Se i cristiani debbano restare in Iraq o scappare

“Il Sinodo per il Medio Oriente aveva chiesto il mese scorso ai cattolici di quei Paesi di ‘resistere’ alla tentazione di emigrare, ma ecco che ieri un arcivescovo iracheno della Chiesa siro-ortodossa ha rivolto un appello ai cristiani suoi connazionali perché lascino il Paese: nulla meglio di questi inviti contrastanti segnala il dramma montante per la minoranza cristiana che vive in Iraq”: è l’attacco di un mio articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera a pagina 34 con il titolo RESISTERE O LASCIARE IL PAESE. IL DRAMMA DEI CRISTIANI IN IRAQ.

37 Comments

  1. Syriacus

    Ieri sera torno dal film Uomini di Dio e , mentre monto su per le ripide scale, vedo -come spesso- socchiusa la porta all’interno 3 (su cinque), quella dei Senegalesi . Penso: “Al mio piano i pakistani non ci sono più da un mese, chissà chi verrà. Erano mussulmani, e ora comunque le persone che mi dormono realmente accanto, sotto la mia stanza, sono comunque altri mussulmani, estesa famiglia dal Senegal -in affitto a a un cinese- : io vivo fra mussulmani”, mi son detto, aprendo la porta e chiudendomela dietro.

    Stamane mia sorella mi invia, del tutto indipendentemente (come si dice parlando di scoparte in ambito scientifico) il seguente articolo:

    http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2010/11/08/AMU68MEE-segreta_senegalesi_moschea.shtml

    che val la pena di leggere.

    Ora: io non sono in Iraq, anziché scappare sono arrivato qui, ci ho messo i miei soldi in queste mura -ma molti mi danno del pazzo senza tanti giri di parole..- , anche se in definitiva non so dove la vita mi porterà, da adesso a un anno o due.
    Ma, mentre già a suo tempo compravo cibo halal tornando dalla messinlatino nearby, presso un’altra moschea improvvisata frequentata da altre etnie, ora questo edificio tutto senegalese e mussulmano ce l’ho a pochi metri da casa. Ma, non è l’Iraq.
    (..Mi piace però quando vedo un modesto kebab -fra la miriade- davanti alla Chiesa di San Giovanni di Pré -quella dove Borghezio giurò cristianistamente sull’altare, e che sarebbe poi la mia parrocchia se prendessi residenza qui – : sulla vetrata della porta d’ingresso il kebab ha: effige A5 di Madonna più o meno Theotokos e santino di Sant’Antonio da Padova. Orate pro eis.)

    Buona serata.

    8 Novembre, 2010 - 18:37
  2. Inviti contrastanti che, mi pare, facciano totalmente a cazzotti con le discussioni sul film “Uomini di Dio” e con le dotte disquisizioni sul martirio, dal più piccolo e quotidiano a quello più grande ed eroico che giunge al versamento del sangue.
    Scusate ma vorrei capire: un poveraccio che crede in Cristo che deve fare? Credere fino in fondo, come insegna un film realizzato da un ateo? o pensare che può anche scappare come invita un arcivescovo? Ma la leggete la contraddizione di ciò che ho appena scritto?

    8 Novembre, 2010 - 18:43
  3. marta09

    Oh bè, sono saltata come un grillo con questo post di Luigi … anche perchè – ultimamente – mi sono beccata della “non cristiana” perchè contrastavo chi parlava di quelle teste mozzate come “bellezza ed armonia di Dio” mentre io asserivo che ci vedevo “mostruosità umana”.

    Certo che fanno a cazzotti i due post e tutto l’ “osanna” al martirio dei giorni scorsi (da sani, al sicuro e per nulla perseguiti), ma – sai Principessa – che la differenza sia da chi si viene “invitati” ad abbandonare il “loco”.
    In effetti, ai 7 monaci (se non mii sbaglio, ma così mi hanno detto) è stato “intimato” di lasciare il posto dai “nemici” di turno, mentre per questi cristiani viene “raccomandato da vescovo”.

    Forse è questa la differenza, ma non ho visto il film e quindi potrei sbagliare.

