Una cicala alta e io
su quale linea d’acqua
amico di quale gabbiano
che mi porta dove – dove
Saluto al mare
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Una cicala alta e io
su quale linea d’acqua
amico di quale gabbiano
che mi porta dove – dove
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La cicala periodica (Magicicada septemdecim) è un grosso insetto alato che fa la sua comparsa negli Stati Uniti orientali una volta ogni 17 anni. Altre generazioni compaiono in anni diversi, ma sempre seguendo un ciclo di 17 anni. Secondo una fonte esistono oltre 1.500 specie di cicale.
Per fortuna, la femmina è silenziosa, cosa che indusse un antico umorista greco a scrivere: “Felice è la vita delle cicale, perché hanno tutte mogli taciturne”
Il Gabbiano è uno degli uccelli predatori o necrofagi non commestibili. Secondo alcuni lessicografi il nome ebraico deriverebbe da una radice che significa “essere sottile, snello o magro”, Altri ritengono che il nome ebraico shàchaf sia un’imitazione del grido lacerante di quest’uccello generalmente rumoroso. Anche le versioni più antiche (LXX, Vg) lo intesero riferito al gabbiano.
I gabbiani, appartenenti alla famiglia dei Laridi, sono volatili poderosi e, oltre a nuotare molto bene, riposano e persino dormono sull’acqua. Il gabbiano ora vola battendo le ali, ora si libra in volo e rotea nell’aria per poi scendere planando. Si nutre di pesci e insetti, e di ogni tipo di avanzi e rifiuti (un vero e proprio spazzino di baie e porti).
Preferisci essere uno rumoroso o uno spazzino del mare ? Sei tu che puoi scegliere, il gabbiano e la cicala hanno l’istinto che non permette di scegliere.
Hai mai letto il Gabbiano Johnatan ? Era l’unico della sua specie che riusciva a fare cose che altri gabbiani non sapevano fare.
Odio l’estate, col suo sole infuocato, la sua aridità, gli sterpi secchi che pungono la pelle i suoi puzzolenti anfratti dove bestiole di ogni genere trovano ripararo dalla calura per poi morire e liquefare in miasmi terrificanti.
Ma quando, al tramonto la palla di fuoco scivola all’orizzonte in un tripudio di colori e si solleva quel vento leggero che precede la sera ed è subito notte, mi godo la brezza ristoratrice seduta in direzione del sole. E’ l’unico momento delle giornate estive che mi godo da anni come un rituale, un incanto sempre nuovo e stupefacente. C’è un momento di pace assoluta prima che, come in un crescendo mozartiano, una richiama l’altra e in un breve spazio di tempo le sento sotto: al lato, da destra e da sinistra tutt’intorno il frastuornante festoso frinire! Che compagnia quel tintinnio costante sulle rampe di terra arata, inaridita. Che festa quel vento che scompone i capelli e rende le fronde ribelli ! Che pace. Guardo la volta stellata e la luna grande tonda e vicina che appare e scompare tra le tele del cielo … che bello essere soli !
“E crescendo impari che la felicità non e’ quella delle grandi cose.
Non e’ quella che si insegue a vent’anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi…
la felicità non e’ quella che affanosamente si insegue credendo che l’amore sia tutto o niente,. ..
non e’ quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e che esplodono fuori con tuoni spettacolari…
Crescendo impari che la felicità e’ fatta di cose piccole ma preziose…
…di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto..
E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino…
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità”
il gabbiano Jonathan Livingston.
Sono stati definiti “i Sognatori della Fede” quelli della GMG – “sognatori”…? Forse sognano di volare non sanno che ci vogliono le ali. I sogni non bastano. Neanche l’aliante senza termica riesce a stare su. Il gabbiano si.
@ Clodine
“Odio l’estate, col suo sole infuocato, la sua aridità, gli sterpi secchi che pungono la pelle i suoi puzzolenti anfratti dove bestiole di ogni genere trovano ripararo dalla calura per poi morire e liquefare in miasmi terrificanti.”
Clooooo, ma dove vivi? 🙂
Leopoldo caro,posso dirmi fortunata perché il posto dove vivo è abbastanza ameno e salubre alta sopra il cielo dove contemplo tramonti straordinari, e, ringraziando il cielo ho potuto lasciare la città per un , seppur brevissimo, periodo di ristoro! Ma la bella Urbe mio caro non è solo palazzi e ministreri, non è solo piazze e fontane rinascimentali, non è solo musei e siti archeologici, basiliche e chiostri antichi e medioveali la Urbe , ahimé, è anche periferie abbandonate, marciapiedi dissestati che all’occorrenza si prestano da WC per cani al guinzaglio, basterà dovercisi imbattere per una qualsiasi necessità per rendersene conto. Grandi spazi, parchi abbandonati, aridi lucertolai meta di barboni, gaglioffi e spacciatori. Come per ogni grande città, bellezza e degrado si mescolano, come pure le luci e le ombre, relative, queste, alla mancanza assoluta di strutture, di politiche sociali capaci di costruire centri di aggregazione per anziani soli, giovani soprattuto, che non avendo possibilità di andare in vacanza bivaccano sui muretti [ e qui punto l’indice sulla chiesa, sulla mancanza assoluta di oratori, parrocchie con sacerdoti e laici capaci di apostolato attivo perchè, vedete, le nostre città sono anch’esse terra di missione, non solo il Brasile o il Congo] . Quando la calura feroce dell’estate mette a dura prova la capacità di sopravvivenza di chi, per mancanza di possibilità economiche, è costretto a restare…dell’estate non resta che solitudine e malinconici pensieri.
“chi, per mancanza di possibilità economiche, è costretto a restare…dell’estate non resta che solitudine e malinconici pensieri.”
E perchè mai ?
“Solo sii coraggioso e molto forte per aver cura di fare secondo tutta la legge che Mosè mio servitore ti ha comandato. Non deviare da essa né a destra né a sinistra, affinché tu agisca con saggezza dovunque tu vada. Questo libro della legge non si deve allontanare dalla tua bocca, e vi devi leggere sottovoce giorno e notte, per aver cura di fare secondo tutto ciò che c’è scritto; poiché allora avrai successo nella tua via e allora agirai con saggezza. Non ti ho io comandato? Sii coraggioso e forte. Non provare spavento e non ti atterrire, poiché Geova tuo Dio è con te dovunque tu vada”.
Così con al trinità siamo in 4 per la scopa o il tresette. E chi vince piglia tutto !
p.s. Giosuè 1.7-9
Buongiorno a tutti
🙂
Una piccola, intensa poesia, Luigi.
Te ne ringrazio.
Mi riporta ad una lontana inquietudine, mai sparita… Ancora adesso mi chiedo dove mi porti quel gabbiano, e l’affidarmi non cancella il brivido delle altezze, e la consapevolezza di non saper volare e di dovermi appoggiare totalmente alle sue ali…
…la fine dell’illusione del controllo…