Ero in automobile ieri a mezzogiorno quando ho ascoltato papa Benedetto che diceva: “Al tramonto dei nostri giorni sulla terra, al momento della morte, saremo valutati in base alla nostra somiglianza o meno con il Bambino che sta per nascere nella povera grotta di Betlemme, poiché è Lui il criterio di misura che Dio ha dato all’umanità“. Parole trasparenti. Felice io di udirle. Chiarivano tutto. Il detto di Gesù “se non diventerete come bambini” e il motto di Giovanni della Croce: “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”.
Se somiglieremo al bambino
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Quel Bambino attende di nascere nella povera grotta del nostro cuore, che conosce antri più bui e più freddi di quelli di Betlemme.
Alessandro trovo sempre belle le battute dei bambini che riporti nel tuo blog e ti invidio il nome Giosuè che avete dato al più piccolo. Ho figli di amici che si chiamano Amos, Elisama, Gionata, Giuditta, Ismaele, Noemi, Osea, Rebecca, Ruben, Samuele e Sara ma un Giosuè non l’avevo ancora incontrato.
Io invece quel Bambino l’ho percepito come Adulto-in-potenza (bambino sì, ma, un giorno, Trentenne, e che trentenne…)
“Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”
Non sul buonismo, s’intende -come sulla Pace, non irenismo- .
Per fortuna che ci sono i Santi (e i Santi Padri) a ricordarcelo..
Poco sù il Papa dice: “Ed è oggi, nel presente, che si gioca il nostro destino futuro; è con il concreto comportamento che teniamo in questa vita che decidiamo della nostra sorte eterna.”
Questo per chi crede che Joseph Ratzinger abbia escatologizzato il mondano e nostrano concetto del ‘tarallucci&vino’…
Il nome Giosuè è merito di mia moglie e di…Benigni. Giosuè era infatti il nome del bambino nel film che abbiamo amato molto “La vita è bella”. L’ascendenza biblica ha avuto un ruolo, diciamo così, di garanzia (soprattutto per me) sulla ‘stravaganza’ del nome. Ma se tu vedessi Giosuè ora non riusciresti a pensare ad un nome più appropriato per quel visino. E lui è fiero di sé quando gli capita di ascoltare le gesta del suo omonimo condottiero dalle pagine della bibbia per bambini. Ma il carattere che più emerge da Giosuè, come avrai intuito dai post sul blog, è quello del contemplativo. Con piacere allora ti anticipo l’ultima sui uscita, che riguarda proprio il Natale e, in qualche modo, l’oggetto del tuo post. L’altro ieri siamo andati insieme a recuperare in cantina l’albero, il presepe e le decorazioni. Arrivati a casa, mentre tentavamo di aprire la busta con l’albero, mi fa: “Papà che emozione, mi viene un po’ da piangere e un po’ da ridere!”. Ed anche questa, inconsapevolmente, ha un’ascendenza biblica….
… ho il piacere di conoscere il Giosuè “in oggetto”. Non essendo uno dei miei figli posso sperticarmi in retorica e poesia senza tema di conflitto di interessi… anche questa è un’anteprima, perchè al padre de visu non glielo ho ancora detto.
… io non sono uno che si appassiona facilmente ai bambini (a parte i miei, si intende), anche se ne ho visti diversi. Ma questo Giosuè qui è davvero speciale. Un bambino sensibile, accogliente, amabile e attento ai più piccoletti di lui… e mio figlio Pietro mi sembra condivida.
Bravo Giosi! E non mi diventare “ticchettoche” come tuo padre!
oso ipotezziare che si possa dire anche il contrario:
il Bambino di Betlemme come il criterio di “misura” che Dio ha dato alla divinità…
Sotto l’Avvento, in Germania succedono cose incredibili: dai cori di teatro a quelli scolastici, da quelli universitari a quelli degli parrocchiali, tutti gli umani dotati di voce, si congregano a preparare la tradizionale esecuzione dell’Oratorio di Natale di Bach -Quinto Evangelista, per molti luterani e non solo- , qualcosa fra il para-liturgico e la civil religion…
Ebbene, nell’Oratorio (costituito in realtà da sei cantate, di cui ogni anno vengono eseguite di solito tre, tranne la prima, che vi è sempre, col coro iniziale di gioia “Jauchzet, frohlocket!” ) al numero 8 ha un’aria per basso che oltre ad una musica splendida ha anche un bel testo (di Henrici/Picander) :
“Großer Herr, o starker König,
Liebster Heiland, o wie wenig
Achtest du der Erden Pracht!
Der die ganze Welt erhält,
Ihre Pracht und Zier erschaffen,
Muss in harten Krippen schlafen.”
O Signore grande e potente
dilettissimo Salvatore, o quanto poco
ti importa dello splendore terreno!
Colui che regge l’universo mondo,
che lo ha creato nella sua bellezza e magnificenza,
deve dormire in una dura mangiatoia.
Qui http://www.youtube.com/watch?v=u8DTcrjr250 ,
gli appssionati di musica, o i curiosi, possono trovare una piacevole esecuzione dell’aria (al minuto 3:20 del video di UTube, prima c’è un recitativo cantato dal mitico Schreier, e il dolcissimo dialogo voci bianche-soprano-basso) ; basso è Robert Holl, tutti diretti da Nikolaus Harnoncourt (nel 1982) .
Si noti che c’è il coro di bambini dei Tölzer Knabenchor , uno dei migliori al mondo: ebbene, non si ricorderà mai abbastanza che Joseph Ratzinger è fratello di Georg, il quale ha diretto per decenni un simile coro, quello dei bambini del duomo di Ratisbona, i famosi Regensburger Domspatzen (in giro è facile trovare anche una loro bella incisione della Missa Papae Marcelli e …Tu es Petrus di Palestrina, che mi ascoltai il giorno del ‘Josephum!’ 🙂 .