    Io rimango dell’idea che
    1) il martirio è di certo una Grazia tipo “extrema ratio” di Dio, per chi viene colpito ingiustamente e per il bene che fa, da chi non tollera il bene
    2) il martirio è una denuncia pubblica di che pasta è fatto il mondo, la sua brutalità
    3) il martirio è un attacco spietato alla libertà che solo il fanatismo può concepire ed attuare.

    Mi piace questo vescovo che invita a lasciare l’Iraq per una questione di sicurezza … anche perchè non è detto che “altri tipi” di martirii siano all’orizzonte.

    8 Novembre, 2010 - 18:57
  4. Syriacus

    ” DECLARATION DE Mgr L ‘EVEQUE A PROPOS DES EVENEMENTS SURVENUS A L’EGLISE SAINT-JACQUES DU VIGUIER A CARCASSONNE

    Les déchaînements de haine anti-islamiste qui ont suivi les événements de Carcassonne sont beaucoup plus offensants pour le Christianisme et le Christ lui-même que la sottise de quelques enfants mal intentionnés.

    L’évêque de Carcassonne et Narbonne ne peut pas cautionner un appel à la haine et au communautarisme tel qu’il se développe actuellement sur les réseaux Internet.

    + Alain PLANET

    Evêque de Carcassonne et Narbonne ”

    http://paparatzinger3-blograffaella.blogspot.com/2010/11/fatto-gravissimo-carcassonne-francia.html

    (De relato. Onestamente, vorrei conoscere bene i dettagli della faccenda.
    Che simpatica in ogni caso non è, fossero anche state pigne dal cavalcavia…)

    8 Novembre, 2010 - 19:00
  5. Buona sera.
    Non so quanto sia OT rispetto all’argomento del post, forse è l’espressione solo di un mio disagio.

    Io mi domando, ma prima della guerra all’Iraq i cristiani (italiani) dove e con chi stavano?
    Col Papa Giovanni Paolo II, che a quella guerra si oppose fino all’ultimo giorno prima che iniziasse (con invio del nunzio il giorno precedente).
    O stavano a leggere la carta da c…. e a imbottirsi di televisione e a farsi rassicurare che tutto si sarebbe risolto in un modo chirurgico, in un lampo (questo mi ricorda un altro folle…)?
    E quanti che ci tengono all’etichetta di “cattolici” (magari pure tutti d’un pezzo, si di un pezzo ……) plaudevano al “cristiano rinato” ?
    Meglio che taccio, quante bestialità che ho sentito e sento tutt’oradai buoni cristiani tutti casa e chiesa ( il problema sta in quello che avviene nel tragitto tra la casa e la chiesa).
    Chissà dov’erano, cosa dicevano, cosa pensavano…
    (e non voglio pensare dove sono e cosa fanno ora… magari ca…ggiano sui blog a lamentarsi dei poveri cristiani perseguitati…).
    Ma costoro lo sanno,potranno nasconderlo agli uomini, ma la loro coscienza li condanna, e Dio li aspetta a pentimento.
    Ovviamente non mi riferisco ai presenti (sempre che, senza offesa, non si riconoscano in quanto sopra detto…).

    8 Novembre, 2010 - 21:01
  6. Saluto tutti, riportandovi questo aneddoto:
    Pirro, Re dell’Epiro, un giorno riunì i suoi consiglieri per informarsi se con le truppe e gli armamenti a disposizione, vi fosse stata la possibilità di muovere guerra al mondo intero (quello all’epoca conosciuto). Il consigliere più anziano e saggio chiese al Re: Maestà perchè dobbiamo muovere guerra al mondo intero? Re Pirro rispose: per conquistarlo e far vivere tutti i popoli in pace.
    Il consigliere rispose: Maestà ma siamo già in tempo di pace!

    8 Novembre, 2010 - 21:14
  7. lycopodium

    Ahi, ahi, Ubi, domanda legittima, visto che si giovincello. Tuttavia, io ricordo benissimo Formigoni e Occhetto a piazza S. Pietro, a manifestare CONTRO la guerra, in linea col Papa. Durò poco quella inedita alleanza; poi, complice un indegno articolo della Rossanda (=mai con CL, anche se ha ragione), gli uni di qua, gli altri di la. E poi venne fuori quell’altro, ma questa è un’altra storia…

    8 Novembre, 2010 - 21:43
  8. roberto 55

    Parliamo degli “effetti collaterali” (se così può dirsi) di una tra le più sciagurate e rovinose imprese militari della storia più recente.

