La partecipazione del cardinale Bertone – giovedì sera – a Porta a porta ha fruttato un’informazione indicativa di che cosa fosse la regola del riserbo nel Vaticano di quarant’anni addietro: il famoso “terzo segreto” non era conosciuto appena da tre o cinque persone, come si credeva finora, ma era stato letto a una “plenaria” del Sant’Uffizio eppure mai nulla se ne seppe fino alla pubblicazione nel duemila. Ha detto dunque il cardinale segretario di Stato che era “strano” che il cardinale Alfredo Ottaviani, segretario del Sant’Uffizio negli anni ’60, avesse affermato in un’occasione che il testo del segreto era di “25 righe” – mentre è di 62 – perché “il cardinale lo conosceva bene, avendolo mostrato a una plenaria del dicastero”. Di questa consultazione e del voto contrario alla pubblicazione da essa espresso non si era mai saputo. Ho chiesto l’anno alla segreteria del cardinale Bertone e mi ha fatto dire che quella plenaria si tenne il 1° marzo 1967 in vista del viaggio di Paolo VI a Fatima (13 maggio di quell’anno). Finora si riteneva che prima di Giovanni Paolo e dei suoi collaboratori il “segreto” l’avessero letto Giovanni XXIII e Paolo VI assistiti dai rispettivi segretari e prefetti del Sant’Uffizio e da un paio di interpreti portoghesi, qualcosa dunque come otto persone. Ora invece sappiamo che erano stati una trentina a conoscerlo. Eppure il segreto – alla cui caccia erano devoti e medium, giornalisti e spie – ha retto per oltre trent’anni, calcolando a partire da quella “plenaria” e per un totale di 66 anni a contare dal scrittura di suor Lucia. Davvero il Vaticano non è più quello di una volta: ultimamente abbiamo saputo in anticipo le nomine di Tettamanzi Bertone Bagnasco e riteniamo di conoscere con buona approssimazione l’andamento degli scrutini degli ultimi tre conclavi. Quanto reggerebbe un “quarto” segreto di Fatima che venisse letto oggi alla plenaria della Congregazione per la dottrina?
Segreto di Fatima: quando i cardinali sapevano tacere
19 Comments
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Poco o niente, caro Luigi. C’è fame di notizie dal Vaticano e la gente ha un bisogno disperato di sapere e conoscere la vita della Chiesa. Dopotutto è un bene, almeno certe ipotesi e teorie “terroristiche” (nel senso che spargono il terrore tra la gente, vedasi quella che riteneva la profesia dell’annientamento di tutto il genere umano contenuta nel III segreto di Fatima) sarebbero buone solo per fumettacci pseudoreligiosi da rivista di terz’ordine.
Io il problema non me lo pongo, ho un amico, Padre Ottone, che sarebbe in grado di farmi sapere adesso chi sarà Papa nel 2100:-) Collegatevi a http://www.papanews.it per tentare di scoprire chi è questo simpatico personaggio.
Saluti
però Socci (e non solo lui) credo che la pensino diversamente…
saluti
LuigiM
“Santoro ha condotto il suo programma correttamente, Vespa non ha fatto altrettanto”. E’ quanto lamenta Antonio Socci, autore del libro ‘Il quarto segreto di Fatima’, a proposito delle due trasmissioni -‘Anno Zero’ e ‘Porta a Porta’- dedicate la prima ai preti pedofili e la seconda a Fatima. “Santoro si e’ comportato in maniera corretta, invitando a parlare tutte le parti in causa -spiega Socci- La sera stessa, nella puntata preparata sul mio libro, Vespa non mi ha invitato e ha fatto parlare solo il cardinale Bertone, che ha potuto dire tutto cio’ che voleva senza alcun contraddittorio”. Per Socci, comunque, “in quella serata sulla Rai, ad assestare un colpo di maglio contro il Vaticano non e’ stato Santoro ma proprio Vespa, visto che il cardinale Bertone, presentando la busta sul terzo segreto di Fatima, ha fatto un autogol, dimostrando esattamente la tesi contenuta nel mio libro sul quarto segreto di Fatima, che esiste e viene tenuto nascosto”. Immediata la replica del conduttore di “Porta a Porta” alle invettive di Socci. “Le tesi di Socci erano correttamente riferite in un ampio servizio filmato. Se il giornalista immagina che il Segretario di Stato vaticano, da lui accusato di mentire su un tema cosi’ delicato e attaccato in termini a dir poco ineleganti, possa accettare con lui un confronto pubblico evidentemente si sopravvaluta”. Cosi’ Bruno Vespa. “A noi, e non solo, la ricostruzione del Terzo Segreto e le buste aperte dal Cardinal Bertone sono apparse perfettamente convincenti, visto che la trasmissione non ha subito, a parte quello di Socci, nessun rilievo. Vuol dire che appena Socci avra’ trovato la lettera col Quarto Segreto ce la porterà e la mostreremo volentieri. Per quanto riguarda il pluralismo, invece, Socci ha ragione: da anni prendiamo scrupolosamente lezioni da Santoro”, conclude Vespa.
