Sempre c’erano in conclave cardinali teologi che mai venivano eletti, almeno in epoca moderna. L’ultimo era stato Pio V, che fu un “custode della fede” più che un teologo di professione. Con l’elezione del cardinale Ratzinger la cautela di non legare il magistero papale a una teologia ha subito un’eccezione e forse – io credo – è stata superata. Quando papa Wojtyla lo chiamò a Roma pose la condizione di poter continuare a pubblicare lavori teologici e ieri – come già il 22 dicembre scorso, sull’interpretazione del Vaticano II – ha parlato da teologo che svolge la sua teologia. Ha persino avvertito l’uditorio accademico che a quella sua lezione aveva dato una “stesura provvisoria”, in quanto mancavano le note che ha promesso di aggiungere “in un secondo momento”. La libertà rivendicata da papa Benedetto di non smettere i panni del teologo non arriva improvvisa, ma trova la strada spianata dagli ultimi cinque papi che non avevano smesso quelli del lavoro diplomatico (Pacelli), del cultore di storia ecclesiastica (Roncalli), del lettore di teologia francese (Montini), del catecheta popolare (Luciani), del polacco che gira il mondo (Wojtyla). E’ buona per la Chiesa questa interpretazione sempre più personale del ministero petrino? Credo di sì e guardo con favore alle possibili conseguenze: che cresca – per esempio – l’immagine del papa come testimone della fede (vedi post del 6, 7, 13, 19, 26 luglio), con tutta la necessaria caratterizzazione individuale di ogni testimonianza; e che diminuisca, poniamo, la portata normativa di ogni suo gesto, parola, preferenza.
Se sia bene che il papa faccia teologia
46 Comments
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Luigi, lei pone sempre domande stimolanti, e questo suo spazio migliora davvero ogni giorno, fino a diventare un appuntamento immancabile.
Sono in trasferta per lavoro, e non posso entrare nel merito – come mi piacerebbe – di questo suo post. Lo farò domani.
Però mi lasci dire che paragonare l’incidenza di un grande teologo diventato papa che desidera non smettere del tutto i suoi panni precedenti con quelli del “cultore di storia ecclesiastica” o del “lettore di teologia francese” è un tantino smisurato…Come se le conferenze odierne di Benedetto pesassero quanto qualche divagazione di Roncalli su Cesare Baronio…Sono sicuro che non lo pensa nemmeno lei.
Il cultore di storia ecclesiastica, appassionato del Baronio, trae da lì – cioè dalla grande tradizione conciliare – l’imput a convocare il Concilio. Il lettore di teologia francese propone che il Concilio incentri la sua attenzione sulla natura della Chiesa e il suo rapporto con il mondo. I paragoni mi sembrano pertinenti. Luigi
Non c’è dubbio che la cultura e le inclinazioni personali e precedenti di Papa Giovanni e Papa Paolo abbiano influito sulle loro scelte di Pontefici. Però la continuità dell’attività e dell’insegnamento teologico che il Cardinale e il Papa Ratzinger hanno ereditato dal Professor Ratzinger mi pare qualcosa di molto diverso, di apertamente dichiarato, di universalmente evidente, di “professionale” in tutto salvo che nella fisica presenza in qualche cattedra universitaria. Nel merito, ripeto, non oso esprimermi ora. Il suo paragone, che non trovo affatto impertinente, mi pareva solo un pò smisurato. Ma la mia è opinione del tutto profana.
Però mi sembra che Benedetto XVI sia stato estremamente attento, sin dall’inizio del suo pontificato, a distinguere il suo magistero petrino dalle opinioni (o dalle inclinazioni di pensiero) che come teologo ha, o ha avuto. Questa, tra l’altro, è anche una prova di grandissima umiltà, e l’umiltà mi sembra la virtù che rifulge in modo più evidente nella sua persona.
In questo senso, una certa insistenza sul “professor Ratzinger” che anche durante il recente viaggio in Germania c’è stata mi pare fuorviante. Non direi proprio che “ha parlato da teologo che svolge la sua teologia”. Quando Benedetto XVI parla, parla il papa.
Certo, non pontifica: a questo ci pensano gli altri, professori e giornalisti in testa, che sono sempre lì a spiegare quel che il papa dovrebbe dire e fare …
Come giornalista non posso che fare penitenza, ma che a Regensburg il papa abbia fatto il teologo a me pare evidente: chi potrebbe negare che sia impresa da teologo quell’entrare nel merito dell’influenza sul Nuovo Testamento esercitata dal “contatto con lo spirito greco”? Immagino che nessun teologo lo negherebbe. Luigi
caro Accattoli
mi chiamo bianca e la seguo su questo blog da tempo. Andrò forse un pò fuori tema riguardo all’intento del suo post ma non posso non riallacciarmi a quanto sta accadendo in questi giorni.
Penso che no, purtroppo (e lo dico con rammarico), non va bene che il Papa faccia teologia. Non può farlo in un mondo globalizzato che però non è più libero, dove notizie spesso distorte corrono veloci e con traiettorie speso pericolose .
La sensazione che ho sempre avuto fin dalla sua elezione, è che tutti coloro che non amavano il cardinale Ratzinger (tanti, soprattutto in ambito mediatico e intellettuale, anche cattolico) lo avrebbero aspettato al varco. In ogni uscita, in ogni discorso, tutti i pretesti erano buoni. Ho avvalorato la mia ipotesi quando trovandomi casualmente a Roma ho partecipato per la prima volta ad un Angelus: il mio scarso entusiasmo di credente tiepida e poco praticante, un po’ indifferente, ha lasciato il posto all’emozione e alla voglia di ascoltarlo ancora, in altre occasioni. E ho provato un gran disappunto quando la mattina successiva ho visto ridotte quelle parole inserite in un contesto bellissimo sulla difesa della vita a mero riferimento sull’ostilità del papa alla ricerca.
E’ accaduto anche in altre occasioni, ripetutamente, fino al viaggio in Baviera, a partire dalla prima omelia domenicale ridotta a titoli slogan sull’Islam, che il Papa non aveva di fatto mai nominato. In questi giorni è stato accusato di tutto e del contrario di tutto: asse sacro con l’Islam, giustificazione del terrorismo e sua mancata condanna fino all’offesa al mondo musulmano. Mi ha molto stupito questa sera l’ascolto dei toni contriti del tg3 che nascondevano una velata solidarietà nei confronti di un mondo musulmano, moderato solo nella loro fantasia, offeso perché qualcuno dalla cattedra di un’università (e non da una Chiesa) aveva osato condannare la guerra santa. Nessuno dei tanti occidentali che sono vicini alla sua indignazione in questi giorni si è preoccupato di ricordare al gran Mustì che da mesi ormai in Turchia circola un libro che narra della presunta uccisione romanzata di Benedetto XVI e il trattamento riservato ai cristiani in quella terra. Eppure la Turchia diventerà paese europeo e le ingerenze del gran Mustì entreranno sempre più frequentemente nelle nostre università e nelle nostre case. Nessuno si sta accorgendo, dalle “vignette danesi??? in poi, della limitazione cui sta andando incontro la nostra libertà di espressione sotto la pressione del ricatto del fanatismo e del terrorismo che in paesi a maggioranza analfabeta, solo certi predicatori possono incitare. E non si aspettava altro, sia da parte islamica che da parte anticlericale. Altro che asse del sacro! Eccolo il grande asse che si va delineando sempre più nettamente. Pur di attaccare la Chiesa sempre e comunque, meglio i fratelli musulmani. A loro, e alla loro ingerenza ci penseremo dopo. Ma siamo sicuri che ci resterà ancora la libertà di farlo?
Mi si perdoni il pessimismo, ma fare lo studioso, di qualunque disciplina, credo comporti anche la libertà di parlare, analizzare, ragionare, discettare anche in modo nuovo, insolito, di quella disciplina, anche in riferimento ad altre confessionii. E questo riguardo al Papa crea scandalo, sia a Oriente che, amara constatazione, a Occidente. Non smetterei mai di ascoltarlo quando fa il teologo ma, per il suo bene, non lo faccia più. E temo che i discorsi di Papa Ratzinger d’ora in poi saranno sempre meno liberi, spontanei e personali. E non solo lui…anch’io mi sento meno libera
bianca
In quello che Bianca scrive c’è molto di vero. Io non credo che Benedetto XVI si farà intimorire, ma l’attacco a cui è sottoposto in questo momento è tremendo e i credenti devono stringersi intorno al papa e reagire con tutta la forza possibile. I musulmani devono capire che la loro pretesa che nessuno possa parlare criticamente del Corano è per noi assolutamente inaccettabile, così come assolutamente inaccettabile è la coercizione in materia religiosa da loro praticata. La libertà di convertirsi dall’Islam al Cristianesimo deve essere altrettanto tutelata quanto lo è quella di apostatare dal Cristianesimo per aderire all’Islam (uso appositamente questo verbo perché sia chiaro che un conto è il giudizio che come credente non posso non dare sull’abbandono della vera fede un altro è il rispetto che devo alle scelte della coscienza individuale).
