parto di donna,
sono ancora capace di sperare ?
a prescindere ?
Grazie Accattoli
Se non sono più capace di sperare, Cristo che caspita è venuto a fare?
Per dire: a essere pieni di speranza a vent’anni, nel pieno delle forze, o in periodi di ricostruzione e gran fermenti, che ci vuole?
La speranza di Cristo invece si pianta nel fallimento assoluto, nella sconfitta generale e nella assenza di prospettive completa.
Dunque, è la nostra.
E non dipende da come vanno le cose intorno, ma da ME.
Chiamansi geremiadi.
la preghiera di marcello.n è anche la mia.
Difatti Geremia non conosceva Cristo…
Ma noi sì.
@Lorenzo Cuffini
La speranza di Cristo invece si basa sulla resurrezione.
Cerrrrrrrto.
E non schiva nemmeno un’oncia della schifezza e della sconfitta e del fallimento che la precedono.
…dunque, che senso ha indulgere al pessimismo, al ” o tempora o mores”, alle profezie di sventura, al cupissimo di-sperare che si sente borbottare a destra e a manca? Cristo mi sceglie e mi manda per la croce e la gloria, vere e senza tante menate tutte e due, mica per le magnifiche sorti e progressive….
Il cristiano aspetta implorando il Messia, verrà come una nuova aurora di resurrezione, squarciando il buio con la sua luce.
E mentre aspetta e implora, il cristiano cerca di fare quello per cui è stato scelto e mandato: vedere e prendree su di sé le sofferenze e il male in cui sbatte il grugno, e andare dietro a Cristo. E’ la Sua faccia, qui, e deve essere pure lui, nel suo minimo, minima aurora di risurrezione, minima luce che squarcia il buio, fosse anche la tenebra cosmica tutta intera.
Insomma, Lui è venuto una volta per noi, Adesso tocca noi andare per gli altri.
Buona novena.
Credo che l’introito della 4^ d’Avvento, Rorate cœli desuper, esprima in modo speciale i sentimenti di desolazione, attesa e speranza del Popolo di Dio in attesa del Messia.
Agli eventi di questi giorni nella nostra capitale non stona forse un metaforico parallelismo con quanto venne descritto da Isaia a proposito di Gerusalemme:
Ecco che la città del Santuario è divenuta deserta:
Sion è divenuta deserta: Gerusalemme è desolata:
La casa della tua santificazione e della tua gloria,
Dove i nostri padri Ti lodarono.
Peccammo, e siamo divenuti come gli immondi,
E siamo caduti tutti come foglie:
E le nostre iniquità ci hanno dispersi come il vento:
Hai nascosto a noi la tua faccia,
E ci hai schiacciati per mano delle nostre iniquità.
Un sentimento di profonda prostrazione cui la divina risposta è:
Consolati, consolati, o popolo mio:
Presto verrà la tua salvezza:
Perché ti consumi nella mestizia,
mentre il dolore ti ha rinnovato?
Ti salverò, non temere,
Perché io sono il Signore Dio tuo,
il Santo d’Israele, il tuo Redentore.
Per carità,il parallelismo metaforico è suggestivo.
Ma anche un tantino fuorviante.
Perché induce, come sempre in questi casi, una doppia tentazione: quella di mettersi automaticamente dalla parte degli innocenti oppressi dal sistema – il che è tutto da verificare.Consiglio la fresca lettura di http://mafuiane.blogspot.it/2014/12/il-mondo-di-mezzo-e-il-condominio.html – e quella di attendersi da chissà che” alto” e da chissà che “giustizia” un lavacro risolutore come si attende la manna nel deserto o, appunto, la venuta di un messia…
Ma come molto pragmaticamente osservava Luigi nel suo post d’apertura dell’argomento e nei primi commenti collegati -http://www.luigiaccattoli.it/blog/2014/12/09/roma-e-santa-ma-i-romani-so-fiji-de-mignotta/- qui non c’è nessun alto e nessuna somma giustizia da attendere e invocare: c’è solo da tenere occhi aperti, sguardo snebbiato e mano sulla coscienza. Non è stato fatto, ed è capitato quel che è capitato? Occorre farlo per il futuro, perché , come questo schifume emerso non è stato il primo ( anche se certamente diverso) non sarà sicuramente l’ultimo a verificarsi.
