Mi chiamano a trattare un tema epocale: PARLARE E LITIGARE CON I FIGLI: MA IN QUALE LINGUA? Sul Freccia Rossa Roma Termini-Milano Centrale che sfreccia a 280 all’ora, come segnala il display, una mamma con due maschietti va in cerca della toilette. Il grande si aggrappa ai sedili come comandato da lei. Il piccolo no e va avanti inciampando di qua e di là. “Se non mi dai la manina e ti fai male ti arrangi”, dice lei ammonitrice. “No” fa quello in gran dispetto: “Io non mi arrangio, ti arrangi tu!”
Se non mi dai la manina ti arrangi
44 Comments
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Hai capito!? E poi di che i ragazzini non sono dei piccoli dittatori. Tiranneggiano che è una meraviglia! Ma guarda la prontezza nel rispondere a tono!!! E si,perché se batte il capino, o se urta una clavicola e se la spezza allora si che sono guai grossi per qualla povera madre, oltre che per lui . Altro che viaggio: si pernotta nell’astanteria del pronto soccorso pediatrico … io vedi, lo avrei tirato per un orecchio lo avrei….mmm…!!! Che poi i bambini indisponenti sono i più dolci, sono quelli che alla fine danno più soddisfazione perché son svegli, curiosi, e furbissimi…
Già, Luigi, in quale lingua?
In quale lingua parlare e farsi intendere?
Furbetto, il bambino!
Però da qualche parte gli deve essere arrivato il messaggio
che si può rispondere così, ricattando.
No?
In lingua napoletana naturalmente… loro sono italofoni a oltranza, io napoletanofono a ritmo alternato, e quando mi “azz” a ritmo continuo.
Battuta a parte, io ho scelto la lingua dell’autorevolezza e dell’esempio.
Coi miei tre figli, ho sperimentiato che i bambini hanno un senso innato nell’intuire, nel capire le parabole e le metafore. I bambini intendono meglio il linguaggio figurato.
“Io non mi arrangio, ti arrangi tu!”
ma guarda!
persino io rispondo così a Lui…… 🙂
Non avrei maie e poi mai potuto rispondere così ai miei genitori.
Perché essi mi hanno amato veramente, ma veramente.
Ed era solo questo amore vero, fatto di sì e di no che ha dato loro autorevolezza e rispetto. Autorevolezza e rispetto di cui mi sono sentito sempre debitore, fino all’ultimo giorno della loro lunga vita.
È questa la lingua che educa: la lingua dell’amore, quello vero.
Che ha detto di male il piccolino, Fides?
Marco, ha parlato Luigi di “gran dispetto”…
Rispondere “No” a un genitore non è grave, caro Marco?
I bambini sono come alberelli in balia di ogni vento, di ogni tempesta. Se non metti un asticella che li “costringa” e allo stesso tempo li protegga dal vento è possibile che crescano di sguincio. Non è simpatico crescere con un ‘asticella che ti castiga, però, quanno ce vo’ ce vo’ !! Eppoi sono identici a spugne di mare: assorbono tutto quanto trovano attoro ,l’humus buono e anche quello cattivo. Io credo che anche in questo caso, più che proteggerli dall’humus cattivo -nel quale si imbaterranno sempre nel corso della vita, e questo è inevitabile- sarà duopo depurarere il terreno circostante versando acqua sempre fresca e buona, acqua della quale non potranno più fare a meno e quando sarà cresciuto allungherà le radici e se l’andrà a cercare da solo-
Io ho due figli, un maschio e una femmina, ora grandi. La prima l’ho avuta che avevo 17 anni, una bambina io stessa insomma…però…ho fatto del mio meglio! La femminuccia era buona, ed è buona, come un babbà, però era la “rana dalla bocca larga” o una sorta di “bice mi ridice” . Esempio: se al parco casualmente ci si imbatteva nella portiera e di me voleva sapere vita morte e miracoli, lei subito apriva il registro sbugiardandomi talvolta, un imbarazzo rarbino! Adesso a ripensarci ci si ride, ma ho dovuto correggerla…anche con qualche sculaccione
Il maschio una vera tempesta, non dormiva la notte per pensare a cosa poter combinare all’indomani. E’ stata una fatica seguirlo nell’adolescenza, confesso di essere stata “moderatamente” severa.
