Se sia giusto insultare Calderoli

“Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango”: da quando ho letto queste sincere parole di Roberto Calderoli mi vado chiedendo se sia giusto reagire a esse insultando colui che le ha pronunciate con l’affermare, poniamo, che lui “fa pensare” a un maiale e altre porcate – parola tematica in zona Calderoli – del livello a cui ognisempre ci tirano gli amici leghisti. Sono arrivato alla conclusione provvisoria che l’insulto, sempre deprecabile, sia in questo caso funzionale a combattere l’uso politico dello stereotipo razziale. La battuta che paragona i neri agli animali ha purtroppo una sua efficacia – chiamiamola di sfogo, o deprecativa – nella “cultura” degli elettori di Calderoli, un’efficacia che può garantire un tornaconto politico. Quell’efficacia e quel tornaconto possono essere combattuti per due vie: quella lunga della formazione di un sentire rispettoso della diversità, compresa quella del colore della pelle, di cui sono portatori gli esseri umani; e quella rapida della sanzione dell’impresentabilità per chi a tale stereotipo ricorra. Se la canea scatenata dall’insulto dell’orango otterrà le dimissioni del Calderoli dalla vice-presidenza del Senato vorrà dire che la sanzione dell’impresentabilità ha funzionato.

54 Comments

  1. discepolo

    Direi che come intelligenza e civiltà e garbo è assai più simile a un ORANGO Calderoli , del ministro Kyenge.
    Fino a quando , o Dio, , noi italiani saremo puniti dalla tua ira e avremo uomini politici così? Fino a quando o Dio durerà la nostra agonia , come nazione?
    Fino a quando , o Dio , ci punirai???????

    15 Luglio, 2013 - 17:08
  2. Sara1

    Io sono per la via lunga, l’insulto mi sembra sempre sbagliato in sé.
    In ogni caso giornate schifose, tra questo, Berlusconi e il Kazakistan un orrore dietro l’altro.

    15 Luglio, 2013 - 17:38
  3. Federico Benedetti

    Le espressioni di Calderoli sono ingiustificabili.
    In questo caso tuttavia non assimilerei eletti ed elettori.
    Conosco diversi elettori e simpatizzanti della Lega che non apprezzano queste espressioni, come in passato ed altre dello stesso genere. Non facciamo l’errore, già commesso da alcune commentatrici di questo blog, di “bollare” con titoli infamanti e pregiudizi milioni di elettori che hanno come unica colpa quella di avere idee politiche diverse dalle nostre.
    Quando si vota per il meno peggio non sempre si ha intenzione di approvare qualsiasi sparata di qualsiasi comizio di tutti i dirigenti di un partito…

    15 Luglio, 2013 - 18:18
  4. FABRICIANUS

    La prima strada è la migliore, ma, la seconda ora come ora è necessaria.

    Saluti.

    15 Luglio, 2013 - 18:29
  5. lorenzo

    Mi attesto su Fabricianus.
    Nell’attesa che venga percorsa la prima strada, l’onorevolissimo Calderoli si premuri di lasciare la sua carica isitituzionale, imboccando di corsa la seconda.
    Alle prossime elezioni, si vedrà quanto e quale sia la discrepanza tra eletto e suoi elettori.

    15 Luglio, 2013 - 18:33
  6. Calderoli? Più bello che intelligente

    P.S. non sono responsabile dell’insulto, il copyright è di mister B.
    P.P.S. qualcuno lo traduca in Kazako, così riuniamo “le tre dis-grazie” in un’unico quadretto.

    15 Luglio, 2013 - 18:39
  7. mattlar

    Calderoli è impresentabile all’occhio umano.
    Ricordo benissimo che nel 2006, lui fu il protagonista di quella vergognosa maglietta con le vignette che fecero scattare e infiammare la protesta nei paesi islamici. In quei giorni, don Andrea Santoro cadde vittima di un folle ragazzetto, nemmeno consapevole e cosciente del suo gesto di odio.

    15 Luglio, 2013 - 19:52
  8. …un unico… (senza apostrofo)
    Scusate l’analfabetismo di ritorno (sarà un effetto collaterale…)

    15 Luglio, 2013 - 19:58
  9. giordano

    Quando un orango vede Calderoli pensa che in Italia fanno vice-presidente del Senato cani e porci.

    Anche per me, Calderoli è dimesso.