Dico questo perchè uno degli elementi chiave per capire che rapporto ha il presente Papa con la Bellezza è quello di considerare l’importanza della musica sacra/da chiesa in ambito germanico (e in primis luterano) .
Come scrisse Ratzinger stesso, parlando della Bellezza, nel 2002:
“Resta per me un’ esperienza indimenticabile il concerto di Bach diretto da Leonard Bernstein a Monaco di Baviera dopo la precoce scomparsa di Karl Richter. Ero seduto accanto al vescovo evangelico Hanselmann. Quando l’ultima nota di una delle grandi Thomas-Kantor-Kantaten si spense trionfalmente, volgemmo lo sguardo spontaneamente l’uno all’altro e altrettanto spontaneamente ci dicemmo:- “Chi ha ascoltato questo, sa che la fede è vera”. In quella musica era percepibile una forza talmente straordinaria di realtà presente da rendersi conto, non più attraverso deduzioni, bensì attraverso l’urto del cuore, che ciò non poteva avere origine dal nulla, ma poteva nascere solo grazie alla forza della verità che si attualizza nell’ispirazione del compositore”
[ Le parole di Joseph Ratzinger sopra riportate provengono da:
http://www.ratzinger.it/modules.php?name=News&file=article&sid=229 ]
[(Corrige)
Signore grande, o re potente
dilettissimo Salvatore, o quanto poco
ti importa dello splendore terreno!
Colui che regge l’universo mondo,
che lo ha creato nella sua bellezza e magnificenza,
deve dormire in una dura mangiatoia.]
E’ proprio nel periodo natalizio che osservo, sempre con maggior frequenza, l’uso di non esporre tra – i vari addobbi e alberi di natale cittadini – l’immagine del Bambino Gesù. Se ne guarda bene la cultura laica dei nostri tempi! “Quel Bambino” è temuto!!! Chi lo espone “rischia” di misurare la propria vita con la vita di “quel Bambino”. Così il Papa, giustamente, ci ricorda: “E’ Lui il criterio di misura che Dio ha dato all’umanità”.
Buon avvento a tutti voi
Michelangelo
Merry Xmas, Cogitor! 😉
Nel mio avvicinamento al Natale trovo grande conforto e gioia nell’ascolto delle profezie di Isaia nella prima parte del Messiah di Handel. Nel “Comfort ye” iniziale si sente Dio che ci prende per mano, e quando si arriva al “For unto us a child is born” sembra proprio che il Verbo si faccia musica.
http://www.youtube.com/watch?v=zhy2SRHqpuQ
http://www.youtube.com/watch?v=_9kjqpvkESs&feature=related
“chi ha ascoltato questo, sa che la fede è vera”
[Breaking -off topic- News! Il Papa ha scelto il nuovo Primate d’Olanda, il successore del Cardinal Simonis: ha spiazzato tutti (me almeno) : l’eletto, Willem Jacobus Eijk, attuale vescovo di Groningen, è giovane (54 anni) e, nel paese dove l’eutanasia non è solo un’opinione, ha -udite!- sia un dottorato in Medicina a Leida, che di Filosofia Morale presso l’Angelicum (oltre che la Licenza in Teologia) ! Questo dotto teologo morale -consigliere della Pontificia Accademia per la Vita-conferma quanto giustamente osservato da R. Savigni circa il neo-spezino Moraglia -mi trova concorde- .
(…E pensare che stamane mi dicevo : ‘Come vorrei leggere sul sito del Bollettino la nomina del successore di Simonis!’ . Non so come, è andata proprio così. Telepatia -no joke. ) :
]
[Girovagando per il web ho trovato un possibile punto di connessione fra la notizia dall’Olanda e il tema del post:
Un blogger olandese scrisse, a gennaio dell’anno scorso :
“St. Joseph’s Cathedral, Groningen, the Netherlands
Bishop Eijk
The homily rocked. It went something like (very roughly):
Last year a new tv company was set up (the tv system in this country is bizarre);
In order to attract more viewers, tv companies are often selective in what they portray;
The Magi travelled a difficult journey and ended up adoring a king in rather different circumstances than they would normally be used to;
Yet they were not selective in their adoration;
Likewise we should not be so either; and (the cracker for me)…
The intention is that society becomes Christianized, not that Christianity molds to what society wishes.”
Penso che con il (futuro) cardinale “Wim” Eijk, ne vedremo delle belle…:]
Un vescovo più volte finito alla ribalta della cronaca nazionale per le sue esternazioni…. su omosessualità, pena di morte etc. Ho paura che sarà un arcivescovo che radicalizzerà ancora di più la estrema polarizzazione che squarcia il cattolicesimo olandese (soprattutto dagli anni Ottanta). Se questo in realtà succederà… una triste notizia.
Beh, Don78: se un Montini “esasperato” aveva scelto un Simonis (poi mostratosi dopotutto più ‘moderato’ di quanto certi pensassero) , poi scelto da Wojtyla per Utrecht, è chiaro che un Ratzinger…
(Comunque io speravo in Mons. Punti di Haarlem…;)
(Mons. PUNT di Haarlem)
Sarà pure salito alla ribalta per la sua politically incorrectness, ma mi pare che per Benedetto XVI il cardinalato sia tutt’altro che una sinecura, tuttaltro… Back to the basics , e all’Usque sanguinis effusionem… (Don, non notasti la ‘conversione’ dell’edimburghese O’Brien, dopo la porpora??)
Ognuno ha la sua strada, ognuno fa le sue scelte, ognuno vede le vita a suo modo e tale visione va comunque rispettata.
Per conto mio, vedo che ci si ostina a parlare di un giudizio finale inappellabile (altro che suicidio, l’inferno) – saremo valutati – per di più espresso da un Dio che si sarebbe immolato volontariamente in nome di un’idea (la vita che vince sulla morte e sul dolore) che alla prova dei fatti non si è realizzata, dato che si continua “dopo Cristo” a uccidere e a morire esattamente come “avanti Cristo”. Che dire, beati voi, che credete senza aver visto.