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    8 Novembre, 2010 - 22:47
  9. Buon giorno.
    Grazie per il giovincello Lycopodium.
    Non so questo particolare. Però ricordo ad esempio all’epoca della prima guerra del golfo nel 1990 (ne avevo 23). Era passato appena un anno dalla caduta del muro di Berlino. Ci eravamo appena liberati dall’incubo della “guerra fredda” e dall’incubo nucleare che incombeva (nell’84’ ci siamo andati vicini), che ci siamo trovati la guerra “calda calda”. E ricordo gli imbonitori che ci parlavano della bontà, della “giusta” guerra (e tra essi un “sacerdote”, ora non più in questo mondo… e non so se apparteneva a qualche movimento, ma ad un partito si, lo so).
    E da allora tra “paure indotte” e imbonimenti vari (complice il venir meno per motivi anagrafici la generazione che aveva partecipato o subito la seconda guerra mondiale) l’opinione pubblica ha iniziato ad addomesticarsi al concetto di guerra, missioni di pace ecc.
    Il tutto nel quadro del più completo “unilateralismo”, che tradotto in parole povere vuol dire “sono più forte di te, quindi non tratto nulla e me ne f8 della diplomazia.

    Chiudo con un ricordo cinematografico…

    Nel 1988 Jon Rambo III combatteva affianco ai Mujaheddin…

    9 Novembre, 2010 - 7:12
  10. “complice il venir meno per motivi anagrafici la generazione che aveva partecipato o subito la seconda guerra mondiale”

    Immaginate se Sandro Pertini fosse stato vivente e qualcuno avesse parlato di “guerra giusta” e ancor più di “missioni di pace”, cosa sarebbe successo…

    9 Novembre, 2010 - 7:18
  11. lycopodium

    Ubi, non ti ricordi di Formigoni & Occhetto, ma ti ricordi di Gianni Baget Bozzo. Memoria a chiazze?

    9 Novembre, 2010 - 16:36
  12. Già all’epoca non seguivo tv e politica ma solo il telegiornale.
    E si, mi ricordo perchè mi rimase troppo impresso, avevo mal di gola, ricordo perfettamente, e di sera non uscii (una rarità) e mi misi a saltare tra un canale e l’altro col telecomando (difficile che approdassi a programmi che mi piacessero), e non ricordo in quale trasmissione lui discettava di guerra giusta e di bisogno di attaccare. Rimasi scioccato perchè per me era assurdo che un sacerdote potesse fare simili affermazioni.
    Altri fatti o personaggi nei particolari non li ricordo, ma quell’episodio mi rimase impresso, così come il personaggio, di cui ricordo che suscitava in me solo perplessità, una perplessità, insomma non trovo il termine per spiegarlo, cmq suscitava in me la enorme difficoltà di “incasellarlo”, non sono mai riuscito a trovargli una collocazione in quelle che sono le mie settorializzazioni mentali.
    Detto questo comunque, ora che è dall’altra parte, mi auguro che sia a godere di quella Luce che rischiara le tenebre delle nostre piccolezze.
    E che preghi per la pace.

    9 Novembre, 2010 - 16:56
  13. Luigi Accattoli

    A Principessa e a Marta09. La situazione dei cristiani iracheni e quella dei monaci dell’Atlas sono simili solo per il pericolo che le caratterizza e dissimili in tutto il resto.
    I cristiani iracheni sono arabi, sono nati lì e lì vivono nella professione e nella famiglia: il loro è un problema di opportunità o meno di emigrare, lo stesso che stanno vivendo tutti gli altri iracheni e che il vescovo che vive a Londra ha già risolto nel senso che ha scelto di emigrare.
    I monaci erano francesi che si trovavano in Algeria in obbedienza a una vocazione religiosa. La loro vita – come ricorda nel film il priore – l’avevano già “data” con la scelta monastica.
    La prima è una scelta pragmatica – familiare, sociale ed economica – con implicazioni religiose. La seconda è una scelta esclusivamente religiosa: personale, vocazionale e martiriale. Non puoi prospettarla a una famiglia irachena.