Invece di mettersi a fare le pulci all’insegnamento del papa, bisogna ascoltarlo, seguirlo, difenderlo e diffonderlo.
BIANCA.
Ti vorrei proprio ringraziare per il tuo intervento che mi pare razionale e obiettivo.Condivido e sottoscrivo in pieno il tuo pensiero(se mi permetti di darti del tu).Non posso non confermare che anche secondo me il Papa deve smettere di fare il teologo.E’ troppo pericoloso:per lui,che viene minacciato di morte e ritenuto responsabile di eventuali atti terroristici e per noi che veniamo bombardati dai giornali e da una quantità enorme di banalità e pregiudizi.
Mi vergogno di vivere in un Paese che non si è sentito in dovere di difendere il Papa(a parte qualche politico di destra),mi vergogno di dover leggere sui giornali commenti di gente che non ha capito nulla del discorso del Papa.
Mi vergogno di non poter vedere in tv trasmissioni che spieghino il vero significato del messaggio del Papa.
I media aspettavano al varco Ratzinger e chissà ora come si compiacciono della reazione che le sue parole hanno suscitato.
C’è un solo lato positivo:ormai abbiamo capito che il Papa non può parlare,ha perso ogni libertà,e che l’Europa non esiste!E’ un bene almeno saperlo.
L’UNICO ERRORE DEL PAPA.
Il Papa,mi scuserà se oso scrivere così,ha commesso un solo errore:ha sopravvalutato i giornalisti che hanno commentato le sue parole.
Ratzinger,in buona fede,probabilmente pensava che tutto il suo discorso sarebbe stato riportato,commentato e divulgato.Errore:il giorno dopo i giornali e le tv hanno sottolineato soltanto le frasi sulla guerra santa interpretandole come una feroce critica all’islam.Pieni di entusiasmo e quasi increduli di fronte alla possibilità di mettere in cattiva luce Ratzinger,i media hanno creato reazioni a catena.Complimenti!!
Ieri,15 settembre 2006,passerà alla storia come un giorno infausto,in cui il Mondo ha perso due grandi pensatori:Oriana Fallaci,l’unica giornalista italiana veramente libera,e il teologo tedesco Joseph Ratzinger,a cui in futuro sarà impedito di esprimersi liberamente.Tutti i suoi testi passeranno dalla diplomazia,perchè ormai è passata l’idea che il Papa è un uomo “pericoloso”,che può scrivere ma deve essere “corretto” se necessario.
Se penso che tutto è partito dai media italiani,mi viene da dire:complimenti!
Sono italiana,con vergogna crescente.
M.G.
C’è qualcosa di ironico, nella difficoltà di queste ore.
Il dibattito dei giorni scorsi sulla “autodiminuizione” politica della Santa Sede sotto questo Papa si è cristallizzato ieri, nel passaggio di consegne tra il “politico” Sodano e il “pastore” Bertone ai vertici della Segreteria di Stato. Ne abbiamo parlato anche qui, credo rifuggendo dalle semplificazioni più sciocche lette su molti giornali. Nelle stesse ore, esplode una sollevazione del mondo arabo per le parole dette da Benedetto a Ratisbona, in un contesto accademico. Parole – come sempre le sue – equilibrate, profonde, piene di verità. Eppure parole, ancora una volta, apertamente impolitiche, sinceramente trasparenti, evangeliche (e non solo teologiche) nella loro chiarezza e nella loro assenza di diplomazia. Ecco, questa “essenzialità”, questa semplice profondità, questa delicata e tutta sacerdotale ripulsa del linguaggio della politica in favore di quello della coscienza e della verità, onora altamente la figura e il ruolo del Papa. Ma è esattamente tarabile sulle necessità, i compiti, le azioni, le possibilità della Santa Sede e della Chiesa sulla scena mondiale? Siamo sicuri che la totale purificazione dalla politica offra sempre e comunque risultati compatibili? La mia domanda non è retorica, non possiedo la risposta.
Riporto la dichiarazione di Bertone dal momento che i siti dei maggiori quotidiani ne danno solo alcuni stralci privilegiando le proteste del Musulmani.Nessun cenno inoltre al discorso del Papa a proposito delle cellule staminali.
Sulla base del fraintendimento delle parole del Pontefice,mi aspetto domani le scuse ufficiali di tutti i giornalisti che non sono sono stati in grado di riportare esattamente le parole del Papa.
DICHIARAZIONE DELL’EM.MO CARD. TARCISIO BERTONE, SEGRETARIO DI STATO
Di fronte alle reazioni da parte musulmana circa alcuni passi del discorso del Santo Padre Benedetto XVI all’Università di Regensburg, ai chiarimenti e alle precisazioni già offerti tramite il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, desidero aggiungere quanto segue:
– La posizione del Papa sull’Islam è inequivocabilmente quella espressa dal documento conciliare Nostra Aetate: “La Chiesa guarda con stima i musulmani, che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano anche di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti nascosti di Dio, come si è sottomesso Abramo, al quale la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano però come profeta; onorano la sua madre vergine Maria e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio quando Dio ricompenserà tutti gli uomini risuscitati. Così pure essi hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno” (n. 3).
– L’opzione del Papa in favore del dialogo interreligioso e interculturale è altrettanto inequivocabile. Nell’incontro con i rappresentanti di alcune comunità musulmane a Colonia, il 20 agosto 2005, Egli ha detto che tale dialogo fra cristiani e musulmani “non può ridursi a una scelta stagionale”, aggiungendo: “Le lezioni del passato devono servirci ad evitare di ripetere gli stessi errori. Noi vogliamo ricercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l’identità dell’altro”.
– Quanto al giudizio dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo, da Lui riportato nel discorso di Regensburg, il Santo Padre non ha inteso né intende assolutamente farlo proprio, ma lo ha soltanto utilizzato come occasione per svolgere, in un contesto accademico e secondo quanto risulta da una completa e attenta lettura del testo, alcune riflessioni sul tema del rapporto tra religione e violenza in genere e concludere con un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religiosa della violenza, da qualunque parte essa provenga. Vale la pena di richiamare al riguardo quanto lo stesso Benedetto XVI ha recentemente affermato nel Messaggio commemorativo del XX anniversario dell’incontro interreligioso di preghiera per la pace voluto dal Suo amato predecessore Giovanni Paolo II ad Assisi nell’ottobre del 1986: ” … le manifestazioni di violenza non possono attribuirsi alla religione in quanto tale, ma ai limiti culturali con cui essa viene vissuta e si sviluppa nel tempo … Di fatto, testimonianze dell’intimo legame esistente tra il rapporto con Dio e l’etica dell’amore si registrano in tutte le grandi tradizioni religiose”.
– Il Santo Padre è pertanto vivamente dispiaciuto che alcuni passi del Suo discorso abbiano potuto suonare come offensivi della sensibilità dei credenti musulmani e siano stati interpretati in modo del tutto non corrispondente alle sue intenzioni. D’altra parte, Egli, di fronte alla fervente religiosità dei credenti musulmani, ha ammonito la cultura occidentale secolarizzata perché eviti “il disprezzo di Dio e il cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà”.
– Nel ribadire il Suo rispetto e la Sua stima per coloro che professano l’Islam, Egli si augura che siano aiutati a comprendere nel loro giusto senso le Sue parole, affinché, superato presto questo momento non facile, si rafforzi la testimonianza all’”unico Dio, vivente e sussistente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini” e la collaborazione per “difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà” (Nostra Aetate, n. 3)”.
Per decine di anni abbiamo sentito lamentele e rimproveri ai papi perché erano troppo politici, troppo diplomatici, non abbastanza ‘evangelici’ eccetera eccetera. Adesso sentiamo (magari dalle stesse parti) proteste e rimbrotti perché il papa non è abbstanza politico né diplomatico (e suona il pianoforte mentre in Libano infuria la guerra). In realtà quello che si vuole è un papa che dica e faccia quello che le potenze del mondo vogliono. Preghiamo Dio perché, con tutte le necessarie prudenze (che possono anche suggerire l’opportunità di comunicati come quello del card.Bertone), il papa non defletta di un millimetro dalla sua rotta.
