Il Mattutino nella Certosa [vedi i due post precedenti] viene cantato tra le 00,30 e le 02,30. Nella notte tra il sabato e la domenica arriva a tre ore. Ogni giorno i monaci vanno a dormire tra le 20 e le 21 e si alzano poco dopo la mezzanotte convocati dalla campana alla più lunga delle liturgie quotidiane. Stamane sono stato anch’io al Mattutino illuminando con una torcia il pavimento davanti a me, dalla Foresteria alla Chiesa, mentre vedevo per il Grande Chiostro arrivare alla spicciolata i singoli monaci. Nel mezzo della notte, nel mezzo del sonno, con il cappuccio in testa, i certosini si aiutano a mettersi in Dio con lunghe pause nel buio integrale, restando accesa soltanto una piccola luce davanti al tabernacolo. Si vedono le nervature dell’architettura e le sagome degli oranti. Cantano in gregoriano 14 salmi e leggono brani del Primo e del Secondo Testamento e dei Padri. Un poco in italiano e un poco in latino. Ho memorizzato questi versetti: Schiacciò le teste dei draghi sulle acque – I figli di Giacobbe e di Giuseppe – Ecce somniator veniet – Come pula che il vento disperde – Ogni primogenito in terra d’Egitto bestia o uomo – Lo sazierei con miele di roccia – Sub tuum praesidium confugimus. Vedendoli così presi dal canto e dal Signore rimpiangevo di non disporre anch’io di un cappuccio.
Salterio notturno secondo il Rito Certosino
19 Comments
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“così presi dal canto e dal Signore…”
Ogni vita è un crogiolo.
L’importante è che, alla fine, bruciate le scorie, resti solo l’oro…
(Detto altrimenti, ciò che conta è la meta, non il mezzo con cui la si raggiunge…)
“rimpiangevo di non disporre anch’io di un cappuccio.” ma Luigi, chi te lo impedisce ? Non sei tu il padrone di te stesso ?
Dai Luigi, “facci sognare”. – NO ! sognare non si può se si deve andare in giro di notte ! Ma non ti sembra stano che questi vanno in giro di notte con la scusa del Signore, e non possono nemmeno sognare ? Chissà perché il Signore dice: ” Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; viene la notte, quando nessuno può operare. “( Giovanni 9.4)
Vedi Luigi, di notte bisogna dormire, perchè : ” se qualcuno cammina di notte, urta contro qualcosa, perché la luce non è in lui”. ( Giovanni 11.10)
La notte è per i gufi, i pipistrelli, le civette, le falene, i coleotteri, i barbagianni e gli allocchi !
Quante volte quello che sembra un pensiero è solo un pensiero a metà, o un non- pensiero!
Così anche quel pensiero sul “ciò che conta è la meta”.
Puoi vedere, a volte, come la meta sia già presente nello stile di una vita. O anche solo nello stile di un gesto, di un discorso, di una frase, di una parola…E soprattutto nello stile di un silenzio ( anche se fosse soltanto quello della parola trattenuta perché stolta, perché sterile, perché compiaciuta, perché oziosa… ).
Perché via e meta coincidono.
La meta, lo scopo : “scoprire l’immensità dell’amore” (Statuti dei Certosini, 35,1).
“La grazia dello Spirito Santo raduna, infatti, gli amanti della solitudine così da farne una comunione nell’amore” (Statuti, 21,1).
“La nostra vita dimostra che i beni celesti sono già presenti in questo secolo, preannunzia la risurrezione e in certo qual modo anticipa il mondo rinnovato” (Statuti, 34, 3).
“La grazia dello Spirito Santo raduna, infatti, gli amanti della solitudine così da farne una comunione nell’amore” (Statuti, 21,1).
Come si può fare una comunione nell’amore “in solitudine ? “ Ahhhh…… fantasie ! di gruppo ?
A volte non serve spiegare.
E’ l’altro che dovrebbe sforzarsi di intendere. E a volte tale sforzo non riesce perchè manca “quell’anticipo di simpatia senza il quale non c’è alcuna comprensione”.
“…vedevo per il Grande Chiostro arrivare alla spicciolata i singoli monaci.”
