Papa Bergoglio – dicono quelli che lo dicono eretico d’ogni eresia –
nega il giudizio, la necessità della conversione e della penitenza, il “non peccare più”, la possibilità della dannazione e dell’inferno. Affermerebbe insomma che tutti si salvano “a buon mercato”. Naturalmente non è vero: eccomi dunque a segnalare nei commenti i richiami del Papa a quegli elementi essenziali del credo e della vita cristiana. Mi scuso per la lunghezza, sono solo alcuni dei tanti che avrei voluto linkare.
Se Bergoglio neghi il giudizio la dannazione e l’inferno
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Giorni di penitenza. Catechesi del 5 marzo 2014: “La Quaresima va vissuta come tempo di conversione, di rinnovamento personale e comunitario mediante l’avvicinamento a Dio e l’adesione fiduciosa al Vangelo […] in giorni di preghiera intensa e di penitenza”.
https://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2014/documents/papa-francesco_20140305_udienza-generale.html
Per non finire all’inferno. Incontro con “Libera” del 21 marzo 2014: “Agli uomini e alle donne mafiosi: per favore, cambiate vita, convertitevi, fermatevi, smettete di fare il male! E noi preghiamo per voi. Convertitevi, lo chiedo in ginocchio; è per il vostro bene. Questa vita che vivete adesso, non vi darà piacere, non vi darà gioia, non vi darà felicità. Il potere, il denaro che voi avete adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi, è denaro insanguinato, è potere insanguinato, e non potrete portarlo nell’altra vita. Convertitevi, ancora c’è tempo, per non finire all’inferno”.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/03/21/0196/00434.html
Tentazione di negare la risurrezione. Omelia 19 settembre 2014: «Forse non abbiamo tanta paura dell’apocalisse del maligno, dell’anticristo che deve venire prima; forse non abbiamo tanta paura. Forse non abbiamo tanta paura della voce dell’arcangelo o del suono della tromba: ma, sarà la vittoria del Signore». Eppure abbiamo «paura della nostra risurrezione: tutti noi saremo trasformati». E «quella trasformazione sarà la fine del nostro percorso cristiano». «Questa tentazione di non credere alla risurrezione dei morti — ha spiegato il Papa — è nata nella prima Chiesa, nei primi giorni della Chiesa.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2014/documents/papa-francesco-cotidie_20140919_paura-di-risorgere.html
Peccato rifiuto di Dio. Catechesi del 2 maggio 2016: “Dio non si rassegna mai alla possibilità che una persona rimanga estranea al suo amore, a condizione però di trovare in lei qualche segno di pentimento per il male compiuto. Il peccato è davvero un’espressione di rifiuto del suo amore […]. Ma lontano da Dio non abbiamo più una meta, e da pellegrini in questo mondo diventiamo “erranti”. Quando pecchiamo, noi “voltiamo le spalle a Dio”.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/04/30/0306/00699.html
Bisogno di conversione. Omelia del 24 maggio 2016: «Lungo il cammino non dobbiamo guardare indietro: è una strada per andare avanti, verso l’orizzonte, con speranza, con coraggio, aperti alla grazia. Ma capita che un giorno vado avanti, un altro giorno vado indietro: tutti i giorni abbiamo bisogno di conversione.
https://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2016/documents/papa-francesco-cotidie_20160524_giorno-dopo-giorno.html
Nel giorno del Giudizio è il titolo dell’omelia del 22 novembre 2016: «Da bambino quando andava al catechismo venivano insegnate quattro cose: morte, giudizio, inferno o gloria».
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2016/documents/papa-francesco-cotidie_20161122_giorno-del-giudizio.html
Dannazione eterna. Omelia del 25 novembre 2016: «La dannazione eterna non è una sala di tortura, questa è una descrizione di questa seconda morte: è una morte». E «quelli che non saranno ricevuti nel regno di Dio è perché non si sono avvicinati al Signore: sono quelli che sono sempre andati per la loro strada, allontanandosi dal Signore e passano davanti al Signore e si allontanano da soli». Perciò «la dannazione eterna è questo allontanarsi continuamente da Dio, è il dolore più grande: un cuore insoddisfatto, un cuore che è stato fatto per trovare Dio ma per la superbia, per essere stato troppo sicuro di se stesso, si è allontanato da Dio». «Non sappiamo» se «sono tanti», ma «sappiamo che questa è la strada della dannazione eterna». È l’atteggiamento di coloro «che ogni volta che il Signore si avvicinava loro dicevano: “va’ via, me la cavo da solo”. E continuano a cavarsela da soli nell’eternità: questo è tragico».
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2016/documents/papa-francesco-cotidie_20161125_basta-una-parola.html
Resistenze frutto del peccato originale. Omelia del 1° dicembre 2016: “Signore, con grande forza, soccorrimi. La tua grazia vinca le resistenze del peccato. Le resistenze sono sempre un frutto del peccato originale che noi portiamo”.
https://www.avvenire.it/papa/pagine/santa-marta-del-1-dicembre
Non peccare più. Omelia del 20 gennaio 2017: «Cambiare il cuore, cambiare la vita, non peccare più e cambiare l’appartenenza: mai appartenere alla mondanità, allo spirito del mondo, alle stupidaggini del mondo, soltanto al Signore»
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2017/documents/papa-francesco-cotidie_20170120_cambio-totale.html
Beatitudini e conversione. Angelus del 29 gennaio 2017: Non si è beati se non si è convertiti, in grado di apprezzare e vivere i doni di Dio.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/01/29/0065/00149.html
In Paradiso in carrozza. Catechesi del 1° marzo 2017: “Non andiamo in Paradiso in carrozza. Questi 40 giorni sono anche per tutti noi un’uscita dalla schiavitù del peccato alla libertà dell’incontro con Cristo Risorto. La nostra salvezza è certamente dono suo, ma, poiché è una storia d’amore, richiede il nostro sì”
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2017/documents/papa-francesco_20170301_udienza-generale.html
Conversione è un cammino. Omelia del 14 marzo 2017: “Convertirsi non è andare da una fata che con la bacchetta magica ci converta: no! È un cammino. È un cammino di allontanarsi e di imparare”.
https://it.zenit.org/articles/santa-marta-la-conversione-dipende-dai-nostri-gesti-concreti-non-dalla-bacchetta-magica/
Pentimento e vergogna. Omelia del 21 marzo 2017: “Per entrare nel mistero del perdono dobbiamo vergognarci. Ma la vergogna è una grazia: “Signore, che io abbia vergogna di quello che ho fatto”. E così la Chiesa si mette davanti a questo mistero del peccato e ci fa vedere l’uscita, la preghiera, il pentimento e la vergogna”.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2017/documents/papa-francesco-cotidie_20170321_la-grazia-della-vergogna.html
Rischio dell’inferno. Omelia del 13 maggio 2017: “La Vergine Madre non è venuta qui perché noi la vedessimo: per questo avremo tutta l’eternità, beninteso se andremo in Cielo. Ma Ella, presagendo e avvertendoci sul rischio dell’inferno a cui conduce una vita senza Dio, è venuta a ricordarci la Luce di Dio che dimora in noi e ci copre, perché, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura, il «figlio fu rapito verso Dio» (Ap 12,5)”.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/05/13/0323/00697.html
Schiavitù del peccato. Angelus del 23 luglio 2017: “Gesù Cristo, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha liberato dalla schiavitù del peccato e ci dà la grazia di camminare in una vita nuova; ma con il Battesimo ci ha dato anche la Confessione, perché abbiamo sempre bisogno di essere perdonati dai nostri peccati”.
https://w2.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2017/documents/papa-francesco_angelus_20170723.html
Vita sbagliata e perdono a buon mercato. Catechesi del 9 agosto 2017: “Quanta gente perdura anche oggi in una vita sbagliata perché non trova nessuno disponibile a guardarlo o guardarla in modo diverso, con gli occhi, meglio, con il cuore di Dio […]. Noi che siamo abituati a sperimentare il perdono dei peccati, forse troppo a buon mercato, dovremmo qualche volta ricordarci di quanto siamo costati all’amore di Dio”.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2017/documents/papa-francesco_20170809_udienza-generale.html
Convertirsi prima che venga chiusa la porta. Angelus del 21 agosto 2017: “Dobbiamo cogliere le occasioni di salvezza perché a un certo momento «il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta», come ci ha ricordato il Vangelo. Ma se Dio è buono e ci ama, perché chiuderà la porta a un certo punto? Perché la nostra vita non è un videogioco o una telenovela; la nostra vita è seria e l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna”.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/08/21/0592/01325.html
Porre al centro la confessione. Misericordiae Vultus – Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia (11 aprile 2015) tratta per intero di peccato, conversione e penitenza. Vi trovi 37 volte la voce “peccato/ti/tore”, 8 volte la voce “conversione/tirsi”. Al paragrafo 17 trovi tre volte il sostantivo “penitente/i” che sta a dire “colui che percorre una via di penitenza”: “Poniamo di nuovo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia. Sarà per ogni penitente fonte di vera pace interiore. Non mi stancherò mai di insistere perché i confessori siano un vero segno della misericordia del Padre. Non ci si improvvisa confessori. Lo si diventa quando, anzitutto, ci facciamo noi per primi penitenti in cerca di perdono. Non dimentichiamo mai che essere confessori significa partecipare della stessa missione di Gesù ed essere segno concreto della continuità di un amore divino che perdona e che salva. Ognuno di noi ha ricevuto il dono dello Spirito Santo per il perdono dei peccati, di questo siamo responsabili. Nessuno di noi è padrone del Sacramento, ma un fedele servitore del perdono di Dio. Ogni confessore dovrà accogliere i fedeli come il padre nella parabola del figlio prodigo: un padre che corre incontro al figlio nonostante avesse dissipato i suoi beni. I confessori sono chiamati a stringere a sé quel figlio pentito che ritorna a casa e ad esprimere la gioia per averlo ritrovato. Non si stancheranno di andare anche verso l’altro figlio rimasto fuori e incapace di gioire, per spiegargli che il suo giudizio severo è ingiusto, e non ha senso dinanzi alla misericordia del Padre che non ha confini. Non porranno domande impertinenti, ma come il padre della parabola interromperanno il discorso preparato dal figlio prodigo, perché sapranno cogliere nel cuore di ogni penitente l’invocazione di aiuto e la richiesta di perdono. Insomma, i confessori sono chiamati ad essere sempre, dovunque, in ogni situazione e nonostante tutto, il segno del primato della misericordia.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/bulls/documents/papa-francesco_bolla_20150411_misericordiae-vultus.html
Crescere nell’amore e non ricadere nel peccato. Paragrafo 22 della bolla giubilare (vedi sopra) che presenta in una lingua comprensibile all’uomo d’oggi la dottrina delle indulge. ”Il Giubileo porta con sé anche il riferimento all’indulgenza. Nell’Anno Santo della Misericordia essa acquista un rilievo particolare. Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini. Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distruggere il peccato degli uomini. Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la mediazione della Chiesa. Dio quindi è sempre disponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspettata. Noi tutti, tuttavia, facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. Mentre percepiamo la potenza della grazia che ci trasforma, sperimentiamo anche la forza del peccato che ci condiziona. Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati. Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati; eppure, l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. La misericordia di Dio però è più forte anche di questo. Essa diventa indulgenza del Padre che attraverso la Sposa di Cristo raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato, abilitandolo ad agire con carità, a crescere nell’amore piuttosto che ricadere nel peccato. La Chiesa vive la comunione dei Santi. Nell’Eucaristia questa comunione, che è dono di Dio, si attua come unione spirituale che lega noi credenti con i Santi e i Beati il cui numero è incalcolabile (cfr Ap 7,4). La loro santità viene in aiuto alla nostra fragilità, e così la Madre Chiesa è capace con la sua preghiera e la sua vita di venire incontro alla debolezza di alcuni con la santità di altri. Vivere dunque l’indulgenza nell’Anno Santo significa accostarsi alla misericordia del Padre con la certezza che il suo perdono si estende su tutta la vita del credente. Indulgenza è sperimentare la santità della Chiesa che partecipa a tutti i benefici della redenzione di Cristo, perché il perdono sia esteso fino alle estreme conseguenze a cui giunge l’amore di Dio. Viviamo intensamente il Giubileo chiedendo al Padre il perdono dei peccati e l’estensione della sua indulgenza misericordiosa”.
