Se il papa sale sul pulpito di Lutero

Chi attribuiva a Papa Benedetto l’intenzione di un irrigidimento antiecumenico pensava soprattutto alle Chiese protestanti ed è in questa direzione che la visita di domenica [alla chiesa luterana di Roma] acquista significato: la comunità luterana di Roma è numericamente irrilevante ma pregare con essa, recitare insieme a essa il Credo e “predicare” in essa – salendo sul pulpito, da “pastore” ospite – è come farlo con l’insieme della Federazione luterana mondiale“: è un passaggio sensibile di un mio articolo pubblicato ieri da “Liberal” con il titolo SE IL PAPA SCEGLIE IL DIALOGO. RATZINGER CONTINUA A SMENTIRE CHI LO AVEVA ACCUSATO DI NON VOLER PROSEGUIRE L’INCONTRO CON ALTRE CONFESSIONI.

27 Comments

  1. Luigi Accattoli

    L’appuntamento con i luterani è stato trascurato dai media. Avevo scritto – in vista di esso – una patetica rievocazione della visita alla stessa chiesa compiuta da papa Wojtyla nel dicembre del 1983, quando si festeggiava il quinto centenario della nascita di Lutero, ma essa non ha trovato ospitalità nei giornali ai quali collaboro. In queste settimane non c’è verso di scrivere qualcosa sui giornali che non riguardi la pedofilia. Pubblico quella rievocazione al commento seguente.

    18 Marzo, 2010 - 8:00
  2. Luigi Accattoli

    Qui termina la mia lagna luterana con l’articolo inedito annunciato al commento precedente:

    Papa Wojtyla vestito di bianco e il pastore Christoph Meyer vestito di nero che presiedono insieme il “culto serale” – nella chiesa luterana di Roma di via Toscana – è un’immagine che è entrata nella storia delle relazioni ecumeniche: era la prima volta, quell’11 dicembre 1983, che un papa entrava in una chiesa della Riforma. E forse il papa polacco era anche un poco poco intimidito dai suoi ospiti luterani e tedeschi perché – contro la sua tendenza a non fare caso agli orari – arrivò puntualissimo, alle 19, dopo aver visitato la parrocchia cattolica di San Camillo de’ Lellis che si trova lì accanto, in via Sallustiana.
    Il pastore l’attendeva sulla porta, in talare nera e con il soggolo bianco. Giovanni Paolo era con l’abituale abito bianco e la stola violacea perché la visita avveniva in Avvento. Ero là dentro, in un angolo riservato ai giornalisti e ricordo l’organo che attaccò un corale di Bach quando il papa entrò seguito dal pastore. Tutti si alzarono in piedi ma non ci fu applauso, come avviene nelle nostre chiese e si ebbe la riprova che i luterani tedeschi sono più sobri dei cattolici romani.
    Rito e sermoni furono in tedesco, essendo quella piccola comunità tutta composta di tedeschi immigrati o presenti a Roma per lavoro. Papa e pastore seduti su due poltroncine poste davanti all’altare e rivolte all’assemblea. Il benvenuto del pastore che chiama l’ospite “Santo Padre e vescovo di Roma”. Kyrie e Gloria intonati dal pastore rivolto all’altare, come facevano i preti cattolici prima della riforma liturgica.
    Venne letta una preghiera dell’ultimo Lutero perché il Signore “riporti all’unità ciò che è frantumato”, cioè per l’unità della Chiesa che si era appena divisa: fu detto dal pastore ai giornalisti che quel testo era stato proposto dal papa. L’incontro avveniva nel quinto centenario della nascita del riformatore che il papa aveva appena ricordato con una lettera in cui lo descriveva come mosso – nella sua opera – da “profonda religiosità”.
    Per primo il pastore predicò su Isaia: “Nel deserto preparate le vie del Signore”. Si rivolse all’ospite chiamandolo “Santità” in italiano: “Il fatto che lei, Santità, è oggi in mezzo a noi è un altro e nuovo segno di speranza”. Poi salì sul pulpito il papa – credo sia stata l’unica volta in cui lo vedemmo su un pulpito – e predicò sulle parole che Giovanni il Battezzatore dice a Gesù nel Vangelo di Matteo: “Sei tu colui che deve venire?” Disse che “nonostante tutte le nostre separazioni” ci sentiamo “profondamente uniti”.
    Già prima di quella data in tre occasioni Paolo VI e poi Giovanni Paolo II avevano partecipato ad assemblee di culto in chiese non cattoliche: ambedue a Costantinopoli, l’uno nel 1967, l’altro nel 1979; e Giovanni Paolo anche a Canterbury nel 1982. Ma quello verso i luterani era un passo più lungo e richiese più tempo, stante la maggiore lontananza, dottrinale e istituzionale, di questa comunità dalla Chiesa di Roma.
    Luigi Accattoli