E anche noi, che arriviamo qui “alla spicciolata” – noi che siamo con te in “comunione nell’amore”- li “vediamo”.
E, anche, “ci” vediamo, ci riconosciamo.
Ho appena recitato, con te, l’Angelus Domini.
Pensa, Fiorenza, il grande chiostro della Certosa e poco più in là, quasi ammonitori, i ruderi rimasti in piedi dopo il terremoto del 1783. Il silenzio delle montagne e quello dell’anima. Ma non di Dio.
OT
Luigi, sento che hai in programma un incontro a Camposampiero: potrei sapere quando?
Grazie
🙂
“anticipo di simpatia ?” – che vuol dire anticipo di simpatia ? sorridere sul tempio dell’ipocrisia e tollerare la flasità ? ? Beh ? Se non son matti questi ! – E vanno reclamando pure la comprensione.
Chissà perchè, Dio non è così comprensivo: “non c’è chi sottragga alla mia mano. Poiché alzo al cielo la mia mano [in giuramento],E in realtà dico: “Come io vivo a tempo indefinito”, Se davvero affilo la mia scintillante spada,E la mia mano afferra il giudizio,Certamente farò vendetta dei miei avversari E renderò la retribuzione a quelli che mi odiano intensamente. Inebrierò le mie frecce di sangue,Mentre la mia spada mangerà carne, Col sangue degli uccisi e dei prigionieri, Con le teste dei condottieri del nemico’.” ( Deut. 32.39-42)
“E la parola di Geova continuò a essermi rivolta, dicendo: “Figlio dell’uomo, volgi la faccia verso Gerusalemme e stilla [parole] verso i luoghi santi, e profetizza contro il suolo d’Israele. E devi dire al suolo d’Israele: ‘Geova ha detto questo: “Ecco, sono contro di te, e certamente estrarrò la mia spada dal fodero e stroncherò da te giusto e malvagio. Affinché io stronchi realmente da te giusto e malvagio, la mia spada uscirà perciò dal fodero contro ogni carne dal sud al nord. E tutti quelli di carne dovranno conoscere che io stesso, Geova, ho estratto la mia spada dal fodero. Non vi tornerà più”’. (Ezechiele 21.1-5)
Nico è per il 15 aprile sul tema: IN DIALOGO ACCOGLIENTE CON OGNI PERSONA ALLA LUCE DEL CONCILIO.
Ma tu guarda…
allora non è del tutto OT
😉
“Ho capito che il centro del mondo è dove io prego, dove io sono insieme a Dio, nella più intima unione che c’è: la preghiera. Sono al centro del mondo quando cammino alla presenza di Dio, quando “in lui infatti vivo, mi muovo ed esisto” (cfr. Atti degli apostoli, 17, 28). Quando celebro o partecipo all’Eucaristia sono al centro del mondo; quando confesso e mi confesso, nel confessionale c’è il centro del mondo; il posto e il tempo della mia preghiera costituiscono il centro del mondo perché, quando prego, Dio respira dentro di me”
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#7
Non per voler contestare il centro del mondo di nico, ma mi permetto solo una semplice considerazione per persone intelligenti sull’Eucarestia.
Domando, come poteva il Signore offrire la sua carne da mangiare se non era ancora morto ?
Domanda, come poteva il Signore offrire il suo sangue da bere se era proibito dalla legge ? (Atti 15.28) – (Lev.17.13)
Domanda, come potevano “mangiare il Sangue” umano se era proibito perfino quello degli animali ? (Gen 9.3-4)
Domanda, ma cos’è che salva, la fede nel sacrificio o mangiarsi il sangue ?
Domanda perchè o cattolici si prodigano nel fare sempre il contrario di ciò che è scritto ?
Tertulliano (ca. 160-230 E.V.): “Arrossisca la vostra aberrazione davanti a noi Cristiani, che non consideriamo il sangue degli animali neppure come cibo ammesso nei pranzi . . . Per torturare i Cristiani, voi [pagani romani] presentate loro delle salsicce ripiene di sangue, ben sapendo che quei cibi non sono loro permessi, e che è questo un mezzo sicuro per farli deviare dalla loro fede. Come potete mai credere bevano sangue umano coloro che siete ben persuasi abbiano orrore di quello degli animali . . .?” — Apologia del cristianesimo, IX, 13, 14; B.U.R., 1956, trad. di Luigi Rusca, p. 45.