    10 Novembre, 2010 - 7:20
  14. Luigi Accattoli

    A Principessa e a Marta09. L’invito a emigrare venuto dall’arcivescovo siro ortodosso va confrontato con l’invito a rimanere che viene da tutti gli altri vescovi, siro ortodossi e siro cattolici. Quello è individuale, questo è collegiale ed ecumenico. E’ condiviso dal papa ed è stato fatto proprio dall’insieme dei vescovi del Medio Oriente in comunione con Roma, nel Sinodo del mese scorso.

    10 Novembre, 2010 - 7:32
  15. Luigi Accattoli

    A Principessa e a Marta09. Ammiro la scelta dei monaci, che erano invitati a partire dai governi algerino e francese. Spero che le autorità irachene e la comunità internazionale riescano a dare un aiuto concreto ai cristiani dell’iraq che intendono restare in patria.

    10 Novembre, 2010 - 7:38
  16. Nino

    Quando non capisco e quando altri non mi convincono vado a leggere sul Libro e anche se spesso ho difficoltà ad incarnarlo in questo caso lo abbraccio:

    Matteo 10, 11-15
    “In qualunque città o villaggio entrerete, informatevi se vi è qualcuno degno e dimorate presso di lui fino alla vostra partenza.
    Entrando nella casa salutatela; e se la casa ne è degna, scenda la vostra pace sopra di essa;
    ma se non ne è degna, ritorni la vostra pace a voi.
    Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scuotete la polvere dai vostri piedi.
    In verità vi dico: nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e di Gomorra sarà trattato meno severamente di quella città.”

    Tutto il resto è sovrastruttura volerla mantenere a tutti i costi è una scelta individuale ha a che fare con le regole e le leggi degli uomini ed ha conseguenze.

    Che diremmo dei musulmani se in occidente cominciasse una caccia all’uomo o una nuova shoah? Fanno bene a restare lasciandosi gasare?
    Martiri eroici sono stati quelli che non avevano capito e credendo nella bontà dell’uomo lo hanno seguito fino alla morte gli altri, i pochi che capirono ed ebbero una possibilità, fuggirono cercando la salvezza.

    Per me sia quelli gasati che i fuggiaschi sono stati martiri.

    10 Novembre, 2010 - 8:44
  17. discepolo

    Grande Toni Capuozzo ( per chi apprezza la verità e non i luoghi comuni)
    “I veneti sott’acqua sono fuori moda come i cristiani in Iraq”

    http://www.ilfoglio.it/soloqui/6773

    10 Novembre, 2010 - 9:26
  18. raffaele.savigni

    “Io mi domando, ma prima della guerra all’Iraq i cristiani (italiani) dove e con chi stavano?”
    Ubi, la maggioranza dei cattolici italiani (tra cui il sottoscritto) era con Giovanni Paolo II contro la guerra di Bush figlio, anche se Saddam era un criminale (anche questo va detto) che aveva gasato i curdi.
    La guerra può aiutarci a capire il deterioramento della situazione, ma ciò non significa che la colpa sia solo di Bush e di Baget Bozzo e non anche (e principalmente) di qurei fondamentalisti che hanno gettato le bombe nel 2001 e che ora perseguitano i cristiani.E non puoi accomunare tutte le “missioni di pace” (che sono identificabili con una guerra preventiva) in un giudizio negativo.

    10 Novembre, 2010 - 10:39
  19. raffaele.savigni

    Scusate, ho scritto di getto. Volevo dire: “che NON sono identificabili con una guerra preventiva”.

    10 Novembre, 2010 - 10:40
  20. Syriacus

    Dopo il film sui trappisti in Algeria volevo venir qui a citare un passo del Vangelo: quello proposto da Nino. Condivido. (Anche se forse il Libro, nella liturgia extraordinaria di domenica, mi ha forse fornito una prospettiva alternativa. La condividerò più tardi con voi. Poi mi direte.)