    18 Marzo, 2010 - 8:03
  3. Sono molto belli e saggi i tuoi articoli.
    Penso che noi Cattolici abbiamo ancora molte cose da imparare dai Luterani 😉

    Quello che scrivi sulla visita di GPII alla chiesa Luterana di Roma mi ricorda il giorno che discutevo il discorso che il Papa fece dal pulpito con la mia classe di cresimandi. Leggendo la sua frase sull’acquisizione fondamentale del CONCILIO VATICANO II: “NON C’E’ ECUMENISMO SENZA CONVERSIONE INTERIORE”, una studentessa si alzò e disse: “Ma io con tutto quest’ecumenismo non c’ho capito un bel niente – ma chi è che si deve convertire? Noi al Luteranesimo o loro al Cattolicesimo?”

    18 Marzo, 2010 - 10:44
  4. Benedetto,
    un papa che porta avanti la riforma della Chiesa di tradizione cattolico.romana, secondo dei parametri diversi dai precedenti pontefici.

    Mi sembra di vederne gli elementi pur tenendo conto di un quadro storico-soggettivo che naturaliter influenza gli umani atti del vescovo romano.

    18 Marzo, 2010 - 12:16
  5. discepolo

    mi sembra come il tentativo di dire però, questo Papa, fa anche qualcosa di giusto, dice anche qualcosa di vero, in effetti, nonostate tutto, non è poi così male…ma chi bisogna convincere?
    Tanto ,qualunque cosa faccia , abbia fatto o farà Benedetto XVI, qualunque cosa dica , una certa parte della Chiesa Cattolica gli sarà sempre ostile..
    “a priori” ….non gli perdonano e non gli perdoneranno mai di essere diventato Papa lui invece di uno dei “loro”….
    e’ dunque inutile , caro Luigi, rammentare e sottolineatre tutte le cose vere e giuste e audaci che fa questo Pontefice..forse molto più dei suoi predecessori ..si troveranno sempre teologi tedeschi amaramente critici, cristiani progressisti mugugnanti, preti e vescovi che fanno “la fronda” …, giornalisti che non aspettano altro che schizzare fango…
    I fatti non contano nulla , ce lo insegna la storia, è solo l’interpretazione dei fatti che conta..e di questa interpretazione si incarica non la verità, ma l’Ideologia.
    MC

    18 Marzo, 2010 - 14:30
  6. Luigi Accattoli

    Anch’io mi occupo di interpretazione dei fatti e non credo che sia inutile farlo. Tu discepolo scrivi “è inutile” ma non penso che tu lo creda.

