“Ho trovato la ragione della mia vita nell’impicciarmi dei bisogni degli altri. Fino a quando un solo bambino resta indietro, non dobbiamo dormire sonni tranquilli. Non mi sento l’iniziatrice di tutto questo, io ho solo aperto la porta”: parole di Sarina Ingrassia, insegnante, che se ne è andata il 23 gennaio, a 91 anni, descritta dall’arcivescovo Michele Pennisi come “l’angelo dei poveri e degli ultimi di Monreale”. Brindo con un bicchiere di Vino Nuovo a questa grande donna che sapeva guardare lontano e vicino con la stessa intensità.
A Sarina che s’impicciava dei bisogni degli altri
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“Quando accettiamo di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza, la vita ci si complica sempre meravigliosamente e viviamo l’intensa esperienza di appartenere a un popolo”: è un bel passaggio della Gioia del Vangelo di Papa Francesco (n. 270) da confrontare con una frase di Sarina Ingrassia che riporto al commento seguente.
E questa è la frase di Sarina Ingrassia che considero gemella di quella del Papa: “Se aprite appena uno spiraglio dell’uscio di casa vostra i poveri vi spalancano tutta la porta e vi trovate, vogliate o no, in loro balia”.
Mi auguro che Sarina preghi per tutti noi, chiusi e blindati a difendere noi stessi e la nostra “roba”.
Abbracci.
Noi=pluralis maiestatis (per carità)….
“Chi non sa non conta: la cultura è potere”
e’ una grande verita’, perche’ nessuno resti indietro.