Maria Grazia, da giornalista dico che hai perfettamente ragione quando critichi la nostra categoria. Mentre scrivo, sono in redazione e i miei colleghi mi stanno urlando nelle orecchie “stavolta il tuo papa l’ha fatta grossa”. Io mi limito a dire, in maniera provocatoria, lo ammetto, che se l’islam reagisce con la violenza vuol dire che il papa aveva ragione. Il bello è nessuno di loro, e dei miei colleghi, ha letto la magistrale lezione di Regensburg.
Io l’ho letta integralmente il giorno dopo, perchè prima non avevo tempo. Un testo denso, da meditare, che chiede almeno due ore della tua giornata. Quanti giornalisti l’hanno fatto? E quanti si sono presi la briga di farlo il giorno dopo? Eccetto i vaticanisti, come Luigi che per “contratto” sono costretti, e alcuni opinionisti, la maggior parte dei cronisti si è limitata ai lanci di agenzia, ve lo assicuro, non è una opinione, ma una constatazione di quello che vivo sotto gli occhi.
Non credo però che il papa non avesse pensato a come i giornalisti avrebbero recepito il suo testo: ne ha stima, ma ne conosce anche i limiti, ergo, credo che lo avesse messo in conto, ma a lui non interessa piacere a tutti i costi, non vi ricorda Qualcuno?
Finalmente ci voleva un papa che dicesse in tono accademico, e non giornalistico, non pastorale, non politico, non sociale (come è stato detto), ma accademico che c’è un grande equivoco sulla uguaglianza delle religioni e sulla necessità di legare fede e ragione attraverso una fede, un Dio che non cade dal cielo imponendosi, ma si fa uomo proponendoti la libertà.
Se in futuro noi cattolici avremo problemi non so, se siamo di fronte a prossime persecuzioni nemmeno, lascio alla Provvidenza il da farsi. Quel che dico è: finalmente un papa ha fatto il papa, a rischio dell’impopolarità.
Caro Andrea,ti ringrazio sinceramente per la tua testimonianza.Intorno a me(non sono giornalista,ma semplice maestra elementare,sento tante chiacchiere:il Papa poteva chiudere la bocca,chi gliel’ha fatto fare?Se c’è un attentanto è colpa sua…).Io prego i giornalisti di ritrovare il buon senso e aiutare il Papa a far capire al mondo islamico che le sue parole sono state travisate e interpretate male.Mi dispiace sinceramente per Ratzinger,non merita di essere tanto ingiuriato e minacciato e non c’è nessuno che lo difenda.Che cosa pensate che provi una cattolica a leggere sul sito di Repubblica:Uccideremo Ratzinger?Bastava solo un pò d’attenzione da parte dei commentatori e tutto ciò poteva essere evitato.I detrattori di Ratzinger saranno felicissimi ma ricordino:limitare la libertà di parola del Papa significa limitare la libertà di tutti noi!!Riflettano tutti prima di scrivere pericolosi,questi sì,articoli.
Chi mi ricorda il Papa?La Fallaci,stessa intelligenza,stessa passione,stesso amore per l’Europa.Rispettiamo e apprezziamo Ratzinger finchè siamo in tempo.Sono veramente arrabbiata con chi,politico italiano,attacca il Papa e con i giornalisti che hanno una grande responsabilità in tutto ciò.Tanti rideranno sotto i baffi,ma c’è ben poco da ridere.
Mentre scrivi sto leggendo i lanci sul Marocco che ritira l’ambasciatore presso la Santa Sede. E’ la solita strumentalizzazione, dovremo farci l’abitudine e non disperare. Anzi, per noi potrebbe essere una bella occasione per pregare davvero in comunione per il nostro papa.
saluti
Chiedo scusa a Luigi se mi cito. Questa è casa sua, e si dovrebbe parlare del Corriere.
Ma non volendo tediarvi con un pezzo lungo riportato qui, vi segnalo la mia opinione.
http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/crociata0916.html
Saluto tutti i visitatori, specie quanti si rivolgono a me direttamente. E’ mio criterio rispondere a ognuno che lo fa, ma in questi giorni non ho il tempo. Debbo concentrare la mia energia nella questione papa-islam. Un saluto particolare a Bianca. La sua addolorata riflessione sulla libertà del papa la condivido. Perchè il papa sia libero nella sua parola deve esserci pace. In questo momento è prioritario recuperare un clima di pace. Mi sento impegnato su questo fronte, come lo può essere un giornalista. Luigi
Ascoltando in diretta il discorso di Ratisbona,al famoso passaggio ,ho subito immaginato le reazioni che avrebbe suscitato.Come é possibile che il Papa ,leggendo e rileggendo il suo testo non l`abbia previsto? E possibile che totalmente immerso ,volto verso lo sviluppo della sua argomentazione e verso ciò che egli in fine voleva dimostrare in questa sua ultima lezione, non abbia previsto le reazioni,lui che conosce molto bene il mondo musulmano?
Io non lo credo e lo sostengo completamente Approvo e non ho niente da aggiungere a ciò che è stato detto da Bianca , Maria-Grazia,Leonardo,Andrea che ringrazio.
Ho una speranza,a meno che sia un`illusione : vorrei tanto leggere,sentire esprimersi dei musulmani moderati che ,ne sono convinta ,condividono il pensiero di Papa Benedetto. Vi consiglio di leggere su Avvenire l`intervista a Magdi Allam e il suo editoriale sul Corriere:”La verità della storia”.
Il Papa ha aperto una finestra, teso una mano, ha parlato a noi occidentali che siamo sempre più sordi a Dio e ai musulmani che credono poter diffondere la loro religione con la violenza. Ci ha rinviati tutti alla ragione , a essere ragionevoli,solo da qui può nascere un vero dialogo.
Purtoppo i musulmani estremisti il dialogo non lo vogliono, basta ascoltare oggi il presidente iraniano, la loro religione è la sola ,vera e meravigliosa ed é loro dovere diffonderla o meglio imporla e, se non ci svegliamo, ci arriveranno,direttamente o in maniera indiretta ,subdola.
Grazie Santo Padre per le sue parole,il suo coraggio,per i suoi molteplici tentativi di scuotere le nostre coscienze assopite.
Troverei molto grave che per ottenere la ” pace ” il Papa debba scusarsi,o ancora peggio tacere in futuro.
Grazie,signor Accattoli, per il suo impegno. Saluti, Luisa
Non credo, cara Luisa, che il papa abbia previsto quanto sta succedendo. Se l’avesse previsto, perchè ora si direbbe “vivamente dispiaciuto”? Anch’io lo sostengo completamente, perchè ha detto parole giuste. Ma oltre al giusto c’è l’opportuno. Quello spunto tratto dalle parole violente di un imperatore di Bisanzio in guerra con i turchi non era opportuno. Non poteva essere capito dal mondo musulmano. Una cosa è parlare da professore agli studenti, un’altra parlare da papa al mondo. Ora il compito di chi “sostiene” il papa è di aiutarlo a uscire da questo tsunami mediatico, diplomatico e di piazza senza dover rinunciare alle parole giuste e senza danni per le persone. Saluti, Luigi
Chiedo scusa per l’intrusione ( tanto non mi considera quasi mai nessuno in questo blog), ma mi soprende l’intervento di Luigi Accattoli.
Caro Luigi, tu sei un maestro per tanti che, come me, hanno intrapreso la carriera giornalistica.
Eppure non condivido, senza voler far polemica, ciò che hai scritto nell’ultimo post.
Non vedo perchè il Papa avesse dovuto tacere per questioni di opportunità.
Benedetto XVI ha semplicemente detto a chiare lettere ciò che tutto l’Occidente e parte sana dello scacchiere medio-orientale pensa.
E cioè che non si può imporre la religione con la violenza, che non si può uccidere in nome di Dio, che l’integralismo islamico tradisce la radice stessa del proprio Credo.
Credo che a questo punto, quando ormai il mondo musulmano è sceso sul piede di guerra (rigorosamente santa), non ci resti che constatare le conferme al ragionamento del Ponbtefice: l’Islam – o meglio, i terroristi islamici – hanno incendiato immagini del Papa, lo hanno offeso, oltraggiato, minacciato di morte.
Davanti a questa bestemmia globale, si fanno le pulci al Pontefice solo perchè ha avuto il coraggio e la forza di dire la verità!
Ricordiamo ciò che ha detto in Polonia lo scorso mese di Maggio parlando della persecuzione degli ebrei: “Signore Dio, perchè hai taciuto?”.
Quel riferimento mi parve un leggero accenno anche al famoso silenzio di Pio XII durante la seconda guerra mondiale in merito all’Olocausto.