Umanità ferita dal peccato originale. “Il nome di Dio è misericordia. Una conversazione con Andrea Tornielli” (Piemme 2016) tratta diffusamente di questi temi: Se il confessore non può assolvere, pagina 32; Il peccato è una ferita, 41; Colui che si confessa è bene che provi vergogna, 42; Peccato come luogo dell’incontro con la misericordia di Dio, 50; Il solo fatto che uno vada al confessionale è inizio di pentimento, 51; Siamo peccatori perché c’è il peccato originale, 57; Proprio perchè la nostra natura umana è ferita dal peccato originale, Dio che ha donato il suo Figlio per noi non può che rivelarsi come misericordia, 66; La Chiesa è chiamata a effondere la sua misericordia su tutti coloro che si riconoscono peccatori, responsabili del male compiuto, che si sentono bisognosi di perdono, 67.
Mercoledì 11 ottobre, nell’udienza generale in piazza San Pietro, Francesco ha detto che non c’è da temere tale giudizio, perché “al termine della nostra storia c’è Gesù misericordioso”, e quindi “tutto verrà salvato. Tutto.”.
Quest’ultima parola, “tutto”, nel testo distribuito ai giornalisti accreditati presso la sala stampa vaticana era evidenziata in grassetto.
il minimo che possiamo dire è che il papa si contraddice.
perchè se insegna nell’Udienza generale del 11 ottobre che “TUTTI O TUTTO” sara salvato, che importanza ha se in altre occasione ha insegnato invece la retta dottrina cattolica?
se il papa insegna cose contradditorie che deve pensare il fedele cattolico?
se dice che tutto sarà salvato, che Gesù porterà in Paradiso OGNUNO di noi, che deve pensare il fedele cattolico?
se il 23 agosto in una Udienza generali dice testualmente che : la fine della storia sarà
quella di “una immensa tenda dove Dio accoglierà tutti gli uomini per abitare definitivamente con loro”.
Dove Dio accoglierà TUTTI gli uomini, vuol dire che accioglierà TUTTI gli uomini, o no?
cosa deve pensare il fedele se il papa insegna che Dio accoglierà TUTTI gli uomini?
come dice giustamente Sandro Magister non basta insegnare il Vangelo se si tagliano certe parti, se si censurano certe altre.
il papa taglia e censura , salta a piè pari certe parti del Vangelo.
La domenica , 8 ottobre, un’altra parabola, quella dei vignaioli omicidi (Matteo 21, 33-43), aveva subito lo stesso trattamento selettivo.
All’Angelus, nel commentare la parabola, il papa ha omesso di dire che cosa il padrone della vigna fa a quei contadini che gli hanno ucciso i servi e da ultimo il figlio: “Quei malvagi li farà morire miseramente”. Né tanto meno ha citato le parole conclusive di Gesù, riferite a se stesso come “pietra angolare”: “Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato”.
insomma, un trattamento “selettivo” che mira a spingere in maniera SBILANCIATA l’interpretazione verso la misericordia omettendo la giustizia.
Uno sbilanciamento e uno squilibrio che ormai molti colgono nel pontificato di papa Francesco e che non può più essere negato.
http://isoladipatmos.com/me-lo-impone-lossequio-alla-verita-la-petizione-a-favore-di-amoris-laetitia-e-molto-peggiore-della-correctio-filialis-che-accusa-di-eresia-il-sommo-pontefice-e-in-appendice-una-piccol/
un giudizio terribile sul pontificato del suo Successore, che da una parte ha elargito sorrisi a Marco Pannella e ad Emma Bonino, interviste ad Eugenio Scalfari ed abbracci ad arcivescove lesbiche luterane rivestite delle insegne sacerdotali, ed al tempo stesso inaugurando l’èra di un pontificato con le chiese romane sempre più vuote e la Piazza San Pietro sempre più deserta, mentre due suoi devoti cardinali morivano dopo avere servita devotamente la Chiesa per tutta la vita ed avere confermata devozione in tutti i modi all’Augusto Pontefice, ma lui — il misericordioso —, non si è degnato di riceverli e di rispondergli. Forse non li ha ricevuti e non gli ha risposto perché era troppo impegnato a salutare l’arrivo di orde di giovanottoni in perfetta salute fisica, tutt’altro che fuggiti dalla fame e dalle guerre, tutti in fascia d’età molto al di sotto dei trent’anni, ad assoluta maggioranza musulmani, che si sono lanciati nella colonizzazione della morente Europa ormai scristianizzata foraggiati dai fondi dell’Arabia Saudita e del Qatar, ma pur malgrado chiamati in modo stolto e imprudente con tutt’altro nome: profughi. Il tutto dopo avere dimostrato di saper leggere e di saper scandire bene due sole parole latine: jus soli …
a Fatima Bergoglio criticò le parole che attribuivano a Maria il “fermare il braccio di suo figlio” come si vede nel dipinto del Giudicio Universale di Michelangelo, intercedendo in favore dei peccatori con le testuali parole:
“una Maria abbozzata da sensibilità soggettive che la vedono tener fermo il braccio di dio pronto a punire”
E sempre a Fatima disse:” si fa una grande ingiustizia a Dio e alla sua grazia quando si afferma in primo luogo che i peccati sono puniti dal suo giudizio”
a Fatima Bergoglio non parlò mai della visione dell’Inferno e della punizione dei peccatori che hanno una perte determinante nel messaggio della Madonna.
preferì sorvolare su questi particolari poco consoni alla sua di sensibilità…
“Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio” è lo slogan di Bergoglio che così ammette lui stesso lo SBILANCIAMENTO.Tale slogan non è presente nel vangelo e in nessuno dei Padri della Chiesa. Perchè i piatti della bilancia sono allo stesso livello, la bilancia della misericordia e quella della giustizia, e una cosa non può prevalere sull’altra se si ha EQUILIBRIO. E l’equilibrio è verità lo squilibrio è menzogna.
persino gli antichi Egizi raffiguravano il giudizio dopo kla morte come una bilancia. da una parte si pone il cuore del defunto dall’altra una piuma.
se il cuore, carico di peccati era più pesante della piuma, il giudizio era negativo per l’anima.
Il papa Francesco passerà alla storia come colui che volle essere più misericordioso di Dio, più indulgente di Dio, più tollerante di Dio.
Peccato che non era Dio, e non se ne rendeva conto!
Quello che è stupefacente di Venturi è la capacità di ripetere come un disco rotto, ma rotto di brutto, quelle quattro idee fisse che si è ficcata in testa e che nemmeno se si trovasse di frionte Gesù Cristo in persona, mani e pieni forati, cesserebbe di ripetere a macchinetta, tipo pappagallo.
Accattoli indica un breve assaggio della sterminata lista degli interventi di Bergoglio su peccato, penitenza, salvezza ecc ecc ecc, e che fa la sparamantra a ripetizione? Ti attacca da capo la solfa & tiritera di ieri, ier l’altro, un anno fa, due anni fa…. addirittura con le stesse parole, tipico delle forme maniacali ossessivo/compulsive.
Naturalmente, di questi pezzi non ne ha letto manco mezzo, manco un quarto, manco un centimetro di quarto. S
Sono in contraddizione piena, aperta, radicale e definitiva con TUTTO ( notami le masiuscole, Venturi, e non ho manco la sala stampa vaticana) quello che lei afferma e ha affermato sull’argomento, ma la cosa non la smuove minimamente.
D’altra parte, se riconoscesse in un punto solo, un minipunto, un micropunto, di avere detto una cavagnata di bischerate da anni, tutto le verrebbe addosso in un nanosecondo.
Uno si chiede: ma cosa, le verrebbe addosso, visto che parla del nulla?
Giusta domanda.
La rappresentazione finta che si è costruita in testa :quella di una chiesa inesistente, di una storia inesistente, di una religione inesistente, di una contrapposizione inesistente.. di una GUERRA inesistente se non nella sua capoccetta.
Se venisse giu’ quello, però, a giudicare da quello che produce qui sopra da anni, sarebbe Venturi stessa a venir giù, come la Terza Torre Gemella.
E questo, non lo permetterà mai.
Quindi : come per i suoi colleghi più famosi, ma assolutamente cloni suoi, che cita come fossero, povera anima, i suoi santi protettori e i suoi spiriti ispiratori, attendiamoci un crescendo esasperato e irrazionale, fuori controllo e fuori misura della sua ribellione anticattolica.
Pace.
Nella teosofia ebraica, la cabbalà , si immagina che vi siano due colonne
delle emanazioni delle intelligenze angeliche o sefiroth, che emanano dall’EN SOF ( dall’Infinito) . C’è la colonna di destra che è quella della misericordia e c’è la colonna di sinistra che è quella del rigore. Le due colonne di uniscono nella sefirot TIFERET ( bellezza) che unifica la misericordia al rigore.
Nel Tempio di Gerusalemme costruito da Salomone secondo le istruzioni di DIO, davanti al Santo dei Santi c’erano due colonne chiamate B oaz e Yakin , una impersonificava la misericordia l’altra il rigore.
Persino nelle religioni pagane c’è un EQUILIBRIO fra le forze della destra e quelle della sinistra, fra YING e YANG, fra luce e tenebre fra giorno e notte.
Insomma lo sbilanciamento è sempre sempre un errore . Perchè la realtà si basa sull’armonia degli opposti.
Predicare la misericordia E BASTA, predicare un Dio che perdona tutti e BASTA, dimenticare tutta la parte sinistra, quella della giustizia , del castigo , del rigore, è un errore madornale . La realtà non può essere ridotta a slogan semplicistici come fa Bergoglio. La bilancia del giudizio non può essere sbilanciata. Non si puo’ APPIATTIRE la realtà spirituale che non è bidimensionali ma pluridimensionale.
Non siamo ,come dicevo , nella scuola italiana dove vige l’ingiustizia del TUTTI PROMOSSI.Non funziona così nel mondo spirituale.
E’ impossibile che la signora Venturi abbia letto i post di Luigi e i link allegati prima di vomitare per l’ ennesima volta su questo blog i soliti anatemi contro il papa capia incollati dai vari Magister, Tosatti (anche lì c’e’ una Maria Cristina). Non c’e’ stato il tempo necessario (controllate gli orari)
Con lei la discussione è sterile e degradante, come con la signora Leo.