    16 Luglio, 2013 - 0:26
  10. Giorgio Licini

    Sono all’estero da piu’ di 20 per cui mi risulta sempre difficile commentare cose italiane… Leggo pero’ naturalmente di queste vicende in internet e mi sembrano incomprensibili. Calderoli ha bisogno di parlare cosi’ per conservare quei quattro voti che lo mantengono in politica? E chi ha bisogno di lui? E poi Bonino, Alfano e compagnia con quella storia della signora mandata via dall’Italia con la bambina? O sapevano, e allora sono come Calderoli, o non sapevano, e allora gli italiani si chiedano se il governo e’ quelo che ha giurato al Quirinale o un altro di funzionari di secondo piano… Queste cose i politici le fanno anche negli altri paesi, ma quando vengono scoperti spesso se ne vanno senza aspettare che qualcuno insista per le loro dimissioni… E poi sono finiti anche la DC, il PCI e gli altri… Figurati se non possono finire anche queste figure e questi partitelli piccoli e assolutamente inutili… Alcuni anche rozzi.

    16 Luglio, 2013 - 0:49
  11. lycopodium

    Condivido le vostre deprecazioni.
    Sono per la rapida via della rimozione/dimissioni.
    Mi chiedo semmai quali siano state le ragioni prossime e ultime di un’esternazione troppo al di sotto dei righi, righi leghisti compresi. Non ho risposte all’enigma.
    Qualcosa però mi dice che, in effetti, la logica del nostro mondo ha a che fare con le due strade efficacemente proposte dal padrone di casa.
    In modo paradossale.
    Unirei le due strade in questo modo: il provocatore diviene presentabile, solo se la sua provocazione corrisponde (in qualche modo) ad un senso comune presentabile, per quanto minoritario.
    C’è un “intervallo di confidenza”, fuori dal quale l’effetto si ritorce sul provocatore.
    Naturalmente, non tutto è oro in questo, dato che si tratta di vedere quali siano in effetti i limiti massimi di plausibilità della provocazione.
    Molto ristretti o molto lassi.
    Negli anni ’70 questi erano troppo lassi e ci volle, ad esempio, il coraggio estremo di un Guido Rossa a dimostrare questa deleteria lassità.
    Oggi, magari, su alcuni aspetti (quali quello in questione) ci sono limiti ben appropriati, che consentono una rapida immunizzazione dal pericolo.
    Magari, su altri (quali quelli individuati nell’interessante partita Discepolo/Lorenzo/Franti di cui all’angelico post), la posizione stessa dei limiti non è auto-evidente nella sua plausibilità e può essere ritenuta plausibile solo a patto di tutelare tutti i beni meritevoli di tutela…
    Porre i limiti è un’opera “sacra”, anche in una società secolare come la nostra.
    Porre i limiti può essere però anche un’operazione di egemonia, di fatto o di diritto.
    È bene ricordarselo.

    16 Luglio, 2013 - 7:27
  12. lycopodium

    p.s.
    Quando nel 2005 un giornale cult definì con una metafora animale un’Autorevole neo-eletto, nessuno notò la componente iconoclastica del gesto.
    Non perché non lo fosse, ma perché corrispondeva ad una sensazione ahimè molto comune.
    Tanto comune che… ora lo sappiamo.
    Il tempo è galantuomo.

    16 Luglio, 2013 - 7:27
  13. lycopodium

    ops! “un Autorevole”

    16 Luglio, 2013 - 8:35
  14. Luigi Accattoli

    Variante del dialoghetto:

    Calderoli: “Io ho una mia forma mentis”.
    Orango filosofo: “Già a questo siamo?”

    16 Luglio, 2013 - 8:39
  15. Clodine

    :” un cretico è un cretino. Due cretini sono due cretini, Diecimila cretini sono un partito politico”. Lo disse Franz Kafka…
    Definire la lega un “partito di cretini” significa essere molto ingenui. Invece, al contrario, credo sia una grossa, pericolosa organizzazione che sta svelando la sua vera identità -linguaggio, simbologia , ritualità – tutto ricorda il nazifascismo il cui zoccolo duro è costituito da una componente fortemente violenta e per nulla da sottovalutare! Convinti, come sono, di essere i discendenti diretti degli antichi celti si ergono a bastione contro ogni possibile “infestazione” extrautoctona..
    L’uscita razzista di Calderoli, ignobile,non è poi così diversa da quella contro i terroni degli anni 80 definiti “di merda”, e iddio solo sa quante ne dovettero subire…Non sono affatto spressioni “bonarie” di buontemponi avvinazzati come vogliono far credere. Ho trovato orribile anche il tentativo di Salvini di silenziare il Presidente della Repubblica. Sono pericolosi!

