“Avvenire” pubblica domani un’intervista al vescovo Stefano Russo, segretario Cei, che risponde anche a una domanda sul richiamo del Papa alla prudenza e a un’altra sulle trattative con il Governo in vista della ripresa delle celebrazioni con il popolo. In riferimento alle parole di Francesco, Russo dice che nella Chiesa vige “un’armonia polifonica” e che la Cei non coltiva velleità di “fuga in avanti” o di “irresponsabilità”. Sulle trattative conferma che si sta lavorando a un “protocollo” per le messe avendo a primo criterio la necessità di “preservare la salute di tutti”. Riporto nei primi commenti le due risposte e aggiungo una mia noterella.
Segretario Cei: preservare la salute è interesse primario
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Domanda sul Papa. Nei giorni scorsi, papa Francesco ha invitato “alla prudenza e all’obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”. Le sue parole sono state interpretate da alcuni quasi come una presa di distanza rispetto alla posizione espressa dalla Cei nella nota in cui esprimeva il disappunto dei vescovi per il Dpcm. “Le parole del Santo Padre sono la cifra essenziale per il cammino da compiere da qui alle prossime settimane. In quelle parole non c’è contrapposizione con la Chiesa italiana: il Papa sostiene da sempre e con paternità il nostro agire. La Chiesa ha un’armonia polifonica, non contrapposta nelle sue voci, ma unita dalla comunione e dall’umanità. Non tenere conto della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni significherebbe essere ciechi e decontestualizzati rispetto al vissuto di tristezza e dolore con cui stiamo ancora facendo i conti. Nascono da questa passione per l’umanità anche le parole dei vescovi italiani. Nessuna fuga in avanti, dunque; né tanto meno irresponsabilità verso le regole o strappo istituzionale. Il confronto e il dialogo con le Istituzioni governative – anche in qualche passaggio dai toni forti – non è mai venuto meno, all’insegna di una reciproca stima“.
Domanda sul Governo. A che punto è l’elaborazione del Protocollo per le celebrazioni eucaristiche? “Il dialogo con le Istituzioni governative è quotidiano e all’insegna di una collaborazione leale. Da lunedì avremo la possibilità di celebrare le esequie; stiamo lavorando da un paio di settimane su un Protocollo per le celebrazioni eucaristiche, che minimizzi al massimo il rischio del contagio: preservare la salute di tutti deve essere un interesse primario“.
Mia nota. Attiro l’attenzione su una riga della prima risposta del vescovo Russo: “Nascono da questa passione per l’umanità [alla quale era ispirato il richiamo papale alla prudenza] anche le parole dei vescovi italiani”. Le interpreto come autocertificazione che la nota di protesta pubblicata dalla Cei domenica sera non aveva affatto l’obiettivo di produrre o incentivare fughe in avanti e iniziative irresponsabili, bensì quello di frenarle. Ponendosi a interprete del disagio di gran parte del corpo ecclesiale per la dilazione della ripresa delle celebrazioni, la Conferenza episcopale si poneva anche a garante dell’obbedienza dell’intera comunità cattolica alle soluzioni che “domani” sarebbero state concordate. Per poter dire “dobbiamo essere prudenti e obbedire” – come aveva sempre detto e come poi ha detto il Papa – la Cei doveva fare suo il disagio e parlare in suo nome. Vescovi e sacerdoti tentati di uscire dalle regole concordate e di fare in proprio ce n’erano. La nota della Cei mirava a trattenerli assicurando che le loro attese sarebbero state onorate nella trattativa che chiedevano di riaprire. Il richiamo del Papa – che è di martedì mattina – veniva a rafforzare questa mira. “Nessuno compia passi di ribellione perchè stiamo trattando e abbiamo ben presente l’urgenza di un passo avanti”, era il messaggio implicito della Cei rivolto a quelli di casa. “Chi è tentato dalla fuga in avanti chieda la grazia della prudenza” aggiungeva il Papa. Aggiungeva, non contrapponeva.