Ecco, il Papa, Capo visibile della Chiesa di Cristo, Successore dell’Apostolo Pietro, questa volta non ha voluto tacere ed ha voluto pubblicamente denunciare lo scempio e il terrore che stanno perpetrando e seminando gli estremisti islamici.
Credo – ma è un’opinione personale – che le considerazioni di Ratzinger dovessero essere utilizzate dalla parte sana dei musulmani per definire un ragionamento sano e costruttivo; invece, ancora una volta, quando il saggio ha indicato la luna, gli storpi si sono soffermati a guardare solo il dito.
Mi sembra evidente che il Papa – in quanto Uomo di Pace e Vicario di Cristo in Terra – nulla possa avere nei confronti della parte sana del mondo islamico.
Ma era giusto che il Pontefice tacesse mentre ancora oggi, in nome di Maometto o di un non meglio identificato “Allah”, si continua ad uccidere, a decapitare, a perseguitare coloro che per i musulamni sono i cosiddetti “infedeli”?
Lunedì, nella mia Città, spero di poter incontrare, a nome dell’Associazione che presiedo, il responsabile della locale moschea, possibilmente alla presenza di stampa e Tv.
Ciò certamente non aiuterà a placare le polemiche ( io non sono che solo un povero verme di terra, null’altro, sconosciuto al mondo e forse anche a me stesso), ma con un a stretta di mano almeno riusciremo a confermare, io cristiano, lui musulmano, che le parole del Papa pronunciate a Regensburg erano sacrosante: “non si uccide in nome di Dio”.
Già, perchè in nome di Dio si ama in quanto “Dio è amore”.
Un saluto a tutti
Gianluca
Gentile signor Accattoli,
mi dispiace ma la frase di Manuele Paleologo («Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava») citata dal papa non è affatto violenta, è vera. Si potrà discutere se era opportuno citarla, ma bisognerà pur dire, una buona volta, che le cose da un punto di vista cristiano stanno effettivamente così.
Se la rivelazione divina si è compiuta in Cristo, quello che di ‘nuovo’ ha portato Maometto non è da Dio, e se non è da Dio è male. Quanto poi alla condanna dell’uso della violenza per imporre la fede (che in passato anche i cristiani hanno talvolta praticato, ma in contrasto con l’insegnamento di Cristo) come si fa a considerarla violenta?
Dobbiamo uscire al più presto da ogni equivoco teologico nei riguardi dell’Islam, come quello implicato dalll’uso di espressioni come discendenza abramitica riferito senza distinzioni all’ebraismo al cristianesimo e all’islam. Non ci può essere ‘equivicinanza’ teologica del cristianesimo nei riguardi dell’ebraismo e dell’islam. Anche la «stima» di cui parla la dichiarazione conciliare Nostra Aetate, richiamata dal card.Bertone va alla fede e all’atteggiamento morale soggettivo dei musulmani (di alcuni musulmani), non implica una valorizzazione dell’islam in quanto tale come portatore di una qualche ‘sua’ verità. Da un punto di vista teologico quello che Maometto opera, rispetto alla tradizione giudaico-cristiana, è un mostruoso impoverimento. Perché dovremmo stimarlo? Stimeremo invece (e ameremo) quei musulmani che, seguendo la via che è stata loro proposta dalla tradizione in cui sono nati, cercano di avvicinarsi a Dio. Rispetteremo, perché nessuno può ergersi a giudice della coscienza altrui, quelli che, nati cristiani, si sono fatti musulmani, ma non potremo ‘stimare’ e approvare la loro scelta, che è oggettivamente cattiva.
Caro signor Accattoli, mi permetta di non condividere completamente la sua visione. Penso che il Papa poteva,se non doveva, tenere quel discorso come lo ha fatto. Le parole dell`imperatore bizantino sono di triste attualità,esse dovevano servire al pontefice a mostrare che con la violenza non si arriva al bene.
Professore, teologo, Papa…Benedetto XVI è tutto ciò e ben di più e non vedo perchè dovremmo privarci del suo pensiero.
Perchè alle volte non è opportuno?
E allora opportuno sottomettersi al ricatto del fanatismo e terrorismo ( vedi Bianca)? E opportuno tacere,avere paura? Io non lo credo.
Penso che sia diventato urgente che noi tutti ci svegliamo! E urgente che noi occidentali osiamo guardare in faccia,chiamandolo con il suo nome, il pericolo legato all`ascesa sempre più dilagante dell`islamismo che non è solo alle nostre porte ma all`interno dei nostri Paesi.
Ed è urgente,altrettanto urgente che i musulmani moderati .che sono in maggioranza ,ne sono convinta. qui in Europa,si sveglino e osino finalmente fare sentire la loro voce.
Mi onoro dell`amicizia di musulmani che non solo capiscono ma ancora approvano ciò che Papa Benedetto ha detto.Purtroppo sono voci sparse ,silenziose che non arrivano ai media.
Dunque è solo un certo mondo musulmano che non ha capito,(o meglio non ha voluto capire o finge di non avere capito ) e che del resto non ha certo letto il testo nella sua integralità, ed è a questo mondo che dovremmo sottometterci per essere politicamente corretti? opportuni?
Allora se questo “tsunami” come lei lo chiama, può servire a scuoterci,a aprire gli occhi,lo ripeto cristiani e musulmani, non solo non avrà distrutto niente ma puô firmare l`inizio di una ricostruzione.
E certo che Papa Benedetto è dispiaciuto,è un uomo profondamente buono, é dispiaciuto che le sue parole, le sue intenzioni siano state così male interpretate, ma avrebbe potuto essere altrimenti ?
Cordialmente,Luisa
Caro Accattoli,non si può dire che il Papa ha ragione e che le sue parole sono giuste per poi affermare che era inopportuno pronunciarle.Scusi se glielo dico ma è un discorso di chi tiene il piede in due scarpe:si è un pò con il Papa e un pò no.O il Pontefice è libero di parlare oppure glielo impediamo.
Lo tsunami mediatico l’hanno creato i giornalisti e gli integralisti e ora possono dirsi soddisfatti:l’interpretazione sbagliata delle parole del Papa fatta dai media occidentali e il fanatismo di alcuni hanno portato all’omicidio di una suora in Somalia.Chi deve fare il mea culpa?Il Manifesto scriverà che la suora è morta per colpa del Papa,ma noi sappiamo benissimo che il suo assassionio è frutto dell’odio degli estremisti e di alcuni media occidentali nei confronti del più grande Papa dell’ultimo secolo.C’è voluto fegato per pronunciare l’Angelus di oggi.Ammiro sommamente Papa Ratzinger,sono orgogliosa di essere cattolica.Provo sempre più vergogna di essere italiana.
M.G.
Lei parla di opportunità e, dato quanto accaduto, non posso darle torto
ma rapportarsi al mondo islamico con opportunità significa ormai farlo con condiscendenza e non solo sul piano strettamente religioso ma anche della quotidiana convivenza laica. Dobbiamo pagare il pizzo del silenzio per non assistere al rogo delle nostre libertà, religiose e non?
Ed è un’escalation continua perché ogni volta che cediamo di un millimetro perdiamo di credibilità ai loro occhi, rafforzandoli nelle loro convinzioni.
Valutare l’opportunità nel rapportarsi al popolo incolto, questo si , potrebbe avere avuto un senso. Ma le parole reali di Papa Benedetto a quel popolo non sono arrivate. Sono state prima amplificate e polemizzate dalla stampa occidentale (mi chiedo ancora dell’opportunità, questo si, di certi titoli, a partire dall’omelia di domenica, come già fatto notare da maria grazia che ringrazio e…certo che puoi darmi del tu!) e riarrrangiate a regola d’arte nella preghiera del venerdi. Mi lasciano molto perplessa le parole dei vari esponenti religiosi, preoccupati delle conseguenze, della ripresa del fanatismo, del terrorismo, da loro fomentati con la complicità delle tv arabe. Non aspettavano altro, esattamente come Bobo Craxi stamattina per rilanciare la laicità come unico strumento di pace e rispetto fra le religioni. Ma se le religioni non verranno poste tutte sullo stesso piano, almeno da chi è laico, e una, per opportunità continuerà a subire un trattamento privilegiato, questa si autorafforzerà nella sua idea già forte di superiorità e continuerà a proporre un dialogo solo dall’alto del suo piedistallo.