Infine, come fate a non sentire la contraddizione di un papa tempestato di gemme e ricoperto d’oro che parla di un bambino privo di tutto e riscaldato dal fiato di due animali? Lo so, questione vecchia e un po’ di retroguardia.
Leopoldo
P.S. Rileggo alcuni passi del Vangelo, prima di chiudere il post, alla ricerca dei riferimenti ai bambini, ne trovo solo nei sinottici, ma ciò mi dà l’occasione di misurare quanto sia dolce la parola di Gesù. Davvero, si potesse essere bambini, non aver visto, non aver sentito. Dovete perdonarmi per le mie parole, piccole, di un pover’uomo che non sa dove cercare.
aaah Punt… 😉 quello che ha rispolverato (con l’Opus Dei) la processione del Corpus Domini in Olanda dopo qualche centinaio di anni?
e su O’Brian… che conversione? Io non sono informato come te sull’episcopato mondiale (dopo ghost-writer del S.Uffizio sei anche il mio fidato fornitore di terne alla Congr. dei Vescovi)… ENLIGHTEN me! 😉
“dopo ghost-writer del S.Uffizio sei anche il mio fidato fornitore di terne alla Congr. dei Vescovi”
Beh, Don78, non sai che ho anche un passato da…cremlinologo dilettante?
(..E me la cavo ancora discretamente, pur non aggiornandomi più molto:
ho azzeccato che Putin alla fine avvrebbe ‘investito’ suo successore l’oligarca di Gazprom -relativamente più liberal e meno poliziasegretoso- Medvedev . E io ci speravo ancora, pur non scommettendoci nessuno manco più un copeco…)
ho capito! 🙂 in generale sei un esperto di sistemi pseudo-democratici, semi-totalitaristici, o cmq top-down management 🙂
ci siamo persi il Bambino?
C’è sempre qualcuno che lo ritrova
Per capire la situazione dell’Olanda dovreste leggervi qualche cronaca dei tempi del Sinodo Olandese, convocato da Wojtyla in Vaticano nei primi anni ’80.
Si parlò di “commissariamento” della Chiesa dei Paesi Bassi, e fu un evento sicuramente difficile.
Simonis era in realtà probabilmente il più moderato dell’ala dura, per questo fu scelto lui per Utrecht.
Leopoldo ha detto – per me – le parole più vere. Io mi chiedo da credente tutti i giorni che senso abbia la morte di Cristo se si muore ancora. Da credente il bambino lo cerco nel Vangelo e in particolare nelle parole che lì vengono dette da Gesù. Posso solo provare a suggerirti di prenderlo con te, quel bambino che trapela dalle sue parole e di fargli compagnia, o di restare nella sua compagnia il più a lungo che puoi – io così cerco di fare.
Meno grave a portare mi pare la “contraddizione” del papa in gemme e ori. Sono sicuro che un papa in clergiman che abiti sull’Aurelia e parli da una radio locale non risulterebbe più credibile, almeno a me. La difficoltà a credere – che se la portano dentro anche i credenti – è in noi, non viene da fuori. Si chiama riluttanza al mistero. E’ per questo che penso tu sia sulla buona strada se avverti la “dolcezza” della parola di Gesù. Affidati a essa, se ti senti. Io non faccio altro.
Quelli che hanno la mia età sono cresciuti in una idea abbastanza sobria del cristianesimo ufficiale.
I Papi li abbiamo sempre visti coi segni dell’autorità, ma senza esagerazioni di ricchezza.
Quel che dice Leopoldo, quindi, suscita anche in me una riflessione, magari da un diverso punto di vista.
Bello il recupero della tradizione, ma alcune gemme e alcuni ori possiamo tranquillamente lasciarli nelle teche dei musei diocesani, o del tesoro di San Pietro.
Diverso è il tema più generale del potere della Chiesa.
A una Chiesa mescolata e impotente non ci credo, perchè penso che una parte della sua credibilità stia proprio in questo segno di contraddizione: dotarsi di una voce forte e udibile e metterla al servizio di quelli che non hanno voce.
Poter avere tutto, e tutto mettere a disposizione.
Sedere tra coloro che hanno il potere, e stridere nel loro concerto, per far udire le stecche di quelli che il potere non ce l’hanno.
E’ qualcosa per cui serve soprattutto la personale santità di quelli che la Chiesa rappresentano.
Ma l’originalità cristiana in questo mondo non sta tanto nella spoliazione, quanto nell’uso rovesciato di quello che abbiamo.
Rovesciato in favore di un’istanza radicalmente diversa da quella mondana.
Radicalmente profetica.
Va bene l’umile e povero Bambino della Culla di Betlemme… Ma il Bambino regale “di Praga”, Lo buttiamo “con l’acqua sporca” ??
Quello di Praga lo trovo somigliante a quello dell’Ara Coeli. I tanti bambini che sono per il mondo attestano la dolce e forte confusione dei cuori iniziata nella notte di Betlemme.
Basta cambiare prospettiva, di fronte “alle gemme e agli ori”: si provi ad immaginare la valenza antropologica del vestito del dì di festa in una comunità/tribù del mondo non sazio e meno ‘civilizzato’ del nostro…
Magari gli abbellimenti (gioielli/fiocchi/lacci etc…magari gelosamente tramandati da generazioni) varii portati da una giovane ragazza (che fa la contadina il resto dei giorni: e lo dico da nipote di una donna -pace all’anima sua- che ha fatto anche la mondina, non di una marchesa) .
