Non sono un pentito del blog ma ho deciso di passarci meno tempo. Non lo chiudo sia perché un giornalista in pensione ha un bisogno fisico di aggiornarsi e di scrivere, sia perché mi considero un esploratore della blogsfera per conto della mia comunità. Non ho ambizioni larghe: intendo la mia parrocchia. Vorrei aiutarla a passare dal cartaceo al digitale e da un sito Internet bacheca a un sito interattivo. – E’ l’attacco di un mio testo appena pubblicato dalla rivista “Il Regno” con il titolo Chiesa e digitale. Se la mia parrocchia avesse un sito interattivo.
Se la mia parrocchia avesse un sito interattivo
8 Comments
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Te l’hanno svuotato il blog. E ora che siamo andati tutti via non hanno più niente da dire.
Leopoldo buongiorno. Sapevo che c’eri. Il silenzio del pianerottolo non mi dispiace. Come dico nel testo che ho linkato nel post, la mia è un’esplorazione ai bordi della blogsfera. Mi interessa tanto il chiasso quanto il silenzio. Mi interessa capire. Immagino che l’attuale pace possa rappresentare una condizione di ripresa, se ci sono tra i visitatori persone interessate a uno scambio sereno d’opinioni.
Se fosse mio scopo riavere qui un vivo dibattito, potrei limitarmi a due o tre post settimanali sulle materie incendiarie che in passato hanno portato a centinaia di commenti per ogni mio affaccio a esse: omosessualità, minima liturgica, infallibilità papale, la polpetta politica meglio speziata del giorno. Oggi il “burattino” Conte e l’Europa. Ma io non voglio quello. Vorrei che qui, sui temi che propongo, si svolgesse una conversazione simile a quelle delle conferenze che tengo per l’Italia, o nei dibattiti con Rusconi sul Papa. Chi è interessato si faccia avanti. Buona giornata a tutti.
Ti sbagli, io ho sempre molto da dire da Calò.Giammai Clodine priva di favella, semmai soggiogata dal tempo sempre tiranno che non lascia spazio talvolta.
Questo blog,importante, tosto per certi aspetti perché impegnativo, induce alla riflessione, richiede preparazione e, non da ultimo, invita lo scrivente ad esercitare la propria autonomia di pensiero circa temi importanti quali etica, morale, fede, religione: temi che stimolano le acque profonde, animiche, ma generano anche conflitti e aggressività. A questa ho sempre cercato, per quanto possibile, l’assertività, che è la capacità di esprimere serenamente, senza timori di ritorsioni e minacce i sentimenti e punti di vista e sulla base di questo principio mi sentirò sempre libera di andare contro corrente, contro le nascenti dittature dal relativismo alla tirannia del gender e del pensiero unico subendo l’ aggressività distruttiva con serenità…
Il blog di Luigi è stato motivo di trasformazione e maturazione per me, mi ha fatto crescere, e siccome sono noiosamente fedele non mi hanno spaventato gli attacchi feroci né son fuggita per altri lidi.
Penso che il regredire degli interventi da 13 anni ad oggi potrebbe essere preso a campione. Evidenzia e registra l’evoluzione, o involuzione, da un decennio ad oggi della società che io chiamo dei Like e dei selfie legata all ‘incapacità sempre più bruta di percepire l’altro nella sua singolarità. Una società espressione di povertà umana e spirituale per cui, c’è un bisogno di esserci, di essere visibili,di mettere sé stessi al centro della scena e non il proprio pensiero, la propria fede , ortodossia, convincimenti. Noto l’assenza di Maria Cristina Venturi, una voce, come la mia, assai fuori dal coro.
Quando non si più in grado di comunicare, seppur su diapason diversi, in uno scambio costruttivo e liberante allora, qualcosa ci sta sfuggendo di mano…
volevo dire caro Calò….
Calò, cognome evocativo. Il mio preside dell’artistico si chiamava Calò, persona straordinaria e ottimo scultore, ma quello era Osvaldo, non Leopoldo.
Rif. 8.58 – Fuori dal coro o dalla verità?
Non è tanto importante essere fuori dal coro. Conta più a esser fuori dalla bugie e dalle “viganate”.
Se non erro, Luigi Accattoli sta aspettando l’elenco delle “verità rivelate” che negherebbe il vescovo eletto di Lima. E forse anche altri aspettano in silenzio e non infieriscono.
Rif 9:41
Non mi sembra ci siano misteri sulle posizioni politiche di Carlos Gustavo Castillo, allievo e seguace dell’altro Gustavo, quel Gutierez ripreso da ben due papi: Paolo VI prima, Giovanni Paolo II poi. Vivisezionato in seguito da Ratzinger sul versante e della Dottrina sociale della Chiesa e dell’ortodossia, constatate e sottoscritte da quest’ultimo le derive marxiste viene dichiarata l’incompatibilità col messaggio Evangelico. Dunque sono tre Pontefici che per quasi mezzo secolo, cronologicamente distanti, hanno condannato questa ideologia che ora, ritorna in una nuova veste, con terminologie nuove ma identica nella sostanza: “Teologia della liberazione” prima, “teologia della rigenerazione” oggi insomma il cattocomunismo esce dalla porta e rientra per la finestra. Allora. Se è vero che Bergoglio non approvò del tutto la teologia della Liberazione a che si deve questo cambio di registro,perché questa esposizione a sinistra? .Si passa da Padre Pio a Fidel: la confusione sotto il cielo è tanta francamente. Se proprio vogliamo fare l’elogio alla verità ed essere fuori dalla bugia e dall”inganno cerchiamo seriamente questa verità, ma non da Maria Cristina Venturi. Credo!
Rif. 13.23 – Verità di fede, non altre bufale
Il punto in esame, per il neo vescovo e per tutti, sono le verità del Credo, non altro.
Quanto a Gutierrez (mai messo sotto esame) è il caso di ricordare che uno dei principali e più convinti suoi discepoli è stato ed è Müller (il cardinale), chiamato al vertice del Sant’Ufficio da papa Benedetto, e poi, due anni fa, non rinnovato nell’incarico da papa Bergoglio, ma non per via della sua adesione alla teologia della liberazione.