    10 Novembre, 2010 - 11:41
  21. Syriacus

    Condivido quanto scritto da Nino in relazione ai monaci (sempre nell’ottica di quella pagina di Vangelo). Per quel che riguarda quanto scritto da Luigi sui cristiani in Iraq, mi pare che la loro emigrazione possa essere in qualche modo considerata analoga a quella degli ebrei europei in America (o anche Palestina, ma qui il dicorso si fa più complicato) a seguito delle varie leggi razziali, pogrom e genocidi tutti. Ma tale analogia non fornisce comunque risposte definitive: ce la sentiremmo di consigliare ‘retroattivamente’ a tutti gli antenati degli ebrei europei superstiti di andarsene oltreoceano, se potessimo consigliarli ‘con la macchina del tempo’?
    Alla martire ebrea Anna Frank, prima ancora di nascondersi in soffitta, consiglieremmo “Va, prendi il primo transatlantico per New York, e salvati sin che puoi!”. Idem per innumerevoli altri. Non so, non ho risposte. Quella di Nino sulla buona fede/ingenuità di chi è rimasto nonostante tutto, potrebbe essere una, ma sento che non può essere la sola, per quanto razionale. Noi non siamo solo fatti di carne e pelle, da salvare all’occasione, intendo.

    10 Novembre, 2010 - 12:04
  22. Caro Savigni è difficile esprimere compiutamente il proprio pensiero (direi meglio il proprio “sentimento” cristiano) in scarne battute su un blog.
    Vedi però una chiave di lettura io l’ho fornita con questa frase nel mio post:

    “tutto nel quadro del più completo “unilateralismo”, che tradotto in parole povere vuol dire “sono più forte di te, quindi non tratto nulla e me ne f8 della diplomazia”.

    Guerra, guerra preventiva, missioni “di pace” ecc. si muovono, si fanno, sempre e solo quando l’altro è più debole e può arrecare pochi danni, altrimenti si “tratta”.
    E questo mi fa girare le scatole, perchè si dovrebbe “trattare” sempre, anche quando siamo nei panni del più “forte”.
    Savigni, ti ricordi chi pronuncio queste parole:
    “Che continuino a trattare, perché questa attitudine leale e aperta è una grande testimonianza per la coscienza di ognuno e davanti alla storia.
    Promuovere, favorire, accettare i dialoghi, a tutti i livelli e in ogni tempo, è una regola di saggezza e di prudenza che attira la benedizione del cielo e della terra.”

    Si è trattato? si tratta? Si, solo col più forte…
    Unilateralismo, solo questo si usa fare oggi, come ieri! La vecchia legge del più forte…
    Poi ci sarebbero tante altre cose da dire, ma non è il luogo nè il caso di metterci a disquisire di geopolitica.

    In ultimo ti ricordo che la prima guerra del Golfo inizio nel 1990, prima delle bombe di cui parli.
    Potrai obiettarmi perchè fu invaso il Quvait. Prima e dopo di allora sai quante invasioni sono state fatte e nessuno è intervenuto, e il motivo è detto sopra.
    In ultimissimoricordo che il concetto di guerra è di “stato che attacca stato”.

    10 Novembre, 2010 - 13:30
  23. Leonardo

    Se i cristiani sono il ramo su cui tutti gli altri si posano, eliminando i cristiani si prepara la rovina di tutti. Che è esattamente quanto sta accadendo. Non solo in Iraq, ma dappertutto.

    10 Novembre, 2010 - 15:10
  24. Syriacus

    Chiedo perdono, ma oggi son stato a casa inluenzato e ho un mal di gola fastidiosissimo e la testa rintronata…, ma ecco, vi segnalo le letture di Domenica scorsa (del Messale del 1962) che, nell’attesa della proiezione del film domenica sera, ho meditato (già che avevo il messalino nello zaino) ..:

    Epistola: Colossesi, 3, 12-17

    Vangelo: Matteo, 13, 24-30

    Mi è parsa una coincidenza assolutamente abbagliante. E allora ecco il dilemma fra “squotere la povere” ed – altrettanto evangelicamente, in una logica di “et-et” – …restare (anche alla luce di quanto precisato da Luigi sulla loro particolare vocazione/missione/condizione.)

    10 Novembre, 2010 - 15:55
  25. Nino

    RESISTERE O LASCIARE IL PAESE. IL DRAMMA DEI CRISTIANI IN IRAQ.

    Il mio precedente post, contempla e lascia in piedi le due ipotesi.
    Anzi si spinge oltre, riconoscendo il martirio anche a coloro che lasciano.

    In fin dei conti non è martirio l’abbandonare la propria casa, le amicizie, la patria adottiva o naturale, perdere tutto sapendo di non più ritornare?