    16 Luglio, 2013 - 8:43
  16. Sara1

    Secondo me il senso è che la nomina della Kyenge e la discussione sullo ius soli ha ricompattato e ridato fiato ad una lega che era distrutta dagli scandali.
    Basta leggere i commenti sui giornali, il tema immigrazione in questi due mesi è ritornato alla ribalta quando era stato accantonato dalla crisi.
    Questa sparata ricompatta lo zoccolo duro e puro specie se Calderoli verrà visto come un martire del politicamente corretto.
    Il senso è quello.

    16 Luglio, 2013 - 8:56
  17. Clodine

    E sul caso della signora Alma Shalabajeva e sua la bambia…si fiuta odore di biscione e “Putin-one” lontano un miglio,

    16 Luglio, 2013 - 8:57
  18. Sara1

    Infatti questo, fatto tutto in silenzio, mi pare anche peggio.

    16 Luglio, 2013 - 9:02
  19. Clodine

    eh…altro che!

    16 Luglio, 2013 - 9:02
  20. Federico Benedetti

    @ Lycopodium che scrive:
    “Mi chiedo semmai quali siano state le ragioni prossime e ultime di un’esternazione troppo al di sotto dei righi, righi leghisti compresi”.
    Aiuterà sapere che Calderoli partecipava ad una festa della Lega nel Bergamasco. Sull’esempio delle “feste dell’unità” in queste occasioni si cuociono salamelle e scorrono litri di vino e birra. Probabilmente, conoscendo il tipo, ha preso la parola dopo aver fatto onore a parecchi boccali di birra celtica o di vini padani doc…

    @Clodine,
    non condivido la tua analisi dell’elettorato leghista. Ci sono tante degnissime persone, assolutamente civili e istruite come le altre che votano altri partiti. C’è una componente di amore per il proprio territorio e le sue tradizioni locali, c’è una protesta nei confronti di uno Stato assente nel territorio che preleva tasse su tasse e le porta altrove (“Roma ladrona” nel senso di una burocrazia costosa ed inefficiente, di uno spreco istituzionalizzato e ingiustificato, una casta di parassiti che campa e prospera sulle spalle dei lavoratori), c’è anche un po’ di antico atavico particolarismo e campanilismo, c’è diffidenza verso una società multirazziale che è vista come minaccia.

    16 Luglio, 2013 - 9:05
  21. Federico Benedetti

    @Sara,
    a risvegliare le polemiche contro il ministro Kyenge c’è anche il fatto che la signora è espressione di un Partito che non ha vinto le elezioni e che ugualmente pretende di imporre il proprio programma sul tema dell’immigrazione ad una maggioranza composta da forze politiche e partiti che sono apertamente contrari allo ius soli e all’abolizione del reato di immigrazione clandestina.
    Maggiore umiltà e realismo avrebbero aiutato ad evitare questi eccessi.
    C’è poi un precedente significativo della sicumera con cui il ministro Kyenge pensa di poter dire e fare sempre quello che vuole (e chi la critica è razzista e xenofobo):
    http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/05/21/891854-Kyange-Cittadinanza-Evita-Mano-Morelli-Lega.shtml

    16 Luglio, 2013 - 9:10
  22. Sara1

    No Federico, bisogna riportare le discussioni a livello di testa basta con le scuse delle salamelle e gli insulti di replica.

    16 Luglio, 2013 - 9:10
  23. Sara1

    Federico la Kynge complessivamente non è stata il massimo, è stata mandata allo sbaraglio come parafulmine, lei poi ne soffre, si vede, il dialogo si complica.
    Io però sono molto favorevole alla cittadinanza per i figli di immigrati, non piace lo ius soli cerchiamo una soluzione più morbida, è assurdo che si debba aspettare la maggiore età per chi è nato e cresciuto in tutto e per tutto qui.

    16 Luglio, 2013 - 9:15
  24. Nino

    “Alle prossime elezioni, si vedrà quanto e quale sia la discrepanza tra eletto e suoi elettori.”

    Si, questa povera Italia ormai da tempo ha assimilito la tecnica del ” vedremo alle prossime elezioni”.

