Scherzosa protesta dell’arcivescovo Delpini per il fatto che il Papa abbia nominato cardinale il vescovo di Como e non lui, l’arcivescovo di Milano, metropolita della Lombardia: dice che è impossibile capire che cosa pensi un gesuita (e il Papa è gesuita) ed elenca tre ragioni burlesche, una delle quali calcistica, per spiegare la faccenda: è l’attacco di un mio articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera a pagina 19 con il titolo Delpini punge papa Bergoglio dopo la mancata nomina a cardinale: «Impossibile capire cosa pensi un gesuita». Nei commenti l’intero testo.
Scherzosa protesta dell’arcivescovo di Milano Delpini per la mancata nomina a cardinale
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La protesta è scherzosa perché ricamata con il filo dell’ironia e perché la sua divagazione Mario Delpini l’ha svolta durante una celebrazione nel duomo di Como e non a porte chiuse, ma è comunque una protesta perché quella domanda sicuramente se la facevano tutti i partecipanti alla cerimonia e lui, chiamato a un saluto finale, ha scelto di portarla al microfono.
Siamo nel Duomo di Como per la festa di Sant’Abbondio, patrono della città, che è anche un’occasione di omaggio al vescovo Oscar Cantoni che il Papa sabato scorso ha fatto cardinale. Delpini va al microfono per salutare il nuovo cardinale a nome dei vescovi della Lombardia. Fa il saluto serio all’inizio e alla fine dell’intervento, ma nel mezzo sceneggia la sua gustosa ironia.
Dice di voler rispondere alle “persone un po’ sfacciate” che si sono fatte la domanda sul perché Como sia stata preferita a Milano. Osserva che è difficile interpretare il pensiero del Papa e richiama il detto che “neanche il Padre Eterno sa che cosa pensino i gesuiti”. Azzarda tre ragioni, davanti a un’assemblea che inizia a ridere e a mormorare. Prima: “Il Papa deve aver pensato che l’arcivescovo di Milano ha già tanto da fare”. E qui la basilica esplode in un applauso liberatorio, perché si era accumulata un po’ di tensione.
Seconda ragione: “Il Papa ha pensato: quei bauscia di Milano non sanno neanche dov’è Roma, è meglio che non li coinvolga troppo nelle cose del governo della Chiesa universale”. Per terza viene la ragione calcistica: “Il Papa è tifoso del River, che non ha mai vinto niente, quindi forse ha pensato che quelli di Como potrebbero essere un po’ in sintonia, perché si sa che lo scudetto è a Milano”.
Dalla ragione calcistica Delpini tira – infine – una conclusione del tutto seria e pienamente bergogliana: “Mi pare che il Papa suggerisca: tu (cardinale Cantoni) fai il tifo per i perdenti, stai dalla parte di quelli che sono più deboli, di quelli che perdono”.
Quello di sabato è il quarto Concistoro per la nomina di cardinali che si tiene da quando Delpini è arcivescovo di Milano: cioè dal luglio del 2017. A ogni mancata nomina è cresciuta la domanda sul perché e l’arcivescovo, che ha un vivo senso di umorismo, deve aver concluso che era arrivato il momento di dire, sull’argomento, una sua parola. Che ovviamente non poteva che esser scherzosa.
Milano non è un caso unico di sede cardinalizia che Papa Francesco non intende onorare. Per stare alla sola Italia, ma la cosa vale per tutto il mondo, attualmente non hanno cardinali Torino, Venezia, Genova, Napoli, Palermo che sempre li avevano. E invece negli otto Concistori del suo pontificato Bergoglio ha fatto cardinali gli arcivescovi di Ancona, Perugia, Siena, l’Aquila, Agrigento e ora Como.
Ci sono varie letture di queste scelte bergogliane inaspettate. Si dice che il Papa delle periferie voglia valorizzare sedi minori e, appunto, periferiche. Lo si descrive convinto che tali scelte sorprendenti l’aiutino a rompere le cordate ecclesiastiche, intenzionate a piazzare nelle sedi principali esponenti di particolari orientamenti.
E’ facile comprendere lo sconcerto che il modo bergogliano di fare i cardinali ingenera nelle città che finiscono in sofferenza. E se a Torino o Venezia si può far finta di niente, è più arduo mandarla giù – e per quattro Concistori – a Milano, che il cardinale l’ha sempre avuto, che è la diocesi forse più importante al mondo e che ha persino un suo Rito peculiare risalente ad Ambrogio.