    ——
    “eliminando i cristiani si prepara la rovina di tutti.”
    I Cattolici, apostoloci, romani nel mondo sono un miliardo e 400 milioni.
    L’ipotesi di una mega shoah mi pare assai improbabile.
    Certo per chi ama il pessimismo o peggio il vittimismo questo è nutrimento ipercalorico.

    10 Novembre, 2010 - 17:48
  26. lycopodium

    Mi sembra del tutto improbabile una caccia all’uomo musulmano in Occidente e comunque inconfrontabile con la Shoah.
    Come minimo per il fatto che gli ebrei erano un gruppo poco numeroso, in rapporto al resto della popolazione, circoscritto e identificabile; i musulmani sono una marea montante e hanno alle spalle stati, finanze ed eserciti molto potenti, tanto potenti che ogni guerra di “esportazione democratica” (con o senza il filtro ideologico), si risolve fatalmente in un rovescio.
    Ma il tema non si può certo ridurre a scelte volontarie dei singoli.
    Potessero i cristiani dell’Iraq farsi forti di aristocratica sprezzatura, scuotere i calzari e attendarsi altrove!
    Ma se non è permesso neppure temere per loro.
    Rimangono in piedi le ipotesi, basta che a cadere siano loro … chi se ne frega.
    Non ci si rende conto di una cosa.
    I cristiani del Vicino Oriente hanno diritto a stare lì, dove è la loro casa; non posso essere vittime di pulizia etno-religiosa o di deportazioni sotto mentite spoglie.
    E se il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo, ciò non deve essere il paradigma abitativo di chi Gli appartiene.
    Se è un diritto, questo deve essere tutelato e fatto valere; deve entrare dentro l’agenda politica, le trattative economiche, le dinamiche degli scambi culturali.
    Da questo punto di vista, trovo ad esempio assurdo che quando si parla di status della città di Gerusalemme, tutti (compresi, pare, i cristiani) dimentichino che non è solo oggetto di rivendicazioni tra ebrei e islamici: c’è un “terzo” che si dà per escluso e ciò è davvero un crimine.

    10 Novembre, 2010 - 22:19
  27. Nino

    Sognare un mondo d’amore non è peccato, fa bene al cuore ma non è la realtà.
    In Iraq i cattolici apostolici romani , da 450 mila di circa 15 anni fa sono ridotti a circa 200 mila.
    La stori ci dice che le più grandi stragi compiute dall’umanità sono state per religione e ideologie contrapposte.
    E nessun governo di nessuno Stato anche se legifera protezioni per una minoranza religiosa può frenare masse di esaltati integralisti specie se manovrati da un’ al qaeda in rimonta che sta li appositamente per alimentare odio verso l’occidente e i suoi simulacri.
    Purtroppo i cristiani se vogliono mantenere la vità debbono lasciare ed è bene farsene una ragione.
    La società delle nazioni, se avrà forza, coraggio e voglia dovrà occuparsi di queste nuove potenziali shoah.
    I singoli, i pochi come sempre soccombono.

    11 Novembre, 2010 - 5:42
  28. Syriacus

    Uno dei momenti più commoventi per me, nella visione del film Uomini di Dio, è stato quello in cui il priore convince il capo dei terrorizzanti a lasciari in pace, per quella notte, poichè è Natale, e si commemora la nascita “del Principe della Pace”.

    A un certo punto il priore ricorda (con successo, diciamo) all’uomo armato la Sura 5a . …Se la traduzione che segue è sufficientemente fedele, è stato interessante mettere le parole citate nel loro contesto.

    Premesso che “69 Coloro che credono, i Giudei, i Sabei o i Nazareni e chiunque creda in Allah e nell’Ultimo Giorno e compia il bene, non avranno niente da temere e non saranno afflitti.” ,

    […] “82 Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i Giudei e politeisti e troverai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che dicono:

    « In verità siamo nazareni», perché tra loro ci sono uomini dediti allo studio e monaci che non hanno alcuna superbia.

    83 Quando sentono quello che è sceso sul Messaggero, vedrai i loro occhi versare lacrime per la verità che vi hanno riconosciuto. Dicono: « O nostro Signore, noi crediamo: annoveraci tra i testimoni!