Propongo il cartellino rosso oppure una limitazione al numero di righe degli interventi
caro Andrea Salvi
capisco che le dia fastidio leggere i miei interventi. Non ho fatto anatemi mi sono limitata a scrivere delle repliche all'”assioma” del post , e che cioè papa Francesco sia perfettamente in linea con l’ortodossia cattolica.
a lei caro Salvi fa piace pensare che papa Francesco sia perfettamente in linea con l’ortodossia cattolica e non interessa nulla pensare che così non possa essere, non interessa anzi irrita leggere pareri contrastanti.
la capisco. ai comunisti sovietici dava fastidio leggere i pareri dei dissidenti. da’ sempre fastidio leggere i commenti di chi non la pensa come noi. certo la censura è una opzione: l’ho già suggerita. questo blog potrebbe censurare tutti gli interventi critici e diventare un blog tipo “PRAVDA BERGOGLIANA” . E’ una opzione. che piacerebbe a quelli come lei che non vogliono avere il fastidio di leggere cose che sono il contrario di quanto pensano.
Oppure , forse , a qualcuno interessa anche la voce dell'”Avvocato del diavolo”
dipende dai caretteri, ad alcuni piace la varietà delle opinioni ad altri da’ fastidio.
capisco che lei fa parte di quelli che soffrono se qualcuno mette in dubbio le sue certezze bergogliane Se lei fosse il direttore si questo blog sicuramente bannerebbe ogni opinione discordante. Invece altri non sono così,. ad altri piace la discussione.
io non ho nei miei interventi detto nulla di offensivo e nulla che si può chiamare onestamente “anatema”.
A me non interessano i commenti che non sono commenti. Sono interventi preconfezionati. Non commentano il post e i suoi link perché materialmente è impossibile che siano stati letti. Sono interventi del tutto futili e quindi per me sono rubbish
Onesta’ intellettuale vorrebbe che prima di commentare si leggesse l’oggetto del commento.
“io non ho nei miei interventi detto nulla di offensivo ”
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa………
E questo, tra l’altra fogna galleggiante, chi l’ha scritto?
“due suoi devoti cardinali morivano dopo avere servita devotamente la Chiesa per tutta la vita ed avere confermata devozione in tutti i modi all’Augusto Pontefice, ma lui — il misericordioso —, non si è degnato di riceverli e di rispondergli. Forse non li ha ricevuti e non gli ha risposto perché era troppo impegnato a salutare l’arrivo di orde di giovanottoni in perfetta salute fisica, tutt’altro che fuggiti dalla fame e dalle guerre, tutti in fascia d’età molto al di sotto dei trent’anni, ad assoluta maggioranza musulmani, che si sono lanciati nella colonizzazione della morente Europa ormai scristianizzata foraggiati dai fondi dell’Arabia Saudita e del Qatar, ma pur malgrado chiamati in modo stolto e imprudente con tutt’altro nome: profughi. Il tutto dopo avere dimostrato di saper leggere e di saper scandire bene due sole parole latine: jus soli …”
Venturi: di fesso qui non c’è nessuno. E siccome tu lo sei men che meno, la conseguenza è che sei in malafede marcia.
Due guardano un muro (pardon! un ponte, un ponte). Il primo dice: «Lì c’è una crepa bella grossa, ho paura che farà crollare il ponte». L’altro risponde: «Guarda quel pilastro come è sano! E quell’arcata? Perfetta». Il primo replica: «Sì, ma la crepa?». L’altro riprende: «Aspetta, ti faccio vedere quanti mattoni sani ci sono. Ora te li conto». «Ma la crepa?» «Vedi le spallette? A regola d’arte!». Così, all’infinito.
Il tuo impegno, Luigi, è lodevole nelle intenzioni ma sostanzialmente inutile. Bergoglio (come tutti) ne dice tante: non sono le 99 giuste che fanno problema, ma la centesima che (ad alcuni) sembra contraddire tutte le altre. (Poi ci sarebbe il fatto che ad alcuni il rapporto non pare di 99 a 1, ma questo è un altro discorso, secondario).
Innanzi tutto si tratta di valutare se chi vede la crepa la vede perché c’e’ o perch6 c’è la ha stampata sugli occhiali. Cosa non affatto da escludere.
E poi frasi isolate dal contesto possono ovviamente apparire in contraddizione con tutto il resto. Succede anche leggendo il Vangelo: se isoliamo un versetto e non leggiamo la Parola alla luce di tutta la Parola rischiamo di cadere in grave errore.
A maggior ragione questo può succedere nel leggere le parole del papa, che non sono il Vangelo, ovviamente, soprattutto se si parte con la consapevole (altro che inconscia) intenzione di coglierlo in fallo.
Non è disco rotto quello della Venturi, è piuttosto delirio, è paranoia, è cecità mentale, è malignità, è ignoranza crassa, è infantilismo acuto, è immaturità.
Tutte cose per le quali purtroppo ormai non c’ è rimedio.
Allora, vada a riversare le sue maldicenze paranoiche in altri blog a lei più congeniali. Magari in quello del Lugaresi Leonardo, le cui incursioni qui a sostegno delle tesi deliranti della Venturi, non interessano a nessuno.
C’e’un proverbio che dice che una mezza verita’e’peggio di una menzogna.
Secondo me, il.papa Francesco dice sempre le verita’a mezzo, cioe delle mezze verita’.
Non che neghi apertamente e di petto la dottrina cattolica.Non lo farebbe mai, essendo un furbaccione. Ma ne dice solo una parte, quella che piace a lui, omettendo l’altra, quella che non gli piace.
Se viene detto che Gesu’perdono’l’adultera, ma non viene aggiunto che dopo averla perdonata le ingiunse di non peccare piu’, si dice una mezza verita’.
Se si dice che il padre perdono’al figliol.prodigo, ma non si aggiunge che il.figliol prodigo su era gettato.pentito ai piedi del.padre, si dice una mezza verita’.
Se si dice che Dio misericordioso il.giorno della morte prendera’ciascuno di noi per portarci in Paradiso, e non si aggiunge che prendera’per portare in Paradi solo quelli di noi che muoiono nella grazia di Dio, si dice una mezza verita’.
E cosi’di mezza verita’in mezza verita’si arriva alla menzogna.
Il messaggio di Cristo, che il.papa quale vicario di Cristo deve ricordare agli.uomini di oggi, non e’una mezza verita’.
Il peccato di OMISSIONEe’un peccato grave. SI giura in Tribunale di dire la verita’TUTTA la verita’.
Dire solo.mezza verita’equivale a dire menzogne.
E di operazioni di amputazione dell’intera verita’del messaggio evangelico ne abbiamo.gia’ sentite molte
E l’attacco vile a chi.invece vuole la verita’del Vangelo.INTERA e’di essere integralisti e rigidi.
Si dicono alcune cose, si tacciono volutamente altre, per non essere integralisti!!.
L’attacco alla verita’non e’frontale, ma subdolo.
Basta non parlare piu’di tante parole evangeliche, perche’cadano nell’oblio, a favore invece di quelle che si martellano continuamente.
E’lo stesso sistema del.diavolo nell’episodio delle Tentazioni di Cristo.Il diavolo cita la Scrittura ma in maniera selettiva OMETTENDOdi dire tutta la verita’della Scrittura.Cristo lo.smaschera citando versetto scritturale contro versetto. QUESTO S IGNIFICA:la Parola di Dio che e’verita’e’unica e completa, non si.puo’selezionarne una parte e censurarne un’altra.
O si dice TUTTAla verita’oppure si cade nella menzogna.
VERO.
Difatti tu, Venturi, sei nella menzogna marcia.
“….ma non si aggiunge che il.figliol prodigo su era gettato.pentito ai piedi del.padre….”
Difficile poterlo aggiungere, perché nel Vangelo non c’è.
“Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.” ( Traduzione CEI)
“20 Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.” ( traduzione Nuova Riveduta)
20 Egli dunque si levò e andò da suo padre. Ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. ( Nuova Diodati)
MARIA CRISTINA VENTURI; fatti furba e piantala di cacciare palle.
Signora Venturi, è chiarissimo che lei vuol dire solo ciò che interessa a lei ma non vede e non ascolta quel che gli altri, anche Accattoli, dicono a lei.
Lei percorre un’ unica strada e neanche prova ad affacciarsi sulla strada altrui, cioè a prestare orecchio, almeno qualche volta, a quel che dicono gli altri.
Lei, quando parla di papa Francesco, indossa sempre un grande paraocchi e spegne la mente. E non riesce a vedere che questo Papa non nasconde proprio nulla; dice tutto quel che c’è nei Vangeli, proprio tutto, ma dà particolare risalto agli aspetti, per tanti anni tenuti in penombra, che mostrano l’essenza fondamentale di Dio che si riassume in una sola parola: A-MO-RE. Il che vuol dire che Dio è, sì, Giustizia ma coniugata alla Misericordia. Non certo una giustizia paragonabile a quella dei tribunali umani, sul tipo del redde rationem. Questa è la verità che si evince dai Vangeli, cara signora.
Il Papa parla sempre di conversione e di pentimento necessari per la salvezza, ma non in ogni occasione è necessario parlare di conversione, di pentimento e di salvezza. Lei invece vorrebbe che introducesse queste categorie in ogni suo discorso, mettendole come i cavoli a merenda in qualsiasi occasione.
A lei risulta che i papi precedenti parlassero sempre di conversione, di pentimento e di salvezza? A me non risulta proprio.
Non vedo perché dovrebbe farlo sempre questo Papa, come lei pretenderebbe.
In realtà, cara signora, i suoi sono solo pretesti malevoli per sparlare di un papa che a lei non è mai piaciuto per vari motivi, che coloro che sono stati attenti ai suoi commenti conoscono bene. Io, per esempio, potrei enumerglieli uno per uno. Non ne vale la pena.
Lei è davvero cattiva, signora, perché chi è in malafede è peccatore davanti a Dio. Forse nessuno glielo ha detto, ma è così.
Non cerchi di aggiustare il tiro, Venturi. Molti hanno capito di che pasta è fatta lei e la sua religiosità. Nonché di quelli che volentieri le stringono la mano.
Caro Lorenzo, ma caro davvero, ti ammiro per il coraggio e la costanza che hai… Io solo a leggere certe cose provo una disgustata repulsione… E non riesco a dire niente. Quelle pochissime volte che intervengo vado fuori tema…
Sentimi vicino, se ti può fare piacere…
Un caro saluto. Fra un po’ vado a Messa, e pregherò per tutti, per quello che può valere la mia preghiera… Ma forse il compassionevole Padre potrebbe sorprendere anche me con un affettuoso bacio… Lo spero con tutto il cuore…
La signora Venturi nel suo intervento delle 15.18 ha magistralmente descritto se stessa. Come dire il falso.
Mai il papa ha affermato che non ci si deve pentire dei propri peccati; ma l’iniziativa parte sempre da Dio.
Questo ci dicono il papa e la Chiesa da sempre.Ma lei sembra ignorarlo.
Dovrebbe riflettere la Venturi sulla lettera ai Romani capitolo 5 dove in pochi versetti Paolo ci ricorda questo concetto per ben 3 volte.
“6Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. 7Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. 8Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. 9A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. 10Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. ”
Piu’ volte il papa ha invitato alla Confessione, al pentimento.
Ma non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire
Mentre eravamo ancora peccatori…
Mentre eravamo ancora peccatori…
Quand’ eravamo nemici..
Le parole che Luigi riporta sono tutte “virgolettate” quindi non c’è alcun dubbio che Papa Francesco le abbia proferite.
Il dubbio che ho è “Perché allora tante persone, sulla falsariga delle parole che Scalfari gli attribuisce, pensano che invece il Papa affermi che c’è l’assoluzione per tutti , che l’inferno non esista e il massimo che una persona malvagia abbia da temere sia l’annullamento della sua persona?”
