“I bagagli allineati a terra lungo la parete di destra, i giornalisti lungo la parete di sinistra”: siamo al controllo di sicurezza per l’imbarco sul B777 dell’Alitalia per il volo New York-Roma. Spettacolo del lupo scodante che annusa di corsa i bagagli, orgoglioso del suo lavoro. Se fossi un cane vorrei fare il poliziotto.
Se fossi un cane vorrei fare il poliziotto
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Spero che anche lei dott.Luigi possa esserlo del suo, e se non lo è, stia tranquillo, ci pensiamo noi a sostenerla con la nostra vicinanza e partecipazione al suo lavoro veramente prezioso. Stare al seguito del papa è una delle più grandi soddisfazioni che un giornalista, specialista nel settore, possa raggiungere. Un compito non facile, gravido di non poche responsabilità. Ma lei è stato ineccepibile, come sempre del resto. Questo viaggio per il papa ha rappresentato una tappa fondamentale; i suoi discorsi sono stati di una profondità e schiettezza straordinaria, era quello che serviva: dare prova di condivisione nel dolore a quei fratelli così provati sia dagli scandali, incontrando le vittime, come pure da quella immane tragedia dell’11 settembre! sarebbe stato Inutile, in quel contesto, girare intorno alle parole, bisognava arrivare dritti alla sostanza, con argomenti che scuotessero la coscienza e toccassero il cuore. Il pontificato di Benedetto XVI ne è uscito rafforzato da questo prova, forse una delle più impegnative e davvero ardua!
E anche lei dott Luigi, ai miei occhi è un vero eroe!
“Se fossi un cane vorrei fare il poliziotto”. Una frase molto bella: non sono molti, oggi, i cani di cui si possa dire che svolgono seriamente un lavoro serio.
Leggendola, ho sorriso, contento. Ma poi ho pensato che tutti i poliziotti, oggi in Italia, son costretti a fare un lavoro da cani: tutt’altro che scodanti e sempre meno orgogliosi.
“ça n’ fait rien – direbbe Brassens -: nous vivons un temps bien singulier”.
Bentornato, Luigi: dalla capitale dell’impero, dopo un viaggio in compagnia del Signore e del suo vicario.
Clodine: “eroe” de che?
Ciao Sump,
..se fossi un cane, sai, mi sarebbe piaciuto essere un pastore maremmano, di quelli possenti, bianchi,che seguono il pastore e osservano che al gregge non accada nulla .Libero di correre per i campi però, all’occorrenza, con la bella ciotola di ciccia… e poi… a pancia piena…sdraiato sotto un albero…. E se questa me la chiami “vita da cani” ???
Eroe dot Luigi….eroe e Basta!!! Per me lei è sempre un eroe..a prescindere!!!
claudine mai mitizzare! nessuno è eroe di alcuna situazione. se sei nelle condizioni di potere prendi un aereo e vai, vivi, sperimenti. non sei un eroe, basta essere nelle condizioni di poterlo fare. entri in libreria e porti via 100 volumi se puoi. se sei un privilegiato e hai tempo per investire nell’approfondimento intellettuale e di conoscere gente interessante, vivace, viva, con il cuore che pulsa di felicità, con il cuore che guarda con
compassione come il papa che parla di amore con leggerezza. e la stampa italiana insensatamente grida la miracolo. nessun miracolo: il papa è sempre lo stesso. claudine il papa non è un eroe. il papa non è un dio, ha bisogno delle tue preghiere, della mia preghiera. insomma nessun è eroe di niente. La Chiesa è un’invenzione terrena e anchi’io credo ma con umile discerinimento da quella che è una coreografia teatrale. ma gli eventi pubblici, i fiumi di parole che incrementano l’ossessione dei miti, eroi mediatici, insomma l’evento mediatico che elargisce oppio per la mente.
E’ nell’ordine della vita. Vivere con intensità la propria strada senza mitizzare niente. Bacioni
“La Chiesa è un’invenzione terrena”, Hope? Davvero?