Certo, è un lavoro impegnativo e difficile quello che si sta svolgendo, dato che ci confrontiamo con un “nemico sconosciuto”. Per questa fase comunque preferisco la parola “dialogo” al termine “trattativa”.
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-1-maggio-2020/
E’ così.
Chiesa, mater et magistra.
Anche nel campo della “tattica”.
Sempre stata, peraltro.
Ma poi, la gente andrà davvero alla Messa? Non credo che ci saranno folle.
Rif. 19.17 di ieri – Esito consultazioni
Sulla pagina lombardo/milanese dell’Avvenire di oggi il prete responsabile della macchina della curia milanese riferisce che l’80% delle oltre 1000 risposte arrivate, in seguito a una consultazione promossa, chiede il riavvio delle messe con il popolo (“come Dio comanda” – si direbbe).
Buon primo maggio a tutti!
A me sembra che i primi “protocolli sanitari” sulla ripresa delle Celebrazioni (esequiali per ora) siano lievemente complicati.
Spero di sbagliarmi e di essere smentito.
Un caro saluto a tutti.
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-2-maggio-2020/
I provvedimenti di cui parla Fabrizio relativamente alle esequie si posso trovare in dettaglio qui:
https://salute.chiesacattolica.it/emergenza-covid-19/
Breviario pasquale
In questo tempo di sera
sento un canto
come una sorpresa
che si rivela un appuntamento.
Non devo fare nulla, viene
ed io soltanto sento.
Sento il dolore per il vento
che scuote questo mondo
e più nel fondo una pace,
una speranza, in cui mi perdo
senza più alcun ragionamento.
Io ho sottoscritto questo appello a “celebrare in sicurezza” ed invito a leggerlo e a fare altrettanto.
Alberto Farina
https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202005/200503aavv.pdf
Il comunicato della CEI l’ho trovato un po’ duro nei toni, ma ogni tanto le cose dure vanno dette.
C’è un solo comandamento Ama Dio e ama il prossimo, il prossimo cerchi di amarlo tutti i giorni, non sempre ci riesci, ma ci provi..
Dio provi a trovarlo e poi ad amarlo nella preghiera, nelle letture e nella Messa, insieme agli altri e nei sacramenti.
Ho scritto un post 2 mesi fa dicendo che si potevano già celebrare le messe nei giorni feriali data la bassissima . partecipazione, con le dovute precauzioni, distanze e mascherine
Alla Domenica si poteva celebrare all’aperto…
Si è voluto aspettare, con delle ragioni anche valide come sono valide le ragioni di chi chiedeva quello di cui sopra, in una concezione laicissima della cosa, essere trattati almeno come quelli che si nutrono del cibo materiale.
Perché esiste un cibo materiale ed un cibo spirituale e chi non lo capisce lasci almeno agli altri la libertà’ di nutrirsi spiritualmente.
Non sono uno che si strappa le vesti, e anche se ci sarà da aspettare ancora qualche settimana aspetterò.
In altri paesi hanno già risolto la questione, vedi Polonia ??, dove i fedeli sono distanziati e con mascherine e guanti.
Contrariamente a tanti che vogliono essere comunque sempre contro, mi fido dei miei vescovi, e
apprezzo anche una parola forte e chiara.
Nessuna guerra di religione, ma una discussione seria e pacata su ciò che è’ di Cesare, in questo caso fornire i criteri per evitare il contagio, che devono logicamente essere eguali per le azioni civili e per quelle religiose, e poi la declinazione dei criteri va lasciata all’autonomia delle parti, nel giusto rispetto della legge.
https://www.huffingtonpost.it/entry/il-governo-spegne-la-vita-spirituale-intervista-ad-andrea-riccardi_it_5ea6be99c5b61d8d7bee3d89?ncid=other_facebook_eucluwzme5k&utm_campaign=share_facebook