E’ stato come mettere dei soldi in un salvadanaio, un piccolo tesoro costato tante, ma proprio tante rinunce. Ma ne è valsa la pena.
corrige: imbarazzo, e figuraccia barbina! Arggghhh !
No, Federico.
Qualche volta anche un bell’ATTANTULO è più che giusto e salutare.
In questo caso poi, secondo me, è la madre che avrebbe dovuto prendere per mano il bambino più piccolo, non chiedere a lui di darle la mano.
Antattulo no! Dai, una buona educazione è alla base….il rispetto nei confronti di tutti è la prima regola dalla quale non si prescinde.
Sulla seconda osservazione invece sottoscrivo….condivido!
Rispondere No ad un genitore,
al di là di quel che vuole dire un bimbo,
è segno che il bimbo sta crescendo equilibrato,
e sta differenziandosi dai genitori,
è un processo continuo,
che lo porterà
all’adultità.
A proposito di “severità” …
Parole che da bambino erano “impronunciabili” di fronte a mia madre, punite con massima e assoluta severità e rigore…
“non mi piace” : digiuno e per giorni consecutivi cucinava e costringeva a mangiare il “non mi piace” (come è “buono” il “non mi piace”, vero?).
“che schifo” (sia nei riguardi del cibo o di qual si voglia altra cosa): si è pronunciato una sola volta e dalla “lezione” che ho avuto è stata cancellata dal vocabolario da me e dai miei fratelli…
Questi precedenti erano però considerati peccatucci veniali…
Le mancanze contro l’obbedienza erano considerati e puniti come “mortali”…
“no” o “non lo voglio fare”, provocavano i “guai” dell’apocalisse.
Oggi, quando rimprovero a mia madre l’eccessiva indulgenza nei confronti dei miei figli lei risponde che forse da giovane ha esagerato…
e io invece le rispondo che ha fatto benissimo e la ringrazio.
Grazie a quelle -severe- lezioni, oggi posso essere umilmente fiero…
@Matteo,
so benissimo che la fase “oppositiva” rappresenta il primo tentativo di affermazione di se’ e di indipendenza dai genitori che i bambini provano a sperimentare.
Ma questo vale a due/tre anni.
Da quel che traspare questo bimbo è più grandicello ed è giusto chiamare la disobbedienza e il capriccio con i nomi che sono propri. Innanzitutto nell’interesse del bambino, per aiutare la sua crescita. La mano della mamma è una premura per evitargli cadute dolorose e traumi.
C’è un’altra, dolorosa, fase del no nell’adolescenza: anche in quegli anni i ragazzi sperimentano un bisogno di affermare se stessi e di distinguersi il più possibile dai genitori, nell’illusione e con il desiderio di essere già grandi.
Non si può dire sempre no per tutta la vita, al di fuori di questi due delicati momenti di crescita, un comportamento testardamente oppositivo diventa patologico. E i genitori fanno bene ad intervenire nel modo che ritengono più adeguato.
Tu sei patologico, Federico.
Curati. Elettroshock o una sana sc…ta, se ti ricordi ancora come si fa!
La vita sessuale va a gonfie vele, scommetto anche meglio della tua.
@Marco,
a parte le battute da osteria, quando pensi di superare la fase oppositiva?
…Intendevo schitarrata, porco!
Immagino tu sappia che al buon Lou Reed fecero fare l’elettroshock da bambino perché era un po’ effeminato. Risultato: più pazzo di prima. Il Rock l’ha in qualche modo salvato… Quindi anche le schitarrate aiutano la mente.
…Eh, gli uomini anziani, sempre lì stanno. La f..a e la maronna. Nient’altro…
Dai, su. La Donna è complessa. Non è riducibile a stereotipi e metonimie.
