Nel Rione Campo Marzio affollato di memorie trovo questa fantasia di muri degna della pop art. Nel primo commento, altra immagine e altra didascalia.
Sant’Ivo dei Brettoni nella fantasia dei muri
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Sant’Ivo dei Brettoni era chiusa e non ho potuto fare domande. Le guide raccontano dettagli di storia e dell’arredo ma non spiegano l’incredibile campitura, come di mobili accostati in un trasloco. I muri stagliati sempre mi parlano.
Questa facciata tipicamente ottocentesca con i suoi 3 ordini rigorosi incute un senso di compunzione, anzi, di soggezione quasi. Se non fosse per quegli screzi di lapislazzuli che spiccato dalla splendida lunetta del portale sembrerebbe più l’ingresso di un tempio pagano, che una Chiesa di culto cattolico! Del resto, un po’ come per la maggior parte degli edifici di culto in quella specifica area tra le più antiche della Urbe, anche Sant’Ivo dei Brettoni risente di stratificazioni trovandosi, se non vado errata, all’interno dell’VIII rione della città che anticamente apparteneva alla IX regione augustea.
Sant’Ivo dei Bretoni -bella anche l’altra : Sant’IVo alla Sapienza- Ivo o Yves di Chartres, nato nei primi decenni dell’anno 1000. Protettore degli avvocati, dei Magistrati, della legge e della giustizia. Autore del Panormia Decretum, ,fondamentale nel diritto canonico, della‘Tripartita’ e di centinaia di appunti, lettere, frammenti e articoli. Mai vendette la sua anima né mai si piegò ai compromessi, né avallò i vari matrimoni adulterini di Re , principi e potenti. Difensore della povera gente, di chi: vittima di gravissime ingiustizie e ancor più indifesi e oggetto di prepotenze e di malversazioni a causa dell’indigenza, eran costretti a subire condanne senza possibilità di replica. Difensore degli invisibili di chi,senza voce, è costretto a subire l’arroganza del potere e in quanto miserabili non è concessa difesa.
Beato chi è consumato dalla fame e dalla sete di Giustizia!
Ma non di quella giustizia orizzontale, superficiale che si registra nelle aule dei tribunali dove la gestione della giustizia è spesso corrotta, soggettiva, lontana da quel principio molto profondo e antico al tempo stesso come il bene e il male. La giustizia di cui parla Gesù, quella di Sant’IVO ha uno sguardo più profondo che va ben oltre la giustizia “tra di noi” : è quella di Dio, che va cercata. Non si può essere giusti con gli altri senza un rapporto con la giustizia di Dio, se non siamo “affamati e assetati” di Dio, mai ci sarà vera giustizia tra gli uomini. Qualcuno, non mi sovviene l’autore, disse una frase molto profonda :“Gesù non è venuto sulla terra per fare giustizia, ma per farci giusti”.
O Padre, da cui procede tutto ciò che è buono e giusto,
tu hai stabilito sant’Ivo come giudice tra i fratelli
e hai fatto di lui un grande amico dei poveri,
concedici, per sua intercessione,
di ricercare con passione la giustizia
e di comunicare il tuo amore ad ogni uomo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Claudia Leo il santo al quale sono dedicate sia Sant’Ivo dei Brettoni sia Sant’Ivo alla Sapienza non è Ivo di Chartres (1040-115), che tu hai ricordato, ma Ivo Hélory (1253 – 1303). Nella chiesa che ho fotografato è venerato in quanto patrono dei Bretoni, che allora in Italia erano detti Brettoni. Sant’Ivo alla Sapienza gli è invece dedicata in quanto patrono degli avvocati.
http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2016/5/19/SANT-IVO-Santo-del-giorno-il-19-maggio-si-celebra-sant-Ivo/704795/
http://www.santiebeati.it/dettaglio/53950
https://it.wikipedia.org/wiki/Ivo_H%C3%A9lory
Anche la bella preghiera che hai riportato fa parte della memoria di Sant’Ivo Hélory che cade il 19 maggio:
http://docplayer.it/67888037-Sant-ivo-helory-de-kermartin-sacerdote-terziario.html
Ma certo! Vero, Il santo protettore degli avvocati è il Bretone, al quale sono dedicate entrambe le Chiese, e anche la preghiera. Di lui volevo parlare con tutta evidenza. Ad un certo punto l’Ivo canonista mi si è impicciato con l’altro Ivo, l’avvocato. Forse perché francesi e, anche se distanti per epoca, entrambi vanto e onore del loro tempo come lo sono tutti i Santi dei quali ho smepre amato approfondire le vite. Fin da piccola collezionavo i santini d’autore. Grazie alla collaborazione delle suore e sacerdoti ne avevo di meravigliosi dipinti a mano, impressi sul pizzo, alcuni acquarellati con il vino rosso. L’agiografia è una delle branche più belle perché funge da megafono sia degli umori della Chiesa che della società del tempo in cui i Santi vissero e operarono con tutto il travaglio umano politico e civile che si porta dietro. Un vero bacino storico di grande interesse.
Con questo colgo l’occasione due accasioni: la prima, andarmi ad approfondire il Santo Ivo vescovo di Chartres e le opere citate.
La seconda, raccontare un aneddoto che riguarda la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza in cui campeggia un bellissimo dipinto di Pietro da Cortona il quale, purtroppo, abbozzato che lo ebbe, morì. Sicché il dipinto, orfano dell’autore, fu terminato da un allievo che mai come in questo caso fu in grado di superare il maestro, ineguagliabile e, rimasta l’opera incompleta subito suscitò le critiche di Gioacchino Belli.
Nel sonetto ” Sicut’ erat in principio nunche e ppeggio” il Belli, con l’ironia sua tutta romana, denuncia il magna magna dei curiali , degli avvocati e di tutta la categoria che riunita in piazza San decollato di fronte a Palazzo Chigi discuteva su come aiutare i poveri e i miseri. Nascena infatti la congregazione di Sant’Ivo ammanicata con la curia,i ricchi e i potenti che in quanto a “gratuito patrocinio” decidevano il buono e il cattivo tempo.
Solo l’ultima strofa:
“Pe ccarità. nnun mentovà Ssant’Ivo!
Che Ssan’Ivo o Ssant’Ovo
a sto paese dillo è un prodiggio si ne scappi vivo”
Una precisazione :nell’attuale Piazza Colonna era ubicata la Chiesa di San Paolo decollato dei Padri Barnabiti :luogo delle riunioni sopra menzionate, precisamente dov’è ora Palazzo Chigi.