So già che mi attirerò delle critiche ma non credo che questo sia il dialogo giusto: il dialogo è confronto fra diversi ma pronti a farsi di pari statura, è discussione anche accesa ma sempre nel riconoscimento dell’altro, e, soprattutto non è censura nei confronti dell’esistenza di alcun popolo. Non genuflessione dell’uno per paura della ritorsione dell’altro. Possiamo anche dire che non crediamo più, che non ne vale la pena o che un Dio vale l’altro. Loro avrebbero la conferma che la loro religione è la più bella e sarebbe finito l’incubo della guerra santa perché senza nemico non ci sarebbe da parte loro più nessuno da combattere. Ma mi si dice come si può pensare di rilanciare il dialogo chiedendo ad un uomo di fede di umiliarsi di fronte al ricatto del terrore e alla incitazione delle folle da parte di sedicenti rappresentanti moderati? Si può dialogare con chi predica la violenza senza se e senza ma? Papa Benedetto ha voluto credere che l’islam moderato esistesse veramente e a questo ha provato a rivolgersi cercando un punto teologico comune dal quale partire per la negazione della violenza nel nome di Dio. Ma nessun Islam è in grado oggi di accettare questa negazione e ne abbiamo avuto finalmente le prove. Solo che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere se vent’anni di convegni interreligiosi non sono riusciti ad impedire il fanatismo e il terrorismo degli ultimi anni, 11 settembre e 11 marzo in primis. E allora non era ancora stato citato nessun violento imperatore bizantino del passato.
Dobbiamo rifiutare le crociate ma il dialogo deve cambiare. Papa Bendetto secondo me, forse in maniera azzardata di questi tempi, ci aveva provato. E’ stato ancora una volta lasciato solo, anche da coloro che in altre occasioni lo avevano accusato di mantenersi silenziosamente equidistante, senza prendere una netta posizione. O la posizione auspicata era il ridimensionamento della croce ?
Non è una provocazione, semplicemente vorrei capire, quando magari gli animi si saranno placati e ci sarà più tempo per riflettere e discutere. Mi rendo conto dei suoi impegni e mi auguro che il suo lavoro possa aiutare la comprensione da parte di tutti.
Gianluca, Leonardo, Luisa, Maria Grazia e Bianca, grazie dei vostri messaggi! Non credo sia mancanza di rispetto riitenere che il papa non abbia previsto una tale reazione: questa comunque è la mia opinione. Credo di trovare conferma di tale mancata previsione nelle parole di dispiacere di ieri e di oggi.
L’opportunità di un pronunciamento è questione pienamente degna: tutto mi è lecito ma non tutto mi giova, dice l’apostolo. Anche lui teneva i piedi in due staffe?
Se le parole dell’imperatore fossero o no violente: il papa le ha dette “sorprendentemente brusche” e il senso mi pare quello.
Se il linguaggio di Manuele II possa essere il nostro: dico di no, esso oggi sarebbe in contrasto con quello del Vaticano II.
Luigi
E adesso che tuonarono tutti pro, contro , o mezzi-mezzi ,autorevoli e quotati,da Gigi in giù,come resistere alla tentazione di esternare il pensiero di un povero miscredente,benchè simpatizzante,che magari da fuori la vede giusta?L’equazione è semplice:
primo:credete voi che il tedesco sia stupido? o labile di mente?o piuttosto un gigante anche di furbizia?
secondo:credete voi che il tedesco non sia umano?cioè di carne ossa e qualche voglietta?
terzo:credete voi che ci sia veramente vantaggio a far il papa?né donne,né fumo,né gioco,né vino?che gli resta?
quarto:ma lo vedete e ci credete veramente voi al volpone tedesco che PER SBAGLIO cita un paleologo?lui che è mezzo einstein e mezzo torquemada?
conclusione: si è divertito A FARLO APPOSTA,si è levata almeno la soddisfazione di dirne quattro a quegli straccioni di fedajn(che già lui ama tanto),magari poi una rettifica “addolorata” si può sempre fare;
avrà detto ,a cose fatte,gesù mio perdonami,ma mi è proprio scappata!,stringo di una tacca il cilicio e ti faccio tanti pregatoni in più,ma alla
fine non parlavo ex cathedra e poi ho detto la stra sacrosanta verità!
Se le conseguenze sono quelle che sono state, e se il papa col suo discorso – come ha affermato chiaramente – voleva rilanciare il dialogo tra le religioni, be’, allora evidentemente l’errore di valutazione c’è stato. Se l’intento – sacrosanto – era suscitare nel mondo musulmano una riflessione critica sull’uso della violenza a fini religiosi, il risultato è stato esattamente l’opposto, cioè il ricompattamento di tutte le correnti musulmane – volenti o nolenti – contro l'”offesa”.
Quindi le parole del papa possono anche essere vere, ma non credo che ne abbia previsto le conseguenze. Oppure significherebbe che il papa _voleva_ fare un passo nella direzione del conflitto, il che grazie al Cielo è assolutamente inverosimile.
Il rammarico del papa – espresso con tanta forza – non riguarda la _verità_ di quanto detto (perché non ci può essere marcia indietro rispetto alla verità), ma riguarda l’errore di comunicazione, clamoroso non tanto in sé quanto per le conseguenze.
Perché, operando a questi livelli, e ciò vale per il papa e per chiunque altro, le conseguenze _vanno_ previste, perché comunque di esse ci si assume di fatto, in parte, la responsabilità.
Per Leonardo: che le parole di Maometto abbiano portato di nuovo “solo cose cattive e disumane” è semplicemente falso. Non lo dico io, lo dice l’insegnamento del Concilio che apprezza l’importanza dei valori dell’islam. Così si esprime il Concilio:
” La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.”
Sicuramente dal punto di vista della verità di fede il messaggio di Maometto è erroneo, ma non dimentichiamo che quel messaggio fonda l’esperienza religiosa e culturale di centinaia di milioni di persone che vivono e hanno vissuto nei secoli. Il papa ha detto che – com’ è ovvio – quella citazione del buon Manuele Paleologo non rispecchia affatto il suo pensiero, non mi sembra il caso che rispecchi il nostro.
Adesso mi tocca fare la parte del crociato, me ne assumo la responsabilità.
Quello che sta accadendo è la vittoria di Al Queda: che un papa debba sentirsi umiliato in casa sua?!?! Ma stiamo scherzando? E adesso non mettiamola sul buonismo che umiliarsi fa bene, ce lo ha insegnato Gesù, gli ultimi saranno i primi. D’accordo, ma come la mettiamo con il fatto che qualunque cittadino musulmano possa permettersi di dire tutte le falsità sul Romano Pontefice? Il motto episcopale di Ratzinger è cooperator veritatis, cooperatore della verità: sta facendo il suo mestiere.
In questi giorni ho condotto una piccola inchiesta nel mondo islamico della mia città: perfetti sconosciuti che si ergono a paladini del dialogo, che cianciano che il papa si è/ha sbagliato, vada a leggere il corano, ci deve delle scuse. Cosa?!? E allora i milioni di cristiani che tutti i giorni vengono uccisi nel nome di Allah!?! E intanto a noi cronisti tocca scrivere e quando ci imbattiamo in un prete, in vesvovo, tutti avanti con i distinguo, la carità. Ma la carità de che!?! LA PRIMA CARITA’ E’ VERSO NOSTRO SIGNORE!!
E i politici? Non ho sentito nessun capo di stato, di governo (Merkel a parte) di parlamento, sindaco, o anche solo di presidente di quartiere ergersi con forza, a rischio di una solevazione popolare, a difesa del Romano Pontefice. E non parlo solo di questa cialtrona sinistra italiana. Sinistra che ormai è squalificata da decenni, completamente acceccata da una ignoranza e un relativismo vomitevole, ma parlo anche alla destra, timida, opportunista, debole.
Povera patria, schiacciata dalla sua stessa paura, incapace di dire a questi straccioni: Se non vi piace questo papa, tornatevene a casa vostra, perchè non abbiamo bisogno di dialogare con gente che ci mangia sulla testa e quando può ce la taglia.
L’umiliazione “opportunista” del papa di cui parlavi ieri caro Luigi, consigliata dalle alte gerarchie pontificie, dimostra che abbiamo tutti paura di questo nemico definito islam fondamentalista, come se fosse uno dei tanti, anche se la storia ci presenta solo ed esclusivamente questo.
E se un papa si trova costretto a meditare nella sua cappella privata che, dopo le parole da lui pronunciate, milioni di cristiani nel mondo sono a rischio, per me vuol dire fondamentalmente una sola cosa: “Beati voi quando vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi. Grande è la vostra ricompensa nei cieli”.
In questi giorni, in questi anni, l’islam ci ha mostrato la sua vera faccia, se esiste un islam moderato, i secoli dovevano mostrarcelo, se esisterà in futuro non spetta a noi, ma a loro decidere se cè spazio per un Magistero o una Tradizione.