Non c’era solo una banda criminale che aveva messo su un sistema criminale; non c’era solo chi conniveva; c’era chi non lo faceva e c’era chi aveva visto, e aveva anche parlato: non è stato ascoltato. Magari non è stato in grado di farsi ascoltare: tutte e due sono responsabilità precise. Ma tutto l’insieme, piu’ che ad attendere una salvezza dall’alto, rimanda al solido principio enunciato da Luigi:”è indispensabile vedere il marcio ( svegliarsi e saperlo vedere, anche, aggiunta mia) per poterlo tagliare. Vale per i cittadini comuni come me, vale due volte per la politica, tre volte per la Chiesa: e io ci sono sempre in questa canzone.”
Non so caro Lorenzo Cuffini, se tu hai sentito Benigni alla televisione sui “dieci comandamenti”.Io non l’ho visto ma ho letto i commenti oggi sui giornali.
pare che Benigni abbia detto che il comandamento più importate è “NOn rubare”
io invece penso (se si può fare una classifica) che il comandamento
NON UCCIDERE sia il più importante.
Perchè nei nostri piccoli peccatucci di corruzione, avidità, di meschinità, di mediocrita si può anche vedere il lato umano, anche se egoistico e vile.
Ma nell’assassinio in grande scala , come quello di 84 bambini, oggi, in Afghanistan in una scuola dove dei kamikaze si sono fatti saltare in aria, apposta ! per ucciderne il più possibile! in questi tipi di assassinio si vede all’opera una malvagità più che umana. Si vede veramenteil MALIGNO all’opera!
Il Natale non deve andargli molto a genio al Maligno e infatti nei dintorni di Natale se ci fate caso, si moltiplicano gli assassini, le malvagità, le efferatezze che nulla hanno di umano e molto di diabolico.. la strage degli Innocenti è stata la prima .
Da questo Male con la M maiuscola vale solo la preghiera del Padre Nostro
Libera nos a malo.
Non si tratta di essere ottimisti piuttosto che pessimisti: si tratta di riconoscere che il Male esiste, che è potente e che è inflitrato OVUNQUE dove meno te l’aspetti, anche nelle persone di cui ti fidi.. Un bambino può essere ucciso da sua madre o può essere molestato sessualmente dal suo parroco.E’ successo.!!!!
Bisogna guardare in faccia la realtà e non perdersi in mondi paralleli e in utopie che pensano che l’uomo è buono e che tutti sono buoni, utopie che mi ricordano tanto la commedia “Natale in casa Cupiello di Edoardo De Filippo, dove il capofamiglia si perdeva infantilmente dietro al Presepe e intanto non vedeva ( non VOLEVA vedere) che la sua famiglia andava a catafascio…
E’ pessimismo pensare che l’uomo, ogni uomo, è naturalmente malvagio e capace di ogni azione? E che solo la grazia di Dio lo salva mentre il Maligno concorre alla sua perdizione?
Scusate i bambini ammazzati non sono 84 ma 131:
http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/pakistan-raid-talebani-a-scuola-militare-morti-e-feriti.aspx
Nella descrizione ( Matteo, 2-18)della strage degli Innocenti viene citato Geremia
Un grido è stato udito in Rama
un pianto ed un lamento grande
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata, perchè non sono più.
Questo “grido” biblico fa il paio con quello della partoriente.
quante madri oggi grideranno in Afghanistan per i loro figli assassinati?
Scusate è in Pakistan per l’esattezza che è successa questa strage , non in Afghanistan.
sono stato evocato e con piacere mi riaffaccio e saluto con affetto Luigi.
cara discepolo, Benigni parlerà stasera di “non rubare”. E ad ogni comandamento usa in forma retorica una formula per dire che “è il pù bello/importante di tutti”…
per ora, lo trovo un capolavoro catechetico.
Ieri sera l’accento sulla libertà e sull’esodo mi ha ricordato un libro letto ques’estate
http://www.dehoniane.it:9080/komodo/trunk/webapp/web/files/libri/recensioni/22164,%20Settimana,%202012.pdf
si è preparato in ogni caso si sente.
Bello