Se un tatuaggio possa essere una preghiera

Anche un tatuaggio può essere una preghiera pubblica. Lo sono stati quelli che Nicola Bommarito – un ragazzo di Macerata morto per overdose a 27 anni nel giugno del 2009 – si era fatto tracciare sulle braccia e sulle spalle lungo l’ultimo anno di vita. Lo attestano il papà Giuseppe e la fidanzata Francesca da me incontrati e intervistati. Puoi leggere l’insolita vicenda nel capitolo 20 PREGHIERA PUBBLICA della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto. Dedico la storia a quanti – come me – si meravigliano vedendo sulle spiagge, in questi giorni, tanti giovani corpi tatuati con segni incomprensibili.

24 Comments

  1. FABRICIANUS

    Grazie Luigi, per averci fatto conoscere la storia di Nicola. Un fatto di Vangelo.

    Buona Domenica a tutti.

    F.

    7 Agosto, 2010 - 20:34
  2. marta09

    La stessa storia di prima, della barbona: ciò che vediamo di una persona NON è la persona che – come in questo caso – ha molto da donare … la sua fiducia in Dio, la sua sofferenza e la sua grande umiltà di dire “non ce la faccio da solo, ma desidero raggiungerTi e stare con Te: scegli tu la strada!”

    Buona domenica a tutti e ad il mio concittadino – Fabricianus – un augurio particolare …
    (sei anche tu a “casa”?)

    8 Agosto, 2010 - 7:50
  3. Clodine

    Non farei mai un segno permanente sulla pelle, semplicente perché “nulla è per sempre”. Quei segni vogliono dire qulcosa di se agli altri, testimoniano, raccontano frammenti di vita, sentimenti, e cosa c’è di più cangiante e labile? Siamo in divenire, soggetti talvolta a cambiamenti repentini, si sa: si cresce,si matura, si evolve, come pure la personalita’ espressa in quei segni bizzarri, non sempre belli anzi, a volte di una bruttezza atroce. Col passare degli anni e degli eventi ciascuno inevitabilmente è soggetto a mutamenti di ogni genere e pure radicali. Portarsi fino alla tomba il nome di una donna amata a 18 anni e dimenticata, o incidere simboli vistosi e variopinti ritengo sia il sintono di un malessere, quasi il desideri che emerga un mondo nasconsto e inespresso:la propria interiorità, forse un “sentire” profondo che grida per affiorare o semplicemente il bisogno di affermare esteriormente una diversita’, unicita’,rispetto agli altri. Anche mio padre aveva un tatuaggio, io lo vedevo grandissimo, come erano le grandi braccia del mio papino, prendeva per intero la parte esterna dell’avambraccio sinistro. Era un’ancora bellissima sulla cui base, in una grafia perfetta, si leggeva il nome di mia madre: credo l’abbia amata davvero, malgrado bisticciassero di frequente. Lui la baciò sulle labbra prima di morire…è un’immagine che non dimenticherò mai. I sentimenti, quando sono veri, imprimono un segno eterno, ma non sulla pelle, corruttibile e destinata all’estinzione, ma nell’anima!

    8 Agosto, 2010 - 14:32
  4. tonizzo

    Questo tatuaggio mi ricorda quando Natuzza da Paravati perdeva sangue dalle stimmate durante la Settimana Santa. Mettendoci sopra delle pezze sono comparsi disegni (croci, angeli, Ostie…) e brani in aramaico dall’Antico Testamento e dalla Bibbia. La chiamano, questa possibilità, emografia. Mi torna alla memoria la Beata Crocifissa, parente di Tomasi di Lampedusa, che si era fatta incidere – se non ricordo male – un Cuore che ricordava quello di Gesù. Mi viene in mente – l’ho letto di sfuggita qualche giorno fa in Calabria – la frase che conclude il testamento di Natuzza: dice più o meno che continuerà a pregare e voler bene a tutti quando sarà “dall’altra parte”. Penso sempre di più che quel “dall’altra parte” sia sottile come un’intercapedine. E che segni, anche cruenti e lontani da stereotipi religiosi riposanti (angeli con le alucce ed elette schiere… ma Cristo non morì coperto di sangue?), ci indicano che Qualcuno, dall’altra parte, ci aspetta. E che il cristianesimo è una cosa tremendamente seria, ma di cui non bisogna avere paura. Anzi.
    Vado a Messa, vi saluto.