    18 Marzo, 2010 - 14:57
  7. tonizzo

    Onestamente anche io avevo pensato che con Benedetto XVI l’ecumenismo avrebbe subito un forte scossone o nella peggiore delle ipotesi una battuta d’arresto. Però, e qui è il però grande come una casa, questo Papa sa sorprendere perché cerca comunque una sintesi tra vecchio e nuovo, anche se su una via diversa rispetto a Wojtyla. Mi spiego meglio: Wojtyla era capace di puntare i piedi e dire no con una forza dirompente. Questo Papa ha invece toni più pacati e soprattutto cerca di offrire una mano partendo da riflessioni intellettuali. Non sto dicendo che è un progressista, sto dicendo che a dispetto dei timori “regressivi” paventati alla sua elezione, stiamo assistendo invece a delle prese di posizione ragionevoli e interessanti. Ha saputo guardare negli occhi l’Islam violento e gli ha fatto abbassare lo sguardo; ha spinto sul dialogo con gli Ortodossi e se ce la fa con la gerarchia e la salute potrebbe arrivare davvero sulla Piazza Rossa (o almeno porre basi molto concrete per un suo eventuale successore); è riuscito, forse perché tedesco (ma qui mi sembra di dire un po’ una fesseria), a trovare un punto di contatto serio con i luterani e in qualche modo con la galassia protestante. Paolo VI si presentò dicendo: “Il nostro nome è Pietro”, lui si presenta dicendo che cattolici e luterani portiamo il peso di colpe comuni. Mi spiego? Certo, dall’altro lato ha manifestato aperture verso i lefebvriani che forse poteva lasciar perdere. Ma sappiamo che Ratzinger è sempre stato dubbioso sulla riforma liturgica e ha in qualche modo cercato di sanare la frattura tra prima e dopo il Concilio. Questo non vuol dire che sia d’accordo con la scelta, ma bisogna dargliene atto e rispettarlo per questo.

    18 Marzo, 2010 - 16:05
  8. Luigi Accattoli

    Io sono contento della mano tesa ai lefebvriani. Sono contento di ogni mano che un uomo tende a un altro.

    18 Marzo, 2010 - 16:20
  9. Ciao Discepolo,
    per quanto in un altro post mi hai appropriato concetti e parole che non ho mai esposto e ti avevo posto la questione… rimasta…. inevasa…

    Qualunque cosa Benedetto faccia,
    lavora comunque per la riforma della Chiesa Romana,
    e non si
    capisce quel divinismo che dobbiamo a tutti i costi avere
    o bisogna convincere altri che faccia o non faccia male il Benedetto.

    “Faccia o non faccia una certa parte della chiesa cattolica gli sarà sempre ostile?”
    e che vor dì?????

    Il Papa, non è né il fondatore né il Capo della Chiesa di Cristo,
    è un Pastore umano (Lumen Gentium)
    e come tutti gli umani è soggetto a opinioni umane.

    Se si può criticare Berlusconi, Bersani, Minzolini, Obama, non vedo perché non anche Ratzinger che è vescovo.

    Il papa come non lo era Pietro,
    non è Dio,
    il papa è opinabile
    qualunque cosa dica,
    finche’ siamo nella pari dignità umana.

    Il papa non e persona divina nè ha dignità divina.

    Il papa, può dire cacchiate, come dice cose superbe con quel suo raziocinio invidiabile che il Signore gli ha donato,
    né più e né meno come avviene a me (soprattutto per le cacchiate)

    Non posso dimenticare l’epoca in cui il papa
    pretendeva per diritto divino di avere in possesso tutta la terra e concedeva ai sovrani spagnoli di usare delle nuove terre scoperte da Cristoforo Colombo,
    non dilungandomi su molte altre cose discutibilissime.

    Allora disquisire sulle affermazioni del Papa
    è puro diritto della persona
    di discernere secondo la propria sovrana coscienza
    delle umane parole proferite o scritte dall’uomo Ratzinger, in seguito sacerdote, vescovo e papa.
    Discernere quanto è dallo Spirito, e quanto è puro contesto personale, sociale, storico.

    Avviene o dovrebbe avvenire anche in me quando mi metto davanti alle Sacre Scritture in ogni giorno della mia vita, e nel confronto di relazione con le altre persone.

    “Chiunque desidera essere grande tra voi, si faccia servo; e chiunque desideri essere capo tra voi, si faccia schiavo”

    Un papà o una mamma, che vivono in modo evangelico, possono dire persino in modo più profondo dello stesso papa,
    a dimostrazione che lo “Spirito non fa preferenze.”

    Approfondire della sincera e lunga amicizia tra Wanda e Woitila,
    è interessante per come si siano influenzati l’un altro,
    e come lo Spirito con ciascuno ha lavorato attraverso l’altro o l’altra,
    anche quanto Woitila era papa.
    Siccome non tutto il mistero dei cuori può essere sondato,
    molto rimarra’ giustamente un mistero che appartiene al cuore di Dio.