    In attesa del nuovo che avanza, del salvatore della patria, del ghe pensi mi.

    Così la metafora di Francesco della “globalizzazione dell’indifferenza” si sta definitivamente affermando anche da noi.

    16 Luglio, 2013 - 9:15
  25. Luigi Franti

    Mi pare decisivo, per farsi un’idea della questione, ascoltare l’audio:
    http://video.corriere.it/calderoli-comizio-treviglio-contro-kyenge-senti-audio/dd78b584-ed4d-11e2-91ec-b494a66f67a7
    Una cosa penosa: eloquio impacciato, idee sconclusionate (e sarebbe il meno) e immagini spente, senza forza, con un pubblico (non molto numeroso, a quanto sembra) freddo e distratto …
    Bolso e moscio, se vogliamo sintetizzare in due parole. Senza quel minimo di arte dell’insulto che in cose del genere è indispensabile.
    Una volta, almeno Bossi ci sapeva fare: quando litigò con il professor Miglio, ad esempio, lo definì “una scoreggia nello spazio” e bisogna riconoscere che non era male. Anche Borghezio una sua verve ce l’aveva (vedi qui: http://www.youtube.com/watch?v=vG3NVQNadxg).
    Ma qui siamo allo squallore più totale.
    Sì, direi che se si dimette è meglio.

    16 Luglio, 2013 - 9:34
  26. Federico Benedetti

    Sara,
    Calderoli aveva alzato troppo il gomito, per questo ha esagerato.
    Da sobrio avrebbe saputo evitare espressione di quel genere.
    Il giudizio dato alla linea politica di un partito deve saper riconoscere il giusto peso alle diverse affermazioni che vengono fatte. Alla Lega non piacciono le dichiarazioni e i programmi del ministro Kyenge (peraltro sempre sostenuti dal premier Letta): se invece di una volitiva signora congolese ci fosse un padano doc sarebbe la stessa cosa: non piace l’idea di un’Italia meticcia e di quello che è sembrato un incoraggiamento all’immigrazione irregolare.

    Quanto al tema dell’immigrazione, cominciamo a guardarci attorno e scopriremo che convivenza e integrazione creano problemi agli italiani, specie alle classi sociali più colpite dalla crisi.
    Faccio un esempio: conosco una famiglia di miei parenti che non sono mai stati razzisti (anzi, da giovani sono stati emigranti e andando in pensione avevano collaborato con un gruppo missionario che sosteneva diverse iniziative in Africa): persone per bene e sempre molto gentili con tutti. Da un paio di anni si sono ritrovati come vicini di casa una famiglia di senegalesi. E’ bastato questo per renderli sempre più intolleranti: lamentano il chiasso, gli odori nauseanti della cucina (mi pare di aver capito che distillano bevande a base di cipolla), la sporcizia, lo scarso rispetto verso le altre famiglie… Non sono razzisti, quando i giovani senegalesi bussano alla loro porta per chiedere una sigaretta o un bicchiere di vino (alla faccia dei precetti islamici) li accolgono come meglio possono, ma il loro giudizio sull’immigrazione è molto cambiato. “Subire” da vicino, sulla loro pelle, gli effetti dell’immigrazione e vedere cambiare radicalmente il cortile in cui vivono è stato uno choc a cui non sanno come reagire. Andate a parlargli dello “ius soli” o degli alloggi popolari dati agli extracomunitari o delle rate della mensa scolastica non pagate al comune dal 50% delle famiglie straniere (che sono comunque più basse di quelle che toccano agli italiani)… Hanno diritto anche loro di essere rappresentati o no? Alle loro difficoltà chi pensa?

    16 Luglio, 2013 - 9:35
  27. Sara1

    Sull’odore della cucina riconosco, ho vissuto per un anno vicino ad una famiglia senegalese ed è vero non è il massimo, però noi in quel periodo avevamo entrambe i bimbi piccoli e quando ci trovavamo parlavamo volentieri al di là dell’odore per le scale, non sono questi i problemi dai.
    E poi la maggior parte degli immigrati non sono senegalesi ma cinesi, russi, polacchi, albanesi.
    Ho conosciuto diversi albanesi, una bambina vicina di casa di mia suocera o per un periodo mangiava sempre con noi quando andavamo da lei a pranzo, i bambini giocavano insieme senza problemi.
    Poi ovvio che bisogna aiutare anche quegli italiani che non si trovano bene con gli stranieri, bisogna tenere in giusta considerazione le difficoltà di tutti, ma non è con le sparate della lega che si risolvono queste questioni.