Per farvi un esempio solo, che vale per mille; guardate la foto:
http://en.wikipedia.org/wiki/Image:Prokudin-Gorskii-08.jpg
Ragazze Contadine Russe, 1909
Young Russian peasant women offer berries to visitors to their izba, a traditional wooden house, in a rural area along the Sheksna River near the small town of Kirillov.
(foto di Sergei Mikhailovich Prokudin-Gorskii, a colori, secondo una particolare tecnica tricromatica da lui inventata)
Secondo la mia particolare visione del mondo (e del Vangelo) -liberi di contraddirmi, e io di tenermela stretta- , come sarebbe ‘scandalizzare’ le piccole donne ‘impreziosite per l’occasione’ dicendo loro che con stracci o vestiti colorati ‘sempre poveracce sono’ (..manco non lo sapessero!) , così i più umili nel popolo di Dio che giosicono anche nel vedere come i ministri consacrati della loro Chiesa si ‘facciano belli’ per e nel celebrare i Sacri Misteri, verrebbero parimenti ‘scandalizzati’dai detrattori della preziosità di paramenti e arredi liturgici.
Ammetto che tendo a pensarla come Syriacus. Sono contento che il mio parroco abbia rispolverato dagli armadi qualche vecchio paramento. Lo spreco abbrutisce, ma la bellezza vince il mondo.
(lo dico tra parentesi e mi scuso per la digressione dal Bambino, ma per chi desidera un’approfondimento sulla situazione olandese segnalo l’ultimo numero di National Catholic Reporter:
http://ncronline.org/#This%20Issue
Ps: è precedente alla nomina di Eijk.)
“un approfondimento” senza apostrofo. sorry. 🙂
Sulla somiglianza esteriore al bambino, terrei separati i due ambiti, liturgico e non liturgico.
Fuori dalla liturgia, non si farà mai abbastanza (a cominciare da noi cristiani comuni per finire al Vaticano) verso l’essenzialità e/o nell’uso rovesciato di quello che abbiamo.
Per usare un esempio banale e abusato, è innegabile che parlare di rispetto dell’ambiente con una mantellina bordata d’ermellino risulti stridente e, alla fin fine, meno credibile, ma non più di quanto sono stridenti i miei sprechi quotidiani. Per questo non me la sento di dare lezioni di coerenza a nessuno e spero che si cammini tutti insieme verso una maggiore essenzialità.
Nella liturgia, già Giovanni Paolo II nella Ecclesia de Eucharestia è molto chiaro (par. 48 e seguenti) sul perché la Chiesa investe “il meglio delle sue risorse per esprimere il suo stupore adorante di fronte al dono incommensurabile dell’Eucaristia” e perché “la fede della Chiesa nel Mistero eucaristico si sia espressa nella storia non solo attraverso l’istanza di un interiore atteggiamento di devozione, ma anche attraverso una serie di espressioni esterne, volte ad evocare e sottolineare la grandezza dell’evento celebrato” .
Penso però che la solennità dei paramenti e il recupero di quelli antichi, che rappresentano un fondamentale un senso di continuità con chi ci ha preceduto, debba comunque tener conto delle sensibilità dei fedeli che sono in continua evoluzione e che quindi si debba trovare un giusto equilibrio, ma sono quasi sicuro che il Marini raccomandato da Syriacus saprà trovarlo.
(Caro Don78, il ‘loro’ candidato, a quanto pare, non ce l’ha fatta…:
“Smart, suave, he may be next Dutch cardinal”
http://ncronline.org/NCR_Online/archives2/2007d/121407/121407i.htm )
( Alla faccia della terna! Con uno così, nella Terna, essa si riduce almeno ad… ambo:
“I said many people had told me the bishops of Holland are hopelessly out of touch with the people, have nothing to say to them.
“I know,” he said. “We cannot reach the people now. I believe we must learn to listen, listen, listen. That’s what bishops are supposed to do.” Then he reminded me that bishops also have to defend the deposit of faith. I suggested that some teachings that were once thought to be in the deposit have been since removed and that some others need to go. He laughed, and this led to a friendly, extended exchange of ideas about to whom a bishop owes his first allegiance.
He showed me his collection of books by Fr. Edward Schillebeeckx, whose theology he finds “creative and interesting.” But his preference, he said, is for the work of the Protestant Swiss theologian Karl Barth, who deeply influenced such Protestant theologians as Dietrich Bonhoeffer, Richard Neibuhr and Paul Tillich.” )
[ Don, non troverà mica accettabile un editoriale come quello dello scorso numero?
Issue Date: December 7, 2007
“Finished playing by the rules”
http://ncronline.org/NCR_Online/archives2/2007d/120707/120707v.htm ]
Caro Syriacus
1) dopo aver letto l’intervista ho scoperto che de Korte era il mio candidato preferito… purtroppo postumo…
2)se ho capito bene la batuta dell’ambo, mi preme tranquillizzarti: Simonis avrebbe mai scelto un ausiliare eterodosso???? A syrì! dai! non fare l’ultras.;)
3) sul passato editoriale mi avvalgo della facoltà di non rispondere… se avessi voluto iniziare una conversazione sul sacerdozio alle donne.. l’avrei linkato io stesso la settimana scorsa 🙂
Dopo aver letto l’editoriale (anonimo e credo del direttore) del Ncr, mi è venuto il dubbio che BXVI abbia dato un’occhiata al calendario e abbia deciso di accelerare i tempi della reconquista. In effetti, al Ncr, solo Allen ha perduto il pelo e forse il vizio, ma gli altri, al pari di Mickens, aspettano fiduciosi che il nostro Peppino tolga presto il disturbo. Ma adesso non ci sono più i bulgari servizievoli. Cordiali saluti, Eufemia Budicin
A Syriacus sui vestiti del dì di festa: infine i magi giungono a Betlemme e l’oro si spoglia alla paglia.
