“Combatteremo insieme contro questo mondo di merda. Ti amo Marta”: scritta rossa – come si addice all’amare e al combattere – che leggo sul muretto di un belvedere a lato della chiesa di San Nicolò all’Isola, a Sestri Levante. Cosa non siamo capaci di scrivere, noi scriventi, per fare colpo sulle ragazze.
Scritta d’amore e di combattimento
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Reminiscenze degli anni ’70, nell’Alma Mater bolognese, quando sull’eco del sessantotto i giovani universitari si sentivano investiti di questa grande missione di combattere e rifare il mondo.
L’aula universitaria, ribattezzata “aula del movimento” era il luogo privilegiato in cui le strategie rivoluzionarie si intrecciavano fatalmente con gli amoreggiamenti.
Mi sembra di sentire ancora l’odore del patchouli diffondersi attorno agli eskimo verde militare, le sciarpe rosse, i maglioni grezzi; mi sembra di rivederli ancora quei visi giovani e seri seminascosti dalle lunghe e abbondanti chiome.
Ho ancora nella testa l’eco di quelle frasi in “sinistrese” in cui non mancavano mai i termini “borghese”, “fascista”, “reazionario”, “imperialismo”, ecc.
Qualcuno ci credeva veramente, qualcuno ci ha anche perso la vita; la maggior parte cedette rapidamente alle lusinghe di una comoda vita borghese, passando dall’altra parte delle barricate.
“Compagno di scuola, compagno di niente, ti sei salvato dal fumo delle barricate …. ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?” cantava Venditti.
E in un mondo appiattito ormai dall’idea che nulla ormai possa cambiare, l’idea di una rinuncia a grandi ideali e rivoluzioni che portano solo morte e dolore, rimangono le frasi scritte sui muri a contorno di un amoreggiamento.
Pare non serva più combattere per un mondo più giusto, ma che sia molto più utile avere la furbizia e il cinismo di sfruttare a proprio vantaggio le opportunità e le situazioni.
E fra un amoreggiamento e l’altro la vita non è più vivere, ma sopravvivere.
Combattere con le armi della Fede e della ragione; della pazienza e della perseveranza; della preghiera, dell’azione e della contemplazione; dell’altruismo e della sofferenza; con la semplicità della colomba e l’astuzia del serpente.
E’ il “combattimento spirituale” che cambia il mondo.
Il resto, purtroppo, è guerra, solamente violenza e guerra!
#Ubi, mi fai un esempio di come si faccia ad essere semplici come colombe e astuti come serpenti?
“per fare colpo sulle ragazze”.
Mi ha fatto venire in mente quello che avvenne venti e passa anni fa, ai tempi della “autoradio estraibile”.
Eravamo una comitiva di ragazzi e ragazze, non nottambuli e antidiscotecari, a cui piacevano le passeggiate e le cene in compagnia: tutte coppie tranne un lui e una lei “solitari”.
Dopo esserci fatti una pizza e poi un gelato e aver passeggiato per Posillipo, di ritorno, al parcheggio di piazza S. Luigi, le ragazze incalzavano la “lei” solitaria sul fatto che fosse pur ora che si trovasse un fidanzato per poter far coppia tra tante coppie, tra la complice ilarità di noi tutti che sapevamo che il “lui” solitario da tempo aspirava alla “lei” solitaria.
Dopo esser stata presa in giro per un po’ e aver fatto l’elenco di tutte le qualità che doveva avere un ragazzo per interessarle, lei scocciata ha protestato: “uffa’ basta, quante volte ve lo devo dire che a me una persona mi deve soprattutto colpire?”.
Embe’, il “lui” solitario -forse aveva perso la pazienza- ha preso l’autoradio che aveva sotto il braccio e gliel’ha suonata in testa esclamando: “ecco, se proprio volevi essere colpita, adesso ti ho pure colpito!”.
Oggi sono felicemente marito e moglie …
Quando si dice “colpire” …
Ti faccio un esempio alquanto etereo, ma palpabile.