Viva il Sismografo. Il Sismografo ha ripreso questo mio articolo:
https://ilsismografo.blogspot.com/2022/09/italia-delpini-punge-papa-bergoglio.html
Ieri sera ho visto con mia moglie il filmato delll’intervento di mons. Delpini nel Duomo di Como e siamo rimasti senza parole, rectius, di parole ne abbiamo avute ma per carità cristiana ce le teniamo per noi.
Voleva essere spiritoso? Luogo e circostanza non appropriati. La messa di Sant’Abbondio, patrono della diocesi lariana, la cattedrale gremita di fedeli ed autorità riuniti in preghiera anche per festeggiare il neo porporato vescovo e cardinale Oscar Cantoni, avrebbero dovuto indurre mons. Delpini ad evitare certe battute “da sacrestia” o, meglio, vista la sua esperienza sacerdotale limitata pressoché solo in quel luogo, “da seminario”.
Era indispettito? La dignità vescovile impone un atteggiamento diverso. “L’obbedienza non è più una virtù” di don Milani non può certo essere invocata dal vescovo Mario perché quella era riferita a scardinare ben altra obbedienza (quella che imponeva di imbracciare le armi per uccidere altri esseri umani in una logica celebrativa delle virtù eroiche dei soldati, molto radicata anche all’interno della Chiesa che all’epoca vedeva nelle armi e negli eserciti qualcosa da celebrare o al più solo un “male minore”) e non a scardinare il dovere di obbedienza e rispetto che ogni vescovo cattolico, compreso quello ambrosiano, deve al vescovo di Roma. Si faccia coraggio e chieda udienza a Papa Francesco e, nel rispetto dei ruoli, dica a lui ciò che pensa. Oppure, con ancor più dignità, si faccia da parte e rinunci alla cattedra di Ambrogio e Carlo.
Perché la vera domanda che dovrebbe porsi il ns arcivescovo e che un po’ tutti ci facciamo in diocesi è: “cosa ha fatto di sbagliato o, meglio, cosa non ha fatto che avrebbe dovuto fare il vescovo di Milano per non aver ancora ricevuto la porpora dalla sua nomina nel lontano 2017, dopo ben 4 concistori?”
Qui non mi riferisco al caso riportato sopra ma ad un punto fondamentale per la crescita della Chiesa
https://gpcentofanti.altervista.org/la-sordita-piaga-segno-fontale-di-questa-epoca/
Rif. 17.08 – “Le cantonate” di Delpini
Voglio bene a Delpini che è il mio vescovo. Non capisco le ragioni del papa che nega per troppo tempo il cardinalato “a Milano”. Ma ieri Delpini – nel duomo di Como dove era con i vescovi lombardi a appositamente festeggiare Cantoni – ha steccato tutto, anche in fatto di calcio.
Ammirevole e sempre buono Accattoli, che – unico o tra i pochi – vede nell’incidente il vivo senso di’umorismo dell’arcivescovo e la gustosa ironia e la protesta scherzosa.
A MDS1964: ti ringrazio per il commento che ho pubblicato derogando alla regola del blog che i commenti debbano essere firmati. Se non hai nulla in contrario puoi rispondere a questa mia risposta mettendo il tuo nome e cognome. Se non lo fai, domani cancellerò il tuo commento e questa mia risposta. Ti invito a intervenire ancora, ovviamente firmando. Con simpatia, Luigi
l’ ironia, lo scherzo ,non erano estranei un tempo, nel terribile ed esecrato, dai modernisti, tempo ” pre-conciliare” ,ne’ ai vescovi, ne’ ai laici,e si poteva prendere in giro ,udire udite ,persino il papa. Invece oggi una plumbea cappa di cerical-conformismo impedisce non solo l’ ironia e lo scherzo, non solo ogni critica anche seria, ma impedisce persino ai cardinali di parlare al concistorio!Non li hanno lasciati parlare, per paura di critiche e di opinioni diverse!
Mai ,in tutta la la storia della Chiesa vi e’ stata una atmosfera cosi’ asfissiante come oggi , che si parla tanto di dialogo e parresia.