Be’, è stata “inventata” sulla terra e per la terra, ma non finirà con la terra (può mai “finire” il corpo mistico di Cristo?). Non solo: è stata “inventata” da un essere che era “anche” un uomo. Ma non c’è invenzione d’uomo che sia viva da duemila anni; e nessuna invenzione terrena potrà mai avere l’assicurazione che contro di lei portae inferi non praevalebunt.
“E’ nell’ordine della vita”: sì, dell’unica vera vita, che è quella nell’eternità.
carissimo la fede è nel suo cuore libero capace di guardare liberamente alla vita a quella che è e alla fede a quella che è semplicemente. perché poi il senso è terra terra, guardi negli occhi sgombro da pregiudizi da inquiteduni: guardi senza ombre, quello è lo sguardo compassionevole che non giudica che non lancia proclami. nessun mette discute la sacralità della vita anche nel deserto del niente!
era solo un modo di dire Hope! Non è da prendere alla lettera naturamente; aver detto al dott Luigi che è ” un eroe a prescindere” è una maniera biricchina, simpatica,confidenziale come vuoi, per dimostrare il mio sincero affetto e, perché no, anche una certa ammirazione per un bravo giornalista e scrittore.
Personalmente, non ambisco a sperimentare nuove strade, come mi consigli, ma non perché non faccia o non l’abbia fatto, anzi. Ma..Credo che ci sia una via eminente alla fine che veramente vale la pena sperimentare, percorrere e approfondire: la libertà interiore. L’unica che ti rende padrona di te stessa prima ancora che del mondo.
Il papa: vedi hope, anche io la penso come te riguardo alle preghiere che occorrono al papa come a ciascuno di noi, ma.. lui ha ne ha bisogno di un surplus rispetto a noi. Noi non siamo chiamati a radunare il gregge di Cristo dai quattro angoli, nè siamo stati scelti per guidare la Chiesa attraverso la storia, e credo che sia un compito di così grande responsabilità, una croce in grado di schiacciare -come lo fu per povero Giovanni Paolo I troppo spesso dimenticato- se non si è abbastanza forti .
Noi siamo chiamati alla santità, è vero. La santità non è una parola e basta, né un aspetto secondario tuttaltro, dal mio punto di vista è un impegno che tutti dovremmo perseguire, per un mondo migliore, perchè le azioni mie, tue, di ciascuno, ricadono come macigni sugli altri: è una legge!
E infine hope, una cosa ti vorrei dire, sperando tu non me ne voglia: io credo in Cristo, e per me -come per milioni di fratelli- quella che tu chiami “invenzione terrena”: la Chiesa, non è una invenzione dell’uomo, né è sorta da se stessa, Dio stesso l’ha convocata e resa possibile in virtù di un costato scquarciato e non è retorica, non lo è affatto.
L’ha chiamata al mondo mediante l’appello proveniente da Gesù il Cristo e questo appello è evangelion, lieta novella: la novella della Signoria di Dio sopra il mondo; messaggio, vissuto per primo da Gesù fino alla morte, ed esige la fede e la dedizione dell’uomo. Da questo messaggio è sorta la chiesa che cammina attraverso questo tempo verso il regno di Dio.
Non si deve separare l’essenza dalla forma, perché non si possono scindere forma ed essenza, si devono vedere nella loro unità. La distinzione che tu fai dicendo che è una istituzione terrena è frutto della sola ragione, che non rende giustizia alla chiesa reale. In realtà non c’è , ne ci fu mai una essenza della chiesa svincolata dalla sua forma storica. il mutabile e l’immutabile non si lasciano separare sic et simpliciter come credi..la cosa è assai, ma assai più complessa…
un abbraccio
La chiesa una invenzione terrena?
tutti maestri di ecclesiologia, tutti maestri di teologia, tutti maestri di esegesi.
io sto col mio parroco che sarà anche originale ma certe minchiate proprio non le dice.
con buona pace della belantissima Hope.
Hope, speranza, spes, de che poi? Che se la chiesa è invenzione terrena… speranza de che? Negli Ufo?
ignigo, ciao, eh mio caro ignigo,c’hai ragione pure tu :tutti maestri!!!