E’ vero Luigi, l’oro si sposa alla paglia, a Betlemme… D’altro canto però, non credo che i Re Magi, una volta ritornati a casa, abbiano venduto all’incanto tutti i loro ‘ori di proprietà’ per devolverene il ricavato in beneficenza.
Invece, credo che abbiano appreso dal Bambino ad essere – a seconda dei casi- sovrani saggi, dotti caritatevoli, giudici giusti e misericordiosi, e così via…
“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.
A me piace pensare che anche un re o un sapiente benestante possa essere ‘affaticato e oppresso’ da mille problemi, come tutti i discendenti di Adamo ed Eva, e che, al contempo, anche per essi il giogo possa essere dolce e il carico leggero. Gesù, il Dio fattosi uomo, non ha pretese disumane verso coloro con ciu condivide parte della natura.
“In effetti, al Ncr, solo Allen ha perduto il pelo e forse il vizio, ma gli altri, al pari di Mickens, aspettano fiduciosi che il nostro Peppino tolga presto il disturbo.”
Concordo. E così anche quelli del Tablet (e molti altri) .
Non sono il primo nè l’ultimo, peraltro, a trovare possbili analogie fra un regno ‘di transizione’ della storia inglese, e ciò che alcuni vorrebbero fosse soltanto il pontificato/regno di Benedetto XVI.
“Quando in Inghilterra, nello stesso giorno, morirono la regina Maria Tudor e il legato papale Reginald Pole, i ricchi offrirono banchetti pubblici nelle strade davanti alle loro case ed Elisabetta I assunse il potere mantenendolo fino alla morte nel 1603.”
Syriacus: “Con cui condivide parte della natura”. Non tutta?
Limitatamente alla sua natura umana, Egli la condivide tutta fuorchè nel peccato. Poi c’è l’altra natura, divina.
Per dirla con Calcedonia:
« Seguendo i santi Padri, all’unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e di corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consostanziale a noi per l’umanità, “simile in tutto a noi, fuorché nel peccato”; (Cf Eb 4,15) generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi, per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo l’umanità.
Un solo e medesimo Cristo, Signore, Figlio unigenito, che noi dobbiamo riconoscere in due nature, senza confusione, senza mutamento, senza divisione, senza separazione. La differenza delle nature non è affatto negata dalla loro unione, ma piuttosto le proprietà di ciascuna sono salvaguardate e riunite in una sola persona e una sola ipostasi ».
( E se passassi al cristianesimo monofisita siriaco-giacobita? )
«Dal presepe lo sguardo si allarga oggi all’intera umanità, destinataria della grazia del “secondo Adamo” ma pur sempre erede del peccato del “primo Adamo”. E non è forse quel primo “no” a Dio, ribadito nel peccato di ogni uomo, che continua a sfigurare il volto dell’umanità?».
Dal messaggio Urbi et Orbi pronunciato da Giovanni Paolo II in piazza San Pietro il 25 dicembre 2000 : http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=12197
A Syriacus: domandavo perchè avevo inteso “condivide parte della [loro] natura”. Mentre tu intendevi dire “parte della [propria] natura”. E dunque avresti detto meglio: “una delle proprie nature” rispettando il dettato di Calcedonia che dice “due nature”. Se fossimo garantiti dalla “sporcizia” – parola ratzingheriana – quanto lo siamo dalle eresie!
Beh, direi, parafrasando il salmista:
Si heresiae observaveris, Domine: Domine, quis sustinebit?
Dómine, non secúndum peccáta nostra, quae fécimus nos:
neque secúndum heresias nostras retríbuas nobis!
(Ops!) Si heresias observaveris, Domine: Domine, quis sustinebit?
non ho capito perchè si citano le le Scritture in latino… se proprio uno vuole attenersi all’antico, o magari giustamente crede che ogni traduzione sia un po’ un tradimento, o gli piace andare alle forti, o semplicemente vuole fare il figo.. perchè non citare in greco o ebraico? 🙂
Speriamo che Syriacus per ritorsione non usi il siriaco!
Il latino è molto conciso e meno sbracato dell’italiano.
E il latino delle Sacre Scritture è particolare: mi figuro che san Girolamo ne abbia curato vuoi la chiarezza (per i suoi tempi) vuoi la nobiltà. Cosa che poi hanno fatto per es. i traduttori della Bibbia inglese, detta Authorized Version, ma non quelli della Bibbia italiana detta CEI.
“Rorate cæli desuper, et nubes pluant iustum, aperiatur terra, et germinet Salvatorem”: così, dati i tempi.
Che bello questo intervento. E’ proprio una bella boccata di ossigeno! 🙂
Anche io in questi giorni respiro la bellezza e la trasparenza dei bambini. L’ho fatto con un articolo dedicato ad una bella iniziativa di una libreria qui a Genova, tutta volta ai bambini. (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=227325) Entrando nella frequentatissima libreria, una montagna di disegni riempiono ogni centimetro di parete… Per una volta i bambini hanno la meglio sui calendari…che gioia!
E la seconda cosa risuarda lo zecchino d’oro. Un amico mi ha mandato un bellissimo video di uno Zecchino d’oro di qualche anno fa… Mi ha cosi commosso che l’ho pubblicato sul blog. E ringrazio il Signore!
Andrea
appunto la chiarezza… ai tempi di S.Girolamo.
Che italiano che uso! 🙁 Mi correggo subito:
Entrando nella frequentatissima libreria, una montagna di disegni riempie ogni centimetro di parete… Per una volta i bambini hanno la meglio sui calendari…che gioia!
Scusate e buon Avvento!
Andrea
“Io mi sono studiato di dare un tedesco puro e chiaro, di interrogare la massaia di casa, i bambini per strada, l’uomo comune al mercato, e regolarmi su questo nel tradurre, così che poi possano capire che io parlo con loro la loro lingua.”
