“Quello che oggi è modernissimo domani è passatissimo” ha detto stamane all’udienza generale papa Benedetto con un bell’errore di lingua. “Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo” suona quella battuta nel testo messo in rete dalla Sala Stampa vaticana. Ma conviene correggere il papa che sbaglia con la lingua? E’ questione disputata tra gli addetti ai lavori. Ricordo tante occasioni in cui ebbi a discuterne con Orazio Petrosillo (vedi post del 12 e 15 maggio): il papa diceva qualcosa in un italiano di fantasia e lui lo voleva mettere in buona lingua, io invece lo volevo dare tale e quale. Sono ancora di quel parere. Papa Wojtyla compiva molti errori di lingua e le sue improvvisazioni attiravano anche per questo, fin dal fortunatissimo “se mi sbaglio mi corrigerete”. “Vi saluta il papa deficiente ma non ancora decaduto” disse in un saluto dalla finestra il 21 novembre 1993. Papa Ratzinger non sbaglia quasi mai. Le sue improvvisazioni si possono trascrivere tali e quali e vengono perfette, si direbbe già munite dello spazio per i punti e le virgole. Ma ogni tanto si sente che l’italiano non è la sua lingua e qualcuno interviene sul testo registrato. Io consiglierei di non farlo, a meno che non si tratti di un’espressione difficile a intendere e in tal caso metterei comunque in nota o tra parentesi il testo realmente pronunciato. L’errore di oggi era innocuo, se pure era un errore. A lasciarlo come suonava nessuno ci scapitava e il dettato acquistava in vivacità. Evitando di correggere il papa si eviterebbero anche tutte le diatribe che sorgono quando la correzione non è – o non appare – del tutto innocente, com’è capitato in occasione delle battute con cui Benedetto rispose ai giornalisti in aereo durante il volo che il 9 maggio scorso lo portava in Brasile.
Se convenga correggere il papa che sbaglia
21 Comments
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Passatissimo è bellissimo.
Questo il contesto della frase improvvisata dal papa durante la catechesi di stamane – frase da cui prendeva spunto il mio post:
Che cosa possiamo imparare noi da San Girolamo? Mi sembra soprattutto questo: amare la Parola di Dio nella Sacra Scrittura. Dice San Girolamo: “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”. Perciò è importante che ogni cristiano viva in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura. Questo nostro dialogo con essa deve sempre avere due dimensioni: da una parte, dev’essere un dialogo realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi tramite la Sacra Scrittura e ha un messaggio ciascuno. Dobbiamo leggere la Sacra Scrittura non come parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi e cercare di capire che cosa il Signore voglia dire a noi. Ma per non cadere nell’individualismo dobbiamo tener presente che la Parola di Dio ci è data proprio per costruire comunione, per unirci nella verità nel nostro cammino verso Dio. Quindi essa, pur essendo sempre una Parola personale, è anche una Parola che costruisce comunità, che costruisce la Chiesa. Perciò dobbiamo leggerla in comunione con la Chiesa viva. Il luogo privilegiato della lettura e dell’ascolto della Parola di Dio è la liturgia, nella quale, celebrando la Parola e rendendo presente nel Sacramento il Corpo di Cristo, attualizziamo la Parola nella nostra vita e la rendiamo presente tra noi. Non dobbiamo mai dimenticare che la Parola di Dio trascende i tempi. Le opinioni umane vengono e vanno. Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta in sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna.
Chi decide cosa è giusto nella lingua italiana? Ci sono due risposte: il dizionario (per chi ama le istituzioni) o il parlante (per chi ama la vita). Inoltre appartiene al mestiere del filosofo inventare il linguaggio: per poter dire ciò che ancora nessuno ha mai detto. E “passatissimo” come conseguente di modernissimo è anche una bella invenzione linguistica, perché sottolinea l’aspetto effimero della modernità, le cui novità passano in fretta, senza nemmeno avere il tempo di invecchiare. Abolirei il correttore linguistico della Santa Sede, se non altro perché questo Papa è anche un filosofo.
Benvenuto nel blog a Cisba il filosofo! Nel mio piccolo immaginavo che i creativi in materia di linguaggio fossero i poeti, ma non ho difficoltà ad accettare che siano i filosofi. Tra i due arbitri che lei menziona, io sto con il parlante e mi piace che questo sia indizio di amore alla vita. La prego resti con noi, avevamo bisogno di un filosofo. Luigi
D`accordo con lei al 150% caro Luigi!
Ho trovato quell`espressione coloratissima e molto parlante, direi “signé” Papa Benedetto! ….”domani sara vecchissimo” quanto è sbiadito e insipido confrontato con il “domani sarà passatissimo”, più che passato, facente parte del passato,c`è una grande logica nell`espressione del Papa!
Errore…forse…o nuovo vocabolo della lingua italiana?