Ignigo, non dobbiamo scandalizzarci se altri non la pensano come noi. Hope evidentemente vede la chiesa da un altro punto di vista, e merita tutto il rispetto!
Per noi la chiesa è un dono del nostroMAESTRO del suo costato SQUARCIATO, per altri è una realtà terrena, fallibile …
per Hope il papa non è un eroe, per me lo è, ogni papa lo è: un faro per il mondo.
Come lo sono tutte le grandi personalità della storia (Ghandi, Martin Luter King e moltissimi ancora) portatori di pace e speranza per l’umanità intera!
con affetto
Ehi, e che è ‘sto casino? Non vi si può lasciare soli cinque minuti che finisce a schiaffi e puntàte, come si dice a Vibo? 🙂
Calma e gesso. Innanzitutto bentornato Luigi, spero abbiate fatto buon viaggio. Se fossi poliziotto io vorrei fare il cane, cioè andare in giro a investigare a dovere. Ma questo è un altro paio di maniche.
Quanto al fatto che la Chiesa è coreografia… “Gesù sì, Chiesa no” è stato uno slogan molto piacevole da urlare all’inizio degli anni ’70, poi ci siamo resi conto che le cose non andavano proprio così. Quanto all’invenzione terrena, mi risulta di un certo Cristo che avrebbe detto ad un certo Pietro “Tu sei Pietro e su questa pietra costruirò la mia Chiesa”.
Veniamo all’eroismo del Papa. Il Papa è un eroe? Bella domanda. Allargo il campo: chi di noi è un eroe? Per dirla con Padre Pio: “E’ il caso che fa l’eroe, ma è la virtù di tutti i giorni che fa il giusto”. Meditate, gente, meditate…
PS: le puntàte sono i calci dati con la punta della scarpa…
Claudine la fede è la continua scoperta quotidiana. La mia conversione quella tua e di altri per me è recente ma la fede è come ho già scritto uno sguardo privo di ombre, sgombro da giudizi e libero di pensare. Perché le prigioni, qualsiasi esse siano, spirituali, morali, materiali (per es il dolore che si eleva a montagna che non ti fa vedere altro che il tuo dolore e non quello di chi ti è accanto, le frustrazioni della quotidinità pesante o allegra….). c’è modo e modo per affrontare con leggerezza quello che è intorno a te. Ma la fede non è diventata e non diventerà un’ossessione quotidiana di parole. Non si ergerà unica soltanto tra le fedi o l’unica verità da proporre. Quale verità? La tua fede?, Il confronto, il dialogo, la capacità di rielaborare umilmente nel rispetto anche dinanzi all’orrore. la mia fede è la bellezza di quello che vedo e che c’è che è difettibil e perfettibile. Conosci la perfezione ? Quello che c’è. Si è perfezione con quelle che ti sembrano imperfezioni nella manifestazione, non parlo di bellezza estetica anche nell’orrore ma di imperfezione della nostra fede. Tutte le fedi, con i limiti, sono la perfezione dei cuori. Un unico cuore che pulsa…..i cuori del gregge di qualunque fede in preghiera. Claudine leggere, approfondire, ma vivere liberi di scegliere.
Per questo no0n ci sarà nessun eroe su un poiedistallo di marmorizzato in qualunque piazza o verde pubblico, o immamorizzato dall’apparire in tvn ad indicarmi la strada. l’unica possibile è quella che è dentro scelta criticamente e non per solvenza dell’apparire mediocre nei ruoli.
Bacioni a tutti
A proposito di cani polizziotto e aeroporti, almeno il Papa vola ancora con Alitalia! Fossi un dirigente o un dipendente qualsiasi della compagnia aerea apprezzerei il gesto e lo accoglierei come una bella pubblicità indiretta!
Chiedo scusa …”cani poliziotto”…
L’eroe è il soggetto chiamato a reggere la numinosità, l’eccezionalità. L’eroe è colui che conclude felicemente il ciclo e dunque ritorna “vincitore” dalla “missione impossibile”. Ma l’eroe seppur potenziale e anonimo è dunque, contemporaneamente, anche anti-eroe per eccellenza perché sa- sapendolo il suo inconscio- che egli non è il solo e l’unico salvatore di un popolo o che ad esso dona gloria. Ma è tale, invero in quanto consapevole che in se stesso è rappresentata tutta l’umanità, impegnata nell’opera di salvazione e lui, l’eroe, colto e raccolto in questa visione del mondo, non può più separare se stesso dagli altri.
