Sono alla quinta e ultima tra le tappe che mi sono dato per interrogarmi su Francesco che lascia la diplomazia e dice pane al pane: qui l’udiamo qualificare la guerra di Ucraina come scandalo di un conflitto tra cristiani e come una guerra sacrilega e blasfema. Per le tappe precedenti vedi ai post del 26, 28, 39 marzo e 4 aprile. Nei commenti indico le fonti di queste parole audaci e le commento come le più significative tra quelle che il Papa viene pronunciando in deroga alla correttezza diplomatica.
Quando Francesco denuncia il conflitto ucraino come guerra tra cristiani sacrilega e blasfema
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State lottando tra cristiani. Il più importante tra i testi che vado a richiamare risale all’antefatto dell’attuale guerra ucraina, a quella cioè che si avviò nel 2014 e 2015. Fu il 4 febbraio 2015, all’udienza generale, che Francesco, con un’aggiunta a braccio al testo scritto, parlò così: Io penso a voi, fratelli e sorelle ucraini: pensate, questa è una guerra fra cristiani! Voi tutti avete lo stesso battesimo! State lottando fra cristiani. Pensate a questo scandalo. E preghiamo tutti, perché la preghiera è la nostra protesta davanti a Dio in tempo di guerra.
Fece scandalo il Papa che denunciava lo scandalo di una guerra tra cristiani: gli ucraini – compresi i cattolici – protestarono increduli gridando al tradimento da parte del Vescovo di Roma che metteva alla pari aggressori e aggrediti e giurando che mai potevano essere considerati come fratelli cristiani gli aggressori russi; i russi, specularmente, affermavano che i governanti di Kiev tutto erano (corrotti, debosciati, venduti all’Occidente, nazisti) tranne che cristiani. A seguito di quella generale protesta, Francesco non è tornato – dopo l’invasione russa dell’Ucraina – a usare quell’espressione, ma ha ripetutamente segnalato per altra via quello scandalo: definendo ripetutamente la guerra in corso sacrilega e blasfema; consacrando il 25 marzo 2022 al Cuore Immacolato di Maria “il popolo ucraino e il popolo russo, che con affetto filiale la venerano come Madre”; chiamando una donna ucraina e una russa a portare insieme la croce nell’ultima stazione della Via Crucis al Colosseo del 2022. Le nuove reazioni polemiche di ambienti ucraini, anche cattolici, all’annuncio di questa compresenza nella Via Crucis, indussero infine il Papa a rinunciare alla lettura della preghiera preparata per questa stazione, nella quale erano anche queste parole: “Parla Signore nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare”.
A mio parere oggi, a dieci anni dall’elezione di Francesco, ci appare chiaro che il suo progetto di “conversione del Papato” comporta anche una fuoriuscita – un progetto di fuoriuscita – dalla tradizione statuale e diplomatica: “Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una conversione pastorale” (Evangeli gaudium 32).
Francesco non ama e non vuole il titolo di “capo dello Stato della Città del Vaticano”. Non lo può abolire ma non lo usa. Lo ha fatto mettere tra i “titoli storici”. E tanti sono i suoi gesti e le sue parole ispirati a quel disamore: i cinque spunti da me escussi possono valere come modello interpretativo applicabile a cento altri.
La fuoriuscita personale dalla tradizione diplomatica la possiamo vedere come particella del progetto di Chiesa in uscita che Francesco ha posto a motto del pontificato. I primi passi non possono che essere fatti a tentoni e l’uomo Bergoglio vi aggiunge i suoi malestri, ma a mio parere è comunque un bene che l’impresa sia tentata. Sarà opera di più pontificati.
Siamo al preludio e forse questo primo atto può riuscire meglio, chissà, a un Papa improvvisatore piuttosto che a uno calcolatore. Perché vi sono muraglie sulle quali il calcolo non ha presa.
https://gpcentofanti.altervista.org/isaia-il-fischi-per-fiaschi-del-potere/
il fatto che sia una ” guerra fra cristiani ” non aggiunge o toglie nulla alla gravita’ della guerra: tutte le guerre mondiali sono state guerre fra cristiani, nella Prima Guerra Mondiale ,c’ era l’ Italia e la Francia da una parte e la cattolicissima Austria dall’ altra, nella la Seconda Guerra Mondiale erano nazioni tutte cristiane ( tranne il Giappone).
Se Russi ed Ucraini non fossero cristiani cosa cambierebbe? Adesso probabilmente nel futuro si staglia un conflitto fra USA e Cina. Gli USA in gran parte cristiani i cinesi un gran parte non cristiani . E allora ? Cosa ci sarebbe di meno grave ?
Le guerre peggiore sono sempre le guerre fratricide,e fra le guerre fratricide le peggiori sono le guerre civili.
Fa bene il papa a denunciare lo scandalo di una guerra tra cristiani. Ma se uno quello scandalo non l’avverte, non credo sia il caso di insistere