(San Martino Lutero da Eisleben)
ora pro nobis
dalle 95 tesi del portone di Wittenberg:
tesi 22 (anche detta DV 22)
” Der Zugang zur Heiligen Schrift muß für die an Christus Glaubenden weit offenstehen. Darum hat die Kirche schon in ihren Anfängen die älteste Übersetzung des Alten Testamentes, die griechische, die nach den Siebzig (Septuaginta) benannt wird, als die ihre übernommen. Die anderen orientalischen und die lateinischen Übersetzungen, besonders die sogenannte Vulgata, hält sie immer in Ehren. Da aber das Wort Gottes allen Zeiten zur Verfügung stehen muß, bemüht sich die Kirche in mütterlicher Sorge, daß brauchbare und genaue Übersetzungen in die verschiedenen Sprachen erarbeitet werden, mit Vorrang aus dem Urtext der Heiligen Bücher. Wenn die Übersetzungen bei sich bietender Gelegenheit und mit Zustimmung der kirchlichen Autorität in Zusammenarbeit auch mit den getrennten Brüdern zustande kommen, dann können sie von allen Christen benutzt werden. ”
Tesi 36 (anche detta SC 36)
Ҥ 1. Der Gebrauch der lateinischen Sprache soll in den lateinischen Riten erhalten bleiben, soweit nicht Sonderrecht entgegensteht.
§ 2. Da bei der Messe, bei der Sakramentenspendung und in den anderen Bereichen der Liturgie nicht selten der Gebrauch der Muttersprache für das Volk sehr nützlich sein kann, soll es gestattet sein, ihr einen weiteren Raum zuzubilligen, vor allem in den Lesungen und Hinweisen und in einigen Orationen und Gesängen gemäß den Regeln, die hierüber in den folgenden Kapiteln im einzelnen aufgestellt werden.
§ 3. Im Rahmen dieser Regeln kommt es der für die einzelnen Gebiete zuständigen kirchlichen Autorität zu, im Sinne von Art. 22 § 2 – gegebenenfalls nach Beratung mit den Bischöfen der angrenzenden Gebiete des gleichen Sprachraumes – zu bestimmen, ob und in welcher Weise die Muttersprache gebraucht werden darf. Die Beschlüsse bedürfen der Billigung, das heißt der Bestätigung durch den Apostolischen Stuhl.
§ 4. Die in der Liturgie gebrauchte muttersprachliche Übersetzung des lateinischen Textes muß von der obengenannten für das Gebiet zuständigen Autorität approbiert werden.”
Ho capito subito che hai quotato la Sacrosanctum Concilium in tedesco. Bell’humor. Grazie di avermela ricordata, “Der Gebrauch der lateinischen Sprache soll in den lateinischen Riten erhalten bleiben” . I nostri sacerdoti se lo dimenticano troppo spesso…
Beh.. c’era SC … non è che ci voleva tanto 😉 cmq il mio humor poca cosa rispetto ai tuoi post creativi e spiritosi.
Tuttavia…
“§ 3. Im Rahmen dieser Regeln kommt es der für die einzelnen Gebiete zuständigen kirchlichen Autorität zu, im Sinne von Art. 22 § 2 – gegebenenfalls nach Beratung mit den Bischöfen der angrenzenden Gebiete des gleichen Sprachraumes – zu bestimmen, ob und in welcher Weise die Muttersprache gebraucht werden darf. Die Beschlüsse bedürfen der Billigung, das heißt der Bestätigung durch den Apostolischen Stuhl.”
Prenditela con qualcuno più in alto.. non con i sacerdoti.
Comunque, se il Corpus Domini (incrostazione mediavale papista) ad Haarlem (territorio canonico dell’Ecclesia Reformata, dove è in auge la ben più simpatica transignificazione) non ti entusiasma tanto, eccoti una ars celebrandi neerlandese che potrebbe piacerti. Una celebrazione cattolico-ecumenica trasmessa di recente da una tv del Regno d’IOlanda:
http://cgi.omroep.nl/cgi-bin/streams?/tv/rkk/eucharistie/bb.laatste.asf
Chieso venia: Bruxelles , nel Regno di Belgio (che non so quanto durerà ancora…)
[“Prenditela con qualcuno più in alto.. non con i sacerdoti.”
Infatti io, nel mio mio privato, faccio da anni ‘lobbying’ preso le alte sfere per cambiare le cose… Anch’io sono Chiesa, dopo tutto, no?
(Poi c’è Quello più in Alto di tutti, che spero ascolti le mie come le tue preghiere, e provveda da par suo…)]
già …speriamo….
e certo che anche tu sei Chiesa…. anzi! date le conoscenze nelle alte sfere magari sei anche più Chiesa degli altri. 🙂
[La mia era una battuta, Don… Mica Guido tutti i giorni sino a Piacenza!! 😛 ]
[“All faithful are Church, but some faithful are more Church than others”
A proclamation by the arch-conservative lobbyists who control the Church government in the novel Clerical Farm, by Fr. Seventyeight. The sentence is a comment on the hypocrisy of churchmen that proclaim the absolute equality of the members of the People of God with respect to the Hierachy , but ultimately give power, privileges (and indulgences, anulments, etc…) to a small elite. ]
[Veni, Redemptor gentium est hymnus, qui in tempore Adventus in preparatione ad Christi Nativitatem cantatur. Putatur hunc hymnum a Sancto Ambrosio Mediolanensis scriptum esse.
Martinus Luther hoc carmen in Germanicum vertit: Nun komm, der Heiden Heiland. :]
From “The Clerical Observer” 12.13.2007
“He just got what I meant, Mr. Syrian is simply brilliant”
Interview with the author of “Clerical Farm”
“Fr. Seventyeight, what do you think about your book’s review made by Mr. Syrian?”
-Brilliant, just brilliant. He got exactly what I meant. I would recommend his review to all my readers.
“Do you agree also with his interpretation of the most famous sentence of your book?”