    8 Agosto, 2010 - 14:53
  5. Clodine

    E’ vero Tonizzo, inquietanti i tatuaggi che si manifestavo improvvisamente sul corpo di Natuzza. Si percepiva tangibile la trascendenza,di quelle cui nessuno può accedervi se non si possiedono particolarissimi carismi. il mistero celato dietro quelle singolari immagini che si palesavano sulla nuda pelle erano fonte di martirio per la povera Natuzza la quale, per quell’amore immenso che l’univa a Cristo, le ha portare addosso come una pesante croce! Quanto ha sofferto poveraccia, e non solo per il dolore fisico, che era tanto, quanto per quegli sguardi indagatori, maligni, offensivi, gli stessi che subì Padre Pio e altri stigmatizzati. Sguardi e commenti insinuanti e sospettosi di uomini di Chiesa, di fede, quella fede che si vorrebbe spoglia del soprannaturale, una fede razionalista e semipelagiana che non è certo la “Fede” dei Santi!

    8 Agosto, 2010 - 16:45
  6. Clodine, in qualsiasi “indagine” è necessario e fondamentale “sospettare” poichè a volte, se non molto spesso, non tutto è ciò che sembra o che si vuol far sembrare. E’ un sospetto dettato dalla prudenza specialmente nell’accertamento di determinati fenomeni che hanno a che fare col sacro.
    La “Fede dei Santi” in questi casi non va confusa con l’essere sempliciotti.
    Perchè parte della Fede è anche credere all’esistenza del demonio e a tutte le insidie suggestioni e inganni che è capace di porre in atto.
    E’ un ingrato compito quello di chi deve compiere tali indagini perchè spesso deve subire questi giudizi.
    La sopportazione di tutto questo è per i Santi una prova della bontà e veracità della loro virtù.
    E’ un gioco delle parti che ha tantissima importanza.
    E quando la Chiesa dopo aver indagato e dopo il discernimento approva, allora possiamo tenervi fede.

    8 Agosto, 2010 - 18:32
  7. fiorenza

    Anch’io sono tra quelli che “si meravigliano vedendo tanti giovani corpi tatuati con segni incomprensibili”, solo che, purtroppo, questi segni non sono poi tanto incomprensibili. Certo, può darsi anche il caso che un tatuaggio sia una preghiera pubblica (tutto può diventare preghiera) ma in genere quella che viene così esibita è un’anti-preghiera. Mi ricordo l’imbarazzo di un ragazzo a cui chiedevo il significato, uno per uno, dei segni mostruosi che gli decoravano la schiena e le braccia e le mani. Alla fine balbettava: “ma, questo, questo… è un simbolo celtico…”. E, in ogni caso, i tatuaggi mi destano orrore. Forse agisce in me il ricordo della proibizione del Levitico :”Non vi farete incisioni sul corpo per un defunto, né vi farete segni di tatuaggio. Io sono il Signore” (19,28). Nonostante la tenerezza e la simpatia che mi ispira la figura di Nicola Bommarito, il fatto che i tatuaggi possano raffigurare scene cristiane mi suscita addirittua un doppio orrore.

    8 Agosto, 2010 - 20:03
  8. FABRICIANUS

    Ciao Marta09, sì sono nella nostra Monza, fino al 16 Agosto. Poi andrò un pò al mare.

    Ritengo che la città, nonostante un pò si svuoti, conservi comunque un certo fascino ad Agosto. So che in molti non condividono questa mia opinione, ma, non avere il solito traffico, poter gustare ritmi più lenti, girare in bicicletta più liberamente a me non dispiace affatto. Tutto acquista una bellezza diversa: il parco, il Duomo, il centro città. Tu che ne pensi, cara Marta??

    Ciao a tutti.

    Un abbraccio a Clo!

    8 Agosto, 2010 - 20:57
  9. marta09

    Condivido pienamente il tuo punto di vista, Fabricianus, ma – forse – è necessario viverci in questa città per apprezzare questo periodo.
    Quando, ad esempio, si vedono le montagne che quasi toccano il campanile del Duomo, i ritmi lenti, la gente più rilassata, risentire gli uccelli cantare (li ho sentiti ieri in piazza del Duomo) … e insomma, è necessario esserci per capire. Il parco poi … ci scapperebbe un sospiro.
    L’unica cosa che mi fa sempre male, però, è la nostra splendida Villa Reale così messa male.

    Il Duomo … eh … parrà strano, ma le Messe in questo periodo con meno gente sono … bé … sono da provare.

    Clodine … perchè non viene a fare un giro da queste parti?

    8 Agosto, 2010 - 21:41
  10. Nino

    Nessuna meraviglia.
    Tatuarsi è tra le più sublimi forme di paganesimo pienamente in linea con la società del “vuoto” di Dio e la pienezza di se.
    Leggere la Bibbia per capire.

    9 Agosto, 2010 - 7:12
  11. marta09

    Premetto che a me piacciono per nulla i tatuaggi, non i sono mai piaciuti (detesto persino i buchi ai lobi delle orecchie per gli orecchini :-D)!!!!!