E’ l’eroe stesso, come categoria universale, colui che è libero perché ha depositato il suo tesoro nel Soggetto Universale che in ogni essere umano alberga
Ci sarebbe ancora molto da dire sulla figura dell’eroe. Lascio agli amici ulteriori riflessioni
Per la collezione di Luigi: «Moggi ti adoro» avevo letto poco fa su un muro della mia città, e mi stavo rallegrando per questa vigorosa affermazione di sentimento divergente … ahimé, ho letto meglio, era un banalissimo «Mocci ti adoro» e ho subito provato antipatia per questa (o questo!?) informe Mocci, dal nomignolo poltiglioso, per la quale (o il quale!?) l’iperbole mi sembra sprecata. Sono di nuovo depresso.
… comunque… se fossi un poliziotto, oggi come oggi, tenterei almeno di non essere un cane…
Leonardo la letteratura rallegra ma anche deprime.
Dott Luigi, altro che se certa letteratura deprime!!!
Che poi, stranamente, quasi in maniera inconscia, ci andiamo a scegliere sempre quei testi che fanno venire il gorgoglìo. Ricordo il primo libro importante che lessi (ero poco meno che adolescente) lo presi dalla raccolta di mio nonno. Era il famoso “Germinal” di Emil Zola, in versione integrale, tradotto dal francese con una fedeltà stupefacente. Mi colpì così tanto quella narrazione cruda e ruvida che ne ricordo perfettamente, a distanza di decenni, alcuni dei passaggi più salienti con una certa angustia.
La letteratura rallegra? Devo pensarci.
Poniamo il “Cantico dei Cantici”, il “Decameron”, le “Anime morte” di Gogol, il “Pasricciaccio” di Gadda.
Per nessuna di queste userei la parola “rallegra”: il Pasticciaccio per lo più angoscia e talvolta fa ridere, il Cantico entusiasma e accende di eros; sì, nel Decameron si respira perlopiù un’aria di salute (ma siamo pur sempre in mezzo a una pestilenza); delle Anime morte ho un ricordo troppo sfocato, dovrei rileggerlo.
Oggi pomeriggio mi viene in mente solo il Circolo Pickwick, come esempio di lettura “rallegrante”. Nessuna gioia, invece, dall’Orlando Furioso (sordità mia, temo).
Ma, in generale, i grandi libri non sono quelli che fanno soffrire, e i grandi scrittori non sono sempre, almeno in parte, crudeli? Me lo chiedo.
Ho adorato Grazia Deletta, ho letto tutti i testi di questa scrittrice autodidatta, da “canne al vento” a “Marianna Sirca”…tutte..fino alle opere minori (la madre del prete) ecc.insomma tutte le opere al completo.
…Mi piacciono quei romanzi che scavano nella personalità delle protagoniste (in genere donne) mettendone a nudo le paure, e quelle che possono essere le problematiche che vive una donna, che vanno al di la di per se dell’amore o delle passioni. Mi piace quello sguardo lungo sull’ambiente in cui si muovono i protagonisti, le dinamiche , i personaggi, gli intrecci che non sono mai banali, né tortuosi ma nella loro essenzialità riescono a catturare il lettore. Caratteristiche che, sinceramente non riesco a ravvisare in certo tipo di letteratura contemporanea femminile. La Susanna Tamaro è di uno svenevole sconcertante. Quei personaggi stucchevoli, quelle trame alla Liala dai…n’se po’ legge! Invece trovo interessante e molto vicina nello stile della Deledda la Dacia Maraini, che apprezzo tantissimo…
… io sono letterariamente “onnivoro” e non schizzinoso…. leggo tuttto, fino in fondo, anche se non mi piace.