-Absolutely, that sentence expressed all my anger against the church hierarchy, like everybody knows I left my former church some years ago and joined the Church of the Sisterhood of the Equals of the Last Concilium Days.
“Are you working on some new topics at the moment?”
-Well, actually lots of my energies are taken by convincing Mr. Syrian to join our church. In the free time I write some comments on a nice blog of friends of the CSELCD.
ROFL! 😀
🙂
Quando leggo i vostri interventi, mi stupisco di cotanta sapienza. Se avete tempo, leggete, sulla Stampa, il blog di Marco Tosatti, ditemi se lì non sembra di stare in partibus infidelium. Sarà l’aria del Piemonte, ma lì sono tutti laicisti sfegatati e il povero Tosatti non sa come rintuzzarli. Qui a Roma, con i preti e il Vaticano, ormai abbiamo trovato un modus vivendi, ma a Torino, secondo me, credono ancora che l’Italia deve essere liberata dalle sgrinfie del papa.
Ho già fatto un salto sul blog di Tosatti, giorni fa, ma sono scappato dopo poco di fronte alla falange di interventi ‘monocolore’. (Meglio -persino- quello dell’UAAR! ) A tutto c’è un limite…
Eufemia , prova allora a consolarti con :
‘ To prepare for the International Women’s Day (March 8th) we offer a paper by a Professor of Theology and Sociology at the Diocesan Seminary (St Pius College, Aarey Road, Goregaon East, Mumbai 400063) and National Ecclesiastical Advisor of the Catholic Women’s Council of India (CCWI). The paper was presented at the FABC Conference on Women (BILA II), Pattaya, Thailand, 18 October 1998. Fr D’Mello offers five paradigms of feminism and opts for the solidarity paradigm as most appropriate for Asia. He then shows how it can operate in the Church at the level of the Bible, Theology and Liturgy and how it calls the Church to be involved in micromovements.’
“…One might say feminist theology flows into “planetary theology” (Tissa Balasuriya, “Why Planetary Theology” in Third World Liberation Theologies, ed. Deane William Ferm, Maryknoll, N.Y.: Orbis Books, 1990) — to use an expression coined by Tissa Balasuriya. Feminist theology becomes the starting point for other liberation theologies, for interdisciplinary theologies and for a network of contextualized theologies.
* While Feminist theology liberates theology from androcentric assumptions and patriarchal thinking, and imaginatively reconstructs theology from a mutually respectful point of view. Ecological theology liberates theology from a humano-centric perspective (a perspective that views humans as the sole focus of theology) and reconstructs theology from a cosmocentric perspective (where the entire cosmos, including plants and animals, earth and oceans, become the focus of the theological viewpoint). When these two perspectives are combined, we have an Eco-feminist Theology, which not only combines the concerns of feminism with the concern of ecology based on the striking parallels between the rape of the earth the rape of women, but reacquires feminist styles of living and thinking as the only means for preserving environmental sanity….”
http://www.urbandharma.org/bcdialog/bcd2/feminization.html
(Sperando che Don Settantotto la prenda bene e non mi pianti un quarantotto sul ‘nice blog of friends of the CSELCD’…;)
Caro Syriacus, grazie per la divertente citazione. Mi pare che De Mello abbia fatto in tempo a trapassare prima di essere bruciato dalla CDF. Comunque ora il subcontinente indiano mi sembra ben allineato e coperto, anche troppo forse. Invece voi genovesi perchè non andate in Piemonte come missionari e cercate di allargare la visione dei poveri montanari: come dice Conte “Genova per noi…”
Don78 e Syriacus, ma che è CSELCD? Come padrone di casa sono tenuto a sapere quello che qui si straparla…
Qualcuno ha visto un Bambino? Si chiama CSELCD, dovrebbe essere nato in una grotta, gli mancano panni e fuoco, ma parla un ottimo tedesco. Ah, dimenticavo, il latino lo conosce… da Dio! 🙂
Scusa Luigi, fa parte di uno sfottò tra a me e Syriacus: siccome Lui da tempo mi ha messo nel girone degli eretici, ho voluto confermare questa sua tesi autocollocandomi in una fantomatica nuova chiesa, appunto la CSELCD: Church of the Sisterhood of the Equals of the Last Concilium Days.
Lungi da me accostare il tuo blog con certe sigle, si faceva per scherzare 🙂
Sul post di Syriacus: perchè dovrei prenderla male? Non l’intervento riportato non ci vedo nulla nè di “consolatorio”, nè di “divertente”. Anzi approfondirò questo filone Eco-Feminist… 😉
x la signora Bidicin, solo una cosa: è da tempo che la CDF non “brucia” più i teologi. Sorry.
mi correggo: signora BUdicin, chiedo venia.
Io il Bambino l’ho visto e lo vedo di continuo, eccome. Non son cieco. Peraltro la vostra “fraterna correzione ortottica”, non ha nulla di fraterno, nè di cristiano: credete di essere ‘profetici’ e ‘provocatorii’, ma siete tutto il contrario, rendiatevene conto. Arrivederci all’Epifania.
Syriacus, qui si scherza, è un blog, si alternano e si mischiano cose serie e cose giocose. Del resto l’ironia non ti manca. Quella ‘fraterna correzione ortottica’ è splendida. Perchè allora ti scaldi tanto? Cosa c’è che non va?
…”credete di essere ‘profetici’ e ‘provocatorii’, ma siete tutto il contrario, rendiatevene conto”. Suvvia, è il Bambino ad essere profetico e provocatorio, nessun altro.
Una filastrocca d’Appennino per rimanere in tema ed augurare a tutti un sereno Natale.
Maria lavava
Ggiuseppe stendeva
il figlio piangeva:
che fame che aveva!
Il latte t’ho dato
il pane non l’ho…
La neve scendeva
scendeva dal cielo
Maria col suo velo
copriva Gesù.