E anche l’ansia di affermare e confermarsi la propria potenza è tipica dell’anziano… Rilassati, vedrai che il veliero solcherà le dolci onde con ancor maggiore grazia!
Tutto nel tuo solito stile oxfordiano. Speravo che la pausa quaresimale avesse favorito una qualche maturazione, almeno per quanto riguarda il linguaggio.
Ma poi, cosa ti fa pensare che io sia anziano?
Intendiamoci: anziano è chi è sopra i 65-75 anni.
Tu ne avrai una cinquantina, ma come psiche sembri arrivare dall’Ottocento…
Deduco la tua anzianità anche dalla tempestività con cui ci hai comunicato il vento in poppa sotto le lenzuola.
Non mi impressiono… Occorre sempre sentire il parere sincero della passeggera.
http://www.youtube.com/watch?v=MZZoZ8eLWY4
No condivido la tua definizione di “anziano”.
Ad ogni modo sei fuori strada, sono molto meno anziano…
Allora sei un maschietto quarantenne che ritrova l’identità perduta irrigidendosi (in tutti i sensi a quanto pare…) su posizioni tradizionaliste, vetuste, superate da una sessantina d’anni???
PS: non è la mia definizione d’anziano. E’ la definizione burocratica di anziano quella che etichetta in tal modo le persone > 65 o 75 anni, dipende dai Paesi e dagli ambiti.
Lasciamo perdere, oltretutto non vorrei monopolizzare uno spazio con argomenti che non interessano a nessuno.
Comunque sei ancora fuori strada, sia sulle posizione tradizionaliste, sia sui miei anni.
Che tristezza…
No, non sono affatto fuori strada.
Anzi, aggiungo un’altra cosa. Probabilmente sei un dipendente pubblico: scrivi in orario di lavoro. Solo voi potete farlo così spesso.
Perché l’alternativa è che sei un contapalle. Liberissimo di farlo, il bello e il brutto del web sono anche questo.
Completamente fuori strada, su tutta la linea. Qualcuno qui mi conosce e, se crede, può confermare.
Ma adesso basta, non intristiamo più nessuno.
Quindi tu saresti un trentenne con idee fascistoidi, già sposato, che si può permettere tutti i giorni di scrivere dalle 8.00 alle 18.00, dal Lunedì al Venerdì.
Ho capito…
Beh, amico… Sei hai davvero 30 anni e questo mondo ti ha tanto sconvolto da farti diventare così, mi rattrista molto.
“Se non mi dai la manina ti arrangi”
Assomiglia tanto a quel ricatto tutto cattolico che sott’intende così : “fuori della chiesa cattolica non c’è salvezza”. Trovo molto appropriata la risposta “ ti arrangi tu” che può anche tradursi “ti arrangi da solo” perché l’andazzo sta sostenendo che non è proprio vero che dando la manina ci sia da fidarsi, dato che poi dopo la manina ti prendono anche il braccino.
…certi preti, coperti dal Vaticano, prendono anche qualcosa d’altro.
@Marco,
no, non hai capito. Non ti fidare così tanto del tuo intuito.
Per la tua curiosità ho 36 anni e lavoro in un’azienda privata che, come molte altre in questi temi di crisi, sta attraversando un “momentaneo” calo di lavoro.
A casa mia non posso collegarmi a internet per carenze della rete (abito in campagna) e sono costretto a farlo nelle frequenti pause che purtroppo il mio lavoro al momento mi consente.
Non sono ne’ fascistoide, ne’ tradizionalista, anche se immagino che questi termini siano quanto di meglio possa offrire il tuo usuale vocabolario per etichettare chi non la pensa come te.
Sono nato e vivo in una provincia storicamente anticlericale e di mangiapreti, feudo rosso del PCI/PDS/PD, da una famiglia cattolica democristiana e anticomunista che ringrazio per avermi trasmesso buoni anticorpi contro il laicismo e il relativismo etico religioso.