In quanto a noi prepariamoci al martirio a cominciare dalle nostre case, dal nostro lavoro e dai nostri affetti. Il tempo del dialogo è scaduto, perché dall’altra parte, il dialogo non sanno nemmeno che cosa significhi. Le cassandre fanno male e sono altamente antipatiche, ma come spesso accade, ci prendono.
Consiglio vivamente di pregare la Madonna di Lepanto affinché scacci questo pericolo. Ad maiorem Dei gloriam
LUIGI ACCATTOLI E IL CORRIERE
Cari Amici,approfitto di questo spazio per ringraziare pubblicamente Luigi Accattoli e il Corriere della sera per gli articoli obiettivi e molto ben fatti,pubblicati questa mattina.
Il Corriere di oggi con i pezzi del dottor Accattoli,di Vittorio Messori e di altri giornalisti deve considerarsi un esempio di giornalismo professionista.
Grazie ancora al quotidiano di via Solferino.
GIORGIO
Il tuo post è interessante soprattutto perchè collima perfettamente con l’opionione del mio fidanzato.Anche secondo lui(intendiamoci:non è il mio pensiero!)il Papa ha lanciato una provocazione consapevole e calcolata riuscendo a dimostrare in un solo colpo che:
1) L’islam moderato non esiste o,se esiste,è troppo debole per fare sentire la sua voce.
2) Gli Stati a maggioranza musulmana non sono laici ma islamizzati e lì la religione e lo stato sono esattamente la stessa cosa.
3) L’Europa non esiste come entità politica e è indifferente e sorda a Dio.
4) I grandi giornali sono quasi tutti ostili al Suo pontificato.
Ergo:
1) Occorre evitare l’equazione islam-terrorismo e spingere i moderati a uscire dal guscio.
2) Paesi come la Turchia non possono entrare in Europa.
3) La Chiesa deve fare leva e coltivare i politici ispirati al Cristianesimo.
4) I media escono distrutti da questa storia perchè non hanno capito nulla del discorso del Papa e sono così superficiali da avere creato,scusate,tutto questo casino!
Secondo me invece il Papa non avrebbe pronunciato quelle frasi se si fosse reso conto che sarebbero state estrapolate malamente e interpretate in senso opposto a quello voluto.
Saluti MG
Gentile signor Accattoli, anche se riconosco la sua libertà di avere un`opinione differente, non posso non dirle che sono stata delusa dalla sua reazione alle parole di Papa Benedetto . Avrei aspettato da lei un sostegno incondizionale, un sostegno che spiega il vero senso del discorso del Papa e che non si appicica(?) a un passaggio uscito dal suo contesto . Difesa non solo di Papa Benedetto ma della libertà d`espressione in generale,che rifiuto personalmente di vedere imbavagliata a beneficio di sensibilità estremiste da dovunque esse vengano. È il minimo che si poteva aspettare da coloro che hanno il privilegio di seguire il Papa da vicino, ,ne conoscono il pensiero e sopratutto l`integrità e onestà assolute.
Detto questo ,e in maniera più generale,(e ciò che segue non vale per lei sig. Accattoli) trovo devastante la maniera con cui la stampa ha coperto gli ultimi avvenimenti a seguito del discorso del Papa.
C`è da chiedersi se le parole: coscienza professionale,onestà intellettuale,etica fanno ancora parte del vocabolario di certi giornalisti.
Ma cari giornalisti,attaccate pure Papa Benedetto, più voi l`attaccate e più noi lo amiamo,ci stringiamo attorno a lui! Tutti i vostri tentativi di svalorizzarlo ai nostri occhi non possono che fallire ! Quando ve ne renderete conto?
Benedetto XVI è uno spirito libero, la sua integrità, onestà intellettuale sono al di sopra di ogni sospetto. Come un buon Pastore egli ci mostra la via da seguire lo sguardo rivolto a Cristo e su questa strada io lo seguo e seguirò come quando ci parla dell`importanza del dialogo con le altre religioni nel rispetto reciproco.
Infine, se potessi, direi a Papa Benedetto :” Caro Santo Padre, coraggio, non abbia paura, continui a riscaldare i nostri cuori e illuminare le nostre menti con le sue parole chiare,semplici,profonde e sopratutto necessarie. La Chiesa ha bisogno di lei, il mondo ha bisogno di lei. Non permetta a nessuno di imprigionare il suo pensiero ,lo lasci continuare a esplorare,cercare,e ,per favore, non ci privi mai del risultato delle sue ricerche,delle sue riflessioni! “.
Una buona settimana a voi tutti,Luisa
Ceccon, sono quelli come lei l’analogo di chi brucia in questo momento i fantocci di Ratzinger e le bandiere tedesche. Speriamo che siate sempre una minoranza.
Il volpone, come lo chiama lei, può sbagliare. Ha sbagliato. Colpevoli ora sono quelli che, a spiegazione avvenuta, continuano a dagli addosso. Perché hanno torto marcio.
Il Papa non vuole crociate e non ne cerca. Sono altri che vogliono un pretesto. E drammaticamente ce ne sono alcuni anche da queste parti, a quanto vedo.
Grazie a Maria Grazia. Ma insieme ai complimenti accetto anche tutte le critiche: il giornalista scrive e poi lascia la parola agli altri. Solo in un caso non so abbozzare, quando Andrea Zambrano si rivolge agli immigrati con l’appellativo di “straccioni” e li invita a tornare a casa loro: non mi riconosco in questi sentimenti. Luigi
Cara Luisa,grazie di avere espresso il tuo pensiero in modo tanto chiaro.
Sono anch’io convinta che i media siano responsabili,per buona parte,delle atrocità che sono state commesse perchè chiamare il Papa Satana,offenderlo con blasfemi cartoni animati(riproposti ovviamente dai siti di corriere e repubblica)e minacciarlo di morte è una somma di atrocità.
E’ chiaro che un teologo imbavagliato non è più un teologo e quindi Ratzinger farà “solo” il Papa d’ora in poi.Peccato,credo che vaticanisti come Marco Politi, che anche oggi sul suo giornale rimpiange Papa Wojtyla e il nunzio al Cairo, potranno dirsi soddisfatti fino a quando non troveranno altri argomenti per dare addosso al Papa.Come Luisa,credo che più si attaccherà Ratzinger e più i fedeli gli saranno vicini.Ho scritto una lettera di solidarietà al Papa:non è molto ma è ciò che posso fare.
Chiedo scusa a Luigi e agli iscritti a questo blog per l’intemperanza sugli “straccioni”, dettata dall’emotività, più che dalla razionalità, con cui sto assistendo agli ultimi proclami di Al Queda. Per il resto, responsabilità dei media o no, fraintendimenti o no, opportunità o no, sono dell’avviso che, ancora di più in questi giorni, si debba pregare per il Papa perché la Madonna lo sorregga nel gravoso compito a cui è chiamato.
Un saluto
mi dispiace, ma alla luce degli aggiornamenti più recenti, chi credeva al dialogo deve rassegnarsi
E’ impossibile che esponenti moderati, se ne esistono, vedendo ciò che sta accadendo, se veramente propensi al dialogo, non prendano le distanze da al Quaida e non tendano la mano ad una autorità religiosa e morale che si è quasi umiliata davanti al mondo
Il dialogo vero è incontrarsi a metà strada, senza il coltello alla gola
E perchè i fratelli musulmani egiziani che prima hanno accettato le scuse, dopo qualche ora si sono tirati indietro?
E come può il Papa dopo quanto sta accadendo dire di essersi sbagliato su una religione che di fatto si sta servendo di una violenza che è sotto gli occhi di tutti tranne di chi non vuol vedere?
E quante suore sono state uccise in Africa anche ai tempi del dialogo del passato?
Siamo proprio sicuri che Giovanni Paolo II , quello pienamente lucido, non avrebbe prima o poi sentito anche lui il dovere di esprimere una dura condanna per chi uccide in nome di Dio?
O vogliamo credere che di fronte all’odio degli ultimi anni avrebbe solo continuato a recitare preghiere comuni?
Non vogliono dialogare col il Papa, cercavano solo il pretesto per piegarlo, umiliarlo e delegittimarlo.
E non solo i musulmani, diciamolo.
Un Papa più debole farà comodo a tanti, anche in Italia e, per la gioia degli interessi americani, non si impiccerà più dell’ingresso in Europa della Turchia.