    Usare in modo fondamentalista delle parole del papa,
    come discese in terra direttamente dalla bocca di Dio……

    Benedetto domenica scorsa,
    chi ha ascoltato,
    ha parlato sul modo di rapportarsi con le proprie affettività, delle persone verso Dio e verso la Chiesa usando per due volte nella stessa giornata, la stessa parola,
    nell’angelus,
    e nell’incontro con i fratelli della Chiesa di tradizione Luterana.

    Ritengo Benedetto un dono dello Spirito,
    ma rimane uomo,
    non è Dio,
    ha intorno una Curia fatta di tantissssime persone, che lo devono consigliare oltre che informare,
    qusto a ricordarci che è incredibilente e scandalosamente uomo.

    18 Marzo, 2010 - 16:35
  10. Luigi Accattoli

    Così Benedetto ha parlato domenica a braccio a conclusione del sermone che ha tenuto dal pulpito della chiesa luterana di Roma – come detto nel post:

    Oggi ascoltiamo molte lamentele sul fatto che l’ecumenismo sarebbe giunto a un punto di stallo, accuse vicendevoli; tuttavia penso che dovremmo anzitutto essere grati che vi sia già tanta unità.
    È bello che oggi, domenica Laetare, noi possiamo pregare insieme, intonare gli stessi inni, ascoltare la stessa parola di Dio, insieme spiegarla e cercare di capirla; che noi guardiamo all’unico Cristo che vediamo e al quale vogliamo appartenere, e che, in questo modo, già rendiamo testimonianza che Egli è l’Unico, colui che ci ha chiamati tutti e al quale, nel più profondo, noi tutti apparteniamo.
    Credo che dovremmo mostrare al mondo soprattutto questo: non liti e conflitti di ogni sorta, ma gioia e gratitudine per il fatto che il Signore ci dona questo e perché esiste una reale unità, che può diventare sempre più profonda e che deve divenire sempre più una testimonianza della parola di Cristo, della via di Cristo in questo mondo.
    Naturalmente non ci dobbiamo accontentare di ciò, anche se dobbiamo essere pieni di gratitudine per questa comunanza. Tuttavia, il fatto che in cose essenziali, nella celebrazione della santa Eucaristia non possiamo bere allo stesso calice, non possiamo stare intorno allo stesso altare, ci deve riempire di tristezza perché portiamo questa colpa, perché offuschiamo questa testimonianza.
    Ci deve rendere interiormente inquieti, nel cammino verso una maggiore unità, nella consapevolezza che, in fondo, solo il Signore può donarcela perché un’unità concordata da noi sarebbe opera umana e quindi fragile, come tutto ciò che gli uomini realizzano.

    18 Marzo, 2010 - 17:34
  11. Nino

    piccola chiosa a Matteo:
    “qiusto a ricordarci che è incredibilente e scandalosamente uomo.”

    Facile essere uomini, difficile essere UN UOMO.

    18 Marzo, 2010 - 21:12
  12. Nino,
    per quanto capisco e comprendo,
    mi sembra già un gran dono,
    accettare di essere uomini,
    non è assolutamente così ovvio,

    il mondo è pieno di schizofrenici, che si credono fra ca… da velletri…

    accettare di essere uomini
    è
    dolorosamente accettare di farsi spogliare delle vesti,
    accettare di essere messo a nudo,
    con il rischio che si possano vedere i miei difetti umani,
    e dunque accettare di far vedere i propri difetti.

    In questo,
    il Figlio dell’Uomo,
    pur essendo di natura divina (ma solo lui)
    ha accettato questa spoliazione totale,
    ha accettato di farsi totalmente denudare.

    Questo è chiesto continuamente anche a me…
    cun una fatica della madonna…..

    In questo accetto anche il mio vescovo,
    sperando che si accetti anche lui.

    D’altronde Woitila,
    dopo i primi duri anni (dimenicati….)
    entro’ nei cuori,
    proprio per questa capacità,
    che svelo’ di volta in volta….

