Tutto esaurito per Sant’Antonio casamentero

“Le ragazze a 20 anni pregano sant’Antonio perché il fidanzato venga, tenga [possieda] e convenga; a 30 chiedono che venga e tenga, a 40 che venga e basta”: così Francesco un giorno aveva scherzato sulla devozione argentina a “Sant’Antonio casamentero”: combinamatrimoni. Al Santo di Padova l’hanno introdotta l’anno scorso fissando un meeting per singles a metà giugno e pare che già quest’anno l’affluenza fosse raddoppiata.

4 Comments

  1. Clodine-Claudia Leo

    Mettere su famiglia , caro Luigi, è una roba di una difficoltà inaudita. Lo è sempre stato, ma oggi lo è di più. La famiglia, la prole e il suo accudimento è una realtà totalizzante, vincolante, seria, che esige spirito di sacrificio e abnegazione totale. Fa piacere vedere questi ragazzi e ragazze stagionati/e o meno ,bussare alle porte del Santo per una grazia così particolare. Non è forse sintomatico di una grande solitudine,desiderio di stabilità, appartenenza a qualcosa o a qualcuno a fronte della tragica situazione in cui è piombata questa ultima generazione dove, appunto, la famiglia la responsabilità genitoriale è in una crisi senza precedenti? Io credo di si.
    Mai come in questo primo ventennio di secolo la famiglia va combattendo contro spinte fortissime tese ad annullarla, o peggio, frammentarla attraverso processi che analizzare con basterebbero due zibaldoni. Di fatto, tutto si sfalda alle prime crisi o tentativi. Che Sant’Antonio possa dare a tutti il coraggio di amare, la perseveranza nelle difficoltà con la forza della Sua fedeltà. Remare contro la famiglia è come “segare il ramo su cui l’uomo è seduto” (lo disse Biffi)

    3 Luglio, 2019 - 10:18
  2. Guido Mocellin

    Caro Luigi, mi fa piacere condividere sul tuo blog qualcosa che ho scitto anch’io (su Avvenire del 23 giugno) a proposito di Sant’Antonio Casamenteiro, e in particolare della quantità e della qualità dell’interesse dei media per questa iniziativa. Faccio notare che le mie osservazioni riguardavano l’annuncio dell’evento, e non il suo effettivo svolgimento, che ha avuto una “copertura” minore. Mi ha colpito il fatto che pressoché tutti i titoli abbiano puntato sul concetto di «anime gemelle»: che la Treccani traduce, sobriamente, in «due persone di sentimenti e gusti conformi», mentre Wikipedia lo intende più platonicamente come «due persone fra cui esiste una affinità spirituale e sentimentale talmente profonda da poter essere interpretata come segno che tali persone fossero predestinate ad amarsi», ovvero lo considera «correlato e affine a quello di vero amore». Ecco, secondo me, trovata la chiave del coro mediatico che ha così ben accolto l’iniziativa dei frati di Padova, propiziandone il “tutto esaurito”. Per contattare qualcuno/a senza, almeno inizialmente, coinvolgersi, anzi con varie possibilità di sottrarsi alla relazione prima ancora di un incontro («È della bilancia, non può funzionare») o eventualmente dopo uno speed date, la Rete offre un’infinità di strumenti. Ma trovare “quella/o giusta/o”, il “vero amore” con cui dividere la vita intera, è tutta un’altra faccenda: e chissà che sant’Antonio…

    4 Luglio, 2019 - 9:39
  3. Beppe Zezza

    Vi segnalo questo raccontino, trovato anni fa su internet e derivato, ne sono certo, da un midrash ebraico
    “Roma, II secolo d.C., in una domus la matrona Livia parla con l’amica Licia cristiana e domanda: che fa di eccezionale il vostro Dio? Licia: combina matrimoni. Livia: Solo questo? Anche io sono capace. Il giorno dopo Livia convocò 10 schiavi e 10 schiave e disse: tu con lui, tu con lui… formò 10 coppie e li dichiarò sposati. La casa andavano a rotoli, stoviglie rotte, graffi, bernoccoli, occhi neri, ecc. Li riconvocò tutti… una lamentela… uno strazio. Livia chiamò Licia e le disse: mi sono resa conto, il vostro Dio è prodigioso… e divenne catecumena.”

    4 Luglio, 2019 - 17:25

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