    Però, forse, è solo un’espressione esterna di un qualcosa di interno.
    Insomma, stando alla Bibbia (e confermato da Gesù), noi abbiamo tatuata sul cuore la Parola di Dio (“…la scriverò sul cuore”) e quel “SUL” la dici lunga.
    Quando qualcosa interessa tanto, si vorrebbe in qualche modo fissarla da qualche parte (ma la memoria umana è quella che è); si vorrebbe renderla visibile a tutti.
    Un modo infantile, certamente, ma chi può negare di provare questa sensazione di fermare in modo definitivo qualcosa di importante in sé?

    Forse perchè ho sempre avuto una memoria da schifo ed una memoria visiva eccezionale, ma – in qualche modo – capisco l’esigenza di questi ragazzi perchè è quello che càpita a noi tutti come cristiani credenti quando avvertiamo che la Parola di Dio non rimane solo una parola sentita/ascoltata/letta.

    Da questa considerazione capisco l’esigenza di questi ragazzi perchè è del tutto umana, deprecabile esteticamente o da chi (come tutti) si sente “al di sopra”, irritante – se vogliamo – perchè è anche ostentazione ed altro, ma la radice – mi pare – sta – forse – in quello che ho detto.
    Anche i bambini amano tatuarsi … e fanno impazzire le mamme.

    9 Agosto, 2010 - 9:43
  12. Leonardo

    Il titolista di corriere.it, questa meraviglia che Dio ha creato perché il nostro cuore sia pieno di allegrezza! Oggi scrive:

    «Bavaglini per bambini tossici. Maxisequestro di merce cinese»

    9 Agosto, 2010 - 9:46
  13. Syriacus

    Di ritorno da San Lorenzo, per la Festa dello stesso, Titolare del Duomo di Genova, dedico a Fiorenza (in primis) questo passaggio dell’omelia del Cardinal Bagnasco:

    “La mentalità del mondo non sempre riesce a comprendere che i beni della Chiesa non sono per sé ma per la vita della comunità e, soprattutto, per i poveri e i bisognosi. E’ sempre così! Non dobbiamo dimenticare che la grande parte del patrimonio della Chiesa è di tipo artistico, storico e culturale: come tale è a disposizione di tutta l’umanità come universale tesoro di bellezza e di fede. La più grande apologia della fede cristiana, la dimostrazione più convincente della sua verità, contro ogni negazione, sono da un lato i Santi, e dall’altro la bellezza che la fede ha generato. Dovremmo, noi moderni, entrare di più nel mondo del bello creato dalla fede, lasciarci maggiormente prendere dal fascino dell’arte cristiana, perché il nostro spirito sia purificato dalle brutture e dalle oscurità interiori, e così intravvedere la luce di Dio. La cultura contemporanea a volte fa difficoltà a generare bellezza: il bello solleva l’anima, riconduce a migliori pensieri, purifica i sentimenti, provoca domande, riporta alla nostra origine, anticipa il Cielo.”

    http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=2865

    10 Agosto, 2010 - 11:15
  14. Syriacus

    (E mentre andavo a San Lorenzo passando per via Gramsci e Sottoripa, vedevo diversi bambini cinesi che gambettavano lieti, i genitori a vendere tossiche mercanzie.)

    10 Agosto, 2010 - 11:21
  15. Nino

    Bagnasco, nel discordo sul “bello” e sue derivate si sarà ispirato a Adriano Olivetti, ebreo non praticante, felicemente sposato con una protestante.
    Che diffondeva e applicava la cultura del bello in fabbrica e nell’urbanistica industriale.

    Credo che l’importanza intrinseca ed estetica del perseguire e praticare il senso del bello, nella vita non sia esclusività di chiese o di gerarchie clericali.
    Ma una aspirazione dell’umanità a prescindere.

    Mi vengono in mente i guaranì istruiti dai gesuiti sulla musica e dell’ebreo di Marc Chagall nella meravigliosa rappresentazione nelle policrome vetrate della genesi a Gerusalemme.

    10 Agosto, 2010 - 12:30
  16. rossocardinale

    Verissimo,Syriacus,ma il bello e il senso del bello,la poesia,la ricerca interiore devono saperci aiutare a vivere la realtà e non devono costituire una fuga dalla stessa.Questo,almeno così mi pare,è quanto si possa desumere dal discorso del Cardinale Bagnasco,specialmente per quel “provoca domande”,domande che ognuno di noi dovrebbe chiedersi continuamente per raggiungere un livello qualitativo di vita, per sè e per gli altri,attraverso la propria fede applicata alla vita quotidiana.