    18 Marzo, 2010 - 21:45
  13. Papa Benedetto XVI, in linea con l’operato dei suoi predecessori, dialoga con le altre confessioni.
    Tende le mani, che è cosa ben diversa dall’ “alzare le mani” (nel senso di resa, o peggio come offesa) come vorrebbero farci credere e desiderano gruppuscoli in cerca d’identità e siti (blogghettini più che altro direi) stile nazional-populistico-popolare, che hanno, ma sopratutto danno (perchè quello vogliono dare) una immaggine di una Chiesa assediata dai nemici, dove regna una immagginaria radicata disobbedienza generale e complotti e trame di ogni genere.
    Gente che crede che la Chiesa sia un partito o una multinazionale, da gestire con gli stessi mezzi e metodi, senza l’uso della ragione a lungo termine e della prudenza, ma a colpi di istinto (che oggi è in un senso e domani in quell’altro opposto), che vorrebbero far da portavoce alla Chiesa, quando non sanno manco rappresentare la propria voce.
    NO.
    Fortunatamente NO. La Chiesa non è questo, la Chiesa non fa questo.
    Benedetto XVI è un Sant’uomo, di virtù e cultura sterminata. Prudente, saggio.
    E così gli uomini che gli sono vicini, vescovi e cardinali. E i preti, Sant’uomini anch’essi. Quanto è grande il sacerdote.
    Preghiamo per questa Chiesa, preghiamo per tutti i sacerdoti e per tutti i religiosi e i consacrati.
    E lasciamo il timone della Chiesa a chi è oggi preposto, il nostro Benedetto XVI.
    Ci si limiti a fare il fanta-allenatore della nazionale, NON il fanta-papa (o addirittura….. la fanta-papessa).

    Buona serata a tutti .

    18 Marzo, 2010 - 22:23
  14. roberto 55

    Luigi ha ragione: l’incontro tenutosi domenica tra il nostro Papa e la comunità luterana di Roma è stato generalmente “snobbato” dai “media”, e, pure, dal nostro “pianerottolo” (mi ci metto io per primo).
    Mi togli, Luigi, una curiosità: il Pontefice ha parlato – come mi pare d’aver letto da qualche altra parte, ma qui, salvo errori omissioni, non l’ho trovato confermato – in tedesco ?
    Altra domanda per Luigi: non ti pare che l’intervento del Cardinale Bertone in Confindustria (pur se “al netto” dei “dovero d’ospitalità”) sia stato un pò troppo “timido” e troppo poco coraggioso ? Ben più diretto era stato Papa Benedetto, un paio di mesi or sono, quando aveva affrontato, tra gli altri, anche il caso di Termini Imerese.

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    18 Marzo, 2010 - 23:21
  15. Buona Festa a tutti i papà 🙂
    Sono senza numero le grazie che si ottengono da Dio, ricorrendo a San Giuseppe.

    19 Marzo, 2010 - 7:55
  16. Ciao a tutti.
    Nell’invettiva del post precedente avevo dimenticato il pezzo forte, cioè i giornali.

    Approfitto per fare i miei auguri a tutti i Giuseppe, a tutti i papà, e a tutti i sacerdoti, la cui paternità è spirituale.

    Buona giornata a tutti.

    19 Marzo, 2010 - 9:31
  17. Giovanni Mandis

    Il Papa non è il fondatore della Chiesa cattolica, ma ne è il Capo visibile e Vicario del Capo invisibile Cristo che è Colui che l’ha istituita.
    E ovviamente qualunque cosa dica il Papa NON è affatto opinabile come qualche “saggio” qui dentro va cianciando (“saggio” che vorrebbe insegnare al Papa cos’è il Papato e come si fa il Papa…).

    19 Marzo, 2010 - 11:33
  18. Signor Mandis,
    lei fa osservazioni,
    supportate dal nulla,
    per il gusto di attaccare anche in modo personale.

    Quanto da me affermato è fatto in modo articolato,
    non in modo semplicistico,
    anche se mi spiace che le duole che io scriva su una sua divinità.