    16 Luglio, 2013 - 9:43
  28. Federico Benedetti

    L’intervento di Franti sembra confermare quello che pensavo relativamente all’abuso di birre celtiche…
    In un comizio elettorale da “sobrio” il tono, ancorchè polemico, sarebbe stato diverso.

    16 Luglio, 2013 - 9:43
  29. Sara1

    E Calderoli non aveva alzato il gomito, son cose pensate perchè alla “pancia” queste cose piacciono.
    Per questo bisogna cercare la testa delle persone e non la pancia in politica.

    16 Luglio, 2013 - 9:45
  30. Federico Benedetti

    Ho conosciuto anch’io una famiglia di albanesi, vivevano in cinque in uno monolocale. Per avere una casa popolare (costruita e pagata con i soldi dei lavoratori italiani) non pagavano ne’ affitto ne’ bollette: sostenevano che con lo sfratto esecutivo avrebbero guadagnato un punteggio più alto nelle graduatorie… Il marito giocava alle macchinette dei bar anche duecento/trecento euro a sera, gli hanno tolto la patente per guida in stato di ubirachezza ma naturalmente guidava lo stesso… In paese dicevano che era una delle famiglie di albanesi “migliori”, più “presentabili”, della zona…
    Sarò stato sfortunato io o forse gli stranieri che vivono dalle mie parti sono meno educati di quelli che vivono altrove. O forse vivere gomito a gomito con queste persone non è così meraviglioso come si vuol sostenere e come sostiene chi solitamente si tiene a debita distanza di sicurezza.
    Come diceva quel mio amico di cui ho già parlato, non tutti siamo abbastanza ricchi da essere “comunisti”.

    16 Luglio, 2013 - 9:52
  31. Sara1

    In 5 in un monolocale: una vita fortunata.
    E dai Federico, gli stranieri sono uomini come tutti, alcuni son gentili e in gamba, altri no, come gli italiani.
    E poi non è questione di patria e razza ma di posizione sociale, una mia amica polacca sposata bene ha tutte amiche sposate bene, danarose e rivestite, chi ci bada se son straniere?
    Bisogna evitare la guerra tra poveri quello si perchè lì nascono le difficoltà, chi vive nei quartieri buoni di solito non ha problemi con l’immigrazione e questo non è giusto, mentre le difficoltà si acuiscono quando si trovano a dover convivere anziani soli in palazzi con un tasso di stranieri elevatissimi.
    Bisogna evitare i quartieri ghetto, ma in un certo senso a qualcuno pare che convenga che ci siano.

    16 Luglio, 2013 - 9:58
  32. lorenzo

    Faccio notare che le cose che riporta Federico sui “vicini senegalesi” dei suoi amici sono identici a quelli che sentivo a Torino, immagino a Milano e in tutto il nord Italia, da ragazzino sui ” meridionali” immigrati, di cui si mormorava che svellessero i sanitari e piantassero i pomodori nelle vasche da bagno, piu’ leggende metropolitane assortite su una cucina che sembrava arrivare dall’altro mondo….
    Morale: ci sarà sempre qualcuno con cui prendersela.
    Morale 2: senza quell’esercito di persone ( oggi integrato a costo di sanno loro che fatica) Torino, il nord grasso, mezza Italia, e io pure abbiamo prosperato e tuttora prosperiamo.
    Morale 3:All’egoismo miope bisogna dare in testa e aprire gli occhi, non lisciare il pelo.

    16 Luglio, 2013 - 10:01
  33. Federico Benedetti

    Lorenzo,
    il punto è che si dà per scontato (nella Torino degli anni anni 60 come oggi) che l’immigrazione e l’integrazione non abbiano impatto sociale sulla vita degli Italiani o che questo impatto sia solo positivo. Prendiamo atto che le difficoltà ci sono e che il Ministero per l’Integrazione dovrabbe occuparsi anche di questi problemi. Non è solo egoismo (che innegabilmente c’è in una certa porzione).
    Se ci sono dei problemi è giusto che si chieda alla politica delle risposte.
    E la politica tende a strumentalizzare (la destra) o a ignorare (la sinistra) questi aspetti.