Non metterei alcuna mano sul fuoco sulle altre congregazioni,ma il Sant’Uffizio è un’altra cosa.Non so come sia la situazione attuale ma quando il Papa era prefetto non si alzava una mosca da quell’ufficio.
I cardinali Ottaviani,Seper e Ratzinger hanno conservato benissimo il segreto di Fatima.
Oggi potrebbe trapelare qualcosa?E’ probabile.Non ci sono più i cardinali di una volta… 🙂
Saluti MG
L’idea che vi sia un “quarto segreto” di Fatima – un fenomeno di assuefazione, dopo i tre che ci hanno tenuto in ballo per quasi sessant’anni? – è tra le più mitiche che io conosca. “Mitiche” nel senso in cui i ragazzi lo dicono di una pellicola o di una serata. Tra i fatimiti che coltivano quell’idea i più socievoli sono Antonio Socci (Il quarto segreto di Fatima, Rizzoli, 2006, pp. 251, euro 17) e Marco Tosatti (La profezia di Fatima. Il quarto segreto e il futuro del mondo, Piemme 2007, pp. 187, euro 12, 50). Da giornalista dirò che sarebbe stato giusto che Vespa li avesse invitati all’ottimo dibattito che ha organizzato. Perchè il giornalismo è contrasto di venti. Un saluto ad Antonio e Marco. Luigi
Però la cosa è piuttosto sgradevole perché Socci non può accusare di mendacio il cardinal Bertone senza coinvolgere, ipso facto, nell’accusa anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Non sono affatto un “fatimita” (anzi non sono neppure mai stato a Fatima, né a Lourdes, né tantomeno a Medjugorie), ma se Socci avesse ragione (e non credo che l’abbia) la menzogna della chiesa su una questione del genere sarebbe una cosa gravissima. Ora, a me pare proprio di ricordare che quando fu pubblicato il terzo segreto, la Santa Sede disse esplicitamente che quello era tutto. Se così non fosse …
Credo infatti che con il “quarto segreto” si vada nel mito. Ma se l’animosità di un Socci può porre problemi a un Vespa, c’era un rispettosissimo Tosatti che avrebbe potuto rivolgere al Segretario di Stato – con tutto il garbo – le stesse domande essenzali sulle incongruenze o le difficoltà interpretative del dossier Fatima, che oggi sono rivolte al “quarto segreto” ma che sono già state evidenziate nei decenni da acutissimi gesuiti – per non citare che degli ecclesiastici – senza mai ricevere una piena chiarificazione. Luigi
Caro Accattoli, mi ha incuriosito: quali sono queste domande essenziali sulle incongruenze di Fatima che non hanno ricevuto piena chiarificazione?