    Per quanto mi riguarda ho un solo Signore, ho un solo Maestro, ho un solo Pastore, ho un solo Padre Santo.

    Il Signore Gesù ebbe a dire:
    “nessuno vi chiami padre perché uno solo è il Padre e nessuno vi chiami maestro perché uno solo è il Maestro”.

    Lei Signor Mandis,
    faccia come le pare con le sue divinità,
    ma non crei clima di odio,
    demonizzando chi afferma diversamente da lei.

    Se poi ha letto il vangelo e proprio in ultima analisi la Lumen Gentium,
    saprebbe cosa ella afferma,
    diversamente
    le sue lezione apodittiche
    non mi aiutano di certo nella carità.

    Ahh,
    in ultimo non giochi ad estrapolare,
    soltanto alcune parole,
    per giocare con i sentimenti e la fede delle persone.

    19 Marzo, 2010 - 12:14
  19. Giovanni Mandis

    Al “saggio” da fastidio essere contraddetto e parla a vanvera di demonizzazione.
    Ho letto Lumen Gentium e anche i Vangeli e non autorizzano il “saggio” a dire che il Papa non è il Capo (visibile) della Chiesa.
    Avere un solo Pastore (Cristo) e un solo Padre Santo non significa non avere come Pastore e Maestro visibile sulla terra il Papa.

    “Nessuno può avere Dio per Padre, se non ha la Chiesa per Madre”
    San Cipriano di Cartagine.
    La Madre Chiesa include ovviamente il Papa e la sua autorità su di essa voluta e istituita da Cristo.

    19 Marzo, 2010 - 12:51
  20. B_Rat

    Grazie mille per aver voluto far risaltare questo importante avvenimento.

    Purtroppo anche io ho spesso l’impressione che si cerchi da più parti di distorcere la figura di Benedetto XVI, evitando di dar risalto a ciò che fa per mentenere intatti i pregiudizi…

    19 Marzo, 2010 - 13:04
  21. Caro mandis
    continui a fare sillogismi senza capo….
    ma rispetto la tua religione,

    non mi ritengo un saggio,
    se questo è il modo per prendere in giro,
    fai con comodo,
    dalle opere di carità
    si rende testimonianza….

    Contraddirmi,
    puoi fare quanto vuoi,
    non mi cambia la vita,
    intervengo quando mi fai affermare cose che non ho scritto,
    cosa in cui sei bravissimo,

    Che il Signore non permetta che mi trascini in questa inutile chatteria con te.

    19 Marzo, 2010 - 13:32
  22. Mabuhay

    Buon giorno! Mabuhay a tutti i Giuseppe, grazie a Gabriella e a Ubihumilitas…a queli che sono e a chi si sente papa’!! …cosi’ che tutti ci sentiamo nominati e ricordati! Un ricordo speciale a papa’ Gerry!

    Grazie LUIGI per le tue note, come al solito splendide, e poi con quel tuo solito approccio da Vangelo… Fai tornare un po’ d’entusiasmo persino a me che sul tema mi sono ormai “stabilizzato” sullo scettico, memore di alcune esperienze -sul campo- non proprio cosi’ incoraggianti (parlo di piu’ di 20 anni fa…mendicando di parroco in parroco un luogo e un orario per una serie di incontri sull’ecumenismo…).

    Quando citi il discorso a braccio del Papa, finisci cosi’: “(la mancanza d’unita’)…ci deve rendere interiormente inquieti, nel cammino verso una maggiore unità, nella consapevolezza che, in fondo, solo il Signore può donarcela perché un’unità concordata da noi sarebbe opera umana e quindi fragile, come tutto ciò che gli uomini realizzano.” Belle e sante parole che spero non significhino aspettare altri 5 secoli per lasciare che Dio “rimetta insieme” cio’ che gli uomini hanno “spezzettato” in tante autocrazie religiose.
    E speriamo che -al proposito…- il nostro carissimo Benedetto XVI non chieda consiglio ai lefreviani…