Una cosa ancora non capisco: Pio XII a suo tempo aveva forse taciuto per motivi di opportunità, magari per l’incolumità dei cristiani tedeschi. Ancora oggi si parla aspramente dei suoi presunti silenzi. Oggi si critica Papa Benedetto per non aver taciuto, per opportunità. Ma questi signori non sono meno violenti di altri del passato
Volevo lasciare un post questa mattina, ma solo ora riesco a trovarne il tempo.
Nella giornata di oggi la situazione si è evoluta (non ho ancora capito se in meglio o in peggio) ma la mia idea è rimasta la stessa: concordo con Luigi quando sostiene la non opportunità delle parole del Papa.
Forse è vero che dall’altra parte non c’è la volontà di dialogare…
forse è vero che appena possono ci tagliano la testa…
Ma penso che il Papa, per il ruolo che ricopre e soprattutto per il ruolo che i media riservano al papato dopo G.P.II, debba far di tutto affinchè le sue parole e il suo pensiero non vengano fraintese.
I discorsi devono essere chiari, limpidi, innanzitutto proprio per i media (per assurdo!) che cercano sempre il titolo ad effetto senza preoccuparsi di capirne il senso.
Possiamo proporre che in questi casi siano i vaticanisti a fare i titoli delle prime pagine?!?!?!
Eugenio
Credo che da tutta la vicenda emergano in modo indubitabile i seguenti fatti:
a) il carattere assolutamente strumentale della reazione islamica, che aspettava solo un pretesto per mettere in moto una macchia propagandistica già pronta e oliata. Non vale dire che allora non bisogna dare il pretesto, perché se non ci fosse stato questo, ce ne sarebbe stato un altro (come nella favola del lupo e dell’agnello;
b) la profonda immoralità del modo in cui la maggior parte dei giornalisti lavora: nessuno sforzo di capire, nessuna fatica per comunicare in modo accessibile ciò che è complesso (lo so che è difficile, ma che ci stanno a fare i giornalisti?), nessuna onestà intellettuale;
c) l’ostilità al cristianesimo e la profonda viltà di una certa parte dell’Occidente: lo stesso mileu culturale-politico che da quarant’anni mette in croce Pio XII per essere stato troppo diplomatico ora mette in croce Benedetto XVI perché non è diplomatico. La differenza è che Hitler è morto e non fa più paura, quindi tutti sono bravi ad accusare la chiesa di viltà, Ahmadinejad è vivo e fa paura, quindi ci si inginocchia (esattamente come si faceva con Hitler);
d) la solitudine del papa anche all’interno della chiesa: quanta fatica e quanta lentezza nell’esprimergli una vera solidarietà! E quanti tuttora stanno zitti!
Per Luca Grasselli: il passo della Nostra Aetate che hai citato parla di stima verso le persone dei credenti musulmani e nulla di ciò che elenca come motivo di apprezzamento verso di loro è ‘nuovo’, cioè portato da una rivelazione di cui Maometto sarebbe il portavoce. Ti faccio anche notare la formula con cui si accenna alla discendenza abramitica, che implicitamente afferma che si tratta di una pretesa soggettiva dell’islam, non di una verità storica e teologica. Ripeto: quello che viene dopo Cristo o è approfondimento e aiuto ad una migliore comprensione del mistero già integralmente rivelato in Cristo, oppure è falso. Cioè cattivo
Amici, il momento è difficile, gli animi assai caldi, i nervi a fior di pelle un pò ovunque.
Qui da noi, in Italia e in Europa, si ascoltano voci bislacche. Da una parte quelli che non perdono occasione per dare addosso al Papa, chiunque sia e qualunque cosa faccia. Sono i filoarabi di sempre, ma anche – paradossalmente – gli “occidentalisti” laici duri e puri. Sì, proprio loro. Gli stessi che ce l’avevano con Wojtyla quando riceveva Arafat, o con Andreotti, Moro e Fanfani accusati di ambiguità col mondo arabo e scarsa fedeltà a USA e Israele. Ora ce l’hanno con Benedetto, con la stessa perentoria aggressività usata allora, ma per la ragione opposta: col suo intervento avrebbe disturbato gli islamici, offeso la loro fede, creato problemi alla già precaria tranquillità di casa nostra. Che tacciano questi preti, recitino rosari e patergloria…
Poi ci sono però i tifosi al contrario, e credo che noi che amiamo Papa Ratzinger corriamo un pò il rischio di questo atteggiamento. Sono quelli che non ammettono discussione, che il Papa ha sempre e comunque ragione, che si esprime chiaro, che è candido, impolitico, evangelico, santo. Io sono d’accordo, ma il dovere di chi vuol formarsi un’opinione (e di coloro che ci aiutano, in questo) è anche quello di guardare a una situazione e capire cosa non ha funzionato proprio per qualche sbavatura della nostra parte, per qualche intonazione inadeguata, per qualche timbro magari infelice, per qualche fianco scoperto. Il che non vuol dire criticare per il gusto di farlo, o strumentalizzare. Ma leggere i fatti con amore e lealtà di figli, misurando i valori in gioco, cercando per quanto possibile di analizzare la complessità delle cose senza l’esclusivo metro della suggestione o della Curva Sud.
Qui non è in discussione – credo – la stima e l’affetto per il Papa.
Si discute dei come e dei perchè, del giusto e dell’opportuno, del perfetto e del migliorabile.
Non ci precludiamo questa possibilità, che Luigi ci offre.
Sono d’accordo con Leonardo soprattutto quando parla della solitudine del papa e del suo accostamento a un grande papa come PIO XII.
Ho rispetto per le vostre opinioni sulla non opportunità della frase del papa, anche se non le condivido. Ma a questo punto vi chiedo: Che cosa avrebbe dovuto dire? La lectio di Ratzinger a me sembra che abbia voluto lanciare per la prima volta un’àncora ai musulmani.
In un certo senso mi sembra che abbia voluto dire agli islamici: “Per quanto esistano nel vostro libro riferimenti alla non imposizione della fede, noi (Cristiani-occidentali) oggi vediamo dall’esterno, che la fede la imponete con la forza. Aiutateci allora a comprendere che non è così. Che anche voi attraverso un uso corretto della ragione e della fede siete portati a pensare che la religione non è violenza, che Dio non si può imporre con la forza. Dialoghiamo su questo, proviamo a vedere se siamo d’accordo su questo”. Non ho visto sfida, anzi. Allora, se questo non era opportuno che cosa doveva dire?
Gesù dice chiaro e tondo alla samaritana quel che è, e poi l’accompagna in un dialogo, in un cammino. Ma se doveva tacere per opportunità, che cosa vuol dire per un pontefice dire la verità?
Chiedo lumi anche a voi
Posso concordare facilmente con i primi due punti enunciati da Leonardo: reazione strumentale e maliziosa da parte degli esponenti islamici e pessima prova dei giornalisti (esclusi i presenti 😉 ).
Ma l’errore di comunicazione – lo dico con dolore, non certo con sadica volontà di cogliere il papa in fallo – c’è stato. Proprio perché quando si affrontano – con giusto coraggio – argomenti tanto delicati è giusto premunirsi da ogni possibile rischio di fraintendimento, anche malizioso. Lo dico con tanto più dolore quanto più mi sembra convincente quello che il papa aveva espresso anche nei giorni precedenti in Baviera: cioè che è possibile il dialogo tra le religioni in nome della ragione, poiché la razionalità ci avvicina a Dio, col tentativo di suscitare finalmente nell’islam una profonda riflessione sull’uso della violenza a fini religiosi. Mentre – aveva pure detto Benedetto XVI – la razionalità “laica” occidentale senza Dio è ciò che veramente terrorizza il mondo musulmano.
Sono veramente sgomento che si sia arrivati a questo.
Concordo anche su un certo pregiudizio anticristiano di certi ambienti laici occidentali. E’ impressionante come certi opinionisti che sostenevano a spada tratta la libertà d’opinione chi aveva disegnato e pubblicato le vignette su Maometto (quelle sì sicuramente offensive) ora si mostrano scandalizzati di quello che il Papa ha detto, anzi di quello che in realtà il Papa non ha detto affatto.
La mia solidarietà col papa è totale, può essere tale anche riconoscendo (secondo la mia modestissima opinione) che l’errore di comunicazione c’è stato e spero che nessuno mi consideri meno cattolico per questo. Amo sinceramente il papa e prego per lui e per tutta la Chiesa, associandomi all’invito di Andrea Zambrano.
Per quanto riguarda Manuele II e la Nostra Aetate:
E’ ovvio che la Maometto nulla aggiunge alla Rivelazione cristiana, che è conclusa nelle Scritture e che la Tradizione vivene della Chiesa invera giorno dopo giorno nella storia permettendo di approfondire sempre meglio i suoi misteri. Maometto fa nei confronti delle verità cristiane un’operazione di devastante semplificazione e amputazione, fino a snaturarle completamente, come evidenziò plasticamente Dante nel noto passo della Divina Commedia.