    16 Luglio, 2013 - 10:11
  34. Sara1

    Sul fatto che la sinistra tende ad ignorare questi aspetti sono d’accordo. Non tutta, nel suo libro intervista Bersani parlava apertamente della necessità di sostenere la popolazione italiana (spesso più fragile) che si trova a dover subire i contraccolpi delle ondate migratorie.
    Però l’odore di cucina non mi pare inserirsi tra i disagi, se ti da fastidio un odore o una persona vestita diversamente, con tutta la buona volontà ti attacchi e sopporti.

    16 Luglio, 2013 - 10:17
  35. Leopoldo

    Questi sono tempi bui? Non direi, se penso a ciò che cent’anni addietro stava per succedere. I razzisti ci sono sempre stati, così come la paura che genera odio. Misuriamo il bene e il male sul nostro metro. Cambia il metro, cambia tutto. Andiamo avanti, comunque, in virtù di qualcosa che ha nome speranza, niente altro. E la speranza ha radice nei segni. I gesti, le parole sono segni. La Croce, un segno così potente da conferire senso a tutti gli altri, prima e dopo. Come era ingenuo, a modo suo, Gioab, quando diceva che la vita degli uomini non è cambiata. Mi viene in mente Ridley Scott e il suo capolavoro, Le crociate, quando Baliano nomina cavalieri i contadini e gli artigiani di Gerusalemme prima della battaglia.
    – E credi che averli nominati cavalieri li farà combattere meglio? – gli chiede il vescovo della città.
    – Sì, – risponde lui.
    Così, io credo che le parole di Calderoli siano una goccia, non di più, in quel mare in cui Francesco ha buttato la sua corona di fiori.

    16 Luglio, 2013 - 10:47
  36. lorenzo

    Bene.Perfettamente d’accordo.
    Che la politica si occupi di questi problemi.
    Se no, di che cavolo deve occuparsi?
    MA: un conto è occuparsi dei problemi di convivenza, che debbono essere non solo affrontati: ma previsti, prevenuti e impostati in certo modo, senza lasciar andare le cose e poi tuonare contro il razzismo e basta.
    Un altro conto è soffiare sull’egoismo e sulle paure ancestrali del diverso e del lontano da noi ( così facile sempre, addirittura elementare quando ci sono dei problemi ) : e questo una certa politica- incarnata nella lega, ma non solo- fa deliberatamente e scientemente. Niente attira piu’ voti con maggior facilità che – come si dice- parlare alla pancia della gente , sapendo benissimo cosa la gente si vuole sentir dire.
    Nel primo caso la politica fa un lavoro che è rivolto al futuro, e che promette risultati e cambiamento.Nel secondo, la politica fa un lavoro di difesa del passato, che promette scontro e repressione.
    Prescindo qui ( anche se per un cattolico mi pare IMPOSSIBILE farlo) da ogni altra motivazione morale, e mi fermo al lato puramente pratico e anche “egoistico” della questione.
    Torno al caso di Torino, perché qui i problemi di immigrazione fortissima e rapidissima hanno generato una situazione in cui il problema si è vissuto già in una prima forma nei 50/60.Decenni non semplici e di travaglio generale.
    Complicati , poi, dalla deindustrializzazione per cui da città FIAT si è trovata città e basta, ma con un casino di roba di ogni genere da riconvertire.Tensioni ricorrenti. Tuttavia, pur se in un periodo lungotto ( 50 anni) Torino è oggi una città completamente cambiata, non solo nella faccia e nell’aspetto, ma nel modo di vivere, nella vivacità e nella bellezza. Se penso a come era quando ero bambino: chiusissima, grigissima, freddissima umanamente, deserta nelle strade e nelle piazze, culturalmente sotterranea o culturalmente salottiera( altro modo di essere sotterranea), divisa per ferree caste, e la vedo oggi, non la riconosco veramente più.L’amalgama che pareva impossibile ( ” non si affitta a meridionali” era realtà) è riuscito, dando vita a una generazione interculurale che ha la testa e la casa qui e il cuore e la sensibilità e le radici al sud, con effetti di benefico e pacificato e caldo interscambio.La venerata torinesità che puzzava di naftalina e vecchi merletti esiste ancora, ma completamente rivitalizzata, italianizzata, europeizzata e, negli ultimi anni, cosmopolita.
    Il salto in avanti è stato straordinario e oggi la grigissima Torino è diventata, pur in un’Italia traboccante di posti infinitamente piu’ ricchi e e splendenti per tesori e bellezze naturali & artistiche, una città turistica e palpitante.
    Ora: la presenza di una seconda ondata di migrazione, questa volta extraitaliana, che ha presentato i caratteri della prima, ma moltre altre peculiarità, permette di muoversi su binari che hanno già portato dei buoni frutti.I tempi, questa volta, sono stati piu’ rapidi, e i quartieri di maggior insediamento urbano di immigrati ,ad esempio,sono stati con maggior rapidità connessi agli altri e integrati nella vita cittadina. “San Salvario”, che qualche anno fa solo a nominarlo era sinonimo di terra di nessuno impraticabile, sta rapidamente diventando il luogo e il,centro della ” movida ” notturna giovanile e non solo , con tutto un proliferare di localini, localetti, manifestazioni, ristoranti, negozi.Il tutto multietnico, multiculturale, multirazziale.E poi la grande rivoluzione dal basso degli asili, delle scuole, dei parchi giochi, degli oratori superstiti,in cui una piccola ONU permanente cresce , senza troppe menate, INSIEME.
    Non vorrei fare la favola rosa. Sono sparite completamente le tensioni? Non c’è manco un problema? Non c’è violenza, non c’è degrado, non c’è razzismo?
    No, ovviamente.
    Tutto questo c’è e permane.
    Ma in forme limitate e soprtattutto, nulla che non possa essere gestito, pilotato e risolto.E soprattutto, accanto ad esso, magari intrecciato ad esso, ma risolutamente crescente, si afferma una nuova mentalità dove il misto e il nuovo è la realtà nostra, di cui prendere atto. La normalità.
    La politica, se non è somara e miope, questo puo’ e deve fare.
    E ha la possibilità di ottenere risultati migliori per tutti.
    Al contrario,promettendo dighe e difese che non sono possibili comunque, manco volendole mettere in pratica per davvero ( e nessuno con un minimo di sale inzucca lo vorrebbe veramente, senza immigrati l’italia oggi si affloscerebbe su se stessa in tre mesi) , che cosa si pensa di ottenere?!