    19 Marzo, 2010 - 14:43
  23. Mabuhay

    …e poi non vedo proprio significato in questa polemica pro-contro il papa..che secondo me non ha bisogno di essere difeso o giustificato, proprio per quello che e’ e per chi e’. Chiedo scusa in anticipo se -senza volere- ferisco qualche sensibilita’… L’intervento di DISCEPOLO mi e’ sembrato un po’ -tanto- esagerato…magari suscitando altrettante esagerate reazioni…

    Da cristiani, battezzati, membri della Chiesa, si puo’ essere fedelmente critici (o criticamente fedeli) o no? Non credo che per questo si debba essere subito tacciati di non so quale reato contro chi, contro che cosa! Non dobbiamo creare miti, perche’ avere miti non e’ oarte del nostro Credo. Io parlo da figlio della Chiesa, volendo bene e ascoltando/rispettando il papa; parlo da fratello tra fratelli e sorelle, e mi posso anche incavolare, dispiacere…o a ogni verbo che “cade” devo appiccicarmi un eterno sorriso plastificato fisso da 36 (o 72) denti come alcuni fanno? (per poi farsi i porcacci affari loro con “l’ottimismo della volonta” trafficando alla grande, mantenendo l’apparenza da “crocifisso sulle pareti”, e “Eluana da salvare”…

    Beh…scusate, forse sto esagerando anch’io…, ma spero si sia capito cio’ che volevo dire: Da cristiani, battezzati, membri della Chiesa, si puo’ essere fedelmente critici (o criticamente fedeli) o no?

    19 Marzo, 2010 - 14:59
  24. Cherubino

    padre, maestro… quell’avvertimento di Gesù va un pò compreso. Senza tirarla lunga, la lettura corretta va fatta a partire da un altro detto di Gesù: “chi vuole essere il primo sia il servo di tutti”. Allora non padre-padrone e non maestro-censore, ma padre e maestro servitore, Voce di uno che grida: nel deserto preparate le vie del Signore…

    19 Marzo, 2010 - 17:59
  25. Quest’anno il centesimo dalla nascita di fratel Carlo Carretto,
    un amore viscerale e a tratti dolorante per la Chiesa tutta, dal capo alla coda,
    ma
    non ha mai taciuto per amore della verità.

    I lunghissimi anni nel deserto sulla strada di Charles de Focauld,
    gli insegnarono l’essenziale della vita
    e ce lo ha comunicato
    anche in modo scomodo….

    Amare,
    non vuol dire,
    dire sempre di sì,
    c’è il momento in cui l’amata, la figlia, l’amico,
    hanno bisogno del no,
    anche per crescere nel rapporto di confidenza, di fiducia.

    19 Marzo, 2010 - 18:52
  26. lycopodium

    Con tutta l’amicizia on-line di cui sono capace, certe posizioni mi lasciano quasi costernato.
    Devo ringraziare la sorte che mi ha fatto nascere e stare in una diocesi diversa da quella di Roma. Così almeno una tentazione mi viene risparmiata. Quella di considerare il Papa solo per il suo ministero locale e non per quello universale.
    Tentazione riduzionista.
    E, non me ne vogliano altri, solo apparentemente innocua.
    La capacità di discernere, poi, non è necessariamente monopolio del “cristiano critico”.
    Nè la geremiade fondamentalista o l’approccio talebano sono necessariamente propri del “cattolico tradizionale” (ricordo la reazione scomposta, dove il turpiloquio abbondava, che in questo blog fu riservata a chi aveva mostrato un approccio leggermente meno adorante verso un altissimo esponenete emerito della gerarchia …).
    Da parte mia, non c’è pericolo di idolatrare nessuno.
    Mi limito a far presente che ALTRO è la devozione del figlio, ALTRO lo stordimento del teledipendente.
    Così ALTRO … che il semplice accostamento è davvero troppo.

    20 Marzo, 2010 - 8:35
  27. […] credere e volendo scrivere dei pezzi sulla visita di Benedetto XVI alla comunità luterana a Roma, denuncia rassegnato sul suo blog che “In queste settimane non c’è verso di scrivere qualcosa sui giornali che non riguardi […]

    20 Marzo, 2010 - 23:05

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