In campo narrativo, ci sono tanti autori che ho amato e tanti libri diversi che rileggerei: istintivamente, cito Pasolini (per il suo modo di scrivere e per come ha raccontato una certa Roma, in primis) e Azimov (per il genio dell’idea che ha dato spunto alla sua costruzione letteraria).
Ma il primo libro che mi ha segnato (avevo 13 anni) è stato Se questo è un uomo di Primo Levi.
La conversazione langue, e provo a buttar là qualcosa: avete visto, in televisione, il corpo di san Pio? Ricordo che se n’era parlato, tempo fa qui “chez Luigi”. Io non sono affatto contrario a tutto questo trafficare dei cristiani con ossa e corpi mummificati, però mi chiedo: se quel che si fa vedere è una maschera (di silicone, abbiamo appreso dal telegiornale), un saio cucito per l’occasione dalle suore di non so dove (solo calze e mezziguanti facevano parte del “guardaroba di padre Pio”, come ha detto il giornalista del TG1) e una stola (di taglio preconciliare, ha precisato zelante il cronista) non sua, tanto varrebbe esporre una bella statua. O no?
il corpo fa più audience (vera e televisiva) e cassa… ma tanto ne abbiamo già parlato.
(non era ironia)
Ma, appunto, mi chiedo se sia esposizione del corpo o di un simulacro. (L’allusione all’audience e alla cassa la trovo un po’ volgare)
Anche io ero contrario all’esposizione del corpo di Padre Pio. Però vorrei dire una cosa: davanti a quel viso che dorme sereno, silicone o no, non so perché ma ho provato pace.
dicono che barba naso e capelli siano autentici, mentre gli inglesi avrebbero “siliconato” fronte-scheletrita- e occhi, che mancavano completamente. Sembra avesse le orbite spaventosamente vuote!
Comunque avrei preferito vedere due orbite vuore che una maschera di cera. per noi fedeli sarebbe stato un impatto forte, ma almeno autentico. Non che non lo sia dal punto di vista affettivo e devozionale, solo che…hai ragione Leonardo, in queste condizioni è un simulacro…io andrò a Giugno un paio di giorni. Ma sarei andata a prescindere..
Si Tonizzo, anch’io mi sono emozianata..però..quando penso che è una maschera, che quegli occhi ..così identici a quelli del santo, con le borse le rughe, sono artificiali un po’ mi fa brutto. Eppure, sono fatti così bene così identici che si stenta a credere non siano i suoi -cioè, sono completamente finti- quasi quasi mi sembra anche questo un miracolo!
volgave… io o loro? Mah.
non per rovinare la poesia… ma mi sembra di aver letto che i londinesi di cui sopra siano gli esperti del museo delle cere di Madame Tussaud… (vi risulta?)quindi il “miracolo” di cui parlava Clodine credo sia osservabile ogni giorno a Londra pagando il biglietto per tale museo.
Insomma: o l’ostensione del corpo rappresenta un plusvalore, e allora presentatelo così com’è. O le povere membra semicorrotte rappresentano un orrore, e allora lasciate perdere, no?
Ve lo vedete Alioscia, nel finale dei “Fratelli Karamazoff”, intento a nascondere la puzza che promana dal corpo del suo venerato maestro, spruzzando deodorante quanto basta?
Chiedo scusa ai visitatori che hanno già trattato la questione: avevo scritto un testo che ho potuto tastierizzare solo ora in un nuovo post. Con esso ho in qualche modo interloquito con quanti qui si sono espressi. E mi pare che vi sia una vasta convergenza…
Una ricognizione di cadavere per scoprire fino a che punto la natura ha infierito sui suoi resti sembra già una roba d’un cattivo gusto che basta; comunque, se si fosse scoperto che il corpo di San Pio non solo era incorrotto ma profumato alle violette, la sua ostensione avrebbe potuto rappresentare un simbolo: “la resurrezione della carne… Amen”.
Ma così… un simbolo ricostruito, un simbolo finto? Ma in nome di Dio, che bisogno c’era?
Mi sa che non c’è alternativa: dobbiamo dar ragione – in toto – al perfido moralista…
Scusa, Luigi: ho inviato il mio ultimo commento prima di leggere la tua precisazione delle 15:52.