Passatissimo… chiedo scusa, ma mi ricorda tanto chi Vespa mangia le mele. E mi mette tanta allegria.
Chi non Papa è passatissimo.
Non possono esserci modifiche di un testo che non provengano dalla volontà dell’autore. Ma l’autore può delegare altri a correggerlo o a modificarlo.
Queste discrepanze tra testi ufficiali e ufficiosi, in tempi in cui l’ufficioso resta su carta e su schermo, e perfino su schermo dotato dei crismi dell’ufficialità (chi ha orecchi intenda: potrei fare molti esempi pertinenti), introduce casistiche filologiche che non si vedevano da prima dell’invenzione della stampa. Bisognerebbe che qualcuno raccogliesse e lavorasse su queste spesso felici, a volte serie, e comunque sempre interessantissime discrepanze.
Invito i visitatori a leggere gli ultimi due commenti al post del 24 ottobre (Ruini: “Le suore entrino nei blog”): c’è da dare una mano a nihialieno! Luigi
“se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”.
… per quel che vale, anche per me “passatissimo” è un bellissimo superlativo sbagliato. Oltretutto nel parlare funziona anche meglio dal punto di vista oratorio. Vado a salvare nihilalie
Scusate se sono un poco off-topic… ma Luigi, non ci dice niente del “promoveatur ut amoveatur” di Bregantini da vescovo di Locri-Gerace a arcivescovo di Campobasso?
Insieme ai poeti (e forse ai filosofi, i teologi meno…) i creativi in materia di linguaggio sono anche i mistici, gli innamorati e i bambini. Alla lingua favolosa dei bambini sono particolarmente legato, avendo un bimbo di 5 anni e una bimba di quasi 4. Sul mio nuovo blog ho dedicato alcuni post alle loro invenzioni: ‘la cromba’ e ‘il mutifone’, ‘la pottagna’ e ‘la tevelisione’, ‘mi sono menticata’ oppure ‘t’ho scoprito!’ L’immediatezza delle intenzioni e delle emozioni unita all’incertezza della pronuncia. La semplicità siderale del ragionare calata in una sintassi e in un lessico poveri e per questo innocenti, creativi, realmente ‘poetici’. Un balbettare del pensiero, delle emozioni e della parola che continua a sembrarmi l’unico modo ‘adulto’ di stare al mondo.
A Davide1975: credo non si tratti di una rimozione – in Vaticano e alla Cei mi hanno assicurato che non lo è – e spero che sarà lui a chiarire una volta che la notizia sarà ufficiale, cioè tra pochi minuti. Luigi
Ad Alessandro: eccoti un neologismo della mia bimba di 3 anni: “Scrivegnare”.
A mio avviso, smaccatamente di parte, è meraviglioso.
Grazie Luigi per la sua spiegazione. Se non è una rimozione mi chiedo:
– è una promozione? A Campobasso? Sì che è sede arcivescovile, ma insomma… non c’era una sede arcivescovile vacante in Calabria? Forse no però davvero non mi pare una promozione.
– E’ un normale avvicendamento? Forse sì, ma era opportuno questo avvicendamento proprio adesso, proprio in questi mesi di sangue calabrese che si sparge fino in Germania? Di Calabria onesta che riconosce in Bregantini e nelle sue attività (es. le cooperative sotto il tiro continuo delle cosche)?
Spero tanto di sbagliarmi… lo Spirito – di questo ne sono sicuro – vede e provvede per il bene di tutti. Ma gli uomini…
… quando mio figlio Pietro dice “aprito”… non riesco a “corigerlo”… mi fa ridere ogni volta… lui lo sa… e ormai sbaglia apposta.
Luigi, puoi aprire un post su Bregantini appena hai qualche informazione (pubblicabile) più chiara?
Fabrizio, concordo col tuo giudizio di parte: ‘scrivegnare’ è meraviglioso. Ci ho fatto un post apposta.
Ho visitato il sito di Alessandro e mi sono divertito un mondo. Anche lo “scrivegnare” riferito da Fabrizio gli fa onore! I bambini fanno nuove tutte le cose. Luigi
Grazie Luigi, ma tu lo sai…dove sono i dinosauri? 🙂
No e sono molto curioso di conoscere il nome di quel luogo… luigi
Credo che il S.Padre abbia volutamente usato l’espressione al superlativo assoluto; non penso fosse tanto ingenuo da usare un termine grammaticalmente scorretto. L’intento era di evidenziare -sottolineandolo all’estremo- quanto sia forte la tendenza a vivere questo tempo presente con la leggerezza degli ebeti chiudendo occhi e orecchie per non vedere e non sentire. Un tempo, il nostro, davvero scellerato! In Cristo possiamo trovare le risposte alle molteplici domande di senso che ci assalgono. Forse la vera tragedia dell’umanità consiste in questo: l’aver smarrito le coordinate !Clodine