Non penso si possa negare che questo accade.
E’ una cosa che dovrebbe preoccupare. Quelli che pensano così, probabilmente non sono cristiani “fervorosi” ma fanno pur sempre parte del “gregge”.
E’ corretto ed è buono non fare nulla per correggere questi fraintendimenti?
C’è un pensiero cattivo che mi tormenta per l’esperienza (poca peraltro) di conoscenza che ho avuto di gesuiti: “Non si riesce mai a sapere cosa pensi veramente un gesuita”
Ciao Giuseppe, un grande abbraccio!!!
( Hai ragione su quell’Altro abbraccio, quel bacio con tanto di braccia al collo,che ci sorprende e ci lascia storditi e commossi tutte le volte.Pure io continuo a sperarci, soprattutto in quello finale….)
🙂
Come spessi ti capita con i tuoi dubbi, Beppe, il problema è che tu non cerchi risposte che te li chiariscano, ma occasioni per riaffermarli.
“Perché allora tante persone, sulla falsariga delle parole che Scalfari gli attribuisce, pensano che invece il Papa affermi che c’è l’assoluzione per tutti , che l’inferno non esista e il massimo che una persona malvagia abbia da temere sia l’annullamento della sua persona?”
I casi sono due: o sono non credenti, e allora credano quello che lor garba.
O lo sono, e allora son fessi ad ascoltare Scalfari o Magister che è ben felice da far da cassa di risonanza di Scalfari, senza andare a leggere il papa stesso.
Ti ripeto:
Riguardo a quelli che ” si formano una opinione” a destra e a mancina, bene, si sveglino: hanno, nell’ordine, Cristo, la Parola come conservata e tramandata dalla Chiesa, i Sacramenti, la Chiesa stessa e i singoli PAstori: i loro, non quelli che vorrebbero avere e che stan nel mondo dei sogni: quelli in carne e ossa. Se, con tutto questo, decidono di formarsi un’opinione in un angolo del caravanserraglio completamente abusivo della informazione, che sia di area laica o cattolica conta un tubo, bé sono babbei alla ennesima potenza, e meritano di essere presi per il naso dal primo marpione di turno.
Mentre ci sono, ne approfitto per sollecitare invece una risposta alla domanda che ti ho fatto io ieri, Beppe.
Com è che non ci si pone la domanda che ci siano fior( si fa per dire) di sedicenti cattolici che quotidianamente interpretano alla rovescia quello che dice il papa, questo o un altro non importa, e ne facciano oggetto di propaganda e predicazione farlocca. Questo sì, che mi preoccupa e mi allerta: perché si tratta di ” cattolici” che pervertono quello che dice la loro guida _ che piaccia a loro o no , come guida, conta nulla; che piaccia a loro o no quel che dica, conta nulla, sempre loro guida resta- e lo dicono ad altri cattolici su siti cattolici, e lo dicono apposta per far passare per vere cose non vere…..insomma, questo sì che è è strano, se proprio non si vuol dire preoccupante.
Ha fatto benissimo Andrew Salvi a citare Romani capitolo 5.
Proprio in quella lettera è esposta – chiarissima- l’impostazione cattolica sul tema peccato/ grazia, che spazza via d’un colpo solo tutte le ossessioni peccatiste a oltranza e le paranoie sula triade l peccato/giudizio/condanna , manco si trattasse di una trinità rovesciata e Dio fosse una specie di DiPietro degli anni d’oro.
Non per nulla Benedetto, da par suo, così liquidava la questione:
” san Paolo nella nota pagina della Lettera ai Romani (5,12-21), …consegna alla Chiesa le linee essenziali della dottrina sul peccato ….Con Rm 5,12-21 il confronto tra Cristo e Adamo si fa più articolato e illuminante: Paolo ripercorre la storia della salvezza da Adamo alla Legge e da questa a Cristo. Al centro della scenaNON SI TROVA TANTO ADAMO CON LE CONSEGUENZE DEL PECCATOSULL’UMANITA’ ,QUANTO GESU CRISTO E LA GRAZIA CHE MEDIANTE LUI E’ STATA RIVERSATA IN ABBONDANZA SULLA UMANITA’ . La ripetizione del “molto più” riguardante Cristo sottolinea come il dono ricevuto in Lui sorpassi, di gran lunga, il peccato di Adamo e le conseguenze prodotte sull’umanità, così che Paolo può giungere alla conclusione: “Ma dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia” (Rm 5,20). Pertanto, il confronto che Paolo traccia tra Adamo e Cristo mette in luce l’inferiorità del primo uomo rispetto alla prevalenza del secondo.
D’altro canto, è proprio per mettere in evidenza l’incommensurabile dono della grazia, in Cristo, che Paolo accenna al peccato di Adamo: si direbbe che se non fosse stato per dimostrare la centralità della grazia, egli non si sarebbe attardato a trattare del peccato che “a causa di un solo uomo è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte” (Rm 5,12). Per questo se, nella fede della Chiesa, è maturata la consapevolezza del dogma del peccato originale è perché esso è connesso inscindibilmente con l’altro dogma, quello della salvezza e della libertà in Cristo. La conseguenza di ciò è che non dovremmo mai trattare del peccato di Adamo e dell’umanità in modo distaccato dal contesto salvifico, senza comprenderli cioè nell’orizzonte della giustificazione in Cristo.
https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20081203.html
” SI DIREBBE CHE SE NON FOSSE STATO PER DIMOSTRARE LA CENTRALITA’ DELLA GRAZIA EGLI ( SANPAOLO, ndr) NON SI SAREBBE ATTARDATO A TRATTARE DEL PECCATO “…..
LA CONSEGUENZA DI CIO’ E’ CHE NON DOVREMMO MAI TRATTARE DEL PECCATO DI ADAMO E DELLA UMANITA’ IN MODO DISTACCATO DAL CONTESTO SALVIFICO, SENZA COMPRENDERLI CIOE’ NELL’ORIZZONTE DELLA PURIFICAZIONE IN CRISTO.
Ti è ben chiaro, Venturi?!
Sig. Zezza, non sarebbe ora di finirla con il mettere di mezzo sempre Scalfari quando si parla del Papa?
Non se ne può più di questa cantilena portata avanti all’infinito.
Basta!!
Caro Lorenzo
ahimè, ancora una volta non sono d’accordo con te!
La prima preoccupazione per un cristiano dovrebbe essere quella di condurre alla fede chi non ce l’ha o farla recuperare a chi se ne è allontanato.
In altri termini non è possibile scrollarsi le spalle e dire : “I casi sono due: o sono non credenti, e allora credano quello che lor garba.
O lo sono, e allora son fessi ad ascoltare Scalfari o Magister che è ben felice da far da cassa di risonanza di Scalfari, senza andare a leggere il papa stesso.”
Il tuo “si sveglino” rivolto a coloro che si fanno un’opinione leggendo i media a me suona come il “ma vadano a lavorare” che alcuni dicono agli accattoni.
cioè mi risuona male!
A proposito della “grazia” sovrabbondante che la Morte e resurrezione di Gesù ha riversato sull’umanità peccatrice, io me la raffiguro così da una immagine montanara.
Hai mai visto le condotte forzate in montagna, tubi enormi nei quali passa l’acqua che fa girare le turbine. Prima della turbina c’è una valvola.
La “grazia” è quell’acqua che proviene dall’alto – senza la quale non c’è produzione di energia – ma la produzione di energia è condizionata… dalla apertura della valvola.
Noi siamo quella valvola ! Se diciamo : no e la teniamo chiusa, non c’è produzione di energia.
Non c’è salvezza senza un tuo concorso (anche minimo), senza la tua adesione. Dalla quale può avere inizio un cammino di cambiamento di vita.
Quanto a S. Paolo io credo che lui fosse pienamente cosciente del dramma dell’uomo che non ha “incontrato” Cristo , che non è stato liberato da Lui dai lacci del peccato (liberato vuol dire che i peccati concreti che elenca in tanti passi non li commette più).
Se non ci rende conto di quanto drammatica sia la vita quando si è governati dalle passioni, non ci si rende conto di quanto grande sia il dono di Grazia che Gesù ci ha meritato. Io pertanto rovescerei il tuo paradigma: non si comprende cosa sia la Grazia se non si ha consapevolezza di cosa sia il peccato : non si può parlare della Grazia senza parlare del peccato!
Per questo San Paolo ha speso la sua vita nella evangelizzazione, nel fare conoscere la bellezza della “vita nuova” che Cristo ci regala se ci attacchiamo a lui. “Vita nuova” assai diversa dalla “vecchia”!
A Beppe Zezza.
Non è tutto così semplice. Vedi Romani 7:
“18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, 23ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? 25Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.
Certo che se qualcuno ai tempi dei predecessori di Bergoglio si fosse messo a “microscopiare” ogni loro discorso e a trovare quali parole mancassero, quale virgola fosse fuori posto, quale riga accentuassero del Vangelo, non sarebbero bastati 10 blog di Accattoli ogni giorno a registrare tutto.
Comunque tre perle da sabato sera (lode a Cuffini e Salvi):
1) l’apocrifo di Luca 15,20 – che non è una mezza verità, ma un errore e mezzo; perchè non solo non è scritto che “prima si penti ecc.”; ma è scritto che “il figlio disse al padre: ho peccato verso il cielo…” solo dopo la corsa, l’abbraccio e il bacio del padre. Chi lo sa se il bel proposito del figlio (pentimento o opportunismo?) sarebbe andato a buon fine senza l’iniziativa da sempre coltivata dal padre.
2) Rom. 5: senza alcun “iota” apocrifo e con tutta autenticità.
3) Il super Ratzinger del 2008 sfuggito alla maglie della censura ortodossa: ipotizzare di parlare della grazia senza parlare del peccato; ma da quando in qua un papa si permette questa inversione di termini, quando tutta la scolastica ha lavorato sulla redenzione come soddisfazione dell’infinita offesa a Dio col peccato di Adamo?
E poi fuori tema: quella storia che Dio prenderà alla fine solo quelli che sono nella grazia di Dio dove sta scritto? Chi certifica la grazia di Dio? Non basta riferirsi al buon ladrone (Luca era lì a sentirlo quando ha parlato al compagno e a Gesù?). E comunque il buon ladrone, avendo messo a tacere l’altro che bestemmiava, forse ha contribuito per grazia di Gesù, anche a salvarlo. Non basta riferirsi a san Francesco (quello che con il “Laudato sì” ha inventato e messo nella Chiesa il dogma velenoso dell’ecologismo?).
Ad Andrea Salvi
nello scrivere quello che ho scritto, pensavo proprio a Rom 7 : il dramma del peccato. Senza questa consapevolezza non ci può essere il grido: “Siano rese grazie a Dio, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
A Victoria Boe
Scalfari. Sempre Scalfari perché al problema costituito da “Scalfari” non c’è stata mai neanche l’ombra di una risposta se non quella di Lorenzo: “lasciali perdere quelli che lo ascoltano, non meritano di essere presi in considerazione !”
Provi a leggere il mio commento @ 1:07
Sempre le mezze verità, sempre e solo la parte della sacra scrittura che può SERVIRVI ad appoggiare le VOSTRE idee . sempre il San Paolo che vi piace , mai il san Paolo che non vi piace . San Paolo va preso tutto, non solo in parte, prendere o lasciare caro padre Amigoni e ci sono certe parti di san Paolo molto ma molto “politicamente scorrette”
che farete caro padre amigoni? le censurerete ? nel futuro farete una nuova edizione delle lettere di san paolo censurate delle parti meno piacevoli alla mentalità moderna
Romani 1,26-27
26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. 27 Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento.