Caro Don78, lei lo sa che i roghi non ci sono più, ma lo dica anche a quelli dell’Adista. Comunque, mi scuso per la battuta scema.
cosa è successo all’Adista?
Hanno acceso roghi?
accidenti, e io che lo leggo sempre non me ne ero manco accorto.
che scemo che sono…..
Non capisco lo spirito corrosivo degli interventi sul latino. Il latino come ogni lingua veicola cultura. Spero non di questa si abbia paura.
Come Syriacus ha documentato, Ambrogio scrive per i suoi cristiani l’inno “Veni, Redemptor gentium”: volendo fare appello alla mente e al cuore dei suoi fedeli, non disdegna una certa cura della prosodia.
Veni, Redemptor gentium;
Ostende partum virginis;
Miretur omne saeculum.
Talis decet partus Deo.
Parrebbe che l’impresa ne valesse la pena, se per mille anni i credenti lo cantarono in Chiesa, anzi lo vollero anche tradurlo.
Martin Lutero vuole scrivere in tedesco, anzi “dare un tedesco puro e chiaro, di interrogare la massaia di casa, i bambini per strada, l’uomo comune al mercato, e regolarmi su questo nel tradurre, così che poi possano capire che io parlo con loro la loro lingua.”
Quindi scrive il corale “Nun komm, der Heiden Heiland” ispirato al precedente inno.
Nun komm der Heiden Heiland,
der Jungfrauen Kind erkannt,
daß sich wunder alle Welt,
Gott solch Geburt ihm bestellt.
Di nuovo l’impresa fu di alto valore se è 500 anni che viene catato. http://www.youtube.com/watch?v=VTbCvi9VyYQ
In questo modo Lutero ha convogliato ai suoi fedeli la tradizione (ma va!?) della Chiesa nella lingua e nella cultura che lui stesso contribuisce a creare.
Cosa si è fatto in italiano? Che cosa hanno fatto di memorabile per “dare un ITALIANO puro e chiaro, di interrogare la massaia di casa, i bambini per strada, l’uomo comune al mercato, e regolarmi su questo nel tradurre, così che poi possano capire che io parlo con loro la loro lingua” coloro che sanno citare la ‘Lumen Gentium’ o la ‘Sacrosanctum Concilium’ in tedesco?
Qual’è l’inno italiano equivalente? Questo è il punto.
Passati 40 anni (numero fatidico per la Bibbia) dai bei giorni di maggio, sarebbe ora di cessare di abbattere, polemizzare e smitizzare. Non è difficile guardarsi attorno per vedere le rovine. Sarebbe ora di costruire: per esempio di scrivere dei corali italiani degni di essere cantati dall’assemblea liturgica dei fedeli, convogliando ad essi la fede della Chiesa.
Mah.. il nostro “Tu scendi dalle stelle” fa schifo??? Secondo me fu dettato dallo stesso intento comunicativo di Ambrogio o Lutero, e possiede uguale spessore spirituale e culturale (ognuno ha le sue tradizioni musicali… e cultura non sono solo gli inni gregoriani e i corali tedeschi)
Così come non sputerei così facilmente nel piatto del nostro repertorio musicale-liturgico in Italiano (anche degli ultimi 40 anni)….
Girolamo, Ambrogio, Lutero si sforzavano di parlare nella lingua dei loro contemporanei…. cerchiamo di continuare sulla stessa strada…
[…] Publicado por El pescador on 26 Diciembre 2007 Luigi Accattoli (original en italiano; traducción mía) Estaba en el coche ayer a mediodía cuando he escuchado al papa Benedicto que decía: “En el ocaso de nuestros días en la tierra, en el momento de la muerte, seremos juzgados según nuestra semejanza o desemejanza con el Niño que está a punto de nacer en la pobre cueva de Belén, puesto que él es el criterio de medida que Dios ha dado a la humanidad“. Palabras transparentes. Feliz yo de oírlo. Aclaraban todo. El dicho de Jesús “si no os hacéis como niños” y la máxima de Juan de la Cruz: “Al atardecer de la vida nos examinarán del amor”. […]
Il fenomeno ‘blog’ è molto interessante, come dimostra il post precedente, che segnala un sito ‘mirror’ in spagnolo del presente sito. Tuttavia il ‘blog’ è un fenomeno di giornata, e un post non di giornata difficilmente verrà notato.
Pazienza per il mio.
Non c’è nulla di male in ‘Tu scendi dalle stelle, o Re del Cielo’ nè in
‘Quanno nascette Ninno a Bettalemme
Era nott’, e pareva miezo juorno.
Maje le Stelle – lustre e belle
Se vedetteno accossì:
E a cchiù lucente
Jett’a chiammà li Magge all’Uriente.’
Il mio punto è che il loro autore era un vescovo del ‘700:
S. Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787). Egli scrisse una raccolta di ‘Canzoncine spirituali’ per il suo popolo.
(http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/_IDX032.HTM)
Io ricordo benissimo anche
“O bella mia Speranza,
Dolce Amor mio, Maria,
Tu sei la Vita mia,
La Pace mia sei Tu.”
cantata ad ogni messa (ma ero molto giovane).
S. Alfonso Maria de Liguori ha scritto numerosissime opere di carattere pastorale, in particolare per l’istruzione del suo clero, inclusi manuali come ‘Alcuni brevi avvertimenti per la lingua toscana’ e ‘Delle quattro regole principali dell’Aritmetica’.
Io più che sputare nel piatto del repertorio, sarei per imitare gli antichi, incluso S. Alfonso Maria de Liguori, e operare per la formazione di un innario popolare. Qui in Piemonte da anni c’è un libretto di canti dal titolo ‘Nella casa del Padre’ (sponsorizzato dalla Conf. Ep. Piem.): dove è utilizzato abitualmente, si sente cantare l’assemblea.
Buon Natale