    10 Agosto, 2010 - 13:54
  17. discepolo

    A proposito delle magnifiche vetrate di Chagall (grazie Syriacus) che anch’io ho visto

    “l’aspirazione alla bellezza coincide con la ricerca dell’assoluto e dell’infinito.
    Gli stessi termini di trasfigurazione, di incarnazione, di immagine , di luce sono sempre attuali presso tutti gli artisti e testimoniano dell’unità segreta dell’arte e della religione”

    da “Teologia della bellezza” Pavel Nikoljevic Evdokimov (ed. San paolo)

    “L’unità segreta di arte e religione..” non è meravigliosa questa frase?

    10 Agosto, 2010 - 20:37
  18. fiorenza

    A me sembra “meravigliosa” anche la frase del Cardinal Bagnasco (anch’io ti ringrazio, Syr): “…da un lato i Santi, e dall’altro la bellezza che la fede ha generato”. Che poi sono le due facce di un unico mistero. “Il santo è l’uomo nella cui persona sembra impossibile ravvisare la traccia della ferita originaria, con qualunque nome la si voglia chiamare. “Abbelliscimi” pregava Metafrasto, e in realtà chiunque abbia avuto la ventura di incontrare un santo non gli sarà facile, per tutto il resto della sua via , pronunciare senza un’estrema cautela la parola ‘bellezza’. ” (E’ Cristina Campo, naturalmente)

    10 Agosto, 2010 - 21:11
  19. fiorenza

    Anche questa frase è da sottolineare: “La cultura contemporanea a volte fa difficoltà a generare bellezza”. “Fa difficoltà”, (oppone resitenza): è proprio così; non si potrebbe dire meglio.

    10 Agosto, 2010 - 21:17
  20. discepolo

    “Fa difficoltà ” : perchè la bellezza, oggi, cara Fiorenza, viene vissuta da un lato come una cosa esterna all’anima , qualcosa che ha a che fare solo con l’immagine del proprio fisico e non con l'”essere” della propria intera persona , fatta di corpo ,anima e spirito … eppure quanti di noi hanno visto persone anziane, piene di rughe e gobbe ,eppure “belle” di una bellezza splendente che i giovani palestrati e le sciure magrissime e “rifatte” se la sognano!!! la bellezza dell’anima si diceva una volta .. ma ora?
    l’anima , questa sconosciuta…,
    Dall’altra c’è una retorica del moralismo , del sociale, del politico,che bolla come “estetismo” decadente e blasè , stile Oscar Wilde, ogni anelito a una bellezza non (semplicemente) fisica ma spirituale.
    La bellezza , come disse nella famosa frase dostoevskij , salverà il mondo.
    Cioè, se ci sarà una salvezza, se ci sarà un futuro, se ci sarà una redenzione ( tutte cose in cui si può credere ma anche no e le persone intelligenti sono a volte più propense a credere che NON ci sarà) non verrà dal moralismo dal “tu devi” , dal senso del dovere, non verrà dal buonismo ipocrita , non verrà dal giustizialismo, e neppure dal borghesuggio “volemose bene tanto semo tutti nella stessa barca “, no, se salvezza ci sarà,e non è detto che ci sarà, verrà dalla BELLEZZA.
    questo ha detto quel genio di Dostoevskij, di questo , credo, vivono gli artisti, i poeti, i musicisti, i giovani, fino a una certa età, quando non sono ancora rovinati e resi mediocri dalla dura realtà”, quelli che…non si aspettano nulla se non una grande , immensa EPIFANIA.
    Insomma i mistici, non i pratici.
    ma i pratici, si sa hanno il dominio del mondo.
    i mistici invece, per un po’ si fanno i tatuaggi, poi alla dfine non sanno nenche loro perchè l’hanno fatto.E diventano impiegati di banca.
    Ma l’hanno fatto, senza saperlo, per la BELLEZZA. anche se quella dei tatuaggi è una bellezza volgare e forse una bruttezza, l’istinto che li spinge, a farsi i tatuaggi, è quello. quello della bellezza.

    10 Agosto, 2010 - 21:42
  21. fiorenza

    “…nel mondo del bello creato dalla fede”: quel bello che “anticipa il Cielo”.

    11 Agosto, 2010 - 7:48
  22. roberto 55

    Non ho nulla contro il tatuaggio in sè, anche se non sono tatuato, ma alcuni tatuaggi, in particolare, mi fanno ribrezzo: anche se, poi, condivido con Fiorenza il sentimento per Nicola Bommarito, fatico ad accettare l’applicazione sul proprio corpo di scene o simboli religiosi (cattolici, od altro).
    Per Leonardo: ricordi, tanti anni fa, un libretto titolato “Strangolata con un portacenere” ? Collezionava tutti i più strampalati ed inverosimili titoli di giornali: che dici ? Ne tentiamo una seconda edizione ?

    Buona giornata a tutti !

    Roberto 55

    12 Agosto, 2010 - 9:27

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