I papi del passato hanno dovuto subire di ben peggio che le innocue ironie di un vescovo. Eppure oggi si grida alla ” la lesa maesta’” se dopo nove anni di totale conformismo ipocrita un vescovo osa dimostrare contratieta’ per le decisioni del papa.
Con Bergoglio siamo arrivati ad un papismo esagerato, caricaturale, da dittatura sudamericana.
Chi parla e’ perduto, e allora tutti tacciono, e chi osa fare una battuta…scandalo!
Ma ben venga l’ ironia : almeno qualcosa di VIVO c’e’ ancora in una chiesa imbalsamata nel papismo piu’ deteriore.
Fra l’ altro coloro che ritengono non appropriato il discorso del vescovo Delpini sono disposti a tollerate scherzi e battute ben piu’ pesanti fatte dal papa stesso: le prese in giro di suore zitelle e di suocere , le battute di dubbio gusto ull’ alzhaimer dei monsignori.
Insomma siamo al paradosso : un papa che usa e abusa di battutacce .pet certi papatri .non puo’ essere neppure sfiorato dall’ ironia!
Ringrazio per l’ospitalità e mi adeguo prontamente alle regole del blog.
Marco De Silvestri
Grazie Marco, spero che verrai ancora a commentare… buon sabato e buona domenica…
Ecco ben rappresentato come si fanno le nomine oggi in Vaticano .Meritocrazia? Certo si promuovono i piu’ meritevoli dell’ insabbiamento degli scandali ed evedinente Mons. Cantoni si e’ distinto piu’ di Delpini in questo : http://ilsismografo.blogspot.com/2022/09/italia-il-cardinale-cantoni-voleva.html?m=1
Rif. 2 settembre ore 16.15 e 4 settembre – W il Sismografo. Per “de che?
In fatto di cardinali il Sismografo ha già steccato altre volte e in modo clamoroso.
Adesso, grazie alla “infedessa zelatrice” di porcate, veniamo a sapere che, nell’ultimo conclave, l’unico cardinale elettore italiano (dicesi: italiano = nato in Italia e cittadino italiano) era Cantoni. Una grande “cantonata”. Per l’altra, molto grave, si farà vivo qualcun altro.
Amigoni: W il Sismografo. Per “de che? Ho già scritto altra volta e ora ripeto che il motto “Viva il Sismografo” con cui segnalo le riprese che il Sismografo fa di miei testi va inteso come ringraziamento per la ripresa, senza che quel ringraziamento comporti mio schieramento nelle battaglie del Sismografo medesimo, alcune delle quali condivido e altre no.
Gentile Luigi,
approfitto ancora della Tua ospitalità per un breve aggiornamento sulla vicenda de qua.
Al termine dell’odierna Messa Pontificale in Duomo, nella Solennità della Natività della Beata Vergine Maria, il nostro arcivescovo ha voluto fare chiarezza dopo le polemiche dei giorni scorsi che, purtroppo, hanno dato il destro ad alcuni fratelli nella Fede per attaccare e denigrare il successore di Pietro.
Leggo e trascrivo dal sito web “Chiesa di Milano”:
“ L’Arcivescovo ha poi brevemente commentato le polemiche seguite al suo saluto rivolto la scorsa settimana al neo cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como. Dopo avere sottolineato che, «volendo essere un po’ spiritoso nel salutare un caro amico, non sono stato capito nelle mie reali intenzioni», l’Arcivescovo ha chiarito il suo pensiero: «Sono anzitutto contento per la nomina di Oscar; ho molta stima di lui, lo conosco da tempo e penso possa dare buoni consigli al Papa. In secondo luogo, vorrei dire che io non desidero diventare cardinale, non mi sentirei proprio a mio agio. La Chiesa di Milano, però, non deve sentirsi diminuita nel suo prestigio e nella sua bellezza se il vescovo, o almeno questo vescovo, non è cardinale. E l’ultima cosa che voglio dire è che io sono del tutto d’accordo con il Papa che non procede per inerzia nella scelta dei cardinali, ma prende decisioni con criteri che lui ritiene opportuni».”
Come dicevo non era né il luogo né la circostanza adatta per battute di spirito, a maggior ragione visto il polverone che ne è seguito.
Grazie per l’attenzione.
Marco De Silvestri
Grazie Marco. Non conoscevo questo ritorno sul tema. Ne farò un post. Grazie.