Prima di giudicare e di sputare sentenze cerca di conoscere e approfondire, prima di dire “ho capito” prova a verificare.
Chiedo scusa a tutti i vicini di pianerottolo per questa digressione che non avevo nessuna voglia di fare e che sono certo non interessa a nessuno. L’ho fatta con l’intenzione di aiutare Marco a capire che intuizioni e certezze a volte si rivelano solo pregiudizi immotivati. Nel dubbio, è più saggio procedere con umiltà.
Ecco allora era giusto quando dicevo che sei un quarantenne reazionario.
Certo 36 è un po’ meno di 40 però non mi pare di essermi sbagliato così tanto…
Quella dell’azienda in crisi e delle pause fingo di bermela…
Che tu non ritenga di essere vecchio, fascistoide e reazionario non significa che tu non lo sia.
Dio, patria (nemmeno poi tanto dato che sei un berlusconiano) e famiglia è ciò che ispira i tuoi commenti, con quell’ansia di sottolinearne il valore da diventare ridicolo e patetico talmente sprigioni affettazione, artificio retorico e ipocrisia piccolo-borghese.
Non sono neanche berlusconiano, ma non importa, credi pure quello che vuoi.
Ho sbagliato a darti tanto spago. Chiudo qui.
Mi dispiace averti sopravvalutato.
Oh certo… Sei dell’UDC.
Non hanno appoggiato Berlusconi per anni, vero? Nooo.
Ma ormai non se ne trova più uno di berlusconiano…
E pure i codardi che scrivono su Avvenire non sono più formigoniani. Del resto i ciellini al potere in Lombardia e in odor di galera, si è subito affrettato a scaricarli anche il cardinalone Scola, dopo aver tuonato contro il moralismo a Rimini…
Ma andatevene affanculo, che fate schifo, va.
Pur’ ‘e púlice ténono ‘a tosse
(Con tante scuse all’Umiltà se la dizione napoletana è approssimativa)
Non ce male come napoletano Leonardo.
Sarebbe indicato anche questo wellerismo:
“Ah ah ah!, s’avutàjeno ‘e ccriature”
Il linguaggio e le argomentazioni di Marco sono quelli tipici della sinistra, di ieri e di oggi, capace solo di disprezzare e insultare quelli che ritiene suoi avversari.
Nulla di nuovo.
Non sono particolarmente impressionato.
Mi dispiace avergli dato occasione per mostrare il peggio di se’.
Piano con le etichette: il “celodurismo” della lega non mi pareva tanto pulito ed elegante, non trovi Federico?
Non voglio difendere nessuno, solo ricordare che il ritenere una parte (la nostra di solito) immune da difetti è la matrice di tanti disastri…
@Nico,
a differenza di Marco, io non mi identifico con una parte, meno che mai con la Lega.
Ti prego di voler prendere atto che io non ho offeso nessuno e ho ricevuto parole di disprezzo.
Non è la prima volta che mi capita quando mi confronto con persone che propendono per i partiti della sinistra, a cominciare dal laico e democratico PD.
In questo senso è “tipico”, nella mia personale esperienza. Sarei contento di verificare qualche volta il contrario.
Se non gradisci certe etichette rivolgiti ai tanti “Marco” che ci sono in giro per l’Italia, non a me, che mi limito a una amara constatazione. Mi aspettavo commenti di altro genere…
Mi spiace di aver deluso le tue attese, Federico, in ogni caso non credevo di essere stata offensiva.
Chiedo venia.
Il frutto del lavoro a chi lavora andrà!
http://www.youtube.com/watch?v=BAO3-h0qtps
@Nico,
non mi fraintendere, ma mi aspettavo un po’ di solidarietà umana, non un rimprovero…
Ma come? Un martello pneumatico, un black&decker, uno sventrapapere come te che cerca solidarietà da una donna, catechista e teologa per giunta!!!
Che è successo nel week-end in campagna? Ha chiuso la farmacia?