Spero che Leonardo non abbia visto in me posizioni indifferentiste o sincretiche, che in ogni caso non ci sono. Ma se sono stato frainteso… be’, diciamo che in questi giorni sono in buona e illustre compagnia 😉
L’importante è che NON pensiamo che nell’islam tutto è cattivo, tutto è da buttare. Come afferma il Concilio, tanti insegnamenti della religione musulmana sono grandi e profonde verità religiose (anzitutto: l’unicità e la trascendenza di Dio, mica bruscolini!) e morali, che grazie a Maometto e all’islam hanno potuto raggiungere centinaia di milioni di persone e tuttora le edificano, e di fatto rappresentano, almeno potenzialmente, un’importante forma di preparazione al Vangelo. Un buon musulmano è molto più vicino alla fede di quanto non lo siano molti laici nostrani, compresi i nostri teo-con d’accatto.
Ed è importante ricordare che, nel rivolgerci agli “altri” (non solo i musulmani), non dobbiamo certo rinnegare ciò in cui crediamo ma dobbiamo sempre partire da quello che abbiamo in comune, come ci insegna il Concilio e (lo dico SENZA alcun riferimento polemico a Benedetto XVI) il lungo magistero di Giovanni Paolo II: se no non solo non è possibile il dialogo interreligioso ma veramente non è possibile nessuna pace, nessuna convivenza. E nessuna evangelizzazione, che rimane il nostro primo dovere.
Avrei forse potuto a un certo momento concedere che eventualmente il Papa avrebbe potuto scegliere un altro passaggio a sostegno delle sue riflessioni,anche se tale non era la mia convinzione. Ma ciò che è successo e sta succedendo non fa che convincermi dell`estrema pertinenza e lucidità delle parole del Santo Padre, e cioè che ,fra l`altro, una fede slegata dalla ragione non può che portare al fondamentalismo e alla violenza.
Ne abbiamo la terribile dimostrazione sotto gli occhi. Già lo sapevamo,ma ci voleva il magnifico,importante,coraggioso discorso di Benedetto XVI per mettere le parole giuste e,direi,definitive,su un fenomeno dilagante e minaccioso di cui il Santo Padre deve avere una dolorosa coscienza. Ed è per questo che tanto si batte per il dalogo reciproco e rispettuoso.
Spero che l`agitazione passata tutti ne tireranno le lezioni. In primo che non sono le parole del Papa ad avere provocato le tensioni ma la loro strumentalizzazione a fini personali non sempre onesti e a tal fine sarebbe utile che gli organi di stampa facciano il loro esame di coscienza.Ciò che succede in medio oriente sfugge al nostro controllo ma possiamo agire qui da noi.
Inoltre, noi tutti abbiamo avuto sotto gli occhi l`odio viscerale che le masse, manipolate facilmente, nutrono verso i cristiani e l`occidente e quale è il loro obbiettivo finale chiaramente esplicitato.
Spero allora che l`Europa,l`Occidente si svegli,alzi la testa .Allora forse un beneficio secondario di questi avvenimenti potrebbe essere ( si può sempre sognare) la riscoperta dei valori cristiani che fondano la nostra società,la vera libertà nel rispetto della persona umana. Una reazione non di paura,che è cattiva consigliera, ma di affermazione della nostra identità, dei nostri valori.Solo così un vero dialogo può nascere e crescere ed è ciò che Papa Benedetto instancabilmente dice al mondo.
Non vorrei che Nostradamus,Malachia e il terzo segreto di Fatima si avverassero,e scusatemi se finisco su un tono che può sembrare non ottimista ma in realtà credo alla forza della preghiera ,allora è quello che nel mio piccolo cerco di fare! Saluti, Luisa
Ciao a tutti..qualcuno mi può inviare il discorso completo del Papa?vi ringrazio anticipatamente
Ho inviato ad Arguello88 il testo come offerto dal sito vaticano il 12 settembre sotto la dicitura VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A MÜNCHEN, ALTÖTTING E REGENSBURG (9-14 SETTEMBRE 2006) (IX) – INCONTRO CON RAPPRESENTANTI DELLA SCIENZA ALL’UNIVERSITÀ DI REGENSBURG. Indicazione per arrivarvi on line:
http://212.77.1.245/news_services/bulletin/month.php?lang=it&index=18836
Saluti a tutti. Luigi
Ho una domanda per tutti voi, soprattutto per il maestro Accattoli: per la diplomazia vaticana sarebbe stato più facile gestire questa fase con un segretario di Stato esperto come Sodano? E non credete che la sostituzione proprio in questo periodo del capo della diplomazia vaticana abbia potuto in qualche modo le incomprensioni o comunque non consentito un rapido chiarimento tra le parti? Naturalmente, come contro-parte della Santa Sede non parlo dei fanatici musulmani, ma degli Stati islamici intesi come Governi centrali. Personalmente, trovo equilibrato ciò che sta facendo il Cardinale Bertone, ma credo che l’esperienza di Sodano sarebbe servita. A meno che il Santo Padre non abbia chiesto a Sodano di continuare a collaborare con Bertone nelle vesti di “consulente”. Ditemi voi, è da qualche giorno che ci penso.
Salutoni
P. S.: Andrea Zambrano (ti dò del tu perchè siamo colleghi), ciò che scrivi è molto identico a ciò che pensio io. Come dire, abbiamo la stessa identità di vedute;)
Credo che il “chiarimento” con i governi stia andando bene. Lo conduce l’intera macchina diplomatica e quella è sempre la stessa, benchè governata da un nuovo vertice. Ciò che forse ancora non funziona a regime è la collaborazione tra il papa e lo staff ed è un problema di tutti i pontificati nascenti, ma l’avvio della fase Bertone dovrebbe colmare rapidamente la lacuna. Luigi
Cara Luisa,condivido in pieno il tuo pensiero.
L’auspicio è quello che cessi immediatamente ogni forma di violenza fisica verso i Cristiani e morale verso il Papa al quale rinnovo la mia incondizionata fedeltà e solidarietà.
Come te,Luisa,spero che la lezione di questi giorni insegni qualcosa a tutti quanti.In particolare mi auguro che i giornalisti siano più responsabili nel riportare le parole del Papa.Consiglio anche,quando non si comprende bene il discorso(non è il caso di Accattoli,ma di alcuni suoi colleghi…)di chiedere aiuto ai teologi.C’è chi in Germania ironizza dicendo che il Papa deve volare più basso in modo che lo capiscano anche gli Italiani.
Mi permetto di segnalare l’editoriale di stamattina su “Avvenire” sul mea culpa che dovrebbero fare alcuni media:
http://www.db.avvenire.it/avvenire/edizione_2006_09_19/articolo_683884.html
Trovo singolare che Marco Politi di “Repubblica” insista tanto sul concetto “Se il Papa fosse ancora Wojtyla,tutto questo non sarebbe avvenuto…”.Mi limito di ricordare a Politi e a tutti che le torri gemelle sono cadute nel 2001,non nel 2005 o nel 2006.
Il pericolo è grande:da mesi sappiamo che non si può fare satira sull’Islam e ora dobbiamo imparare che il Papa non è libero di fare una lezione teologica.Complimenti,Europa,continua così!
Saluti MG
Ringrazio Gianluca per l’identità di vedute, ma non posso rispondere in maniera completa alla domanda. Sono un cronista di provincia che cerca a fatica di dare la sua testimonianza di vita cristiana non solo in quello che scrive, ma cosa che ho scoperto essere forse più importante e difficile, nell’ambiente di lavoro e nel rapporto con i colleghi che non credono e con i quali non puoi condividere la fede.
Ergo, la mia conoscenza dei Sacri palazzi e delle cose diplomatiche della Santa sede è limitata a quanto scrivono i vaticanisti come Luigi, che è forse l’unico che potrebbe dirci, se le fonti glielo permettono, che cosa stia pensando il papa in questo momento……
Vi lancio una nota personale. Ieri mente pregavo con mia moglie, ho pensato per la prima volta al papa come una persona.
Non fraintendetemi, ma ho sentito il peso e la fatica del pontificato, la responsabilità di quello che lo attende, che non credo la diplomazia o le nunziature possano mitigare o evitare: testimoniare la Verità. E per un momento l’abbiamo sentito vicino, come noi, che abbiamo paura delle sfide della vita. ecco perchè mi sento di pregare la Madonna sempre di più per lui.
Saluti