1Corinzi 6,9-10
9 O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, 10 né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
Sempre le mezze verità caro padre Amigoni, che sono peggio delle menzogne. Mai avete il coraggio e l’ampiezza d’animo di abbracciare ed accettare TUTTA la sacra Scrittura, anche le parti che parlano del fatto che sodomiti ed effemminati non entraranno nel Regno dei cieli.
mai , mai dalla Chiesa modernista si sentono citare certe pagine del Vangelo, come quella di Cristo pietra su cui “molti si sfracelleranno”, che sono anche ormai omesse dalle letture della Santa Messa.
in compenso nel foglietto della Santa Messa avete messo l’elogio di Lutero.
Se fossi in MCV visto che i maldicenti sono messi da San Paolo accanto a coloro che non erediteranno il Regno di Dio non mi sentirei affatto tranquilla.
Condivido Venturi e Beppe Zezza .
Ma in primis mi ha colpito quanto postato da Lugaresi : “Bergoglio (come tutti) ne dice tante: non sono le 99 giuste che fanno problema, ma la centesima che (ad alcuni) sembra contraddire tutte le altre. (Poi ci sarebbe il fatto che ad alcuni il rapporto non pare di 99 a 1, ma questo è un altro discorso, secondario”
Ci sono aneddoti indimenticabili che testimoniano le “cadute”, pesanti, di Bergoglio il quale, in quanto Papa nell’alto esercizio del suo ministero e a motivo di ciò conformato a Cristo non può permettersi di fare.
Eravamo all’indomani del “delizioso” bacio in diretta tra Monsignor Krysztof Charamsa con il compagno Eduard e all’enorme risonanza delle lobby gay ed altri scandali incandescenti, tra l’altro si stava preparando il famoso Sinodo sulla famiglia, un mix esplosivo ed ecco che Papa Francesco esordisce davanti al mondo con una frase , divenuta storica ormai, che un papa non avrebbe mai dovuto dire :”chi sono io per giudicare”. Gravissima ed emblematica a mio avviso, in quanto, prestando il fianco a malintesi risultò devastante.
Ci hanno insegnato , almeno a me lo hanno insegnato, che la mediazione di un Papa è la più alta mediazione profetica. Si comprenderà bene, spero, l’importanza, la risonanza che produce anche un solo piccolo errore introdotto nella comunicazione sia in generale, ancor peggio, nella Parola di Dio che si crea. Il buio etico, morale spaventoso: tutto viene compromesso quando, anche una sola “cavolata” vine emessa e immessa anche solo di sguincio , in modo disattento, nella Parola di Dio.Esempio: se io dico “chi sono io per giudicare quell’uomo, quella donna, quella condizione, quella situazione”, certamente è giusto , in fondo” chi sono io, al massimo un “freddo cane nella palude” giacché Gesù stesso mi dice che non devo farlo.
Però se io intendo ” chi sono io per discernere se ciò che si fa è moralmente corretto o scorretto”, e faccio spallucce circa ciò che la Parola di Dio mi pone come trasgessione e peccato allora io pecco contro la profezia, perché è del profeta separare la vera parola di Dio da quella falsa, la vera morale secondo Dio da quella falsa, e quanto più un Papa in vista del suo alto servizio, lo crea, questo vuoto disastroso.
Con un significato siamo nella verità, con l’altro nella falsità e questo accade ogni volta che non si dice “questo è male agli occhi di Dio, quest’altro invece è bene” perché il primo compito è il discernimento, quanto più se si è Papa.
Andrebbe ricordato, e la scrittura lo attesta, che non esiste solo il peccato personale di tutti e ciascuno distruttore di noi stessi oltre che della comunità,ma anche un peccato ministeriale di omissione, di scandalo, di mille altre forme. Da quello ministeriale di un Papa, di un vescovo, tutta la diocesi sarà coinvolta, da quello di un parroco, tutta la parrocchia andrà fuori rotta fino a smarrire la strada che porta in paradiso. Adesso sarò accusata e insultata, ma non taccio, perché, come dal peccato di Aronne tutto il popolo divenne idolatra, cosi oggi: scaturito dilaga colpisce tutti coloro che sono soggetti al ministero e si propaga e deflagra come una bomba micidiale….
Dimenticavo: neppure se fossi la signora Leo mi sentirei tanto tranquilla. Alla luce della citazione di San Paolo di cui sopra.
La verità è che non conosci San Paolo., che descrive così bene cos’è il peccato e le opere della carne, che aborre!
Sei tu che lo censuri…o non lo conosci…anche i maldicenti non erediteranno il Regno di Dio…
Quando parla di libertà dalla legge, San Paolo, lo dice in funzione delle pratiche esterne, fobiche, pratiche cultuali idolatriche talvolta, senza alcuna connessione di “ascolto” interiore, animico, spirituale rispetto alla legge. Tant’è che in proposito dice :
” Non l’uditore della legge è giusto dinnanzi a Dio; solo colui che l’osserva sarà riconosciuto tale ” (Rom 2,14), e questo è un ammonimento anche per noi, oggi, non solo per gli israeliti di ieri.
“Tutti noi dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno raccolga, in ragione delle azioni compiute, ciò che ha meritato quand’era ancora col corpo, o il bene, o il male” (2 Cor 5;10)
Chi crede che San Paolo faccia sconti sul peccato, si sbaglia di grosso. San Paolo è spietato nei confronti dei peccatori, non fa sconti di alcun genere caro Andrea Salvi.
Infatti, anche i maldicenti, hai detto bene! Riguardati.
Io devo dire che di teste durette ne ho conosciute, ma non c’è dubbio che alcune sono più dure di altre.
Dico, ridico, al sig. Zezza che il Papa e Scalfari sono due persone distinte e pensanti, ognuna con la propria storia e con la propria visione delle cose. Il fatto che dialoghino insieme piacevolmente e pacificamente non deve provocare il mal di pancia a nessuno. Ma se il mal di pancia viene a qualcuno, come per esempio alla Venturi, significa che questo “qualcuno” ha scarsa intelligenza e, soprattutto, ha una religiosità che io reputo malsana, evidenziata a tutto tondo e a più riprese in questo blog. E peggio per lei. Comunque sia, è sotto gli occhi di tutti che alla maggior parte della gente non importa affatto sapere quel che il giornalista ha detto circa papa Francesco. Anzi, credo proprio che moltissimi neppure lo sappiano.
Del resto, dal mio modesto punto di vista Scalfari ha riportato del Papa alcune asserzioni giustissime, lette da me in alcuni libri che di lui parlano, e di certo non eretiche, anche se discordanti da quelle di una Chiesa vecchia, ammuffita e in parte ( solo in parte) superata. Per cui non c’è niente da ritrattare; caso mai se la gente a cui arrivano le parole del Papa, tramite Scalfari, non approva, il problema è proprio di quella parte dei cattolici che ancora sono rimasti al palo, senza un minimo di aggiornamento e senza alcuna volontà di aggiornamento. Anche lei, Beppe Zezza, è in tutta evidenza fra quei cattolici. Lo ha dimostrato ripetutamente.
Lei fa parte di quella squadra dalla quale io prendo volentieri le distanze.
Se San Paolo fosse stato spietato con i peccatori si sarebbe suicidato
Toh, la lectio magistralis di un’impostora.
Quanto alla sottoscritta, io –lo ripeto per l’ennesima volta–sono cattolica a tutti gli effetti, e posso assicurare che moltissimi cattolici come me la pensano nello stesso identico modo. Ovvero, non credono nel peccato originale introdotto da sant’Agostino, non credono in qualche altro dogma definito dalla Chiesa, e ritengono che, ancorché si debba restare fedeli alla Chiesa, non ci si debba ritenere in dovere di prendere come oro colato tutto quel che nel tempo è stato elaborato da un’Istituzione che ha appesantito, anche di molto, la Chiesa originaria fondata dal Cristo. Anche molti presbiteri, e io ne conosco alcuni, non credono a certe cose imposte dalla Chiesa, ma ovviamente non lo dicono. NON POSSONO FARLO, devono obbedire. Solo i più “coraggiosi” si esprimono, e sono quelli che vengono additati come “ribelli”. Spesso il coraggio viene considerato ribellismo, ma si tratta solo di dire in piena libertà e responsabilmente e in faccia al mondo quello che si crede giusto.
E del resto, nella storia della Chiesa è sempre stato così. Basti pensare alla vicenda di due grandi preti come don Mazzolari e don Milani, messi in un angolo dalla vecchia Chiesa e riabilitati, giustamente, da quella di oggi.
Ma piantala, va.
Vai piuttosto a chiarirti l le idee con Lonardo e con De Donatis invece di nominare le parole ” diocesi” e “chiesa”,
Con le calunnie che ci versi sopra non sei nemmeno degna di pronunciarle.
Non dimenticarti di discutere con loro la tua predicazione pubblica contro la legittimità di Bergoglio, mi raccomando.
Ti ricordo anche, Claudia Floris leo, che quello che hanno insegnato a te- poveri maestri tuoi, che brutta fine hai fatto fare loro – riguarda esclusivamente te, e , a giudicare dagli esiti, dovresti esserne costernata.
Ma quello che vorresti insegnare agli altri, visto che lo fai in pubblico, e più che mai se lo facessi- Dio non voglia- con qualche parvenza di ruolo ufficiale, questo ci riguarda tutti quanti.
I miei interventi ultimi andavano postati nel thread di sotto.
Mi scuso per la svista.
Tengo a precisare che non condivido affatto l’intervento di Victoria Boe delle 22.34.
Qui non ci sono fazioni
Ognuno parla per sé.
Sì, ognuno parla per sé; non ho dubbi su questo. Io per prima parlo per me.
Resta il fatto che c’è un gruppo di persone che sono su un binario e si tengono per mano; e ce n’è un altro che si trova su un binario diverso senza tenersi per mano.
Andrea Salvi, lungi da me il volerla agganciare al mio carretto.
Al di là delle sottilizzazioni sui termini, comunque, la sostanza del discorso non cambia.
Mi fa piacere Salvi, in quanto a maldicenza, non ti scandalizza la continua parola “impostora” ? E a Luigi Accattoli, non fa problema? Niente ?
Neppure a me, anzi:
“Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi”. Lo ha detto Gesù, nel Vangelo secondo Matteo 5; 11-12
Perciò, più di cosi? Sono sulla giusta strada e, non posso che rallegrarmi grandemente!
Caro Beppe.
E’ possibile eccome,
Perché costui, che avrebbe tutto il modo per farlo, non da ascolto.
Si “esce dalla sua casa e ci si scuote pure la polvere dai piedi”.
Resto sempre in attesa della risposta alla mia , di domanda.
Grazie.
Scordati il trucchetto del vittimismo, Claudia Floris leo.
Te l’ho già detto e te lo ripeto.
Usare con te il termine impostora non è un insulto e non è una maldicenza.
E’ la , edulcorata per giunta, verità.
Per quello che scrivi e affermi, hai scritto e affermato tu sei una impostora: “abusi della ” supposta”credulità altrui , fai uso sistematico della menzogna, fingi di essere e di sapere più di quanto sia e sappia, diffondi teorie, informazioni false:” Definizione del dizionario.