Far finta di non sapere della trappola che stai preparando e fartela preparare fino in fondo, senza temere, è la “semplicità della colomba”.
Girarci intorno senza mai restarci impigliati è “l’astuzia del serpente”.
(Alla fine succede come a Wile coyote, che va a provare la trappola che non funziona e …)
Beh… “il far finta di…” è un atteggiamento di astuzia e non di semplicità.
http://www.treccani.it/vocabolario/semplicita/
Un esempio migliore?
E’ anche semplicità, poichè non si prova timore è anche “ingenuità” di fronte ad un pericolo reale.
L’esempio calza, fidati.
No, Ubi, non è questione di fiducia, per me non calza… ma fa lo stesso.
Su quella esortazione evangelica ho sempre avuto perplessità.
Ho conosciuto persone semplici e ho conosciuto persone astute e ho conosciuto persone astute che fingevano di essere semplici, specie fra i religiosi.
Ma non ho mai conosciuto persone insieme semplici e astute.
La semplicità evangelica la raffiguro nel principe Myskin ne “L’idiota” di Dostoevskij, una persona senza alcun antidoto di astuzia.
Fides, un uomo semplice come colomba e astuto come serpente guida da ben due anni la Chiesa, non te ne sei accorto? Fortunatamente è così. Lo dico da tempo, e non è una offesa, ma un complimento che faccio al Pontefice.
Quando dico “con la semplicità della colomba e l’astuzia del serpente” è un implicito invito a essere come papa Francesco (oltre che un continuo complimento allo stesso).
Giusto per far risparmiare ticchettii di dita sulla tastiera e far risparmiare faticche ferragostane a qualcuno/a riporto una citazione:
“Anche nell’opposizione conclamata, Ubi mantiene un’attenzione affettuosa al papa argentino che lo commuove con i richiami alla sequela di Cristo: «È un sant’uomo. A volte talmente semplice da passare per astuto, a volte talmente astuto da passare per semplice» (2 ottobre 2013)”
In quell’ esempio “palpabile” su riportato c’ è una parola di troppo che stride con la semplicità vera che è quella degli onesti.
Ed è la parola ” trappola”.
Chi è semplice (e non ingenuo) non prepara trappole; parla e si comporta con chiarezza seguendo la buona coscienza. Non conosce “trappole”.
E chi è astuto come un serpente tiene orecchi e occhi bene aperti per non cadere, appunto, nelle trappole dei disonesti. E per non bere come oro colato quel che viene detto dai ciarlatani e dai mistificatori.
Se, per esempio, la politica vedesse impegnati solo gli onesti al servizio del bene del Paese, la Chiesa non si sentirebbe in dovere di denunciare i mali annidati in quella categoria di furboni che spesso parlano e agiscono in malafede.
E allora neanche la religione verrebbe presa a pretesto per scatenare putiferio mediatico a tutti i livelli.
Comunque il tema erano le scritte d’amore e di combattimento …
Sul parasole della mia vecchia fiat uno che avevo da ragazzo, lato passeggero, c’era -leggibile quando la passeggera lo girava per usarvi lo specchiettino solitamente incorporato- la seguente frase : “Nunc et semper”, sovrastate dal disegno di una chiave e di un remo incrociate.
Un blasone, “come si addice all’amare e al combattere”.
L‘astuzia del serpente e‘propria anche del Serpente con la S maiuscola. Anche Satana puo‘apparire semplice ed ingenuo come una colomba. Rileggetevi il Racconto dell‘ Anticristo di Solovev. LAnticristo sara‘un filantropo,adorato dalle folle per la sua bonta‘e semplicita‘,pacifista ,filantropo,,ecumenico,vegetariano,socialista. Dara‘al popolo la pace la giustizia sociale l‘ecumenismo di una unica religione universale. Questo sara‘l‘Anricristo. Appunto un alter-Cristo una specie di imitazionze di Cristo. Unico particolarz non secondario:L‘Anticrlisto semplice come colombastuto come serpente si mostrera‘come un altro Cristo ma avra‘ per padre il diavolo
E sinceramente, giusto per stare in tema, mi fa specie vedere le acrobazie verbali di chi fa la quadratura del cerchio accostando una opposizione a qualcuno ed una pretesa “attenzione affettuosa” e commossa verso quella stessa persona più volte messa in ridicolo.