    16 Luglio, 2013 - 12:48
  37. Luigi Franti

    Sì, la movida

    16 Luglio, 2013 - 12:56
  38. lorenzo

    Sì, Franti, la movida.
    Che fara storcere il naso come definizione almodovariana e banale luogo comune, ma è cosa tutta diversa da un territorio franco in cui , per “garantire l’ordine” ,giravano ceffi esaltati col titolo di ronde….
    Ben vengano movide a gogò.

    16 Luglio, 2013 - 12:59
  39. Federico Benedetti

    lorenzo,
    volevo sottolineare come a destra, specialmente da parte della Lega, si è tentato di dare qualche risposta. Strumentale e forse inadeguata, ma è stata data. A sinistra no.
    Ma i problemi ci sono, sono avvertiti chiaramente, e le risposte vanno trovate.

    16 Luglio, 2013 - 13:21
  40. Federico Benedetti

    Segnalo:

    “Condoleeza Rice, indubitabilmente nera e senza alcun dubbio donna, certamente afflitta da una vita di mestruazioni a cui, probabilmente, data l’età, è seguita la mai troppo rimossa menopausa. Le compagne ‘vecchie’ (o vecchie compagne?) hanno provato un brivido di orgoglio, per così dire, castale nell’apprendere che un essere umano di tipo femminile, nero e pure di mezz’età (tre sfighe in una persona sola) era assurto a una delle massime cariche del mondo, quello di complice number one di un personaggino come George W. Bush. (…) Condoleeza, con quelle guancette da impunita, è la “lider maxima” delle donne-scimmia. (…)

    Lidia Ravera, 25 novembre 2004
    Giornalista dell’Unità e assessore della Regione Lazio.

    16 Luglio, 2013 - 14:09
  41. lorenzo

    Federico,
    Torino è reduce da un lunghissimo periodo di giunte “di sinistra”, e di risposte, nulla di particolarmente geniale o eclatante, solo risposte pragmatiche e funzionanti ne sono state trovate tante.
    Non tutte, certo, ma tante.
    Quando dici, lapidario, la sinistra no, che intendi?

    16 Luglio, 2013 - 14:27
  42. Nino

    Vedo che i più dimenticano che questo fiore padano è il
    IL VICE PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA.
    Non un cittadino qualunque seppur autorevole professionista, professore, giornalista, ecc.