Chiarissimo.
Capisco la sovrana faccia di tolla che inalberi, ma usare una beatitudine del Vangelo, tu, che passi la giornata a fare della Chiesa, corpo di Cristo, un tirassegno per le tue frustrazioni da due lire e per le tue freccette di letame avvelenato, che predichi che il papa è illegittimo , che lo accusi di colpe e di eresie senza avere la minima autorità, preprazione, ruolo per farlo, se non una smisurata presunzione e una altrettanto smisurata vocazione a seminare l’errore, bé dovrebbe fare venire qualche problemino pure a te.
Giu’ le zampe.
Infatti ha sofferto in modo indicibile San Paolo, Salvi (tra parentesi, mi fa piacere la tua capacità di dissociarti, sia da quanto possa dire io, se non lo ritieni giusto, o altri). Ciò detto, dicevo, è vero che San Paolo ha sofferto, nel corso della sua predicazione, doveva portare a compimento il progetto che Gesù gli aveva consegnato. Ma tutti gli Apostoli hanno fatto una fine bruttissima, tutti. Ma ci pensi : lasciarono moglie, figli, famiglie, imbarcandosi per un’avventura senza ritorno, verso morte certa, per il Signore. E’ questo che fa della nostra religione qualcosa di sconvolgente e inaudito. Lessi un libro, molti anni fa, di un grande teologo che spiegava in maniera mirabile il senso della famosa “spina”, o spine, nella carne.
Tutto subirono per amore del Signore…Poi la famosa :« Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo che è la Chiesa » è struggente , il tema del corpo mistico è di una profondità inaudita
”chi sono io per giudicare?”. Gravissima ed emblematica a mio avviso…”
Oh sì, infatti io nel sentire quella frase “gravissima” e per di più “emblematica”, quasi mi strappavo i capelli per la disperazione.
Dicevo a me stessa: come può un Papa parlare in modo inequivocabilmente eretico? Davvero non c’è più religione.
Poi però mi ricordai che nel Vangelo sta scritto: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato» (Luca 6,37). E mi fu di grande consolazione.
Non solo. Idealmente abbracciai il Papa per quelle parole.
Non mi spaventano le sue tirate Cuffino,lei è solo un perdigiorno che si mette alla tastiera alla ricerca di persone da provocare, da insultare, lo fa con tutti perché lei è un fanatico un fake, un falso, un esibizionista animato da rancore, un vecchio ubriacone esibizionista senza alcun senso religioso,privo di cultura, un caprone incivile animato da livore e cattiveria. Mi fa il solletico il veleno che va sputando sul mio conto assieme alle sue amichette di merenda, ma quello, torna in testa a chi lo tira! Nano da due soldi…si vergogni!
Anche se, a dire il vero,trovo che tra lei e la Boa formate un tandem talmente esilarante, che a leggervi non ci si può che fare il segno della croce!
Victoria Boe scrive,
21 ottobre 2017 @ 22:59
Sì, ognuno parla per sé; non ho dubbi su questo. Io per prima parlo per me.
Resta il fatto che c’è un gruppo di persone che sono su un binario e si tengono per mano; e ce n’è un altro che si trova su un binario diverso senza tenersi per mano.
Andrea Salvi, lungi da me il volerla agganciare al mio carretto.
Al di là delle sottilizzazioni sui termini, comunque, la sostanza del discorso non cambia.
Pensate a quale stato di bassezza costoro si vanno riducendo…
Ci voleva Andrea Salvi, con questo atto di coraggio e di sana disposizione interiore per far saltare il tappo. Questa gente, come bubboni, imperversano sui blog, nel web, allo scopo di dividere,picchiare, menare le mani e vanno cercano il branco…Ma che gente siete, ma non vi vergognate neppure un po’…
Ti ringrazio, Claudia Floris Leo.
Però vedi, sei tu l’impostora.
Io qui c’entro niente.
E’ una questione tra te e la Chiesa contro quale tu mesti e rimesti.
Piantala con il teatrino e gli psicodrammi.
Frega niente a nessuno, se non te ne fossi accorta.
Sì, davvero esilarante è lei che parla di “far saltare il tappo” ( quale tappo, scusi?) e cerca di rivoltare la frittata.
Lei e quelli come lei “menano le mani” e fanno schiamazzo e dividono.
Il suo ridere è solo uno sghignazzamento di forte, patetica, frustrazione, che parla di una persona che non sa più a che santo votarsi per cercare di rimettere in piedi una Chiesa d’altri tempi, anzi inventata di sana pianta.
E trova ridicola soddisfazione nel cambiare i cognomi di chi la blocca nelle tirate pseudoteologiche che fanno acqua da tutte le parti.
Una soddisfazione tipica dei bambini contrariati.
Cresca, signora; faccia di tutto per crescere e far maturare una fede troppo infantile.
Una certa parte di questo dibattito muove da un lungo, inutile, sconclusionato intervento delle 21.43: “Eravamo all’indomani del delizioso bacio…e il papa esordisce con la famosa frase divenuta storica…”.
I due fatti sono distanti più di due anni tra loro: la famosa frase è del luglio 2013 (in aereo, di ritorno dal Brasile); il delizioso bacio è dell’ottobre 2015.
E’ difficile mantenere un dibattito nella serietà e nella utilità, quando manca la logica (di ordine storico, argomentativo, lessicale).
Probabilmente è il caso che tutti ne tengano conto.
La logica caro padre Amigoni c’e’ ed e’una logica di ordine spirituale piu’che temporale.
Se l’autorita’spirituale , il papa, dice delle frasette che lui stesso sa essere ambigue e che possono essere interpretate male, che possono FARE DEL MALE, perche anziche’illuminare possono confondere, tipo “Chi sono io per giudicare?”, tipo “Dio non e’cattolico”,
tipo l’ultima pronunciata che Tutto, TUTTOsara’salvato, un fedele cattolico ha tutto il diritto di chiedersi perche lo fa? Come dice Leonardo Lugaresi se anche in un discorso il novanta per cento delle parole che dice suonano cattoliche, perche’poi ci piazza una frasetta che suonasi strana e stridente in bocca a un papa?
Perche’papa Francesco dice queste frasi fuorvianti che possono essere mal interpretate ,che sono subito amplificate con entusiasmo dalla stampa laica e antireligiosa per trarne motivo di attaccare i cattolici facendosi scudo del “anche papa Francesco.l’ha detto!”
E non si tratta di pochi isolati “incidenti”di percorso che possono capitare a tutti ma di un continuo voluto “spiazzamento”dell’uditorio tanto che conosco persone che non vogliono piu ascoltare i suoi discorsi per paura che ne dica “un’altra delle sue” e che vivono ormai nell’ansia di sentirne un giorno o l’altro dirne una di troppo grossa.
Perche’lo fa ,a che scopo? F a fa parte di una ben precisa,
Strategia, quella di “epater le bourgois” come dicevano i poeti maledetti, i dandy, scandalizzare il borghese, si diverte a seminare il dubbio fra i fedeli conformisti perche’in fondo li disprezza, disprezza le loro povere certezze, la loro fede bambina e ingenua?? Si sente chiamato ad essere un secondo Lutero, un grande riformatore, un rivoluzionario?
E’semplicemente il suo carattere?Parla senza valutare le conseguenze o sa bene quali saranno le conseguenze? E’impulsivo o e’tutto calcolato?
Dice frasi che hanno un margine di ambiguita’
c osicche’ognuno puo’, interpretarle come vuole,come facevano i responsi delle sibille cumane?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Mi limito a ricordare il.proverbio “Ne uccide piu’la lingua che la spada”.E qui si parla di anime.Chi ha l’autorita’ spirituale che e’un servizio e non un potere dovrebbe valutare le conseguenze delle parole che pronuncia, non essendo un dandy qualunque che puo’divertirsi a “epater le bourgois” con battute ad effetto.
Brava, Venturi.
Vallo a dire a Cristo, per come parla e si comporta nel Vangelo.
Rispondo al messaggio delle 8.05.
Ma “l’eravamo all’indomani del delizioso bacio….” (cui fanno seguito decine e decine di righe che non chiamerei di ragionamento) sta in piedi o no? Può essere quello svarione e strafalcione storico -in quel testo – la base di tanto farfugliare? Si applichi il criterio così spesso invocato: in in testo non bisogna selezionare frasi e concetti, a puro interesse di parte, sia da parte di chi scrive sia da parte di chi legge.
(sopra) … in un
I Papi fanno la storia, caro Amigoni, e la storia segue una traccia all’inverso, rispetto al tempo.
Si, esattamente, si era “all’indomani” di quel fatto ignominioso, e gli evento, da quel fatto in poi, non furono felici per la Chiesa Cattolica. Eventi che fecero il giro del mondo e quella “frasetta”, buttati li in faccia la mondo con nonchalance in quel 2015 risultò oscena, e affatto innocua anzi, carica di senso, la disse nel pieno di un ciclone aumentandone vento e potenza e se non ha memoria di quegli eventi, stia certo che la storia li ha già registrati e annoverati come tra le pagine più nere che la storia della Chiesa ricordi.
Non da ultimo: la sottoscritta non ha bisogno delle sue “tiratine” sulle cronologie storiche né è la prima volta che ci prova. Con me casca male, molto male, caro P.Amigoni, perchè vede: è vero che con il web non me la cavo, ma con la storia si, e molto.Lei non mi deve insegnare nulla, con tutto il rispetto per il suo ministero,ma lei, a mia, non deve insegnare proprio nulla.
Ciò che accadde all’interno delle mura Vaticane tra il 2012 e il 2015 non trova uguali nella Storia della Chiesa, bisognerebbe tornare ai Papi del rinascimento per saggiarne un minimo di temperatura.
E lei mi va mettendo il puntino sopra le “i” era il 2013 l’altro invece il 2015.
La Chiesa già da sotto il Pontificato di Benedetto XVI , nel 2012, era al centro di scandali inimmaginabili. Scandali sulle lobbiy Gay, sulla pedofilia, sui magheggi, le raccomandazioni, l’uscita improvvida di milioni di euro e corruzione dilagante -che con coraggio Benedetto XVI ne aveva denunciati i tarli. La Chiesa, stava cedendo sotto la mannaia di scandali su scandali e il colpo di grazia con Vatilix 2 fece il resto.
Perciò,caro P. Amigoni, se c’è uno stolto che non rammenta gli eventi e la cronologia degli eventi, quello è solo e unicamente lei.
La pianti di parlare da asina, oltre che esserlo?
Aggiungi la fregnaccia che hai sparatoal lungo elenco, e fine.
Non ne farei un teatro ulteriore.
Padre Amigoni ha il difetto di essere miope rispetto alla lettura della storia e dei testi, ne ho avuto un assaggio di recente. Spero che non lo sia altrettanto con la Parola di Dio. Perchè si può essere devoti E ZELANTI servitori della Chiesa con il corpo, ma fuori e lontani in maniera siderale con lo spirito.
E ci sono, al contrario, persone che cercano con tutte le loro energie di servirla non solo con il corpo, ma con tutta l’anima e con disposizione interiore, fedeli, in spirito di obbedienza ALLA FEDE.
Sì, ci sono, queste persone.
Molto di più di quanto tu non pensi.
Piantala con le cretinate, e vedi di seguire le loro orme.
A proposito di “seguire in spirito di obbedienza”, vedi di iniziare da lì.
Fedeltà e obbedienza alla tua chiesa locale.