Le tre parti del “segreto” sarebbero state rivelate a Lucia nell’apparizione del 13 luglio 1917, ma lei le mette per iscritto le prime due nel 1941 e l’ultima nel 1944, cioè 24 e 28 anni dopo, essendo passata – lei – dai dieci ai 40-44 anni: che cosa ricordava e che cosa invece aveva rielaborato, o aggiunto? Nella seconda parte del segreto si legge che “la guerra sta per finire” e finirà infatti l’anno seguente, 1918, ma Lucia lo scrive nel 1941: cioè la profezia viene messa per iscritto post eventum. Il fatto che nel frattempo quella guerra sia finita e ne sia venuta un’altra “ancora peggiore” (parole sempre della seconda parte del segreto) non avrà influenzato la memoria della veggente che custodiva il “segreto” nel suo cuore? Anche l’aurora boreale e l’inzio della seconda guerra mondiale dopo di essa sono “scritti” post eventum. E vi si dice che la nuova guerra interverrà “durante il pontificato di Pio IX”: cioè la Madonna nel 1917 avrebbe specificato sotto quale papa “a venire” sarebbe venuta la guerra? E come la mettiamo con il fatto che invece la guerra inizia nel settembre del 1939, quando papa è Pio XII? E lei scrive nel 1941: insomma, non solo vengono dubbi sulla profezia “dopo il fatto” ma anche sulla cronologia di fatti già avvenuti e notissimi a tutti… – Queste sono le difficoltà storiche, a non citare quelle sulla “conversione della Russia”, annunciata a bambini che non sapevano niente della Russia e del comunismo che in Russia non c’era ancora e che viene “scritta” quando invece tutto il mondo sa… C’è poi il rimando al 1960 come data decisiva per la possibilità di rivelare l’ultima parte del segreto, che una volta Lucia dice esserle stato dato come “ordine” dalla Madonna e un’altra volta dice che fu una sua idea… – Per quanto riguarda le difficoltà ad accettare come esaustivo il testo della terza parte del segreto pubblicata nel 2000 la invito a leggere Socci o Tosatti, che ne trattano per interi volumi. Se deve scegliere, le suggerisco Tosatti, che mi pare meno acceso e più rispettoso della proporzione dei fatti e dei problemi. Insomma Fatima è Fatima, o la prendi com’è, o non ne esci sano. Io la prendo com’è e me ne sto quieto. Lucia aveva l’età della mia mamma e ambedue sono arrivate ai 97 anni, da contadinelle semianalfabete quali erano ambedue nel 1917. Alla mia mamma io non sarei mai andato a contestare le date e le parole usate un giorno e un altro della sua lunga vita e non lo faccio neanche con Suor Lucia. Ma da qui a dire che tutto è assodato e chiarito ce ne corre. Badi che ho elencato solo le incongruenze e le difficoltà più eclatanti, ma se uno cerca di mettere in fila le quattro “memorie” principali stese da Lucia nei decenni ne incontra altre dozzine. Io mi affido al credito che a Lucia hanno dato Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, nonchè il cardinale Ratzinger e non sto a discutere. Saluti, Luigi
nel senso che prima, caro Luigi ,ci smonti Fatima come farebbe un razionalista vedere-toccare-e-forse-credere, e poi dici non sto a discutere?Hai fatto fortunatamente molto di più di discutere,ce l’hai ammazzata.
Ma secondo me ti è scappata
A prova che tutto può succedere…. a prima vista mi trovo d`accordo con “il cognato burlone” giorgioceccon!
Prima Luigi enumera con precisione i punti oscuri infiltrando il dubbio….poi si ritira, anche se conclude dicendo che lui vuole fidarsi.
Beh, in un certo senso,forse è così il lavoro del giornalista che si vuole oggettivo, e cioè enumerare i fatti, i per e i contro, e poi lasciare il lettore responsabile di fare le sue ricerche e forgiarsi la sua opinione.
Anzi, più esattamente, sono sicura che è così per Luigi Accattoli, che è sempre onesto, alla ricerca dell`oggettività e dell`equilibrio. Dunque io lo ringrazio per la sua sincerità.
C`è ancora un`altra maniera di “risolvere il problema”…dire che si preferisce la Madonna di Lourdes…come ha fatto l`onorevole Andreotti a Porta a Porta!
Buona settimana a tutti! Luisa
Molte grazie per le informazioni. direi che condivido completamente anche il suo atteggiamento verso la materia. Se va bene per il papa, va bene anche per me.
Con rispetto per ognuno di voi, vorrei contribuire due citazioni dal NT:
A. – La parabola del ricco Epulone e del povero Lazaro termina con queste parole:
(Luca 16:31) “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse”. Con “Mosè e i profeti” si intende la Rivelazione di Dio che non è segreta o per iniziati ma è accessibile a tutti nella Bibbia appunto e nella testimonianza della Chiesa.
B. – La Bibbia in più punti offre “quarti segreti”. Un esempio è il terzo capitolo della seconda lettera a Timoteo (2Timoteo 3:1 e seg) qui riferito per sommi capi:
“Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. … Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. … Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. … Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero.”
Sono parole rivolte a ciascuno di noi.
Non vorrei che la prossima accusa a Benedetto XVI fosse quella di avere occultato il testo del terzo segreto di Fatima.
Ormai non mi stupisco più di niente però tengo sempre presente quello che disse l’allora cardinale Ratzinger in conferenza stampa:il Papa(Wojtyla)ritiene di riconoscersi nel terzo segreto per quanto riguarda l’attentato,il Papa pensa che la terza parte del segreto riguardi la sua persona…
Essendo però rivelazioni private i cattolici non sono obbligati a crederci.
Io mi riconosco in queste affermazioni del cardinale.
