Una scritta grossa e con grafia sicura: “La vita è bella”. E sotto un controcanto con caratteri più piccoli e grafia incerta: “Ma doveva esserlo per tutti e non solo per voi”. La disputa è su un muro di via Marcantonio Colonna, a Roma, nei pressi della stazione Lepanto della metropolitana, poco oltre un’edicola che è sulla sinistra per chi vada verso piazza Cavour.
Se la vita sia bella: disputa che si svolge su un muro
8 Comments
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direi che mentre il primo ha capito benissimo cosa significhi: “Una pagina bianca è una poesia nascosta”, il secondo ha interpretato bene la tesi che “Poeta sei tu che leggi”. 🙂
a proposito maioba, dove sta quella scritta cagliaritana?
in via Dante vicino alla Libreria Cocco… ma non ho più controllato se c’è ancora… è stato tanto tempo fa, quando ero in seminario, ormai son anziano…
Un giorno ebbi una visione e in essa era maioba ed egli era giovane.
🙂 eh eh… anch’io sentii come un sapore di caffé e un profumo di amicizia… camminammo con semplicità introducendoci in un grande tempio, le cui porte sono separate dal resto del mondo attraverso delle grosse cancellate… e c’era una moltitudine di persone, che nessuno poteva contare…
Caro Luigi, avrai notato che sulle tue sollecitazioni-riflessioni di grafomania urbana mai sono intervenuto.
Essenzialmente per due motivi: non sono un sociologo nè un esperto di psicologia delle masse.
E francamente non capisco questa tua ostinazione a proporre ciclicamente l’argomento.
Intuisco forse che alla base vi sia la necessità di creare “discontinuità” ovvero di alleggerire il carico rispetto ad argomenti che fatalmente scivolano verso derive diverse dal tema da te proposto.
Oppure, ma spero che così non sia, deviare l’attenzione su argomenti generici per evitare di aprire dibattiti-scontri tosti sui fatti della vita quotidiana in rapporto alla morale o alla dottrina impartita dalla gerarchia.
Mi limito a due esempi che a me paiono significativi:
la posizione della diocesi di Recife sulla scomunica ai medici e alla madre della bimba di 9 anni violentata dall’età di 3 dal padre o patrigno, lui nemmeno sfiorato dalla scomunica.
Ora siccome non si tratta di una diocesi qualsiasi ma della diocesi presieduta da Helder Camara, beh forse una riflessione su cosa stia succedendo e cosa sia cambiato in Brasile a pochi anni dalla morte di Dom Helder, nel centenario della sua nascita, forse è argomento scomodo ma certamente pregnante per il mondo cattolico, considerato che quel paese è grande quanto tutta l’Europa e tra i primi ad essere oggetto di missione.
L’altro argomento è il silenzio sulle dichiarazioni di BXVI circa il contrasto all’HIV con i contraccettivi, non ammessi e non giudicati una soluzione nemmo parziale ad un problema vecchio di 20 anni che ha ucciso e continua ad uccidere milioni di individui nel mondo.
(vedo che ora hai aperto un nuovo post sulla presunta solitudine del papa)
Ma tornando ai grafomani e con le limitazioni della mia conoscenza specifica su questo fenomeno, mi pare di cogliere oggi una sostanziale differenza rispetto al passato.
Dai messaggi iniziali di orientamento politico-ideologico tra gli anni 70’ e 90’, ormai del tutto scomparsi; ai messaggi personali di oggi che denunciano o segnalano una personale condizione emotiva o sociale. Un segnale di disagio, di solitudine, una sorta di confessioni pubbliche a domanda a cui seguono quasi puntualmente risposte anch’esse sintomatiche di disagio personale.
Questi non sono writers o artisti incompresi molto ma molto sfacciati che sfogano il loro smisurato ego imbrattando muri, treni, pullman e quant’altro con immagini e cromie più o meno gradevoli; queste sono persone che urlano, nell’indifferenza generale, il loro non sentirsi parte di un mondo e di una società omologata.
Per la collezione di scritte di Luigi Accattoli
(Milano, piazza di Porta Ludovica, vicino all’edicola)
“Perchè sei così triste e pensieroso?
Non lo sai che la vita è uno specchio
…ti sorride se la guardi sorridendo”
A me piacciono molto le “spiazzanti” proposte di Luigi sui vari “murales” che “ornano” (se così può dirsi) le nostre città: però, sì, qui sono d’accordo con Nino, credo che dell’episodio di Recife si sarebbe dovuto e potuto parlare più ampiamente anche tra noi (e non solo per ricordare Dom Helder Camara).
Buona domenica pomeriggio a tutti !
Roberto 55