“Scelta di pane è scelta di vita“: è scritto sulla vetrina di una panetteria romana in via dei Baullari, quasi ad angolo con Corso Vittorio, sulla sinistra per chi vada verso Campo dei Fiori.
Scelta di pane è scelta di vita
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“Intanto vennero servitori, con gran copia di rinfreschi. Il gentiluomo si raccostò al nostro Cristoforo, il quale faceva segno di volersi licenziare, e gli disse: “padre, gradisca qualche cosa; mi dia questa prova d’amicizia.” E si mise per servirlo prima d’ogni altro; ma egli, ritirandosi, con una certa resistenza cordiale, “queste cose”, disse, “non fanno più per me; ma non sarà mai ch’io rifiuti i suoi doni. Io sto per mettermi in viaggio: si degni di farmi portare un pane, perch’io possa dire d’aver goduto la sua carità, d’aver mangiato il suo pane, e avuto un segno del suo perdono.” (…)
Partita la compagnia, il padrone, ancor tutto commoso, riandava tra sé, con maraviglia, ciò che aveva inteso, ciò ch’egli medesimo aveva detto; e borbottava tra i denti: _ diavolo d’ un frate! (bisogna bene che noi trascriviamo le sue precise parole) -diavolo d’un frate! se rimaneva lì in ginocchio, ancora per qualche momento, quasi quasi gli chiedevo scusa io, che m’abbia ammazzato il fratello.- ”
( I promessi sposi, cap. IV)
E il pane com’è, buono? Soprattutto, si mantiene? (la bontà del pane è direttamente proporzionale alla sua capacità di conservarsi nei giorni successivi. La nostra piada, per esempio, se è fatta come si deve, è buona praticamente in eterno).
La prossima settimana verrò un giorno a Roma e “sperimenterò” questa panetteria, così, poi, ti riferirò, Luigi.
A proposito: un applauso a Fiorenza per la citazione de “I promessi sposi”.
Buona notte !
Roberto 55