Saluti MG
Vedo che appropriatamente tutti i fatimiti tirano in ballo Bertone e nessuno se la prende con papa Ratzinger. Un segretario di Stato estroverso e attirafulmini si addice a un papa teologo. Così le baruffe avvengono intorno a lui e non disturbano “er santomo”, si direbbe in romanesco. Luigi
Da Marco Tosatti ricevo questo messaggio:
Caro Luigi, ti ringrazio per avermi tirato in ballo con tanto garbo; e alla fine di questi scambi infiammati delle ultime settimane vorrei aggiungere qualche considerazione a qeullo dei tanti tuoi lettori del Blog che conduci con divertimento (credo) e successo (vedo). Fino a quando non mi sono messo alla ricerca di materiale su Fatima, qualche anno fa, per scrivere quel libro che mi era stato proposto, io di Fatima sapevo poco o nulla. Adesso non ne so molto di più, ma mi sembra che sia un ogegtto spinosissimo, da qualunque parte tu lo afferri; e l’impressione è che ogni volta che si cerca di dare una spiegazione, sorgono altre tre questioni. Alla base, secondo me, c’è, al di là degli elogi e di tutte le cose che si dicono, e si sono dette su suor Lucia, una grande diffidenza di fondo da parte degli uomini di Chiesa intorno a tutto questo fenomeno, e forse anche alla principale protagonista. Mi ricordo che molti anni fa, – ho citato l’episodio nel mio libro, e adesso posso dire chi era il soggetto della confidenza – durante un viaggio papale chiesi a monsignor Stanislao Dziwisz qualche lume su Fatima e i suoi segreti; e il segretario di Giovanni Paolo II mi rispose: “Il problema è capire quando parla la Madonna e quando parla Lucia”. Che per essere una suora di clausura, ha parlato, e tanto, spesso dicendo cose contraddittorie. Io non so se ci sia un quarto segreto; ma di sicuro c’è un grandissimo pasticcio. Faccio un esempio, di cui ho personale esperienza. Nell’ottobre del 1997 per intervistai monsignor Capovilla, segretario di Giovanni XXIII. Due o tre anni più tardi monsignor Capovilla ripetè al collega Orazio La Rocca di aver scritto sotto dettataura del Papa Buono, sulla busta, alcune parole. Ecco la frase. Giovanni XXIII, <Dopo aver parlato con tutti mi disse: scrivi. E scrissi sotto sua dettatura: “Il Santo Padre ha ricevuto dalle mani di monsignor Filippi questo scritto. Si è riservato di leggerlo il venerdì con il suo confessore. Essendoci locuzioni astruse, chiama monsignor Tavares, che traduce. Lo fa vedere ai suoi collaboratori più intimi. E alla fine dice di rinchiudere la busta, con questa frase: “Non dò nessun giudizio”. Silenzio di fronte a una cosa che può essere una manifestazione del divino, e può non esserlo>. Ora, io non ho visto la trasmissione di Vespa, ma mi dicono che questa busta, fra le tante mostrate dal cardinale Bertone, non c’era. Che pensare? Comunque dopo aver scritto una prima volta di Fatima, e averne fatto una seconda edizione, arricchita e aggiornata, resto dell’opinione, molto che siamo di fronte a un episodio veramente straordinario e misterioso della storia del secolo scorso. Ci si inchina di fronte all’autorità di Santa Madre Chiesa, magari il quarto segreto non c’è e non c’è mai stato, ma una foresta di interrogativi è ben lungi dall’essere disboscata. Grazie per lo spazio e la pazienza. Marco Tosatti
Grazie a Tosatti per la testimonianza e a lei Luigi per la giusta osservazione (che però mi attira irresistibilmente una domanda: non sarà “troppo” estroverso e attirafulmini questo segretario di stato? Confesso che tra tutte le scelte di Benedetto XVi questa mi lascia un po’ perplesso)
In generale, mi pare restino perfette le parole del padre Dante (in cui, a cercare, si trova la soluzione per tutto): “Avete il novo e ‘l vecchio Testamento / e ‘l pastor della chiesa che vi guida: / questo vi basti a vostro salvamento”.
Sulla figura di Bertone. E’ chiaro che il papa l’ha scelto per la consuetudine che aveva con lui al tempo della Congregazione per la dottrina. Ma credo che nella nomina abbia agito un’astuzia della Provvidenzia, o della storia, che ha voluto l’estroverso Bertone accanto al severo Ratzinger. Così come aveva posto il prudente Casaroli accanto all’audace Wojtyla. Saluti, Luigi