E tra questi esempi di zelo da imitare ci sarebbe lei Cuffino?
Complimenti per gli esempi di alta moralità e spirito evangelico che distribuisce a piene mani su questo spazio.
Asina, lo vada dicendo a sua madre e a sua moglie e a sua figlia , se ne ha una.
Grazie a Dio la Chiesa è molto altro e molto più di quanto possa essere rappresentato da lei,e da personaggi -asinus asinum fricat- a lei simili…
La differenza tra “maldicenza” e “calunnia” è che la prima riguarda cose “vere” ma che privano o riducono agli occhi degli altri la dignità della persona che ne è oggetto, mentre la calunnia è dire cose “false”.
Ora la “maldicenza” è uno dei peccati più comuni e dei quali è proprio difficile dirsi “esenti” (in questo blog ce ne sta ampio esempio).
Di fronte a questo “peccato” ( che è “grave” anche se noi lo sottovalutiamo, grave perché è oggettivamente contrario al cuore dello spirito cristiano , la carità (1 cor 13) , che, come noto, consiste prima di tutto in uno “spirito” che informa di se stesso tutte le azioni) si fa esperienza della concretezza delle parole di Romani 7 che dicono pressappoco così io so qual’è il bene ma scopro dentro di me un’altra legge, che non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio. Chi mi libererà ecc
Io?
Non ci penso nemmeno.
La pianti di dire scemate?
Non esiste un solo peccato dal quale possiamo dirci esenti, caro Beppe.
A Lorenzo Cuffini che mi chiede insistentemente una risposta al suo quesito del perché non rispondo in modo polemico a MCV e a CCL rispondo che non lo faccio perché molte delle questioni che sollevano, depurate dei toni esasperati che in particolare MCV usa, turbano anche me e non ritengo che possano essere risolte semplicemente qualificando chi le esprime come “nemiche della Chiesa” o con altri aggettivi .
Ma anche Lorenzo mi deve una risposta : perché si accanisce tanto con MCV E CCL e non dice nulla di Victoria la quale segue un cattolicesimo “riformato” molto lontano dal cattolicesimo “attuale” ( e , direi, “di sempre” ) predicato da Santa Romana Chiesa?
Ore 10.08: “la frasetta del papa del 2015”. La frasetta è del 2013.
Messaggio delle 10.08 e seguenti della stessa: letti, ma da adesso “non ricevuti”. Da ignorare. Invito anche altri a fare lo stesso.
Come si dice: passiamo ad altro argomento e ad altra persona che argomenta.
Caro Beppe.
Se uno dice : il sole è nero, non è necessario che io mi indigni.
Basta dire: non è vero. E’un fatto.
Se quello si incaponisce a dirlo, c’è un problema oggettivo di verità dei fatti.
Tradotto: se uno dice: il papa è illegittimo, o , il papa è eretico, o una altra carrettata assortita di cose dello stesso tenore ( falsità oggettive), il ragionamento è lo stesso.
La calunnia è peccato mortale,e le calunnie che va seminando Lorenzo Cuffini sul mio conto e non solo su questo spazio, ma in altri, sparlando di me, con partecipanti di questo blog, una sorta di “associazione a delinquere” che ho scoperto in modo del tutto casuale. Mi ci sono imbattuta mio malgrado: quando si dice che il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito! Questa gente che non conoscendo me,né la mia vita, né il curriculum mi va dando dell’impostora, seminando ogni sorta di calunnia, falsità, facendo male per il male. Forse credono che screditandomi io possa defilarmi. Ma questo non sarà mai.
La calunnia, oltre che ad essere un venticello, è peccato mortale e si è già con un piede nell’inferno. Lo è lui e gli altri che con lui ordiscono trame.
Spero che Cuffini, oggi, prima di acceder al’Eucaristia, si sia riconciliato col Padre Eterno,se non vuole aver mangiato e bevuto la sua stessa condanna.
Beppe Zezza, Victoria o Cuffino possono dire di credere quello che vogliono.
Esiste appunto la CHIESA- se uno è cattolico- che da il punto fermo di quello in cui SI DEVE CREDERE- se uno è cattolico-.
Poi: io posso anche dire di credere la più bizzarra delle cose che mi garbano.
Affaracci miei, e diritto degli altri di spernacchiarmi.
Ma se io vado a intaccare LA CREDIBILITA’, LA AUTORITA’, LA LEGITTIMITA’ della Chiesa, voglio scardinare il sistema stesso della conservazione e della trasmissione della fede.Se poi lo faccio in modo pianificato, continuato, ripetuto, militante, come fanno da anni Ventui e Floris Leo, io attacco la Chiesa Cattolica.
Per cui confermo peinamente che entrambe sono ” nemiche della Chiesa Cattolica”, per usare il tuo termine.
Detto ciò, prendo sul serio l’invito di Amigoni delle 12.00.
“Messaggio delle 10.08 e seguenti della stessa: letti, ma da adesso “non ricevuti”. Da ignorare.
Come si dice: passiamo ad altro argomento e ad altra persona che argomenta.”
Accolgo volentieri e metto in pratica.
Per Amigoni,
rimettiamo l’orologio nel suo ordine tempolare: la frase “chi sono io per giudicare”, espressa davanti agli occhi del mondo in quel 2013, quando già da un anno la Chiesa, nell’occhio del ciclone, si confrontava con scandali circa le lobby gay, pedofilia, magheggi , riciclaggi, corruzione dilagante, nel 2015, all’indomani di quel “delizioso bacio” in diretta televisiva e a ridosso del Sinodo sulla famiglia, quella frase che papa Francesco esordì davanti al mondo nel 2013, divenuta ormai storica e che un papa non avrebbe mai dovuto dire, risultò gravissima. Prestando il fianco a malintesi risultò devastante.
E’ contento?
Cambiato qualcosa circa il senso? A me non sembra…
Io invece due parole conclusive ancora voglio dirle.
Le due signore che vorrebbero incastrare il Papa, ricorrendo ad un appiglio sfilacciato, farfugliano già da ieri attaccandosi agli specchi.
Una è già caduta dagli specchi per l’attenzione evidenziata meritoriamente dal padre Amigoni alle date precise di due fatti messi in un avvicendamento consequenziale del tutto errato. Segno di superficialità. Lei, però, dura a demordere e puntigliosa com’è suo solito, continua ad affannarsi per arrampicarsi nuovamente su quegli stessi specchi scivolosi. L’altra signora le fa sponda e la segue a ruota in questa inutile battaglia che le vede sconfitte.
La frase incriminata detta dal papa è :” se una persona è di buona volontà, chi sono io per giudicare?”
Questa frase ogni tanto spunta da sottoterra per essere scagliata contro un Papa che ha detto parole sacrosante e però vengono impugnate da certi cattolici lefebvriani di questo blog come strumenti per incriminarlo di uno scandalo inesistente. INESISTENTE. Quelle parole sono evangeliche, e Francesco ha detto proprio quel che doveva dire.
Infatti, nessuno, nemmeno un Papa, se è persona degna di questo nome, può permettersi di entrare nel SACRARIO della coscienza di chiunque PER GIUDICARE. Questo è fuori di ogni dubbio. Comunque la pensino certe persone devotissime sull’omosessualità, nessuno deve arrogarsi il diritto di giudicare, e nessuno deve pretendere che il Papa lo faccia per primo puntando l’indice accusatore verso chi venga visto come peccatore.
Quelle parole, lungi dall’essere motivo di critica, devono insegnare a ognuno di noi che ogni tipo di giudizio su altri va rigettato.
Care signore cattolicissime, imparate da papa Francesco qual è il vero stile del cristianesimo, invece che sputazzargli addosso con miserevole presunzione, cercando aghi nei pagliai che non ci sono.
Caro Lorenzo
” LA CREDIBILITA’, LA AUTORITA’, LA LEGITTIMITA’ della Chiesa ” non possono in alcun modo essere intaccate dalle parole scritte su di un blog da chicchessia.
E la “indignazione” in “difesa” della Chiesa non è una virtù cristiana.
Le cose alle quali, per dirsi cattolici, si DEVE CREDERE sono abbastanza poche (per fortuna). (Come Padre Amigoni ha precisato si può anche NON credere alle apparizioni mariane ).
Tra quelle che si DEVONO CREDERE c’è anche l’infallibilità papale quando parla ex cathedra.
Parlare male del Papa, criticarlo per quello che dice (quando non parla ex cathedra) , sostenere che è “illeggittimo” e che alcune delle proposizioni che gli si attribuiscono sono “eretiche”, sono delle opinioni, che sono forse false e che forse sono dei peccati di maldicenza o quant’altro.
Sulla opportunità di “correggere” i “fratelli” nel Vangelo ci sono parole molto esplicite.
a Victoria Boe
Come credo sia abbastanza chiaro dopo qualche mese di colloquio, lei ed io siamo “discepoli” di due religioni diverse.
Io sono ( o meglio cerco di essere) un discepolo della Chiesa cattolica Apostolica Romana (attuale) basata sulla Tradizione (Sacra Scrittura e Magistero) , lei della
Nuova Chiesa Cattolica (in corso di definizione).
No, non possono.
Ma la volontà di intaccare è esplicita, evidente, dichiarata, pianificata.
Con molta cordialità, mi pare di avertelo già detto: a te sta bene così?
A me per niente.
Qundi, tu continua a tollerarla.
Io, per niente.
Auguri.
Faccio qualche correzione, sig. Beppe.
Io professo esattamente la sua stessa religione cristiano-cattolica.
Sono un discepolo PENSANTE della Chiesa Apostolica Romana.
La differenza fra me e lei è chiara: lei aderisce alla Chiesa servilmente e senza pensare; io aderisco alla stessa Chiesa con una libertà di pensiero che a lei manca. E mi dispiace per lei.
https://youtu.be/Mx904u-cpbU
Un’ultima cosa: il sacerdote polacco del “bacio delizioso” nel posto di grande responsabilità dove era non era stato messo da Bergoglio. Non è diventato quello che è diventato per via delle parole del papa; e non ha detto quel che ha detto scusandosi dietro le parole dette in aereo nel luglio 2013.
si…discepolo che pensa con la testa di teologi rampanti,più che altro, e ad essi si prostra più che al Vangelo di Gesù Cristo – di cui non conosce un H, né sa dove sia di casa- men che meno del Catechismo della Chiesa cattolica che respinge, se non addirittura dileggia rinnegando con parole pesanti su tutto, o quasi. Che ha in dispregio il Deposito della Fede della Chiesa Cattolica compresi i dogmi, la Tradizione e la stessa Scrittura.
Si, certo P.Amigoni, su questo le do ragione.
Un cordiale saluto, se lo accetta.
Clodine
“si…discepolo che pensa con la testa di teologi rampanti,più che altro, e ad essi si prostra più che al Vangelo di Gesù Cristo – di cui non conosce un H, né sa dove sia di casa- men che meno del Catechismo della Chiesa cattolica che respinge, se non addirittura dileggia rinnegando con parole pesanti su tutto, o quasi”
Lei sbaglia ancora, signora. E ancora dice stupidaggini grandi. Io conosco il Vangelo quanto lei e il catechismo più di lei. Ma a differenza di lei non ho la presunzione di ritenermi depositaria della Verità e non mi avventuro a fare pasticci di citazioni se non sono sicura, dandola a bere a degli sprovveduti.
Lei ha una religiosità dottrinalistica e moralistica che sono forme di immaturità religiosa.