    Non il Vice presidente del Senato dello Stato libero di Bananas.

    Così come l’altro bell’imbusto del ministro degli Interni e la regina dei diritti civili ministra degli esteri, che a loro insaputa lasciano sequestrare e rapire
    una cittadina e la propria figlia da organi istituzionali da loro dipendenti.

    16 Luglio, 2013 - 15:35
  43. lorenzo

    @ Sara

    Mah….io sto in un altro dei quartieri ” movidosi”, Piazza vittorio & Murazzi sul Po.
    Queste lamentele sono all’ordine del giorno.
    Compito della politica – e delle amministrazioni che ne sono manifestazione- sarebbe anche quello di evitare questi eccessi. Metti iniseme fiumi di ragazzi , per di piu’ bevuti, e ottieni casino certamente. Qualche paletto va posto urgentemente. Ma questo attiene alla sfera della organizzazione e della gestione,piu’ che a quella dei divieti e dei recinti.
    In pieni anni 70 io che abitavo in zona stadio Comunale ero immerso in lamentele pressoché identiche( dei miei, allora, io ne ero semplicemente gasato) contro le mandrie di tifosi del mercoledì e della domenica, e contro le risse ecc ecc.
    Eppure la città era fredda, solitaria, disumanizzata e ridotta a freddo dormitorio in 9/10 dei quartieri( per non dire 10/10). Ciononostante
    la droga correva a fiumi, e la movida non si sapeva manco cosa fosse.
    Insomma, di ragioni per lamentele ce n’è sempre e sempre.
    ( quanto alla “movida che fa pendant con la croce” 🙂
    Però ci sono almeno 8 iniziative di varia organizzazione ecclesiale_ queste quelle di cui sono personalmente a conoscenza, magari ne esistono altre- che prendono questa battuta alla lettera: cercano di usare ” la movida” come un’occasione di aggancio ed evangelizzazione…”)

    16 Luglio, 2013 - 17:27
  44. lorenzo

    Effettivamente, meglio di così non avrebbe potuto dire.
    E diamogli anche il beneficio della buona fede sul tallone d’Achille del’onore dato in pegno…
    Unica pecca: la mancanza di dimissioni, e la motivazione addotta.
    Perché le dimissioni avrebbero dovuto essere spontanee, e semmai respinte a furor di maggioranza (?!!), non collegate a una maggioranza politica che le richiedesse esplicitamente….
    Questo inficia un po’ il tutto.
    Ma, insomma, meglio che altre amenità(!) circolate ieri e oggi di segno opposto.

    16 Luglio, 2013 - 17:31
  45. lorenzo

    …quest’ultimo comm. era su Calderoli, ovviamente….

    16 Luglio, 2013 - 17:32
  46. Sara1

    Scherzavo..

    🙂

    16 Luglio, 2013 - 20:37
  47. germano turin

    A proposito di Calderoli mi nascono spontanee alcune considerazioni.

    Parlare piace a tutti, ammettiamolo, parlare ed essere ascoltati è già più gratificante: infine parlare ed interessare l’uditorio al punto da ricavarne approvazione, riso, emozioni, credo sia il massimo.

    In certe posizioni delle Istituzioni però, non si può “parlare a ruota libera” come si può fare la bar, in ascensore o sul marciapiede mentre si passeggia col cane.

    In Parlamento infine, le parole vanno scelte anche e soprattutto perchè tutto quello che viene detto viene pesato, valutato, chimicato. A volte ne viene fatta addirittura l’autopsia.

    Quindi, Onorevoli Parlamentari, anche se parlare piace, piuttosto che dire cretinate è meglio stare zitti. Più che mai in Parlamento dovrebbe vigere il proverbio in base al quale “di un bel tacer non fu mai scritto”. Perchè vedete, io considero il Parlamento una Istituzione seria nella quale io spero di trovare delle persone serie.

    Quindi, Onorevoli Parlamentari, se volete fare le battute, o ne fate di intelligenti oppure lasciate perdere: non vi è richiesto di far ridere al di là di quello che qalcuno di voi non faccia già…

    Credo infine che il Parlamento sia il luogo nel quale “non si può sbagliare” e chi sbaglia, se non se ne va (magari vergiognandosi di quello che ha fatto) dovrebbe essere cacciato.

    Punto.

    17 Luglio, 2013 - 19:00

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