Meno male che il Papa sembra infischiarsene altamente delle critiche che gli piovono addosso da parte dei detrattori dentro e fuori il Vaticano.
In un vagone della metropolitana invece ho letto questa:
“Caterì sei una bellezza!” e sotto vi hanno aggiunto “si, d’o mare: nu purpo!”
L’ Anticristo, di chiara allusione, di una discepolo qualsiasi è emblematico del combattimento che sempre c’ è stato nella Chiesa fra il Cristo e il suo antagonista.
L’ anticristo si è sempre servito di individui maligni e rabbiosi per mettere in ombra il Cristo del Vangelo.
Voi avete per padre il diavolo,dice Gesu‘nel Vangelovagli ebrei che lo goglipno far fuori. Come riconoscere sotto le mentite spoglie di “colombe“quelli chz hanno per padre il diavolo?E‘molto semplice sono quelli che che con tanti bei giri di parole vogliono far fuori Gesu‘e il suo insegnamento. Quelli che si proclamano amici del popolo ma dimenticano Gesu‘e il suo insegnamento. Quelli che mettono ze‘stessi e la propriavanita‘ sotto i riflettori invece di additare Gesu‘e il suo insegnamento. Quelli che diventano idoli delle folle e si fanno volentizro idolatrare mentre c‘e‘ununico Signore,Gesu‘e il suo insegnamento. Insomma al prossimo Sinodoverranno fuori i campioni della falsa misericordia e i veri seguaci di Cristo. Basta ascoltare al dila‘deibeigiri di parole la SOSTANZA di quel che insegnano. Se vengono da Dipnon possono insegnare cose contrarie all‘insegnamento di Cristo.Forse ilconsiglio di Gesu‘di essere astuti come serpenti si riferisce anche al fatto che il fedele deve saper discernere i veri e buoni pastori dai lupi,deve saper discernere i falsi profeti e i propalatori di menzogne,insomma deve saper riconoscere i serpenti anche se travestiti da cardinali e da teologi.
Questa invece è sul muro del campo di calcetto, cubitale:
“Dall’istante che mi hai lasciato non vivo e non respiro”.
Sotto vi hanno aggiunto:
“E comme e fatt a scriver, nun si muorto?”
” Nu purpo” si addice, infatti, a chi fa le quadrature del cerchio e si sente toccato sul vivo.
Muove i tentacoli qua e là, ma non riesce a staccarsi dalla sua posizione fissa.
Quella è, e quella resta.
La discepola deve ancora capire che l’ anticristo la sta manipolando a suo piacimento.
La profetessa intanto vuole sopprimere il Papa perchè si occupa dei poveri e si concentra sulla carità…
Credo che non tanto alla furbizia/ capacità d’imbrogliare, intedesse Gesù quando mandò i discepoli “come agnelli tra lupi”, quanto piuttosto ad un invito eslicito alla “Prudenza/saggezza/cautela nell’agire e la Chiesa è “la Prudente” per antnomasia, almeno lo fu, fino a qualche decennio fa . Eppure, nonostante i vari impegni diplomatici la passione e quant’altro, non poté impedire che si scatenassero ben due conflitti mondiali.
Non credo discepolo intendesse emettere giudizi su papa Francesco quanto invece invitare alla cautela e ad un sano discernimento sugli eventi storici che stiamo vivendo dentro i quali anche la Chiesa è prepotentemente coinvolta: purtroppo Il dramma odierno è che “l’abiezione e la corruttela” è penetrata anche nel Santuario…