Io, al contrario di lei, ho un approccio diverso alla religione. Tolgo Dio e Gesù dai libri e li metto nella vita reale di ogni giorno; non solo nelle mia vita ma anche in quella degli altri.
Sicché, se sento un Papa dire : chi sono io per giudicare? nelle sue parole sento risuonare le parole di Gesù stesso, e tanto mi basta per apprezzarlo.
Per carità, tu non sai nemmeno cosa sia il cattolicesimo.
E sarebbe opportuno che non ti spacciassi per cattolica.
Nessun pasticcio, cara lei..la sottoscritta non si avventura in nulla .Non è nel mio stile: do un contributo quando so di poterlo dare altrimenti taccio. Non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno ne qui ne altrove
Al contrario di lei che si avventura su capriate ideologiche senza un grammo di capacità critica tutto ingurgitando come uno struzzo senza un briciolo di discernimento e si avventa con violenza fagocitando parole vuote pur di suffragare farneticazioni che non stanno ne in cielo né in terra. Piuttosto il tarlo e’ nella cattiveria e malafede di chi leggendo – per il solito farisaico vizio, mai estinto, filtra il moscerino e ingoiare il cammello .
e ingoia il cammello. .
Per togliere alla discussione ogni acredine bisognerebbe chiedersi:ma io a chi credo? A chi un giorno dovrò’ rendere conto? Chi e’ che da’ senso alla mia vita?
Bergoglio ? O Cristo? Se la risposta è’ Cristo, dovrò’rendere conto a Cristo,buona parte della discussione e’ già’azzerata. Perché’alla fine la discussione fra noi è’solo su cosa dice Bergoglio,su cosa pensa Bergoglio. Ma se spostiamo il CENTROdel nostro interesse su cosa dice e insegna Cristo invece che Bergoglio,buona parte delle discussioni e delle diatribe e delle divisioni sono già’ azzerate.Perche’se ci diciamo cristiani,e su questo padre Amigoni sarà’d’accordo con me,vuol dire che ci diciamo seguaci di Cristo.E sulle parole di Cristo non ci possono essere discussioni:sono chiare,concise,limpide e tutti noi TUTTIsiamo d’accordo con le parole di Cristo. Quello su cui ci dividiamo invece e’sulla figura e le parole di papa Bergoglio. Un papa divisivo che ha trasformato la cristianita’in uno scontro tra opposte fazioni. Ma essere cristiani non ha nulla a che fare con essere pro o contro Bergoglio. La super-personalizzazione di questo papato e’stata la piu’ grande iattura della Chiesa Cattolica. Non si parla più’di Cristo ma solo di Bergoglio,non si discute su Cristo ma solo su Bergoglio. Questo e’il frutto della papolatria e del culto della personalità’. Potrò’sembrare offensiva ma se pensassimo: chissenefrega di Bergoglio, L’ importante e’la fede in Cristo, la salvezza dell’ anima. Dividersi in guelfi e ghibellini e’ stupido in campo spirituale. Noi tutti crediamo in Cristo e questo è’ o dovrebbe essere l’ importante. Se essere parte del fans club di Bergoglio oppure del club opposto ci sembra più’ importante, vuol dire che la cristianita’ e’ veramente MALATA.
Non vale replicare alla signora.
Ma al tizio che ogni tanto fa la sua comparsa in questo blog per attaccare la sottoscritta, dico che proprio lui non è in grado di giudicare chi è cattolico e chi no. Lui che di religioso ha solo l’appariscenza esterna, bigotta, con molti fronzoli e poca sostanza di relazione con il prossimo.
In lui non c’è crescita spirituale perché lui stesso non riesce a crescere intellettivamente. Anche la sua religiosità è , dunque, immatura da far paura, e lo ha dimostrato dall’inizio.
E comunque lo pregherei di astenersi dalle critiche quando non è interpellato direttamente. Meno ci si vede, meglio è per tutt’e due.
Non si parla più di Cristo , ma solo di Bergoglio?????
MCV quando luigi posta pezzi di catechesi tu manco le leggi altro che parlarne , parti in quarta con le tue solite solfe su Bergoglio … e poi sarebbe Bergoglio il divisivo come sono gli altri che non parlano di Cristo , ma solo del Papa…
Ma per favore..
Cristina vicquery
Ma tu ogni tanto durante la giornata pensi a qualcosa che non sia il Papa? Gatti una vita MCV e curati questa ossessione.
Cristina vicquery
” Sulle parole di Cristo non ci possono essere discussioni:sono chiare,concise,limpide e tutti noi TUTTI siamo d’accordo con le parole di Cristo.”
Ieri le hai appena manipolate, Venturi.
La viola mammola condiscendente , anche tu, vai a farla da un’altra parte.
Precisazione..
Non esistono affatto ” due fazioni” .
Esiste la Chiesa Cattolica, che si è scelta un suo papa che la governi e lo segue, come è naturale che sia.
Poi c’è uno sparuto drappello di malpancisti fracassoni , i soliti bolsi e obsoleti ribelli dai tempi del Concilio ( Bergoglio non è che un pretesto scatenante) che rappresenta se stesso e basta; e pianta su un casino indiavolato.
Per quel niente che vale .
Ognuno fa quel che puo’, effettivamente.
Venturi, che continua a fingere di vivere su Papalla, chiede candida e sbattendo gli occhioni : chissenefrega di Bergoglio?
Papalla non esiste, tu sei tutto fuochè candida e gli occhioni non sbatterli, ma usali finalmente per guardare le cose come sono, non come le dipingi.
A TE FREGA DI BERGOGLIO: a te, e ai tuoi compagnucci in sparuta brigata.
Te ne frega in modo spasmodico, patologico, ossessivo.
Risolviti i tuoi problemi. Poi se ne riparla.
“Un papa divisivo che ha trasformato la cristianita’in uno scontro tra opposte fazioni.”
Un papa “divisivo” un corno, cara Venturi. Lui non divide niente e nessuno. Siete voi supertradizionalisti a dividere, non lui.
Siete solo voi ad usarlo come una clava parlando di divisione. Voi siete i responsabili, i colpevoli, della divisione.
E siete impudenti e indecenti nel dire che lui è divisivo.
La pietra dello scandalo siete sempre e solo voi.
Ma siete in forte minoranza.
Rodetevi pure nella bile che vi divora, ma non dite mai che è lui a dividere. Addossatevi tutte le colpe voi. Si tratta di essere onesti e non calunniatori.
Quest’ultima, per esempio, è una calunnia bella e buona, signora Venturi.
Vorrei anch’io togliere alla discussione ogni acredine. Dico solo che tre Pontefici nella mia vita ho visto passare : di Paolo VI ricordo poco e appresi di lui attraverso le cronache e i libri. A Lui toccò in sorte l’incombenza di chiudere il Concilio e raddrizzare le storture con documenti postumi, codicilli, encicliche e quant’altro puntualmente disattesi. E nonostante il suo pontificato fu tra i più travagliati, fu un Papa ponderato e meditativo. Capace, malgrado la temperie, di andare contro le urla delle barricate e fare scelte coraggiose come l’Humanae Vitae. Impavido, per la sua strada, in obbedienza a Dio e in solitudine terminò, beato tra i beati il suo percorso.Del resto la condizione della Chiesa Italiana prima del 62 si accordava al linguaggio politico del tempo e le conferenze episcopali non esistevano se non a livello regionale. Forse è questo il motivo per il quale Paolo VI , fallito il tentativo di fare una Chiesa Italiana e stanco della doppiezza della politica si dedicò totalmente alla dimensione spirituale. Non ci furono strappi o divisioni nel Popolo di Dio, tra la gerarchia probabilmente, ma non nel popolo, non lo ricordo, e la cronaca non mi sembra le riporti.
Di Papa Albino, di poco posso dire, mentre di Giovanni Paolo II, che segnò un’epoca importante per l’esposizione mediatica, l’attentato, il carisma, fu centrale e centrale il messaggio forte, persuasivo e chiaro. Anche lui: salito al soglio pontificio non trovò una situazione entusiasmante anzi, considerò odiosa e indegna l’apatia, il mollacchiume religioso, ventre molle di un cattolicesimo occidentale che avverte depauperato, svenduto nella sua identità Cattolica, e dell’ orgoglioso di esserlo. Non si fece scrupoli e lo disse apertamente così come disse di considerare lo spirito del Concilio in conflitto con la Chiesa. Un aneddoto di Melloni e Alberigo così descrive le sue parole in un incontro: “Bravi, proprio bravi siete stati, ci voleva una storia del Vaticano II, i vescovi non la sanno la storia del Concilio, conoscono i documenti, non lo sanno che quando noi siamo entrati in Concilio siamo entrati con in testa una mitria e quando siamo usciti era uguale solo la mitria”.
Il Suo pontificato, tra alti e bassi si concluse con un “Santo subito”. Tutti in pace, tutti tranquilli…
E questo ereditò Benedetto XVI : un pontificato difficile, che sappiamo come finì. Un Papa radicato nella Tradizione,con a cuore la sopravvivenza della fede detesta quel cattolicesimo sentimentale che mal sopporta la radicalità del Vangelo, e desidera fare di Cristo un fantoccio che serva ai propri bisogni si da fargli dire “si” o “no” a seconda di ciò che piace. Un papa scomodo che mai avrebbe civettato con la mondanità, e dal mondo è stato attaccato ferocemente. Da quel mondo laico,decadente fluido privo di valori e di riferimenti e dal quel tipo di cattolicesimo sentimentale, melenso più incline a un’ esperienza psicologica individuale che religiosa nel vero senso del termine. Anche in questo caso, il polverone lo alzarono più quei cattolici irriverenti che gli estimatori i quali, rimasero di pietra … almeno non ricordo cordate bolsceviche pronte a fucilare chi osasse…non, non ci furono.
Oggi, è l’epoca di Bergoglio. Non vorrei dir male di lui ma, mi resta difficile nascondere la sensazione di smarrimento quando lo sento leggere il Vangelo alla luce della cultura contemporanea non che subire deformazioni, perché lo si vorrebbe attagliare alle deformità, rispetto all’Annuncio di Cristo, come se questa contemporaneità fosse progredita culturalmente e non invece regredita a livelli infimi e così facendo si trascina dietro anche Cristo, spogliandolo del
tutto per fargli indossare panni che Cristo non indosserebbe mai come mai e poi mai può esserci pacificazione tra mondo moderno e Chiesa è impossibile e incomprensibile . Lo scontro, tra che vediamo su questo blog non è che il sintomo di un malessere. Lo dimostrano le iene filobergogliane che come le guardie bolsceviche vorrebbero imporre l’egemonia con l’imbuto.
.“Quel che temo, in questi tempi, è più una seduzione che una persecuzione. I nemici della Chiesa, oggi, si credono e si dicono cristiani, ma favoriscono l’eresia e lo scisma. Ciò che li rende molto pericolosi è la generale debolezza della fede presso i cattolici, l’amore sregolato dei piaceri mondani, la licenza immorale generalizzata. La maggior parte dei cristiani è cristiana solo di nome. Gesù non è conosciuto né amato soprannaturalmente. Quindi mi sembra necessario che per guarire una società così gravemente ammalata Dio castighi duramente, ma assieme misericordiosamente: infatti Dio colpisce soprattutto per guarire”.
Parole antiche di un’attualità sconvolgente di Théodore Ratisbonne.
D’après sa correspondance et les documents contemporains, Parigi, Poussielgue, 1903, tomo II, p. 488)
Letti. Passo.