    84 Come potremmo non credere in Allah e in quella parte della verità che ci è giunta, quando bramiamo che il nostro Signore ci introduca in compagnia dei devoti? ».

    85 Allah li compenserà per quello che dicono, con i Giardini dove scorrono i ruscelli, in cui rimarranno in perpetuo. Questo è la mercede di coloro che compiono il bene. ”

    Val la pena di leggerla tutta, la Sura 5 . Non nego che l’Islam può esercitare un fascino incredibile, persino irresistibile, su molti disillusi dalle altre “religioni del Libro”, o cristiani semplicemente post/neo-ariani non convinti dalla “divinoumanità” di Dio uno e trino, e nell’ “absurdum” dell’incarnazione dell’Onnipotente nel grembo di una vergine di Nazareth, senza dimenticare l’assurdo degli assurdi, lo scandalo degli scandali : la morte (di croce!) dell’Onnipotente.

    Mi vien però da dire che in tutto il testo, prima ancora che convinzione della verità del messaggio dell’ultimo dei profeti, traspare -neanche troppo in filigrana- disprezzo non tanto per i Giudei e Cristiani e le loro dottrine ‘in se’ , quanto per l’incoerenza e ipocrisia dei medesimi.

    In questo senso, alla luce del contesto della Sura 5, l’appello di Luigi al “martirio” (magari con spargimento di sangue…per Amore), trova un senso compiuto, chiaro, autoevidente.

    [Comunque: “Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pependit: Venite adoremus”]

    11 Novembre, 2010 - 9:24
  29. Leonardo

    Se uno da cristiano si fa (sinceramente) musulmano i casi sono solo due: o non era cristiano neanche prima, oppure è deficiente.

    11 Novembre, 2010 - 10:50
  30. Syriacus

    To His Excellency Mahmoud Ahmadinejad

    President of the Islamic Republic of Iran

    Mr President,

    I am writing to acknowledge the courteous words of greeting and the reflections that Your Excellency kindly sent me by the good offices of His Excellency Mr Hojjat ol Eslam Haj Sayyed Mohammad Reza Mir Tajjadini, Vice President of the Islamic Republic of Iran.

    It is my profound conviction that respect for the transcendent dimension of the human person is an indispensable condition for the construction of a just social order and a stable peace. Indeed, one’s relationship with God is the ultimate foundation for the inalienable dignity and sacred character of every human life.

    When the promotion of the dignity of the human person is the primary inspiration of political and social activity that is committed to search for the common good, solid and enduring foundations are created for building peace and harmony between peoples.

    Peace is, above all, a gift from God, which is sought in prayer, but it is also the result of the efforts of people of good will. In this perspective, believers of every religion have a special responsibility and can play a decisive role, cooperating in common initiatives. Interreligious and intercultural dialogue is a fundamental path to peace.

    Strongly convinced of this, the recent Special Assembly for the Middle East of the Synod of Bishops, which took place in the Vatican from 10 to 24 October 2010, was a significant moment of reflection and sharing on the situation in the Middle East and on the great challenges placed before the Catholic communities present there. In some countries these communities face difficult circumstances, discrimination and even violence and they lack the freedom to live and publicly profess their faith. I am certain that the work of the Synod will bear good fruit for the Church and for the whole of society.

    The Catholics present in Iran and those around the world make efforts to collaborate with their fellow citizens to contribute loyally and honestly to the common good of the respective societies in which they live, becoming builders of peace and reconciliation.

    In this spirit, I express the hope that the cordial relations already happily existing between the Holy See and Iran will continue to progress, as well as those of the local Church with the civil authorities. I am also convinced that the launch of a bilateral Commission would be especially helpful in addressing questions of common concern, including that of the juridical status of the Catholic Church in the country.

    With these sentiments, I avail myself of the occasion to renew to you, Mr President, the assurance of my highest consideration.

    From the Vatican, 3 November 2010

    BENEDICTUS PP. XVI

    http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/26374.php?index=26374&lang=en

    11 Novembre, 2010 - 12:00
  31. antonella lignani

    Spero che l’Occidente parli in favore dei cristiani. Quello che sta accadendo è atroce, ma ancora più è che sia passato sotto silenzio.

    11 Novembre, 2010 - 12:48

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