Minucio Felice (III secolo E.V.): “Tale è il nostro orrore del sangue umano, che neppure vorremmo assaggiare il sangue nei cibi degli animali commestibili”. — Ottavio, XXX; B.U.R., 1957, trad. di Luigi Rusca, p. 64.
Mi colpisce, Tonizzo, l’amore e la nostalgia con cui parli di quelle montagne…
Eeeh Fiorenza, io tra quelle montagne – o meglio un pelo più in là, a Vibo Valentia – sono nato. Varie volte ci sono andato con la famiglia, una volta sola con mio padre e mio fratello (mia madre e mia sorella dovettero attendere fuori perché come forse saprai a Serra c’è il divieto d’ingresso per le donne e non è stato mitigato neanche per i 900 anni di vita della Certosa). Perché il posto è bello e invita alla pace e alla riflessione. Perché è più semplice. Perché in fondo appartiene anche alla mia vita.
Mio zio Michele, autista di linea delle Calabro-Lucane, aveva nel piazzale della Certosa il suo capolinea. Quando faceva servizio da Vibo il sabato, arrivava con il Fiat 370 nel piazzale della Certosa e parcheggiava. Poi, specialmente se era bella stagione, apriva la bagagliera, prendeva un fornelletto da campo e tutto l’occorrente, preparava pasta e fagioli e mangiava nel silenzio appena rotto da qualche cicala se era estate. Erano in santa pace lui, il 370 e la statua di San Bruno che li teneva entrambi sott’occhio. Mezz’ora di riposo dopo mangiato, un controllo acqua ed olio ed entro le 15 il 370 si rimetteva in moto e riprendeva il suo viaggio verso Vibo, tra curve allora fantasmagoriche (si era negli anni 80 e ancora non era stata potenziata la viabilità), il vecchio ponte di Mussolini che il 370 occupava per intero (e quindi gli altri dall’altro lato si dovevano fermare per far passare il bus) e magari ogni tanto due serpi nel centro della carreggiata, in piedi, che facevano l’amore. A volte capitava anche questo.
Sconcertato dal commento di Luigi: ” si aiutano a mettersi in Dio con lunghe pause nel buio integrale,”
Ma che significa mettersi in Dio ? Proprio di notte ? Eh va beh che la brocca era sbroccata, ma fino a questo punto ?
“Poiché i pastori si sono comportati irragionevolmente, e non hanno cercato nemmeno Geova. Perciò non hanno agito con perspicacia, e tutti i loro animali da pascolo sono stati dispersi””. ( Geremia 10.21) – “Dove più vi si colpirà ancora, in quanto aggiungete altra rivolta? L’intera testa è malata, e l’intero cuore è debole. Dalla pianta del piede fino alla testa non c’è in esso alcun punto sano. Ferite e lividure e piaghe fresche, non sono state spremute né fasciate, né alleviate con olio. Il vostro paese è una desolazione, le vostre città sono bruciate col fuoco; il vostro suolo, gli estranei lo divorano proprio di fronte a voi, e la desolazione è come un rovesciamento mediante estranei.” ( Isaia 1.5-8)
(Michea 3.6) : –” ‘Perciò avrete la notte, così che non ci sarà visione; e avrete le tenebre, così che non praticherete la divinazione. E il sole certamente tramonterà sui profeti, e il giorno si deve oscurare su di loro.
(Giobbe 5.14) : –” Incontrano tenebre perfino di giorno, E a mezzogiorno vanno tastoni come di notte;”
(1Tessalonicesi 5.5-8) : –” Noi non apparteniamo né alla notte né alle tenebre….. Poiché quelli che dormono sono abituati a dormire di notte e quelli che si ubriacano sono di solito ubriachi di notte. Ma in quanto a noi che apparteniamo al giorno, manteniamoci sobri….”